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"Di certi luoghi mi piace il brivido che resta a lungo sottopelle."
-Fabrizio Caramagna
Soundtrack: Somewhere Only We Know β Keane
Ho passato cinque anni a immaginare di poterla baciare di nuovo, ed Γ¨ stato il bacio piΓΉ vero dopo tutti questi anni, cazzo. L'ho sentito fin dentro le ossa.
Γ valso ogni sacrificio che ho fatto per arrivare da lei in tempo, ogni passo che ho mosso verso di lei, nella speranza di darle le dimostrazioni che merita.
Ci sono baci destinati a sparire come se non fossero mai esistiti, e poi ci sono questi, quelli che ti restano scolpiti nell'anima, come tatuaggi sulla pelle. Quelli con Maisie sono sempre stati così.
Per un attimo, in sella alla mia moto, ho avuto il timore che la situazione sarebbe peggiorata, e che mi sarei perso il suo momento. Non è stato semplice riprendere il controllo, ma probabilmente la mia forza di volontà è stata più forte, o magari il destino ha voluto che fosse così.
Ho ancora un leggero tremore alla mano, perΓ² non m'interessa. Niente mi vieterΓ di rendere realtΓ la richiesta di Maisie e portarla via.
Il sapore delle sue labbra mi si Γ¨ impregnato addosso, Γ¨ una sensazione inebriante, peggio di una scarica di adrenalina, piΓΉ intensa di qualsiasi altra cosa abbia mai provato prima.
Mi ero ripromesso di tenerla lontana, cazzo. E guarda il risultato.
Non so questo cosa significa per noi, ma non ho intenzione di rinunciarci. Non piΓΉ.
Prima che Maisie cambi idea, la prendo in braccio, anche perchΓ© conoscendola avrΓ i piedi distrutti a giudicare dai tacchi che indossa.
à così bella che mi fa male.
Β«Dove andiamo?Β» mi domanda, passando la mano tra i miei capelli.
Mi guarda assorta, come se avesse un milione di domande sulla punta della lingua, a cui sono certo che non avrei risposta. In tutta onestΓ , non so neanche io che cazzo sto facendo.
Mi lascio guidare dall'istinto, da quella voglia irrefrenabile che mi spinge verso di lei, nonostante debba correre controcorrente. Dal desiderio di riparare agli errori passati, e rendere gli occhi di Maisie meno tristi.
Γ da troppo che non la vedo sorridere sul serio.
Ma per farlo, bisogna partire dall'inizio, dove tutto Γ¨ iniziato.
Β«Lo scoprirai, leonessa. Non voglio rovinarti la sorpresaΒ» ridacchio, chinandomi quanto basta per baciarle il collo.
Quando mi allontano, Maisie ha quella sua tipica espressione corrucciata che la rende ancora piΓΉ adorabile ai miei occhi.
Β«Stai trasgredendo le nostre regoleΒ» mormora con un sorrisetto da furfante.
Sogghigno. «à la mia specialità ».
Lei ruota gli occhi al cielo, sforzandosi di non ridere. Β«Sei il piΓΉ infido dei piratiΒ» scherza, giocando col mio soprannome.
Quando lo dice lei, ha un sapore del tutto diverso.
Β«E tu la piΓΉ pericolosa delle leonesse. Siamo la combinazione perfettaΒ» le sussurro all'orecchio prima di tornare alla moto.
Maisie sussulta, ma quell'espressione assorta dura qualche secondo, dato che si affretta a nasconderla. Sposta la sua attenzione sulla mia moto, sedendosi sopra con aria spavalda, e incrocia anche le gambe.
Β«Mi devi ancora un giro, ricordateloΒ» mi ammonisce.
In questo istante, non esiste cosa che non le darei.
Β«Ma non ho specificato quandoΒ» ridacchio, passandole il casco e assicurandomi che sia legato bene sotto al suo mento.
Metto poi il mio, e salgo con un movimento fluido in sella, dopo che Maisie si Γ¨ spostata per farmi salire.
Le sue mani mi avvolgono la vita, e giuro che mi sembra di tornare a respirare soltanto adesso.
