πͺπππππππ ππ: π³'ππππππ πππππ π πππ'ππππ
"Senza sapere dove andiamo ci sono posti dove vorremmo fermarci per sempre. E il piΓΉ delle volte quel posto Γ¨ una persona."
- Federico Sangalli
Soundtrack: Nothing Without You β The Weeknd
Se dovessi fare un bilancio totale dell'anno che sta per salutarci, non posso lamentarmi.
Parecchie cose non sono andate come volevo, per mesi interi non ho fatto altro che vivere una vita sregolata, ho fatto parecchie cazzate e altrettante scelte discutibili.
Nessuno Γ¨ perfetto, okay?
Poi quando meno me lo aspettavo, accettare l'invito a un evento qui a Londra ha ribaltato la mia vita... e riavere lei nelle mie giornate vale piΓΉ di qualsiasi altra cosa.
Anche se scegliere di tenerla con me rientra tra le decisioni piΓΉ egoiste che io abbia mai preso.
Cinque anni fa, la situazione era diversa, noi eravamo piΓΉ immaturi, e certi sentimenti faticavo ad accettarli. Vivevo nell'illusione che ci saremmo dimenticati l'uno dell'altro, e lei avrebbe trovato di meglio, qualcuno che potesse renderla felice e che la meritasse.
Adesso il pensiero di lasciarla di nuovo Γ¨ una pugnalata al petto, ma soprattutto... so che la distruggerei, e preferirei sbattere la faccia contro il vetro piuttosto che farle del male.
Gliel'ho promesso.
A volte ho il timore di sentirle dire quelle due semplici parole, perchΓ© semmai le pronunciasse, se ne fossi degno... cambierebbe tutto. Ho una paura fottuta di pronunciarle anche io, perchΓ© non voglio metterle pressione, o fare passi falsi.
So che quello che c'Γ¨ tra di noi Γ¨ un legame profondo, e non puΓ² essere altro che amore. Non mi sono mai ritenuto un tipo eccessivamente romantico, eppure lei mi fa venire voglia di fare tutte le cose piΓΉ sdolcinate e ridicole del mondo. Mi spinge a essere migliore, a fare attenzione ai particolari, a chiedermi a ogni ora del giorno se sta bene o se ha bisogno di un aiuto. Mi spinge a guardare il mondo da un'altra prospettiva, dove l'amore non Γ¨ piΓΉ qualcosa da associare al senso di perdita, ma alla rinascita. PerchΓ© io con lei ho ripreso a vivere.
C'Γ¨ solo un unico cazzo di problema a dividerci, non potrΓ² nasconderglielo in eterno, e se lo scoprisse da sola sarebbe anche peggio.
Comunque sia, non Γ¨ il caso di parlarne la notte della vigilia di capodanno, mentre mi sto preparando a un party esclusivo a cui mi hanno invitato, al quale andrΓ² Maisie. Non avrei mai passato questa notte senza di lei.
Controllo le notifiche che mi sono arrivate per vedere se ho messaggi da parte di Maisie, e me ne trovo un paio dove mi dice di essere pronta, e che devo farle sapere quando sto per andare a prenderla.
Le rispondo dopo essermi sistemato la giacca e aver allacciato le scarpe. Dato che l'evento richiede un dress code elegante, ho optato per un completo grigio scuro con dei dettagli laminati, e sotto una camicia di seta nera che ho lasciato aperta fino al petto, in modo da far vedere le collane che porto al collo.
Io:
Tra un quarto d'ora sono da te, leonessa. Siamo ancora in tempo per mandare tutto al diavolo e festeggiare da soli.
Sarei davvero tentato, a dirla tutta. Questi eventi sono belli, un sogno a occhi aperti nel vederli dall'esterno, soltanto che mi annoiano a morte. Non ho bisogno di passare il Capodanno con gente che non fa altro che guardarti dall'alto al basso, in cerca di qualche difetto o di qualcosa di cui poter parlare. In piΓΉ, ho paura di turbare Maisie, dato che ci sarΓ il red carpet pieno zeppo di fotografi.
