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"Amami quando meno lo merito, perchΓ© sarΓ quando piΓΉ ne avrΓ² bisogno."
-Catullo
Soundtrack: Hold You β Hanna Ferm, LIAMOO
Β«Che ne dici di mettere un bellissimo fiore su questo abito?Β»
La domanda mi fa rabbrividire, e quasi stento a contenere un conato di vomito. Niente contro le decorazioni sopra i vestiti, ma mi ricordano di un periodo terribile della mia vita.
Inoltre, sono del parere che non serve arricchire gli abiti di accessori inutili per renderli belli. Spesso, Γ¨ la linea a rendere il vestito indimenticabile, o il tessuto.
Candice mi fissa divertita, e conoscendola, so che Γ¨ ironica, perchΓ© colgo all'istante il suo riferimento.
Β«Dio mio, no. Ho ancora gli incubi di notte a causa di quello stronzoΒ» sbuffo, sistemando il prototipo di un mio modello sul manichino per studiarlo meglio.
Β«Me lo ricordo. Quando lavoravi per quel coglione eri sempre sull'orlo di una crisi di nerviΒ».
GiΓ , come dimenticarlo.
Tra i tanti ricordi aberranti del mio periodo in America, i sei mesi di tirocinio che ho fatto nell'azienda di uno dei brand emergenti di New York mi resteranno particolarmente impressi. Senza contare quanto mi riempisse di lavoro e di cose da fare, aveva un terribile gusto in fatto di moda, che consisteva piΓΉ che altro nel copiare abiti di altra gente, e renderli piΓΉ belli aggiungendo dei fiori o delle cinture in vita, senza alcun criterio creativo.
Β«Era un pallone gonfiato con l'ego alle stelleΒ» brontolo, roteando gli occhi al cielo.
Grazie a Dio non dovrΓ² piΓΉ averci a che fare.
Β«Devi essere fiera della strada che hai fatto, adesso sei tu a tenere le redini, e non devi ringraziare nessunoΒ».
Se ripenso al mio percorso, so che ho ottenuto tanto, eppure non mi sembra mai abbastanza. Sono la peggior giudice di me stessa, il che mi porta sempre a domandarmi se io stia facendo del mio meglio, o se i miei sforzi mi ripagheranno mai. Do il massimo, mi impegno, ci credo con tutto il cuore... perΓ² la paura mi frega. Mi tiene bloccata in una marea di paranoie che ancora sto combattendo.
La prima di queste Γ¨ imparare a guardarmi allo specchio senza trovare difetti in me stessa o nel mio fisico. Nel guardare il cibo senza il pressante desiderio di cercare le calorie, di sentirmi in colpa nel mangiare un pelo in piΓΉ di quanto mi conceda di solito o di stringere i miei vestiti nella speranza di entrare in una taglia minore della mia. Non Γ¨ semplice, ma ci sto provando.
L'anno scorso avevo iniziato anche delle sedute dalla psicologa, e so che dovrei riprendere la terapia anche qui a Londra, solo che Γ¨ difficile trovare il coraggio di ammettere di aver ancora bisogno di aiuto, e inoltre sono stata letteralmente sommersa dal lavoro.
Dopo la corsa di qualche settimana fa, la mia prioritΓ Γ¨ stata lavorare alla collezione del prossimo anno, quella che presenterΓ² al concorso per accedere alla Paris Fashion Week, e tutto il resto Γ¨ passato in secondo piano.
Tra le altre cose, non ho sentito spesso neanche Davian, se non per qualche veloce scambio di battute. A pensarci, sono un paio di giorni che lo vedo distaccato, e la paura torna a darmi il tormento. Forse ho sbagliato qualcosa, o magari si Γ¨ di nuovo stancato di me. Mi aveva chiesto di dargli fiducia, ma non Γ¨ semplice dopo che lui ha preso il mio cuore e lo ha fatto a pezzi.
Quando apro la nostra chat, si Γ¨ limitato a visualizzare il mio messaggio senza neanche rispondermi.
Calma, Maisie, non dare di matto.
