π‘ͺπ’‚π’‘π’Šπ’•π’π’π’ πŸπŸ“: π‘³π’†π’Š 𝒓𝒆𝒔𝒕𝒂 π’Šπ’Žπ’‘π’“π’†π’”π’”π’‚ 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒆 𝒏𝒆𝒍 𝒄𝒖𝒐𝒓𝒆.

"Le follie sono le uniche cose che non si rimpiangono mai."

-Oscar Wilde

Soundtrack: Swim – Chase Atlantic

Fanculo la gloria, questa Γ¨ stata una delle notti migliori della mia vita.

Cinque anni fa, quando ho mandato tutto a puttane, non avrei mai pensato di ritrovarmi così, né che avere di nuovo Maisie nella mia vita fosse un lusso che potessi permettermi.

Mi ero rassegnato all'idea di averla persa, anche se lei continuava a esistere nella mia testa. Cazzo, credo che non ne sia mai uscita.

E ora eccola qui, stesa tra le lenzuola del mio letto ormai impregnate del suo profumo di rosa e vaniglia, bella come un sogno a occhi aperti.

Non so a che ora ci siamo addormentati, so soltanto che quando lei Γ¨ crollata esausta tra le mie braccia, ho passato il resto del tempo ad accarezzarle i capelli, stringendola a me come se avessi timore che possa sfuggirmi di nuovo.

Non merito i suoi capelli biondi sparsi sul cuscino, l'aria rilassata mentre riposa abbracciata al mio petto, e un corpo perfetto che non mi stanco mai di venerare. La curva delle sue labbra, la sinuositΓ  delle sue forme, ogni neo, ogni centimetro di lei mi fa impazzire. Continua a prendersi pezzi di cuore senza che io neanche me ne accorga.
Ogni secondo dentro di lei Γ¨ stato un paradiso, un susseguirsi di emozioni talmente potenti da farmi disconnettere dalla realtΓ . Esisteva solo lei e il piacere che mi regalava, non c'era spazio per altro.

Anni passati nel tentativo di dimenticarla, e una sola notte per rendermi conto che Γ¨ impossibile.
Lei resta impressa sulla pelle e nel cuore, qualsiasi cosa io faccia.

La guardo dormire senza disturbarla, e mi sale una voglia folle, un'abitudine che avevo solo con lei. Mi allungo per afferrare un pennarello sul mio comodino, e tolgo il tappo per poterci scrivere.
Con lei qui, Γ¨ come se le parole uscissero da sole, troppo potenti per restare soltanto nella mia mente.
Torno a scrivere strofe di canzoni su di lei mentre Γ¨ stretta tra le mie braccia.

Imprimo sulla sua pelle la sensazione di averla qui, le emozioni di ieri notte che non riesco a dimenticare, i ricordi di noi che si intrecciano al passato, riportandomi alla mente gli unici momenti in cui mi sia sentito vivo.

Sono un maledetto casino, perΓ² lei mi dΓ  speranza di credere che posso ancora salvarmi.

*

Β«DavianΒ».

Maisie sussurra il mio nome come una preghiera, e la sento tremare quando le afferro i fianchi per attirarla piΓΉ vicino a me.

Siamo entrambi seduti sulla mia moto, lontano dalla nostra solita cerchia. Me la ritrovo di fronte, e quei pochi centimetri che ci dividono mi sembrano troppi. Nonostante lei cerchi di sfuggire al mio sguardo, io non posso fare a meno di guardarla.

Questa ragazza mi manda in corto circuito, azzera le mie certezze, mi fotte il cervello al punto che non sono capace di ragionare, o mostrarmi strafottente come al solito. Lei mantiene alta la sfida, mi tiene testa fin dal primo momento, non si veste per impressionarmi, eppure ha la mia completa attenzione.

Cazzo, voglio baciarla.

Non so da quanto sia nata in me questa consapevolezza, una voglia matta che mi spinge ad agire come un'incosciente che punta a un solo obiettivo. Ho bisogno di scoprire il sapore delle sue labbra, farei qualsiasi cosa pur di meritarlo. Ci conosciamo da poco piΓΉ di due mesi, ma ogni momento con lei Γ¨ stato un'avventura, un susseguirsi di confessioni e attimi che mi hanno spinto a cercare la sua presenza ovunque io voltassi lo sguardo.

