13. Allusioni
«Devo ammetterlo: Marziale mi fa impazzire» scherza Rodari «Anche se capisco perché sia così poco studiato negli istituti superiori, visto quanto era sboccato.»
«Lei ci va a nozze con la volgarità, prof» scherza Elia. Ormai il ghiaccio è stato rotto e sappiamo che con lui possiamo permetterci di ironizzare senza che si infastidisca.
«Non la vedo così, sai? È solo una parte del linguaggio, e non utilizzarla per chissà quale ragione è abbastanza sciocco, secondo il mio punto di vista.»
«Va be', però prof» esordisce Pamela «Ci sono situazioni e situazioni: in certi casi dire parolacce laddove si può evitare è meglio.»
«Sì, ma vuoi mettere la soddisfazione di dire "stronzo" rispetto a "stupidino"?» le fa presente Elia. Rodari ride.
«Come diceva Funari, "se uno è stronzo non je puoi di' stupidino, lo illudi". Ma, a parte questi filosofi contemporanei, bisogna...»
«Stiamo perdendo un sacco di tempo» borbotta Ester a mezza voce «Di questo passo o non finiamo il programma o ci ritroviamo a dover studiare come muli a casa da soli.»
«Be', fino ad ora di roba ne abbiamo fatta» la contraddice Clarissa «Ben venga un professore che non spiega a macchinetta e basta, ma che ci fa partecipare in maniera attiva, un po' alla "Attimo Fuggente". Tu che ne pensi, Mel?»
Alzo lo sguardo: dato che il professore si sta perdendo in chiacchiere ho iniziato a spulciare il libro che mi ha regalato Valerio.
«Non vi stavo ascoltando» ammetto. Ester ridacchia.
«Sì, va be', oggi è il tuo anniversario, sei sfasata. Cosa fai stasera?»
«Non lo so, Vale ha in mente una sorpresa, di cui non so ovviamente nulla. Però mi fido di lui, dai.»
«Vorrei ben vedere» ironizza Clarissa «Hai trovato uno che si lancerebbe nel fuoco per te, saresti una matta a non avere fiducia in lui o temere il peggio.»
«Trio delle meraviglie» ci rimprovera il professore «Devo dividervi perché la smettiate di passare le mie lezioni a ciarlare?»
«"Ciarlare"... Che bel verbo, prof!» commenta divertita Clarissa «Mi piace come suona.»
«Non è lusingando il mio vocabolario che otterrai maggiore clemenza, cara Faccini» le annuncia lui con aria subdola «Semmai potresti leggere il carme a pagina settantacinque, che ne dici?»
Sposto di nuovo la mia attenzione sul volume: i primi libri sono soprattutto di massime, poi un paio di raccolte di storie brevi e dopo ancora i veri e propri romanzi, tutti improntati su uno stile allusivo e, secondo me, ottimista.
Lo scorro annoiata, cercando il passaggio che preferisco de "Il Profeta" e gettando ogni tanto un'occhiata al professore, imponendomi di non osservarlo troppo spesso: avendo un approccio molto legato alla letteratura e molto poco a questioni più noiose e complesse come la grammatica, studiare il suo programma è piuttosto semplice e quasi piacevole, e finora i miei risultati non hanno risentito dei miei viaggi mentali.
Trovo il passaggio che cercavo e ricomincio a leggerlo con piacere.
"Quando l'amore vi chiama, seguitelo. Benché le sue vie siano ardue e ripide. E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a lui, anche se la spada nascosta tra le sue penne può ferirvi. E quando esso vi parla, credetegli, anche se la sua voce può infrangere i vostri sogni...
Può infrangere i vostri sogni..."
Interrompo la lettura, concentrandomi sul mio professore e su ciò che ha da dire, senza però comprendere il discorso. Certo, elaboro le sue parole, le capisco e le seguo anche, ma non saprei ripetere nulla di tutto ciò che sta spiegando.
Ha un modo di parlare bellissimo.
È dinamico, svelto, talvolta come se dovesse rinchiudere la maggior quantità di parole possibili in un fiato, ma ciononostante non se le mangia mai: le riesce a scandire con chiarezza, senza mai ingarbugliarsi, inciampare in qualche lemma complesso, sempre con il suo registro tra l'aulico e il volgare, senza scendere nelle mezze misure.
