π‘ͺπ’‚π’‘π’Šπ’•π’π’π’ πŸ’: π‘΄π’Š π’‘π’Šπ’‚π’„π’† 𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂.

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"Ti propongo un accordo, il resto Γ¨ armonia"

-Fabrizio Caramagna

Soundtrack: Breathe – Astrid S

Se potessi, lo prenderei a schiaffi di nuovo. Lui e la sua stupida arroganza.

Continuo a ripensare a quelle tre dannate parole per il resto dell'inaugurazione, e non sopporto che mi siano rimaste tanto impresse, come fossero un marchio a fuoco sulla pelle.

Torna con me.

Maledetto bastardo, non avrebbe dovuto neanche prenderlo in considerazione.
Inoltre, per quanto disperata possa essere la mia situazione, usare una persona per i miei scopi Γ¨ l'ultima cosa che voglio, anche se si tratta del re degli stronzi. Ma non Γ¨ soltanto questo.

Potrei fingere con chiunque, tranne che con lui. Non farebbe altro che riportarmi alla mente situazioni passate, e sensazioni che in alcune notti riescono ancora a scaldarmi l'anima. Per quanto io cerchi di sentirmi arrabbiata e incollerita con lui... c'Γ¨ un angolo del cuore che non ne vuole sapere di ragionare.

È lo stesso che mi spinge a cercare i suoi occhi tra la folla, le sue canzoni nei giorni più bui, e i suoi occhi verdi quando il vuoto che sento al centro del petto diventa insopportabile. Quando ricordarmi delle sue labbra mi calma dalle mie ansie, e mi pare di nuovo sentire il sapore dei suoi baci sulla bocca, assieme a tutte le promesse che poi ha rotto.
Per quanto ardentemente ci provi, il cuore non dimentica. PerΓ² ha imparato la lezione.

Come Icaro Γ¨ finito per bruciarsi nel tentativo di avvicinarsi troppo al sole, permettere a Davian di rientrare nella mia vita sortirebbe lo stesso effetto, e le probabilitΓ  di restare scottata sono alte.

Potrebbe accendermi dal mio stato di torpore, o ridurmi in cenere.

Β«Campionessa, tutto okay?Β»

La voce di mio padre mi riporta alla realtΓ , e strabuzzo gli occhi un paio di volte prima di rispondergli, sfilandomi con un sospiro sollevato le scarpe con i tacchi che indosso. Che liberazione.

Una volta tornata dentro, la gente ha cominciato a scemare, e prima che arrivasse ora di cena erano andati giΓ  tutti via. Lottie si Γ¨ trattenuta per pochi minuti, e seppure sapesse della visita poco gradita di suo fratello, ho apprezzato che non abbia commentato.

Β«Ora che mi sono liberata di questi tacchi infernali va molto meglioΒ» gli rispondo, accennando un sorrisetto.

Β«Devo ammetterlo, Γ¨ stata un'inaugurazione promettente, ma ricorda–»

Finisco la frase al suo posto, perchΓ© conosco bene come si concluderΓ . Β«Questo Γ¨ un mondo difficile, e non devo illudermi che sarΓ  semplice. Lo so, papΓ . Ma voglio provarci ugualmenteΒ» sospiro, esausta per discutere con lui.

David NuΓ±es Γ¨ un uomo che non molla, e io ho la sua stessa caparbia.

Β«So che non mollerai, sto solo cercando di farti capire che se non dovesse andare bene... dovresti cominciare a guardare le tue altre possibilitΓ , Maisie. Non puoi continuare a rincorrere qualcosa di irraggiungibile per il resto della vitaΒ» mormora con un tono malinconico che conosco bene.

Io serro le labbra, ingoiando il groppo che sento formarsi in gola. Pare che io abbia una strana predisposizione nel desiderare cose impossibili.

Β«Ma non posso neanche arrendermi senza averci provato, papΓ . Anche quando la strada Γ¨ ripida...Β»

Β«Noi dobbiamo continuare a spingere. La vittoria potrebbe essere proprio dopo l'ultima curvaΒ» conclude mio padre, ripetendo il motto che lui stesso mi ha insegnato.

Non sempre condividiamo le stesse idee, eppure siamo inseparabili, pronti a sostenerci nonostante tutto.

Β«A lavoro come procede?Β» gli domando, nel frattempo che recupero le mie cose, e anche le chiavi del mio nuovo monolocale, non troppo lontano da casa di Candice.

Gli affitti a Londra raggiungono cifre improponibili, ma per mia fortuna il padre della mia migliore amica possiede piΓΉ di una proprietΓ  in cittΓ , e ho concordato con lei una cifra abbordabile per uno dei suoi monolocali. Anche se non era propensa ad accettare soldi da me, sono stata irremovibile.
Nonostante mio padre mi avesse proposto di restare a casa sua e della sua nuova fidanzata, io avevo bisogno dei miei spazi, e di un luogo che potessi cominciare a chiamare casa.

