9. ALEXANDER

Gideon: Stasera vieni a cena da noi, non rispondere no. Sai già cosa portare. 😊

Avevo fissato a lungo il messaggio che Gideon mi aveva mandato mezz'ora prima. Era un sabato pomeriggio e come al solito avevamo il locale pieno. Avevo aiutato Logan e mia madre al bancone, avevo sostituito Logan in cucina e avevo dato una mano a mia madre nel preparare la crema al formaggio da mettere sui cupcakes.

Sui cupcakes classici si usava frosting al burro, cosa che ancora facevamo per alcuni cupcakes, molti clienti li preferivano, ma avevamo scoperto che il frosting con crema al formaggio era più buona e soprattutto meno pesante.

Da qualche mese avevamo anche creato dei cupcakes vegani con frosting vegano. A me sinceramente non facevano impazzire, erano talmente insapori che dovevamo aggiungerci un sacco di vaniglia per renderli accettabili.

Ero riuscito a raggiungere il bagno e dopo essermi lavato le mani avevo afferrato il cellulare e avevo letto il messaggio che avevo ignorato fino a quel momento.

Ebbi un tuffo al cuore al pensiero di passare la serata in compagnia di Harper. Mi faceva sempre lo stesso effetto. Era dolce, solare, simpatico e poi era incredibilmente timido, una cosa che mi faceva letteralmente andare fuori di testa. Non lo avrei mai ammesso ad alta voce o, peggio, a Gideon, perché sapevo quanto fosse geloso del suo fratello maggiore. Anche se ero il suo migliore amico e sapevo che di me si fidava ciecamente, non mi avrebbe mai permesso di avere una storia con lui. Né a me, né a nessun altro.

Speravo per Harper di riuscire a staccarsi dal fratello e vivere la propria vita.

Il pensiero di Harper con un ragazzo che non fossi io, però, mi faceva stare male. Volevo essere il suo ragazzo ufficiale, quello con il quale sarebbe uscito al cinema, camminato per strada mano nella mano, posare le mie labbra sulle sue, sentire il suo respiro sulla mia bocca...

"Lexie!"

Sbarrai gli occhi e mi voltai verso mia madre che mi stava fissando con le braccia incrociate al petto.

Avevo ancora la sac a poche in mano e una ventina di cupcakes davanti ancora da decorare.

"Ti sei incantato?" mi chiese mia madre aggrottando le sopracciglia.

Sbattei le palpebre.

"Si, scusa. Mi sono ricordato che Gideon mi ha invitato a cena a casa sua stasera..."

Mia madre sorrise.

"Ci sarà anche Harper?" chiese sorridendomi maliziosa.

La guardai aggrottando le sopracciglia.

"E' casa sua, quindi penso di si" risposi riprendendo a decorare i cupcakes.

"E' così dolce e simpatico! Anche se temo sia un po' intimorito da suo fratello. E' da un po' che non vedo Gideon, perché non li inviti a cena? Per ricambiare..."

"Li invito?" chiesi sbarrando gli occhi.

"Beh, ovviamente anche Harper. Non avrebbe senso invitare solo Gideon, no?" chiese mia madre ed io sentii le mani cominciare a tremarmi.

"Non abbiamo mai invitato Harper a casa. Non capisco perché dovrei invitarlo adesso. Gideon non lo farebbe venire a prescindere" dissi io deglutendo e sperando che mia madre non notasse il mio nervosismo.

"Infatti mi chiedo perché non lo inviti mai ad uscire. Siete amici, no?" chiese mia madre e il mio cuore prese a battermi furioso nel petto.

"Non penso di poter passare del tempo da solo con Harper, rovinerei la mia amicizia con Gideon e non mi va di perderla..." dissi io, con rammarico.

"Ma sei il suo migliore amico! Come potresti fare del male a suo fratello, scusa?"

Mi morsi il labbro inferiore. Non avevo intenzione di dirle delle mie esperienze con i ragazzi quando ero alla UCLA e tantomeno che provavo un sentimento, che andava ben oltre l'amicizia, per il fratello del mio migliore amico.

