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"Quando non sarai più parte di me, ritaglierò dal tuo ricordo tante piccole stelle, allora il cielo sarà così bello che tutto il mondo si innamorerà della notte."

-William Shakespeare

Soundtrack: Kindly Calm Me Down – Meghan Trainor

Evito Davian per giorni dopo quello che Γ¨ successo nel camerino.
Non importa quante volte abbia cercato di chiamarmi, o quanti messaggi mi abbia lasciato, io continuo a fare finta di niente, nella speranza di poter cancellare quello che Γ¨ successo.

Come se potessi.

L'effetto dell'orgasmo che mi ha regalato mi ha tormentato per tutta la notte senza darmi tregua. Il suo sguardo famelico, la sua mano stretta attorno al collo, le dita che mi esploravano e mi riempivano come se fossero state create per quello.

Dio, non posso ripensarci.

Il problema Γ¨ che non mi Γ¨ sembrato minimamente abbastanza, ed Γ¨ stato quello a spaventarmi piΓΉ di ogni altra cosa. Vorrei poter dire che avessi dimenticato come lui riusciva a farmi sentire, la semplicitΓ  con cui sapeva portarmi in paradiso con un solo sguardo, o una sola carezza... ma non l'ho mai fatto.

Il mio stupido cuore ha sempre ricordato, nonostante tutto il dolore che ne seguiva.
E in giorni come questo, quei momenti tornano a tormentarmi come fantasmi silenziosi che mi riportano indietro nel tempo, in un passato da cui cerco di sfuggire.
Nei giorni in cui credevo che tutto sarebbe andato per il meglio.

**

Β«Voglio portarti in un postoΒ» mi dice Davian, comparendo all'improvviso di fronte al mio armadietto.

Usciamo insieme da poco piΓΉ di un mese, e non mi sono ancora abituata all'idea. Mi sembra di sognare a occhi aperti, in attesa che qualcuno mi svegli.
Ha il solito aspetto trasandato di sempre, con una maglietta grigia dei Guns N' Roses e un paio di jeans strappati sulle ginocchia, eppure riesce comunque a essere attraente. Ha un sorrisetto sfacciato sulle labbra, e approfitta della mia distrazione per stamparmi un bacio a stampo sulle labbra, facendomi arrossire.

Β«Oggi non posso. Devo studiare per il test di letteratura. SarΓ  difficilissimo, e sono giΓ  indietroΒ» sbuffo, cercando di non cedere alla tentazione.

Β«Possiamo studiare domani insiemeΒ» mi propone con un'espressione maliziosa che conosco bene.

Β«Sei poco credibile, pirataΒ» brontolo, nascondendo una risata.

L'ultima volta che abbiamo provato a studiare insieme... i nostri piani sono andati tragicamente a monte.

Non che mi sia dispiaciuto, sia chiaro.
Lui finge di essere offeso, e si porta una mano sul cuore, seguendomi in corridoio.

Β«E perchΓ© mai? Sono un ottimo compagno di studiΒ» sogghigna.

Β«Abbiamo ricordi diversi di quel pomeriggio, evidentementeΒ».

Lui abbozza un sorrisetto, prendendomi il polso per attirarmi a lui, e non ho via di scampo una volta che finisco tra le sue braccia. Amo restarci, sentire il calore della sua pelle contro la mia, come se nulla potesse scalfirmi.

Β«Io non credo, leonessa. Ricordo benissimo i tuoi gemiti mentre venivi sulla mia facciaΒ» mi sussurra all'orecchio, provocandomi un brivido lungo la schiena.

Il mio ventre va in fiamme, e se ripenso alla sensazione di ebbrezza che mi ha fatto provare, un milione di farfalle si liberano nel mio stomaco, volando in ogni direzione. Non ho molta esperienza in quel campo, ma Davian non mi ha mai fatto sentire a disagio neanche una volta.

E Dio solo sa quanto Γ¨ bravo con quella lingua.

Β«DavianΒ» mormoro, a corto di fiato.

Lui mi guarda intensamente, e mi prende il volto tra le mani, incatenando i nostri sguardi. Sto iniziando a essere ossessionata dalla sfumatura delle sue iridi, così profonde da poterci sprofondare. La mia debolezza più grande.

Β«Dove vorresti portarmi?Β» gli domando, ormai arresa al fatto che non sarΓ² in grado di dirgli di no.

Che sarΓ  mai una nottata passata sui libri, se ho la possibilitΓ  di stare con lui?