Β«Non mi lamento. Abbiamo da poco concluso il restauro di una macchina d'epoca. Dovresti passare a vederlaΒ».

Β«Lo farΓ²Β» gli prometto, spegnendo le luci prima di uscire dal negozio.

Candice mi ha spostato le mie cose nel mio nuovo appartamento insieme a mio padre, assieme anche alla cena giΓ  pronta per essere riscaldata e mangiata.

La migliore amica del mondo. Sarei persa se non ci fosse.

È stata anche l'unica a cui ho accennato dello schiaffo dato a Davian, nonostante io abbia sorvolato sui dettagli. Quando mi ha chiesto spiegazioni, l'unica cosa che le ho detto è stata: ''Se lo meritava.''

Apro il telefono per controllare le notifiche mentre sono in macchina con mio padre, e uno dei primi messaggi Γ¨ proprio il suo.

Candice.
Avvisami appena sei nel tuo nuovo appartamento. Ti ho sistemato alcune cose che io non usavo piΓΉ, e dobbiamo assolutamente fare una videochiamata. Devi raccontarmi ogni dettaglio della tua conversazione con Mister Stronzo.

Maisie.
Mi sta riaccompagnando papΓ . Grazie per avermi aiutato con le cose, e anche per la cena. Abitiamo a cinque minuti di distanza. Alza il culo dal letto e vieni nel mio appartamento se vuoi fare gossip. Non rilascio interviste πŸ˜‰

Candice.
Sei veramente malefica. Sul serio devo alzarmi dal letto?

Maisie.
Se ci tieni a sapere i dettagli, allora sì.

Candice.
Scimmietta malvagia, sfrutti la mia curiositΓ  contro di me.

Maisie.
A quanto pare funziona. Ci vediamo dopo, pigrona.

Sorrido per tutto il tempo che rimango a telefono a scambiarmi messaggi con Candice, e soltanto adesso mi rendo conto di quanto mi sia mancata. Vederci a distanza era una tortura, soprattutto quando a dividerci c'era un oceano, e altri mille impegni nel mezzo. Eppure il bene che le voglio non Γ¨ mai cambiato, come un legame indissolubile.

Una volta che mio padre mi ha riportato a casa, lo saluto con un veloce bacio sulla guancia, mentre lui mi raccomanda di stare attenta e mettere l'allarme che mi ha montato prima di andare a dormire. Ho a malapena il tempo di sfilarmi il vestito e indossare il mio amato pigiama, che sento bussare alla porta, e so senza ombra di dubbio che si tratta di Candice.

Quando le apro, lei mi guarda impaziente, e spinge davanti ai miei occhi il suo telefono.

Β«Stanno giΓ  parlando dello schiaffo, a quanto pare. Ci sono sia le foto che il video, incredibileΒ» sospira, con un'espressione divertita. Β«Voglio assolutamente sapere i dettagli.Β»

Merda.

Speravo sul serio che potesse passare inosservato, ma a quanto pare chiedevo troppo.
Ho agito in preda alla rabbia e la collera, perΓ² una volta che ci ho ragionato a mente fredda, mi rendo conto di essere stata dannatamente impulsiva. La violenza non dovrebbe mai essere la soluzione, anche se il soggetto in questione Γ¨ un grandissimo stronzo.

Me ne pento? Forse.
Lo rifarei? Probabilmente sì.

Lascio entrare Candice, e mi butto sul divano, esalando un sospiro stressato. L'appartamento Γ¨ molto semplice, e non ringrazierΓ² mai la mia migliore amica per avermelo fatto trovare giΓ  arredato e sistemato. C'Γ¨ un piccolo salottino, che Γ¨ collegato alla cucina alle nostre spalle, e alla fine di un piccolo corridoio, la stanza padronale col bagno in camera, e un piccolo ripostiglio in cui riporre le scartoffie. Essenziale, ma comunque bellissimo. Non mi serve altro.

Β«Non ho controllato i social, temevo che sarebbe potuto succedereΒ» le confesso, incrociando le braccia al petto.

«Cosa ti ha detto per scatenare la tua furia omicida? Di solito non sei così impulsiva, o almeno, non sempre» ridacchia, divertita dalla situazione.

Io resto qualche secondo in silenzio, perchΓ© le sue parole continuano a ronzarmi in testa, come una di quelle mosche fastidiose che non si decidono ad andar via. Continuo a ripensarci senza sosta, mentre la mia mente ripercorre la stessa scena un milione di volte.

Torna con me.

Un cazzo di colpo al cuore ogni volta che la sua voce baritonale e profonda mi invade i pensieri.

Β«Ha avuto il dannato coraggio di propormi... un accordo, o qualcosa di simile. Non l'ho voluto manco ascoltareΒ» mugugno, distogliendo lo sguardo da Candice.

Β«Che genere di accordo?Β» continua lei, sempre piΓΉ curiosa.

Mi mordo il labbro, resistendo all'impulso di rosicchiarmi le unghie. Β«Di tornare insieme... per finta.Β»

Cala il silenzio. Nessuna delle due parla.
Candice sgrana gli occhi, chiaramente sorpresa, e piega la testa da un lato, come ogni volta in cui si ferma a riflettere.

