Overcome your fears

Pov Branden

-"Ce la farai"-
-"Non ci riesco"-
-"Fidati di me"-
-"No, non mi fido"- piagnucolai.
-"E se mi viene un attacco di panico?"-
-"Ti bacerò così passerà"-
-"E se svengo?"-
-"Ti prendo in braccio e ti porto all'ospedale"-
-"E se muoio?"-
-"Ti-.. cosa ? Ma sei scemo?!"-
Risi.
-"Ho paura"-
-"Non averne. Non quando sono qui con te"-

Era da mezz'ora che cercava di convincermi. Voleva tentare a poco a poco di farmi superare la fobia  che incatenava il mio corpo.
Eravamo al centro della città.
Molte persone passeggiavano.
Iniziai a sudare freddo. Tremai.
Aaron intrecciò la sua mano alla mia carezzando con il pollice il dorso della mia mano.

-"Pronto?"-
-"Pronto"-

Così iniziammo a camminare. Ricevetti non poche spallate mal capitate. Le persone erano troppo vicine.
Iniziai ad agitarmi quando non sentii più la stretta della mano di Aaron.
-"A-aron?"-
-"Sono qui!"-
Era a circa venti metri di distanza.
-"Vieni piccolo ti aspetto"-
Tese le braccia in avanti.
La gente non si era accorta di nulla. Andavano avanti e indietro, a destra e sinistra.
Cominciai a camminare facendo passi piccoli, piccoli per non inciampare sui miei stessi piedi.
Stava per succedere di nuovo. Lo sentivo. Sentivo il corpo cedere. Passai una mano fra i miei capelli. Mi fermai sentendo il cuore esplodere.
-"Ci sei quasi amore"- sentii la sua voce.
Tentai di muovermi. Lo vedevo così vicino seppur così lontano.
Eccolo. Lo stavo per raggiungere. Corsi. Gli saltai addosso.
Ripresi fiato come se lo avessi trattenuto per tutto il tempo.
-"Bravo piccolo . Sono fiero di te"- 

Quando i miei piedi toccarono nuovamente terra mi prese per mano e mi trascinò in un vicolo.

-"Ma che fai?"- sussurrai quando cominciò ad accarezzarmi sotto la maglietta.
-"Ti voglio"-
-"N-non qu-"-
Mi zittì con un bacio mozzafiato.
Lo scansai leggermente sentendo il suo telefono vibrare.
-"Telefono.."- sussurai tra le sue labbra.
Lo prese continuando a mordere una parte di pelle del mio collo.
-"Pronto?"-
-"Aaron.."-
-"Chandler che hai?"- si fermò.
Lo guardai preoccupato.
-"Io e Ciak partiamo per i Caraibi.."-
-"Wow?! Caraibi!?"-
-"Già suo padre sta morendo"-
-"Oh cazzo."-
-"Ma a lui non frega niente. Suo padre l'ha cacciato da casa quando ha scoperto che era gay."-
-"O mio dio."-
-"Ti richiamo quando arriviamo"-
-"Va bene. Ci sentiamo. Ti voglio bene. Stai attento"-
-"Ti voglio tanto bene anche io. Ciao"-

Chiuse la chiamata.

-"Chi era?"-
-"Chandler"-
-"È successo qualcosa?"-
-"Il padre di Ciak sta morendo"-
Sbiancai.
Non ne sapevo niente, sapevo solo della notte di capodanno ma questo...
-"Non preoccuparti. Mi chiamerà"-
Mi avvolse in un abbraccio.

Pov Ciak

La villa era immensa. Era uguale a come me la ricordavo. Il viale fiorito. Il terreno cementato. L'erba finta .
Sospirai.
-"Andrà tutto bene"-
-"Grazie"- sussurai
-"Per cosa?"-
-"Sei perfetto. Hai cercato di convincermi. Non sei stato egoista. Non lo sei mai. Pensi sempre prima agli altri che a te stesso. Potevi semplicemente lasciare le cose così invece hai fatto di tutto affinché io non me ne pentissi per il resto della vita"-
-"Amore, vieni qui"-
Posò le labbra sulle mie, poi sul naso, infine sulla guancia.
-"Andiamo."-

Scendemmo dalla macchina.
Una volta davanti al protone, mi fermai prima di suonare.
Tremavo. Chandler intrecciò le mani e mi sorrise.

Din don.

Din don.

Din don.

Una donna con lunghi capelli color caramello e due occhi color grano aprì la porta. Rimase a bocca aperta.
-"Ciak.."- sussurrò mia madre con le lacrime agli occhi.
-"Dov'è lui?"-
-"In camera da letto"-
-"Posso entrare o devo restare qui fuori?"- chiesi stizzito.
-"O-o no certo"- si fece da parte e passai.
-"Lui è Chandler il mio ragazzo"- sottolineai l'ultima parola.
-"Piacere"-
-"Piacere signora sono Chandler, Chandler Marrow"-
-"Chiamami Jenni tesoro"-
-"Come stai?"- mi chiese mia madre
-"Bene"- risposi secco.
-"Se vuoi andare tuo padre ti aspetta"-
-"Vieni con me?"- chiesi a Chandler.
-"Preferirei non venire. Parla con lui. Non vorrei ferirlo"-
Come diavolo potevo non amare quel ragazzo?
-"Va bene, aspetta qui"-
Prima che potessi salire mi prese per il polso poggiando la fronte sulla mia.
-"Andrà tutto bene"-
-"Spero"-
-"Ti amo"-
-"Anche io"-
Sorrisi lasciandogli un  piccolo bacio all'angolo della bocca e salii.