Β«Se te lo dico, non Γ¨ piΓΉ una sorpresaΒ» ridacchia, toccandomi la punta del naso.

Io sbuffo, spazientita. Β«Come faccio a sapere se ne varrΓ  la pena?Β»

Β«Te lo garantisco, ti piacerΓ Β».

Vorrei essere in grado di declinare l'invito, perΓ² non ci riesco. Tutto di lui mi attrae, e la veritΓ  Γ¨ che in questo periodo adoro ogni secondo trascorso insieme Mi fanno sentire viva e apprezzata, come se fossi finalmente degna di essere notata, nonostante tutti i miei difetti.

Β«Okay, ci stoΒ».

Davian mi regala il sorriso piΓΉ bello del mondo, e il mio cuore perde un battito nel vedere la sua espressione soddisfatta, come quando taglia il traguardo di una gara da vincitore.

Β«Non te ne pentirai, leonessa. Voglio che tu sia la primaΒ».

Io aggrotto le sopracciglia, confusa. Β«La prima per cosa?Β»

Lui esita soltanto un secondo, prima di rispondere, e il luccichio nei suoi occhi mi dΓ  la sensazione che deve trattarsi di qualcosa di importante.

Β«A sentirmi cantare. Ho scritto una canzoneΒ».

Ne ho l'assoluta certezza, seguirei questo ragazzo anche se fosse diretto verso un burrone, e non me ne pentirei.
Vale ogni secondo.

**

Β«Maisie!Β»

Trasalisco dai miei pensieri soltanto quando Candice richiama la mia attenzione, e credo che sia piΓΉ di qualche minuto che stia cercando di parlarmi.

Β«Scusami, stavo... pensandoΒ» sbuffo, sprofondando la faccia nei bozzetti dei miei modelli, in modo da potermi nascondere in qualche modo.

Non ho detto a nessuno quello che Γ¨ successo nel camerino, perchΓ© se cominciassi ad ammetterlo, sarebbe l'inizio della fine.

Β«Sono giorni che sei strana. Cosa succede? Davian ha fatto qualcosa di strano? Devo prenderlo a calci in culo?Β»

Mi ha solo regalato l'orgasmo piΓΉ bello degli ultimi anni, nulla di grave.

Mi costringo a eliminare l'immagine dalla mia mente, nonostante sia difficile. Β«Non essere violentaΒ» ridacchio, guardandola divertita.

Β«Di solito non lo sono. Soltanto quando ce n'Γ¨ bisognoΒ» sogghigna, guardandomi ancora con attenzione.

Β«Tutto okay, sono soltanto stressataΒ» ammetto, rivelando una parte di veritΓ . Β«Davian non c'entra nullaΒ».

Bugia.

Lei alza un sopracciglio. Β«Per questo lo eviti da una settimana?Β»

Β«Sono cinque giorniΒ» preciso, sbuffando.

Β«Allora ammetti che lo stai evitandoΒ».

Dannazione, detesto questi giochi mentali, perchΓ© a Candice riescono maledettamente bene.

Esalo un grugnito esasperato, arrendendomi all'idea di non poterle mentire a lungo. Β«Io... ho combinato un casinoΒ».

Candice incrocia le braccia al petto, trattenendo una risata. «Dovrai spiegarti meglio di così».

Santo cielo, Γ¨ imbarazzante. Β«Ci siamo trovati da soli in un camerino il giorno dello shooting, e le cose... hanno preso una piega inaspettataΒ» mormoro a denti stretti, sperando che basti.

Β«Del tipo?Β» insiste lei, per niente soddisfatta.

Esplodo, esausta. Β«Del tipo che mi ha fatto venire con due maledette dita contro la parete del camerino, ed Γ¨ stato l'orgasmo piΓΉ appagante degli ultimi anni, soddisfatta?Β» sbotto, lasciandola senza parole.

Candice spalanca la bocca, e io mi nascondo dietro il manichino, fingendo di sistemare il prototipo di un abito che dovrei consegnare la settimana prossima.

Β«Oddio mioΒ».

Β«Ecco perchΓ© lo sto evitando, okay?Β» brontolo, senza essermi resa conto di avere le guance in fiamme.

Lei resta qualche minuto in silenzio, probabilmente scioccata dal resoconto, e la sua mancanza di commenti non fa che preoccuparmi. So bene che è stato un errore, ma maledizione, in quel momento è parso così giusto. Soprattutto... mi sembrava reale.

