"Le donne forti camminano con i piedi sanguinanti fra i cocci dei propri sogni. Il dolore affonda, ma loro non si fermano. Mai."
-Anonimo

Soundtrack: I Can Do It With a Broken Heart – Taylor Swift

La sera della finale della Run War arriva più in fretta di quanto mi aspettassi, e non sono mai stata così determinata a vincere.
Lo ammetto, quando mi sono iscritta, non credevo che sarei mai arrivata fino a questo punto. Lo avevo fatto quasi per scherzo, una sfida banale nata per provocare Davian.

Adesso è molto di più.

Non si tratta solo di vincere, ma di affrontare il mondo a testa alta senza sentirmi inferiore a nessuno, senza temere di essere giudicata.

Posso farcela.

Me lo ripeto da giorni, è diventato il mio motto per affrontare le giornate, e non è stato affatto semplice.
Ci sono stati momenti in cui credevo che la vergogna mi avrebbe mangiata viva, dove l'ansia mi faceva immaginare i peggiori scenari possibili, e gli sguardi critici della gente erano diventati la mia gabbia personale.

Ho pianto parecchio, non lo nascondo. Arrivava la notte e mi concedevo di buttare fuori ciò che durante il giorno trattenevo, perché non c'era più bisogno di fingere. Permettevo al dolore di salire a galla, e la mattina dopo mi alzavo come se non fosse mai accaduto. Ho lavorato alla mia collezione nonostante non abbia avuto la possibilità di portarla alla Paris Fashion Week. Ho fatto acquisti per il mio atelier, investendo in ciò in cui credo. Mi sono migliorata, passo dopo passo.

Il cibo ha smesso di tormentarmi, o almeno, è ciò che sto cercando di fare assieme alla mia psicologa. Oltre a Davian, non sono riuscita a confessare a nessuno di averne avuto bisogno, e sapevo che lui avrebbe capito. Volevo che fosse un qualcosa di mio, la mia maniera di aiutarmi a essere la Maisie che non ha paura di affrontare il mondo, e non si lascia più frenare da ciò che teme. Sto cercando di accettarmi per ciò che sono, crepe e cicatrici comprese.
Ci impiegherò del tempo a guarire, ne sono consapevole. Però andrò avanti lo stesso, nonostante non stia del tutto bene.

Sento due mani che si posano sulle mie spalle, non ho bisogno di girarmi per sapere di chi si tratta. Il suo profumo è casa, il suo tocco è una certezza, il mio punto saldo.

«Sei pronta, leonessa?»

Mi giro a guardarlo, e la sua bellezza mi colpisce come se fosse la prima volta, non mi abituerò mai.

Indossa la solita giacca di pelle nera, e una maglia bianca abbastanza scollata da far intravedere le collane che indossa, con un jeans scuro gli fascia le gambe in maniera decisamente illegale. Non ha nulla di eccentrico, eppure cattura la mia attenzione in un istante.
I suoi occhi sono fissi nei miei, e ci vedo la stessa determinazione, la stessa brama.

Ci leggo anche fiducia, quella che abbiamo ciecamente l'uno nell'altra.

Lo attiro a me afferrando una delle catenine al suo collo, e sorrido quando arriva a un palmo dalle mie labbra. «Assolutamente sì, pirata. Ti conviene prepararti, farò mangiare la polvere anche a te» scherzo, poggiandogli una mano sul petto.

Lui ride, prendendo la mano nella mia, e se la porta alle labbra. «Ti svelo un segreto, leonessa».

I miei occhi si accendono di curiosità. «Quale?»

«Sono il primo che tifa per te. Sei l'unica che può battermi».

Sorrido spontanea alla sua frase, arriva dritta al cuore, facendomi dimenticare l'ansia e la tensione che provo. Gli passo le mani tra i capelli, consapevole che comunque vada, io ho già vinto.
Ho tutto quello che ho sempre desiderato.

«E io sono la prima a tifare per te. Noi due giocheremo sempre nella stessa squadra» gli prometto, poggiando la fronte sulla sua.

