Aaron's diary
Afferro l'agenda inumidita dalle birre e la apro...
"Diario dedicato a me stesso.
Maggio 2012
Sono Aaron. Ho 17 anni e vivo a Boston. Il colore dei miei capelli è molto scuro, quasi nero corvino. Un ciuffo sulla fronte si fa spazio tra i miei occhi coprendomi il viso. Gli occhi rispecchiano la natura che mi circonda; sono molto lucenti contornati da una striscia arancione - metallica che fanno da sfondo ad un azzurro impetuoso che solca la pupilla interna. Ho uno sguardo molto deciso, penetrante causato dalle bugie e dalla nostalgia che ogni giorno mi facevano e mi fanno provare uno strano dolore. Sono alto e per quella poca palestra che faccio sono abbastanza muscoloso. :) Il mio corpo è una pietra sul quale la gente ormai scolpisce la propria esistenza. Ho impresso sulla pelle la mia arte con del semplice inchiostro nero. L'inchiostro di un tatuaggio che rimarrà per sempre su di me. Dei segni per non dimenticare. Ho inciso su di essa una strada che ha un inizio ed avrà una fine perché come tutti sappiamo il cerchio della vita è impossibile da mantenere aperto.
Volevo dirti inoltre che sorrido poco per il semplice fatto che la voglia di nascondere me stesso dal giudizio degli altri è più forte di un uragano che si fa spazio tra le città distruggendo ciò che incontra. Ho imparato che le persone non so diamanti raffinati e polverina di fata. Sono come le lame, affilate. Possono ucciderti e distruggerti in un millesimo di secondo, ma possono anche salvarti. Io sono una lama cresciuta però in una conchiglia. Ascoltavo il mare senza mai oltrpassarlo. Sono una perla che si è trasformata in un'arma."
La sua calligrafia, il motivo decorativo che ha scelto. Ciò che ha scritto è un autoritratto. Sento il suo profumo tra le pagine di questo diario. Voglio conoscere ogni parte di lui.
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