Stasera abbiamo corso insieme, e vincere con lei al mio fianco Γ¨ stata un'emozione a cui non ero preparato, una soddisfazione piΓΉ profonda che mi spinge a chiedermi quanto io sia andato oltre con lei. Quanto sia diversa dalle altre, e quanta voglia ho di godermi ogni secondo in sua compagnia.

Β«Abbiamo vintoΒ» le sussurro, avvicinandomi un centimetro in piΓΉ al suo volto, sperando che non mi respinga.

Maisie resta ferma, però sorride, evitando i miei occhi. «È stato merito tuo, io mi sono limitata a stare dietro di te».

È molto più di questo, lo sappiamo entrambi.

C'Γ¨ chimica tra di noi, una comprensione che va oltre le parole o quello che vedono gli altri. Mi ha consigliato come affrontare le curve, quando spingere di piΓΉ, mi avvertiva se avevo qualcuno alle spalle. Era mia complice in tutto e per tutto, non una delle tante che vuole essere scelta per pavoneggiarsi.

Lei era lì per combattere con me, ed è stata la prima a cui io lo abbia permesso.

Di solito, le competizioni di coppia non sono qualcosa che accetto di buon grado, le ho sempre considerate una perdita di tempo. Almeno fino a quando non ho chiesto a Maisie di correre con me e salire dietro la sella.
Lei mi ha sorriso, ha afferrato un casco ed Γ¨ salita, senza chiedere spiegazioni.

"Soltanto se poi vinciamo, pirata."

«Siamo stati una squadra. È una vittoria tanto mia quanto tua» le dico, allungando la mano per accarezzare la sua guancia, e rabbrividisco al contatto.

È calda come il fuoco, e sono quasi certo di vederla arrossire.

Β«Dovresti andare a festeggiare. LaggiΓΉ ti acclamanoΒ» mormora, indicando il gruppo alle nostre spalle che ha giΓ  iniziato i festeggiamenti, immersi tra musica e alcool.

Onestamente, non ho alcuna voglia di raggiungerli.

Le rivolgo un sorrisetto, intrecciando le dita in una ciocca dei suoi capelli, e guadagno centimetri verso di lei.

Β«C'Γ¨ una cosa che mi piacerebbe fare di piΓΉΒ».

Lei alza un sopracciglio, senza capire. Β«Cosa faresti?Β»

Β«Ti bacereiΒ».

La sento sussultare, e mi stupisco persino io delle mie parole. Non mi Γ¨ mai interessato chiedere il permesso a nessuno, perΓ² con lei Γ¨ diverso. Voglio lei, e che io sia dannato se non me la prenderΓ². Ma voglio farlo nel modo giusto, non come se fosse una delle tante.
Mi aspetto che mi spinga via, che mi dica che non accadrΓ  mai.

Invece Maisie socchiude gli occhi, passandosi la lingua sulle labbra, e io perdo il controllo a ogni secondo che passa. Sta per abbandonarmi del tutto.

Β«Da quando i pirati chiedono il permesso?Β»

Io ridacchio, e le prendo il volto tra le mani, fregandomene degli altri e della festa alle nostre spalle. È lei tutto quello che vedo.

Β«Infatti non te lo stavo chiedendoΒ».

Mi avvicino ancora, fino a quando le nostre bocche si sfiorano, e la tensione tra di noi non Γ¨ piΓΉ segreto. I nostri occhi parlano la stessa lingua, implorano la stessa cosa.

Β«E cosa stavi facendo?Β»

Β«Ti stavo avvisandoΒ».

Che si fottano le buone maniere.

La bacio nel bel mezzo della notte, con il motore ancora caldo della moto a ripararci dal freddo. La tengo a me come se non volessi farla mai andare via, suggellando un momento che mi rimarrΓ  impresso a lungo. Non Γ¨ il mio primo bacio, ma Γ¨ il primo che desidero con tutto me stesso. La bacio e mischio la sua lingua inesperta alla mia, come se fossi stato a digiuno per mesi e lei fosse la mia portata principale. La divoro, reclamo le sue labbra rubandole il respiro, e in cambio, le offro il mio.

Non esiste nient'altro. Soltanto lei e i suoi baci che mi fanno perdere battiti di cuore.

Al diavolo i festeggiamenti, questo Γ¨ il premio migliore che potessi desiderare.

*

Ho continuato a scrivere mentre ripensavo al nostro primo bacio, e il risultato è che adesso parte della schiena di Maisie è ricoperta da parole e strofe che ho intenzione di registrare il prima possibile. È come se riuscissi già a immaginare persino la melodia.