Leonessa:
Potremmo farlo, ma dubito che il tuo agente ne sarebbe contento. Hai dei doveri da rispettare, pirata. Non preoccuparti, avremo tutta la notte per noiπ
Cazzo se l'avremo. Onestamente, aspetto solo quel momento.
Io:
Fanculo il mio agente. Se qualcosa sarΓ troppo per te da sopportare, ce ne andiamo. Del parere degli altri me ne fotto, tu sei piΓΉ importante.
So bene quanto Maisie faccia difficoltΓ agli eventi pubblici, e non ho intenzione di rovinarle la serata. Lei mi risponde poco dopo, quando io sto per mettere in moto la macchina.
Leonessa:
Non preoccuparti, starΓ² bene. A proposito, che faccio gli slip li indosso oppure no?
Maledetta.
Rido per il suo messaggio, e la sua provocazione mi colpisce in pieno, facendomi immaginare di avere un assaggio di lei proprio qui in macchina, su quel cazzo di sedile.
Io:
Metti quelli che ti ho regalato. Voglio essere io a toglierteli stanotte... e non posso prometterti di essere delicato. Mi stai facendo impazzire giΓ da qui.
Leonessa:
Sai che amo torturarti. Scherzavo, comunque, ho messo l'intimo. Ti aspetto qui.
Le strade di Londra a quest'ora sono quasi del tutto deserte, per questo non ci metto troppo ad arrivare fuori l'appartamento di Maisie. La maggior parte delle persone sono in qualche locale, e i turisti festeggiano in centro, quindi le strade sono perlopiΓΉ libere. Avviso Maisie di uscire, e aspetto fuori dalla macchina, poggiato sulla portiera del passeggero. Lei esce dopo poco, e quando metto a fuoco la sua figura credo di avere una paralisi.
Porca puttana.
Non credo che abbiano inventato abbastanza parole per descrivere quanto sia bella. Non riesco neanche a battere le palpebre, perchΓ© sarebbe un peccato. Mi ha completamente incantato, cazzo.
Indossa un vestito rosso fuoco di velluto a monospalla, che lascia una parte di fianco scoperto, e ha dei drappeggi che formano un nodo sulla vita, diramandosi sia verso la gonna che verso il bustino. L'abito ha uno spacco laterale che lascia vedere la pelle nuda, e come unico accessorio degli orecchini lunghi pieni di brillanti. Per coprirsi ha un piccolo coprispalle, e ha lasciato i capelli semi raccolti, bloccati nei lati con due fermagli argentati, lo stesso colore dei suoi tacchi a spillo, eppure sono incapace di parlare.
Γ una fottuta regina. La mia.
Maisie si accorge del mio sguardo e mi sorride, prendendosi il suo tempo per lasciarsi ammirare mentre si avvicina a me. Ora piΓΉ che mai, sono convinto che manderei al diavolo ogni impegno pur di godermi ogni secondo con lei.
Β«Sempre a corto di parole, pirata?Β»
Esatto.
Scuoto la testa per riprendere fiato, cercando in ogni modo di formulare una frase di senso compiuto.
Β«Sei l'unica ad avere questo potere su di meΒ» ammetto a corto di fiato, divorandola con gli occhi.
Maisie arrossisce, e si avvicina di più, tanto che riesco a sentire il suo profumo, e come ogni volta ne resto estasiato. Ho un casino in testa, tanto che a volte i pensieri rischiano di inghiottirmi, poi arriva lei... e sparisce tutto. Non so come faccia, però è così. Senza di lei sarei perso, sarei spento, sarei... niente.
Β«Ti piaccio? Γ abbastanza per un red carpet? Forse i capelli sono troppo semplici, e non sono un granchΓ© con il make-up. Dovrei cambiare vestito?Β» mi domanda a raffica, con una punta di timore nella voce.
Io le prendo il volto tra le mani, accarezzandole la guancia. Β«L'abito Γ¨ meraviglioso, leonessa. Non hanno ancora inventato abbastanza parole per spiegarti quanto, ma a renderlo unico sei tu. Sei tu a renderlo vivo, e cazzo, non riesco a smettere di guardarti, perchΓ© sei bella oltre ogni limiteΒ».