Una morsa allo stomaco mi rende difficile persino respirare, consapevole che se permettessi a Davian di rientrare nella mia vita, non ne uscirebbe nulla di positivo. Lui Γ¨ come un uragano, difficilmente lascia superstiti, e lasciarmi travolgere sancirebbe la mia fine.

Β«Che razza di stronzoΒ» brontola la mia amica, continuando a guardarmi. Β«Eppure...Β»

Io mi volto di scatto, bloccandola prima che continui. Β«Non se ne parla.Β»

Β«Non ho detto di essere d'accordo, perΓ²... potrebbe essere un'opportunitΓ  anche per te. Non hai intrapreso un'attivitΓ  semplice, e sai che per te la visibilitΓ  Γ¨ tutto. Lui ne ha in abbondanza, e questa volta sei consapevole di ciΓ² a cui vai incontro. Sei tu a tenere il comando.Β»

Le sue parole mi fanno riflettere, ma rimango sulla mia posizione. Vorrei che la gente mi conoscesse per il mio lavoro, e non perchΓ© mi espongo a diventare il loro soggetto di gossip preferito. Non voglio essere soltanto la ragazza – finta, in questo caso – di un cantante internazionale. Valgo piΓΉ di questo.

«Candice, ne sono consapevole, ma vorrei che la gente conoscesse me e il mio lavoro per quello che sono, non perché divento la fidanzata di qualcuno. Non è così che intendo farmi strada» replico, irremovibile.

«Inizialmente magari sarà così, ma potrebbe offrirti lo slancio di cui hai bisogno per emergere, e dimostrare al mondo chi sei. Una donna che non ha bisogno di un uomo per brillare, semmai è il contrario. Non sei stata tu a chiedere il suo aiuto, è stato lui, e questo ti concede il privilegio di poter condurre tu la partita» mi spiega Candice, scrollando le spalle. «Sono pur sempre la figlia di un imprenditore, gli affari sono nel mio sangue» ridacchia, scompigliandogli i capelli.

So che non ha tutti i torti, però mi rifiuto di cedere. L'ultima volta è stata... tremenda. Ricordo le notti in cui piangevo nella mia stanza del college, senza nessuno su cui contare. Tutte le volte in cui sentire le sue canzoni mi procurava una fitta al cuore, e quando la mancanza si faceva sentire così forte da causarmi delle fitte al petto. Ero sola in una città nuova, in uno Stato del tutto sconosciuto, e la solitudine mi divorava viva. Il timore di non essere abbastanza, l'ansia che affondava gli artigli dentro di me, rendendomi impossibile prendere sonno.

Sono una ragazza diversa adesso, che ha fatto del dolore la sua corazza contro il mondo, e non permetterΓ² che venga distrutta.

Β«Non voglio pensarci, Ice. Possiamo cambiare discorso, per favore?Β»

Lei mi guarda per qualche istante, e annuisce, senza toccare piΓΉ l'argomento. Non importa quante volte io rischi di andare a fondo, saprΓ² che ci sarΓ  lei a tendermi una mano per risalire, pronta a combattere al mio fianco ogni battaglia. In alcuni giorni piΓΉ di altri, averla con me ha fatto la differenza.
Mi ha salvato da me stessa.

Per il resto della serata, Candice fa esattamente quello di cui ho bisogno: porta lontano le preoccupazioni, e le sostituisce con risate, musica, balli e maratona di film Netflix.

Prima di crollare sfinita sul divano, un pensiero mi scalda il cuore: tutto sommato, sono felice di essere tornata a casa.

Una luce improvvisa mi acceca la vista, e tento di coprirmi gli occhi per nascondermi. Mi
Mi vergogno, e sto sudando freddo.

Vorrei reagire, ma il mio corpo non si muove, e la mente Γ¨ spenta, come se si trovasse in uno stato di trance, dove tutto diventa sfocato e distorto.
Una mano mi afferra la gola, e mi spinge contro qualcosa di morbido, che perΓ² non riesco a mettere a fuoco.

Mi sembra... sbagliato.
Vorrei urlare.
Scappare lontano, eppure resto ferma.
PerchΓ©?
Cosa mi succede?
Dove sono?

Β«Stai ferma, stronzetta.Β»

Non mi piace, ma ogni tentativo di parlare Γ¨ vano.

La gola Γ¨ in fiamme.
Un altro flash.
Una mano che passa sul mio corpo.
Il mio urlo soffocato.
Quello che nessuno ha mai sentito.

Β«Tu hai rovinato la mia vita, io rovinerΓ² la tua.Β»

Mi sveglio di soprassalto, come mi capita spesso ogni volta che mi capitano incubi come questo. La mia schiena Γ¨ madida di sudore, e il respiro affannato, come se avessi appena concluso una maratona.
Non riesco mai a capire se si tratti di realtΓ  o immaginazione.