Sono consapevole che anche lui ha i suoi impegni e un album a cui pensare, perΓ² dannazione, ieri ha messo una storia mentre era a cena fuori con il suo team, e io ho dovuto scoprirlo tramite Instagram. Dalla sera dopo la gara, Γ¨ come se si fosse aperta una crepa tra di noi, solo che non ne capisco il motivo. Non vedo piΓΉ il Davian che fa passi verso di me, che mi contatta con qualsiasi scusa, che viene qui e flirta come se fossimo due adolescenti, quello che mi fissa le labbra sognando di baciarle.
Non ho idea di cosa stia succedendo tra di noi, ma l'idea di perderlo di nuovo non riesco ad accettarla.
Β«Hai l'aria di una che sta affogando nei suoi pensieri, e non riguarda di certo come migliorare il tuo vestito, che Γ¨ giΓ stupendoΒ».
La voce di Candice mi riporta alla realtΓ , e io sbatto le palpebre piΓΉ volte, rendendomi conto che stavo fissando il vuoto da qualche minuto.
Β«Non Γ¨ niente di che, tranquillaΒ» la rassicuro con un piccolo sorriso, poco convincente.
La mia migliore amica alza un sopracciglio, con la tipica espressione di chi non se l'Γ¨ bevuta.
Β«Quel muso corrucciato non mi pare niente. Forza, sputa il rospoΒ».
Sospiro, e mi butto sulla poltroncina dietro di me, arresa al fatto che a Candice Γ¨ impossibile nascondere qualcosa.
Β«Si tratta di DavianΒ» ammetto, sbuffando.
Avevo giurato di non farmi coinvolgere, ed ecco il risultato.
Β«Questo l'avevo immaginato, ora dimmi il restoΒ».
Guardo Candice per qualche secondo, cercando di razionalizzare un discorso invece che sparare frasi a caso. La veritΓ Γ¨ che non so che problema ci sia tra di noi, o se Γ¨ frutto della mia paranoia. Mi ha detto piΓΉ e piΓΉ volte che non gliene frega nulla del contratto, solo che improvvisamente si comporta come se a legarci fosse solo quello.
Dov'Γ¨ il Davian che scrive su di me mentre dormo?
Β«Sono un paio di giorni che sento Davian... piΓΉ distante. Non so spiegarti la sensazione, e so che non siamo niente, perΓ² mi sento come se lo stessi perdendo di nuovo, e non Γ¨ neanche realmente mioΒ».
L'ultima frase Γ¨ un colpo al cuore, eppure devo accettarlo. Nonostante quello che Γ¨ successo quasi un mese fa, io e Davian siamo ben lontani dall'essere una coppia, anche se in alcuni giorni... l'ho desiderato.
E mi mette una paura fottuta.
Β«Gli hai parlato?Β»
Scuoto la testa, poggiandomi del tutto sulla poltrona. Β«No, so che Γ¨ occupato col suo album, non voglio rompergli le scatole. In fondo, sta rispettando le nostre regole dell'accordo, non posso dirgli nullaΒ».
Candice mi scocca un'occhiataccia, incrociando le braccia al petto. Β«Sai bene che il contratto non c'entra niente. Non sono una grande sostenitrice di Davian, e onestamente, per anni ho voluto prenderlo a calci in culo per quello che ti ha fatto. PerΓ² sono anche consapevole che in questi mesi tu non hai fatto altro che rendergli la vita impossibile, e nonostante tutto lui Γ¨ sempre venuto da te. PerchΓ© adesso non sei tu a fare un passo verso di lui? Non puoi sapere cosa c'Γ¨ che non va se non vai al fondo del problemaΒ».
Ha ragione, lo so.
Per giorni mi sono impuntata sul fatto che fossi io il problema, o tra noi due, senza pensare a tutte le volte in cui ero io quella che alzava muri, e lui quello che li abbatteva, non importa quanto duramente mi ostinassi a tenerlo lontano.
Β«Ho paura che mi ferisca ancora, Candice. Anni fa gli ho dato tutto, ero innamorata persa, era il mio primo amore... e non so cosa resterebbe di me se mi lasciassi andare di nuovo a quel sentimentoΒ» sospiro, mordendomi l'interno della guancia per il nervoso.
