π‘ͺπ’‚π’‘π’Šπ’•π’π’π’ πŸπŸ’: π‘ͺπ’Š 𝒔𝒐𝒏𝒐 𝒅𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐 π’‡π’Šπ’π’ 𝒂𝒍 𝒄𝒐𝒍𝒍𝒐

"Non si Γ¨ morti fin quando si desidera sedurre ed essere sedotti."
-Charles Baudelaire

Soundtrack: Into It – Chase Atlantic.

Dall'ultima volta che ho visto Maisie la settimana scorsa, non ho fatto altro che pensare a quel dannato bacio mancato, e all'autocontrollo che quasi mi aveva abbandonato quando l'ho avuta a un palmo dalle labbra. Non riuscivo neanche a respirare, cazzo.
Sono passati cinque giorni, e la situazione non Γ¨ cambiata.
L'idea che qualcun altro potesse baciarla mi aveva reso folle, al punto che per l'intera durata della gara non ho pensato ad altro che vincere e prendermi quello che mi spettava di diritto. Eppure ho esitato.
PerchΓ© la veritΓ  Γ¨ che vorrei piΓΉ di questo.
La bacerΓ² quando saprΓ² che Γ¨ esattamente quello che vuole, quando lo desidererΓ  piΓΉ di ogni altra cosa, e non sarΓ  a causa di una scommessa o di una scena da regalare ai fotografi. SarΓ  reale.
Quindi eccomi qui, solo e con un'erezione che cerco di contenere nei pantaloni, mentre tento di scrivere qualcosa di decente da presentare al mio agente, in modo che il mio team possa lavorarci. Di un intero album, al momento ho solo una canzone, e non Γ¨ abbastanza.
"Il pezzo Γ¨ buono, Davian, ma le altre?"
Dannazione, mettermi sotto pressione non migliorerΓ  la situazione.

In questi giorni, l'unica nota positiva Γ¨ stata lo shooting che sono riuscito a rimediare per Maisie, in modo da far apparire i suoi abiti su una delle pagine di Cosmopolitan, seguita da alcuni estratti dell'intervista che abbiamo tenuto. L'unica clausola Γ¨ stata che a indossare i capi dovremo essere io e lei, e non dei modelli. Inutile dire che mi ci sono voluti ben due giorni per convincere Maisie, fino a quando non ha ceduto.
Le scrivo un messaggio, anche solo per poterla sentire.

Io:
Buongiorno, stilista. Ti ricordi del nostro impegno oggi pomeriggio?

Leonessa:
Certo che mi ricordo, superstar. Ho finito di scegliere ieri sera tutti gli abiti. Due per ciascuno, giusto?


Io:
A meno che non vuoi posare senza. Io non ho problemi πŸ˜‰

Leonessa:
Idiota. I vestiti servono per farmi pubblicitΓ , quindi vedi di tenerteli addosso.

Io:
Un gran peccato.

Ottimo, il risultato di questa conversazione Γ¨ che ho bisogno di una doccia gelida prima di scendere, perchΓ© questa maledetta tensione che sento non ha alcuna intenzione di darmi tregua.

Sono giorni che Maisie è una presenza costante nella mia testa, non c'è modo di cacciarla. È entrata nel mio mondo da un giorno all'altro e l'ha totalmente ribaltato, come se nulla fosse cambiato dall'ultima volta. Invece è cambiato tutto.
Maisie non risponde –tipico suo– e io scuoto la testa divertito, gettandomi a capofitto nella mia lista di impegni prima di raggiungerla, in modo da trovare qualche attimo di pace.
Passo dallo studio per provare la base della canzone da incidere e mi accordo sul remix, in modo che sia esattamente come la voglio. Poi definisco col mio agente alcuni degli eventi a cui dovrΓ² partecipare, in modo da pubblicizzare l'album e soprattutto il mio tour tra poco piΓΉ di sette mesi.
Certe volte le mie giornate trascorrono così in fretta da non riuscire nemmeno a gustarle, o viverle fino in fondo. Mi limito a saltare da un appuntamento all'altro come un automa, fermarmi a fare foto con i fan, salutare qualche conoscente e parlare solo ed esclusivamente di musica, affari e pubblicità.

Mai nulla che mi sembri autentico.
So bene che Γ¨ il prezzo della fama e dell'agiatezza, ma in certi giorni Γ¨ asfissiante, quasi non fossi piΓΉ padrone della mia stessa vita, ma solo succube degli eventi.

Per fortuna, arrivo di fronte l'atelier di Maisie in perfetto orario con Asher al mio fianco, silenzioso come sempre. In determinati momenti Γ¨ una garanzia, Γ¨ l'unico a non sottovalutare l'importanza del silenzio, specialmente in giornate frenetiche come questa.
Sono contento di vedere una certa affluenza nel negozio, Maisie se lo merita, e non deve ringraziare nessuno se non il suo talento. I suoi non sono volgari, né impreziositi da dettagli inutili, eppure talmente belli da restare impressi, con uno stile raffinato. È portata a fare grandi cose, deve soltanto crederci.