Mi capita spesso di sognare episodi come questo, ma quando mi sveglio... tutto svanisce, come se fosse un'illusione, o uno scherzo della mia mente.

Le sensazioni che provo sono tutt'altro che fittizie, le sento bruciare sulla pelle, assieme a una sensazione opprimente al petto, che mi impedisce persino di ragionare.
Le mie mani tremano, e nonostante io cerchi di prendere respiri profondi, non riesco a calmarmi.

Mi alzo riluttante dal divano, e sospiro nel vedere Candice che dorme poco lontano da me, abbracciata a uno dei cuscini del divano, con la bocca semiaperta e l'aria tranquilla. Le poggio una coperta per non farle prendere freddo, mentre io vado a prendermi un bicchiere d'acqua, sforzandomi di ricordare le immagini che ho visto nel sogno.

Niente, come al solito.

Lo sguardo mi cade sull'appendiabiti all'entrata, dove è ancora poggiata la giacca di Davian, e quasi ho l'istinto di stringerla a me, come se così potessi sentirmi al sicuro. Mi mordo il labbro, e resisto alla tentazione, anche se forte. Il suo profumo resta ancora una delle cose che più preferisco al mondo. Veleno e antidoto al tempo stesso.

Afferro il mio telefono per controllare l'orario, e impreco nel vedere che sono appena le quattro del mattino. È notte fonda, eppure io voglio fare tutto tranne che tornare a dormire.

Quando scrollo Instagram per controllare le notifiche, una mi risalta subito all'occhio, ed Γ¨ quella dei direct di Instagram. Leggere il suo nome mi fa perdere un battito, e anche se dovrei ignorarlo... non ci riesco.

Davian.

Davian: ''Mi brucia ancora la guancia, ma Γ¨ bello sapere che sei rimasta la stessa leonessa di un tempoπŸ˜‰. Se ci ripensi, la mia offerta Γ¨ sempre valida.''

Che faccia tosta, mi verrebbe voglia di prenderlo a schiaffi di nuovo, ma questo implicherebbe vedersi, e non sono certa che sarei in grado di mantenere il mio autocontrollo.

Maisie: ''Non ti conviene sfidarmi, altrimenti sai giΓ  dove sarΓ  diretto il prossimo colpo. Non ci ripenso, e a proposito, ti restituirΓ² la tua dannata giacca.''

Inaspettatamente, Davian visualizza subito il mio messaggio, e io scappo via dalla chat, col cuore che perde almeno un paio di battiti.

Che diamine ci fa sveglio a quest'ora?
Non sono affari miei.

La risposta non tarda ad arrivare, e quasi posso sentire il tono della sua voce che mi solletica la pelle, procurandomi i brividi.

Davian: ''Per ridarmela dovremmo vederci, stilista. Se stai cercando scuse per rivedermi, basta chiedere. Sono piΓΉ che disponibile.''

Io roteo gli occhi al cielo, eppure le mie labbra si curvano automaticamente in un sorriso divertito, e la mia ansia si dissipa lentamente, senza che io me ne renda conto.

Maisie: ''Ma come, una superstar come te ha l'agenda libera da impegni? Non dovresti riposare a quest'ora?''

Visualizza subito, e scrive.
Dio mio... ma cosa sto combinando?

Davian: ''Per te, nessun impegno. Come mai sveglia a quest'ora?"

Il cuore si ferma per un istante, poi mi ricordo quanto Γ¨ bravo a rigirare i discorsi a suo favore, e non ci casco. Non piΓΉ.

Maisie: ''Non mi inganni, Davian. Domani trovo il modo di restituirti la giacca, in modo da mettere fine a questa storia. I motivi per cui sono sveglia non sono piΓΉ un tuo problema.''

Davian: "Esistono modi piΓΉ interessanti per restare svegli, se Γ¨ questo che vuoi."

Dio, lo odio.

Maisie: "Buonanotte, stronzo."

Davian: "Sogni d'oro, stilista."

Non mi ero accorta che parlare con lui mi aveva distratta dalle paranoie, e il senso di oppressione che sentivo al petto Γ¨ diventato piΓΉ sopportabile, sostituito da un calore che non dovrebbe appartenermi. Guardo la nostra chat, e chiudo il telefono prima che possa fare qualcosa di stupido, come farmi coinvolgere in un gioco troppo pericoloso.
Quando mi riaddormento, ci sono due occhi verde smeraldo a cullarmi nel sonno, e tengono lontano qualsiasi altro incubo. Mi sembrano il posto perfetto in cui perdermi, e dimenticarmi il motivo per cui dovrei odiarli.
__
Il mattino dopo, la sveglia sul mio telefono mi fa sobbalzare, ricordandomi che ho un negozio da gestire, e non posso fare tardi. Mi alzo, stropicciandomi gli occhi, e mi sorprende vedere Candice già in piedi, che sorseggia quello che credo sia latte e caffè.