Mi erano mancati i nostri gesti, persino quelli piΓΉ semplici come questo. Mi era mancato sentirmi l'anima leggera e il cuore colmo di qualcosa che non comprendo, ma talmente potente da devastarmi.
Β«Neanche un indizio sulla nostra destinazione?Β» mi dice da dietro, e sento il suo sguardo su di me.
Non ho bisogno di pensarci, so esattamente dove voglio andare.
Β«In un posto soltanto nostro, leonessaΒ».
Lei sussulta, e so che non le serve sapere altro. Ha capito cosa intendo.
Parto all'istante, diretto nell'unico luogo che non ha mai smesso di essere speciale per me, e in cui non torno da cinque anni. Dall'ultima volta che ci sono stato con lei.
Prima di portarla dove voglio, passiamo un attimo dal mio appartamento, giusto il tempo di recuperare la mia chitarra, che chiedo a Maisie di reggere dietro la sua schiena. Per fortuna, non siamo troppo distanti dal luogo in cui voglio andare, quindi il tragitto Γ¨ breve. Inoltre, muoversi in moto rende gli spostamenti piΓΉ veloci. Mentre corro tra le vie di Londra, avere le braccia di Maisie attorno alla vita Γ¨ un toccasana, una sensazione che mi colpisce feroce allo stomaco, facendomi sentire piΓΉ vivo che mai. Il vento ci taglia la faccia, ma a nessuno dei due importa, perchΓ© entrambi adoriamo la sensazione di sentirci liberi e lontani dal mondo. Quando arriviamo a destinazione, le luci soffuse della notte rendono questo posto ancora piΓΉ magico di come lo ricordavo, quasi lo vedessi sotto una luce nuova.
Dei lampioni illuminano la strada, e se faccio attenzione, riesco a scorgere persino qualche lucciola che svolazza. Il cielo sopra di noi non Γ¨ nuvoloso, anzi, ci offre una perfetta visuale di un cielo brillante, nonostante non si riescano a scorgere troppe stelle.
Maisie non dice nulla, eppure so che ha capito dove siamo diretti. Si limita a prendere la mia mano e lasciare che la guidi, e io sono troppo codardo per aggiungere qualcosa, come se tutto potesse distruggersi in pochi secondi.
So bene di non essermi conquistato la sua completa fiducia, perΓ² non smetto di provarci. Aspetto che lei sia disposta a farmi entrare di nuovo nella sua vita, mentre io ci vado con i piedi di piombo, ignorando tutto ciΓ² che mi ero ripromesso.
Una folata di vento le fa andare i capelli davanti al volto, e io mi ritrovo a fissarla come un imbecille, perchΓ© lei resta comunque la donna piΓΉ bella del mondo ai miei occhi, quel tipo di bellezza che mi si scolpisce nel cuore, e non va via neanche dopo cinque anni di distanza.
Nel cuore di Hyde Park, c'Γ¨ quello che mi piace definire il nostro posto segreto. Non si tratta altro di una piccola area verde di fronte al lago, costeggiata da parecchi alberi che fanno ombra, e un silenzio che lascia spazio soltanto alla natura e qualche scoiattolo che di solito si aggira nei dintorni.
à qui che ho fatto sentire per la prima volta a Maisie la mia canzone, la stessa che mi ha portato al successo. Quella a cui entrambi abbiamo lavorato, dedicata a lei in ogni singola riga. Ogni volta che la cantavo su un palco, avevo l'impressione di averla con me, e non sembrava più così distante.
Tornare qui Γ¨ un colpo al cuore, perchΓ© questo piccolo angolo di paradiso Γ¨ rimasto uguale a come lo ricordavo. A essere cambiati, siamo noi.
Quando mi volto verso Maisie, i suoi occhi sono leggermente lucidi, riesco a scorgerlo persino nella penombra. Sarei potuto tornare qui un milione di volte, eppure mi sembrava un tradimento andarci senza di lei. Mi sarebbe mancata troppo, e ora che Γ¨ qui... Γ¨ un'emozione indescrivibile.
Mi riporta indietro negli anni, a quando le giornate con lei riuscivano a salvarmi dal baratro, rendendo gli attimi degni di essere ricordati.
