Halloween at Freddy's
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I fatti riportati nel seguente libro avvengono dopo "FNaF VR: Help Wanted" e prima di "FNaF 6: Pizzeria Simulator".
Per tutti coloro che hanno già letto i capitoli precedenti della mia saga su "Five Nights at Freddy's" sanno che tutti gli animatronics sono in versione umana e che sono tutti maschi, quindi se al posto di "Chica" leggerete "Chico" sappiate che non si tratta di un errore.
Nonostante nei libri che ho scritto in precedenza è presente un finale in cui gli animatronics avevano un comportamento più dolce e umano nei confronti delle protagoniste sappiate che qui il rapporto sarà completamente diverso, infatti al posto di essere amichevole e tenero sarà più malsano e perfido.
Gli avvenimenti della seguente storia prendono spunto della saga di Scott Cawthon intitolata "Five Nights at Freddy's".
Springtrap e Purple Guy (William Afton) saranno due personaggi completamente diversi, infatti, all'interno di questo racconto, non avranno nessun genere di legame fisico.
In questo libro Ennard non sarà l'insieme degli animatronics presenti nella Circus Baby's Pizza World, bensì un robot a parte.
Tutti i diritti sono riservati, è assolutamente vietata la copia totale o parziale dell'opera, ci tengo particolarmente a sottolineare questo avviso siccome nel corso di tutti questi anni su Wattpad ho visto fin troppe copie dei miei libri, inoltre nella maggior parte di questi racconti non mi erano nemmeno stati dati i crediti che mi spettavano.
La fanart che trovate all'inizio del capitolo è stata fatta da AilurophileChan (DeviantArt).
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Doveva essere un normale sabato sera come tutti gli altri: rimanere a casa per poter finalmente riposare, ascoltare un po' di musica, bere una tisana calda e magari leggere qualcosa su Wattpad. Purtroppo però questo non è un sabato sera come tutti gli altri, questo è molto speciale, questo è uno dei più attesi dell'anno e richiede assolutamente la nostra presenza. Non che avessimo una qualche sorta di potere decisionale, quello ci era stato tolto moltissimo tempo fa e dubito fortemente che in futuro riusciremo a riacquisire un tale privilegio.
Mentre sfrecciamo ad alta velocità lungo la strada principale osservo il paesaggio che c'è fuori dal finestrino dall'autobus. È una tetra serata di fine ottobre e i marciapiedi pullulano di persone di tutte le età, non posso fare a meno di ricordare la mia infanzia quando anch'io, insieme alle mie amiche, aspettavano con impazienza l'arrivo della notte più spaventosa dell'anno.
La notte di Halloween.
A malincuore mi tocca ammettere che ormai questi dolci ricordi degli anni passati resteranno semplicemente nelle mie memorie e non torneranno mai più. Infatti ora la mia vita è ben diversa, le cose sono cambiate molto da quando ero una bambina e ora ho addirittura fin troppe responsabilità per avere solo vent'anni. Butto uno sguardo alla mia destra e guardo la bionda che è sempre stata al mio fianco durante tutti questi anni. La ragazza è intenta ad ascoltare della musica mentre tiene gli occhi chiusi e cerca di rilassarsi come meglio può, ma da come picchietta le dita sul bracciolo del sedile e da come agita una gamba è facilmente intuibile che il suo cuore sta battendo all'impazzata. Mi faccio scappare un sospiro mentre torno a contemplare il panorama notturno: ci sono bambini travestiti da creature di ogni genere che fanno "dolcetto o scherzetto", i genitori che li accompagnano e gli adolescenti che sono semplicemente in giro a fare baldoria. Non so cosa darei per poter essere lì fuori con loro.
Quando ci avviciniamo alla nostra fermata ci alziamo già dai nostri posti e andiamo a sistemarci davanti alla porta. Mentre cammino mi sistemo i vestiti che, da più di un anno a questa parte, sono sempre neri, quasi come se stessi andando a un funerale. Clara a differenza mia indossa quasi sempre abiti colorati, non troppo appariscenti, però mostra comunque uno stile di abbigliamento molto diverso dal mio. Non appena le porte della vettura si spalancano un'ondata d'aria gelida mi fa accapponare la pelle, a volte mi dimentico che l'inverno è appena dietro l'angolo e che purtroppo prima del ritorno della mia stagione preferita dovrò aspettare con ansia ancora per diversi mesi. Scendiamo dal bus e iniziamo a percorrere il lungo marciapiede che ci conduce lentamente verso la nostra destinazione, una destinazione che oggi non era in programma, una destinazione che non avremmo dovuto rivedere prima di lunedì.