«Qualsiasi cosa sia successa tra di voi, non è evitandolo che risolverai il problema, Isie. Sei meglio di così».

In realtΓ , non ne sono convinta. La cosa peggiore, Γ¨ che non credo sia piaciuto a lui tanto quanto Γ¨ piaciuto a me, e la cosa mi fa vergognare ancora di piΓΉ.

Non Γ¨ nemmeno riuscito a venire, stupida idiota. Non sei abbastanza da tentare un uomo.

Il pensiero mi stringe lo stomaco, perché so che non dovrei pensarci. Gli anni di terapia avrebbero dovuto farmi capire che devo accettare il mio corpo così com'è, senza punirmi.

Soltanto che in alcuni giorni Γ¨ difficile.

Il telefono di Candice squilla, e lei mi fa segno di aspettare, dato che si tratta del suo allenatore. Si scambiano qualche veloce parola, e la vedo annuire piΓΉ volte prima che attacchi. Torna verso di me con un'espressione dispiaciuta.

Β«Devo andare, Isie. Pensavo di poter restare per il pomeriggio, ma a quanto pare il mio maledetto coach vuole ripetere ancora il programmaΒ» sbuffa, roteando gli occhi al cielo.

Io annuisco, dandole un bacio sulla guancia. Β«Nessun problema, tanto resterΓ² in atelier fino a tardiΒ».

Lei mi guarda un'ultima volta, correndo a stringermi in un abbraccio. Tra le due, Γ¨ decisamente quella piΓΉ affettuosa. A Candice piace dare amore, soprattutto alle persone a cui tiene, e mi ritengo fortunata a essere una di quelle.

Β«Riparleremo dell'argomento stasera, non credere di cavartela senza raccontarmi tutti i dettagliΒ» ridacchia, rivolgendomi un occhiolino.

Β«Non rilascio intervisteΒ» scherzo, mentre le faccio la linguaccia.

Β«Rassegnati, stilista. Voglio i dettagli piccantiΒ» insiste, prima di allontanarsi. Β«E ricordati, non c'Γ¨ niente di male nel concedersi un buon orgasmo, fa bene allo stress!Β»

Scoppio a ridere nel sentirla, e una cliente si volta a guardarla sconvolta come se avesse appena bestemmiato.

Β«Se lo dici tuΒ» sogghigno, cercando di trattenere il divertimento.

Candice mi rivolge un ultimo veloce saluto prima di uscire dall'atelier, lasciandomi da sola con i miei pensieri.

Come diamine esco da questa situazione?

Il pomeriggio passa abbastanza in fretta, se non fosse per un singolo problema: quando resto da sola, i miei pensieri finiscono per assalirmi.

Gettarmi a capofitto nel lavoro mi aiuta, e per qualche ora riesce a tenermi lontana dalle paranoie che non smettono mai di ronzare nella mia testa come mosche fastidiose.

Io ci provo. Ci provo così intensamente a essere meglio di così, ma basta niente per riaprire ferite mai del tutto guarite.

Questa volta mi Γ¨ bastato aprire i social, e cedere alla tentazione di cercare il mio nome e quello di Davian.

Ho la nausea per alcuni di quei commenti.

"Non capisco cosa ci trovi in una come lei. Sta con lui soltanto per i soldi, Γ¨ una puttana."

Questa Γ¨ la prima coltellata.

"Dio, che stronza. Ma sbaglio o Γ¨ un doppio mento quello che vedo in questa foto?"

Mi passa la voglia di mangiare.

"Davian Γ¨ troppo per lei, sono terribili insieme."

Vorrei piangere per qualcosa che non Γ¨ neanche reale.

"Lei Γ¨ assolutamente bocciata al suo fianco, che sfigata."

Poi arriva il colpo di grazia finale.

Anonimo: Le puttane come te meritano di pagare. Ho intenzione di renderti la vita un inferno, piccola stronza.

Lasciatemi scomparire e basta.
Mi ritrovo a fissare l'immagine davanti allo specchio del mio negozio, e odio quello che vedo.

Noto il jeans che stringe troppo sulla vita, lasciando i segni, e non dovrebbe essere così. Detesto i miei fianchi sporgenti, e il mio viso troppo paffuto.
Odio quello che mi ritrovo davanti, e vorrei soltanto urlare.
Non sono una puttana, e neanche una sfigata. Eppure mi sento come se lo fossi.

