MoBei Jun
MoBei Jun
1 gennaio
Bue
❄️❄️❄️❄️
Alla mezzanotte e ventotto del trentuno dicembre duemilaquindici, con in sottofondo lo scoppiare dei fuochi di artificio, Aeroplano Innalzato Verso il Cielo (vero nome Shang Feng) aveva appena finito di scolpire nella creta digitale le diciannove parole che davano vita al suo ideale di uomo e a chi desiderava condividesse con lui il resto della bottiglia di spumante aperto e bevuto per augurio al nuovo anno e a una scrittura più proficua.
Scrisse fino all'una di notte poi andò a dormire, avrebbe cesellato col tempo la sua creatura più amata.
La consapevolezza di una verità da celare, la realtà violenta, le macchie di sangue rappreso sul foglio ancora di un rosso vivo mi ammantano con la loro cappa di fumo, una corda invisibile attorno al collo che mi fà venire voglia di piangere.
Ho perso e dimenticato le parole della storia del mio mondo, me ne appariranno nuove e saranno migliori.
Oh, mia austera statua di ghiaccio non sei così piacevole.
Eppure sono abituato alla mia dose quotidiana di colpi tre volte al giorno,
accantono il dolore e la paura con un sorriso remissivo e continuo la mia vita.
Maestosa, altera, algida, imponente, magnifica, arrogante alla tua vista il cuore mi si agita in una danza che scuote la mia terra di carne.
Alla mezzanotte del giorno della tua nascita bevvi da solo il vino augurale,
pregavo gli dei di berlo insieme a te.
Ora, bevo le mie stesse lacrime,
lontano dalla vastità del picco An Ding, lancio al cielo una lanterna in tuo onore.
Vorrei conoscere l'immenso celato alla mia comprensione del tuo essere.
MoBei Jun rileggeva spesso quella pergamena custodita in una zona dedicata della biblioteca regale: era una delle sue preferite.
Si avviò a passo veloce verso la propria camera da letto e lì trovò, steso al centro del letto, rannicchiato stringendo un lembo del suo mantello, il suo umano.
Il suo: patetico, debole, codardo, ottuso, rumoroso, tenace, leale, astuto, geniale, incredibile umano.
Si avvicinò sfiorandogli la guancia con un dito.
Shang Qinghua sbatté le palpebre e i suoi occhi nocciola lo guardavano come fosse unico ed eterno.
Come non avessero lanciato per lui, alla mezzanotte del giorno precedente, mille lanterne.
«Mi amerete ancora quando non sarò più giovane e bello?» gli chiese, il bagliore delle stelle si rifletteva sui loro corpi nudi.
«Questo dovrei dirlo io, QingHua.»
«Ah ah é vero, ma anche un immortale invecchia mio Re ed io, voglio ritrovarti nella mia terza vita.» lo abbracció forte.
1 Gennaio 2024
In un appartamento di Beijing, DaWang si svegliava in un letto piccolo con un immenso mal di schiena e il suo compagno Shang Feng abbracciato a lui.
Si mise a sedere nel letto e si guardó intorno: la bottiglia di spumante sul tavolo vuota. Due calici di plastica blu ritti. Una torta fragole e panna. Due piattini di plastica. Sei Cup Noodles ammucchiati al centro del tavolo perché voleva provasse con lui i nuovi gusti. La sua felpa blu, enorme sul corpo piccolo e tozzo di Shang Feng, appesa alla spalliera della sedia. I fogli su cui aveva abbozzato la sua nuova storia sulla sedia con sopra una penna.
Si alzò dal letto facendo attenzione a non svegliare il suo amante notando come si fosse fatto più magro (cercò di non pensare alle sue deduzioni oscene) e fece qualche passo verso la sedia, era curioso di sapere cosa avesse scritto la sera prima Feng, prese un foglio e sgranò gli occhi: quelle parole... le riconosceva.
Andò da Shang Feng ancora dormiente e si chinò per baciargli la guancia.
«Il tuo desiderio si é avverato, mio Qinghua.»
NOTE
Shang Feng è il vero nome di Aeroplano Innalzato Verso il Cielo ma in realtà, l' ho inventato io.
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