chapter 13

<<Ragazzi oggi pranzo self-service!>>

Guardo Yerodin che scrolla le spalle dicendo che tanto lui non mangia.
Che noioso.
<<Ma io ho fame>> Piagnucolo tenendomi la pancia brontolante.

<<Prima ho visto della frutta, magar->>

<<Fottiti>> Alzo un dito per zittirlo una volta per tutte.
So cosa vuole fare, cerca di portare anche me sulla via dell'alimentazione sana.
Non rinuncerò mai ad una vita senza patatine, cioccolato, gelato... no, non sarebbe possibile sopravvivere.

<<Beh, allora se vuoi assumere grassi e carboidrati devi andare a prenderteli, in casa non ci sono>> Mi spinge giù dal letto.

Dato che non mi aspettavo un gesto così infame da lui cado per terra come una cretina, sbattendo il ginocchio sul duro parquet.
Trattengo la serie d'insulti che ho sulla punta della lingua mordendola.

<<Considerati morto>> Traccio una "X" immaginaria davanti alla sua faccia.
Prima di essere maltrattata di nuovo mi catapulto giù dalle scale.
<<Io vado al supermercato!>>

<<Prendi pure i soldi! Sono nel porta oggetti sul tavolo in salotto!>> Grida dalla cucina Marcos.
Con due falcate raggiungo la sala e porto via dieci ero.
Abbastanza per un pacchetto di patatine, oppure due...tre, anche quattro.

Prima di andare in spedizione ragiono sulla strada che devo percorrere prima di perdermi come una scema.
Allora: passo per il parco poi di fianco alla farmacia.
Suvvia Bethney, sono esattamente tre metri.

Non appena varco l'entrata del parco un ragazzo intento a fare jogging mi scansa con una spallata poco delicata toccandomi il fondoschiena.
Spero per lui che non l'abbia fatto apposta.

<<Guarda dove corri, idiota!>> Gli urlo dietro sicurissima che non mi abbia sentito, tutti quelli che corrono indossano le cuffiette.

Si gira e noto con dispiacere che non ha nessun auricolare.
Merda.

<<Scusami bellezza! Mi sono distratto dal fantastico panorama del tuo culo>>
Fa una sottospecie di occhiolino, riuscito male aggiungerei, dato che sembra avere qualche tick nervoso alle sopracciglia.

<<Oh tranquillo, puoi farti perdonare...>>

Si morde le labbra cercando di sembrare seducente.
<<Come bambolina?>>
Sussurra con tono malizioso.

<<Semplicissimo, levandoti dai coglioni>> Mormoro con lo stesso tono utilizzato da lui tre secondi prima.

Sarò anche una quattordicenne piccola e dolce all'apparenza, ma una cosa che non tollero è la mancanza di rispetto.

Non ne ho ricevuto per sette anni e se la prima persona che incontro qui a Monterey si comporta come un emerito coglione direi che abbiamo cominciato questa nuova vita col piede sbagliato.
Decisamente.

Lo oltrepasso ricambiando la spallata dato che non sembrava avere intenzione di andarsene.
Passeggio ancora per cinque minuti buoni all'interno del parco prima di trovare l'uscita.
Sia lodato il cielo!

Attraverso sulle strisce da brava persona civile.
Arrivo fino al altro capo della strada quando un tipo con una Porsche mi suona.

Oh Gesù, ti prego fa che ora non ci si metta anche questo.
<<Si guarda prima di passare!>>
Abbassa il finestrino una volta accostato sul lato della strada.

<<Senta, io ho controllato a sia destra che a sinistra, lei era distante un centino di metri>> Incrocio le braccia al petto guardandolo con un sopracciglio alzato.
Dovrei smetterla di creare una polemica per ogni singola cosa.
Però le persone sono così stupide che a volte mi viene voglia di comprargli un cervello!

<<Dovevi fermarti e lasciarmi passare, sono di fretta!>>
Picchietta freneticamente le dita sul volante.
Ora gliele stacco.

<<Così frettoloso che non ci ha pensato due volte prima di fermarsi e fare una piacevole chiacchierata con un'estranea>>

Sbuffa e mette in moto.
<<Vai al diavolo, ragazzina!>>

<<Dopo di lei>> Faccio un mezzo inchino e mi allontano da quel pazzo psicopatico.
Porca vacca, sono uscita da nemmeno dieci minuti e già ho discusso con due persone.
Fantastico, sono sicura che avrò tanti amici.