Non ho battuto ciglio quel giorno nel camerino, mi sono goduta tutto senza essere neanche in grado di ricambiare. Forse perchΓ© non sono abbastanza bella da tentarlo. Magari era solo il suo modo di farmi un favore.

C'Γ¨ un oblio nero davanti a me, e io sto sprofondando. Nessuno mi tirerΓ  fuori.

L'ansia mi divora, e persino respirare diventa un'impresa impossibile, come se non riuscissi più controllare il mio stesso corpo. È una sensazione devastante, con un senso di oppressione al petto che non fa altro che aumentare, facendomi stringere i denti per il dolore.
Il primo singhiozzo quasi mi lacera il petto, facendomi gettare lontano il telefono mentre scivolo contro il pavimento.

Giuro che ci provo a combattere. Ma non Γ¨ sufficiente.
Ora che nessuno puΓ² vedermi, mi concedo il lusso di crollare. Sono rimasta forte fin troppo a lungo.

Piango per l'ansia di un sogno che non so se si realizzerΓ  mai.
Piango per le parole della gente, che sono ancora in grado di annientarmi.
Piango per i miei ricordi, che mi tengono ancorata a un passato irraggiungibile.
Piango perchΓ© sono fottutamente stufa di fingere che le cose vadano bene.

Non trovo vergogna nelle mie lacrime, adesso che nessuno puΓ² vedere quanto sono distrutta.

Come si mette a tacere il cuore?

Due braccia mi stringono prima che io abbia la possibilitΓ  di replicare, e un profumo familiare mi inonda i sensi, dandomi la sensazione di essere al sicuro.

Β«Ci sono io qui, IsieΒ».

La sua presenza mi sconvolge, ma sono troppo esausta per rendermene conto, quindi in un atto di follia mi aggrappo a lui, nella speranza di sentirmi meglio.

Mi aspetto che chieda spiegazioni, perΓ² non lo fa. Si limita a stringermi piΓΉ forte quando l'ennesimo singhiozzo mi mozza il respiro.

«Dimmi come posso aiutarti, ti prego. Odio vederti così» mi sussurra all'orecchio con una voce talmente dolce, che stento a credere si tratti di Davian.

Cerco di riprendere fiato, e il calore del suo corpo mi avvolge come una coperta, donandomi una strana e piacevole sensazione di conforto. Non credevo di averne bisogno fino a questo momento.

Β«Cosa ci fai qui?Β» sussurro, come se fosse quella la prioritΓ .

Β«Volevo vederti. Mi stai evitando da giorni, ed ero stufo di aspettareΒ».

Non so come mi facciano sentire le sue parole, eppure riescono in qualche modo a fare breccia nel mio cuore malandato, insinuandosi sottopelle.

È qui per vedere me.

Non dovrei esserne sollevata.

Tento di recuperare quel poco di dignitΓ  che mi Γ¨ rimasta, ma prima che possa asciugarmi le lacrime dal volto ormai zuppo, ci pensa Davian al posto mio. Il suo pollice passa lungo tutta la mia guancia, prima da un lato e poi dall'altro, mentre io vorrei soltanto nascondermi.

La mia faccia deve essere orribile in questo momento, con gli occhi gonfi e la pelle a chiazze. Cerco di sfuggire dal suo tocco, perΓ² lui non me lo permette, e continua fino a quando il mio viso non Γ¨ asciutto.

Β«Non nasconderti da me, IsieΒ».

In tutti questi anni, non ne ho mai avuto l'intenzione.
Lascio che veda la mia disperazione, e neanche capisco perché sia ancora qui, invece che scappare a gambe levate. Mi è difficile comprendere perché abbia dovuto distruggere tutto anni fa, se poi mi guarda ancora così.

Come se contassi qualcosa. Come se fossimo ancora i ragazzi che si baciano di fronte a un armadietto.

Non che abbia importanza adesso.

Β«Mi dispiace averti evitato. Non sapevo che dirtiΒ» ammetto, spietatamente sincera.

Β«Lo immaginavo, per questo non ho insistito oltre. So che avevi bisogno dei tuoi spaziΒ» si gratta il capo, e ho quasi l'impressione che sia in imbarazzo.

Mi tiene ancora stretta tra le braccia, e maledico me stessa perchΓ© mi riporta indietro nel tempo, quando era l'esatto posto in cui volevo essere, piΓΉ di ogni altro.

«Possiamo restare così altri cinque minuti?» gli domando, tentando di nascondere il mio tono disperato.