Β«Ho la schiena a pezziΒ» mugugna Candice, sbuffando. Β«Il che non sarΓ  d'aiuto per l'allenamento di oggi sul ghiaccio. Decisamente un pessimo modo di svegliarsi.Β»

Β«Avrei dovuto svegliarti e trascinarti a letto. Non che la mia sia messa meglioΒ» brontolo, alzandomi per cercare la colazione.

Il mio telefono vibra, e quando lancio un occhio allo schermo per vedere il mittente, roteo gli occhi al cielo.

Dannazione, non vuole proprio arrendersi?

Lo afferro per leggere il messaggio, e contro ogni logica possibile, non riesco a ignorarlo.

Davian: ''Sei ancora intenzionata a tenere sotto sequestro il mio giubbino? O devo aspettarmi di vederlo in vendita su Ebay?''

Probabilmente dovrei farlo, eppure per qualche stupida ragione, il pensiero che qualcun'altra potrebbe averlo mi disturba, ed elimino l'idea ancor prima che possa davvero pensarci. Non è mai stata un'opzione. Lancio un occhio alla giacca appesa nello stesso punto dove era ieri, e la cosa migliore è riportargliela, per eliminare ogni traccia di lui dalla mia vita. È il modo migliore per proteggere il mio cuore.

Maisie: ''Sarebbe divertente vedere quanto potrei guadagnarci, suppongo parecchio. Mi limiterΓ² a riportartela.''

Sì, Maisie, ed esattamente come? Magari potrei spedirgliela.

Lui visualizza subito, come se non aspettasse altro.

Davian: ''Muori dalla voglia di vedermi?''

Maisie: ''Magari coglierΓ² l'occasione per strozzarti.''

Davian: ''Conosco modi migliori in cui potremmo impiegare il tempo, e prevedono comunque le mani sul tuo corpo.''

Un fremito mi scuote il corpo, e le mie guance diventano d'improvviso piΓΉ rosse. Che razza di idiota pervertito. Candice si limita a spingere verso di me il piatto con la colazione, trattenendo un sorriso divertito per il modo in cui faccio muovere i pollici sulla tastiera del telefono.

Maisie: ... smettila, razza di pervertito. Non otterrai nulla di tutto questo. Dammi il tuo indirizzo, ti riporto il tuo dannato giubbino e vado per la mia strada, e mi assicurerΓ² che sia ben distante dalla tua.

Dovrei davvero contattare sua sorella e dare a lei la fantomatica giacca. Questo è quello che mi sussurra la ragione, eppure... c'è una parte masochista di me che vuole rivederlo un'ultima volta. È la stessa che non riesce a lasciarlo andare.

Davian: Vediamoci per un caffè, così posso spiegarti meglio quello che intendevo l'altro giorno.

So dove vuole arrivare, e non ci cascherΓ². Un luogo pubblico vuol dire paparazzi in giro, e non ci tengo a finire sulle pagine dei giornali di gossip, nΓ© fomentare le voci che giΓ  sono in circolo. Grazie, ma no grazie.

Maisie: Non sono stupida, Davian. Non mi farΓ² vedere in giro con te. Se non mi dai l'indirizzo, contatterΓ² tua sorella e darΓ² a lei la giacca. Non abbiamo nulla da dirci.

Le mie mani sudano leggermente mentre scrivo, e Candice si limita a venire alle mie spalle per sbirciare la conversazione, a metΓ  tra il divertito e l'apprensivo.

Β«Cosa stai combinando, Maisie?Β»

Io sospiro, prendendomi la testa tra le mani. Neanche due giorni che sono a Londra, e la mia mente Γ¨ giΓ  in subbuglio.
Β«Non ne ho la minima idea.Β»

Rimango pensierosa per tutto il tempo in cui mi impongo di mangiare qualche carboidrato, sforzandomi di non controllare sulla mia app quante calorie sto ingerendo. Devo essere piΓΉ forte, anche se in certi giorni Γ¨ difficile combattere contro me stessa. Contro quei demoni che mi sussurrano di fare attenzione a ciΓ² che mangio, a non esagerare, a mantenere l'equilibrio perfetto.

''Maisie, il cibo non Γ¨ un tuo nemico. Non puΓ² farti del male.''
''Ma le parole degli altri sì.''

Mi ritornano in mente gli stracci di conversazioni avute con la mia psicologa, e cerco di appigliarmi a quelli per mandare giΓΉ i biscotti che sto mangiando, senza far vincere il senso di colpa e la sensazione di gonfiore che mi assale.

Sono piΓΉ forte. Posso mangiare dei dannati carboidrati senza dare di matto. Non mi accadrΓ  nulla.
Alla fine riesco a mandarne giΓΉ due, e mi ripeto che sono sufficienti. Non c'Γ¨ bisogno di esagerare.

A distrarmi dai miei pensieri, c'Γ¨ il messaggio su Instagram, che mi ricorda la mia questione ancora in atto, e a cui devo necessariamente mettere un punto.

Davian: Beccato. Chi mi assicura che non darai il mio indirizzo alle mie fan adoranti? O che non manderai un sicario ad ammazzarmi?

