Trust

-"Quindi?"- Aaron è impaziente.
In tutta risposta lo bacio.
Non un bacio morbido,dolce e romantico.
No.
Un bacio travolgente.
Accarezzo la sua lingua, mordo il suo labbro inferiore per poi baciarlo.
-"Certo"- rispondo.



Ci prepariamo per andare a pranzare assieme sia ai compagni sia ai soldati.
-" Copriti che fuori fa un freddo cane"-
-" Anche tuu! Dove pensi di andare vestito così? Con una camicia bianca poi"-
-"Sai chi mi ricordi?"-
-"Sentiamo"- incrocio le braccia.
-"Il personaggio di Biancaneve. Quello piccoloo con un cappello marrone in testa , il vestito rosso e il nasone grande. Come si chiama? Ah sì Brontolo"-
Prendo un cuscino e lo colpisco in pieno.
Mi allontano .
-" Brontolo io, ma guarda tu.
   Brontolo oddio lo uccido, lo stritolo e poi bevo il suo sangue. No ok cosi è troppo."-
Aaron mi fissa alzando un sopracciglio e sorridendo.
-"Cosa?"- lo saetto con lo sguardo.
Alza la mani in segno di arresa.
Mi avvio verso l'armadio.
Ohh.
-"Aaronnn...."- inizio a piagnucolare
-"C'è un piccolissimooo problemino.."-
-" Che c'è ora bront... Piccolo?"- si mette a ridere.
-" Non penso che mi accetterebbero al ristorante vestito con il pigiama!"-
-"Potresti provare"-
-"Cos'è tutto questo sarcasmo stamattina?"-
Fa una piccola smorfia, poi si avvicina alla cabina armadio e prende una camicia nera della Twenty-one.
-"Dovrebbe andare bene questa"-
-"Poi vediamo..."-
Pensa un attimo.
Mi dà dei jeans leggermente attillati è una giacca rossa della Fay.
-"Così dovrebbe andare"-
Si convince.
Lui è già pronto quando esco dal bagno.
Cazzo è uno spettacolo.
-"Oddio..."- sgrana gli occhi.
-"Sei troppo.... Oddio.... Troppo ... Wow"- -"Vieni cerchiamo qualcos'altro"-
-"Aaron"-
-"Okkk"- dice alzando gli occhi al cielo.
Uno strano pensiero avvolge i pensieri.
-"Che c'è?"-
Sussurra baciandomi il collo e prendendo una porzione di pelle tra i denti e le labbra.
Sposto la testa di lato per permettergli maggior accesso.
Non riesco ancora a comprendere come fa a capire sempre il mio stato d'animo.
-"Rosy?"-
-"Ci incontreremo domani. Le ho già accennato qualcosa"-
-"Come mai in questi giorni non vi siete sentiti?"-
-"Era in viaggio per lavoro"-
-"Oh"-
-"Posso chiederti una cosa?"-
-"Dimmi"-
-"Potremmo mantenere segreta la nostra relazione? Solo per qualche tempo?."-
Annuisco.
Farei di tutto per lui.
Tutto almeno che io possa rimanere al suo fianco.
Intrecciamo le nostre mani e raggiungiamo la macchina.

-"Posso mettere la musica?"-
Mi porge il telefono e lo  collego al bluetooth della macchina.

Io davvero non so cosa sia successo. Non riesco a spiegarmelo nemmeno adesso. Sono passato dall' essere perso ad averti perso.




Arriviamo al " Lemon Black".
Il ristorante è molto carino anche se non immediatamente reperibile essendo un po' nascosto in fondo ad una periferia.
L'interno è stile classico.
Ci sono dei lampadari arrotolati su se stessi ricoperti da diamantini. I tavoli sono di un materiale scuro. Ed il profumo è mozzafiato.
-"Ciao"- salutiamo.
-"Ehy. Siete arrivati. Siete venuti insieme?"-
-"Ci siamo incontrati alla fontana."- risponde Aaron risparmiandomi l'imbarazzo.
Ci sediamo uno di fronte all'altro. Guardiamo il menù senza dire una parola. Ci guardiamo e sorridiamo.
Ciak affianco a me ci guarda con aria perplessa.
-"Che succede tra voi? Eh"- mi istiga.
-"N-niente"-
-"Già. Niente"- sorride. Alzando un sopracciglio.
So già che ha capito qualcosa. Infondo siamo amici. Lui capisce me io capisco lui.
Noto che sono tutti presenti tranne Alex. Menomale.

Dopo dieci minuti arriva il cameriere.
-"Cosa desiderate?"- mi guarda leggermente troppo.
Ognuno ordina.
Arriva il mio turno e scelgo di prendere gli spaghetti di soia ai frutti di mare e come secondo pollo con mandorle e anacardi.
-"Ottima scelta "- sorride.
Aaron lo fulmina.
-"Io invece desiderei dei ravioli alla piastra con ripieno di carne e come secondo gamberi con salsa rosa al curry e patatine fritte. Com'è la mia scelta invece?"- lo sfida con lo sguardo. Mi trattengo dal non ridergli in faccia.
-"Abbastanza buona. Signore"-
Se ne va. Io scoppio a ridere.
-"Abbastanza buona, mah,idiota "- lo sento farfugliare tra se.

Passano i minuti. Ciak ci racconta di come il suo cagnolino quando aveva pochi mesi si è rotto la zampetta saltando da un muretto. Scoppiamo a ridere mentre lui mette su un broncio.

Torna il cameriere che versa del vino nei nostri calici per farcelo provare aspettando un nostro feedback competente.
Non ci capisco niente di vini. Quindi rivolgo il mio sguardo ad Aaron.
-"Abbastanza buono"- risponde marcando sulla prima parola.
Quasi mi strozzo col vino.
Sorride malizioso ed io lo saetto.