"È un discorso che non ha alcun senso, tanto Harper non potrà mai uscire da solo con me. Solo se ci sarà Gideon..." le dissi e lei alzò gli occhi al cielo.

"Ti metto da parte dei cupcake al cioccolato" disse lei con un sorriso ed io mi morsi il labbro, mentre riprendevo a decorare i cupcakes e cercavo di calmare il battito furioso del mio cuore.

🌲

Raggiunsi casa Zabini che erano da poco passate le sette di sera. Ero passato prima da casa, mi ero fatto una doccia e mi ero vestito in modo più o meno elegante.

Dopo aver attraversato il cancello in ferro battuto, raggiunsi il vialetto di casa e trovai Gideon sulla soglia.

Deglutii e scesi dalla macchina stringendo tra le mani la scatola del negozio dove avevo messo i cupcakes.

"Amico!" disse Gideon stringendomi tra le braccia prima di farmi entrare in casa.

A differenza del piccolo appartamento che io e mia madre dividevamo a Black Angel City, i signori Zabini vivevano poco fuori Black Angel City, in una villa a due piani in campagna circondata da un ampio giardino. Avevano anche una piscina.

Tutto urlava ricchezza in casa degli Zabini e un pregio che apprezzavo da parte di Harper e Gideon era che entrambi non la ostentavano. Avrebbero potuto essere altezzosi, non guardarci nemmeno e ambire ad una scuola privata, invece entrambi erano umili e gentili. Motivo per il quale apprezzavo la compagnia di Gideon. Non aveva mai fatto pesare il nostro divario sociale. Non che io e mia madre fossimo poveri, nient'affatto, o non avremmo mai avuto possibilità di gestire un negozio, però gli Zabini erano davvero tanto ricchi.

Gideon mi portò direttamente in sala da pranzo dove ad attendermi c'erano già Theodore e Blaise Zabini.

Salutai i genitori di Gideon e mi resi subito conto che Harper non c'era. Cercai di ignorare la delusione.

Consegnai i cupcakes a Theodore che mi salutò con un abbraccio e un bacio sulla guancia che mi fece avvampare e mentre salutavo Blaise con una stretta di mano, Gideon chiamò Harper urlando a squarciagola il suo nome.

Blaise strizzò gli occhi e il mio cuore ebbe un tuffo nel mio petto.

Quindi è in casa... pensai mentre Blaise mi invitava a sedermi al tavolo sul quale era già presente un sacco di roba. Theodore comparve nella stanza con un ampio sorriso.

"Spero sia di tuo gradimento" disse lui e stavo per rispondergli ma vidi Harper scendere le scale che portavano alla zona notte. Indossava una felpa con cappuccio e pantaloni della tuta. Non aveva alzato gli occhi dal suo cellulare e non mi aveva ancora notato.

Trattenni il fiato perché era adorabile e poi mi faceva venire voglia di stringerlo a me e coccolarlo.

Lo vidi scrivere velocemente sul cellulare e sorridere mentre si mordeva il labbro inferiore.

Con chi si stava scrivendo? Pensai mentre Gideon gli posava un braccio sulle spalle e lui bloccava rapidamente il cellulare e finalmente alzava gli occhi.

"Harper, fratellone, ti ho detto che abbiamo ospiti?" chiese Gideon con un sorriso e quando Harper spostò lo sguardo e mi vide in salotto con suo padre Blaise sbarrò gli occhi e spalancò la bocca.

"C-C- che ci fa lui qui?" chiese quasi urlando e allontanandosi da Gideon.

"L'ho invitato a cena"

"Cosa? Quando? Perché non ne sapevo nulla?"

"Me lo ha detto stamattina" rispose Theo assottigliando lo sguardo per puntarlo su Gideon. "Avevi detto che era stata un'idea di Harper!"

"Cosa? Invitare Alexander qui? Ti pare normale?!"

Harper afferrò il cellulare e con occhi sbarrati mi guardò un'ultima volta prima di scappare via al piano superiore.

Guardai Gideon.