"Five years trying to erase the memories of you,
one night to remember it all.
Please, tell me that I am still in time.
Please, tell me that you fell what I feel.
Please, tell me that you won't be scared of me.
Like that first time we kissed,
You make me feel alive,
You make me dream again."

(Cinque anni tentando di cancellare il ricordo di te, una notte per ricordarlo.
Per favore, dimmi che sono ancora in tempo,
Per favore, dimmi che senti quello che sento io.
Per favore, dimmi che non sei spaventata da me.
Come la prima volta che ci siamo baciati,
Mi rendi vivo,
Mi fai ancora sognare)

Maisie mugola qualcosa di incomprensibile prima di rigirarsi nel letto, cercando il mio petto per abbracciarmi, come se fosse alla ricerca di una fonte di calore. Il problema Γ¨ che Γ¨ ancora nuda, e il mio corpo reagisce all'istante per quel contatto, puntando dritto in un'unica direzione.

Β«Leonessa, la notte scorsa non ti Γ¨ bastata? Ne vuoi ancora?Β» le sussurro, trattenendo una risata.

Io sì.

La sento sbuffare contro la mia pelle, e quando struscia involontariamente la gamba contro la mia, sono a un pelo dall'impazzire. Riesce a rendermelo duro in meno di un secondo.
Dovrebbe smetterla di avere così potere su di me.

Β«Stai zitto e lasciami dormireΒ» brontola, stringendomi piΓΉ forte.

Me lo rendi piuttosto difficile.

«Se continui così, starò zitto con la mia faccia tra le tue cosce».

Cazzo, solo immaginarlo peggiora la mia situazione.

Maisie sbarra gli occhi, scossa da un fremito, e punta gli occhi dritto verso di me. Β«Sei un pervertitoΒ».

Β«Ieri notte lo hai apprezzato particolarmenteΒ» sogghigno, beccandomi uno schiaffo in pieno petto.

Adoro provocarla, Γ¨ piΓΉ forte di me.

Β«Ti stai sopravvalutando, pirataΒ» ribatte, con un sorrisetto sulle labbra.

Β«Ne dubito. Se vuoi, posso darti una dimostrazione anche adessoΒ».

Dimmi di sì.

Maisie alza un sopracciglio, e si avvicina a me quanto basta per farmi sperare in un buongiorno con i fiocchi, ma arriva a malapena a sfiorarmi le labbra, che si ritrae in fredda, spingendomi indietro.

«Così è troppo facile, pirata».

Questo era un colpo basso.

Si alza dal letto in fretta, offrendomi una perfetta visuale del suo corpo nudo e delle sue curve, e io resto a guardarla come uno stupido deficiente, troppo incantato per dire o fare qualsiasi cosa. Mi ha in pugno, e neanche se ne accorge.

Quando si piega davanti allo specchio per recuperare una maglia dal mio cassetto, si accorge della condizione della sua schiena, e si volta verso di me con uno sguardo omicida, anche se credo che ci sia dell'altro.

È emozionata.

Β«Davian!Β» sbuffa, mentre si infila la mia maglia, e sono pronto a cedergli pure questa.

Mi rifarΓ² un armadio, pazienza.

Sono ancora fermo alla visuale del suo sedere perfetto piegato in avanti, e prima di risponderle elimino dalla mente qualsiasi fantasia oscena mi sia immaginato. Le farei troppe cose, e nessuna di queste sarebbe delicata.

Β«Sono innocente, giuroΒ» rispondo con un sorrisetto soddisfatto, e lei per tutta risposta mi lancia contro il cuscino, scoppiando in una risata.

Β«Sei un cretinoΒ» sospira, mettendo le mani sui fianchi, e lo trovo fottutamente sexy.

Ha quell'espressione corrucciata e addolcita al tempo stesso, e delle ciocche bionde disordinate le finiscono davanti al volto, dandole un'aria ancora piΓΉ bella.

Β«Certe abitudini non passano maiΒ» le dico, piΓΉ sincero di quello che pensa.

È stato un gesto istintivo, un bisogno impellente che non sono riuscito a reprimere. Le mani fremevano dalla voglia di tornare a scrivere sulla sua pelle, è come se i testi acquistassero un significato più profondo. Perché so che sono stati scritti per lei, su di lei.

Maisie si morde il labbro, e si siede sul ciglio del letto, tentando di dare un senso alla sua massa di capelli spettinati, che io adoro. Sono la prova tangibile di quanto Γ¨ stato selvaggio il sesso tra di noi, un'impronta che mi ricorda quanto ho amato stringere le sue ciocche bionde mentre affondavo tra le sue pareti strette.