Odio piangere, e non lo farΓ² adesso.
Β«Senza paura non si correrebbero rischi, e senza di essi, la vita sarebbe monotona. Non voglio che tu ti faccia male di nuovo, ma neanche che vivi di rimpianti. Devi scegliere tu cosa Γ¨ meglio per teΒ».
In certi giorni, non so come farei senza Candice. Anche se spesso i nostri caratteri sono opposti, lei resta l'unica in grado di mettere ordine nel casino che ho dentro, e offrirmi il supporto necessario per non crollare. E se gli amori vanno e vengono, ho la certezza che io e lei resteremo in ogni caso, contro qualsiasi tempesta.
La abbraccio, e lei ricambia subito la stretta. Β«Grazie, IceΒ».
Β«Questo Γ¨ il minimo, Isie. Sai che ci sono per teΒ» mormora, sorridendomi teneramente. Β«SegnerΓ² questo tuo abbraccio come evento storicoΒ» sogghigna.
Β«Esatto, tienine contoΒ» ridacchio, recuperando la borsa con le mie cose mentre spengo le luci dell'atelier. Direi che per stasera ho fatto abbastanza, potrΓ² continuare a esasperarmi domani.
Adesso, ho un pirata da incontrare.
Β«E stai tranquilla, se ti spezza di nuovo il cuore, farΓ² in modo di sfasciargli la moto. Colpisco dove fa maleΒ» ridacchia, facendomi l'occhiolino.
Conoscendola, ne sarebbe capace.
La saluto con un bacio sulla guancia quando entrambe usciamo dal negozio, incamminandoci in due direzioni opposte.
Per una volta, sono io ad andare incontro a Davian. Seguo quello che mi dice di fare l'istinto, senza pentirmene neanche un istante.
Con i mezzi pubblici, ci metto circa mezz'ora ad arrivare nel quartiere dove si trova l'appartamento di Davian, ed Γ¨ giΓ sera inoltrata. Con l'incombere dell'inverno, giΓ poco prima delle nove di sera tira un vento glaciale e l'area sembra deserta, come se fosse notte inoltrata. Non ci sono persone in giro, nΓ© macchine che intasano il traffico, se non qualcuna che passa di tanto in tanto. Una serie di lampioni illumina la strada che mi porta fino al cancello principale, e quando mi sporgo a guardare, alcune luci dell'appartamento sono accese, anche se non tutte. Nel viale c'Γ¨ una macchina parcheggiata proprio di fronte casa sua, ma non sono sicura di sapere di chi sia. L'auto di Asher Γ¨ nel garage, assieme alla moto e l'Audi di Davian, quindi suppongo che abbia ospiti.
Forse non dovrei essere qui.
Un tuono sopra di me mi fa sussultare, e quando alzo gli occhi verso il cielo, capisco che non manca molto prima che inizi a piovere. Credo che se voglio evitare di beccare un acquazzone e poi una bronchite, arrivata fin qui mi conviene bussare.
Prima che possa premere il dito sul citofono, qualcuno mi apre il cancello, facendomi sobbalzare.
Β«Cosa ci fai qui?Β»
Nella penombra della notte, la figura muscolosa di Asher mi fa perdere anni di vita, senza contare che Γ¨ totalmente vestito di nero e potrebbe passare per un ladro senza alcun problema, se non fosse per il fatto che sono a casa sua, quindi l'idea Γ¨ improbabile.
C'Γ¨ qualcosa di strano nel modo in cui mi tiene aperto il cancello, piazzandosi davanti, quasi fosse scettico nel farmi proseguire.
Β«Dovrei vedere Davian. So che non lo avevo avvisato, perΓ², beh... sono quiΒ» scrollo le spalle, in difficoltΓ nel dargli altre spiegazioni.
Asher sospira, riflettendo per qualche secondo Β«Non so se hai beccato la sera giusta. Forse ti conviene andare a casaΒ».
Di che diamine parla?
