Hi.


Attenzione: Per motivi personali il tempo della storia cambierà, non sarà più al presente.







Pov Ciak

Presi una camicetta dall'armadio, che prima era stata stropicciata dentro il
borsone.
L'annusai.
C'era ancora il profumo che avevo spruzzato qualche giorno prima.

La indossai e uscii a prendere una boccata d'aria.

La tensione era alle stelle.

Il freddo più che fuori ce l'ho dentro.
Ho la notte negli occhi.
Talvolta penso sia normale, ma non mi riesco ad abituare.

Le strade sono gelate, gli alberi sono ricoperti da una coltre di neve pallida.

Odio la neve.
Il bianco mi fa paura.
Il bianco è talmente fragile che si sporca con un respiro.
Poi diventa nero.
E rimane nero.
Il bianco non dimentica nulla.

Le assomiglio.
Fragile e forte.

Estraggo un pacchetto di sigarette dalla tasca dei jeans.
Avvicino l'accendino all'estremità di essa e l'accendo.
Con lei in mano, la mente era persa tra i pensieri.

Sapete? Da una scala da 1 a 10 quanto vi dareste?
Pensateci.
Io mi sono sempre dato 0.
Non credo in me stesso.
Sarà a causa del mio passato, sarà per i miei genitori , sarà per il mio orientamento sessuale. Chissà.

Mi strinsi nella felpa.

Vedi un bimbo correre per strada per poi scivolare.
Mi avvicinai .
-"Stai bene? Ti sei fatto male?"-
Con un sorrisone a trentadue denti scosse la testa, puntando gli occhi sulla merendina al cioccolato che avevo in tasca.
I suoi occhi brillavano, erano così innocenti. Si leccò le labbra.
-"La vorresti?"-
-"Posso veramente?"-
-"Mah certo"- esclamai.
Mi abbassai alla sua altezza buttando a terra la sigaretta ormai terminata e spegnendola con il piede.
-"Tieni"-
L'afferró mangiandola in un solo boccone.

-"Dove stai andando?"-
Con la bocca piena di cioccolato cercò di dire.
-"Nufi... No mammma. Miaop csa mfma cgp"-
-"Cosa?"- strizzai gli occhi
Si pulí la bocca mandando giù il boccone.
-"Mamma mi aspetta a casa. Ora vado. Grazie mille, signore"-
Signore? Pensai tra me.
-"Sta attento, mi chiamo Ciak sono troppo giovane per essere chaimato signore"-
Rise salutandomi con la mano.




-"Hai una cicca?"- chiese qualcuno alle mie spalle non appena tornai a drizzare la schiena.
-"Si"-
Gliela porsi e iniziò a fumare.
Mi pare si chiami Chandler.

Lo lasciai li, mentre io rientravo dentro. L'aria si stava facendo soffocante.

Percorsi i corridoi e vidi Branden e il capitano scambiarsi effusioni.
L'avevo capito che c'era una certa intesa tra loro.

Sorrisi come un ebete e sciogliemdomi quando Aaron baciò la guancia di Branden prendendo tra le mani quelle più piccole del mio amico scaldandogliele .

Tornai in camera e mi distesi nel letto, osservando il soffitto per qualche minuto prima di cadere tra le braccia di Morfeo.

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