Alcune clienti bisbigliano tra di loro quando mi vedono, perΓ² cerco di non farci troppo caso, avvicinandomi a Maisie per stringerla in un abbraccio. Agli occhi della gente, siamo fidanzati, gesti come questo dovrebbero essere normali.

Β«Ciao, tesoro. Mi sei mancataΒ» le dico, a voce abbastanza alta da farmi sentire.

Il punto Γ¨ che non mi sembra affatto una bugia, e mi spaventa.
Maisie si irrigidisce per qualche istante, prima di ricambiare la stretta. Si allontana per rivolgermi un piccolo sorriso, passandomi le mani tra i capelli. ChissΓ  se ricorda quanto mi piaceva, in passato. Mi piace ancora adesso.

Β«Ciao, superstar. Bene, questo significa che sono stata nei tuoi pensieriΒ» ridacchia mentre fa il conto alle due ragazze, che nel frattempo si sono avvicinate per origliare con la scusa di pagare.

Una di loro mi chiede una foto, completamente rossa in viso, e io sono piΓΉ che felice di accontentarla.

Β«Non te ne sei andata neanche per un secondoΒ» le confesso, avvicinandomi di molto alla realtΓ .

Dovrei darmi una calmata, dannazione. O smaltire in qualche modo la tensione accumulata.
Maisie abbassa lo sguardo, tentando di nascondere il rossore delle sue guance, e saluta impacciata le ragazze, che escono dalla porta come se avessero vinto alla lotteria.

Appena vanno via, la sento sospirare, quasi avesse trattenuto il fiato per tutto il tempo.

Β«Dovresti smetterla di mettermi in imbarazzo in pubblicoΒ» brontola mentre recupera le sue cose.

Io sogghigno, arrivando alle sue spalle. Β«Devi alimentare lo spettacolo, leonessa. Far vedere alla gente quello che si aspettano, altrimenti non li convinceraiΒ» le sussurro, poggiandole una mano sulla spalla.

Lei trasalisce, ma non si ritrae, si limita a guardarmi con la coda dell'occhio. Β«Quindi fingi per la maggior parte del tempo?Β»

La risposta arriva prima che io possa frenarla, mi scivola sulla lingua come un'amara veritΓ . Β«Non sempreΒ».

Β«In questo modo non potrΓ² sapere mai quando sei serio, e quando noΒ».

Stringo piΓΉ forte la mano sulla sua spalla, quasi volessi imprimermi il suo profumo addosso, e sentire piΓΉ a lungo possibile la frizione tra i nostri corpi, come fossi un drogato in cerca della sua dose.

«Ti basterà guardarmi negli occhi, stilista. Puoi trovare lì tutte le risposte».

Non dovrei espormi così, eppure mi è impossibile frenarmi. Il mio maledetto istinto mi tradisce, e mi spinge a fare mosse azzardate come questa. Sento Maisie trattenere il fiato, e sono certo che anche lei percepisce la mia stessa tensione, nonostante cerchi di negarlo.

Si allontana di qualche passo, e recupera alcuni abiti coperti da una protezione, e se li mette sottobraccio.

Β«Andiamo, o faremo tardiΒ» conclude, senza piΓΉ concedermi i suoi occhi.

Β«Agli ordiniΒ» scherzo, aiutandola a spegnere le luci, e le lascio la porta aperta per farla uscire, seguendola subito dopo.

Questa tensione tra di noi sarΓ  la mia condanna, ma non ho alcuna tensione di fermarmi, nonostante rischi di finire bruciato. Giocare col fuoco non mi ha mai fatto sentire tanto vivo.

Il viaggio trascorre in un religioso silenzio, per tutto il tempo Maisie non fa altro che rigirarsi nervosamente gli anelli tra le dita e fissare fuori dal finestrino, persa nei meandri dei suoi pensieri. Mi piace guardarla quando non sa di essere osservata, in modo da cogliere tutti i dettagli che di lei che mi sono perso col tempo e imprimerli nella memoria. Capisco che Γ¨ nervosa, ma la conosco abbastanza da sapere che se le chiedessi spiegazioni, non mi risponderebbe.

L'unica cosa che posso fare, Γ¨ posarle distrattamente una mano sulla sua e stringerla, fingendo che sia per caso, la mia maniera di dirle che ci sono e che puΓ² fare affidamento su di me, nonostante sia convinta del contrario.

Maisie sussulta per il contatto, perΓ² non ritrae la mano, mentre io distolgo lo sguardo per evitare che mi becchi a guardarla.

Β«Hai giΓ  fatto qualche servizio fotografico?Β» mi domanda Maisie, incuriosita.

Io annuisco, tornando a guardarla come se non lo stessi facendo fino a qualche secondo fa. «Sì, mi è capitato, ma non spesso. Mi hanno scattato delle foto per il rilascio dell'album, e per qualche brand con cui mi è capitato di collaborare. Tranquilla, sarò impeccabile anche come modello» scherzo, per smorzare la tensione.

Maisie sbuffa, anche se incurva le labbra in un sorrisetto. Β«Potrai finalmente dare sfogo al tuo egoΒ».

Β«Puoi giurarci. SarΓ  uno shooting sensazionale, vedraiΒ».

