Strangers in the night

La divisione Spezzaincantesimi, contrariamente al resto della Gringott, era gestita da maghi. Anzi, da un mago.

Gideon McWhite era un uomo tondo, non molto alto e con una folta barba rossa che in lunghezza voleva forse emulare quella di Albus Silente, lo storico preside di Hogwarts. Era una persona seria e rispettosa...con un unico problema; era tremendamente all'antica.

Quella mattina intravidi la sua figura grassoccia roteare fuori dal camino e dirigersi a passi pesanti verso la mia scrivania. Con un guizzo, mi affrettai a chiudere la lettera di Lisa- una ragazza di cui non mi ricordavo affatto, ma che evidentemente era uscita con me - e a togliere i piedi dalla scrivania. Lui sorrise bonariamente e mi fece cenno di seguirlo nel suo ufficio, una stanza molto grande, lastricata di marmo bianco, alle pareti della quale stavano appese milioni di foto di famiglia. Le fissai, blandamente interessato, poi rivolsi la mia attenzione su di lui.

- Mr McWhite?

- Mio caro ragazzo! Volevo complimentarmi personalmente con te! Quei diamanti grezzi...dimmi, come sei riuscito a recuperarli?

Mi strinsi nelle spalle - Due giorni di intenso lavoro sulle sponde del Mar Caspio. Nulla di complicato, come lei ben sa. Grazie. - borbottai, chiedendomi esattamente dove volesse andare a parare. Lui annuì - Mh, ottimo lavoro, davvero. I folletti sono stati davvero contenti.

Dato che sembrava così di buon umore, forse avrei potuto parlargli di quel favore che dovevo chiedergli. Cercai di sfoggiare il mio sorriso più accattivante.

- Grazie mille, Mr McWhite...ecco io desideravo parlarle, dato che ci siamo, perché volevo chiederle un permesso. - dissi, imponendomi di non arrossire. Lui mi scrutò con improvvisa attenzione - Un permesso?

- Sì...ecco...mi servirebbe il 21 Dicembre...dovrei uscire prima delle quattro...- lo fissai, senza aggiungere altro. Non potevo dirgli il reale motivo per cui dovevo uscire prima da lavoro. Non potevo. - Ecco...dovrei andare a...uhm, una riunione di famiglia. Sa, sono cose che cominciano molto presto, quindi io...

- Malfoy. - il ritorno al cognome non era esattamente un buon segno. Cercai di apparire molto tranquillo - Le assicuro che lavorerò il doppio.

- Malfoy, non è questo il punto. Perché vuoi il permesso? - disse, sospirando. Io sollevai un sopracciglio, valutando la situazione; poteva arrivarci da solo? No, probabilmente era una cosa che non si sarebbe mai immaginato. Ma non avevo intenzione di fargli sapere i fatti miei.

- Mi serve. E' una cosa seria. - insistetti, passandomi una mano sul mento. Lui mi scrutò dispiaciuto

- Per uscire con qualche altra collega? Sai bene che non possiamo permetterci di perdere altro personale. Sei un gran lavoratore, Malfoy, anche un bravo ragazzo...ma non approvo queste tue manie da Dongiovanni!

Lo fissai irritato; Dongiovanni, figurarsi! Ero uscito solo con Evie, la segretaria di Cartrett, e non era successo nulla.

Beh...perlomeno, io le avevo detto che non volevo niente di serio. Era colpa mia se lei si era convinta che presto ci saremmo fidanzati? Sospirai - E' stato un errore.

- Mh. Ma a quanto ne so, sono cose che fai spesso, Malfoy.

Lo fissai imperturbabile - La mia vita privata non concerne il mio lavoro.

Il vecchio Gideon si passò una mano tra i radi capelli - Lo so bene. Ma...questo è un ufficio molto rispettabile...molta gente si è lamentata del tuo comportamento...lasciami finire! - esclamò, mentre spalancavo la bocca - Quello che voglio dire è...gradirei che tu mettessi la testa a posto. Noi siamo parte di una banca che lavora al servizio delle famiglie, della gente comune. E, al momento, chi si trova più in alto di me vorrebbe licenziarti! Perché la banca cerca prima di tutto dei dipendenti che mostrino alla clientela quanto sia importante la sicurezza...anche quella familiare.

Dire a Scorpius Malfoy quanto sia importante la famiglia è un gesto davvero provocatorio. Ma...si trattava pur sempre del mio capo, ed io dovevo lavorare. Ne avevo la necessità. Ma, soprattutto, non volevo chiedere l'elemosina a nessuno.

- Questo...questo è così...assurdo! Io lavoro bene, porto tesori ogni settimana, mentre c'è gente che non fa altro che starsene in ufficio! Volete licenziarmi? Io...io ho bisogno di questo lavoro. - sputai fuori, con molta fatica.

