Sette
Manifesto dell'Ashal
La scienza, in questi ultimi tempi, ha assunto un ruolo di centralità assoluta. Il nostro popolo, abbagliato dal miraggio del progresso, ha consacrato il proprio futuro allo sviluppo genetico, dedicandosi anima e corpo a quella che venne chiamata 'selezione umana'. Con questa espressione, intendiamo il tentativo di perfezionare l'umanità, di affermare la nostra supremazia sulla natura stessa. In altre parole, siamo diventati i padroni indiscussi del nostro destino, artefici di un progresso che ci prometteva grandezza.
Eppure, è proprio questo progresso a mostrare il volto più oscuro della nostra ambizione e della nostra storia. La stessa ideologia che ci ha spinti a giocare con i mattoni fondamentali della vita ha portato alla creazione dei Mutanti, un errore della natura (ironicamente parlando) ma in fondo anche un prodotto della nostra arroganza. Oggi, questi Mutanti sono i nostri nemici naturali, creature che incarnano la distorsione dei nostri sogni di perfezione.
Cos'è, dunque, che è andato storto? Perché la teoria, apparentemente così solida, si è infranta contro la realtà? La risposta non è da cercare nelle formule o nei laboratori, ma nell'orgoglio dell'uomo e nella scienza discriminatoria che abbiamo abbracciato. Abbiamo dimenticato che la scienza, pur potente, non è neutrale; essa è plasmata dalle mani di chi la utilizza e, se guidata da un cuore contaminato dall'orgoglio, diventa un'arma pericolosa.
Siamo stati accecati dalla nostra stessa arroganza, convinti di poter superare ogni limite senza scontarne il prezzo. Ma, ad oggi, paghiamo le conseguenze con la nostra stessa sopravvivenza.
Tutto cominciò quattrocentoquarantasei anni fa', con l'inizio del Periodo del Disastro. Erano oramai anni che il nostro pianeta si trovava in condizioni disastrate, le guerre atomiche avevano distrutto città e popolazioni, e la nostra atmosfera ne aveva risentito le conseguenze.
Il cambiamento climatico fu solo l'inizio.
Le calotte polari si sciolsero totalmente, causando l'innalzamento degli oceani, sommergendo sempre di più le città a rischio. Poi, iniziarono i terremoti. Tutte le isole circondate dai vari oceani sparirono dalle carte geografiche, a causa dei maremoti potenti.
Il movimento delle placche tettoniche riattivò la maggior parte dei vulcani con attività intense di lava e magma che soppressero intere regioni. Le zone a rischio dai tornadi e dai forti venti si espansero fino a comprendere anche continenti come la vecchia Europa e l'Africa, alimentando gli incendi che consumarono la maggior parte delle foreste. Nel giro di un centocinquanta anni la Terra come la conoscevano gli Antichi era sparita, ridotta a piccole zone vivibili, con sistemi governativi deboli e soggetti a rivolte frequenti dal piccolo popolo sopravvissuto.
Dopo quasi duecento anni dall'inizio del Periodo del Disastro le attività sismiche e vulcaniche si ridussero, il clima sembrò riassettarsi senza causare cambiamenti bruschi di temperature.
E tra tutte le zone, l'unica rimasta vivibile era un'isola, il cui territorio corrispondeva all'antica Asia, il continente che ospitò per la prima volta le prime civiltà e che allo stesso tempo nel nostro presente distopico ospitò la nuova popolazione riemersa dalla strage.
Gli esseri umani sopravvissuti la denominarono Pragati, la futura isola che per i progressisti fiduciosi doveva rappresentare lo sviluppo intellettuale dell'essere umano, per non ricadere negli stessi errori, e lo sviluppo fisico per sopravvivere ai cambiamenti atmosferici del proprio pianeta divenuto ostile ai suoi stessi padroni.
Gli umani sopravvissuti riuscirono a riorganizzarsi inizialmente in città semi-governative, per poi lasciare il potere alla milizia, rendendosi delle città-stato monarchiche di stampo dittatoriale militarizzato. Fu così che cominciò la discesa verso la Selezione Umana.
Difatti, con i soldati al potere cambiarono molte cose.
Innanzitutto, si scoprì del gene.
'Come?' Mi chiederete.
A causa del Disastro si scoprì come le radiazioni solari fossero aumentate, causando tumori e una selezione naturale dei sopravvissuti, uccidendo chi non fosse predisposto al riassorbimento dei raggi cancerogeni. Fu' così che si scoprì del gene Parivartan.