*
Β«Come hai scoperto questo posto?Β» mi domanda Maisie, mentre io accordo la mia chitarra.
In realtΓ , mi sento parecchio agitato. Di solito mi sono sempre limitato a cantare delle cover, questa Γ¨ la prima volta che produco qualcosa di mio, e lei Γ¨ la prima a cui voglio farlo sentire.
Inoltre, già conosce il testo. Lo abbiamo scritto insieme, ci sono strofe e frasi che le ho scritto sulla pelle, preso da folli momenti d'ispirazione. E lei adora quando lo faccio, dice che così le resterà più impresso.
Non so neanche da quanto ho iniziato a provare tutto questo per lei, da quando i miei sentimenti siano diventati così ingestibili da aver bisogno di appuntarli da qualche parte, o scriverci una canzone.
Non capisco l'effetto che lei mi fa, ma cazzo, lo adoro. Non ho mai conosciuto nessuna come lei, che mi tiene testa fin dal primo momento che ci siamo conosciuti.
Β«In realtΓ , mi sono affidato all'istinto. Vagavo per Hyde Park, fino a quando non ho deciso dove fermarmiΒ».
Maisie ride, e si siede sopra al telo che ho messo sull'erba, accomodandosi vicino a me. Indossa dei jeans che le fasciano le gambe in maniera favolosa, nonostante lei si ostini a nascondere il suo corpo come se avesse difetti.
Dio, passerei le giornate a dimostrarle quanto si sbaglia.
Β«O forse eri troppo pigro per cercare altroΒ» ridacchia lei, guardando la mia chitarra con un'espressione sognante.
Speriamo che le piaccia.
Le rubo un bacio veloce, mi godo il sapore delle sue labbra, e in un secondo quel bacio casto diventa qualcosa di piΓΉ potente, che nessuno dei due Γ¨ in grado di controllare. Le nostre lingue viaggiano insieme, e io le stringo i capelli tra le mani per attirarla piΓΉ vicino.
Ha un sapore di cui non mi stanco mai.
Mi stacco a malincuore, ma per una buona ragione. Voglio avere un suo parere... ne ho bisogno.
Forse saranno i suoi occhi azzurri carichi di iniziativa, o forse il modo in cui mi guarda, perΓ² il cuore non ne vuole sapere di decelerare, quasi fosse un treno in corsa.
Β«Ho finito la canzone a cui abbiamo lavorato. Vuoi sentirla?Β» le dico, cercando di nascondere la mia ansia.
Lei annuisce, entusiasta. Β«A una sola condizioneΒ».
Io alzo un sopracciglio, incuriosito. «Ah sì? Sentiamo» le dico, divertito dalla sua intraprendenza.
Lei si guarda attorno, e quando torna a guardarmi, la sua espressione Γ¨ indecifrabile. Vorrei sapere cosa pensa, cosa le frulla in quella testa piena di idee e aspettative.
Β«Promettimi che questo sarΓ il nostro posto. Il luogo in cui esistiamo solo io e te, qualcosa di cui siamo a conoscenza soltanto noi. Dove possiamo condividere tutti i nostri sogni, e tentare di realizzarliΒ».
Non mi sembra una promessa tanto difficile da mantenere. Onestamente, non mi Γ¨ mai venuto in mente di portarci nessun'altra che non fosse lei.
Mi piace l'idea di avere un qualcosa di nostro.
Β«Te lo prometto, Isie. Da questo momento in poi, questo Γ¨ il nostro postoΒ».
Il suo sorriso si allarga, e giuro, le avrei promesso il mondo se fosse servito a farla sorridere in questo modo.
Io ripeto gli accordi principali della canzone, e mi prendo qualche altro istante prima di cominciare. Ho cantato spesso anche al liceo durante le lezioni di musica, ma questa volta...Γ¨ diverso.
Maisie non mi mette alcuna fretta, anzi, mi fissa come se non avesse alcun dubbio, e mi fa venire voglia di soddisfare ogni sua aspettativa. Mi fa venire voglia di essere migliore di quello che sono stato fino ad adesso.
Γ un sentimento spaventoso, a cui perΓ² non so fare a meno.