Β«Suppongo che sto per scoprirloΒ» ribatto, sbirciando verso l'interno. Poi mi blocco, colta da un'imbarazzante consapevolezza. Β«Aspetta... non- non Γ¨ solo?Β»
Asher serra le labbra a una linea sottile, chiaramente in difficoltΓ . Β«Non Γ¨ questo il punto. Diciamo che non Γ¨ dell'umoreΒ» sbuffa.
Β«E quindi? Posso parlargli solo quando Γ¨ la giornata giusta?Β» sbotto, iniziando a spazientirmi.
A quel punto, Asher fa un passo indietro, alzando le mani in segno di resa. Β«Io ti ho avvertitaΒ» brontola, prima di allontanarsi.
Se prima ero preoccupata, ora lo sono il doppio, perchΓ© ho la conferma che non era una mia impressione che in Davian ci fosse qualcosa che non andava. Ho l'impressione di muovermi a rilento mentre percorro il piccolo vialetto che porta alla porta d'ingresso, che trovo giΓ aperta. Il cuore mi rimbomba nel petto come un tamburo, come se fossi una ladra che si introduce in un appartamento.
Non so se avrei dovuto annunciarmi, o avvisare Davian, o comportarmi in maniera diversa, non credo che abbia importanza adesso. In lontananza, sento una voce femminile provenire dalla camera in fondo al corridoio che si trova dopo il salone, quella che lui usa come stanza studio.
Devo mantenere la calma, senza farmi frenare dalle apparenze.
«Così non va bene, Davian. Non è abbastanza per rispettare la data di scadenza, e dovresti fare più esercizio con la voce. A breve ci sarà l'annuncio del tour, devi essere in forma e non lo sei. Lasciati aiutare».
Non capisco il senso del discorso, ma non mi sfugge il tono mieloso con cui si sta rivolgendo a Davian. Come se mascherare le critiche con una voce pietosa lo rendesse meno schifoso.
Β«Vuoi criticare qualche altra cosa, Grace? O pensi che per oggi sei a posto? Se non ti va bene quello che faccio, allora cambia cliente, che cazzoΒ» sbotta Davian con una voce talmente alta che riesco a sentirla dal salone.
Sono ancora in tempo per fare marcia indietro.
Β«Voglio solo spronarti a fare di piΓΉ, so che ne sei capace. PerΓ² devi eliminare le distrazioni, in questo momento non ti servono. Ti sei messo in una situazione del cazzo con tutta questa storia mediatica del contratto e delle uscite, e ti sei dimenticato a cosa dovresti lavorare sul serioΒ».
Non ho idea di chi sia questa, perΓ² mi sta giΓ sul cazzo.
Non sono io a distrarre Davian, Γ¨ tutta la pressione che gli stanno mettendo questi spilorci del cazzo, come se fosse soltanto un robot che sforza una canzone al giorno. Sento la rabbia ribollirmi nelle vene, senza che sia io la diretta interessata delle accuse.
Β«Vai fuori di qui, Grace. Per oggi ho sentito abbastanza cazzate. Non mi pare che quando mi pregavi di scoparti nel mio studio avessi paura di distrarmi troppoΒ».
Non dovrei ascoltare. Non dovrei rimanerci male, non dovrei essere qui...
Β«Non osare, Γ¨ stato almeno un anno fa, e sono stata poco... professionaleΒ» si giustifica lei, inutilmente.
Β«Ecco, ora sii professionale e togli le tendeΒ».
Meglio.
Quando dei passi si muovono nella mia direzione, è troppo tardi per non farmi vedere. Davian apre di scatto la porta, e mi trova lì davanti impalata, colta in flagrante.
Vorrei trovare qualcosa da dirgli, una banale scusa che possa giustificare la mia presenza qui... ma non esiste.
La ragazza mi squadra dalla testa ai piedi prima di muovere passi in avanti, mentre io sono ancora bloccata dallo sguardo di Davian che non riesco a decifrare.
Β«Non ti hanno mai detto che si bussa prima di entrare? O pensavi di trovarti a casa tua?Β»
Un pugno nello stomaco avrebbe fatto meno male.