Il suo sguardo, perΓ², si incupisce per un istante. Diventa timoroso, e io non ne capisco il motivo.

Β«Hai...h-hai scattato una foto?Β»

Crede davvero che lo farei?

So quanto le diano fastidio gli scatti senza permesso, me lo ha detto piΓΉ volte, e non sarei mai andato contro qualcosa che puΓ² farle del male. Non so quale sia la ragione, ma la rispetto. Mi avvicino di piΓΉ a lei, accarezzandole la guancia in modo da tranquillizzarla.

Β«No, non lo avrei mai fatto senza il tuo permesso. Ho ricopiato il testo sulle note del mio telefonoΒ» ammetto, baciandole un punto della spalla che la mia maglia non le copre.

È così magra, e ho paura di vederla scomparire ancora di più. Ho appena deciso che le preparerò la colazione.

Maisie si rilassa, e annuisce alle mie parole, poggiandomi la guancia sulla spalla. Sono per i momenti così che sento che quello che c'è tra me e lei non è solo attrazione, né legato da un banale contratto.
Siamo complicati, ma così reali che il mio cuore sussulta a ogni secondo.

Β«Grazie, DavianΒ» mormora, sottovoce.

Β«Il corpo Γ¨ il tuo, Isie. Nessuno puΓ² decidere per teΒ».

Lei sospira, rimane qualche secondo in silenzio e poi mi abbraccia. Sono così sorpreso che reagisco dopo qualche istante, e il cuore fa una capriola. La tengo stretta a me come se volessi proteggerla da qualsiasi male, da tutti quelli che hanno contribuito a farle del male, consapevole di essere tra quelli.

Per lei, perΓ², vorrei dare il meglio.

Non so per quanto restiamo così, ma quando lei si allontana, è come se si stesse portando con sé un pezzo di me. Come un cerotto che viene strappato via troppo in fretta.

Β«Vado a farmi una doccia. Dov'Γ¨ il bagno?Β» mi domanda, imbarazzata.

Conosco quello sguardo. Non ha intenzione di parlare di quello che Γ¨ successo tra me e lei, e onestamente, giΓ  il fatto che non sia fuggita Γ¨ una vittoria. So che ha bisogno del suo tempo per metabolizzare, e io non voglio metterle pressioni. Qualsiasi cosa deciderΓ , la accetterΓ².

Β«Oltre quella porta. Hai bisogno di compagnia?Β» le ammicco, malizioso.

Lei ridacchia, e scuote la testa, lasciandomi in bilico. Β«Nei tuoi sogni, pirataΒ».

Β«Sei crudeleΒ» sospiro, portandomi una mano sul cuore e fingendomi ferito.

Maisie ridacchia, e cammina verso il bagno, fermandosi a recuperare una borsa con un cambio che si era portata dietro dalla sfilata. Prima di entrare, si toglie la mia maglia, facendola cadere dove io posso vedere solo la stoffa che giace a terra, e poi chiude la porta.

Maledetta.

Restare fermo mi costa uno sforzo enorme, ma sono consapevole che se ci fosse soltanto un contatto fisico con lei, non riuscirei mai a guadagnarmi la sua fiducia.
La conquisterΓ², ma lo farΓ² nel modo giusto. Le farΓ² capire che Γ¨ reale, e tornerΓ  a essere mia.

Maisie esce dal bagno poco dopo con addosso una giacca di felpa e un top a mezze maniche che le arriva poco sotto il seno, sopra un leggings che le fascia il culo in maniera decisamente illegale.
Io sposto lo sguardo su di lei, infilando la mia maglia una volta che mi sono dato una rinfrescata nel mio bagno personale.

Β«Non vai in atelier?Β» le domando, curioso.

Maisie si lega i capelli in una coda alta, scuotendo la testa.

Β«In realtΓ , ho appuntamento con Mason. So che in alcuni giorni si allena in una palestra, e gli ho chiesto di farmi un corso di autodifesaΒ».

La confessione mi prende alla sprovvista, così come il fatto che lei senta di averne bisogno. Qualcosa mi dice che sia a causa dello stronzo che le ronzava attorno l'altro giorno, e io mi sento il sangue ribollire nelle vene.

Β«Quel coglione ti sta dando ancora fastidio? Se vuoi posso dire ad Asher di restarti vicinoΒ» le dico, preoccupato.