Lei sembra indugiare per qualche istante, poi le parole le scivolano sulla punta della lingua, quasi non potesse piΓΉ trattenerle. Β«Non mi piacciono le fotografie, o meglio... l'essere fotografataΒ».

Mi blocco, e strabuzzo gli occhi, stentando a crederci.
Questo cambia la mia visione su tutto. Il modo in cui si irrigidisce ogni volta che ci sono i paparazzi, le poche foto presenti sul suo profilo social in cui non si riprende mai del tutto, e la sua ansia che si manifesta ogni volta che nota una macchina fotografica mentre camminiamo. I tasselli si uniscono come fossero pezzi di puzzle, mettendomi di fronte al quadro completo della situazione, nonostante mi sfugga il dettaglio piΓΉ importante: il motivo.

Qualsiasi esso sia, non la forzerΓ² a confessarmi piΓΉ di quanto non sia disposta a fare.Β  Β«Qualunque sia il motivo, se ti mette a disagio, non sei obbligata a farlo. La tua serenitΓ  deve venire prima di qualsiasi altra cosaΒ» le dico, pensando sinceramente ogni parola.

Maisie scuote la testa, intestardita. Β«Non voglio tirarmi indietro adesso, andrΓ² fino in fondoΒ».

Ammiro la forza con cui porta a termine ogni progetto, non è mai cambiato negli anni. Si getta nelle sfide a capofitto, proprio come l'altra sera, quando mi è quasi venuto un infarto nel vederla sfrecciare sull'asfalto, pronto a rompere la faccia a chiunque avesse osato renderle la gara impossibile. E anche lì, mi ha lasciato senza fiato.

Β«Per qualsiasi cosa, ci sono io con te. Basta una parola, soltanto un cenno, e faccio fermare tuttoΒ» le prometto, avvicinandomi a lei.

Maisie annuisce, e quando Asher si ferma davanti allo studio fotografico, io scendo dall'auto, e aiuto lei a fare lo stesso, facendo il giro per aprirle la portiera.

Β«Forza, voglio vedere come ti stanno gli abiti che ho sceltoΒ» dice, cambiando discorso e schiarendosi la voce.

Β«A meraviglia, ovviamenteΒ» scherzo, facendole l'occhiolino prima di entrare dentro.

Lei sbuffa, brontolando qualcosa che non riesco a comprendere, ma siamo costretti a interromperci quando capiamo di non essere soli. C'Γ¨ una ragazza con giΓ  la macchina fotografica attorno al collo ad attenderci, vicino a una serie di luci posizionate attorno a uno spazio bianco privo di sfondo, con soltanto pochi accessori che suppongo potrebbero servire per gli scatti.

Β«Davian, finalmente ci rivediamo. Vi stavo aspettando!Β» dice subito, sporgendosi per salutarmi.

Vorrei poter dire che ricordo la sua faccia o il suo nome, ma non è così. Lei continua a guardarmi come se fossi una divinità o qualcosa di ultraterreno, mentre io mi sforzo di ricordarmi almeno il suo nome.

Dannazione, avrei dovuto chiedere prima.

Β«Ti presento Maisie, la mia fidanzataΒ» le dico, nella speranza che le dovute presentazioni mi riescano a salvare da una pessima figura.

La ragazza rinsavisce, e allunga una mano verso Maisie, che la fissa con quella sua solita espressione accigliata che mi fa impazzire.

Β«Oh, piacere, io sono FaithΒ».

Niente, non mi ricorda nulla.

Β«Tu e Davian avete giΓ  lavorato insieme?Β» domanda Maisie, incuriosita.

Sinceramente, vorrei saperlo anche io.

Faith sposta gli occhi su di me per un secondo, e quando vede che non rispondo, cede. Β«Qualche mese fa, quando ha posato per la campagna di Paco Rabanne. Io ero l'assistente della fotografaΒ» ammette con una voce piΓΉ timida.

Probabilmente ero talmente annoiato da non essermi neanche guardato attorno. Mi sono limitato a fare quello per cui lo sponsor aveva pagato, e me ne sono andato poco dopo senza perdere tempo. Maisie non approfondisce l'argomento, e gliene sono grato, ma va dritta al punto.

Β«Dove possiamo trovare i camerini?Β»

Faith le indica una piccola porta argentata poco lontana da noi. «Potete cambiarvi lì. Abbiamo soltanto quella come stanza, ma suppongo che non sia un problema, no?» ridacchia, come se la risposta fosse ovvia.

Cazzo.

Maisie spalanca la bocca e ci mette pochi secondi a capire cosa intenda, e le sue guance si colorano di un leggero rossore che noto soltanto io. So che non può dire che sia un problema, perché ci farebbe apparire incoerenti, però l'idea di condividere uno spazio così stretto con lei mezza nuda mi rende abbastanza inquieto, e lo stesso vale per lei. Mi basta lanciarle un'occhiata per capirlo.

Nonostante questo, la sua risposta non tentenna. Si limite ad annuire in fretta alla fotografa, e proseguire verso il camerino con i suoi abiti, quelli che dovrebbe indossare lei.