"Se ti avessi detto che era stata una mia idea non avresti cucinato. Alexander torna dopo tre anni e volevo fare le cose per bene, ecco perché ho usato Harper come scusa"

"Diciamo che sono stato costretto a venire qui stasera, non potevo dire di no e Harper non mi sembrava affatto felice di vedermi" borbottai io.

Gideon scrollò le spalle.

"Ultimamente sta sempre attaccato al cellulare." Rispose Gideon.

"Finalmente avrà trovato qualcuno" disse Theo con un ampio sorriso.

"Ma anche no, lo uccido se esce con qualcuno!" ringhiò Gideon.

Blaise lo fulminò con lo sguardo.

"Tu non farai del male a mio figlio!" disse puntando un indice verso di lui.

Gideon alzò gli occhi al cielo.

"Non posso permettere che esca con un coglione!" borbottò lui mentre Harper scendeva le scale e ci raggiungeva.

Si era cambiato. Indossava un maglione nero e jeans neri, i capelli erano pettinati e gli occhiali erano dritti.

Reggeva ancora il cellulare in mano e stava sorridendo, ancora, allo schermo del cellulare.

Theo lo guardò e fischiò.

"Che figo!" disse, ricevendo un sorriso dolce da parte di Harper che si sedette di fronte a me che ero seduto accanto a Gideon la cui gamba si muoveva su e giù in chiaro sintomo di nervosismo.

Gli diedi un colpetto con la mia gamba mentre Blaise si sedeva accanto al figlio e Theo andava a sedersi a capotavola proprio accanto a me e Harper.

Cominciammo a mangiare e Theo mi chiese del college.

Cercai di ignorare il senso di panico che mi attanagliò lo stomaco. Non ne avevo ancora nemmeno parlato con mia madre.

Non avevo idea di come l'avrebbe presa.

Deglutii e mi pulii le labbra con il tovagliolo.

"Ho fatto domanda per iscrivermi alla Black Angel University" risposi e Harper sbarrò gli occhi.

Gideon si voltò verso di me.

"Ma perché? Cazzo, la UCLA, giochi nella squadra del campus! Vuoi diventare un giocatore professionista!" disse lui ed io alzai lo sguardo verso Harper che mi fissava a sua volta preoccupato.

Sospirai.

"Ok, ve lo dico, ma non deve uscire da qui, ok? Mia madre non deve saperlo o si sentirebbe in colpa...." Dissi io prendendo un respiro, mentre Gideon mi posava un braccio sulle spalle.

"Spara"

"Mi hanno cacciato dalla squadra perché non riuscivo più a pagare la retta. Non me la sento di chiedere a mia madre un ulteriore sacrificio, ho deciso di studiare biologia qui alla BAU, hanno una squadra di basket della scuola, magari posso provare li, altrimenti... significa che troverò un altro modo per andare avanti. Il basket è solo una passione..." dissi io stringendomi nelle spalle. "E poi qui ho amici e famiglia" dissi guardando Harper che mi stava fissando in silenzio.

"Non è una passione, cazzo. Lo hai fatto per tuo padre! Cazzo, se potessi ti pagherei io il resto della retta..." borbottò Gideon.

Blaise tossì.

"Non penso di riuscire a pagare quel genere di rette, preferisco comprarvi due appartamenti. E poi qui avete già tutto, no?"

"Harper, forse. Ma io?"

"Io volevo studiare chimica" disse mordendosi il labbro.

"Ah, io ho problemi. Anche per la fisica. Devo fare il test di ingresso a gennaio. Devo studiare" dissi.

"Posso darti una mano, se vuoi, così mi preparo per il mio test di ingresso" propose Harper con un sorriso.

Feci per aprire la bocca per rispondere, quando una notifica fece zittire tutti. Mi guardai attorno mentre Harper afferrava il cellulare.

Blaise si allungò con il collo a leggere, lo stesso Theo.

"Ti sei installato Grindr?" chiese Theo con un sorriso.

Gideon accanto a me si irrigidì.