Maisie abbassa lo sguardo, tentennando. Β«Non voglio piΓΉ essere presa alla sprovvistaΒ».

Mi avvicino abbastanza da esserle vicino, e le accarezzo la guancia. Questa donna neanche si rende conto di quanto sia forte, e io sono fiero di lei. Del modo in cui tiene la testa alta, di come affronta le giornate e le situazioni di merda come queste.

Β«Ti accompagno, ma prima devi mangiare qualcosa. Non vorrei dover rompere il naso al mio miglior amico perchΓ© ti stende al tappetoΒ» scherzo, prendendola in braccio per portarla in cucina.

Non uscirΓ  di qui a stomaco vuoto. La faccio sedere su uno sgabello, e smanetto per prepararle una colazione a base di cereali d'avena e latte macchiato, dandole anche una barretta proteica. So che non accetterebbe nulla di diverso, e mi accontento pur di non vederla digiunare. Sapendo del suo disagio, fingo di essere distratto dal telefono mentre lei mangia, o mi giro di spalle per recuperare qualche biscotto da mettere sotto i denti.
Passa poco meno di mezz'ora, e siamo pronti per uscire. Avviso Asher di dove dobbiamo andare, e lui è già lì fuori, pronto ad aprirci la strada dai vari paparazzi. A quanto pare, la nostra relazione non ha smesso di fare scalpore. Io tengo Maisie stretta a me, la proteggo dai flash, e mando al diavolo uno di loro che fa un commento volgare su di lei.

Non torno indietro a rompergli la faccia solo perchΓ© causerebbe altri problemi, e non voglio metterla ancora di piΓΉ sotto i riflettori. La aiuto a salire sul retro della macchina, e slitto accanto a lei, chiudendo violentemente la porta. Sono rare le volte in cui chiedo ad Asher di accompagnarmi, perΓ² dato gli ultimi eventi, siamo entrambi concordi che bisogna aumentare la sicurezza.
Solo che quando realizzo chi c'Γ¨ al lato del passeggero, quasi mi prende un colpo.

Β«Candice? Che ci fai qui?Β»

Maisie sembra piΓΉ scioccata di me, e lei per tutta risposta si limita ad alzare le spalle, come se trovarsi nella macchina con il mio bodyguard fosse assolutamente normale.

Che cazzo mi sono perso?

«Stamattina questo grumpy boy è passato in ufficio da mio padre, e io ero lì. Stavamo discutendo di alcune idee per un progetto che vorrei intraprendere, e mi serviva un passaggio al palazzetto per gli allenamenti. Quindi mio padre ha chiesto a lui... ed eccomi qui» spiega brevemente, nonostante lanci un'occhiata di troppo ad Asher.

Il mio amico soffoca un brontolio, probabilmente per il soprannome, e io lo guardo divertito.

Β«Mi piace grumpy boy. Ti si addiceΒ» ironizzo.

Β«FottitiΒ» brontola verso di me, mettendo poi in moto per partire.

«Ehi, solo io posso chiamarlo così. Tu non sei autorizzato» precisa Candice, accennando una risata.

Asher la guarda per un secondo, e quando penso che stia per rispondere, si trattiene, guidando verso la palestra dove si allena Mason, dato che Γ¨ piΓΉ vicina.

Maisie soffoca una risata, e si sporge per baciare la guancia della sua migliore amica. Β«Lasceremo a te il primato, tranquillaΒ».

Β«Vi ricordo che io sono proprio qui, e vi sentoΒ» mugugna Asher, sospirando.

Β«Siamo nervosi stamattina, grumpy boy?Β»

«È il mio solito umore. Se ti crea disturbo, puoi anche non parlarmi».

Lei ammicca. Β«E tu puoi anche non rispondereΒ».

I miei occhi vanno da una parte all'altra, e anche Maisie li fissa, soffocando un'altra risata.

Β«Sono taciturno, mica maleducatoΒ».

«O forse l'idea di dialogare con me non ti dispiace poi così tanto».

Che cazzo di spasso.

Asher sospira, e giuro, sono perfettamente certo di aver visto l'accenno di un sorriso su quelle sue labbra, nonostante di sforzi di nasconderlo.

Β«LascerΓ² trarre a te le conclusioni, campionessaΒ» le dice, guardandola con la coda dell'occhio prima di tornare a concentrarsi sulla strada.