Il capoufficio sospirò pesantemente, donandomi un'occhiata carica di dispiacere - No, Scorpius. Non sono io che voglio farlo. Mi hanno fatto pressioni ed io ho cercato di resistere, perché so quanto vali. E so che celi dei segreti più grandi di te.

Sbiancai, facendo un passo indietro. Lui sapeva. - Io....

- Ed è per questo che ho proposto di invitarti al Gala di Chiusura Annuale, che si terrà il 26 Dicembre. Si tratta di una festa per i dipendenti. Ci saranno molte persone influenti...ed io vorrei che tu venissi...ma accompagnato da una presenza femminile.

- Beh...questo non è difficile...- borbottai, ancora confuso, ma lui alzò una mano. - Aspetta. Non voglio una cretinetta con la quale poi concluderai la serata da qualche altra parte. Voglio...che tu venga con una donna che sia capace anche di parlare. E che, magari, sia anche legata, affettivamente parlando, a te.

- Questo non è possibile. E' una cosa...- replicai immediatamente, scuotendo la testa. Lui sorrise

- Tremendamente all'antica? Forse. Ma sono certo che troverai sicuramente una persona che ti piace realmente. Sei talmente pieno di donne che non sarà difficile guardarti intorno...e trovare quella giusta. Altrimenti, se proprio non ci riesci, fingi. Purché tu dimostri alla Gringott di essere degno del posto che hai. Loro vogliono sicurezza, tu dagliela. Puoi andare. - e mi congedò, lasciandomi con un sorriso enigmatico e mille pensieri, uno diverso dall'altro.

- Vorrei sapere di chi è stata l'idea della festa.

Liam si lasciò sfuggire un sorriso - Indovina?

Sbuffai, sollevando gli occhi al cielo - Al. - sibilai, cercando nella folla la sua inconfondibile capigliatura. Non era possibile che Albus Potter fosse il mio migliore amico, eravamo incompatibili. Eppure...

Ci conoscevamo da undici anni...e lui, nonostante tutto, continuava a stupirmi.

Infatti. Come aveva potuto organizzare una stronzata del genere?

Lanciai un'occhiata sconvolta allo striscione che penzolava all'ingresso del Paiolo Magico ("Benvenuti ex studenti di Hogwarts!") e mi dissi che avrei fatto meglio a tornare a casa.

- Me ne vado...- borbottai, ma Liam mi fermò - Se te ne vai Albus ti ucciderà. E poi tu devi trovare la donna della tua vita, no?

Repressi un'esclamazione particolarmente colorita e mi diressi a testa bassa verso il tavolo delle bevande. Era vero.

E comunque era meglio non contrariare Al. L'unica volta in cui l'avevo fatto - e, lo ammetto, era stata una cosa grossa - non mi aveva parlato per sei mesi. Avevo dovuto scrivere una lettera di scuse a tutta la sua famiglia, poi strisciare per tutti i corridoi fino alla Sala Comune di Grifondoro...e, a quel punto, avevo continuato a dirgli che mi dispiaceva. Allora mi aveva perdonato...dopo avermi centrato con un gancio destro in pieno viso, naturalmente.

- Ehi, tu! Non stai pensando di ubriacarti, vero? - la voce allegra di Jackie mi riscosse. Mi voltai, in tempo per vederla in tutta la sua bellezza, quando mi accorsi di qualcosa di strano.

- Aspetti un bambino. - borbottai stupito, mentre lei scoppiava a ridere e mi abbracciava.

- Non sei felice per me?

- Per noi, vorrai dire! - Matt spuntò dal nulla, battendomi una mano sulla spalla. Risi - Ma certo, tanti auguri!

- Sei pronto a farci da testimone di nozze? - domandò titubante lei. Io distolsi lo sguardo - Beh...voi sapete come la penso...non...

- Per noi è importante. Sei il nostro migliore amico! - aggiunse Matt, mentre Liam sollevava un sopracciglio - Già, io invece sono solo il cretino di passaggio...

- Stupido! Tu sarai padrino!

- Non potrei farlo io? - domandai - Il matrimonio è...io non...

Jackie strinse le labbra - Sono una donna incinta; decido io. Scorpius tu sarai il testimone di nozze, Liam il padrino del piccolo. Punto. Okay?

- Fantastico...- borbottai, prendendo un bicchiere. Lei annuì - Bene. Liam, sei content...Liam? - ci voltammo verso il nostro amico, che sembrava fosse stato colpito da Confundus potente.

- Ehi. Mi sa che ho trovato la donna dei miei sogni...- borbottò poi, fissando una bionda, appena entrata nel locale. Dovetti ammetterlo, era davvero...notevole. Feci per dire qualcosa, quando casualmente notai la ragazza accanto a lei e sollevai le sopracciglia.

- Carina eh? - mormorò Jackie, affiancandomi.

Beh, lo era. E in modo assolutamente interessante. Non erano solo i capelli rosso fiamma...quanto il viso leggermente tondo, le labbra piene, gli occhi grandi e azzurri.