In lontananza riesco già a intravedere l'insegna luminosa e molto appariscente della Freddy Fazbear's Pizza, nonché la pizzeria più amata e famosa dell'intero paese, inoltre, e lo dico senza esagerare, è addirittura conosciuta a livello internazionale per il buon cibo e per gli spettacoli che offre per intrattenere i suoi clienti. Questa serata non rientra nel nostro programma di lavoro, infatti hanno deciso di farci fare gli straordinari e quindi siamo costrette a lavorare per una sesta notte. Nessuno ha la più pallida idea di quanto io sia terrorizzata per questa cosa, sono perfettamente consapevole della difficoltà di affrontare il quinto e ultimo giorno della settimana, ma questa è la prima volta che devo gestire sei ore durante il weekend. Non so come reagire e non so cosa ci sarà di diverso dal solito, ma il mio sesto senso che, purtroppo, raramente sbaglia in queste occasioni mi sta dicendo che sto facendo bene a preoccuparmi.
«Che andassero tutti al diavolo» commenta Clara sibilando mentre afferra la maniglia dell'ingresso che conduce nella prima parte del locale.
«Puoi dirlo forte» rispondo prima di entrare all'interno della struttura e godermi un po' di calore.
«Sai benissimo che non dovremmo essere qui! Quell'idiota del direttore non è riuscito a trovare nessun altro che potesse prendere il nostro posto durante il fine settimana, ma farsi due domande sul perché no? Ovviamente è troppo difficile», ribatte facendo roteare gli occhi e mettendo il suo cappotto sull'appendiabiti «e indovina un po' a chi tocca rinunciare al loro giorno libero? A noi naturalmente perché dopotutto siamo o non siamo le sue "migliori guardie notturne"?» dice con ironia mista a un pizzico di disprezzo.
«Più che le migliori siamo le uniche che gli restano», intervengo incrociando le braccia al petto «dato che non riesce a trovare quasi più nessuno che si occupi di questo posto durante il weekend andrà a finire che lavorare al sabato diventerà una triste abitudine».
«Ti prego non dirlo neanche per scherzo» esclama con le pupille dilatate per la paura che questa eventualità le ha messo addosso.
«Quello è talmente sadico e fuori di testa che se la legge non lo vietasse ci farebbe lavorare in questo inferno per tutti e sette i giorni» commento prima di spalancare le porte che conducono nella sala principale dove la festa è ancora nel vivo.
Il locale è più pieno del solito perché ovviamente nessun bambino e nessun adolescente vorrebbe mai perdersi la festa di Halloween organizzata dalla miglior pizzeria della città. I numerosi addobbi sono perfettamente in tema con lo spirito della festività: ci sono zucche intagliate in ogni angolo della sala, pipistrelli appesi sulle pareti, scheletri e zombi accostati al palcoscenico e ragnatele colorate appese al soffitto. Naturalmente le decorazioni sono alla portata del pubblico che questa parte della struttura deve intrattenere, infatti non sono affatto spaventose perché dopotutto quello è l'obiettivo dell'attrazione dell'orrore. Oggi è quella la zona che è al centro dell'attenzione, è lì che tutte le persone voglio andare e purtroppo è sempre quel posto che questa notte siamo costrette a sorvegliare.
L'orario di chiusura è tra più di un'ora, ma ovviamente non possiamo starcene con le mani in mano dato che abbiamo degli incarichi da sbrigare. Ci dirigiamo a passo spedito verso il nostro ufficio e, mentre camminiamo, non posso fare a meno di buttare un'occhiata verso il palco. Le quattro stelle più amate della pizzeria sono intente a intrattenere il loro pubblico cantando delle canzoni che sono perfettamente in tema con la notte delle streghe, ma anche loro non sono da meno e infatti indossano degli abiti che, dal mio punto di vista, li rendono ancora più inquietanti. Il chitarrista e il corista, conosciuti meglio come Bonnie e Chico, sono vestiti di arancione per riprendere l'immagine di una zucca di Halloween, mentre la volpe pirata è stata truccata per assomigliare a un lupo mannaro e infine il leader del gruppo ricorda molto Frankenstein. Un brivido mi percorre la colonna vertebrale non appena i miei occhi incrociano quelli di Freddy, non sono affatto sorpresa di essere già stata notata, dopotutto quando si tratta di individuare la sua vittima non c'è nessuno in grado di batterlo. Distolgo immediatamente lo sguardo e riprendo a camminare al fianco di Clara. Non appena raggiungiamo una delle nostre tante postazioni vediamo che sulla scrivania ci sono diversi moduli da compilare e un fascicolo che mostra l'inventario del magazzino: le procedure sono piuttosto semplici e l'unica cosa che dobbiamo fare è decidere chi dovrà fare cosa.