Siamo noi due contro gli altri. Contro chi ci dava per persi, contro qualsiasi difficoltà della vita.

«Andiamo a conquistare quel cazzo di titolo».

Non vedo l'ora.

Chi ha organizzato la corsa non ci ha dato altro che un indirizzo. Data la segretezza, il tutto si è organizzato con poco preavviso, e fino a due giorni fa non sapevamo neanche quale sarebbe stato il luogo o il giorno preciso. Io e Davian arriviamo sulle nostre rispettive moto, solo che è diverso da ciò che mi aspettavo.

Non c'è alcun circuito, né una pista da percorrere. Ci ritroviamo a notte fonda sul ciglio di una strada, con nulla a farci luce se non i lampioni sparsi lungo il percorso. Si tratta di una zona più deserta e meno soggetta a controlli, e in più, l'orario ci garantisce un'affluenza minore di traffico. Per sicurezza, sono state poste alcune transenne che chiudono l'accesso al pubblico, in modo da avere la strada libera.

Oh, merda.

Ho a malapena il tempo di guardare Davian, che Kaiden, Mason ed Eris ci raggiungono. Solo Kaiden affronterà la finale con noi, però ero certa che i miei amici sarebbero venuti a godersi lo spettacolo. L'intero viale è pieno zeppo di gente, che se ne frega del rischio di essere scoperti. Lottano per avere la visuale migliore, in attesa che lo spettacolo cominci. Qualcuno ha persino fatto degli striscioni e portato delle bombolette colorate per festeggiare l'inizio della corsa. È divertente vedere anche delle bandiere pirata, sicuramente un omaggio al mio bellissimo uomo.

«Sarebbe un vero peccato deludere tutta quella tifoseria» ironizzo con Davian, restando in sella alla mia moto.

Lui ridacchia, annuendo. «Allora dovrò impegnarmi».

Sogghigno, sporgendomi quanto basta per avvicinarmi. «Potrei pensare di mettere in palio un altro bacio».

Davian si gira a guardarmi con un lampo di malizia negli occhi. «Quello sì che mi spingerebbe a vincere a ogni costo».

«Allora guadagnatelo» gli dico a un soffio dalle labbra, sorridendogli.

Rispetto alle altre volte non c'è musica, solo alcuni droni posizionati su quella che suppongo sia la linea di partenza, appena prima di un semaforo.

Riconosco Tyler e Riven dall'altra parte della strada rispetto a dove ci troviamo io e gli altri, e devo appellarmi a ogni briciola di autocontrollo per non saltargli alla gola.

Avranno ciò che meritano.

«Vogliono correre in strada?» domando a Davian, scettica.

Un conto è stare in luoghi isolati, un altro è correre dove c'è il serio rischio di incappare in altre macchine o attirare l'attenzione della polizia.

«Sapevo che avrebbero fatto le cose in grande, però non mi aspettavo fino a questo punto» mi dice lui, cercando Bill con la coda dell'occhio.

So che è lui ad aver programmato il tutto, infatti non mi stupisce vederlo in prima linea, seduto sopra il tettuccio della sua auto per farsi notare.
Sotto di lui, c'è un giro incessante di persone e contanti, dove probabilmente la gente sta piazzando le proprie scommesse.

Mi chiedo se qualcuno abbia puntato su di me.

«Benvenuti alla finale della Run War!» urla, e la folla scatena un baccano per incitarlo.

Sento già l'adrenalina scorrermi nelle vene, una sensazione che non ha prezzo.

«La gara si svolgerà qui tra le strade di Londra. La zona copre tre isolati, e uno di questi non è chiuso al pubblico. Le regole sono semplici: Siate veloci, fate attenzione alle altre macchine e non attirate l'attenzione dei poliziotti. Al termine dei tre giri, il primo che arriva a questo semaforo è il vincitore della Run War, e si porterà a casa un premio di quindicimila pounds» Bill continua la sua spiegazione, invitandoci ad andare sulla linea di partenza.