Anche se non riesco a vederlo in faccia, so che ha curvato le labbra in un piccolo sorriso. Β«Per tutto il tempo che vuoi, leonessaΒ».

È facile lasciarsi cullare dalle sue braccia, e ignorare il mondo all'esterno con il suo continuo pressante. Quello che è complicato, è ricordarsi che questa non è altro che una situazione temporanea che non posso permettermi il rischio di far degenerare.

Per un attimo, mi concedo l'illusione di essere tornata indietro nel tempo, e mi crogiolo nella beatitudine che soltanto Davian riesce a darmi. È come se ogni volta che sono sul punto di crollare, lui è lì a raccogliere i pezzi, impedendomi di finire distrutta.

Il problema Γ¨ che Γ¨ stato il primo ad andarsene, quando tutto sembrava andare bene. Quando piΓΉ ero convinta che lo avrei avuto al mio fianco, e l'impatto Γ¨ stato tremendo.

Ma oggi... voglio pensare al presente, e al fatto che lui sia qui per me.

Nessuno dei due parla, e il silenzio che mi dona è la cosa migliore che possa fare per me. Ogni tanto mi accarezza i capelli, e mi posa un bacio sulla fronte, assicurandosi che rimanga stretta a lui. È la cura migliore che potessi desiderare.

Β«Puoi riaccompagnarmi a casa, per favore?Β»

Solo adesso alzo lo sguardo verso di lui, sperando che le mie condizioni non siano così pietose come immagino. È patetico pensare di non sembrare sciatta ai suoi occhi, ma non posso farci niente.
Lui annuisce, alzandosi mentre mi aiuta a fare lo stesso, con i nostri volti che finiscono pericolosamente vicini, al punto da spezzarmi il respiro e far battere il mio cuore piΓΉ velocemente di quanto dovrebbe.

«Nessun problema, Isie. Mi spaventi quando sei così stranamente gentile e docile» scherza, per smorzare la tensione.

Il tentativo riesce, perchΓ© accenno una piccola risata, dandogli una piccola pacca sulla spalla.

Β«Non farci l'abitudine, superstar. Posso cambiare atteggiamento in un secondoΒ».

Β«Ora si che ti riconoscoΒ» sogghigna, aiutandomi anche a infilare il cappotto, con un atteggiamento premuroso.

Vedo la sua moto parcheggiata fuori il negozio, e a giudicare dai nuvoloni neri sopra di noi, ci conviene muoverci prima di restare bloccati nel pieno di un acquazzone. Davian ha il mio stesso pensiero, infatti dopo che ho chiuso l'atelier, mi porge in fretta il casco. Adesso che ho l'occasione di guardarla meglio, la sua moto Γ¨ una meraviglia, un sogno per chiunque se ne intenda qualcosa.

Β«Un giorno me la farai guidare?Β» la indico, curvando le labbra in un'espressione beffarda.

Davian alza un sopracciglio, piΓΉ deciso che mai. Β«Non se ne parlaΒ».

Io sbuffo, alzandogli il dito medio. Β«Dovresti saperlo che sono brava a cavalcareΒ».

Lui quasi si strozza con la saliva, e io mi godo il sapore della vittoria. Solo che la mia sfrontatezza evapora nel momento in cui posa gli occhi su di me, inchiodandomi con un'occhiata sfrontata e maliziosa.

Β«Se continui a provocarmi, cavalcherai qualcos'altro, e ti piacerΓ  comunqueΒ».

Dio mio.

La sua frase mi arriva dritta al ventre, risvegliando una sensazione bruciante nelle mie parti più basse, anche se fingo che non sia così.

«Non esserne così sicuro» continuo a punzecchiarlo.

Lui si avvicina abbastanza da prendermi il mento tra il pollice e l'indice, per nulla intimorito.

Β«Credimi, leonessa. Ricordo perfettamente quanto ti piaceva, mentire non lo renderΓ  meno realeΒ».

Lo detesto.

Prendo un profondo respiro, e ignoro volutamente la sua frase, perchΓ© non sono in grado di reggere il gioco a lungo. Inoltre, il tuono che avvertiamo alle nostre spalle mette fine a ogni nostro dubbio.

Β«Forza, stilista. Mi piace vederti bagnata in un altro modo, non per la pioggiaΒ» scherza, facendomi segno di salire.

Roteo gli occhi al cielo per la sua battuta, e mi aggrappo ai suoi fianchi con una gestualitΓ  che mi viene naturale, come se fosse la cosa giusta.

