π‘ͺπ’‚π’‘π’Šπ’•π’π’π’ πŸ’πŸ: 𝑰𝒍 π’Žπ’π’Žπ’†π’π’•π’ π’Šπ’ π’„π’–π’Š 𝒕𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒆̀ π’‘π’“π’†π’„π’Šπ’‘π’Šπ’•π’‚π’•π’

"Non ho smesso di pensarti, vorrei tanto dirtelo. Vorrei scriverti che mi piacerebbe tornare, che mi manchi e che ti penso. Ma non ti cerco. Non ti scrivo neppure ciao. Non so come stai. E mi manca saperlo."
-Charles Bukowski

Soundtrack: Make The Angels Cry – Chris Grey

Sei anni fa

Β«Ti stai preoccupando troppo, papΓ . Tutte questi controlli sono inutiliΒ».

Quella che doveva essere una settimana da sogno, si Γ¨ trasformata in un incubo.

Sapevo che parlare a mio padre dei piccoli sintomi che ho avuto in questi giorni lo avrebbe allertato in maniera eccessiva, e onestamente me ne pento.
Per un leggero formicolio alle gambe e un abbassamento della vista, ho dovuto sottopormi a risonanza magnetica, analisi e controlli senza fine. Nonostante questo, nessun medico si decide a parlare chiaro.

"Abbiamo bisogno di avere il quadro clinico al completo, visti i precedenti nella vostra famiglia."

Cerco di chiudere la paura in un angolo remoto della mia mente, mi rifiuto anche solo di considerare l'idea.
Non ho la malattia di mamma, non Γ¨ possibile. Ho diciannove anni, cazzo.

Mio padre mi fulmina con un'occhiata, guardando la porta del medico come se fosse in attesa di andare al patibolo.

Β«Si tratta della tua salute, Davian. Non sarΓ² negligenteΒ» brontola, senza ammettere repliche.

Tra qualche giorno ci sarΓ  il ballo di fine anno, e sorrido se ripenso all'espressione che aveva Maisie quando l'ho invitata a venirci con me. SarΓ  la piΓΉ bella di tutta la sala, ne sono sicuro.

Sono giorni che i sentimenti che provo per lei non mi danno tregua, mi mandano in crisi, riesco a capirci qualcosa soltanto quando inizio a scrivere. Se non la vedo a lezione, mi preoccupo. Quando corriamo insieme, mi guardo indietro per assicurarmi che lei stia bene... e sorrido quando mi sorpassa, dannazione.

A lei ho lasciato la vittoria dell'ultima gara, la luce che aveva negli occhi quando ha tagliato il traguardo per prima non ha prezzo. Il mio premio Γ¨ vederla felice, piena di vita.
Penso a lei ogni secondo, muoio dalla voglia di baciarla, ogni centimetro di lei che mi ha concesso è stato un privilegio, e fanculo... da quando i miei pensieri sono così poetici?

Cosa diamine mi Γ¨ preso? Cosa mi ha fatto questa ragazza?

"Sei il primo, Davian. Nessuno mi ha mai visto nuda, soltanto tu."

Voglio essere anche l'ultimo.

Il medico esce dalla porta con un'espressione accigliata, e per un attimo mi si gela il sangue nelle vene.

Β«Signor Harthley, prego, entri pureΒ».

Mio padre scatta dalla sedia, e io lo seguo con l'ansia che inizia a farsi sentire nel petto, mentre i miei passi diventano stranamente pesanti.

Non mi piace questa situazione. Non mi piace per niente.

Il medico che mi ha seguito in questi giorni mi fa accomodare, mi guarda con uno sguardo di pietΓ  che mi dΓ  sui nervi, come se avesse giΓ  decretato la sua condanna.

Β«Abbiamo i risultati della risonanza magnetica, e dell'esame neurologico che vi abbiamo richiesto. Questo, unito alle analisi del sangue e del liquido cerebrospinale che abbiamo analizzato, ci hanno portato a una conclusioneΒ» si prende una pausa, aprendo la mia cartella clinica come se fossi soltanto un altro povero sfigato.

Cosa cazzo sta succedendo?

I miei sintomi non sono gravi. Non ho niente che non vada. Sto apparentemente bene.

PerchΓ© questo stronzo mi guarda come se stesse per dirmi l'esatto contrario?

Β«Basta giri di parole e frasi di circostanza. Ditemi che cazzo hoΒ» sbotto, ignorando mio padre che mi dice di calmarmi.

