chapter 9
8 Maggio, 2014.
<<Hai tutto?>> Si acciglia alla porta Cooper insieme a Yerodin.
Annuisco e chiudo l'anta dell'armadio delicatamente cercando di fare il meno rumore possibile.
<<Betty, devi sembrare tranquilla, non come se stessi per compiere una rapina>> Si avvicina il mio migliore amico che mi da un bacio sulla fronte cercando di tranquillizzarmi.
Cosa impossibile al momento.
<<Se ci fai scoprire considerati spiaccicata!>> Mi punta il dito sul petto Yerodin ghignando.
<<Spacciata se mai>> Lo correggo oltrepassandolo con una spallata.
<<Spiaccicata come una cacchetta, Mrs. So-tutto-io>>
Gli sorrido e scendo di sotto scuotendo la testa per lo stupido nome.
Infilo le mani gelide delle tasche dei jeans, nonostante sia Maggio.
La mia circolazione sanguigna è rotta, non funziona.
<<Signora Thompson, noi andiamo al mercato>> La guardo negli occhi con la solita espressione indifferente.
So che la fa imbestialire sapere di non procurarmi nessuna emozione.
Cioè, certe volte mi fa una paura cane ma non lo do a vedere.
<Dí a Marylin di venire immediatamente qua>> Soffia sulle lunghe unghie appena fatte ignorando completamente ciò che le ho appena detto.
<<No>> Incrocio le braccia al petto raddrizzando la schiena cercando di non abbandonare quel piccolo momento di coraggio che si è impossessato di me.
Okay Bethney temeraria, mi hai fatto finire nella merda.
Marilyn è l'ultima arrivata, nonostante abbia solo cinque anni la Thompson non risparmia neanche lei dalle sue "punizioni" o meglio dire "torture".
<<Oh, che carina, è tornata l'eroina della situazione, non bastava quel buono annulla di Nicholas>> Comincia una risata isterica.
Vorrei davvero sapere che cazzo passa per la sua malata testa.
Carica il braccia di lato assumendo un'espressione incazzata, sta per tirarmi uno schiaffo quando la mia mano si muove da sola.
Blocco la sua e gliene tiro uno io.
Oh merda.
Strabuzza gli occhi.
<<Quando torni sarai una puttana morta, Bethney Brooks>>
<<Bene, io vado>> La spingo di lato per poi aprire il portone ignorando le sue urla di disapprovazione.
<<Ci hai messo più del previsto!>> Mi fulmina con lo sguardo Brayan afferrandomi la mano.
<<L'ho picchiata>>
Mi guardano terrorizzati.
Che cosa gli prende?
Non la rivedrò mai più, una soddisfazione la dovevo pur avere.
<<Andiamo?>> Provo a ricevere un segno di vita spingendoli.
Finalmente ci incamminiamo verso il mercato dove si trovano anche gli altri.
<<Spero tu le abbia detto addio anche da parte nostra!>> Compare da dietro un vicoletto Jacob.
Il mio fantastico, bellissimo, meraviglioso Jacob.
Ho già detto che è stupendo?
Mi stringe a sé e subito posa lo sguardo sul mio viso.
Prendendomi alla sprovvista mi dà un bacio davanti a tutti.
Per smorzare la mia vergogna gli spettino i capelli sorridendo.
Sono diventata sicuramente di colore bordeaux.
Da fare invidia a un pomodoro.
<<Avete finito di pomiciare? Siete dei quattordicenni in calore!>> Scherza Frederick avvolgendo un braccio intorno alle mie spalle.
<<Ehi ehi ehi, giù le mani dalla mia ragazza!>> Cominciano una lotta amichevole tra maschi.
Cioè, spero sia amichevole.
<<Comunque io ho quindici anni, rammollito!>> Ridacchia Jacob prendendogli le spalle.
Cercano di farmi partecipare al round di wrestling improvvisato ma vengo rapita da Egor.
<<Marcos ti vuole parlare>>
Mi sussurra all'orecchio spingendomi verso l'uomo seduto su una panchina.
<<Bethney, vieni pure>> Mi accomodo al suo fianco dandogli la mia più totale attenzione.
Dopo tutto quello che ha fatto per noi, che ha sopportato per noi, meriterebbe qualsiasi cosa quest'uomo.
<<È tutto pronto, possiamo partire anche subito>> Mi fa l'occhiolino.
Allunga la sua grande mano verso la mia fronte per scostarmi una ciocca nera caduta sugli occhi.
Sono sicura che il mio sorriso va da un orecchio al altro.
Non riesco a nascondere la mia felicità.
Ce ne andremo finalmente via!