Sono parecchi soldi, cazzo.

Guardo Davian un'ultima volta, e quando presto più attenzione, rabbrividisco.
La sua mano trema, e posso giurare che ha difficoltà a muovere le gambe, lo vedo da come esita a muoversi, come se ogni movimento fosse insostenibile.
La paura mi attraversa in un istante, mi fa immaginare scenari che non voglio neanche prendere in considerazione.

Non posso perderlo.

Scendo dalla mia sella senza pensarci, e mi avvicino a lui, assicurandomi che nessuno ci senta. Per fortuna, l'attenzione degli altri è rivolta alla linea di partenza vicino al semaforo, e noi siamo distanti.

«Davian, cosa succede?» gli domando, preoccupata.

Lui prova a dissimulare, ma lo conosco abbastanza da sapere che non sta bene.

«Nulla, tutto okay» mi dice in fretta. «Dobbiamo andare».

No.

Capisco quanto sia importante per lui viversi le esperienze al massimo, però non è questo il modo giusto.

Lo costringo a girare il viso verso di me, e gli alzo la visiera del suo casco nero. «Non mentirmi».

Lui ammutolisce per qualche secondo, e quando il suo tremore aumenta, vedo il dolore nei suoi occhi, e mi distrugge.

«Posso gestirlo, ci convivo ogni giorno» mi dice, serrando la mascella.

La sua espressione rammaricata mi provoca una fitta al petto, e capisco quante rinunce gli porta la sua condizione, ma non mollo la presa.
Non conta correre, se questo potrebbe costargli la vita. Non m'importa dell'adrenalina, se non posso girarmi e trovarlo al mio fianco. Non punto alla vittoria, se rischio di perderlo alla prima curva.

«Non correre, Avi» gli dico, poggiando la fronte sulla sua. «Non hai bisogno di vincere per dimostrare a te stesso che sei più della tua malattia. Preferisco sapere che dopo stasera, abbiamo ancora tanto da viverci Preferisco vederti rinunciare a una gara, piuttosto che alla possibilità di un futuro insieme. Preferisco saperti al sicuro, e avere la certezza che raggiungerai i tuoi obiettivi, quella vetta a cui tanto aspiri».

Spero che le mie parole lo convincano, perché non posso prendere le scelte al posto suo.

Davian mi guarda senza proferire parola, prendendo un profondo sospiro. «Cosa diranno di me, se rinuncio adesso? C'è in gioco la mia reputazione, la mia intera vita» sbotta a denti stretti.

Scuoto la testa, prendendo la mano nella sua. «Non è questa la tua vita, Avi. Puoi amare le corse, l'adrenalina e la velocità, però non è il tuo futuro. Va bene che sia la tua scappatoia, ma sei più di questo. E poi, da quando i pirati danno conto ad altre persone?» gli dico con un piccolo sorriso, e prego con tutta l'anima che basti.

Il suo silenzio mi fa ben sperare, perché darei di matto se corresse in queste condizioni.

«Mi stai chiedendo di arrendermi» sussurra con un filo di voce.

«Ti sto implorando di restare vivo» puntualizzo, sentendo l'ansia crescermi nel petto.

Lui impreca, chinando lo sguardo. «E tu che farai?»

Di colpo, ho la soluzione perfetta. Il giusto compromesso per entrambi.

«Correrò per entrambi» gli dico, guardandolo determinata «Fammi correre con la tua moto e il tuo casco. Sarà come se ci fossimo tutti e due in sella. Le regole non lo impediscono».

Gli occhi mi brillano d'eccitazione alla possibilità che accetti, e quando le sue labbra si incurvano in un leggero sorriso, so di essere sulla buona strada.

È diventata più di una semplice competizione. Desidero correre e tagliare il traguardo come se lui fosse con me a ogni curva, a ogni passaggio e a ogni chilometro. Come se non fosse soltanto la mia vittoria, ma la nostra.