Io e Maisie ci lanciamo uno sguardo complice, e il resto del viaggio lo dedico a controllare le notifiche sul mio telefono, postando anche un'immagine delle mani mie e di Maisie una sull'altra, dopo aver chiesto il suo consenso. Leggo i messaggi del mio agente e dei miei produttori, a cui ho dato degli spunti per il tipo di base che vorrei provare. Prima di quanto mi accorga, siamo giΓ  arrivati fuori la palestra.

Β«Grazie Ash, ci vediamo nel pomeriggio. Albert mi ha organizzato un Meet&Greet alle cinque del pomeriggio, ci sei?Β»

«A pararti il culo? È il mio lavoro» brontola, alzando le spalle.

È il suo modo di dire sì.

Β«Sono certo che in fondo ti divertiΒ» sogghigno.

Β«Parecchio in fondoΒ» brontola, facendomi segno di scendere.

Maisie saluta sia lui che Candice, e afferra il borsone prima di sgattaiolare all'interno, e io ringrazio che non ci siano troppi paparazzi all'entrata, così possiamo dirigerci all'interno senza intoppi. Lei entra per prima, io invece resto qualche minuto a firmare autografi a qualche passante che mi ha riconosciuto e fermato. Sarei ingrato a essere scortese nei loro confronti se non mi danno modo di esserlo, quindi sono più che riconoscente di mettermi a disposizione. Il problema è che la folla aumenta a ogni secondo che passo fuori, come se la notizia che sia qui si diffondesse a macchia d'olio, e non è semplice accontentarli tutti, nonostante io ci provi.

Molti chiedono del mio prossimo disco, qualcuno chiede del tour, si complimentano per la mia musica, o mi dicono quanto sia importante per loro, e la mia voglia di darmi da fare risale a galla. Sono questi gli attimi in cui realizzo che quello che sto facendo vale gli sforzi, e non posso deludere le loro aspettative.
Gli darΓ² la musica che stanno aspettando, e lo farΓ² a modo mio.

Mi impegno a salutare ciascuno di loro, e quando finalmente riesco a mettere piede dentro l'edificio, credo sia passata almeno mezz'ora. La palestra Γ¨ sviluppata su due piani, e dispone sia di una sala pesi al piano superiore, con delle stanze per dei corsi specifici, mentre il piano terra Γ¨ interamente dedicato agli esercizi a corpo libero e di pugilato. Infatti, subito dopo la hall d'accoglienza, c'Γ¨ un ring al centro della stanza, e poco piΓΉ lontano un sacco da boxe nero e rosso, appeso con una catena al soffitto. L'aspetto Γ¨ abbastanza moderno, con pareti in grigio chiaro e bianco, e un sistema di illuminazione al neon che gira tutto attorno al perimetro.

Maisie e Mason sono lì sul ring, e mi va di traverso la saliva quando li vedo. Se non conoscessi il mio migliore amico, probabilmente darei di matto. Tiene Maisie bloccata al pavimento con i polsi sopra la testa, e la sovrasta dall'altro, dicendole qualcosa all'orecchio che non riesco a capire. Sembrano entrambi affannati, e Maisie annuisce prima di avvolgere una gamba attorno al polpaccio del mio amico, simulando il movimento di una testata prima di ribaltare la situazione e mettersi a cavalcioni su di lui. Con una mano gli colpisce dritto al centro del petto, nel punto che le consiglia Mason.

Dio santo, così è anche peggio.

Β«Tieni a posto le mani, Mason. O avrai parecchi problemiΒ» brontolo, alzando un sopracciglio.

Mason si volta nella mia direzione, e scoppia a ridere, mentre una ciocca di capelli biondi gli ricopre il volto. Indossa una semplice canotta bianca da allenamento e i bermuda di tuta nera, che accentuano ancora di piΓΉ il suo fisico muscoloso e scolpito. Passa qui almeno quattro pomeriggi a settimana, il bastardo.

Β«Ci stiamo allenando, coglioneΒ» sbuffa divertito, alzando le mani.

Maisie mi lancia un'occhiataccia prima di rimettersi in piedi. Β«Lascialo perdere, Γ¨ un idiotaΒ» sbuffa, accennando un sorrisetto.

Io mi avvicino a loro, sporgendomi dalle corde del ring. Β«Posso prendere parte a questi allenamenti? Ci sono un paio di mosse che mi piacerebbe riprodurreΒ» la provoco, passandomi la lingua sulle labbra.