Maisie mi sorride, e mi preme un dito sulle labbra quando mi sporgo per baciarla, ridacchiando. Β«Mi rovinerai il rossetto, adesso abbiamo un evento a cui partecipare, e non voglio fare tardiΒ».
Sospiro a sentirla, ma faccio come dice, allontanandomi per aprirle la portiera e metterle la cintura. Mi avvicino al suo orecchio prima di andare al mio posto, facendola rabbrividire. Β«Stasera non hai scampo, leonessa. Ti rovinerΓ² quelle labbra e il rossetto fino ad avere tracce ovunqueΒ».
Devo eliminare queste immagini dalla mia testa se voglio sopravvivere per qualche altra ora.
Maisie ridacchia, e si sporge per sfiorare il mio collo, attirandomi a lei. Β«Non voglio avere scampo. Voglio che tu mi tolga ogni traccia di colore a furia di baciarmiΒ».
Dio mio.
Cerco di ritrovare un minimo di controllo prima di mettermi alla guida, impostando la destinazione sul telefono, in modo che si colleghi allo schermo della macchina.
Β«Niente foto prima di partire?Β» mi domanda Maisie, recuperando il suo telefono.
Io ridacchio, e mi avvicino a lei per scattare un selfie, accontentandomi di darle un bacio sulla guancia. Lei sorride quando scatta la foto, e io non vedo l'ora di aggiungere la foto al nostro album.
Β«Perfetto, adesso possiamo andareΒ».
Prima arriverΓ² a quel party del cazzo, prima potrΓ² andarmene e avere la mia leonessa tutta per me.
-
Arriviamo a destinazione in perfetto orario, e il fiume di gente che si affretta a sfilare lungo il red carpet ne Γ¨ la prova. A mio parere, sono tanti pavoni che gareggiano a chi Γ¨ il migliore tra di loro, senza pensare ad altro.
Apparenza, Γ¨ questa l'unica cosa importante.
Un tempo ero affascinato da questa realtΓ , volevo entrarci a ogni costo, essere al centro delle attivitΓ sociali di questi circoli, parte del loro mondo. Adesso vorrei solo tornare indietro ai tempi in cui potevo bere birra con i miei amici senza avere fotografi addosso, e dove le persone che mi circondavano erano autentiche, e bastava poco per divertirsi. Sono qui solo perchΓ© ho bisogno di promuovere il mio album e realizzare il mio sogno, niente di piΓΉ.
Il locale Γ¨ uno dei piΓΉ lussuosi di Londra, e chi l'ha organizzato non ha badato a spese. Ci sono faretti lungo tutta la navata che ospita il red carpet, lungo almeno un paio di metri e con fotografi lungo tutto il percorso, e la musica si sente giΓ dall'esterno. Un buttafuori si assicura che le persone che passino siano nella lista, e gli apre una cordicella rossa per farli proseguire.
Lascio le chiavi dell'auto allo chauffeur della serata, e aiuto Maisie a scendere dopo averle aperto la portiera, tenendola contro di me.
Β«Stai bene, Isie?Β»
Maisie annuisce velocemente, e stringe piΓΉ forte la mia mano. Β«Posso sopportarloΒ».
Β«Non devi per forza. Mi basta un cenno di disagio, e ce ne andiamo. PromessoΒ» le accarezzo la guancia, perdendomi in quel suo sguardo.
Lei perΓ² scuote la testa, guardandomi con un'espressione determinata. Β«Non scapperΓ², posso affrontare dei fotografi. Solo... non lasciarmi sola, okay?Β» mi sussurra con un pizzico di incertezza.
Le bacio la fronte, dandole il tempo che le serve per prendere coraggio. Β«Per nulla al mondo, leonessaΒ».
Appena mi fa segno di andare, le cingo la vita con un braccio e la tengo vicino a me, avvicinandomi all'entrata per annunciare sia me che Maisie.
Β«Davian Harthely e la mia fidanzata, Maisie NuΓ±esΒ».