L'uomo di fronte a me prende un sospiro. Β«Mi dispiace, ragazzo. Vorrei che ci fosse un modo semplice per dirtelo, ma le analisi confermano l'inizio della sclerosi multipla. La stessa malattia neurodegenerativa di tua madreΒ».

Il mio mondo cade a pezzi.
Le mie certezze di sgretolano.

I ricordi di mia madre mi affliggono, specie durante i suoi ultimi momenti insieme. Il suo volto contratto dal dolore, la sua tenacia nel continuare il tour, le liti con mio padre, il bastone che si portava ovunque, le cadute prese a causa dei suoi mancamenti, la sua stanchezza eccessiva che la teneva bloccata a casa per settimane. E poi... il suo incidente l'ultimo giorno del tour. Quando aveva promesso che si sarebbe ritirata.

Mi sembra di essere condannato prima ancora che io cominci sul serio a vivere, e improvvisamente i miei sogni, le mie ambizioni e i miei desideri sembrano avere una data di scadenza.

Poco tempo... ho un tempo limitato per vivere come voglio.

Poi cosa diventerΓ²? Quanto peggiorerΓ²?

Ogni voce mi appare lontana, come se non fossi piΓΉ in stanza con loro. Sento parlare di farmaci... periodi di remissione... attacchi... precauzioni... cose che un ragazzo di diciannove anni dovrebbe sentirsi dire.

Un pensiero mi pugnala il petto, anzi, una persona: Maisie.

A quante cose dovrΓ  rinunciare per via della mia salute?
Quante volte il pensiero di allontanarsi la farΓ  preoccupare?
Quanta vita dovrΓ  sacrificare per restarmi accanto?
Quanto mi odierΓ  quando capirΓ  di non aver vissuto a causa mia?

Che futuro posso offrirle?

Neanche mi ero reso conto di volerne uno con lei.
La consapevolezza mi fa venire voglia di urlare, perchΓ© mi sento giΓ  morto. GiΓ  condannato a una vita di dolore e solitudine.

Β«Davian, ci stai ascoltando?Β»

La voce di mio padre mi riporta alla realtΓ , e il dolore nei suoi occhi mi conferma ogni mia paura. Mi dispiace fargli vivere la stessa situazione per la seconda volta, una realtΓ  che l'ha portato a perdere l'amore della sua vita e a una vita di rinunce. Vedo il modo in cui mi guarda, mentre il suo cuore si spezza di nuovo.

Assieme a lui, il mio. Β«No, non vi stavo ascoltandoΒ» dico sinceramente.

Il dottore mi fissa serrando le labbra in una linea sottile. Β«Capisco che sia difficile da accettare, ma con la giusta cura e le dovute precauzioni, potresti condurre una vita quasi normaleΒ».

Scoppio in una risata amara. Β«GiΓ , quasi. Chiederei aiuto a mia madre, ma purtroppo non Γ¨ piΓΉ qui per rassicurarmi. Ficcatevela su per il culo la vita "quasi" normale. Io ne vorrei una da vivere a pienoΒ».

Mi alzo dalla sedia ed esco fuori con la testa che mi scoppia e il petto che fa male.

Avevo così tanti sogni, così tante cose da voler fare, così tanti progetti...

Fanculo tutto.

Tiro un calcio alla prima cosa che mi capita a tiro, me la prendo con chiunque, sono un tornado impossibile da placare, tutto nella mia testa fa a cazzotti senza trovare una via d'uscita.

Io non posso garantire un futuro felice a nessuno, neanche a me stesso.

Maisie... la prima persona a cui penso Γ¨ lei.

Vorrei un suo abbraccio. Vorrei rifugiarmi tra le sue braccia e far finta che tutto questo sia solo un brutto sogno. Vorrei potermi concedere il lusso di tenerla vicino, ma non posso.

Il mio Γ¨ un casino incurabile in cui non voglio trascinarla.

Presente.

Non so da dove iniziare, e piΓΉ fisso Maisie negli occhi, piΓΉ il coraggio viene meno. Quegli occhi sono la cosa piΓΉ preziosa che ho nella vita, e detesto vederli sofferenti.

Ho pensato per anni a cosa dirle, ho tentato in questi mesi di trovare una soluzione, un modo per affrontare la conversazione senza sconvolgere la sua vita, e non esiste.

Se fossi stato piΓΉ cosciente e meno egoista, avrei rinunciato alla possibilitΓ  di riaverla nella mia vita, solo che non ho saputo resistere. Maisie ha trasformato questi mesi in qualcosa di unico, e se giΓ  anni fa impazzivo all'idea di dover affrontare la realtΓ  senza di lei, adesso ne sarei devastato.