«Sicura di saperla gestire?» scherza, guardandomi con una scintilla di divertimento negli occhi.

«Se posso gestire te, posso gestire lei» rispondo sicura, allungando la mano per chiedergli le chiavi.

Lui emette un respiro pesante, e mi avvicina a lui, stringendomi la vita per impedirmi di fuggire. «A una sola condizione».

«Stai ponendo delle regole?»

«Sono pur sempre un pirata» mormora con un sorrisetto impertinente.

«Dimmi quale».

Lui mi accarezza i capelli, e mi guarda con un'espressione che mi scioglie, è carica di ammirazione. «Taglia quel fottuto traguardo e falla pagare a Tyler».

Può giurarci.

Non correrò solo per vincere. Correrò per dimostrare a me stessa che non ho paura di mettermi in gioco, e posso gestire le difficoltà. Lascio la paura in un angolo, ho un obiettivo fisso in mente e tutte le intenzioni di portarlo a termine.

«Puoi scommetterci» gli dico, annuendo determinata.

So quanto gli costa scendere dalla sua moto, e non mi sfugge l'espressione sorpresa dei presenti, e i mormorii che arrivano fino alle mie orecchie.
Guardo Davian dispiaciuta, l'ultima cosa che voglio è che si senta un perdente. Vorrei solo che capisse che a volte bisogna saper rinunciare, per arrivare a conquistare qualcosa di più importante.

«Davian?»

Lui si gira, guardandomi ancora. «Si?»

«Ricordati che noi corriamo insieme. E vinceremo insieme» gli dico, prima di infilare il suo casco.

Lo vedo annuire, e nonostante sia pensieroso, scorgo l'ombra di un sorriso quando mi sistemo gli specchietti e mi avvio verso la linea di partenza.

Con la coda dell'occhio, lo osservo mentre sussurra qualcosa a Kaiden, che gli risponde a bassa voce. Si avvicina a Bill per parlargli, e dopo qualche minuto, il ragazzo annuisce convinto.

«Allora, ragazzi, ci siete? Per chi se lo stesse domandando, il pirata non è fuori dai giochi. La sua moto è in gara, quindi chiunque abbia puntato su di lui o su Maisie, avrà il proprio premio. Le regole non lo vietano, quindi, preparate i motori!»

Il tempo dei ripensamenti è finito. L'unica cosa a cui presto attenzione è la strada di fronte a me, e alle curve che dovrò affrontare. Guidare in mezzo ad altre auto mi agita, però non permetto alla pausa di venire a galla. La trasformo in grinta e fame di vittoria.

Lo devo alla mia squadra, che è qui per me.
Lo devo a Davian, che mi guarda dalla prima fila.
Lo devo a me stessa, per ricordarmi che sono forte.

Giro la chiave per accendere il motore, e piego il polso per dare gas alla moto sotto di me, in modo che si riscaldi. Il rombo che emette mi entra nelle viscere, mi spinge ad andare oltre i miei limiti.
Mi calo la visiera, e tengo solo un piede sull'asfalto, pronta a scattare al via.

Gli altri si posizionano, e posso avvertire Tyler alla mia destra, e Kaiden alla mia sinistra. Riconosco i colori delle loro motociclette.

«Cosa c'è? Il tuo fidanzato se la faceva sotto? Pazienza, vuol dire che mi divertirò a umiliarti di nuovo».

Le sue parole non mi toccano, me le faccio scivolare addosso.

«Fossi in te, terrei la bocca chiusa. Rischi di mangiare la polvere».

«Non hai abbastanza fegato per correre, bambolina».

Quel suo tono languido di parlare mi fa fremere di rabbia, però continuo a tenere gli occhi dritti di fronte a me. Non merita di essere guardato. «Io, almeno, non ho bisogno di barare per vincere».

Il semaforo diventa verde.
Uno sparo annuncia la nostra partenza.
È il mio momento.