I miei pensieri (ironici) vengono interrotti a dei guaiti provenienti da un vicoletto riempito di cassonetti malridotti.
Avete presente quelle vie nelle serie TV dove investigano su degli omicidi perché è stato ritrovato un cadavere?
Ecco, questa è identica.

Vado o non vado?

Può sempre essere una persona che è appena stata colpita da un assassino nascosto dentro la spazzatura pronto ad uccidere chi andrà a soccorrerla!

Sobbalzo nel sentire un altro rumore.
Sta volta non è stato un lamento ma un abbaio.
Okay, possiamo eliminare l'ipotesi del killer intento a giocare a nascondino.

Con passi incerti mi avvicino al luogo da dove è arrivato il verso.
Apro la copertura in metallo e non trovo nulla oltre a mucchi di immondizia.

Va bene, dovrò andare a fare una visita per l'udito.
Qui non c'è niente.

Sto per richiudere quando una palla di pelo nera emerge dal pattume.

Mi sporgo in avanti cercando di afferrarlo per la collottola e per un soffio non cado lì dentro.

Quando riesco a tirarlo fuori la prima cosa che noto sono i suoi bellissimi occhioni gialli.
<<Ciao piccol...>> Lo sollevo un po' di più per vedere il sesso.
Oh, okay.
<<Piccolo!>>

Lo poso per terra e mi inginocchio vicino a lui.
<<Ma sei bellissimo!>> Gli gratto delicatamente il muso sorridente.
[sopra]

Lo guardo meglio e non ho la più pallida idea di che razza possa essere.
È tutto tutto nero, le orecchie un po' penzolanti e una coda né troppo lunga né troppo corta.

Lo tengo in braccio come fosse un bambino e mi incammino verso casa.
Che cosa dico a Marcos e Jolanda?!

Una roba del tipo "ehi, ho trovato un cagnolino in un cassonetto al posto delle patatine, va bene lo stesso?"

No, decisamente no.

Apro il portone cercando di non creare alcun tipo di rumore.
Appena metto piede dentro l'abitazione, cosa fa il cucciolo?
Abbaia, ovviamente.

<<Bethney, tutto a posto?>> Fa il suo ingresso Jolanda.
Sono pronta a darle una spiegazione più che logica che ho architettato durante il ritorno ma non mi fa nemmeno parlare che comincia a sclerare.

<<Oh dio mio! Com'è carino! Dov'è l'hai trovato? È un maschietto o una femminuccia? Sta bene? Ha fame? È ferito? Perché puzza in questo modo? È stanco?>> Comincia a sparare domande a raffica senza darmi il tempo di risponderle ad una.

<<Jolanda!>> La interrompo dal suo stato di adorazione.
Mi scoppiano le orecchie.
<<L'ho trovato dentro un cassonetto, è abbastanza magro>>
Lo tengo stretto al petto.

<<Oh! Allora è un maschietto!>> Sorride accarezzandogli il naso umido.

<<Allora, io faccio un salto al PetShop a prendere il minimo indispensabile per sta sera!>> Si infila le scarpe come un razzo e si fionda fuori di casa.
Credo di non aver capito...

Rimango immobile.
Beh, l'ha presa bene, no?

<<Bethney Brooks!>> Corre giù dal piano di sopra Egor seguito da tutti gli altri.

<<È quello cos'è?!>> Esclama indicando l'animale tra le mie braccia.
<<Un cucciolo di ippopotamo ovviamente, stupido>> Cooper gli tira un coppino sul retro del collo.
Scatenando una reazione poco pacifica dal ragazzo.

Frederick fa annusare la sua mano al nuovo arrivato ricevendo un piccolo e tenerissimo ringhio.
Dopo tentativi su tentativi, i ragazzi si arrendono al loro destino.
Il cane non prova simpatia per nessuno di loro.

Un cucciolo intelligente devo dire.

<<Bene ragazzi, Beth si è trovata un body guard!>>

<<Avanti piccolo, non posso starti antipatico! Io sono favoloso!>> Sebastian non demorde e continua ad accarezzarlo.
Prima o poi lo morde, ne sono sicura.

<<Aia! Non si fa, cattivo!>>
Si massaggia il dito guardando con sfida il suo aggressore.
Ecco, appunto.

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