Non so cosa io gli abbia fatto, né perché si rivolga a me così, ma sgretola quel poco di felicità e stabilità che credevo di aver trovato con lui. Come quando inizi la picchiata in discesa sulle montagne russe, e senti il vuoto sotto ai piedi. Solo che in questo caso precipito consapevole che non ho la certezza di poter risalire, o che a breve la sensazione scomparirà .
Le mie guance si infiammano, perΓ² mi rifiuto di sentirmi in colpa di un qualcosa che ho fatto in buona fede. Β«E a te non ti hanno insegnato a essere meno stronzo?Β»
Davian sospira, reprimendo un sorrisetto, come se fosse pronto a una risposta del genere.
Β«Cosa ci fai qui?Β».
Γ la seconda cazzo di volta che me lo chiedono, e sto iniziando a stufarmi.
«Ti prego, non essere così contento di vedermi» sbuffo, roteando gli occhi al cielo.
In tutto ciΓ², il nostro adorabile battibecco va avanti sotto lo sguardo sconvolto della donna dai capelli marroni, a cui perΓ² non presto la minima attenzione.
Β«Meglio che io vada. Ripensa a quello che ho detto, Davian. Ne vale della tua carrieraΒ» lo avvisa prima di dileguarsi.
Restiamo soltanto io e Davian all'interno della sua stanza studio, e anche senza voltarmi posso sentire i suoi occhi fissi su di me, Γ¨ una sensazione che mi si impregna addosso, facendomi rabbrividire ogni volta.
Β«Non ho una ragione precisa che giustifichi la mia presenza, lo so. Credevo... che ti avrebbe fatto piacere vedermiΒ».
Avevo giurato a me stessa che non mi sarei mai piΓΉ messa in ridicolo per lui, eppure Γ¨ proprio quello che sto facendo adesso. Correre da lui non appena sento che c'Γ¨ qualcosa che non va, aprirgli il mio cuore per quello che va al di lΓ del sesso, o dei baci rubati.
«Fammi indovinare, metterai il muso per quello che hai sentito? O aspetta, dovrò giustificarmi anche per questo? Vuoi che ti faccia una lista di tutte quelle che ci hanno provato con me, in modo da avere un briciolo della tua fiducia? Perché se è così, mettiti pure comoda».
La sua voce si alza leggermente, e io mi ritrovo a tremare senza un motivo preciso. Non credevo che fosse questa l'opinione che avesse di me, e non credevo che dovessi essere io a sentirmi in colpa per non riuscire a fidarmi completamente di lui. Ma non Γ¨ per nessuno di questi motivi che sono qui stasera.
Β«Oh, certo, scusami. Dovevo darti tutta la mia fiducia e permetterti di spezzarmi di nuovo il cuore?Β» replico, piΓΉ dura di quanto volessi essere.
Β«Parli come se fossi l'unica ad essersi fatta male in questa storia. Come se fossi l'unica ad averne sofferto, quando non hai neanche ideaβΒ» sospira, passandosi le mani tra i capelli, fermandosi di botto dall'andare avanti. Β«PerchΓ© ti sei messa a spiarci dietro la porta? Speravi di cogliermi in flagrante a scopare con la mia vocal coach, cosΓ¬ avresti potuto finalmente dirmi quanto sono stronzo?Β»
Β«Non vi stavo spiando!Β» ribatto, anche se effettivamente visto dall'esterno Γ¨ quello che sembrava.
Β«Ah no? E cosa stavi facendo?Β» scoppia in una risata amara, che ferisce dritto al cuore per l'ennesima volta.
C'Γ¨ qualcosa che va oltre nel suo modo di porsi, della rabbia nella sua voce, nel modo in cui le sue mani tremano piΓΉ delle mie. Non Γ¨ il Davian che conosco.
Se scegliessi la via semplice, mi arrabbierei per il suo tono e toglierei il disturbo, perΓ² non mi sono mai piaciute le scorciatoie. Sono quella che sceglie il percorso contorto, la strada sterrata e piena di ostacoli, e la percorro persino bendata, senza sapere a cosa andrΓ² incontro.