Β«Allora stupiscimi, pirata. So che puoi farloΒ».
Faccio un respiro e prendo coraggio, guardandola dritto negli occhi.
Β«Tu sarai con me, Isie?Β»
Non esita neanche un secondo a rispondere, e leggo la risposta nei suoi occhi ancor prima che parli.
Β«Sempre, pirataΒ».
Ed è così che è cominciata.
In una calda giornata di primavera, all'ombra di una vecchia quercia.
La prima volta che ho cantato qualcosa di mio, Γ¨ stato soltanto per lei. Un momento tutto nostro, da cui poi Γ¨ cominciato tutto.
Γ il posto che ha visto crescere i nostri sogni, in cui il nostro legame Γ¨ diventato ogni giorno piΓΉ forte.
Fino a quando non Γ¨ rimasto poi solo il ricordo di un qualcosa che ho dovuto lasciar andare.
*
Quando rinsavisco dai miei pensieri, noto che Maisie si Γ¨ allontanata di qualche passo, con il volto rivolto verso il lago. Probabilmente anche lei sta ripensando ai momenti che abbiamo passato insieme, e nonostante il bacio di prima, io continuo a sentirla lontana da me, come se si sforzasse di tenermi a una debita distanza di sicurezza. E cazzo, ne ha ogni ragione.
Mi avvicino a lei lentamente, abbracciandola da dietro. Lei sussulta per un attimo, e quando ho l'impressione che stia per cacciarmi, si rilassa contro di me, anche se evita di guardarmi.
Β«PerchΓ© tra tanti posti, proprio qui?Β» mi domanda con la voce che trema leggermente.
PerchΓ© ero stufo di accontentarmi del ricordo di noi due qui.
PerchΓ© avevo bisogno di tornare qui con te.
Vorrei dirglielo, ma farlo mi porterebbe a dover ammettere cose che preferisco tenere per me. Agisco da egoista e me ne rendo conto, perΓ² non posso fare a meno di lei. Della sua presenza qui, del suo profumo inebriante, di quei gesti che restano nostri persino a distanza di anni.
Β«Ero troppo pigro per cercare altroΒ» ridacchio al suo orecchio, ripetendo le sue parole di anni fa.
Maisie accenna una leggera risata, scuotendo la testa prima di allontanarsi da me. E fa male come ogni fottuta volta. Va a sedersi al solito posto, e io le passo una delle coperte che ho recuperato da casa per evitare che prendesse freddo.
Β«Sei un gran paraculo, pirataΒ» sbuffa, facendo segno di sedermi, e non me lo faccio ripetere.
Per un po' nessuno dei due ha molto da dire, e lo rispetto. C'Γ¨ tanta storia in questo prato all'apparenza semplice, ma che per noi ha significato l'inizio di qualcosa. Sono immagini di noi che non mi abbandonano mai, e che nelle notti piΓΉ dure sono riuscite a placare il senso di vuoto che provavo nel petto.
Β«Volevo tornare qui, non c'Γ¨ una spiegazione logicaΒ» ammetto, concedendole una mezza veritΓ .
Lei annuisce, distogliendo lo sguardo da come con la scusa di sistemarsi i capelli, mentre io resto ad ammirarla, come se volessi imprimere ogni istante nella memoria.
Β«Come va col tuo disco?Β» mi domanda, e io mi pietrifico.
Ha colpito nel segno.
In questo periodo, Γ¨ l'argomento che piΓΉ detesto affrontare, perchΓ© mi fa affacciare a una triste realtΓ , ben diversa da come l'avevo immaginata. Mi ricordano che per quanto io lo detesti, c'Γ¨ qualcosa in cui sto fallendo, e non so neanche come esprimerlo.
Β«Prossima domanda?Β» sbuffo, buttandomi a peso morto sull'erba.
Maisie gira lo sguardo verso di me con la tipica espressione di chi non mollerΓ l'osso. Lei non lo fa mai.
Β«Qual Γ¨ il problema? Pensavo stessi scrivendoΒ» mormora, spostando l'attenzione su di me.
Io sospiro, decidendo che forse tutto sommato sfogarmi mi farΓ bene.