Β«Io terrei a freno la lingua, pirata. Mason mi ha insegnato almeno cinque modi diversi di colpire le parti basse di un uomoΒ» mi ammonisce, incrociando le braccia al petto, e il movimento accentua di piΓΉ le forme del suo seno.

Mi sposto fino ad arrivare dietro di lei, sempre dietro le corde, e mi sporgo in avanti per chinarmi al suo orecchio. Β«Sappiamo entrambi che preferisci quando la usoΒ».

Maisie rabbrividisce, e impreca sottovoce, restando immobile qualche secondo. Β«Sto cercando di allenarmiΒ» sbuffa, esasperata.

Β«Maisie ha ragione, vai nell'angolino. Sono con la mia clienteΒ» mi punzecchia Mason, senza curarsi di nascondere l'espressione divertita.

Io scuoto la testa, contrariato, ma non insisto oltre. Se Maisie vuole sentirsi piΓΉ sicura, mi sta piΓΉ che bene che impari modi di difendersi da sola, so che non ha mai avuto bisogno di qualcuno che combattesse le sue battaglie, ed Γ¨ una delle cose che mi Γ¨ piaciuta subito di lei.
I due si rimettono a lavoro, tra scherzi e risate, mentre io mi limito a osservarli da lontano, lasciando a Maisie lo spazio di cui ha bisogno. Non sarΓ² mai il tipo di persona che le sta addosso a ogni passo, e per quanto mi piaccia provocarla, non sono mai serio.
Anzi, guardarla fa viaggiare la mia mente, offrendomi la possibilitΓ  di pensare a strofe, melodie e versi che vorrei vedere nel mio album. Parlerei di una donna forte, che non si Γ¨ lasciata spezzare da niente, che ha sempre tratto il meglio persino dalle situazioni piΓΉ complesse, splendendo piΓΉ che mai.
Parlerei della donna che si Γ¨ impossessata del mio cuore, e se lo tiene per sΓ©.

Sono in piena fase creativa, come non mi succedeva da mesi, e questo mi porta a scrivere e annotare frasi e strofe ovunque mi capiti, in questo caso anche sul mio Iphone.

Di tanto in tanto guardo verso Maisie, e gli occhi si posano sulle sue curve accentuate dalla tuta, dal modo in cui si muove, alla sua espressione determinata, quella di chi punta a fare di più. È la mia leonessa, non mi sarei aspettato nulla di meno.
Quando finisce una serie di esercizi, nota la direzione del mio sguardo, e accenna un sorrisetto, fermandosi per bere dalla sua borraccia.

Β«Ti stai godendo lo spettacolo, pirata?Β»

Io ammicco, piegando la testa da un lato. «In realtà, stavo per dirti che se ci tieni a sudare così, conosco degli allenamenti più proficui» sogghigno, superando le corde del ring per raggiungerla.

Maisie sospira, ma non si tira indietro. «Ah sì? Magari dovrei chiedere a Mason di mostrarmeli».

Col cazzo.

La afferro per i fianchi con un movimento veloce, intrappolandola tra le mie braccia mentre i miei occhi finiscono sulle sue labbra leggermente schiuse, che mi fanno venir voglia di morderle e succhiarle fino a renderle gonfie e lucide.

Β«No. Puoi farlo soltanto con me, leonessa. Posso mostrarti tutto quello che desideriΒ» le sussurro, passando il mio palmo su tutto il suo fianco, toccando parte della sua pelle scoperta.

Lei rabbrividisce sotto il mio tocco, e io mi godo la sensazione del calore della sua pelle, come fossi un drogato in cerca di una dose, persino la più piccola. È quel tipo di richiamo impossibile da ignorare, per cui sarei disposto a fare qualsiasi follia, ad andare contro ogni limite.

Β«Questo non faceva parte del contrattoΒ» mormora con appena un filo di voce.

Β«Allora forse dovremo rivederloΒ» le dico, passandole l'indice ad accarezzarle la guancia, desiderando di attirarla di piΓΉ a me.

Maisie socchiude gli occhi, e trema tra la mia presa, prima di fare un passo indietro.

«L'ultima regola diceva di non dimenticarmi mai che tutto questo è solo un accordo. È ancora valida?»

Non so se sia il tono con cui lo dica, o l'espressione dipinta nei suoi occhi a farmi gelare il sangue nelle vene.
Quando ho detto quella frase, cercavo di proteggerla da me, di tenerla lontana per il suo bene, non ho mai pensato che fosse per paragonarla a un banale contratto.