Come fai a dire alla persona che ami che non sarai mai in grado di renderla felice a lungo?

Come si fa a dirle che quello che abbiamo non sarΓ  per sempre, e prima o poi peggiorerΓ ?

Β«Davian, stai tremandoΒ» mi sussurra Maisie, fissandomi preoccupata.

Prendo un profondo respiro, imponendomi di non aspettare piΓΉ. Β«Sicura di volere sentire la storia dall'inizio?Β»

Non risponde subito, si prende un secondo per prendere un respiro profondo, restando con la mano nella mia. Β«Ogni dettaglioΒ».

Non sarΓ  una conversazione facile, lo so. Ma da qualche punto dovrΓ² pur iniziare.

Β«Ho cercato di trovare il modo di iniziare questa conversazione un milione di volte nella mia testa, ho cambiato il discorso migliaia di volte. Se c'Γ¨ una cosa che odio, Γ¨ vederti soffrire, e so che quello che dico Γ¨ in contrasto con quello che ti ho fattoΒ» sospiro, abbassando per un secondo lo sguardo. Β«Ti ho accennato a mia madre a Natale, ma non ti ho raccontato tutta la storia. Rose Storm era una cantante eccezionale, agli albori del suo successo e con una voce che... Dio, spero di non dimenticarla mai. L'ho registrata, e quando mi sento solo me la risento in continuazione, riguardo le sue foto per non dimenticarmi mai di lei, mi tengo stretto ogni ricordo possibile pur di non farla uscire mai dalla mia testa. Quello che perΓ² non ti ho detto, Γ¨ il motivo per cui... lei non c'Γ¨ piΓΉΒ» dico con una voce ridotta a un sussurro, e mi fa male dar voce ai miei pensieri. Sono pesanti come macigni.

Lo sguardo di Maisie si addolcisce, e traggo forza dalla sua carezza sulla mano per non crollare.

Β«Non ho fretta, Avi. Prenditi il tuo tempo, sono quiΒ» sussurra, avvicinandosi a me.

Io annuisco, provando a riportare la mente a quei momenti. Di solito preferisco evitare, mi piace vivere nei ricordi piΓΉ felici, quando la malattia era qualcosa di cui non ero a conoscenza, e mi sembrava di avere tutto nella vita.

«Mia madre aveva la sclerosi multipla. È una malattia degenerativa, può nascere all'improvviso, non c'è un motivo preciso. Alcuni dicono sia genetico, altri sostengono che dipenda da altri fattori. Il punto è che... ha impedito a mia madre di fare tante cose, e più siamo andati avanti, più la situazione è peggiorata. Lei era testarda e ambiziosa come me, voleva a ogni costo viversi le cose al massimo, anche quando non era possibile, e il dolore che provava era il suo peggior nemico».

Maisie sgrana gli occhi, e posso notare la paura nei suoi occhi, il dolore di chi sta iniziando a mettere insieme i tasselli mancanti del puzzle.

Non parla, non si arrabbia, non dice nulla. Assimila la notizia come se fosse in shock, e posso capirla.

Se ripenso a quegli anni, la tristezza incombe su di me.
Quando volevo che mia madre mi portasse al parco, ma non riusciva a camminare.
Quando era perennemente stanca.
Quando dalla camera da letto sentivo provenire lamenti, e non c'era nulla che potessimo fare.

Restavo in silenzio, abbracciando Lottie che correva nel mio letto, e pregavamo insieme che la mamma potesse stare meglio presto.
Sono momenti che non dimenticherΓ² mai.

-

«Rose, se continui così, sarà peggio! Il medico ha detto che devi riposare» le urla mio padre, a voce talmente alta che posso sentirlo dalla mia stanza.

Mi sento in colpa. Ho chiesto io alla mamma se potevamo andare alle prove insieme, volevo che mi sentisse cantare e mi aiutasse a suonare la chitarra. Per festeggiare, mi ha proposto di prendere il nostro solito gelato al parco.

La giornata non poteva andare meglio, aspettavo soltanto il momento di tornare a casa e raccontare a mio padre quello che avevamo fatto. Avevamo preso il gelato anche per lui e Lottie, solo che a metΓ  strada mamma si Γ¨ dovuta fermare. Le sono venuti i soliti crampi, quella volta non si sono fermati presto.

Mi sono sbucciato un ginocchio per abbassarmi con lei sulla ghiaia, e quando sono accorse le persone, mi urlavano di starle lontano e non toccarla, altrimenti sarebbe stato pericoloso.