La casa era rimasta uguale.
Aprii la porta e lo vidi disteso sul letto.
Una flebo al braccio, mentre il segnalatore dei battiti sul comodino.
Aveva i capelli più chiari, i suoi occhi erano chiusi, le rughe leggermente incise.
Sfarfallò le ciglia, aprendo gli occhi.
-"Ciak.."- sussurrò.
-"Ciao"-
-"Come stai?"-
-"Bene"-
-"Volevo scusarmi"-
-"Per poter lasciare questo mondo con la coscienza pulita?"-
-"No a me.."-
-"Non farmi ridere. Non ci hai pensato due volte a cacciarmi di casa come un bidone dell'immondizia"-
-"Ho commesso un errore. Volevo dirti che mi spiace così tanto. Avrei dovuto rispettare le tue scelte. Perché all'amore non si comanda. Avrei dovuto starti accanto e lo capisco solo ora che sto per morire. Avrei dovuto passare più tempo con te invece che pensare esclusivamente al lavoro. Avrei voluto tanto insegnarti ad andare in bicicletta, giocare a calcio, spronarti. Avrei dovuto essere un eroe per te. Invece sono stato un mostro."-

Sentii gli occhi pizzicare.
-"Mi hai fatto male."-
-"Lo so, piccolo"-
-"Non chiamarmi così. Ti prego"- sentii un nodo alla gola.
Avrei voluto piangere. Ma le lacrime non scendevano. Per ora.
-"Sei fidanzato?"-
-"Si, si chiama Chandler"-
-"Bel nome"-
-"Già"-
-"Cosa fai nella vita?"-
-"Sto facendo il servizio militare. Tra qualche mese finirà e andrò a vivere con lui"-
-"Sei cresciuto così tanto"-

Mi prese la mano.

-"Sii felice. Viaggia . Ama. Non diventare come me."-
Scoppiai a piangere. Non risucivo più a trattenerle.
-"Papà"-
-"Piccolo"-
-"Perché l'hai fatto? Cosa avevo fatto di male? Non mi amavi? Avresti voluto non farmi nascere?"- singhiozzai.
-"No no. Sei la mia vita. Dopo averti cacciato sono stato malissimo. Ho vissuto un momento di depressione. Mi mancavi. Ho sbagliato"-

Lo abbracciai. In quel momento volevo sentire l'affetto che mi è sempre mancato. Stavo così bene fra le sue braccia.

-"Vivi la vita al meglio. Non arrenderti mai. Lotta per ciò che desideri. Ti vorrò bene per sempre"-
-"Mi sei mancato"- sussurrai.
Chiuse gli occhi e dissi.
-"Ti perdono papà"-

Scesi le scale con le lacrime agli occhi.
Vidi Chandler parlare con mamma.
Incrociai le sue gemme carbone. Si avvicinò e mi abbracciò.
-"Amore sono qui. Sono qui"-
Singhiozzai
-"Non voglio che muoia."-
Afferrò il mio viso.
Mi baciò dolcemente.
-"Andiamo"-
-"Vado a salutare mamma"-
-"Certo"-

Entrai in cucina e la vidi tagliare le carote. Era scossa dai singhiozzi.
-"Mamma vado"-
La abbarccai da dietro.
Perché sono così? Dopo il male che mi hanno inferto, sono ancora qui per loro.
Si girò e mi abbracciò.
-"Perché piangi?"-
-"Non sto piangendo. Sono le carote che mi fanno questo effetto."-

-"Carote? Davvero mamma le carote?"- iniziai a ridere
-"Non erano le cipolle che facevamo lacrimare?"-
-"Oh, zitto moccioso e fatti abbarcciare"-
Dopo qualche minuto la lasciai baciandole una guancia promettendole che sarei andato a farle visita.
-"Sono orgoglioso di te"- sussurrò Chandler.
-"Ti amo"-
-"Anche io"-



Arrivati in Accademia, Aaron e Branden ci aspettarono all'entrata .
-"Ciak mi spiace"-
-"Va tutto bene"- rassicurai Branden.





Pov Branden

Era appena iniziata la primavera . Dopo la pioggia, il sole era finalmente libero dalle nuvole.
Eravamo tutti distesi sul prato a guardare il cielo ormai sereno.
Avevamo deciso di pranzare all'aperto facendo un picnic.
Chandler e Ciak stavano rincorrendo le farfalle ed io ero accoccolato sul petto di Aaron.
-"È bellissimo"-
-"Confermo"- rispose Ciak avvicinandosi.
-"Mangiamo?"-
-"Chandler sei un ingordo!"-
-"Ma ho fame!"-
Prendemmo i sandwich al formaggio che aveva preparato Aaron.
Oggi era silenzioso. Troppo.
-"Che succede?"- gli domandai.
-"Eh..?"-
-"Cosa hai?"-
-"Niente"-
-"Non è vero. Sei strano"-
-"Aaron dobbiamo dirglielo"- intervenne Chandler.
-"Cosa dovete dirci?"- chiese Ciak preoccupato.
-"Partiremo per una missione e staremo via per sei mesi"-

Il cuore mi balzò in gola. Sentii la terra mancare sotto i piedi.
-"N-no per favore"- sussurai.
-"Amore. Dobbiamo"-
-"No! Ti prego. Non voglio"- singhiozzai.
-"Non succederà nulla."-
-"È pericoloso?"- domandò Ciak sotto shock.
Si guardarono ed annuirono.
-"Oddio, oddio non voglio perderti"-
-"Non mi perderai"-
-"Come fate ad esserne certi?"- urlò Ciak.
-"Non vi laceremo"-
Aaron mi abbracciò e Chandler, Ciak.
-"Tornerete?"-
-"Ovvio"-
-"Promesso?"- singhiozzai sul suo petto.
Unimmo i nostri mignoli al centro.
-"Promesso"-

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