Quegli esseri umani che non avevano difetti sulla pelle, chi non aveva difficoltà respiratorie e cardiache: erano loro i prescelti. E fu questo l'inizio del periodo buio dell'umanità. E fu per questo che nacque l'Ashal.
Il leader di allora, Victor Reich, ordinò la formazione di una squadra speciale a cui affidò il compito di far perdurare il gene mutante, quel gene offritoci dal nostro corpo che riuscì ad adattarsi al brusco cambiamento.
In cosa consisteva il grande compito? Di uccidere chi non presentava il gene.
Prima di tale scelta, ovviamente, fu avviata una politica di perseverazione della razza, incentivando i sopravvissuti col gene di accoppiarsi tra loro, con l'obiettivo di creare una razza superiore e ridurre la presenza di coloro che non possedevano il genere, rinominati come gli "Antichi" perché oramai facevano parte del passato in cui l'uomo si era dimostrato debole.
Però, entro il duemilaquattrocentoventi, tutti gli Antichi vennero eliminati con la squadra speciale di Victor. I sopravvissuti alla carneficina erano tutti esseri umani che presentavano il gene mutante, e l'organizzazione si attivò proprio il quel periodo. Il nostro primo leader fu Alexander Reich, il fratello di Victor, che lo uccise sperando di poter mettere fine al futuro distorto che le persone iniziarono a vedere. Ma fu' tutto inutile.
La voce venne sparsa subito in quel periodo. Effettivamente c'era chi voleva sopravvivere, e puntare su un popolo stremato prima dalle guerre e poi dal loro stesso pianeta era facile.
E se quel gene potesse essere attivato? E se effettivamente potevamo sfruttare ciò che il nostro corpo ci aveva messo a nostra disposizione al cento per cento? Cosa sarebbe successo?
Fu così che settantasei anni dopo fu creato il siero per l'attivazione del gene grazie a Yamal Adiri, e sotto il regno di Jacob II.
E fu così che cinquantanni dopo ci ritrovammo a combattere contro l'evoluzione a cui i predecessori della Corona aspiravano, e fu così che l'Ashal introdusse al suo interno quei mutanti stessi che gli esseri umani combattevano.
Perché?
Perché è l'essere umano stesso il nemico da abbattere.
***
Era una giornata piatta, ed era così da un po' di giorni.
La vipera era rimasta rintanata nel laboratorio insieme al Dottor Hale, incaricata insieme alla sua troupe di scoprire di più sul gene. In realtà sia lei che il resto del Consiglio sapevano più di quanto la Corona era a conoscenza.
Grazie al loro vecchio leader, Lucius Del Monte, l'associazione era stata in grado di eliminare tutte le ricerche di Yamál e riportare nell'ignoranza l'umanità.
Il loro obiettivo era quello di abbattere il marcio che non faceva altro che crescere anno dopo anno, e solo in quell'ultimo mese potevano dirsi di star progredendo nel loro intento.
L'arrivo di Uma fu' il segno.
Era circa una settimana che la ragazza era approdata nella Base e che pezzo dopo pezzo stava costruendo il vero puzzle. Sapeva che in fondo fosse una ragazza intelligente, Kejra glielo aveva confermato in passato.
Nel laboratorio il suo compito era quello di rallentare le ricerche e che al minimo avvicinamento al siero i qualche modo doveva distruggere le teorie. Lei creava l'antitesi per eccellenza, e grazie alle sue eccellenti capacità dialettistiche e manipolatrici tutto procedeva secondo i loro piani.
"Negli appunti di Yamál ci sono alcune cose che non mi tornano..." mormorò il dottore al suo fianco, mentre sfogliava un quaderno vecchio e pieno di scritte.
Lei si trovava al suo fianco nentre analizzava al computer una sequenza genetica.
"Mh?" Non si voltò.
Sentì un fruscio, poi la voce di Erion si fece più vicina.
Alzò lo sguardo dallo schermo, e dalla sua postazione seduta sulla sedia girevole, lo vide avvicinarsi. Erion posizionò il quaderno sulla scrivania, affianco alla tastiera.
"Vedi? Leggi qua" indicò col dito su un foglio.
"Dice che il fatto che il gene sia distribuito lungo i cromosomi in maniera non uniforme sia legato alla quantità di guanina e citosina presenti nel DNA. Però, qualche riga prima afferma che effettivamente non c'è motivo per cui c'è questa differenza di densità".
La donna lo guardò con la coda dell'occhio, pensando a come poter sviare il problema.