"E' quell'app di incontri dove la gente si manda cazzi?" chiese Gideon assottigliando lo sguardo.

"Gideon!" lo sgridò Blaise.

"Che cazzo fai su quell'app di pervertiti?" chiese Gideon sbattendo i pugni sul tavolo.

"Calmati!" dissi io tra i denti afferrandolo per un braccio.

"Sto messaggiando con un ragazzo che mi piace molto. Abbiamo le stesse passioni e ama leggere come me. E' un fan del rugby..." disse Harper guardando Gideon, ma quell'informazione lo fece solo incazzare ancora di più.

E anche me. Cazzo, non ero mai stato un tipo geloso, non ne ho mai avuto l'occasione, ma il pensiero di Harper con un ragazzo non mi piaceva.

"La usano solo per fare sesso. Avevo degli amici al college e si usa solo per scopate occasionali, sicuro che sia questo che vuoi?" chiesi. "Non meriti un ragazzo che ti rispetta?"

Harper mi guardò e aprì e chiuse la bocca più volte. Vidi il suo sguardo incupirsi appena.

Scrollò le spalle.

"Non mi importa più. Tanto chi voglio io non mi guarda nemmeno. Almeno così mi toglierò il fardello della verginità. Mi sono scocciato"

"Chi cazzo è sto figlio di puttana? Giuro che lo ammazzo!" gridò Gideon alzandosi dalla sedia.

"Un ragazzo qualunque che tu non conosci e non conoscerai mai! Almeno avrò la possibilità di dare il mio cazzo di primo bacio e vivere come i miei coetanei! Non mi permetti nemmeno di andare al cinema con i miei amici! Non mi permetti di uscire con nessuno! Sono isolato da tutti sia a scuola e sia a casa! Non ho un fottuto amico con cui parlare e confidarmi perché tu mi vieti anche di respirare! Fatti da parte e lasciami vivere!" rispose Harper prima di singhiozzare, grosse lacrime si formarono nei suoi bellissimi occhi blu e vidi una lacrima scivolargli dolorosamente lungo la guancia prima che si voltasse e lasciasse la stanza, correndo su al piano superiore.

"Lo faccio perché ti voglio bene e so che sogni il fottuto principe azzurro! Non sei tipo da scopare in giro!" replicò Gideon.

"Tu non sai un cazzo di che tipo sono!" urlò Harper con voce rotta e poi tutto quello che sentimmo fu la porta di camera sua sbattere.

Gideon crollò sulla sedia e si portò le mani tra i capelli.

"Non posso permetterglielo" borbottò.

"E invece si. Ha ragione Gid. Non lo lasci mai in pace, gli impedisci pure di respirare se non si sei tu. Anche a scuola è solo, in mensa non mangiava mai con nessuno se non con te e lo faceva per non farti arrabbiare. Lo soffochi e rischi di allontanarlo. Non è il tuo compito di proteggerlo. I tuoi genitori non sono così oppressivi come lo sei tu...." Dissi io con il cuore a pezzi per quella situazione.

"E' vero? Quello che ha detto..." chiese Theodore.

Guardai Gideon che annuì, lo sguardo vuoto e perso. Sollevò lo sguardo verso il padre.

"Harper è prezioso. E' un cucciolo di foca gentile e dolce. Non voglio vederlo con il cuore spezzato" disse.

"Ma avere il cuore spezzato fa parte della vita" disse Blaise e Gideon scrollò la testa.

"NO. Non voglio fargli provare quel tipo di dolore. Ti... lascia senza fiato" disse lui.

"Parli come uno che sa cos'è un cuore spezzato..." disse Blaise.

Gideon scrollò le spalle.

"Non sono fortunato in amore..." rispose.

"Se magari ti focalizzassi su altro, magari..." lo punzecchiai.

Gideon mi guardò sbarrando gli occhi.

"Taci, tu" mi zittì ed io ripensai all'incontro che avevo avuto con Bradley Stokes nel mio locale qualche giorno prima.

"Vado da Harper, non può non mangiare i tuoi cupcakes" disse Gideon con determinazione.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top