Io la seguo subito dopo, e mi rendo conto che non c'Γ¨ molto spazio per muoversi. Ci sono dei ganci alla parete su cui poter appendere i vestiti, e due sgabelli per poterci sedere; infine, su una delle pareti c'Γ¨ un piccolo specchio, in modo da poterci sistemare. Il disagio negli occhi di Maisie Γ¨ evidente, e io le rivolgo un sorrisetto beffardo, cercando di smorzare la tensione. La veritΓ  Γ¨ che piΓΉ la nostra pelle si sfiora, piΓΉ io mi sento andare a fuoco, nonostante tenti in ogni modo di sopprimere la sensazione.

Β«Andiamo, leonessa. Non Γ¨ niente che non abbia giΓ  vistoΒ» sogghigno, prendendola in giro.

Lei mi rivolge il dito medio, togliendosi la giacca. Β«Chiudi gli occhi e voltati. Mi cambio prima ioΒ» mugugna, facendomi segno.

Β«Non posso neanche sbirciare?Β»

Β«ScordateloΒ».

Io ridacchio prima di eseguire i suoi ordini, e faccio come vuole, chiudendo gli occhi una volta che mi ritrovo faccia al muro. Sento il fruscio dei suoi abiti che scivolano via, e dannazione, la mia mente vaga troppo. Mi immagino che tipo di intimo stia indossando, quanta porzione di pelle ci sia scoperto, e che effetto mi farebbe tenerla stretta tra le braccia, o magari proprio contro questa maledetta parete.
Stringo i denti per onorare la mia parola, anche se ogni secondo Γ¨ una tortura.

Β«Ne hai per molto, leonessa, o hai bisogno di un aiuto?Β» la provoco, trattenendo una risata.

Lei impreca sottovoce, senza rispondere. Β«Non riesco a chiudermi la zip sulla schienaΒ».

Interessante.

Mi volto lentamente, e la trovo con la schiena rivolta verso il piccolo specchio, mentre si regge la parte davanti con l'altra mano in modo che non caschi. È un abito nero aderente che le arriva poco sopra il ginocchio, con un taglio che le lascia scoperti entrambi i fianchi fino a qualche centimetro sotto il seno, e la mia gola si secca improvvisamente. Nessuna può competere con lei.

Β«Voltati, ti aiuto ioΒ» le dico, facendola girare senza attendere la sua risposta.

Lei prova a ribellarsi, ma prima che possa dire altro, stringo la stoffa per chiudere meglio la zip, e seguo la linea che sale lungo tutta la schiena, senza perdermi neanche un centimetro. Mi costringo a trattenere il fiato per tutto il tempo, perchΓ© se mi muovessi anche solo di un centimetro verso di lei, capirebbe esattamente qual Γ¨ l'effetto che ha su di me.

Β«Hai finito, o ti serve tutta la mattina?Β» la sento ansimare con un tono sofferente, e mi fissa dallo specchio davanti a lei, incrociando lo sguardo col mio.

Β«Di solito sono piΓΉ bravo a toglierli gli abiti... dovresti saperloΒ» le sussurro, curvando le labbra in un sorrisetto malizioso.

Β«Non Γ¨ quello che accadrΓ  oggi, superstarΒ» brontola, voltandosi in fretta per fronteggiarmi, con quei suoi occhi profondi come un oceano che minaccia tempesta.

Β«Lo vedremo, stilistaΒ» sogghigno, e quando lei fa per rigirarsi, la blocco, afferrandole il polso. Β«Io non ho problemi. Guarda pureΒ» le faccio l'occhiolino prima di togliermi in fretta la maglia, e lei impreca, girandosi di scatto.

Farla arrossire Γ¨ appena diventato il mio passatempo preferito.

Β«Non c'Γ¨ niente che valga la pena guardareΒ» replica, portandosi le mani davanti al volto.

Mi avvicino al suo orecchio dopo aver indossato i pantaloni, restando a torso nudo.
PiΓΉ secondi passo chiuso qui dentro, piΓΉ il mio autocontrollo scompare, sostituito da un istinto irrefrenabile che mi spinge ad avvicinarmi a lei, pur consapevole di tutti i rischi.

Β«Risparmiati le bugie, tesoro. Non si addicono a quel tuo viso angelicoΒ» bisbiglio, per poi indossare anche la camicia di cotone leggero, arrotolandola sulle maniche fino ai gomiti.

Lei brontola un insulto che non capisco, e quando le dico di aver fatto, riapre gli occhi, assicurandosi che l'outfit mi calzi in modo perfetto. Quando usciamo fuori, mi sembra di poter finalmente tornare a respirare, ma veniamo rapiti dalla truccatrice e dalla parrucchiera, che ci preparano in un tempo record. Maisie dice che vuole lasciare i suoi capelli sciolti, e il suo trucco non Γ¨ affatto pesante, anzi, si accorda perfettamente sia all'abito che al suo viso. Le risalta gli zigomi squadrati, e l'eyeliner nero le allunga l'occhio, mettendo in contrasto un rossetto rosso che avrei voglia di rovinarle a suon di baci.

Non posso pensarci adesso.