La vedevo contorcersi dal dolore, e io non potevo fare nulla.

Forse ho chiesto troppo. Sarei dovuto andare da solo alle prove, e avrei dovuto rinunciare al gelato.

Il viaggio di ritorno l'abbiamo fatto in ambulanza, dove un medico ha visitato e fasciato la gamba di mia madre. L'ennesima delle sue brutte cadute.
Prima che andasse in camera a riposare, mi sono avvicinato per farle vedere i miei graffietti sul ginocchio, che ormai avevo imparato a disinfettare da solo.

"Hai visto, mamma? Anche io mi sono fatto male con te, così non sei sola" le ho detto, baciandola sulla guancia.

Lei mi ha rivolto un sorriso, solo che i suoi occhi erano lucidi.

"Non mi sento mai sola quando ci siete voi".

Mentre la sentivo parlare con papΓ , mi sono preparato al peggio. I loro litigi erano la quotidianitΓ  per noi.

Β«Se non posso neanche godermi i miei figli, che vita Γ¨, Brian? Non resterΓ² tutta la vita seduta per sperare di vivere qualche giorno in piΓΉ!Β»

Ho tappato le orecchie a Lottie, perchΓ© lei piΓΉ di me non avrebbe dovuto sentire frasi del genere. Aveva solo dieci anni.

Mamma diceva che non dovevo mai chiederle scusa perchΓ© le chiedevo di passare del tempo insieme, perΓ²... mi sentivo colpevole.

Β«E cosa dirai ai tuoi figli quando la situazione peggiorerΓ , e sarai costretta a restarci su quel letto? Dovresti almeno rinunciare alla musica, Rose! Non puoi avere tuttoΒ».

C'era silenzio, mia madre aveva smesso di rispondere.
Significava che non avrebbe piΓΉ cantato per noi, la sera?

Β«Non chiedermi piΓΉ una cosa del genere, Brian. Se capissi cosa significa per me, non ti azzarderesti. StarΓ² piΓΉ attenta, ma non ho intenzione di vivere a metΓ  e di buttare nel cesso i miei sogni. Senza la musica e senza i miei figli, mi sentirei morta allo stesso modo. Preferisco i doloriΒ» gli rispose, e io che ero attaccato al muro potevo sentirlo.

Non volevo perdere mia madre. Tutto, ma non lei.

La prossima volta, mi sarei comportato meglio. Avrei fatto in modo che la mamma non soffrisse piΓΉ.

-

Butto fuori quel ricordo senza rendermene conto, e mi distrugge vedere il volto di Maisie da cui scendono giΓ  due lacrime. Vorrei che fosse questa la parte piΓΉ semplice. Il peggio, invece, deve ancora arrivare.

Β«Ti prego, leonessa. Non piangere, non per meΒ» mormoro, asciugandole il viso bagnato con il pollice.

Lei abbassa lo sguardo, come se sapesse. In cuor suo, ha capito.

Dio, ti prego, se esisti... non togliermi anche lei.

Β«Non Γ¨ finita qui, vero?Β» mormora con un filo di voce.

Scuoto la testa, dispiaciuto. Arriveremo distrutti alla fine di questa conversazione.

«L'anno dopo, la situazione è peggiorata velocemente. Esistono vari stadi della sclerosi multipla, e purtroppo... mia madre aveva quello peggiore, si chiama andamento progressivo secondario. Alternava periodi di remissione a periodi di recidive, ossia quando la malattia si ripresentava, solo che le sue ricadute erano gravi, e l'hanno portata a peggiorare velocemente. Aveva deciso che alla fine del suo tour, si sarebbe ritirata. Sapeva che la sua condizione l'avrebbe portata a stare male, e preferiva godersi noi. L'ultimo giorno del suo tour, eravamo tutti in prima fila per lei. Ero il fan numero uno di mia madre, non mi perdevo neanche uno dei suoi concerti, e quando non potevamo seguirla, la guardavo da casa» mi prendo una pausa, cercando per la prima volta di raccontare l'accaduto a voce alta. «Ha avuto una crisi sul palco, poco prima della fine. Le luci a intermittenza le hanno provocato una crisi epilettica, un sintomo che non aveva mai manifestato, ma che raramente... può capitare. Ha... iniziato a stare male davanti ai nostri occhi, e non credo di aver mai visto mio padre così a pezzi, il suo urlo è stato straziante, il modo in cui è corso sul palco e ha cercato in ogni modo di aiutarla. Era il ritratto di un uomo distrutto, che aveva appena perso l'amore della sua vita senza poter fare nulla. I medici hanno cercato di portarla d'urgenza in ospedale, hanno fatto il possibile, solo che i soccorsi non sono stata abbastanza tempestivi. Cadendo, mia madre ha battuto la testa, e... non ha retto. È morta per un'emorragia interna e una grave lesione al cranio. Non è stata la sua malattia a ucciderla, ma se non avesse sofferto di sclerosi multipla, non sarebbe successo. Lei sarebbe ancora con me, cazzo!»