I nostri piatti arrivano. Sono così invitanti .
Dopo un solo assaggio chiudo gli occhi assaporando quei favolosi spaghetti, mi lecco le labbra, prendendo un'altra forchettata. Soffoco l'inevitabile piacere. Ci riempiamo fino a scoppiare.
Aaron ha quasi divorato mezzo ristorante.
Ha la bocca completamente occupata dai gamberetti.
Rido.
-"Sei adorabile"- mimo con la bocca.
Quasi si strozza.
Rubo una patatina dal suo piatto.
Me la gusto.
Arriva poi finalmente la parte migliore.
Il dolce
I miei occhi risplendono.
Ho ordinato un dolcetto di mele.
-"Oh Dio"- sussuro.
È friabile e soffice, con un ripieno così caldo
-"È buono?"- chiede Ciak.
-"Strepitoso"-  rispondo.

-"Vi ricordo che tra quattro giorni rinizieranno gli allenamenti"-
Aaron spezza l'atmosfera.
-"Sii capitano"- lo guardo negli occhi e li ruoto.
Sferra un calcio sotto al tavolo.
-"Ah.."- chiudo la bocca con le mani.
-"Ti uccido"- sibilo facendo segno di tagliarli la testa.

Dopo questa indigestione, paghiamo e ci separiamo. Alcuni tornano a casa dai loro parenti, alcuni dai loro amici, altri ancora in Accademia.
-"Cosa vorresti fare?"- chiedo.
-"Ti porto a vedere il mare"-











Accostiamo la macchina sulla spiaggia. Usciamo e restiamo li, con le mani intrecciate.
Lui mi ha travolto come un'onda improvvisa. Mi abbraccia , mi bacia e mi sorride. La mia testa è incastrata alla perfezione sulla sua spalla.
Osservo il mare.
Questo mare incanta. Commuove e spaventa.
Guardo le orme lasciate sulla sabbia. Restano lì.
Ma so per certo che domani non ce ne sarà nemmeno una.
Il mare cancella e nasconde.
Le stelle iniziano a brillare.
L'odore della sabbia nell'aria è strillante. Tutto è deserto.
Guardo Aaron.
Guardo il cielo.
-"A cosa pensi?"-
-"Ai miei. Spero che stiano bene così come io ora."-
-"Sicuramente"-
-"Posso farti una domanda?"-
-"Certo"- rispondo.
-"Vuoi bene a tuo padre?"-
-"Non lo so"- rispondo sincero.
-"È pur sempre mio padre ,ma quello che mi ha fatto passare..."-
Nascondo la testa sotto le braccia di Aaron.
-"Ora ci sono io con te. Passerà tutto"-
Faccio scivolare la testa all'indietro incontrando le sue labbra.

















Torniamo a casa.
Aaron dopo una doccia si distende sul letto.
L'odore dello shampoo alle pesca invade le mie narici. Come può essere così buono addosso a lui? A me non è mai piaciuta la pesca.
Mi scalda.
Restiamo svegli a parlare.
Quando.
Accarezza il mio petto facendo arrivare la mano fino all'elastico dei boxer. Qualcosa la sotto si sta agitando.
Mugugno.
Sorride.
I suoi occhi ardono dalla passione, dall'eccitazione. I suoi occhi domandano il mio consenso.
Annuisco.
Inizia a baciarmi.
Lascia qualche segno di un colore cianotico.
Le mutande vengono abbassate sulle cosce per poi essere scaraventate dall'altra parte della stanza.
Ho una leggera paura.
Come si ricordassi lo stupro dell'altra volta. Inizio a irrigidirmi.
La sua mano si insinua tra le mie gambe.
Sento un suo dito fare pressione fino a quando non sorpassa il cerchietto dei muscoli. Inizia a muoverlo, cercando di farmi abituare all'intrusione. Lo ritrae per poi uscire e entrare di nuovo. Dopo qualche minuto inserisce due dita.
-"Rilassati"-
Sorpassa l'apertura facendomi inarcare la schiena. Quelle sue labbra così rosse gliele strapperei a morsi.
Ho delle strane allucinazioni. Ma non ci faccio caso.
-" Va tutto bene?"-
Annuisco.
Con una mano afferra il mio sesso, leccandone la punta e inizia a massaggiarlo.
-"Oh dioo.."- socchiudo gli occhi, non riuscendo a trattenere un sussulto.
Abbandona il mio membro.
Bacia il mio collo mentre gli sfilo le mutande.
Non riesco neanche stavolta ad impedire ad un mugolio di uscire quando versa sulla mia apertura del lubrificante.
-"È-e freddo"-
Lo spalma delicatamente.
Bacia la mia erezione.
Mi sta portando all'esasperazione.
-"Ti prego"- dico con tono supplichevole.
Afferra i fianchi, si infila il preservativo per poi spingersi dentro di me. Porto le mani sulla sua schiena cercando così di spingerlo più vicino. Lo graffio. Non ne posso più. Lo desidero così tanto.
Sfiora il mio punto sensibile.
Gemo.
-"Trovato"- abbiamo entrambi il fiatone.
Le spinte si fanno più veloci e intense. Non resisto più.
-"Aaron.. stoo.. perr venir"-
-"Non ancora."-
Inizia a masturbarmi. Il liquido bagna il mio petto. Lui viene dentro di me. Si avvicina leccando tutto il liquido seminale.
Si affianca a me a opera conclusa. Mi bacia le labbra.
Sento il mio sapore.
-"Sei così buono"- sussurra più vicino al mio orecchio,mordendo il lobo.
-"Ti amo"-
-"Anche io piccolo"-

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