«Io compilo i moduli» diciamo all'unisono e con estrema velocità.
Nonostante questa routine di lavoro va avanti da anni questa storia si ripete notte dopo notte. Anche se dal punto di vista di una persona esterna questo può sembrare il lavoro più lungo e noioso è sicuramente quello più sicuro, infatti nessuna delle due vuole girare per la pizzeria per svolgere degli incarichi molto più pericolosi. Decidiamo di risolvere la questione con "pari o dispari" e purtroppo per me la vittoria va alla bionda.
«Certo che non hai un cuore se mi lasci girovagare da sola proprio durante la notte di Halloween», ribatto non essendo affatto soddisfatta del risultato del gioco «inoltre tocca sempre a me fare il lavoro sporco».
«Che ne dici se ci dividiamo i moduli a metà e poi andiamo insieme a fare l'inventario?» domanda rassegnata sapendo benissimo che ho ragione.
«Ecco, questa è una risposta molto più solidale» dico sedendomi al suo fianco e separando in due l'enorme pila di schede.
Trascorre soltanto una misera ventina di minuti da quando abbiamo iniziato a riempire questi fogli e, purtroppo per noi, stiamo per concludere questo primo incarico. Quanto vorrei trovarmi a casa mia e passare la serata in santa pace, spero almeno che quell'idiota del direttore abbiamo la decenza di pagarci gli straordinari perché le sei ore che andremo ad affrontare saranno peggio di un incubo. A malincuore mi tocca ammettere che il mio sesto senso di rado sbaglia e infatti mi sta dicendo che questa notte non riusciremo mai a dimenticarla. È la prima volta che lavoriamo durante una festività e, ironia della sorte, ci capita proprio la sera di Halloween.
Una volta terminata la parte più sicura dei nostri incarichi prendiamo un bel po' di coraggio prima di lasciare il nostro ufficio. Purtroppo il Backstage dove ci sono tutti i pezzi di ricambio si trova esattamente tra il palcoscenico e il Pirate Cove, ma l'unico lato positivo di tutta questa situazione è che il pubblico è numeroso e quindi quei quattro pezzi di metallo sono molto occupati. Cerchiamo di raggiungere il magazzino il più velocemente possibile, passiamo dietro agli adulti approfittando della loro statura per passare inosservate e, non appena arriviamo di fronte alla porta nera, entriamo nello stanzino a una velocità disumana. Come al solito l'ambiente qui dentro è molto inquietante e centinaia di ricordi orribili mi tornano alla mente non appena il mio sguardo ricade sulla porta di legno che troneggia sul fondo della stanza. Un brivido mi percorre la spina dorsale e cerco di scacciare via tutti questi brutti pensieri iniziando a fare il conteggio dell'inventario. Per tutta la durata della nostra permanenza nel Backstage nessuna delle due ha aperto bocca, dopotutto non avevamo nulla da dirci e la pressione che questo posto ha su di noi ha avuto la meglio come al solito.
Riesco a distendere i nervi soltanto quando siamo finalmente fuori da quell'orribile stanzino, faccio un respiro profondo e il mio battito cardiaco torna alla normalità. Odio con tutta me stessa quel magazzino perché ogni volta che ci mettiamo piede durante le sei ore di lavoro come guardie notturne succede sempre qualcosa di terribile: o lo usiamo come via per raggiungere la porta di legno e scappare nei sotterranei oppure veniamo trascinate lì dentro per subire orribili torture, ma per fortuna questo è un evento più unico che raro dato che siamo diventate molto brave con il nostro lavoro.
È arrivato il momento di raggiungere l'attrazione degli orrori dato che dobbiamo trovarci già lì quando il locale chiuderà al pubblico. Per farlo dobbiamo nuovamente attraversare il primo locale, ma non finisce qui siccome a separarci dalla nostra postazione c'è una seconda pizzeria e la giostra a tema horror che questa notte ci toccherà sorvegliare. Prima di lasciare la zona principale della struttura butto un'ultima occhiata al palcoscenico. Non so se posso ritenermi fortunata di non dover controllare questa zona perché quella che ci è stata assegnata è al pari di un girone dell'inferno.