Maisie: Lo farei solo per il divertimento di vederti tormentato e costretto a trasferirti. Per quanto riguarda il sicario, costa troppo. Svolgo il lavoro personalmente.

Davian: Sei spietata.

Maisie: Contatto tua sorella, e chiuderΓ² con lei la questione. Buona vita, Davian.

Sto per chiudere la conversazione, quando lo vedo digitare una risposta, e il mio cuore si blocca per qualche istante.

Mi ha scritto il suo indirizzo. Vuole che vada.

Dio, che situazione.

La parte ragionevole di me, mi urla che dovrei lasciar perdere, e tenermi alla larga da lui il piΓΉ possibile. Quella che invece si lascia guidare dall'istinto... mi spinge verso di lui. Mi reclama come se fossi un magnete richiamato da una calamita. Sfuggirgli mi Γ¨ impossibile.

Β«Cosa farai?Β» mi domanda Candice, in attesa.

Quell'indirizzo Γ¨ una sfida, una vera e propria prova di coraggio. Scappare da un confronto mi dipingerebbe come una codarda che ha preferito fuggire, e non Γ¨ ciΓ² che sono. Affrontarlo, perΓ², rischierebbe di mandare a pezzi il mio equilibrio precario. Quella sottile linea che mi separa dal baratro. A metΓ  tra la sicurezza di restarne indenne, e il rischio di precipitare nel vuoto.

Scelgo di rischiare.
Non mi nasconderΓ².

Β«Vado a sbattergli in faccia quella dannata giaccaΒ» mugugno, prima di alzarmi dallo sgabello.

Mezz'ora dopo, sono pronta a uscire. Tengo la giacca di Davian sotto al braccio, e le mie amate cuffiette nelle orecchie. Farò ciò che devo, e poi andrò al negozio, cercando di lasciarmi tutta questa storia assurda alle spalle. Ho indossato dei pantaloni neri skinny, a cui ho abbinato un top chiaro a lunghe maniche, con ricamato lo stemma del mio logo sul lato destro del petto. È il contorno di una leonessa, fatto da una semplice linea nera sottile.

Ovviamente, casa di Davian si trova nel quartiere di Statford, uno dei quartieri migliori della cittΓ .

''Pensaci, Maisie. Un giorno potrei avere un mio appartamento a Statford, e tu verresti a stare da me.''

Mi fa piacere sapere, che dopotutto, ha ottenuto quello che voleva. Ma senza di me.
Rivederlo mi provoca un groppo in gola, e ho la sensazione di sentirmi il cuore in gola, e potesse esplodermi dal petto da un momento all'altro, quasi scalpitasse. I minuti mi sembrano eterni, e per tutto il tempo batto il piede a terra, mordendomi nervosamente le labbra.

Ho sperato per anni in un'occasione dal genere, pochi secondi per potermi imprimere la sua immagine nella memoria, e tenere per me ogni particolare.
Nella fretta di scendere, non mi rendo conto di sbattere contro un signore che stava per entrare, e l'urto mi fa cadere sulla maglia il suo caffè caldo.

Β«Ehi, guarda dove vai!Β» brontola, fulminandomi con lo sguardo.

Β«Se mi avessi dato almeno il tempo di scendere dalla metro!Β» gli sbraito contro, sorpassandolo.

Sono impresentabile. Non camminerò per Londra conciata così. C'è una macchia marrone proprio a centro del petto, che sono certa non andrà via facilmente. Sposto lo sguardo sul giubbino di Davian, e mi costringo a indossarlo per nascondere il danno, sentendomi stranamente confortata.

C'Γ¨ ancora il suo odore impresso, un mischio di muschio bianco e qualcos'altro di... intenso, che mi inebria i sensi, lasciandomi ubriaca.

Arrivo di fronte a un appartamento lussuoso, con vetri scuri e un cancello pedonale barrato, da cui Γ¨ difficile vedere l'interno. Sbirciando, noto la sua moto parcheggiata nel viale, che mi rassicura di essere nel posto giusto. Busso il citofono, e la sua voce profonda mi fa venire i brividi, scuotendomi fin dentro le ossa.

Β«Ti apro.Β»

Probabilmente deve avere qualche dannata telecamera qui fuori, e quando il cancello scatta, io mi fiondo dentro prima che qualche giornalista possa immortalarmi. Una folata di vento soffia nella mia direzione, e io mi stringo di piΓΉ nella sua giacca, quasi avesse il potere di difendermi dal mondo.

In un certo senso ci riesce. Ma preferisco ignorare la sensazione.

Percorro velocemente il vialetto che mi porta davanti la sua porta, e quando mi apre la porta... cazzo.

È a petto nudo. Con soltanto i pantaloni di tuta neri addosso.

Dio mio.

Anche meglio di come lo ricordavo.
Il suo fisico Γ¨ scolpito, ma neanche esageratamente. Sulle braccia ci sono vari tatuaggi sparsi, alcuni dei quali devono essere recenti. Ha tutto al punto giusto, gli addominali pronunciati, e la V del basso ventre che mi provoca un calore fin troppo familiare dove non dovrebbe esserci.