Faith mette della musica alla radio, e ci fa segno di posizionarci sul set per iniziare a scattare. Non mi serve guardare Maisie per sapere quanto sia tesa, nonostante cerchi di nasconderlo. Si muove rigida, e cambia posizione mille volte, imprecando tra i denti. Io la raggiungo subito, e le poso le mani sui fianchi scoperti, attirandola a me. Riesco a percepire il calore della sua pelle, il suo cuore accelerato e persino il suo profumo, che mi inonda i sensi, lasciandomi stordito.

Β«Muovetevi liberamente, ragazzi. Non c'Γ¨ un copione da seguireΒ» ci consiglia Faith, mettendosi in posizione.

Maisie perΓ² non pare convinta, e in qualsiasi modo tenti di mettersi, risulta rigida e impacciata.

Β«Non so che fareΒ» mi sussurra, mettendomi le mani attorno al collo per non farsi sentire.

Io mi chino al suo orecchio, accarezzandole la guancia. In quel preciso istante, sento il primo clic della macchina fotografica.

Β«Dimenticali tutti. Ci siamo solo io e teΒ».

Β«Come se fosse semplice ignorare le luci puntate addosso, e un obiettivo che metterΓ  in risalto tutti i miei difettiΒ» brontola, distogliendo lo sguardo.

Le sue parole sono una coltellata al petto, perchΓ© non riesco a credere che non sia in grado di vedere che i difetti di cui parla, in realtΓ  non esistono. Che la sua mascella Γ¨ perfetta, e che il suo corpo non ha niente da invidiare a nessuna. Che i tratti del suo viso sono unici, e mi ci perderei ad analizzare ogni dettaglio che mi fa impazzire, potrei farci una lista lunga chilometri.

Β«Spegni la testa, leonessa. Tu pensi troppoΒ» le dico, facendola voltare all'improvviso, e la sua schiena finisce contro il mio petto.

Le faccio piegare la testa per posarle un bacio sul collo, e la sua espressione Γ¨ talmente assorta da non rendersi conto che la fotografa ha continuato a scattare, mentre io le accarezzo la pelle come se volessi venerarla.

Β«DavianΒ» sospira il mio nome come un avvertimento, ma io le impedisco di parlare, facendola tornare di nuovo di fronte a me.

Β«Sei perfetta, MaisieΒ» le dico, senza ombra di incertezza o finzione.

Le afferro la gamba, e la porto all'altezza del mio bacino, e questo movimento mi costa caro. Sento il cazzo tendersi nei pantaloni, mentre il suo respiro si mozza quando incontra i miei occhi. Non serve parlarsi per capire che in quelle sue iridi splendenti brucia un desiderio comune che non ha alcuna intenzione di spegnersi. Divampa come un incendio, senza speranza di uscire indenni.

Un lampo di divertimento corre nei suoi occhi, e lei si sporge per accarezzarmi il profilo della mia mascella, avvicinando i volti.

Β«Avresti dovuto togliere il telefono dalla tasca. Mi preme contro la cosciaΒ».

Non posso fare a meno di ridere, mentre le accarezzo il fianco, godendomi quel poco che lei mi concede.

Β«Non Γ¨ il mio telefono quello che sentiΒ» ammetto, e quando incrocio il suo sguardo, so che ha capito, perchΓ© la sua espressione muta all'istante.

Β«Sei incommentabileΒ».

Β«Sono reazioni che non posso controllare, leonessaΒ».

Si sforza di non ridere, e io la sposto ancora per mettere distanza tra di noi, in modo che la fotografa abbia comunque una buona visuale per riprendere i dettagli dei suoi abiti. Le sfioro la spalla con una carezza leggera, prima di chinarmi a posarle un bacio.
Ogni volta che si irrigidisce, o nota la macchina fotografica, faccio in modo di stuzzicarla con una battuta, o riporto la sua attenzione su di me, in modo che riesca a distrarsi. La invito a seguire il ritmo della musica, la faccio liberare dalle paranoie, e quando arriva il cambio d'abito, cerchiamo di essere il piΓΉ veloci possibili. Io esco prima di lei, e Faith ne approfitta per chiedermi qualche foto da solo nell'attesa. L'idea non mi piace, ma non posso rifiutarmi, quindi accetto, anche se riluttante.
Maisie esce dopo qualche istante, e ottiene la mia immediata attenzione. Mi dimentico persino come si respira.

Se il vestito di prima le stava d'incanto, questo sembra disegnato apposta per essere sul suo corpo, e mi rende impossibile guardare altrove.
È abito in avorio fatto di un tessuto lucido, con uno scollo a cuore che le lascia gran parte del petto scoperto, e un intreccio che le lascia scoperta anche parte della pelle sotto il seno. Il vestito prosegue con una gonna liscia, da cui però si apre uno spacco che le arriva a più di metà coscia, lasciando vedere tutto e niente.
Non importa quanto tempo sia passato. Lei esiste, e io non sono in grado di pensare ad altro che ai modi in cui le toglierei quel vestito da dosso, fino ad averla nuda contro di me.

Questa donna sarΓ  la mia rovina.

Maisie si accorge del mio sguardo, e cammina con un passo sicuro verso di me, certa di avermi in pugno. Non aspetto oltre per attirarla di nuovo a me, quasi avessi paura che possa scappare. Mi limito a osservare ogni dettaglio del suo volto, ogni sfumatura che assumono i suoi occhi, e mi ci perdo come un naufrago in balia delle onde.