Quindi muovo un passo in avanti verso Davian, anche quando mi mostra il peggio di sΓ©.
Β«Posso sapere che diamine ti prende stasera?Β» gli dico, poggiando le mani sui fianchi.
Β«Volevi che rispettassi le regole. Beh, lo sto facendo. Cosa altro vuoi?Β»
Γ difficile continuare a portare avanti una conversazione che mi ferisce, ma la mia mente masochista si rifiuta di lasciarlo andare, perchΓ© Γ¨ evidente che abbia bisogno di qualcuno che vada oltre. Che veda il suo lato peggiore e resti anche quando Γ¨ difficile.
Β«Vorrei che sapessi che l'unica ragione per cui sono qui stasera Γ¨ perchΓ© volevo esserci per te. Puoi urlarmi contro, sbattermi in faccia il nostro contratto, dirmi le cose peggiori... ma non me ne andrΓ². Non staseraΒ» gli dico, allungando la mano per stringere la sua.
Finalmente Davian mi guarda, e i suoi occhi raccontano una storia ben diversa dalle parole che gli escono di bocca. Mi urlano aiuto, e che io sia dannata se lo ignorerΓ².
Riconosco lo sguardo di chi sta affogando nei propri demoni, non lo lascerΓ² andare a fondo.
Si lascia stringere la mano, e sospira pesantemente, alzando poi gli occhi al cielo. Β«Sono un fottuto disastro, Maisie, e se fossi piΓΉ intelligente, scapperesti via da uno come me. Cercheresti uno che non ti urla contro quando il mondo gli crolla addosso, che non ti evita perchΓ© non sa come gestire il casino che sente dentro. Cercheresti uno che ti puΓ² dare quello che meritiΒ».
Mi avvicino di piΓΉ a lui, senza temere di essere respinta, perchΓ© il dolore che vedo riflesso nelle sue iridi verdi mi rende incosciente, al punto da non ricordare piΓΉ perchΓ© mi ostinassi a stare lontana. Voglio vederlo stare bene e tornare a essere come prima.
Β«Allora voglio essere stupida e fare l'esatto opposto di quello che mi dici. Sai che mi piace fare di testa miaΒ» gli dico, permettendomi di sfiorare la sua guancia con la mano, incontrando la ruvidezza del suo accenno di barba appena marcato.
Davian torna a guardarmi, e per qualche secondo non ci diciamo nulla, e neanche serve. Tutto quello che mi serve sapere me lo dicono i suoi occhi, e non ho bisogno di sapere altro.
Ci sono le giornate perfette, e ci sono poi quelle in cui il mondo sembra una merda.
Oggi per lui Γ¨ la seconda, ma non sarΓ² io a voltargli le spalle, o caricarlo di altri pesi.
«Sei così testarda, come devo fare con te?» sospira, poggiando la fronte sulla mia.
Β«Ti toccherΓ sopportarmiΒ» gli rispondo, accennando un sorrisetto.
Lui ferma gli occhi nei miei, e quel modo che ha di osservarmi mi spoglia di ogni difesa, come se non avessi segreti per lui, e fossi l'unica cosa in grado di tenerlo a galla.
Β«Questa pressione mi ammazza, Maisie, e ci sono giorni in cui non riesco a reggerla. La gente si aspetta da me che io sia perfetto, che lavori in modo impeccabile, che faccia tutto in tempi prestabiliti, che rispetti le loro regole del cazzo e sia la figura perfetta da idolatrare. Ma io mi sento bloccato, come un leone in gabbia che non trova via d'uscita, e quando provo a darmi da fare e dare agli altri quello che vogliono... non esce niente. Forse non ne sono piΓΉ in grado. Forse sono soltanto un cantante finito, e tra poco non resterΓ piΓΉ un cazzo di me. FallirΓ² anche in questo, butterΓ² al cesso tuttoΒ».