Β«Credi sul serio che lo sia mai stata?Β»

Mi rendo conto che conquistarmi la sua fiducia Γ¨ un'impresa difficile, ma cazzo, in alcuni giorni sembra impossibile, e mi rendo conto che il problema sono io. Vorrei poterle dire la veritΓ , perΓ² non posso.

In ogni caso, la perderei comunque.

Maisie china lo sguardo, e si mordicchia il labbro, cercando qualcosa da dire, senza trovarlo.

Β«Non lo so, dovresti dirmelo tuΒ».

Si allontana per andare verso gli spogliatoi, ma prima che vada, la afferro di nuovo per il polso, portandola piΓΉ vicino a me al punto che i nostri petti si scontrano per l'irruenza del gesto.

Β«Sei sempre stata molto di piΓΉ, Isie. Sto cercando di dimostrartelo, e non mi arrenderΓ²Β» le sussurro, poggiando la fronte sulla sua.

Non importa quanto duramente mi farà lavorare, quanto ancora dovrò aspettarla o adeguarmi ai suoi tempi. Il contratto è un limite di tempo entro il quale devo conquistarmi la sua fiducia, e farò di tutto pur di non lasciarmela sfuggire di nuovo. È da egoisti vivere nella speranza di poterla tenere con me, ma mi è impossibile immaginare una realtà di cui lei non fa parte, non un'altra volta.

Β«Vado a cambiarmi, devo tornare in atelierΒ» mi avvisa, esalando un pesante sospiro prima di recuperare la sua roba e sparire oltre lo spogliatoio.

Io la guardo allontanarsi, tenendo le mani nelle tasche dei miei jeans, e la consapevolezza di essere del tutto fottuto.

Β«Hai l'espressione da vero ebete quando la guardiΒ».

La voce di Mason mi prende alle spalle, e quando mi volto, lo vedo sghignazzare alle mie spalle mentre si asciuga i capelli umidi, passandoci una mano in mezzo.

Β«Siamo in una situazione complicataΒ» sbuffo, perchΓ© non saprei neanche io come definirla.

Non siamo fidanzati.
Non siamo scopamici.
Siamo qualcosa di indefinito che ho intenzione di tenermi stretto.

Β«Lo avevo notato, spero solo che non farai altre cazzateΒ» ridacchia, perΓ² dopo poco diventa piΓΉ serio, e capisco che ha qualcosa da dirmi. Β«Devo parlartiΒ».

Il tono grave con cui parla mi lascia intendere che sia qualcosa di serio, e so che Mason non scherza mai su argomenti delicati. PuΓ² essere il piΓΉ estroverso del gruppo, e al tempo stesso, la persona piΓΉ affidabile su cui contare.

Β«Dimmi tuttoΒ».

Β«Si tratta della gang di Liverpool. Insiste per voler correre con te, e stasera hanno organizzato una corsa. Stanno spargendo voce che non ti presenterai... perchΓ© hai pauraΒ».

Scoppio in una risata amara, e il nervoso mi schizza alle stelle. Non so chi cazzo siano, ma se pensano di poter venire nella mia zona e sparare cazzate, stanno per ricevere una brutta sorpresa.

Β«Non cedo ai loro giochetti del cazzo. So che lo dicono solo per provocarmi, e stasera capiranno la lezione. Questa Γ¨ la nostra zona. Se qualcuno vuole competere, lo chiede a me o a KaidenΒ».

Sono fuori di me, e nella mia testa c'Γ¨ solo un punto: far capire a questi stronzi chi Γ¨ il pirata di Londra.
Mason incrocia le braccia al petto, e nonostante sappia che non sia d'accordo, annuisce.

Β«Quindi, che si fa?Β»

Io curvo le labbra in un sorrisetto, sentendo giΓ  l'adrenalina scorrermi nelle vene.

Β«Stasera si corre per vincereΒ».

✨Spazio Autrice✨

So che vi ho fatto aspettare qualche giorno in più, ma come promesso prima del Salto ecco a voi il capitolo, con anche un piccolo flashback🌝
Tenetevi pronti per il prossimo capitolo, perchΓ© ce ne saranno delle belle.

Grazie come al solito a chiunque stia seguendo la storia, a chi lascia commenti o anche a chi legge in silenzio. Per chi mi segue su Instagram, nell'ultimo post che ho pubblicato, c'è una vignetta tutta dedicata a HTF🀍
Per qualsiasi altro commento, ci vediamo qui o su Instagram come fraanz_author

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