«Sì, ma non abbastanza da incidere un intero album. A detta del mio agente, i due pezzi che ho abbozzato non sono "contemporanei"» mimo con le virgolette le sue stesse parole.
Mi manda su tutte le furie che le uniche canzoni che io abbia scritto di mio pugno, siano state giudicate in quel modo. Dal mio punto di vista, la musica Γ¨ musica, qualsiasi essa sia. Se non mi va di scrivere canzoni che non trasmettono le mie vere emozioni, non sarΓ² mai in grado di dare alla gente quello che vuole.
Β«Fanculo il tuo agente, Davian. Scegli tu la tua musica, non hai scalato le classifiche con qualcosa di contemporaneo, eppure guarda che risultato. Da quando tieni in conto quello che dicono gli altri?Β» mi domanda, alzando un sopracciglio.
A dirla tutta, non lo so neanche io. Γ la dannata paura di commettere un passo falso, e perdere l'unica cosa che mi sia rimasta. L'unica per cui valga la pena alzarsi dal letto.
Β«E se avesse ragione? Se pubblicassi qualcosa che la gente sta aspettando da almeno un anno, per poi rivelarsi un disastro giusto prima del tour?Β»
Le parole mi escono dalle labbra senza controllo, e io detesto essere così fottutamente onesto con i miei sentimenti. à facile interpretare il ruolo del ragazzo sfrontato e spavaldo, lo è di meno ammettere di avere insicurezze come tutto il resto degli esseri umani.
Maisie si volta verso di me, e cerca le mie mani, stringendole.
Β«Il Davian che ricordo, non si sarebbe fatto frenare da questo. Sarebbe andato avanti a prescindere dal parere degli altri, quindi cosa ti frena veramente? PerchΓ© non Γ¨ questoΒ».
Odio che abbia così ragione, e che mi conosca talmente bene da andare oltre quello che le dico.
Γ spaventoso il modo in cui mi costringe a fronteggiare veritΓ che non ammetto neanche a me stesso.
Solo che davanti a quell'espressione comprensiva, ai suoi occhi azzurri come l'oceano, e ai milioni di ricordi che avvolgono questo posto... mi concedo il lusso di posare la mia maschera.
Β«La paura di non esserne piΓΉ all'altezza, e di non meritare tutto questoΒ».
Ogni volta che ho inciso una canzone, avevo un'immagine precisa in mente. Un ricordo fisso, un'emozione precisa, mentre adesso mi sembra di stare in balia delle onde, perso come non lo ero mai stato.
Solo.
Tutti quelli che mi circondano hanno aspettative su di me, si aspettano che io gli dia esattamente quello che pretendono, che sia il loro beniamino da esporre e adorare, o trattare a loro piacimento. E senza nessuno a credere realmente in quello che vorrei fare, Γ¨ difficile andare avanti senza alcun dubbio.
In certi giorni, crollo persino io. Il pirata che non ha paura di nulla, se non della solitudine.
Maisie mi accarezza la mano, e giuro che quel contatto, sentire il suo calore contro il mio, mi devasta. Non ne ho mai abbastanza.
Β«Io penso che tu sia all'altezza di qualsiasi cosa tu voglia. Quella gente lΓ fuori sarΓ sempre pronta a vederti fare la mossa sbagliata, e probabilmente ti potrΓ capitare qualche volta, ma dovrai andare avanti comunque. La tua musica appartiene solo a te, Davian. Chi sceglie di ascoltarla, Γ¨ perchΓ© si fida delle storie che racconti, non di quelle che ti vogliono imporre. Segui te stesso e basta, e torna a scrivere come un tempo. Cosa Γ¨ cambiato?Β»
Troppe cose.
Β«Un tempo avevo teΒ».
Quella tacita veritΓ esplode tra di noi, e l'espressione sorpresa sul suo volto mi provoca un buco allo stomaco. Γ come se vedessi ogni emozione nei suoi occhi, ogni lacrima che trattiene, ogni parola che resta sospesa tra di noi. La veritΓ Γ¨ che sono terrorizzato dall'idea di vederla andare via di nuovo, nonostante ne sia stato io il responsabile. Eppure chiederle di restare sarebbe una follia, un lusso che non posso permettermi. La rovinerei.