Lui deve essersi accorto del mio sguardo, perchΓ© si passa la lingua sul labbro inferiore, soffocando una risata.

Β«Buongiorno, stilista. Sono felice di notare che la mia giacca ti sia piaciuta tantoΒ» sogghigna, spostandosi per lasciarmi entrare.

Io brontolo una risposta, imponendomi di distogliere lo sguardo da lui, ed entro dentro. «Mi sono macchiata di caffè uscendo dalla metro, era una questione di necessità.»

Lui alza un sopracciglio, senza preoccuparsi di nascondere l'espressione maliziosa. Β«Chiamala come ti pare.Β»

Non riesco a sostenere il suo sguardo, sembra divorarmi, e se mi soffermassi qualche secondo in piΓΉ in quegli occhi verdi come la foresta, non sarei in grado di mantenere la mia corazza. Lui abbatte ogni muro, non importa quanto io mi sforzi di alzare le difese.

«Accogli così tutte le persone che vengono a farti visita?»

Lui ride, lanciandomi un ultimo languido sguardo. Β«Solo quelle che indossano la mia giacca preferita.Β»

Dannazione se gioca sporco.

Una marea di ricordi mi assale, e la sicurezza lascia presto il posto alla nostalgia, mista a una spiacevole sensazione di dolore al petto.
Le parole mi escono di bocca prima che io possa frenarle.

Β«Una volta ti piaceva che indossassi le tue cose.Β»

Avrei dovuto restare zitta.
I nostri sguardi si incrociano, e per qualche secondo il mondo perde importanza. Il modo che ha di guardarmi mi manda in fiamme, riaccende ogni centimetro della mia pelle, provocandomi i brividi senza neanche bisogno di toccarmi. Percepisco l'intensitΓ  del suo sguardo, le scintille che brillano nelle sue iridi smeraldo, e l'espressione di chi come me... non riesce a dimenticare.

Si avvicina pericolosamente, e si china per sfiorarmi l'orecchio con le labbra, curvando le labbra in un dannato sorrisetto compiaciuto.

Β«Mi piace ancora.Β»

Uno sciame di farfalle si abbatte nel mio stomaco, che ha appena deciso di contorcersi in mille modi diverso. La mia bocca si schiude, e la mia pelle reagisce immediatamente al contatto con la sua, rabbrividendo non appena il suo respiro la solletica.

Mi sfilo la giacca prima che possa ripensarci, e gliela passo, leggermente in imbarazzo per la macchia di caffè che mi ritrovo sul petto. La cambierò non appena sarò al negozio.

Β«Che ti piaccia o no, non Γ¨ piΓΉ un mio problema.Β»

Faccio per andarmene, ma Davian mi trattiene, afferrandomi per il polso e costringendomi a voltarmi di nuovo verso di lui. Non posso sfuggirgli in alcun modo.

Β«Cosa devo fare per avere cinque minuti del tuo tempo?Β» mormora, con gli occhi come due pozze profonde, da cui Γ¨ impossibile riemergere.

Io sospiro, arresa. Β«Cosa vuoi?Β»

Β«Troppe cose, ma mi accontenterΓ² di quelle piΓΉ sempliciΒ» replica, con un sorrisetto da farabutto.

Io guardo l'orario sul mio telefono, e roteo gli occhi al cielo, restando ferma nella mia posizione e con le braccia incrociate al petto.

Β«Quattro minuti, poi devo andare al negozio.Β»

Lui la prende come una vittoria, e prova ad avvicinarsi, mentre io arretro di un passo.

La sua vicinanza mi spaventa, perchΓ© riesce a colmare il vuoto che sento da anni nel petto, e mi destabilizza.

Β«Ieri mi sono espresso male. So che sembra una follia... ma stringere un accordo con me potrebbe aiutarti. La gente sta giΓ  parlando, Maisie, tanto vale cavalcare l'onda, e sfruttare i media per raggiungere i nostri obiettivi. Sarebbe soltanto una recita, da cui entrambi ne ricaviamo beneficio.Β»

Crede davvero che sia così? Contro di lui ho sempre perso.
Ogni dannata volta.

Β«Non mi serve il tuo aiuto. Non mi venderΓ² a una cosa del genereΒ» sibilo a denti stretti, con l'ansia che mi attanaglia il petto.

Tornerei a essere la ragazzina che si Γ¨ lasciata illudere. La regina dei cuori spezzati. Il soprannome che mi ha perseguitato per almeno un anno.
Non voglio rivivere tutto da capo.

Β«Il tuo brand avrebbe molta piΓΉ visibilitΓ . Accetto qualsiasi tua condizione: indosserΓ² i tuoi vestiti, mi farΓ² vedere nel tuo negozio, ti presenterΓ² a chiunque tu voglia.Β»

Una sola domanda mi preme nel petto, perchΓ© so che Davian Γ¨ tutto fuorchΓ© altruista.