- Sembra una bambola. - osservò ancora la mia amica, dandomi una gomitata, proprio mentre la sconosciuta spariva tra la folla. Sorrisi - Già. Sapete...credo che andrò a fare un giro...- aggiunsi, addentrandomi nella confusione, accompagnato dall'ammonimento di Jackie - Non comportarti come al solito, Scorp!

***

"Voglio andarmene!" pensai amaramente, non appena varcammo la soglia del Paiolo Magico. Dominique si guardò intorno, leggermente più sicura di me, ma non del tutto convinta. - Io non riconosco nessuno, Rosie.

- Idem. - sibilai a denti stretti, sperando ardentemente che nessuno riconoscesse me. C'era moltissima gente, così tanta che ci ritrovammo pigiate tra la folla, senza che ce ne accorgessimo.

- Dove cavolo è Al? Domi...Domi? - mia cugina sembrava scomparsa. Cercai di non entrare nel panico, mentre una sensazione di puro orrore mi invadeva da capo a piedi. E adesso?

Sgomitai tra la gente, alla ricerca di qualcuno di conosciuto, quando un tipo tutto muscoli mi diede una spallata così forte da sbilanciarmi.

- Ohhhh....- persi l'equilibrio, pronta al botto, e...

- Ahia! - mi ritrovai schiacciata addosso a qualcuno, con la maglietta zuppa di qualcosa che puzzava di alcool. Sollevai lo sguardo, pronta a scusarmi, quando incrociai due incredibili occhi verdi.

- Ah!

Il proprietario degli occhi mi sorrise in modo affascinante e mi resi conto che era semplicemente...

"Uno strafigo da paura!" strillò ancora la vocina nella mia testa, assomigliando, questa volta, a quella di Dominique. Arrossii e cercai di darmi un tono, proprio mentre lui mi aiutava a mettermi dritta. Distolsi lo sguardo dal suo viso e lo puntai sulla sua camicia, nascosta da un giaccone dal taglio elegante, poi su i suoi jeans, infilati malamente in un paio di anfibi.

- Scusami, non volevo arrivarti addosso...- balbettai, come un automa, sperando che quello sconosciuto mi rapisse e mi portasse via con lui. Lui sorrise ancora - Vuoi scherzare? Non è certo colpa tua, se ci sono dei cafoni come quello. - Indicò con la testa (registrai il meraviglioso biondo dei suoi capelli) il tipo che mi aveva fatto volare via, prima di prendere la bacchetta e puntarmela al petto - Gratta e Netta. Molto meglio no?

Avvampai - Grazie. - poi feci qualche passo indietro - Beh, scusami ancora. Adesso devo proprio and...- ma lui mi fermò - Il tuo ragazzo è andato avanti e ti sta cercando?

Era una richiesta implicita? Voleva sapere se avevo il ragazzo?

- Veramente...io sono qui con delle amiche...- buttai lì. Se gli avessi detto che ero con una delle mie cugine, magari avrebbe capito chi ero...ovvero quella scema della Weasley. Quella che...

- Ah. Allora potrei offrirti qualcosa da bere senza incorrere nell'ira di nessun altro uomo, giusto?

Un pensiero improvviso si formò nella mia mente...io odiavo gli uomini, no? Insomma, lui era uno strafigo pazzesco, ma magari era pure stronzo...meglio non accettare.

Sorrisi - Già...potresti. - oh, al diavolo!

Ci avviammo al bancone, dove cominciammo a parlare del più e del meno. Mi disse che lavorava come Spezzaincantesimi, un lavoro decisamente avventuroso...che viveva da solo e che era single. Mi chiese del mio lavoro, mi ascoltò con interesse, studiandomi attentamente con quegli occhi magnetici, finché, improvvisamente non mi fermò.

- Accidenti! Sai che sono un completo idiota? Non ti ho neppure chiesto come ti chiami, perdonami...- disse suadente, facendomi sorridere. Stavo bene...cavolo.

- Io sono...

- Scorp! - la voce di Al, che irruppe tra noi come un uragano, fu come una doccia fredda. Fissai alternativamente mio cugino, poi il ragazzo davanti a me. Scorp?

- Ragazzi! E' fantastico vedervi insieme! Se avessi saputo che avreste parlato civilmente, avrei organizzato questa festa molto tempo prima! - esclamò mio cugino, mollando pacche a destra e a manca. Io continuavo a restare in silenzio, osservando soprattutto l'altro. Dovevo aver capito male. Non poteva certo...

Ma poi, notai, le somiglianze c'erano. Eccome! Lo stesso colore dei capelli, quelle labbra, il naso dritto...i suoi occhi! Che idiota che ero stata!

Scorp.

Spalancai le labbra e balzai in piedi. - Comehaidettochetichiami? - sibilai, sentendomi mancare. Lui mi guardò confuso, non capiva. O forse...non ricordava?

- Non l'ho detto scusami, mi chiamo Scorpius...Malfoy. - disse con un sorriso, tendendomi la mano.

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