5. Lezioni
«Per prima cosa» esordisce Rodari appena finito l'appello, sedendosi sull'angolo della cattedra come immagino sia sua consuetudine «Vorrei che prendeste carta e penna e vi segnaste questo elenco che sto per farvi, per favore. Se vado troppo veloce o troppo lento ditemelo, parlare è diverso da scrivere e potrei non sapermi regolare secondo i vostri tempi.»
«Non capisco se questo qui è molto disponibile o un emerito imbecille» sussurra Ester mente rovista nell'astuccio «Non si ricorda i nomi, dice parolacce, non sa regolarsi... Insomma, non ha un minimo di esperienza?»
«Qualcosa da ridire, Ester?»
«Guarda come se l'è ricordato bene il tuo nome, sfiduciata» commento con un sorriso divertito.
«Niente, prof.» Minimizza «Comunque l'ho scritto sul segnaposto» mi ricorda.
«Bene, vedo che ci siete. Posso cominciare, per favore?»
Prende il nostro mutismo per un tacito assenso e sorride.
«Allora, in alto scrivete "I diritti imperscrittibili del lettore".»
«Imperche?» si levano alcune voci: lui ridacchia.
«Imperscrittibili» scandisce con voce chiara «Serve compitarlo?»
«Compicosa?» si informa Elia: Rodari alza gli occhi al cielo.
«Dirlo lettera per lettera! Dai ragazzi, avete davvero un vocabolario così scarso? Va be', se ne parlerà dopo: avete scritto tutti?»
Annuiamo all'unisono.
«Numero uno: il diritto di non leggere. Numero due: il diritto di saltare le pagine.»
«Sono i diritti di Pennac!» constata Erika a voce un po' troppo alta.
«Esatto, sono felice che qualcuno li conosca già: potresti proseguire per me, per favore?» la esorta lui con aria affabile.
«Non...» Erika esita «Non sono sicura di ricordarli tutti.»
«Dì quelli che sai.»
«Bene... Il diritto di non finire un libro. Il diritto di leggere ad alta voce. Il diritto di leggere di tutto. Il diritto di non ricordare tutti i diritti a memoria» conclude con una risatina stiracchiata.
«L'ultimo è un diritto della vostra amica, non segnatelo» scherza Rodari «Segnate invece quello di rileggere, di leggere dappertutto, di spizzicare e il diritto al bovarismo» elenca senza fretta.
«Che è il bovarismo?» si informa Clarissa a mezza voce: immagino che sia una domanda comune, dato che sono in parecchi ad avere facce perplesse.
«Qualcuno sa cosa sia il bovarismo?» ci imbecca Rodari.
"Combinazione."
«Sofia? Erika? Nicola? Francesca?»
Mutismo totale.
«Nicola, è inutile che lo cerchi su Google, tanto non ti varrà un bel voto» lo rimprovera con pacatezza «Comunque, è una corrente di pensiero della seconda metà dell'Ottocento che indica gli artisti che, per sfuggire alla monotonia del tran tran quotidiano, usavano la lettura per fantasticare e isolarsi dalla realtà che non apprezzavano.»
«Un po' come quando ti ubriachi?» scherza Elia con una risata forzata.
«Perché ridi? È un paragone inesatto, ma ha senso» gli fa presente Rodari «È più corretto dire come quando ti fai di allucinogeni, in quanto appunto ti crei una specie di realtà fittizia a cui dai un'importanza maggiore che a quella effettiva. O guardi un film che ti prende, anche solo... Non so, la saga di "Fast And Furious" e il giorno dopo, prendendo una curva un po' più veloce del solito, ti senti Vin Diesel.»
Fa una pausa, forse aspettando una reazione da parte nostra che però non arriva: sembra comunque soddisfatto.
«Comunque sia, secondo voi perché vi ho fatto scrivere questi comandamenti? Fate qualsiasi tipo di constatazione, non preoccupatevi.»
«Perché sono belli?»
«Sì, può essere. E poi?»
«Perché sono interessanti?»
«Anche.»
«Perché Pennac è importante?»
«Non è esatto, ma può avere senso, sì.»
«Perché vuole farci leggere?» si informa Adele. Lui le punta un dito contro.
«Centro. Ora, in tutta onestà, quanti di voi leggono più di un libro al mese?»
Alzano la mano in tre.