L'uomo controlla la lista, segna un visto e ci apre il passaggio, salutandoci con un cenno. Β«Ben arrivati, signori. Buona serata e buon annoΒ».
Mi assicuro che Maisie sia stretta al mio fianco quando passiamo il red carpet, e i flash ci invadono all'istante. Scattano a ripetizione, e col buio della notte sono ancora piΓΉ evidenti. Ci sono persone che ci urlano di girarci in ogni angolazione, chiamano i nostri nomi e sperano in uno sguardo da poter catturare. Il continuo gioco di luci a intermittenza e le luci artificiali iniziano a dare fastidio persino a me, ma la mia unica preoccupazione Γ¨ Maisie. La sento irrigidirsi al mio fianco, e i suoi passi diventano pesanti, come se faticasse a muoversi. Respira a fatica, e quando le inizia a tremare la mano, capisco che non sta bene.
Mi giro verso di lei, prendendole il volto tra le mani.
Β«Fanculo i fotografi, leonessa. Guarda soltanto me, sei perfetta, non avere paura di farti vedere dal mondo. Ci sono io con teΒ» mormoro, e le accarezzo la guancia.
Β«Sono tanti, troppi, io non...Β» non le lascio il tempo di continuare.
Le afferro il volto tra le mani per baciarla, donandole la tranquillitΓ di cui ha bisogno. Al diavolo il rossetto rovinato. So che sicuramente staranno scattando piΓΉ foto possibili, e non mi interessa. La mia prioritΓ Γ¨ far stare bene lei. La bacio dolcemente, passando la mano sul suo fianco per tenerla vicina, e mi stacco soltanto quando la sento tranquilla.
Β«E questo per cosa era?Β» mi sussurra lei, piΓΉ tranquilla.
Β«Per calmare te, e per far vedere a tutto il mondo che mi appartieni, come io appartengo a teΒ».
Maisie mi guarda con gli occhi spalancati dalla sorpresa, e mi prende la mano, pronta a proseguire.
Β«Allora assicuriamoci di fare invidia a tuttiΒ» mormora, prendendo un profondo respiro prima di voltarsi verso le telecamere.
Lo vedo quando sia complicato per lei, ma vedere con quanta forza e coraggio affronta le sue battaglie mi fa venire voglia di baciarla con ancora piΓΉ passione. Mi fa venire voglia di tenerla con me per proteggerla da qualsiasi cosa possa ferirla, consapevole che ha abbastanza fegato per cavarsela da sola.
Ogni suo sorriso alle telecamere Γ¨ una vittoria per me, ogni passo che muove fieramente una soddisfazione, mentre io le tengo la mano per tutto il tempo, lasciando che sia lei la protagonista di questo momento. Non mi interessa apparire, quanto far stare Maisie a suo agio. Almeno per una volta, voglio che si goda il momento, senza pensare a nulla.
Β«Sei perfetta, leonessa. E sei miaΒ» le sussurro all'orecchio, facendola sorridere di piΓΉ, con le guance leggermente piΓΉ rosse. Non smetto di dirglielo per tutto il percorso, e quando riusciamo finalmente a entrare dentro, la sento tirare un sospiro di sollievo.
«Per un attimo ho creduto di collassare lì davanti a tutti» ammette, recuperando fiato.
Io le rivolgo un sorrisetto, tenendola contro il mio petto. Β«Sei stata la piΓΉ bella di tutto il fottuto red carpet. Anche di tutta LondraΒ» mormoro, provocandole un altro sorriso.
Β«Non esagerare, adulatoreΒ» brontola, sbuffando.
Β«Non esagero affattoΒ» replico, dopo esserci allontanati dall'entrata.