Sentirlo parlare di lui in questo modo mi crea una voragine al centro del petto, un senso di impotenza che mi porta a volerlo stringere a me e fargli dimenticare di ogni paranoia. Sento il dolore in ogni sua parola, l'agonia e l'ansia che lo divorano dall'interno, e vorrei soltanto poter essere in grado di farlo stare meglio.
E alla fine, forse, restare Γ¨ uno dei modi migliori. Γ il mio modo che a poco a poco quella fiducia di cui parla se la sta riconquistando, insieme ai pezzi di cuore che si ruba.
Β«Non sarai mai un fallimento per me, Avi. Hai bisogno dei tuoi tempi, e a tutti puΓ² capitare di inciampare. Qualsiasi cosa accada, tu resti il mio cantante preferito, e l'autore delle mie canzoni preferite di sempreΒ».
Per quanto mi sforzi ad affermare il contrario, Γ¨ questa la veritΓ . La musica e le sue canzoni sono state la base del nostro legame, che si rafforzava a ogni nota, a ogni pomeriggio passato insieme, a ogni base provata e riprovata. Non importa quanti anni siano passati, emozioni come quelle non muoiono mai.
Davian soffoca un singhiozzo, e quando meno me lo aspetto, mi stringe in un abbraccio, soffocando il pianto contro la mia spalla.
Davian piange. Γ crollato tra le mie braccia, e io non ci penso un secondo a stringerlo.
Non ci sono parole che possa dirgli, ma spero che la mia presenza gli basti.
«Mi dispiace averti parlato così, io... mi sento soffocare. Non vedo via d'uscita, e ho poco tempo, Isie. Ho davvero poco tempo...» continua a blaterale di qualcosa che non capisco, e io lo stringo più forte, lasciando che stasera sia io la sua roccia.
Β«Ora ti sembra difficile, ma ce la farai, Avi. Hai la musica nel sangue, e nessuno te lo toglierΓ mai. Ignora chiunque ti dica il contrario, perchΓ© quando sali su quel palco, ogni volta che anche solo canti... tu crei qualcosa di unico. Le tue canzoni mi hanno salvato persino quando ti odiavoΒ».
Ricordo le notti passate a piangere sotto le coperte, e la sua voce a cullarmi.
Ricordo l'incubo di qualche mese fa, e la nostra canzone come ancora.
Ricordo che ogni volta che mi sentivo sola, lui era in cima alla mia playlist.
Lui Γ¨ sempre rimasto, e quelle note hanno tenuto vivo il ricordo di noi.
Davian sospira, e quando mi posa un bacio all'altezza del collo, posso sentire la sua guancia umida premermi contro la pelle.
Β«Adesso non mi odi piΓΉ?Β»
Io gli sorrido, passandogli una mano tra i capelli. «Non così tanto».
Lui ridacchia tra le lacrime, e io mi allontano per prendere distanza, pronta a commettere una follia.
Non so come mi venga in mente, o cosa mi dia il coraggio. Forse Γ¨ la consapevolezza che in questo momento Γ¨ lui ad avere bisogno di me, e non mi tirerΓ² indietro.
Mi volto di schiena e faccio scivolare via il maglione che indosso, mostrandogli la mia pelle nuda. Sento Davian trattenere il respiro quando sgancio anche il reggiseno, mentre lui si assicura di chiudere a chiave la porta del suo studio.
Β«Maisie... cosa fai?Β» sussurra, schiarendosi la voce leggermente piΓΉ roca.
Io vado a stendermi di pancia su un divanetto poco lontano da dove lui tiene la chitarra e i suoi strumenti, e mi sporgo per porgergli un pennarello. In quel momento, capisce cosa sto facendo.
Β«Hai scritto su di me mentre dormivo. Rifallo adesso. Lascia la mente libera di esprimersiΒ» gli sussurro, poggiando il mento sul bracciolo.
Questo momento tra di noi vale piΓΉ del sesso delle scorse settimane, piΓΉ di un bacio, piΓΉ di qualsiasi cosa ci sia stata in questi mesi. Gli permetto di lasciarmi marchi sulla pelle che non toglierΓ neanche l'acqua, perchΓ© si incideranno nel cuore.