Abbandono ogni pensiero, libero la mente e premo sull'acceleratore, spingendo più di quanto abbia mai fatto. Il gas dei motori mi invade le narici, ed è incredibile la velocità che raggiungo in pochi secondi, fatico quasi a controllarla.

"Non perdere mai la stabilità sul manubrio, Maisie. Resta lucida."

Ricordo ogni insegnamento di mio padre, i consigli che Davian mi ha dato nell'ultimo periodo, l'esperienza che ho raccolto negli anni. Scarto verso destra uno dei ragazzi, e do una botta di gas non appena sono certa di averlo passato, piazzandomi davanti a lui per non essere sorpassata.
Ho tre persone davanti a me. Kaiden, Riven e Tyler. Ho un conto aperto soltanto con gli ultimi due.

Mi ribolle il sangue nel vedere come cercano di colpire la ruota posteriore di Kaiden per farlo andare fuori strada, l'ennesima conferma di quanto siano codardi.

Arriviamo al primo incrocio, dove una freccia ci indica di proseguire a destra, e io mi piego fino a toccare l'asfalto con la ginocchiera, prendendo la curva quanto più stretta possibile. Blocco col freno la ruota anteriore, quella di dietro scivola come voglio e prima di perdere aderenza riprendo a correre, scattando veloce.
La strada torna dritta, e io fiancheggio Riven.

«Levati di torno!» sento che urla, e io scuoto la testa, evitando che mi colpisca.

Dannato idiota.

Affronto la seconda curva a sinistra, e spingo al massimo per mantenere il vantaggio. Sento le mani sudarmi, e ringrazio di aver indossato i guanti da moto, così da non perdere aderenza.
La parte difficile non è seguire la strada, ma ciò che mi circonda. Devo andare veloce e stare attenta a chi cerca di superarmi, senza andare fuori strada. Sento il sudore che mi cola lungo la fronte, però tengo a mente le parole di Davian come se fosse dietro a me.

Io sono più forte di così. Posso vincere.

Non mi volto mai dietro a vedere chi mi segue, né mi concedo sguardi allo specchietto retrovisore, punto in avanti. So bene che chiunque stia correndo aspira a essere incoronato vincitore, per questo non mi lascio distrarre. Uno dei partecipanti scivola su una pozzanghera, e io lo scarto a sinistra per passare avanti, evitando i punti più scivolosi.

"Rallenta quando vedi una curva troppo stretta. Meglio recuperare che sbandare."

I suoi suggerimenti mi tornano utili al terzo incrocio, lascio l'acceleratore e piego il manubrio verso destra, mantenendo l'equilibrio per non cadere. Rispetto alla mia è più pesante e massiccia, però non mi lascio sopraffare.
Kaiden è in testa al momento, e prima che me ne renda conto, ci ritroviamo in una strada vera e propria. Non è trafficata, eppure le macchine non si aspettano il nostro arrivo. Ne schivo una in tempo, e i suoi fari mi accecano.

Cazzo.

Uno dei ragazzi tocca la mia ruota posteriore, spingendomi in avanti. Rischio di perdere aderenza, per fortuna ho la prontezza di tenere salda la presa sul manubrio, infatti recupero in fretta.

Scuoto la testa, e torno a guardare davanti a me. Schivo quante più macchine, e impreco quando vedo Tyler fiancheggiarmi. Viene verso di me per buttarmi fuori strada, e quando riesce a toccare la mia fiancata, perdo l'equilibrio.
La moto sbanda e la paura sale a galla prepotente. Ci sono le macchine che mi vengono incontro, mi sfiorano per un pelo, e il piede urta contro qualcosa che mi provoca una fitta di dolore.

Dannazione.

Se permetto alle emozioni di sopraffarmi, la darò vinta a Tyler, come quando ho abbassato la guardia e gli ho permesso di drogarmi. Come quando sono stata afflitta dallo sconforto e ho accettato la sua proposta.

Non accadrà mai più.