Potrei ascoltarlo mentre legge l'elenco del telefono, solo per gustarmi la sua dizione pulita e senza intoppi.
«Melissa.»
Sta chiamando me?
«Terra chiama Melissa.»
Me lo ritrovo davanti, viso a viso con me. Una vicinanza che mi inibisce e mi preoccupa.
«Scusi, prof, ero distratta.»
«Sì, ho visto che mi fissavi ma avevi la mente altrove» constata con sarcasmo «Puoi cercare di seguire la lezione, per cortesia?»
«È il suo anniversario, prof» le fa presente Ester, divertita «Ha la mente concentrata sul suo innamorato.»
«E io ne sono felice, ma non mi riguarda» risponde lui serafico «Mi riguarda non sprecare il mio tempo con una classe che non mi sta a sentire, a maggior ragione quando si tratta di allievi che si sono rivelati brillanti nelle verifiche. Va be'» taglia corto, dandomi una lieve pacca sulla guancia con intenzioni scherzose «Per oggi ti assolvo, ma cerca di non farlo più, va bene?»
"Se la prossima volta pensi di toccarmi di nuovo lo farò sempre e comunque."
«Sì, prof» rispondo automatica, sperando solo che si allontani in fretta per non rischiare di avere di nuovo l'assurdo desiderio di baciarlo.
«Sottona!» mi canzona Ester divertita.
Rispondo un po' troppo sulla difensiva: «Perché sarei una sottona, scusa?»
«Perché sei lì che ti fai i castelli in aria sulla seratina col fidanzato invece di prestare attenzione a ciò che accade intorno a te» prende parola Clarissa «Capisco che potevi distrarti con uno come Santoro, con Martini, ma almeno Rodari è coinvolgente.»
"Anche troppo."
«Va be', dai, manco foste due secchione di prim'ordine» le rimbecco io scherzando «Ma non fatemi perdere altro tempo, ora mi focalizzerò solo su Rodari e Marziale, giurin giurello.»
Volgo lo sguardo verso la cattedra, appoggiando la testa alla mano per sfiorare laddove lui mi ha appena toccata: a differenza dei miei timori non sento il viso bruciare, forse perché sto imparando sempre meglio a dissimulare ciò che avverto quando sono con lui.
Passo ben poco tempo attenta alla lezione, trovandomi presto a riflettere sul da farsi nei prossimi giorni, soprattutto riguardo alla mia situazione con Valerio.
Sto vivendo qualcosa di sciocco, immaturo e privo di senso: mi sembra di essere tornata undicenne, quando dicevo a gran voce che da grande sarei partita per l'Inghilterra per sposare Niall Horan, anche se le probabilità di avere una relazione funzionante con l'ex One Direction sono di sicuro più alte di quelle con il mio dannato professore di italiano.
Eppure non riesco a schiodarmelo di mente, a mettere a tacere quella parte di me che insiste a immaginare gli scenari più disparati insieme a lui e che si infiamma appena lui mi degna di maggiore considerazione.
Mi impongo di essere razionale.
Subire il fascino di un uomo molto più grande di me, alla mia età, può avere senso: ho sentito tante volte i commenti ben poco casti delle mie amiche rivolti verso attori e cantanti più grandi di noi, e non si discostavano più di tanto da ciò che sento io verso il professore.
Tutto sommato, se avessi un poster di Robbie Williams in camera sarebbe normale, perché non dovrebbe essere così anche per un'ipotetica foto del mio docente?
Mi distrae una leggera vibrazione del cellulare.
"Passo a prenderti alle sette e mezza stasera. Un bacio."
Sorrido verso il cellulare, mentre mi avvolge un piacevole senso di serenità.
Sarei una scellerata a farmi scappare Valerio.
Mi stavo dimenticando del fatto che è mercoledì!
Bene, care lettrici (dato che ho notato che di quote blu non ce ne sono), vi devo porre un annoso quesito: ho un capitolo bonus dopo questo di cui, però, non sono proprio convinta: vi andrebbe di leggerlo comunque?
Non escludo di doverlo inserire in una storia a parte perché ha degli elementi non adatti ai minori, sappiatelo!
Comunque sia, Melissa è sempre più confusa: secondo voi che piega farà prendere alla storia? Del resto un tesoro come Valerio non si trova tutti i giorni, ma neanche un fascinosone come Rodari...
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