Permetto per la prima volta alla rabbia di venir fuori, è così che mi sento da anni. Arrabbiato con il mondo intero, perché non dovrei mai aver visto una cosa simile. Non dovrei vivere con la stessa ansia, né dovrei contare i giorni che mancano al mio declino. Non dovrei vivere con la fottuta paura di non sapere cosa mi attenderà domani, e quanto male farò alle persone che amo.

Vivo ogni giorno sperando che la mia malattia non decida di ripresentarsi, e l'episodio dell'altro giorno ne è stato già un esempio. Sta tornando il mio periodo nero, posso percepirlo, e i farmaci possono aiutarmi fino a un certo punto. È bastato che mi distraessi per qualche giorno per peggiorare la situazione.

Maisie mi fissa dispiaciuta, si mordicchia il labbro con fare nervoso, senza sapere cosa dire.

«Credo che dirti che mi dispiace sia inutile, Avi. Hai ragione, nessuno dovrebbe vivere quello che hai passato tu, un dolore così grande non dovrebbe esistere, è ingiusto» sussurra, e mi accarezza la guancia. «Sapevo che tua madre è stata una cantante abbastanza famosa, ma non ho mai voluto cercare nulla su di lei. Spettava a te raccontarmi questa parte della tua storia, non volevo essere invadente» sussurra, passando la mano tra i miei capelli.

Le rivolgo un sorriso debole, consapevole che il mio amore per questa donna aumenta ogni secondo che passa.

Per questo si merita la veritΓ . Solo che non vorrei... vederla finire come mio padre.

Strappo via il cerotto prima che i rimorsi mi mangino vivo.

Β«Vorrei poterti dire che non accadrΓ  ancora, ma Γ¨ difficile. Te lo leggo negli occhi, Maisie. Ci sei arrivata, non Γ¨ vero?Β»

Lei si ammutolisce e trema.

Certo che ha capito. La mia leonessa Γ¨ intelligente.

Β«Ho la stessa malattia di mia madre. Ho la sclerosi multipla, leonessa. Ho una fottuta data di scadenza scritta sulla fronte, e si avvicina sempre di piΓΉΒ».

La mia voce si rompe nell'esatto momento in cui pronuncio queste parole a voce alta.

Pensavo che fosse impossibile soffrire più di quanto già non facessi, e mi sbagliavo. Vedere il suo viso contorcersi in una smorfia di dolore è peggio di qualsiasi altra cosa. È come se mi stessero strappando il cuore dal petto per farlo a pezzi.

A Maisie sfugge un singhiozzo, e si porta una mano alla bocca, piegandosi in avanti come se provasse male al petto.

Β«Porca puttana. Non... non Γ¨ possibile, cazzoΒ» mi sussurra tra le lacrime. Β«Te l'hanno detto a capodanno, giusto? Per questo ti sei sentito male, per questo seiβ€”Β» si blocca, scossa da un altro singhiozzo. Β«Fanculo...Β»

No. Questo Γ¨ il problema.

Abbasso lo sguardo e stringo i pugni, col senso di colpa che mi divora vivo. È ora di dirle l'esatta verità, non ho scampo.

Β«L'ho saputo sei anni fa, Maisie. Una settimana prima del balloΒ».

Ed eccola, la fottuta veritΓ  che ci ha distrutti e mi ha portato a sfasciare tutto.
Il momento in cui tutto Γ¨ precipitato.

Maisie sgrana gli occhi, e si alza in piedi come se l'avessi scottata. Ha un'espressione indecifrabile sul viso, un misto di dolore, sorpresa e... rabbia. La riconosco nei suoi occhi.

Β«Tu...Β» mi indica, e la mano trema. Β«Tu mi hai nascosto la veritΓ  per anni, Davian! Quella sera al ballo, tu... tu sapeviΒ» mormora, guardandomi attonita.

La decisione piΓΉ difficile della mia vita. Scegliere di lasciarla libera e vivere senza di lei.