Correre insieme a lui mi ha sempre dato un senso di pace. Andiamo veloce, quasi lottassimo contro il mal tempo e le nuvole minacciose sopra di noi, sperando di non fare tardi. Il vento mi taglia la faccia, ma Γ¨ a stessa sensazione che spazza via le mie incertezze, dandomi la sensazione di potermi liberare da tutto.

Arriviamo a casa mia appena in tempo, quando le prime gocce di pioggia iniziano a cadere.

Mentirei se dicessi di non essere preoccupata per Davian, perchΓ© il pensiero che possa succedergli qualcosa a causa mia mi inquieta. Non sarebbe ancora per strada se non fosse a causa mia.

«Non correre, non è sicuro con le strade così» brontolo, coprendomi sotto al porticato per non bagnarmi.

Gli vedo accennare un sorrisetto da sotto il casco. Β«Devo supporre che ti stai preoccupando per me, stilista?Β»

Sbuffo, cercando in ogni modo di nascondere l'evidenza. Β«Non vorrei averti sulla coscienza, tutto quiΒ».

Β«Premuroso da parte tua, ma me la caverΓ². Ho guidato in condizioni peggioriΒ».

Β«Spericolato come al solito, almeno questo non Γ¨ cambiatoΒ» brontolo, imprecando per la pioggia che non accenna a smettere.

Β«Molte cose non lo sonoΒ» ammette, a bassa voce, ma riesco comunque a sentirlo.

Prima che possa pensare di invitarlo dentro, lui riaccende il motore, calando la visiera.

Β«Scrivimi quando arrivi a casa, stupido idiotaΒ».

Anche se ha il volto coperto dalla visiera nera lucida, riesco a vedere la sua espressione sorridente, come se gli avessi appena dichiarato il mio amore.

Non è forse così?

«Sarà fatto, stilista. È bello vedere che dopotutto, ti preoccupi ancora».

Parte prima che abbia l'occasione di replicare, lasciandomi le parole sospese in aria.

La consapevolezza mi colpisce in pieno petto, non c'Γ¨ modo di sfuggirgli.

Mi preoccupo per lui.

Una volta dentro, mi sembro patetica mentre aspetto una sua risposta, e i miei occhi si accendono quando lo vedo online che digita sulla mia chat.

Irritante Superstar:
Sono a casa sano e salvo. Come vedi, sono un pilota eccezionale in grado di guidare in qualsiasi condizione.

Esalo un sospiro di sollievo, e la sensazione opprimente che provavo fino al secondo prima scompare.

Io:
Che idiota.

Irritante Superstar:
Grazie per esserti preoccupata per me. A volte sono i gesti quelli che contano di piΓΉ.

Non so come replicare alle sue parole, perchΓ© negare l'evidenza sarebbe inutile. Preferisco cambiare discorso.

Io:
Grazie anche a te per oggi. Non credevo di aver bisogno di qualcuno, fino a quando non sei arrivato tu.

Stento a credere di averlo scritto sul serio, ma non posso tornare indietro. Si meritava un ringraziamento per quello che ha fatto, e non potevo ignorarlo.

Ancora una volta, lui era lì ad alzarmi dal fondo.
La sua risposta non tarda ad arrivare.

Irritante Superstar:
Non c'Γ¨ bisogno di ringraziarmi. Ogni volta che ne avrai bisogno, ci sarΓ².

Il problema di questa frase Γ¨ soltanto uno, ed Γ¨ quello che mi tiene sveglia per gran parte della notte senza darmi tregua.
Cosa succederΓ  quando andrΓ  via? RomperΓ  l'ennesima promessa, o questa volta sarΓ  diverso?
Non posso permettermi di sperare in un finale migliore.
L'ultima volta, mi Γ¨ costato un cuore spezzato.

✨Spazio Autrice✨
Oggi vi lascio con un capitolo un po' piΓΉ dolce del solito, pieno di malinconia e ricordi.
Non odiatemi troppoπŸ₯Ή

Come sempre, vi ringrazio per il supporto che ricevo da ognuno di voi. Per me conta anche la singola lettura, e la singola stellina.

Preparatevi, perché nel prossimo capitolo potrebbe esserci un party... particolare🌝
Non vi resta che attendere per sapere di cosa si tratta.
Per qualsiasi commento, vi aspetto nei commenti o su Instagram come fraanz_author.

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