All'interno i dettagli del ristorante sono ancora piΓΉ eleganti di quanto mi aspettassi. Per tutto il perimetro della sala ci sono tavoli con nomi assegnati, in modo che il centro della sala sia lasciato libero per ballare. C'Γ¨ un angolo bar sulla sinistra che serve drink, con un bancone interamente in marmo nero e bianco e dei led che illuminano i bordi, e dal soffitto un lampadario di cristallo che illumina la sala con vari giochi di luce. La console del dj si trova sopra un piccolo ripiano e si affaccia sul centro della sala, in modo da non rubare spazio alla pista. Due scalinate in vetro e marmo bianco conducono al piano superiore, dove ci sono dei divanetti per chi volesse privacy. Sul muro c'Γ¨ anche l'ologramma di un orologio, in modo che sapremo quando scatterΓ la mezzanotte.
«Non ho mai partecipato a eventi così... importanti. Ci sono solo celebrità » sussurra Maisie, guardandosi attorno in uno sguardo a metà tra il sorpreso e l'intimorito.
Β«Per quello che vale, preferisco di gran lunga come abbiamo festeggiato il Natale. Questi eventi sono una noia mortale, servono solo per avere visibilitΓ . Se il mio agente non mi ci avesse costretto, saremmo giΓ altroveΒ» le dico, prendendo due calici per poter brindare con lei, anche se non potrei bere.
Fanculo, per una sera posso fare un'eccezione.
Maisie beve qualche sorso, dopo aver fatto tintinnare il suo bicchiere contro il mio. Β«Ai momenti autentici, alloraΒ».
Β«Alle persone che li rendono taliΒ» le sorrido, cercando con lo sguardo il mio agente. Mi ha detto che ci sarebbe stato anche lui per presentarmi a qualche altro contatto.
La sala gremita di gente, al punto che la cosa migliore da fare Γ¨ sedersi al tavolo. Soltanto che quando arriviamo al nostro, quasi mi strozzo nel vedere chi sarΓ seduto con noi.
Karol.
L'espressione di Maisie avvampa, e se gli sguardi potessero uccidere, sarei già morto, assieme a chi ha avuto la brillante idea di disporci così.
«Tu lo sapevi?» mormora, incrociando le braccia al petto. «Io lì non mi ci siedo neanche morta».
Scuoto la testa, piΓΉ sorpreso di lei. Β«Certo che no. Avevo il presentimento che sarebbe stata presente, ma che cazzo ne potevo sapereΒ».
Se possibile, il suo nervosismo peggiora. Β«Fantastico, va di bene in meglioΒ».
Nonostante cerchi di allontanarsi, la tengo stretta a me, impedendole di andare lontano. Β«Non mi frega niente di Karol, Maisie. Potrebbe presentarsi qui persino nuda, continuerei a guardare te. Le altre non esistono. Ti prego, credimiΒ» le prendo il volto tra le mani, poggiando la fronte contro la sua.
Lei sospira, mordendosi il labbro. «Mi sento già un pesce fuor d'acqua qui, Davian. Non mi serviva anche lei a peggiorare la situazione. E anche se me lo hai già detto, non possiamo andare via così, hai bisogno di contatti e di farti vedere, lo so» sussurra sottovoce.
La mia vita Γ¨ un fottuto casino, ne sono consapevole, e odio coinvolgerla in tutto questo.
Stringo Maisie in un abbraccio, solo che si sposta dopo poco, con un'espressione vuota. «Vado un secondo in bagno. Così sono impresentabile» bofonchia, prima di allontanarsi verso la scritta che indica la toilette, e io resto poco distante per evitare qualsiasi inconveniente.
Mi sforzo di pensare a una soluzione, guardando gli invitati della sala. Tra di loro, scorgo Alex, un giocatore di hockey con cui ho un'amicizia abbastanza salda, e da quanto ne so, Γ¨ single. Perfetto.
Mi avvicino per salutarlo, dandogli una pacca sulla schiena.
Β«Ehi, bello, che piacere vederti. Grande inizio stagione, eh?Β» ridacchio, alludendo alle sue vittorie.
Lui annuisce, sorridendo smagliante. Β«Preferisco non montarmi la testaΒ».