«Cosa altro potevo fare, Maisie? Ero un adolescente che ha visto soffrire la madre per tutta la vita a causa di questa malattia! Ho visto mio padre a pezzi, l'ho visto rinunciare ad opportunità di lavoro quando si trattava di restare troppo tempo fuori casa, l'ho visto piangere e disperarsi quando mia madre non vedeva. L'ho visto perdere l'amore della sua vita davanti agli occhi, cazzo! Io ho perso mia madre così, quindi che futuro potevo mai offrirti? A quante cose avresti rinunciato? Avevi appena diciotto anni, avresti messo tutto in secondo piano».

Forse a volte l'atto d'amore piΓΉ grande che si possa fare, Γ¨ lasciare libera la persona che sia ama. PerchΓ© io amavo Maisie come si ama il primo amore, e la amo adesso che Γ¨ diventata l'amore della mia vita. La amavo da ragazzina, e la amo da donna, non esiste malattia che possa cambiarlo.

Le lacrime le rigano le guance come un fiume in piena, e quando provo ad avvicinarmi, lei mette distanze tra di noi.

Β«Dovevi darmi la possibilitΓ  di scegliere, Davian! Per anni sono stata convinta che non fossi nulla per te, soltanto una delle tante ragazze hai avuto. A quel ballo mi hai umiliato, mi hai spezzato il cuore e mi hai creato una marea di paranoie che mi porto ancora oggi! Sai quante volte mi sono guardata allo specchio e mi sono odiata? Sai quante volte mi ripetevo che se forse fossi stata piΓΉ bella, non mi avresti lasciato? Che se fossi stata piΓΉ magra, il mio corpo ti sarebbe piaciuto di piΓΉ. Che se fossi stata diversa, mi avresti tenuta con te. Non puoi manipolare le mie scelte secondo quello che credi giustoΒ».

Adesso lo so, il me di anni fa invece ha agito per paura. Nella mia ingenuitΓ , credevo che Maisie avrebbe trovato di meglio, che sarebbe andata avanti e di noi sarebbe rimasto solo un bel ricordo, uno di quelli a cui ripensi quando sei vecchio e racconti ai nipoti delle avventure piΓΉ spericolate e delle tue prime esperienze.

Mi sarei accontentato se solo la mancanza di lei non fosse stata così asfissiante, e il destino abbia deciso di concedermi un'altra possibilità.

Β«Avevi diciotto anni, Maisie. Mi riempivi la testa di quanto ti sarebbe piaciuto andare in America e girare il mondo. Mi dicevi che volevi diventare una stilista e avere l'atelier dei tuoi sogni, e io... non potevo impedirtelo. Avresti agito d'istinto e saresti rimasta con me, per poi guardarmi con odio anni dopo, quando ti saresti resa conto delle cose di cui ti sei privata. Avresti finito per odiarmiΒ».

Β«Ti ho odiato lo stesso, Davian. Con ogni fibra del mio corpoΒ».

Β«Almeno eri libera. Era la mia maledizione: sapere di averti lasciata libera di viverti le tue esperienze, pur essendomi guadagnato il tuo odio. Non saprai mai quanto mi ha fatto maleΒ».

Maisie impreca sottovoce, e vorrei essere in grado di difenderla dall'uragano che le ho scagliato contro, solo che non posso.

«In ogni caso, ho vissuto una vita a metà, Davian. Ovunque mi voltassi, sentivo la tua mancanza. A ogni traguardo, tu non eri lì. Ogni volta che la mia vita andava a rotoli, non c'eri tu a sostenermi. Sai... sai quanto odio le persone che se ne vanno, e tu hai preferito buttarmi fuori dalla tua vita piuttosto che darmi la possibilità di trovare una soluzione. Era la mia vita, Davian! Dovevo essere io a decidere, non tu!»

Scoppia a piangere, e io mi sento una nullitΓ . Proprio come la sera del ballo.
Ripenso all'espressione afflitta che aveva quella sera, ed Γ¨ la stessa che vedo adesso.

Mi dispiace così tanto, leonessa. Vorrei poter avere un finale migliore per noi.

«Non sai cosa vuol dire vivere nella mia condizione, Maisie. Puoi immaginarlo, ma non lo sai. Sono imbottito di farmaci, sono obbligato a seguire delle terapie pur sapendo che non c'è cura per quello che ho. Un giorno non potrò più guidare la mia moto, non potrò più gareggiare, non potrò più neanche portare mio figlio in giro, cazzo! Sono fortunato se non finisco su una sedia a rotelle, così mi hanno detto. Quindi dimmi, che futuro posso darti? Tutto quello che ti piace di me se ne andrà, e io diventerò il tuo peso da portarti dietro. Volevo... volevo evitartelo».