La sua espressione si addolcisce, e io socchiudo gli occhi quando le sue dita mi sfiorano la guancia, lasciandomi quella sensazione di calore che vorrei non svanisse mai. I nostri volti sono così vicini, ma non a sufficienza. Mi lasciano immaginare il suo sapore, senza godermelo davvero. Mi lasciano con l'idea di lei, un desiderio che non riesco a frenare in alcun modo.
Β«Sono qui, adessoΒ».
Prima che io abbia il tempo di reagire, Maisie si allontana per passarmi la mia chitarra, e io la guardo con un cipiglio interrogativo.
Β«Vuoi prendere lezioni di chitarra, leonessa?Β»
Lei ride, e cazzo, adoro quel suono. Β«No, voglio che ricominci a scrivere come eri solito fare. Soltanto io e te nel nostro posto segretoΒ».
Credo di non aver mai sentito idea migliore, ed Γ¨ l'unica opzione che conosco per mettere a fuoco i miei pensieri, per renderli immortali. Maisie fruga nella sua borsa un piccolo Block notes, e me lo passa, non prima di scriverci sopra un appunto.
Sorrido quando lo vedo.
Β«Non si decide mai prima il titoloΒ» le dico, divertito.
Β«Beh, per fortuna a nessuno dei due piace seguire le regoleΒ» mormora, mettendosi tra le mie braccia, esattamente come un tempo.
Io tengo la chitarra davanti a noi, e la sua presenza riesce a curare ogni spazio vuoto, come se tutto andasse nel verso giusto. Non so dargli una spiegazione logica, neanche merito che lei sia qui adesso, proprio nel posto in cui l'ho sempre immaginata. Nel posto che entrambi amiamo.
Sul foglio c'Γ¨ abbozzato il titolo di quella che giuro diventerΓ la prima canzone del mio nuovo album, l'ho appena deciso.
"Our hidden place."
Il nostro posto nascosto.
Mi sembra un ottimo punto da cui ripartire.
Chiudo gli occhi, rilasso la mente, e lascio che sia la melodia a venire da me, provando un paio di accordi. Devo sentirla col cuore, devo provare riprovare fino a quando non sento che tutto Γ¨ al suo posto, e che fila come dovrebbe. Maisie mi consiglia quando aumentare o diminuire il ritmo, annuisce quando le piace, mette il broncio quando invece no.
La costruiamo insieme, proprio come all'epoca. E mentre restiamo così, le cose mi sembrano esattamente come le abbiamo lasciate.
Il testo, perΓ², voglio scriverlo quando sarΓ² da solo. Voglio che sia una sorpresa, o forse non ho il coraggio di scriverlo sotto i suoi occhi. Ci sarebbero veritΓ troppo grandi da rivelare.
Ma parlerΓ² di quanto mi sia mancato tornarci in questi anni, di quanto la sua presenza fosse ovunque, e il ricordo di lei lo rendesse vivo. RacconterΓ² di noi, dei baci rubati, dei momenti che non posso dimenticare, delle emozioni che ho provato soltanto con lei. DirΓ² che darei l'anima pur di poterci tornare di nuovo, e vederla sorridere come un tempo.
Non era il posto a essermi mancato, era lei. Γ sempre stata lei.
Finalmente, inizio a essere soddisfatto del mio lavoro, e sento che sto procedendo verso la direzione giusta.
Non so quanto tempo passi prima che io posi la chitarra, Maisie tiene gli occhi socchiusi, eppure so che è sveglia. Fa così quando vuole rilassarsi, o si abbandona ai pensieri, come se andasse in un mondo tutto suo. Io mi limito ad accarezzarle i capelli, provocandole un mugolio soddisfatto. Tiene la testa sulla mia spalla, mentre io le cingo la vita con un braccio, quasi avessi il timore di vederla andare via.
Β«Sai, ricordo ancora il giorno del mio primo concerto, o meglio, la sensazioneΒ» le dico, parlando all'improvviso.