Β«Non hai niente da dire, superstar? Nessuna battuta?Β» ironizza, curvando le labbra in un sorrisetto compiaciuto.

Β«Niente che possa esprimersi con le paroleΒ» le dico di getto, incapace di riprendere il controllo.
Tiene lei le redini del gioco, e io mi arrendo all'evidenza senza neanche tentare di combattere.

Β«Sono tante le ragazze che riescono a lasciarti senza parole?Β»

Nemmeno una.

Prima che possa allontanarsi, le poso una mano sul fianco, impedendole di scappare, mentre con la mano libera le afferro il mento, spingendola a inclinare la testa e guardami dritto negli occhi.
C'è tensione tra di noi, un tacito desiderio che resta lì nascosto, in attesa di esplodere incontrollato.

Β«Tu sei l'unica che anche a dopo anni, riesce a disarmarmi completamenteΒ».

Mentire Γ¨ inutile, quando le basterebbe vedere come sono ridotto per lei per capire che non c'Γ¨ nulla di finto in quello che le ho detto. Sono convinto di ogni fottuta parola.

Maisie schiude le labbra, senza riuscire a replicare in nessun modo, e il modo in cui mi guarda mi provoca una fitta allo stomaco, facendomi desiderare sul serio di essere soli nella stanza.

Β«SmettilaΒ».

Β«Di fare cosa?Β»

Β«Di guardarmi come se fossi l'unica donna che desideriΒ» mormora con un filo di voce, quasi le costasse uno sforzo.

Ci dimentichiamo dello shooting, della ragazza che continua a cambiare angolazione, catturando ogni nostra espressione. Ogni carezza, ogni tocco, ogni volta che la stringo a me e le sussurro quanto le stia a perfezione quell'abito, non lo faccio con l'intento di creare la foto perfetta. Lo faccio perchΓ© lo desidero, e non sono in grado di fermarmi.

Io e Maisie ci muoviamo in sintonia, sentiamo il richiamo dei nostri corpi che non smettono mai ci cercarsi e volersi, e parlano una lingua muta che loro intendono perfettamente.

A rompere l'incantesimo, arriva la voce squillante di Faith che ci riporta alla realtΓ .

Β«Ho delle foto fantastiche! Ammetto che all'inizio eravate abbastanza rigidi, soprattutto tu Maisie, ma gli ultimi scatti sono spettacolari!Β»

Fino a pochi secondi fa, ignoravo persino la sua esistenza.

Maisie rinsavisce, e si schiarisce la voce. Β«Oh, perfetto. Quindi abbiamo finito?Β»

Faith annuisce, spegnendo la macchina fotografica. «Sì, ho abbastanza materiale. Inizio ad andare a scaricare le foto sul pc, voi andate pure a rivestirvi con calma».

In questo esatto momento, quello di cui avrei bisogno Γ¨ di una seconda doccia gelida.
Cerco di darmi una regolata, e annuisco in fretta prima di avviarmi in quel maledetto stanzino con Maisie. Se l'universo sta cercando di punirmi, ci sta riuscendo bene.

Maisie mi sembra tesa quanto me, e una volta chiusa la porta dietro di noi mi fa segno di girarmi, e io eseguo.

Aspetto qualche secondo, e la sento brontolare qualche lamentela mentre io mi sforzo di rispettare il suo volere e non voltarmi, anche se la tentazione Γ¨ forte. Quello di cui sono certo, Γ¨ che non farei mai nulla che lei non desideri.

Β«Hai problemi?Β» le domando, dopo qualche altro istante.

Lei non risponde, si limita a fare un altro brontolio. Β«DannazioneΒ».

Β«Vuoi dirmi cosa c'Γ¨, o devo tirare a indovinare?Β»

Sono sicuro che abbia alzato gli occhi al cielo, perchΓ© sbuffa prima di fare un sospiro arrendevole, e quel suono esasperato mi arriva dritto al cazzo, al punto che mi fa male tenerlo nei pantaloni.

Β«Mi... servirebbe una mano. Non riesco ad abbassare la zip, Γ¨ incastrata nella stoffaΒ» ammette, in difficoltΓ .

Io sghignazzo, e mi giro lentamente, solo che quasi mi cedono le ginocchia quando la vedo.
È girata di spalle, con la schiena leggermente inarcata e le curve in bella mostra, che quel maledetto vestito mette in risalto in maniera quasi illegale.

Β«E sentiamo, cosa dovrei fare?Β» la stuzzico, avvicinandomi a lei.

Lei grugnisce esasperata, quasi le costasse fatica dirlo ad alta voce. Β«Dovresti aiutarmi a toglierloΒ».

Il mio sorriso si allarga. Β«Musica per le mie orecchieΒ».

La mia mano si muove in automatico, come se avesse preso il controllo su di me, e passa lungo tutto il suo fianco, arrivando fino all'apice della chiusura. La afferro con uno strattone, ed esercito abbastanza pressione per liberarla dalla stoffa in cui Γ¨ incastrata, senza sgualcire il vestito. Lascio che il dorso delle mie dita le accarezzi la schiena mentre tiro giΓΉ la zip, e la vista della sua pelle nuda mi rende matto. Ho la sua schiena priva di qualsiasi indumento davanti ai miei occhi, ed Γ¨ ancora piΓΉ bella di quanto ricordassi.