Parliamo per qualche secondo del piΓΉ e del meno, fino a quando non decido di arrivare al punto. Β«Senti, odio chiedertelo ma ho bisogno di un favore. Hanno messo a sedere Karol, la mia ex, accanto a me e alla mia fidanzata. Dato che non vorrei rovinarmi l'ultimo giorno dell'anno, non Γ¨ che potresti convincerla a sedersi accanto a te, se sei venuto qui da scapolo? Ehi, lo so, Γ¨ da stronzi, ma non voglio far sentire a disagio la mia fidanzataΒ».
Lo sguardo che mi rifila Alex non mi fa ben sperare, ma quando adocchia Karol, sbuffa divertito. Β«E va bene, ma sappi che mi devi un favore. Quella ragazza Γ¨ egocentrica da far paura, e un tantino logorroicaΒ».
Ridacchio, concordando con lui. Β«Ritienimi in debito, amico. Giuro che mi hai salvato la serataΒ».
Lui borbotta, ma in fondo non credo sia tanto dispiaciuto. Restiamo a parlare per qualche altro minuto, almeno fino a quando non mi rendo conto che Maisie ci sta mettendo fin troppo tempo in bagno. Saluto Alex e mi affretto a raggiungere la zona della toilette.
Le ho promesso che sarei rimasto accanto a lei, non romperΓ² la parola data.
Sento delle voci provenire dal corridoio che precede i bagni, e riesco a scorgere l'ombra di una figura maschile.
Β«Che fretta hai di tornare alla festa, piccola? Sono sicuro che io e te potremmo divertirci di piΓΉ. Vuoi pubblicitΓ ? Per il giusto prezzo potrei farti entrare ovunque. Magari potresti iniziare a metterti in ginocchioΒ».
Io lo uccido.
Se Γ¨ quello che penso, Γ¨ un morto che cammina.
La voce di Maisie Γ¨ la conferma che volevo, e mi spinge ad affrettare il passo.
Β«Sono fidanzata, pervertito del cazzo. Sei un maiale, non verrei con te neanche per tutti i soldi del mondo, levati di tornoΒ» sbotta, e la sento imprecare.
Β«Non fare tanto la sostenuta, a chi non piace il brivido del proibito?Β»
Appena li raggiungo, afferro il ragazzo per la maglia, non so neanche chi cazzo sia, e lo sbatto contro la parete opposta, senza preoccuparmi di essere delicato.
Β«Se provi soltanto a pensare di poter importunare o toccare di nuovo la mia fidanzata, giuro che sarΓ l'ultima cosa che sarai in grado di fare con le tue maniΒ» ringhio, afferrando la sua camicia in un pugno. Β«Lei non la tocchi, stronzo! Sono stato abbastanza chiaro, o hai bisogno di una dimostrazione pratica?Β»
Maisie mi afferra la mano, tirandomi indietro prima che perda del tutto il controllo, tanto che fatico persino a respirare.
Un solo fottuto minuto di troppo, e non voglio neanche immaginare cosa sarebbe successo.
Β«Ti preoccupi troppo, amico. Non Γ¨ niente di piΓΉ di una puttanella che cerca notorietΓ Β».
Vedo nero.
Nessuno parla di lei così.
«Ti ammazzo, stronzo! Ti faccio tornare a casa senza denti, così la smetterai di dire stronzate» alzo la mano contro di lui, solo che a bloccarmi c'è la figura di Maisie, che si mette tra me e lui.
Sono un fascio di nervi, e non credo che mi fermerei se arrivassi a colpirlo. Voleva approfittare di Maisie perchΓ© Γ¨ una bella ragazza e non Γ¨ famosa, come se fosse una giustificazione per i suoi atteggiamenti di merda. Uomini come lui sono la feccia. Lo voglio vedere steso a terra.
«Non abbassarti al suo livello, Avi. Non ne vale la pena per uomini così. Sono soltanto dei poveri sfigati che non concluderanno un cazzo nella vita» gli si avvicina, spingendolo indietro. Gli prende il polso per torcerglielo, e mi fa godere vederlo sofferente. «Però non la passerai liscia. Aspettati una bella denuncia per molestie, perché uomini come te meritano di pagare. Meritano di vergognarsi per la merda che sono, e tutti i soldi che hai non potranno salvarti. Ti rovinerò, brutto bastardo. Ti darò una lezione che non dimenticherai» indica la telecamera sopra di loro, soddisfatta. «La vedi quella? Quando io dirò a tutti che merda sei stato, non ci sarà soltanto la parola mia e del mio fidanzato, ma anche quella bella telecamera a confermare ogni fottuto secondo. E faresti bene a lasciare la festa, se non vuoi che inizi a parlare adesso».