Maisie volta di poco lo sguardo verso di me, e in questo modo, i nostri nasi si sfiorano, mozzandomi il fiato.
Succede solo con lei.
Β«Deve essere stato bello, suppongoΒ» mormora, accennando un sorrisetto malinconico.
Io annuisco, perché sì, dannazione, è stato un momento che non dimenticherò mai. La sensazione di adrenalina, il pubblico che acclamava il mio nome, un palco su cui esibirmi che prima di allora avevo soltanto sognato.
Era un piccolo locale di Londra, eppure Γ¨ stato incredibile lo stesso.
Un giorno, arriverΓ² al Wembley Stadium.
Β«Parecchio, ma ricordo anche quanto fossi agitato, nonostante cercavo di dimostrare a tutti il contrarioΒ» ridacchio, anche se una sensazione malinconica mi colpisce allo stomaco, la stessa di sempre.
Avrei voluto che lei fosse lì.
Β«Sempre il solito spavaldoΒ» sbuffa, continuando a guardarmi.
Io ridacchio, arrotolando una ciocca dei suoi capelli biondi tra le dita.
«C'è solo una cosa che rimpiango di quel giorno» ammetto, prima che riesca a frenare la lingua. Maisie non risponde, ma sento il suo respiro farsi più pesante. «Avrei voluto che tu fossi lì».
Sono nella merda.
Avrei dovuto tenere la bocca chiusa, ma con lei tra le mie braccia nel nostro posto preferito, Γ¨ stato difficile trattenere i pensieri. Volevano disperatamente uscire fuori.
Sento Maisie tremare tra le mie braccia, e da qui, percepisco il battito del suo cuore accelerato, o forse Γ¨ proprio il mio.
Β«Era il tuo sogno, era giusto che lo vivessi al massimoΒ» mormora con un filo di voce.
Io scuoto la testa, abbracciandola d'istinto. Β«Non era soltanto il mio sogno, era il nostro. Non sarebbe stato possibile senza di teΒ» le sussurro, provocandole un brivido lungo tutta la schiena.
«Beh, sei riuscito a realizzarlo lo stesso, anche senza la mia presenza» ammette, solo che non potrebbe sbagliarsi più di così.
Io scuoto la testa, perdendomi nell'azzurro brillante dei suoi occhi. Β«Sai cosa avevano di speciale quelle canzoni?Β»
Lei trattiene il respiro, mentre io la stringo piΓΉ forte, come se sentissi il bisogno di imprimermela addosso.
Β«Oltre a essere musicalmente molto orecchiabili?Β» ridacchia lei sottovoce, cercando di sdrammatizzare.
Β«Parlavano tutte di te, leonessa. Dalla prima all'ultima. Eri in ogni mio testo, riuscivo a percepire ricordi di noi in ogni canzoneΒ».
Non so cosa questo significhi per noi due, nΓ© dove ci porterΓ , ma non ho piΓΉ intenzione di tenere per me quello che sento. Almeno questo era giusto che lo sapesse.
Maisie si volta quanto basta per guardarmi dritto negli occhi, e mi sento come se un treno mi investisse in pieno. Non so gestire la sensazione di tumulto che provo nel petto, nΓ© tantomeno la controllo. Si impadronisce di me senza lasciarmi spazio per pensare a qualcosa che non sia lei.
Le sue mani mi accarezzano il collo, mentre io mi perdo dentro quel legame invisibile tra di noi, quel filo che ci ha tenuto insieme persino quando a separarci c'era un oceano e mille delusioni nel mezzo.
Certe emozioni non muoiono mai.
«Io... ero lì quel giorno. Ero al tuo concerto».
Cosa?
La sua confessione mi spezza il fiato, lasciandomi di stucco tanto che non riesco neanche ad articolare un pensiero coerente. Γ come se fossi bloccato, totalmente paralizzato.
«Tu... eri lì?»
Lei annuisce, sbattendo più volte le palpebre per nascondere gli occhi lucidi. «Ero tornata per il compleanno di mio padre, e giuro, l'ultima cosa che avrei voluto fare era venire lì, era da masochisti» sospira, alzando gli occhi al cielo. «Poi c'era l'altra parte di me che ripensava a tutto questo, alle cose fatte insieme... e sentivo che dovevo esserci. Che in qualche modo, volevo viverlo con te. Mi sono ritrovata tra la folla, verso le ultime file, e nonostante tutto, sapevo che era la scelta giusta. Che dopotutto ce l'avevi fatta, ed ero felice per te».