"Forse dobbiamo ritornare a capire come codifica le proteine. Credo che effettivamente il problema si trovi alla base, se non riusciamo ad andare avanti è sicuramente per questo motivo", gli disse mentre lo guardava negli occhi con quella sua sicurezza che l'aveva portata in alto.
Erion sospirò non convinto al cento per cento, ma effettivamente non poteva far altro che accettare le parole della sua collega.
"No, non riusciamo ad andare avanti e probabilmente c'è un problema alla base come dici tu..." ammise pensieroso, mentre si allontanò dalla donna.
Quest'ultima fece un leggero sorriso e ritornò con gli occhi sullo schermo, fingendo di non riuscire a capire nulla di quel che si svolgeva davanti ai suoi occhi.
"Oggi devo lasciarti nuovamente le redini del Laboratorio" affermò nuovamente il dottore.
Lei innarcò un sopracciglio e si girò nuovamente verso la sua voce.
"Non credi di starti prendendo troppi permessi?" ammise scocciata.
Nonostante aver a che fare senza la supervisione del dottore era qualcosa che girava a suo favore, effettivamente gestire un laboratorio popolato da almeno una decina di persone era faticoso.
"Lo so, hai ragione. Però il Generale mi ha affidato un compito importante" disse Erion mentre riponeva il quaderno dentro il suo cassetto, chiuso col lucchetto successivamente.
La donna riprese a smanettare con il mouse, sperando di non apparire invasiva.
"Ovvero? Comunque vorrei entrare anche io nelle grazie del Generale come stai facendo te, mio caro Erion. Sei molto furbo", lo provocò con un piccolo ghigno in faccia.
L'uomo sbuffò divertito.
"Non ti credere. È sempre noioso, ho a che fare con la nipote dell'uomo più geniale dell'ultimo secolo. Abbiamo catturato un mutante dall'ultima battaglia, e credo che la nostra nuova arrivata possa esserci d'aiuto".
La donna drizzò le orecchie e sentendo l'odore di informazioni preziose si fece più attenta.
"In che modo può esserlo con un mutante appena catturato?" si finse scettica.
In realtà sia lei che l'organizzazione sapevano della sua reale natura. Dopotutto il padre di Uma era uno di loro.
"Non sono informazioni che posso darti, purtroppo. Però c'è da dire che il mutante sarà un futuro Selezionato. Cercheremo di sfruttarlo con gli interrogatori, altrimenti farà parte dei nostri soggetti studiati. C'è da dire, poi, che sembra un mutante forte, credo possa essere di un alto grado".
Se c'era una cosa che la donna adorava di Erion era proprio il suo straparlare e rendersi disponibile al dialogo con tutti, e soprattutto con i suoi colleghi. Non era la prima volta che proprio la fonte delle sue informazioni era l'uomo, e che puntalmente erano semlre informazioni che rispecchiavano la realtà.
Però, quando sentì parlare di un mutante di alto grado nelle loro mani quasi fece notare il suo disappunto.
Perché Ira non le aveva detto nulla?
Non sapeva se effettivamente doveva preoccuparsi, forse doveva indire un consiglio d'urgenza.
"Non ti preoccupare, posso comprendere. Comunque state attenti, i mutanti di alto grado hanno un motivo per cui lo sono", cercò di raccomandarlo.
Erion fece un piccolo sorriso.
"Comunque Uma dovrebbe arrivare a momenti" esordì subito dopo.
La vipera lo guardò con la coda dell'occhio, e si portò subito al bagno fingendo di doverci andare e facendo in tempo prima dell'arrivo della mutante.
La vide entrare nel suo laboratorio e discutere sull'orario con il dottore, il quale poi le chiese dell'allenamento con Liria.
Ascoltò la loro conversazione finché Erion, non vedendola ritornare, si avvicinò alla porta del bagno per avvisarla della sua assenza.
La donna lo fece andare, e poi uscì dal suo nascondiglio.
Non poteva farsi vedere da lei, l'organizzazione ancora non aveva deciso sul da farsi.
Di una cosa erano certi però, se l'uomo stesso era il nemico da abbattere, Uma Adiri sarebbe stata il loro asso nella manica.
Ehilà!
Non me l'aspettavo nemmeno io di aggiornare così presto onestamente, riesco a sorprendermi anche di me stessa certe volte.😅
Okay, detto ciò, ho deciso di variare i punti di vista dei personaggi (in questo caso ignoto) però in terza persona, credo renda meglio.
Fatemi come sempre sapere ciò che ne pensate, ne sarei molto contenta.
Un abbraccio,
Majko. <3
P.S. non ho revisionato 🫠
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