Happy Birthday
John Watson si svegliò di soprassalto sentendo dei rumori assordanti provenire dalla cucina e la signora Hudson sbraitare contro qualcuno. Quel qualcuno, ovviamente, si trattava del suo migliore amico nonché fidanzato Sherlock Holmes. Stanco di prima mattina decise di alzarsi e andare a fare da pacere tra i due litiganti, ma quando giunse in cucina si paralizzò.
-Ma che....
Vide Sherl impiccato che dondolava sopra il tavolo e la povera padrona di casa che cercava di tirarlo giù.
Sbuffò dato che non era affatto la prima volta che lo vedeva conciato in quel modo, così decise di stuzzicarlo per farlo scendere.
-Oh, guardi signora Hudson un bulbo oculare nel bicchiere! Sarebbe un peccato buttarlo non crede?
La donna anziana ghignò malefica capendo il gioco di John e gli diede man forte cercando tra i cassetti del piano cucina, tirando fuori un paio di manette.
-E queste manette? Le avete usate troppe volte, è ora di riprenderle!
Se le infilò nella tasca del grembiule ma Sherlock rimaneva immobile a penzolare come un pesce appena pescato.
John lanciò uno sguardo languido alla poltrona del detective sapendo che nessuno era autorizzato a sedercisi sopra, così fece risuonare apposta i passi verso di essa.
-Ma che bella poltrona, signora Hudson mi prepara una tazza di tè da sorseggiare su questa splendida poltroncina?
Ella annuì e andò a prepararlo mentre John lentamente si sedeva, attento a far sentire perfino il rumore del tessuto che si piegava sotto il suo peso. Attese il tè e quando arrivò iniziò a far tintinnare la tazza come se ci fosse un terremoto.
-Oh signora Hudson ha messo troppo tè, sta per rovesciar...oooops!
Fece finta di sporcare la poltrona e appena alzò lo sguardo vide Sherlock con le braccia conserte che lo fissava con quegli occhi stupendi e chiarissimi. L'unica cosa era che ancora stava appeso a quella corda senza strozzarsi.
-Non sei bravo a provocarmi John.
Disse con superiorità che perse del tutto vedendo come il suo fidato compagno leccarsi il labbro superiore con lussuria.
-Tu credi?
Non ricevette alcuna risposta, soltanto lo sguardo penetrante del detective sulle sue labbra.
-Alzati dalla mia poltrona.
Continuò dopo un attimo di silenzio.
John fece finta di pensarci bene prima di rispondere.
-È così comodo mio caro, le cose si condividono!
Anche se Sherlock non lo diede a vedere avrebbe dovuto avere un espressione di pura stizza, ma alla fine cedette allo sguardo sensuale del suo Watson e si slacciò l'imbrago usato per non soffocarsi, cadendo in piedi sul tavolo. Certo aveva appena spaccato un bicchiere e la signora Hudson stava per picchiarlo con una ciabatta, ma egli riuscì a sfuggirle.
Si fiondò su John che protese le labbra in avanti aspettandosi un bacio, invece venne quasi lanciato sulla sua poltrona mentre Sherlock con il broncio se ne stava appollaiato sulla propria.
-John, caro, puoi abbassarti un secondo?
Il dottore sorrise.
-Certamente.
Abbassandosi vide con la coda dell'occhio una ciabatta volare dalla cucina e colpire dritto in faccia il detective che cadde all'indietro portandosi con sé l'amata poltrona. John e la padrona di casa scoppiarono a ridere dandosi un sono cinque.
-Il vostro continuo bullizzarmi non ha nessun senso logico, lo sapete?
Disse Holmes alzandosi e rimettendo a posto la poltrona, scoccando sguardi di ghiaccio ai due.
-Finché si tratta di colpire quella faccia da lontra, certo che ha senso!
Ribatté John Watson indicando il suo volto duro e asciutto.
-Ancora con questa storia? Non sono una lontra!
-Tu continui a darmi del riccio!
Sherlock fece finta di essersi offeso.
-Mi stai accusando senza prove Watson come osi!
John indurì lo sguardo e ghignò prendendo il telefonino, scuotendolo sotto il naso del detective.
-Ho gli screenshot, lontra.
Sherlock sbuffò e mormorò un piccolo insulto, portando le lunghe gambe al petto.
-Ah, giusto, oggi è il 6 gennaio.
Ricordò la signora Hudson mentre spolverava il tavolo da cucina controvoglia.
-Il tuo compleanno Sherl.
Il festeggiato non diede segni di aver capito o che gli importasse, continuando a fare l'offeso testardo com'era.
John sbuffò e andò in camera a vestirsi indossando uno dei maglioni che stranamente il suo compagno gli aveva regalato. Prima di uscire a prendergli un regalo, dato che non aveva la più pallida idea di cosa fargli, scoccò un bacio sulla fronte alla signora Hudson e tentò di baciare Sherlock ma egli si voltò dall'altra parte.
-Tsk, lontra.
Sussurrò incamminandosi fuori nella fredda Londra d'inizio anno.
Girò per ogni negozio, ma ogni volta che puntava gli occhi su qualcosa di carino già sentiva la voce petulante di Sherl che iniziava ad elencare l'inutilità del regalo finendo per rovinare il suo stesso compleanno. Andò a chiedere consiglio anche a Molly, ma nemmeno lei gli diede una risposta esatta. Non osò nemmeno chiamare Mycroft sapendo già come avrebbe risposto, facendolo innervosire ulteriormente. Stufo di girare senza concludere niente chiamò un taxi e se ne tornò tutto imbronciato a Baker Street. Trovò senza stupirsi Sherlock ancora nella stessa posizione, così optò per stuzzicare il suo punto debole.
Iniziò a fargli il solletico e, quando ne ebbe l'occasione, saltò sul suo grembo iniziando a baciarlo con passione travolgente. Si tolse il maglione scoprendo l'addome da soldato.
-Vuoi scartare il tuo regalo o no, lontra?
Il tono basso e seducente sciolse un cuore freddo come quello del detective.
-Non vedo l'ora, riccio
*e questo era il mio augurio di buon compleanno all'uomo più coraggioso e saggio che abbia mai conosciuto. Commentate e votate altrimenti vi crucio...*
Qua da Shinimal è tutto
Alla prossima storia.
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