Β«PerchΓ©? Non hai bisogno di pubblicitΓ . Il tuo album spaccherΓ  in ogni caso.Β»

Lui mi fissa per qualche istante, e posso notare la sua espressione incupirsi, come se fosse tormentata da un motivo ben piΓΉ serio.

Β«Non sono ben visto dai giornalisti in questo momento. Dimostrargli di avere una relazione stabile smentirebbe le loro accuse, e mi darebbe piΓΉ visibilitΓ  in vista dell'album e del mio primo tour internazionale. Saremmo al centro dell'attenzione.Β»

Tremo al solo pensiero. Ho sempre odiato i riflettori.
Non ho fatto altro che evitarli per tutta la mia permanenza in America, e il peso degli sguardi altrui ancora mi perseguita, come fosse un incubo ricorrente. La gente giudicherebbe. Parlerebbe. Noterebbe ogni mio difetto.

PerΓ²... potrei avere un'occasione di far conoscere i miei vestiti. Il mio lavoro.

Dimostrare a mio padre che si sbagliava. Dimostrare a me stessa che non sono un fallimento.

Β«Se accettassi, non ci dovranno essere baci, effusioni, sesso o altre stronzate varieΒ» metto in chiaro, assottigliando gli occhi.

Lui curva le labbra in un sorrisetto beffardo. Β«Che spreco.Β»

Dannazione a lui.

Β«Non transigo, sarebbe una delle mie condizioni.Β»

È davvero la cosa giusta da fare? Scendere a patti col diavolo non mi porter a nulla di buono.

Β«Altro?Β»

Β«Non ho detto che accetto.Β»

Lui ridacchia, riportando lo sguardo su di me. Β«Ma ci stai pensando.Β»

Vaffanculo a lui. È stata una pessima idea venire qui.

Β«Se fai sesso con altre donne, non voglio che si venga a sapere. Non voglio... non voglio passare per una povera sfigata.Β»

Lui si ammutolisce, e stringe la mascella. Prima che possa dire altro, colma la distanza tra di noi, e io mi ritrovo a pochi centimetri dal suo viso, mentre lui mi afferra il mento col pollice e l'indice, senza possibilitΓ  di sfuggire dai suoi occhi.

Β«Ci saresti soltanto tu. Nessun'altraΒ» mormora, e con l'altra mano mi stringe il fianco, attirandomi a lui. Β«PerΓ² pretendo la stessa cosa.Β»

Non credo che sia mai esistito qualcun altro.

Ci ho provato per un periodo... senza successo.

Β«Non sono io quella incline a rompere le promesse fatteΒ» ringhio, e lo spingo lontano, sopraffatta da troppe emozioni.

Ho bisogno di riflettere. Devo ritrovare la calma, e restare qui non mi aiuterΓ .

Ma quando Davian Harthley decide di tenerti in trappola, le vie d'uscita sono tutte bloccate. Nessuna via di scampo.

Β«Accetti o no?Β»

Una risposta apparentemente semplice.
O si, o no.
Accettare, o rifiutare.
Rischiare, o proteggersi.

Sono troppo confusa, non riesco nemmeno a parlare, figuriamoci prendere una decisione così importante.

Β«I quattro minuti sono passati, e io devo andare.Β»

Evito di rispondere alla sua domanda, e mi catapulto fuori, prima che lui possa fermarmi di nuovo. Prima che il cuore possa convincermi a gettarmi in acque profonde, che preannunciano guai.

Soltanto una farsa.
Un accordo vantaggioso.

Farmi coinvolgere Γ¨ un rischio troppo grande, e non posso affrontarlo di nuovo... non posso ricaderci ancora.

La prima volta il cuore Γ¨ sopravvissuto per un pelo, ma adesso?

Ho troppi dubbi, e le gambe mi tremano per tutta la distanza che mi separa da casa sua al negozio.

Devo distrarmi, cazzo. Devo pensare a qualsiasi cosa che non sia Davian Harthley.

Un messaggio mi distrae dai pensieri, e pare rispondere alla mia tacita richiesta.

Non posso perdere l'occasione.

Sento giΓ  il richiamo dell'adrenalina, un richiamo a cui non so resistere.

Eris: Che ne dici di fare un salto nel passato? La leonessa Γ¨ pronta a tornare in pista?

Non esito neanche un istante, e me ne frego di essere cauta, o controllarmi.
Ho bisogno di sentirmi viva.
Ho bisogno di riprendere il controllo.

Maisie: Ci sto. Dimmi dove e quando.

Spazio autrice:

Anche se in ritardo, sono riuscita ad aggiornare. Come sempre, con l'AI vi propongo la scena presente nel capitolo.🌝

La tensione tra Maisie e Davian non farΓ  che aumentare, ed Γ¨ solo l'inizio.
Se il capitolo vi è piaciuto, lasciate pure una stellina, e nel frattempo rimango a disposizione per qualsiasi commento.🀍
Ci vediamo al prossimo capitolo!

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