Mi sono rialzata ogni volta più forte, e sarà così anche adesso. Posso vincere questa corsa.
Prendo un profondo respiro e faccio del mio meglio per ristabilire la mia guida, piegando il polso per aumentare la velocità.

Sarò più veloce di chi pensa di potermi abbattere.
Andrò oltre i pregiudizi, oltre le critiche della gente.

È come se immaginassi di lasciarmi tutto alle spalle mentre corro in avanti il più lontano possibile.

Il rumore di un clacson mi fa sussultare, e mi rendo conto di avere un camion alla mia sinistra, devo sorpassarlo il prima possibile ed evitare di schiantarmi contro di lui.

Sento la voce di Tyler, quel tono viscido con cui mi tenta di farmi sentire inferiore, peccato che io non sia più la stessa ragazzina ingenua di anni fa.

«Non avrai mai più potere su di me» prometto a me stessa, e questa volta reagisco.

Quando Tyler si avvicina per urtarmi, ho la prontezza di frenare quanto basta per mandare a vuoto il suo tentativo patetico. Lo sorpasso a destra, e la sua avventatezza gli costa cara. La sua moto va a sbattere contro la rimessa del camion, l'impatto è tremendo.

Vedo la sua moto rotolare a terra, e lui con essa. Il suo corpo finisce oltre la banchina, lo vedo muoversi appena, l'unica prova che mi fa capire che sia vivo.

Vorrei essere dispiaciuta, però non lo sono. Deve marcire all'inferno.

Il camion frena di botto, per fortuna non ci sono ripercussioni se non per Tyler, e io corro veloce per lasciarmelo dietro una volta per tutte.

«Isie, corri!»

Quando passo davanti la folla per il secondo giro, la voce di Davian è la scossa di adrenalina di cui ho bisogno per andare più veloce. Sapere che fa il tifo per me pur avendo dovuto rinunciare a ciò che ama mi fa stringere il cuore, è la prova che io e lui siamo una cosa soltanto.
Voglio trionfare per entrambi.

Recupero la lucidità e alla fine del secondo giro sono a pochi passi da Riven e Kaiden. Non voglio vincere perché qualcuno me lo permette, voglio che sia per merito. Per questo punto al massimo, senza frenarmi. Il pezzo di strada pubblica non mi fa più così paura, nonostante io debba stare attenta a ogni minimo movimento. Sento la moto sotto di me, ascolto il motore, affronto ogni curva come se ne valesse della mia intera vita.

Riven e Kaiden si fiancheggiano fino alla fine, e riesco a capire cosa ha in mente il mio amico prima che lo metta in atto. Rallenta un istante per far precedere Riven, e quando lui passa avanti, lo tocca quanto basta sulla ruota posteriore per farlo sbandare, senza perdere aderenza sull'asfalto. La moto di Riven gira su sé stessa come una trottola, e lui cade a terra proprio come suo fratello, con la moto poco distante da lui.

Io ne approfitto per superarli, senza guardare altro. Vedo il traguardo, la gente pronta a festeggiare, Davian che mi aspetta sulla linea.
Continuo a girare il polso per portare l'accelerazione al massimo, supero i miei limiti e le mie stesse paure, mi fido del mio istinto, gli lascio il potere di guidarmi. Ma soprattutto, non sottovaluto le mie abilità.

Sono in grado di farcela.

Taglio il traguardo con questo pensiero fisso in testa, e quando taglio la linea d'arrivo al terzo giro, la folla esplode. Migliaia di fumogeni si alzano per aria, la gente va in visibilio, sento urlare il mio nome e quello di Davian, come se sapessero che la nostra è una vittoria comune.
Io sopra la sua moto. Lui con me a ogni curva. Noi due insieme.

Qualcuno alza la musica a tutto volume dalle casse, ce ne freghiamo di chi possa sentirci. Per qualche minuto ci concediamo la sensazione di essere completamente liberi.

Ho vinto.
Sono la vincitrice della Run War.