Sento Davian avvicinarsi a me, e quando con le dita mi sfiora la schiena nuda, rabbrividisco. Sono consapevole di avere i suoi occhi addosso, e la sensazione mi fa tornare le farfalle allo stomaco.
Β«Posso?Β» domanda con la voce ridotta a un sussurro.
Β«Avevi in mente altro, pirata?Β»
Lo sento ridacchiare. «Con te così? Ammetto che le idee sono parecchie».
E mentirei se non ci stessi pensando anche io.
Scaccio via le fantasie e prendo un profondo respiro, imponendomi di mantenere il controllo, anche se il cuore batte piΓΉ veloce di un treno contro la cassa toracica.
Β«Puoi, Davian. Soltanto tuΒ».
Β«Allora dovrΓ² impegnarmi sul serioΒ» mi sussurra contro l'orecchio, afferrando la sua chitarra per strimpellare qualche nota.
La melodia Γ¨ diversa dalle altre che Γ¨ solito comporre, c'Γ¨ un tono sofferto, delicato, qualcosa che non gli ho mai sentito fare prima. Γ semplicemente... il sottofondo perfetto per questo momento.
Sento il pennarello scorrermi sulla pelle, le parole imprimersi su di me, e il suo respiro farsi piΓΉ corto di tanto in tanto, come se fosse sul punto di impazzire.
Β«Mi fai il solleticoΒ» ridacchio, quando fa scorrere di nuovo la punta su di me.
Β«Cerca di non muoverti, o scriverΓ² un'oscenitΓ Β» sogghigna, soffocando una risatina.
Sorrido per la battuta, e cerco di fare come mi dice, sentendomi a mio agio ogni secondo di piΓΉ. Con lui non provo vergogna, perchΓ© conosce il mio corpo meglio di ogni altro. Non lo ha mai guardato come se fosse qualcosa da cambiare, o come se volesse trovarci dei difetti. Mi ha sempre fatto sentire perfetta.
Β«Grazie per essere rimasta, Isie. Non lo meritavoΒ» mi sussurra, sfiorando la mia pelle con il dorso delle dita.
Β«Ma ne avevi bisogno, ed Γ¨ quello che contaΒ» mormoro, socchiudendo gli occhi.
Davian si allontana per improvvisare qualche nota alla chitarra, e io mi abbandono alla sensazione delle sue dita che mi sfiorano, al pennarello che viaggia su di me, e a quell'emozione che mi scalda l'anima, facendomi sentire al posto giusto.
Β«Di cosa stai scrivendo?Β» gli chiedo all'improvviso, senza aprire gli occhi.
Lui si ferma un secondo, e mi accarezza di nuovo, lasciandomi dei baci lungo tutta la schiena.
Β«Che la vita non finisce per una giornata di merda, se hai accanto una persona che lo rende migliore.Β»
Io in questa stanza ci lascerΓ² il cuore, anzi, lo lascerΓ² nelle sue mani.
Γ in questi istanti che riesco a percepire di nuovo il nostro legame, quella sensazione che mi fa credere che sia possibile tornare ad amare piΓΉ forte di prima.
Β«Davian?Β»
Lui sospira, avvicinando le labbra al mio orecchio. Β«Dimmi, leonessaΒ».
Β«Potrai tornare a scrivere su di me ogni volta che vorrai, a patto che scriverai anche di noiΒ».
Γ da egoista chiederlo, lo so, ma se un giorno finirΓ , vorrei avere qualcosa a cui potermi aggrappare. A ricordarmi che quello che abbiamo vissuto Γ¨ piΓΉ di un contratto, piΓΉ di un'avventura passeggera.
Β«Sei giΓ in ogni canzone, leonessaΒ».
Eccomi tornata con un nuovo capitolo, e un aggiornamento a sorpresa β¨
Avevo questa scena di Maisie e Davian nel cuore, e non vedevo l'ora di poterla condividere anche con voi. π€
Grazie ancora a chiunque stia seguendo gli aggiornamenti di passo in passo, siete specialiβ¨π€
Al prossimo capitolo, ne vedrete delle belle π
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