Se ascoltassi la ragione, mi fermerei.

Ma sono troppo egoista e famelico per accontentarmi della sola visione del paradiso, senza strapparne un pezzo per me. Mi avvicino di piΓΉ al suo corpo, le accarezzo i fianchi ormai nudi, e le offro la possibilitΓ  di fermarmi o dirmi che non Γ¨ quello che desidera.

Il vestito le scivola sui fianchi, fermandosi all'altezza del bacino, e soltanto i capelli le coprono una razione di pelle, tenendo nascosto il seno. Se alzassi lo sguardo verso lo specchio, avrei la visione completa, eppure non lo faccio.

Β«Te lo avevo detto che mi riesce meglio toglierliΒ» mormoro, e le do l'ennesima occasione di bloccarmi quando muovo le mani contro i suoi fianchi, facendo scivolare la stoffa ai suoi piedi.

Β«DavianΒ» sospira, e il mio nome sulle sue labbra mi sembra piΓΉ una supplica che un ammonimento.

Porca puttana.

Potrei morire davanti a questa visione.
Maisie non indossa altro che un tanga in pizzo bianco, e la curva del suo sedere Γ¨ la cosa piΓΉ sensuale su cui io abbia mai posato gli occhi.

Β«Mi ucciderai, leonessaΒ» le mormoro all'orecchio, lasciandole delle carezze sulla pelle, desiderando di scendere dove piΓΉ desidero.

Lei non risponde, si limita ad ansimare piΓΉ forte quando le mie dita arrivano ad accarezzarle il coccige, e io le premo la mia erezione contro la schiena, abbandonando qualsiasi controllo.

Β«Non dovremmo... potrebbero sentirci, e noi non–» le parole le muoiono in gola quando sfioro il suo interno coscia, provocandole un ansito.

Β«Che sentano pure. Saranno invidiosi dei gemiti che ti provocherΓ² mentre ti stringi attorno alle mie dita, desiderando di piΓΉΒ» mormoro con una voce profonda e roca, priva di qualsiasi compostezza.

In realtΓ , l'idea che possano sentirci mi eccita ancora di piΓΉ, e se conosco abbastanza Maisie, so che Γ¨ lo stesso anche per lei. Continuo a darle spazio per potersi tirare indietro e dirmi di smetterla, ma a lei sfugge un gemito represso per le mie parole, ed Γ¨ tutto quello che mi serve sapere.

Β«Avi...Β»

Quel cazzo di soprannome.

Soltanto lei mi chiamava così. Era il suo modo di rendere unico il mio nome.

Fanculo tutto.

La attiro a me in quel preciso istante, e la faccio voltare per bloccarle la schiena contro la parete, godendomi la vista del suo corpo meraviglioso. I seni sono ancora nascosti dai capelli, eppure ne vedo la forma e la pienezza, con i capezzoli turgidi che spuntano dalle sue ciocche bionde, come se morissero dalla voglia di essere succhiati.

Dio solo sa quante cose vorrei farle. In quanti modi vorrei farla contorcere e urlare.

Β«Puoi ancora dirmi che Γ¨ una follia, leonessa. Sei in tempo per salvarti, anche se il pensiero di te tra le mie braccia mi sta facendo impazzireΒ» ansimo, puntando gli occhi nei suoi.

Β«Infatti lo Γ¨. Siamo in un luogo pubblico, e noi... niente di tutto questo sarebbe realeΒ».

Come cazzo puΓ² pensarlo?

Le porto una mano alla gola, senza stringerla troppo mentre lei mi regala l'ennesimo gemito, e io ne sono giΓ  ossessionato. Li voglio tutti per me. Per le cose che le farei e i modi in cui le donerei ciΓ² che desidera.

Le premo l'erezione contro la gamba, a un passo dal centro delle sue gambe, dove piΓΉ vorrei essere.

Β«L'effetto che mi fai a me sembra fottutamente realeΒ».

Maisie si morde le labbra, e leggo nei suoi occhi lo stesso desiderio che tormenta anche me, come se fosse impossibile dargli un freno. Ci vedo tutte le emozioni che sono riflesse anche nei miei, come fossimo un'unica cosa. Abbasso la mano per sfiorarle la sua intimitΓ  da sopra gi slip, e gemo nel vedere quanto sia giΓ  umida e calda, soltanto per me.

Β«Isie... mi stai torturandoΒ».

Poi lo vedo. Il momento in cui le sue difese cadono, ed entrambi restiamo trappola dei nostri istinti.

Β«Allora poni fine alle nostre sofferenzeΒ» ansima, e io non aspetto oltre.

Le scosto l'intimo quanto basta per schiudere le sue grandi labbra, trovando il punto giusto in cui darle piacere. Sfrego il clitoride con il pollice, ed entro in lei con due dita, gemendo nel trovarla bagnata e zuppa, come fosse un mare in cui affogare.