Sento Bill ripeterlo ad alta voce col suo megafono, eppure sono troppo stordita per rendermene conto. Resto in sella alla moto di Davian, e mi sfilo il casco per assimilare ogni immagine.
È uno dei momenti che ricorderò per sempre, fin quando avrò memoria.

Lascio libero spazio alle emozioni, alla gioia che mi inonda il petto, all'adrenalina che mi fa sentire al massimo, potente e viva come non mai.

Sono fiera di me.

Assaporo la sensazione di aver finalmente trionfato in qualcosa, nonostante le difficoltà avute durante il percorso. Sono riuscita a riprendere non solo la gara, ma anche la mia stessa vita.

Mi vedevo stesa al suolo, invece sono qui, vincitrice sopra gli altri.
Credevo che non avrei mai avuto la possibilità di rincontrarmi con Davian, ma mi sbagliavo.
Ero convinta che le paranoie avrebbero avuto la meglio su di me, però le ho sconfitte.
Ho sbandato parecchie volte durante il percorso, eppure ho avuto la costanza di non mollare.
Seppure a pezzi, io ce l'ho fatta.

«Leonessa, quanto cazzo sono fiero di te».

La sua voce mi fa sorridere d'istinto, e quando mi giro, Davian è qui per me.
Mi guarda con l'aria orgogliosa e incantata, e io gli prendo la mano per farlo salire sulla sua moto.

Anzi, sulla nostra.

Gli getto le braccia al collo, e mi godo la sensazione di sentire il calore della sua pelle. È il premio migliore che potessi chiedere. Lui mi stringe a sua volta, facendomi scivolare sopra di lui. Le sue mani si posano sui miei fianchi, ne sento il calore persino da sopra la giacca da moto, che lascio sbottonata per riprendere aria.

«Abbiamo vinto insieme, pirata. Eri con me a ogni curva» gli dico, cercando i suoi occhi.

In questo istante, dimentico qualsiasi cosa ci circondi.
Di fronte a me ho lo stesso ragazzo di cui mi sono innamorata cinque anni fa. Il suo aspetto è cambiato negli anni, ma le emozioni che provo per lui sono le stesse, semmai si sono fortificate.

«Sei stata tu a vincere, Isie. Il merito è soltanto tuo» mi dice, poggiando la fronte sulla mia.

Se ci ripenso, l'ultima volta che ci siamo ritrovati così, è stato quando ci siamo dati il nostro primo bacio.
Quando stavamo festeggiando insieme la nostra prima vittoria, proprio come adesso.

«Siamo una squadra, ricordi? Questo premio è tuo quanto mio, pirata».

Lui mi sorride, probabilmente perché ricorda la nostra conversazione di cinque anni fa, quando tutto quello che volevo era essere baciata da lui.

Onestamente, è ciò che voglio anche adesso.

«Allora dovresti andare a festeggiare. Goditi il tuo momento» mi ripete, e suona come una frase già sentita.

So cosa sta facendo.
Una risata mi risuona nel petto, e io mi faccio più vicina, arrivando a sfiorare le sue labbra.

«C'è una cosa che mi piacerebbe fare di più».

«E sarebbe?» mi incalza lui, spostando la mano dal mio fianco al viso, e ci lascia una carezza delicata.

«Baciare l'uomo che amo» mormoro sulle sue labbra.

Lo bacio con foga, reclamo la sua bocca come lui fa con la mia, e niente ha più importanza.
Al diavolo i festeggiamenti. Se ho lui, non mi serve altro.

Credo che questa sia ufficialmente una delle mie AI preferite di Maisie. È assolutamente fantastica, ed è molto simile all'immagine che ho di lei.
Rappresenta la sua fierezza, la sua forza, come si è rialzata da qualsiasi difficoltà.
La mia leonessa.

Scrivere questo capitolo su di lei è stato catartico, è assolutamente uno dei miei preferiti.
Perché lei ce l'ha fatta anche col cuore spezzato❤️‍🩹

Fatemi sapere cosa ne pensate, mi piacerebbe sapere i vostri pensieri!🤍