Questa donna Γ¨ la mia regina.
Maisie gli lascia la presa soltanto quando ha smesso di parlare, e lo sconosciuto corre via a gambe levate. Non ho neanche idea di chi diamine sia, ma lo scoprirΓ².
Mi avvicino a lei, preoccupato, e la abbraccio. Β«Stai bene? Ti ha fatto del male?Β»
Respiro quando scuote la testa, mi sento piΓΉ sollevato.
Β«Le lezioni di Mason aiutanoΒ» sospira, sistemandosi il vestito. Β«Torniamo di lΓ . Non voglio peggiorare la serata, e non permetterΓ² a quel parassita di rovinarmi l'umoreΒ» mi dice, prendendo la mia mano.
Io annuisco, rivolgendole un'ultima occhiata prima di avviarci. «Avevo una voglia matta di baciarti, leonessa. Quando sei così agguerrita mi annienti» le sussurro, cingendole la vita con un braccio.
Lei sogghigna. Β«Assicurati di farlo davanti a KarolΒ».
Sapevo che lo avrebbe detto. Amo la mia leonessa gelosa. Β«A proposito di quello, ho risolto. Ho chiesto a un mio amico di invitarla al suo tavolo, non ci darΓ fastidioΒ» le dico, sorridendo smagliante.
La sua espressione luminosa mi dΓ la sicurezza di aver fatto la cosa giusta.
Β«Sul serio?Β» sgrana gli occhi, senza riuscire a trattenere il sorriso.
Annuisco. Β«Te l'ho detto, leonessa. Non voglio farti sentire a disagioΒ» le dico, prendendo la sua mano per baciarle il dorso.
Quando torniamo nella sala principale, finalmente riusciamo a rilassarci, e l'atmosfera cambia. La cena prosegue in modo tranquillo, alterando momenti di ballo a quelli delle varie portate, e sono soddisfatto di essere riuscito a distrarre abbastanza Maisie da farla mangiare. Ogni volta che lo sguardo di Karol incrociava il nostro, Maisie si assicurava di baciarmi, e posso giurare di averle visto alzare un dito medio verso di lei. Abbiamo parlato dei nostri progetti, del mio album, di qualsiasi cosa ci passasse per la testa.
L'ho portata in pista per farla ballare durante le nostre canzoni preferite, e a ogni ora passata, le sussurravo che non vedevo l'ora di andare via con lei.
Alla fine non importa il posto in cui ci troviamo, con Maisie Γ¨ un'altra storia, e riesco a stare bene.
Maisie ha legato con una regista seduta al nostro tavolo, e presentando i suoi lavori come stilista, la ragazza gliene ha chiesto un paio in prestito per il suo set.
Β«Per me sarebbe un onore. Non c'Γ¨ problemaΒ» sorride, con l'espressione raggiante.
Β«I tuoi abiti sono fantastici, in perfetta linea con l'estetica del mio prossimo film. Ti mando i dettagli, che ne dici?Β»
Β«Certo!Β» risponde Maisie, prendendo il suo cellulare.
Capisco di essere di troppo nella conversazione, e dopo aver bevuto qualche altro sorso di champagne, mi allontano per raggiungere il mio agente, che mi ha fatto segno di raggiungerlo al piano superiore, dove c'Γ¨ piΓΉ privacy. Salgo le scale, infilando le mani nelle tasche.
Β«Sei soddisfatto, Albert? Sono a questa festa del cazzo, proprio come vuoi tuΒ».
Rotea gli occhi al cielo, e a giudicare dal suo sguardo, c'Γ¨ qualcosa che mi nasconde e mi farΓ incazzare.