Dio mio. Questa donna e la sua forza.
Le prendo il volto tra le mani, e me ne frego di essere spavaldo o sicuro di me. Voglio solo che lei sappia che non poteva dirmi niente di piΓΉ bello.
Merita delle scuse che non le ho mai dato.
«Mi dispiace, Isie. Mi dispiace così tanto, cazzo. Non so come chiederti scusa, come rimediare a tutto quello che ti ho fatto, e non lo merito neanche, dannazione. Sono in ritardo di cinque anni, e lo so... ma meritavi che ti chiedessi scusa. Dimmi che sono ancora in tempo».
Maisie sospira, come se fosse combattuta. Β«Mi hai fatto parecchio male, Davian. E non so neanche perchΓ©, o che cosa io non sia riuscita a dartiΒ» le sfugge un singhiozzo, e io mi odio per non poterle dire tutto.
Non posso e basta, cazzo.
Delle lacrime le sfuggono dagli occhi, e gliele asciugo prima che cadano, accarezzandole il viso.
Β«PasserΓ² il resto della vita a rimediare, se necessarioΒ».
Lei trattiene il fiato, e siamo entrambi consapevoli che questa conversazione Γ¨ troppo da affrontare.
Β«Non ti ho detto una cosaΒ» mormora, con una voce rotta che detesto.
Β«Quale?Β» le chiedo, fissandola come se non potessi guardare altro che lei.
Β«Anche tu sei impossibile da dimenticareΒ».
Questa volta, Γ¨ lei che bacia me.
E lo adoro, cazzo.
Si aggrappa alla mia maglia come se fosse alla disperata ricerca di un contatto che io non le nego. Me la porto sopra di me, e schiudo la bocca per permettere alle nostre lingue di incontrarsi, mentre stringo le braccia attorno alla sua vita.
Ci baciamo come due assetati nel deserto che cercando le loro via di salvezza. Come se avessimo aspettato anche troppo prima di tornare qui, dove tutto Γ¨ cominciato.
Sono perso nel modo in cui il suo corpo risponde al mio, a come lei sospiri nella mia bocca per cercare di riprendere aria, senza però staccarsi. Sono dipendente dai nostri baci, così famelici da essere irrefrenabili.
Ho passato cinque anni nel tentativo di andare avanti, soltanto per ricaderci ancora, o forse, non ho mai davvero smesso. Mi sembra di tornare a vivere, consapevole di quanto tutto questo mi sia mancato da morire.
Le nostre bocche non si danno tregua, e quando io le stringo le mani sul sedere, il gemito che proviene dalle labbra di Maisie sancisce la mia fine. La mia ora del decesso.
Β«Dimmi dove vuoi andare, leonessaΒ» le sussurro, mordendole il labbro inferiore e succhiandolo, avido di ogni suo ansito.
Lei mi poggia le mani sulle spalle, consapevole che entrambi stiamo per precipitare verso il vuoto, varcando un confine che rompe ogni regola imposta, e da cui non ho intenzione di tornare indietro.
Quando Maisie punta gli occhi nei miei, il mondo cessa di esistere.
Ci siamo solo io e lei, così com'era all'inizio.
Così come è stato sempre.
Β«Ovunque ci sia tu, pirataΒ».
β¨Spazio Autriceβ¨
Dopo parecchia attesa, ecco finalmente a voi il capitolo. Giuro, prima o poi Bing mi darΓ un risultato soddisfacente di loro due, ma per il momento ci tocca accontentarci.
Preparatevi, perchΓ© il prossimo capitolo sarΓ parecchio intenso. So che stavate aspettando questo momento da parecchio, ma non pensate che sarΓ semplice π
Tra di loro, ne devono succedere ancora delle belle.
Per qualsiasi commento, mi trovate qui o su Instagram come fraanz_author.
Vi aspettoπ€
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