Se penso a quello che mi aspetta, l'ansia mi serra la gola. Non voglio finire così, non voglio rivivere l'inferno in cui sono cresciuto, ma non ho scelta. Chi lo vorrebbe?

Gli occhi di Maisie continuano a versare lacrime, mentre io cerco disperatamente di toccarla e stringerla a me.
La mia vita sta cadendo a pezzi, e odio dover trascinare lei con me.

Β«Hai mai pensato a cosa volessi io? O volevi essere scegliere tu per entrambi? PerchΓ©, Davian? Dammi una dannata ragione per non tornare a odiarti!Β»

Β«Non ho mai detto che non dovrestiΒ».

Β«Mi avrebbe reso la vita piΓΉ semplice!Β»

Fanculo.

«Sai cosa non è semplice, Maisie? Convivere con il pensiero di averti persa, ma felice per averti dato modo di realizzarti. Ti amavo così tanto che preferivo vederti libera, piuttosto che legata a un morto che cammina per tutta la vita. Ti amo così tanto che neanche tutte le canzoni che ho scritto potranno mai spiegartelo. Amo la tua espressione ogni volta che qualcosa ti mette di buon umore, e amo il tuo corpo, adesso come anni fa. Amo i tuoi sorrisi, amo ogni tuo fottuto particolare. Forse sono un dannato egoista, però pur di vederti felice ho rinunciato all'unica donna capace di farmi sentire qualcosa. Un povero idiota innamorato, che ti metterebbe la vita nelle tue mani, e potresti farne quello che vuoi».

Maisie spalanca la bocca, e io realizzo soltanto adesso.

Le ho detto che la amo.
Porca troia se l'ho fatto.

Lei si porta le mani tra i capelli, ed evita di guardarmi, senza togliersi dalla faccia quell'espressione furiosa ed emozionata.

«Sai perché sono così arrabbiata, Davian? Perché io non volevo altro che restarti accanto. Perché ti amo, maledizione. Per quanto io abbia cercato di dimenticarti, per quanto abbia passato gli anni a cercare di odiarti, quel sentimento non superava mai l'amore che provavo per te. Nessuno mi ha fatto sentire quell'emozione nel cuore, e non ce ne saranno mai. Ti ho amato nei momenti peggiori, quando avrei dovuto detestarti, e sono tornata ad amarti più forte di prima quando sei tornato nella mia vita e l'hai resa migliore. Hai guarito quello che c'era di rotto in me, e l'hai fatto senza che te lo chiedessi. A me non interessa se non camminerai bene, o se non potremo visitare il mondo. A me importa di te, mi è sempre bastato per essere felice. Eri tu a rendermi libera, ed eri tu a farmi sorridere, stupido idiota. Le cose che dici che mi piacciono di te... io le amo. Dalla prima all'ultima, malattia o no. Amo te, non quello che fai».

Il mondo si ferma, neanche mi ricordo come si respira.

Maisie mi ama.

Non credevo che mi sarei mai sentito così, come se avessi il mondo tra le mani, e al tempo stesso rischiassi di perderlo. Il nostro è un terreno minato, e se non ci vado con i piedi di piombo, rischiamo di saltare in aria.

Maisie respira a fatica, ma almeno riesco a prenderle la mano, intrecciandola alla mia.

Β«Non posso darti quello che meriti, leonessa. Non posso darti la vita che immagino per teΒ» sussurro, trattenendo un singhiozzo che sento bloccato in gola.

Lei alza gli occhi verso di me, scuotendo la testa. Β«Mi avevi chiesto cosa significa koi no yokan. Chiedimelo adessoΒ».

Β«Cosa significa?Β»

Β«Significa incontrare qualcuno e sapere che in un modo o nell'altro, tu e quella persona siete destinate a innamorarvi. Non Γ¨ un colpo di fulmine, Γ¨ una sensazione che non si puΓ² tradurre, ma che spiega i legami a prima vista. Magari non ci saremmo rivisti mai piΓΉ, o forse non ci saremmo piΓΉ parlati, ma io avrei vissuto la mia vita con la consapevolezza che l'unica persona in grado di farmi provare qualcosa eri tu. Non sarebbe mai potuto esistere nessun altro. Tu sei il mio Koi no yokan. La mia condanna e il mio destinoΒ».