<<Avviso subito tutti!>> Corro verso i miei amici che considero ormai come fratelli.
<<Ragazzi si parte!>> Salto per la gioia.
Non vedo l'ora di lasciare la Georgia per abbandonare il mio passato definitivamente.
Per il dolore subìto ingiustamente.
Voglio ricostruirmi una vera vita in California insieme alla mia nuova famiglia.
Ovviamente non è costituita da una mamma e un papà ma di otto fantastici ragazzi.
<<Lasciateci un'attimo da soli>> Jacob scaccia via tutti e mi fa segno di avvicinarmi a lui.
<<Noi due stiamo insieme, giusto?>> Si tortura le dita strappando piccole pellicine.
Abbiamo lo stesso vizio, quando siamo agitati ci distruggiamo le mani.
Il problema è il seguente.
Perché Jacob è agitato?
Annuisco convinta.
Non capisco dove vuole arrivare.
Cavolo Jacob, stiamo insieme da sette anni, ora te ne esci con questa frase?
Forse mi vuole lasciare?
<<Io ti amo, tu mi ami>> Fa incrociare le nostre mani sotto il mio sguardo che si fa sempre più confuso.
Okay, ora mi sta facendo preoccupare davvero.
Non è mai stato così diretto quando si parla di sentimenti.
<<Non posso partire per venire con vuoi in California>>
No, aspetta... Cosa?
Andiamo, mi sta prendendo in giro.
<<Bee, mi dispiace davvero tanto>> Si avvicina per abbracciarmi ma indietreggio di qualche passo.
Come può farmi questo?
Tento in tutti i modi di non piangere ma purtroppo piccole lacrime scivolano sulle mie guance.
Non lo sta facendo davvero.
Non mi sta abbandonando, come l'hanno fatto tutti gli altri.
Non può farlo.
<<Ti prometto che verrò anch'io tra un po', ci scambieremo lettere ogni settimana, ma non...>> Sospira pesantemente e con uno scatto ritorna davanti a me.
<<Non posso lasciare i bambini lì da soli, in orfanotrofio, con quel mostro>> Intreccia tra le sue dita una mia ciocca.
Vuole sacrificare la sua libertà per gli altri?
Anche noi abbiamo subìto quei maltrattamenti, ma nessuno dei ragazzi più grandi che erano insieme a noi in quel periodo si è fatto avanti prendendosi le botte al posto nostro.
Solo Nicholas, nessun altro.
Gli altri guardavano e basta.
<<Tu sai di cosa è capace, Bee>>
Chiudo gli occhi per scacciare quegli orribili momenti.
Non li voglio subire mai più in vita mia.
<<Inventerò qualcosa, ma finché un miracolo non lì aiuterà, ci penserò io>> Racchiude il mio viso tra le sue mani per poi baciarmi.
<<Aspettami, non ti chiedo nient'altro>> Sussurra a pochi centimetri dal mio naso.
<<Okay, ti aspetterò>> Sibilo con fatica. [sopra]
Il nodo alla gola mi impedisce quasi di parlare.
Dio quanto vorrei che tutto questo fosse solo uno stupido sogno, una stupidissima scena di un film romantico.
O che magari stia recitando per vedere quale sarebbe la mia reazione.
Ma non è così.
<<Ora devo andare>> Posa le labbra sulla mia fronte con delicatezza.
<<No, no...ti prego>> Mi tappo la bocca con una mano per smorzare i singhiozzi.
<<Ci ritroveremo>>
Osservo i suoi occhi verde smeraldo per forse l'ultima volta.
L'ultima volta.
Slaccio la mia catenina con la lettera B e gliela aggancio, tengo a quella collanina più della mia vita.
Lo stesso gesto lo fa con la sua con il ciondolo di una J.
Le nostre collane.
<<Resisti>> Lo abbraccio avvolgendo le braccia intorno al collo.
<<Lo farò per te>> Posa una mano sulla mia guancia e appoggia le labbra sulle mie.
Questo sembra davvero un addio.
Sento sei passi dietro di me.
Tanti passi.
Mi giro e li ritrovo tutti lì: Cooper, Sebastian, Egor, Yerodin, Frederick, Brayan e Shunko a braccia aperte.
Volto la testa verso Jacob, ma di lui non c'è più traccia.
Un dolore al petto mi fa sobbalzare.
Sento due braccia avvolgermi la vita, poi altre due, poi altre ancora.
Mi ritrovo sommersa da sette adolescenti che da lì in poi sarebbero diventati la mia vera famiglia.
<<Andrà tutto bene, fidati>> Mi bisbiglia Cooper all'orecchio una volta arrivati in stazione.
Vorrei tanto crederci, davvero...
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