Maisie prova a coprirsi la bocca con le labbra per reprimere un verso, ma io le blocco la mano sopra la testa, impedendole di nascondersi.

Β«Voglio che sentano tutti, leonessa. Voglio che sappiamo come gemi il mio nome mentre cavalchi le mie dita, immaginando che sia il mio cazzoΒ».

Lei ansima piΓΉ forte, e cazzo, sono sicuro di sentirla gocciolare sulle mie dita, mentre le muovo dentro e fuori sempre piΓΉ velocemente.

Mi era mancato tutto questo.

L'ebbrezza di sentirsi davvero eccitato, di desiderare lei piΓΉ del successo, piΓΉ dei concerti, della pubblicitΓ  e dei fans. PiΓΉ di qualsiasi guadagno, o competizione da vincere. PiΓΉ dei brividi che provo mentre corro, mi era mancata la sensazione di affondare dentro di lei fino a perdere la ragione.

Β«Davian...Β»

Β«Dimmi cosa vuoi. Cosa vuoi che faccia per teΒ» ringhio, toccando con le dita un punto che la fa contorcere e gemere piΓΉ forte.

Β«Voglio... io voglio...Β» prova a parlare, ma le parole si bloccano in gola, mentre il suo seno si scopre davanti ai miei occhi, giusto in tempo perchΓ© io ci passi la lingua, succhiando uno dei capezzoli.

Non mi concederΓ  le sue labbra, quindi mi accontenterΓ² di prendermi il suo piacere, e di regalarle un orgasmo degno di essere ricordato.

I nostri corpi si muovono all'unisono, e il modo deciso con cui cavalca le mie dita rischia di farmi venire nei pantaloni, neanche so con quale forza io riesca a trattenermi.

Β«Cosa vuoi, leonessa?Β» la provoco, aggiungendo un terzo dito dentro di lei, e lei si trova ad affogare un urlo nella mia spalla.

Β«Voglio venireΒ» ammette, eccitata e sconfitta.

Cazzo, questa donna sa annientarmi con una sola frase.

Io muovo piΓΉ a fondo le dita, piegandole per donarle quanto piΓΉ piacere possibile, e sono abbastanza sicuro che i nostri gemiti non siano un segreto per nessuno, ma non me ne fotte.

L'unica fonte di tutte le mie attenzioni Γ¨ lei.

Β«Allora vieni, leonessa, e prenditi il tuo orgasmo. Reclamalo, Γ¨ tuoΒ» le ordino, posandole le labbra sul collo mentre continuo a muovere le dita per lei.

E succede.

La sento pulsare sulle mie dita, e quella sensazione quasi rischia di distruggermi. Si contorce e ansima contro la mia spalla, chiamando il mio nome come fosse una supplica, mentre l'orgasmo la devasta.
L'espressione appagata che ha sul viso vale qualsiasi rischio.

Maisie si abbandona contro la mia spalla, e io la stringo a me per non farla cadere, sfilando le dita.
Β«Cosa stiamo facendo, Davian?Β» domanda con una voce appena sussurrata e tremante.

In veritΓ , non lo so neanche io.

Β«Per una volta, ci siamo concessi di perdere il controlloΒ».

Non sento la sua risposta, l'unica cosa che riesco a percepire, Γ¨ il suo corpo appoggiato al mio, e il battito del suo cuore che palpita veloce come un treno in corsa. Si abbina perfettamente al mio.

Β«Sembra pericolosoΒ» ammette, stretta contro di me, mentre cerca di rimettersi in piedi.

Lo Γ¨ eccome, per un'infinitΓ  di motivi.

Β«Come tutte le cose belle, leonessa. Questo perΓ² non Γ¨ stato abbastanza da frenarciΒ».

Noto l'indecisione nel suo sguardo, la voglia di volersi lasciar consumare dal desiderio, e il timore di restarne bruciata, e non voglio che si senta così in crisi con sé stessa.

Non posso farle di nuovo del male. Lei merita piΓΉ di questo. PiΓΉ del piacere carnale, e di battute scambiate tra una provocazione e l'altra. E se fossi meno egoista, la lascerei andare.

Β«Non puΓ² accadere di nuovo, Davian. Abbiamo... abbiamo sbagliato. Non posso affrontare un'altra delusione, questo per me non Γ¨ un giocoΒ».

Si riveste prima che io abbia la possibilitΓ  di spiegarmi, talmente veloce che ho a stento il tempo di rendermi conto che Γ¨ uscita dal camerino, diretta all'esterno e soprattutto lontana da me.

Io non sto affatto giocando, ci sono dentro fino al collo.

Sto mettendo a rischio il cuore, quello che mi ero ripromesso di mettere a tacere, e che ora sta tornando a sanguinare per la stessa ragazza di cinque anni fa.

✨Spazio Autrice✨

L'appuntamento del capitolo del venerdì è ormai immancabile, e sono sicura che questo vi ha portato parecchie gioie🌝

Inoltre, a breve caricherΓ² anche qui la copertina ufficiale del romance, e se vi va, potete andare a vederla giΓ  su Instagram sul mio account: fraanz_autor.

Per i commenti, vi aspetto come al solito🀍
Ci vediamo al prossimo capitolo!

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