Β«Ho rimediato un paio di contatti per te. Hai fatto bene a farti vedere, ma volevo accennarti riguardo al tuo albumΒ».
Okay, non mi piace la piega che sta prendendo questa conversazione.
Β«Ci sto lavorando. Le basi sono quasi tutte pronte, ho i testi, e il risultato non mi dispiace affatto. Voglio continuare su questa stradaΒ».
Albert serra le labbra, e come suo solito, va dritto al punto in maniera brutale. «Va rivisto, Davian. Ho parlato con la squadra, e tutti concordiamo sul fatto che sia.... troppo romantico e poco commerciale. La gente vuole ballare, vuole divertirsi e canticchiare testi facili da ricordare. Potresti mettere qualche hit semplice da comporre, e lasciare soltanto un paio di canzoni più tue. Ma così come sta, non credo che venderebbe molto».
Chi cazzo Γ¨ lui per decidere della mia musica? Cosa ne sa di cosa voglio trasmettere?
Β«Non scrivo canzoni commerciali per far ballare le persone, Albert. Non l'ho mai fatto, cazzo! Sai bene come la penso, e non sacrificherΓ² la mia musica per qualche vendita in piΓΉ. L'album non si toccaΒ».
Β«Non dipende da te. Hai un contratto, ti ricordo. O vuoi tornare a cantare in un buco sperduto dal mondo?Β»
Sto per scoppiare, lo sento.
Mi si accumulano un milione di pensieri e di preoccupazioni al tempo stesso, e il mio cervello va in tilt. Lo sento fumare dalla rabbia, mentre il petto diventa pesante e doloroso. Sono così arrabbiato con l'industria musicale, con questo ambiente tossico, con l'ipocrisia della gente.
«Beh, lo preferivo, cazzo! Non puoi cancellare il mio lavoro così, non potete decidere chi cazzo devo essere!» sbraito, sentendo una scossa preoccupante alla mano e alla gamba.
Albert mi parla di cantautori che potrebbero scrivermi i pezzi, di tagli, di alternative... eppure io non sento niente. La vista a tratti mi si offusca, e mi si otturano le orecchie, come se fossi fuori dal mondo.
E poi realizzo.
I medicinali.
Sono tre giorni che dimentico di prenderli.
L'alcool. Avrei dovuto evitare.
Troppo stress. La rabbia.
Cazzo.
Mi premo la mano contro il petto, e il secondo spasmo che mi colpisce la gamba mi provoca un dolore lancinante. Non riesco a muovermi.
Mi sta cadendo il mondo a pezzi, e provo troppo dolore per realizzarlo.
Β«Davian, chiamo un ambulanza!Β»
Non so chi stia parlando, perchΓ© quando arriva l'ennesimo spasmo, capisco che le mie gambe non mi reggono, che sono un peso morto.
Vorrei urlare.
Fa male. Fa male, cazzo. Non me lo merito.
Β«Maisie. Portatemi da leiΒ».
Solo lei puΓ² aiutarmi, o forse neanche.
Nemmeno lei puΓ² essere la cura, quando sono destinato a crollare in ogni caso.
C'Γ¨ il vuoto dietro di me, e capisco che nessuno riesce a fermare la mia caduta. Nessuno la prevede.
Precipito.
Un altro spasmo, e questa volta grido. O probabilmente l'ho immaginato.
Niente sarΓ piΓΉ come prima.
Non so cosa sia successo, ma sono grato che le ombre mi abbiano avvolto, dandomi tregua dal dolore.
SarΓ davvero questa la mia fine?
Mamma, soffrivi anche tu così?
β¨Spazio Autriceβ¨
Abbiate pietΓ . Non uccidetemi. Lo so che Γ¨ un finale a bomba, e non ve lo aspettavate, ma prometto di aggiornare presto.
Questa volta non ho giustificazioni, so che fa male π«£β€οΈβπ©Ή
Ma in compenso, il seguito arriverΓ prima del previsto, in modo da non tenervi col fiato sospeso.
BαΊ‘n Δang Δα»c truyα»n trΓͺn: AzTruyen.Top