A sentirla, una lacrima sfugge anche a me, e la lascio lì, libera di esprimere parte delle emozioni che reprimo. «Sapevo che mi avresti fatto perdere la testa dalla prima volta che ti ho vista, e se è questo che tu chiami condanna, io voglio scontarti l'intera pena».

Quanto vorrei baciarla. Quanto vorrei che me lo permettesse.

Β«Mi dispiace averti mentito, e aver rovinato i ricordi di quella sera, sarebbe dovuta andare diversamenteΒ» ammetto a malincuore, sapendo di aver rovinato ogni cosa tra di noi.

Vorrei rimediare, farei di tutto pur di tornare indietro e riavvolgere il tempo.

Lei mi fissa con gli occhi lucidi, e si asciuga le lacrime. Β«Hai aspettato sei anni per dirmi la veritΓ . Scommetto che lo sanno tutti, non Γ¨ vero? Lottie, Mason, Kaiden, Asher... io ero l'unica idiota a non saperne nienteΒ».

Serro le labbra, abbassando lo sguardo. Β«Eris non lo sa. Lottie Γ¨ mia sorella, e Mason... mi ha tirato la veritΓ  di bocca con la forza. Sapeva che c'era qualcosa che non andasse, e sapeva di mia madre. Asher Γ¨ il mio bodyguard, doveva essere informatoΒ».

So che sto peggiorando la mia situazione, l'espressione sul viso di Maisie ne Γ¨ la conferma. Β«Wow, grazie. Almeno posso dire di averlo scoperto prima di ErisΒ».

Β«MaisieΒ» provo a fermarla quando indietreggia, e c'Γ¨ il panico nei miei occhi.

Mi metto in ginocchio pur di non farti andare via.

«No, Davian. Smettila di guardarmi così. Hai preso le mie convinzioni di anni e le hai trasformate in altro. Mi hai mentito, hai usato i miei sentimenti contro di me, perché sapevi che se mi avessi spezzato il cuore io non mi sarei voltata indietro. Mi hai impedito di scegliere. Mi hai tenuto fuori dalla tua vita, quando io avrei voluto esserci».

La consapevolezza dei propri errori Γ¨ un macigno da mandare giΓΉ, e io non so piΓΉ che dirle.

Le ho detto che la amo, e lei mi ha detto lo stesso. Eppure perchΓ© ho l'impressione che il nostro sia un addio?

Β«Non andartene, Isie. Resta a prendermi a pugni, urlami contro, scatena l'inferno... ma resta. Dammi la possibilitΓ  di farti scegliere adesso. Sai tutta la veritΓ , ogni dettaglioΒ».

Maisie si copre gli occhi con le mani, e lo capisco quanto abbia da digerire. Lo capisco che non Γ¨ semplice, e che quello che le chiedo Γ¨ tanto.

Β«Non ho intenzione di andarmene, Davian. Solo... dammi tempo per digerire il tutto. Ho bisogno di restare da sola, mi dispiace. Io... tutto questo... non so come gestirloΒ» mi guarda dispiaciuta, e non la biasimo.

La lascio libera di nuovo, nonostante il cuore sanguini.
Annuisco, e a ogni passo che muove lontano da me, io muoio.
Alza gli occhi verso di me, e vedo le lacrime che scendono dal suo viso.

Se Γ¨ la cosa giusta, perchΓ© soffriamo entrambi?

Β«Se avessi bisogno di me, chiamami. Io correrei da te in ogni caso, pirata. Non Γ¨ un addioΒ».

Le sorrido, e una parte di me si sente sollevato.

Β«Se hai bisogno, chiamami. Io non smetto mai di esserci per teΒ».

Ha bisogno soltanto di tempo.

Prego qualsiasi divinitΓ  affinchΓ© me ne resti abbastanza da viverlo con lei.
Questa volta, sfrutterΓ² ogni secondo per dimostrarle che non ho piΓΉ intenzione di allontanarla.

✨Spazio Autrice✨

Mi preparo giΓ  agli eventuali forconi che state preparando per meπŸ˜‚
So di avervi fatto aspettare tanto per questo capitolo, ma era davvero speciale per la storia e volevo che fosse sistemato al 100%.
La storia di Davian ha un pezzo del mio cuore, e spero di aver fatto emozionare anche voi. Ammetto che sono scese anche a me un paio di lacrimucceπŸ₯²

Finalmente sapete il motivo della fatidica rottura al ballo, e sono curiosa di sapere i vostri pensieri.
Il prossimo capitolo arriverà presto, promesso🀍

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