«Be', dai, temevo peggio.» Sembra soddisfatto. «Trovo che la scuola non educhi abbastanza alla lettura attiva, preferendo inculcare nozioni come se foste dei contenitori da riempire e così via. Sarò un idealista, ma credo che, pur rispettando il programma ministeriale e tutte quelle cose lì, sia importante leggere molto: perciò, ora vi darò una lista di libri, sia classici che moderni che poco conosciuti, e voi dovrete consegnarmi... Facciamo una relazione al mese almeno, così non vi do troppo carico oltre al solito studio, d'accordo? A meno che non leggiate libri proprio corti, allora vi chiedo di leggerne almeno due.»
«Prof» prende parola Elia, quasi intimorito «Ma dobbiamo leggere tutti i libri di 'sta lista?»
Rodari sorride.
«No, non è necessario. Però mi farebbe piacere che, se trovate un autore che vi piace di più degli altri, leggeste altro di lui. Ad esempio, provate a leggere "Il giovane Holden", scoprite che vi prende tantissimo e volete leggere altro di Salinger? Lo fate. Provate a leggere "Canne al vento" -e vi prego, evitate battutine e risatine- e capite che Grazia Deledda vi fa cascare le palle? Lo mollate lì. Avete il diritto di non finire un libro» ricorda.
«Possiamo appellarci al diritto di non leggere?» si informa Nicola «Del resto è il primo diritto che ha detto.»
Ride: «Vedo che ha subito attecchito! Comunque non ve lo consiglio, in quanto la relazione farà media. Almeno provateci, dai!»
«A me sembra un'idea figa» ammetto a bassa voce «Sempre che non ci affibbi solo mattoni e libri vecchissimi, perché allora è la solita menata.»
«Sì, secondo te ci propone cose carine?» commenta Clarissa con asprezza «Sarà qualche mattone minimalista di autori italiani morti suicidi, copie vendute: due.»
«Trio delle meraviglie!» ci rimbrotta lui «Quando avrete finito di raccontarvi i vostri fantastici aneddoti mi fate un fischio, così inizio a fare l'elenco, per cortesia?»
«Scusi, prof» taglia corto Ester, agguantando la penna «Siamo tutte orecchie.»
«Non ti conviene fare del sarcasmo con me.»
«Perché, altrimenti cosa le fa?» prendo parola io, ridacchiando.
«Barbie Passione Polemica colpisce ancora» commenta «Che sia chiaro, mi piace la vivacità intellettuale, ma solo quando non è volta a schernire o a far perdere del tempo a chi lavora. Primo libro: "Madame Bovary", di Gustave Flaubert. Serve compitarlo?»
~*~*~*~
Osservo la lista un'ultima volta: ci ha fornito parecchi titoli, e dando un'occhiata su Google sembrano generi abbastanza disparati e differenti tra loro.
«Adesso» riprende parola, andando a sedersi dietro la cattedra e aprendo un blocchetto «Vorrei che mi indicaste che titolo scegliete per primo, giusto da farmi un'idea di cosa aspettarmi: non preoccupatevi se qualcuno che chiamo prima sceglie un titolo che voleva qualcun altro, per quanto mi riguarda potete scegliere tutti lo stesso, non va a precedenze. Cominciamo: Baglioni?»
«Scelgo "Il profumo".»
«Lungi da me essere superficiale, ma ho l'impressione che ti piacerà. Barolo?»
«"Siddharta".»
Scorro rapida la lista, sperando di trovare un titolo che mi catturi e stuzzichi: quelli che mi sono familiari mi danno l'impressione di tomi noiosi, sugli altri non riesco a farmi un'idea anche minima di cosa possa aspettarmi.
«Bordoni?»
«Scelgo...» sembra in difficoltà anche lei «"La ragazza con l'orecchino di perla".»
«Cammareri?»
"Merda, non lo so!"
«Dico... Dico... "Novecento"» butto lì.
"Argh, sarà sicuramente qualche saggio sul secolo scorso, mannaggia a me!"
Rodari ridacchia: «Ti devo chiedere di indicarmi anche un altro titolo: "Novecento" è molto corto.»
«Ehm...» esito, temendo di cacciarmi in un ginepraio.
«Se posso esserti d'aiuto, ti consiglio "Il Profeta": è corto anche quello, quindi può essere una buona via di mezzo.»
«Sono nelle sue mani, prof» taglio corto. Lui sorride.
«Cercherò di non applaudire, allora.»
Detesto gli spazi autore, l'avrete capito: quindi mi limito a chiedere le vostre impressioni in attesa di mercoledì prossimo.
Baci e caramelline, as usual ❤
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