«Mi raccomando, percorriamo i bordi della sala principale in modo da evitare tutte le persone, ma soprattutto facciamolo per tenerci alla larga dal palcoscenico» dico non appena mettiamo piede nella seconda parte dell'edificio.
È così, proprio come da copione, stiamo il più lontane possibile dal trio principale. Scegliere di seguire questo percorso però ci costringe a passare vicino ad altre zone altrettanto pericolose ovvero il Prize Corner, il Kid's Cove e la Game Area. Naturalmente percorriamo quelle parti della sala a passo spedito e, mentre lo facciamo, ne approfitto per guardare in che condizioni sono messi gli androidi che presiedono quelle postazioni. Faccio un sussulto non appena vedo che Puppet ha le sembianze di Jack Skellington nonché uno dei miei personaggi animati preferiti, Mangle invece fa coppia con Foxy dato che entrambi sono vestiti da lupi mannari e fine Balloon Boy si ritrova a ricoprire i panni di una delle figure più famose dell'universo horror: Chucky, la bambola assassina.
La Game Area è completamente invasa da numerosi bambini che sfrecciano a destra e a sinistra senza nemmeno guardare dove vanno, per noi è un'impresa superare questa parte del locale senza che qualcuno si schianti contro le nostre gambe. Improvvisamente mi sento afferrare il polso e quando mi giro per controllare di chi si tratta mi viene quasi un infarto.
«Non sono scherzi da fare, soprattutto questa sera» dico con il cuore a mille mentre guardo il piccolo androide.
Balloon Boy non dice nulla, ha uno sguardo vuoto e impassibile mentre mi osserva. Poco dopo si guarda velocemente intorno e, una volta che si è accertato che nessuno ci sta guardando, mi porge delle batterie. Sono parecchio confusa da questo suo gesto, ma preferisco conservare questo bizzarro dono mettendolo al sicuro nella mia tasca.
«Sulla vostra scrivania troverete una chiave magnetica, mi raccomando prendetela», ci avvisa con un sussurro «l'ho nascosta sotto i fogli così nessun altro potrà farne uso» terminata la frase ritorna a intrattenere i bambini.
Il mio sguardo incrocia quello di Clara, ci basta quest'occhiata per capire che è arrivato il momento di smetterla di perdere tempo dato che dobbiamo assolutamente rintanarci nel nostro ufficio. Riprendiamo il nostro cammino e in men che non si dica raggiungiamo l'attrazione che questa sera rappresenta il cuore pulsante dell'intera struttura: non avevo mai visto così tanta gente durante tutti questi anni, a quanto pare pubblicizzano bene l'evento se riesco ad avere un pubblico così vasto. Le decorazioni a tema Halloween non mancano, ma questa volta sono molto più tetre e raccapriccianti rispetto alle zone precedenti, dopotutto in questo luogo non ci sono bambini. Mentre facciamo lo slalom tra le persone stiamo meticolosamente attente a non incrociare lo sguardo con le attrazioni principali della giostra degli orrori che, soltanto per questa sera, sono in compagnia. Shadow Freddy e Shadow Bonnie, che di solito fungono da androidi di ricambio in caso di malfunzionamento, vengono messi sotto i riflettori soltanto una volta all'anno e si tratta proprio della notte delle streghe.
«Spero solo che non ci diano problemi» dico sussurrando prima di entrare nell'ufficio.
«Me lo auguro per loro, già non dovremmo essere qui e se poi quei due infieriscono allora si prospetta proprio una notte da incubo» risponde la bionda spostando i fogli sulla scrivania e prendendo la chiave magnetica.
«Ma quella non è la tessera per l'ascensore?» domando con leggera confusione.
«Se quel piccolo mostriciattolo metallico crede che noi due metteremo piede laggiù allora si sbaglia di grosso», ribatte Clara prima di mettere il bizzarro dono di Balloon Boy in tasca «ma per sicurezza la tengo io, se dovesse finire nelle mani sbagliate potremmo ricevere visite indesiderate provenienti dal piano inferiore».
«Scelta molto saggia» aggiungo prima di prendere posto sulla sedia davanti al pannello di controllo collegato alle telecamere di sorveglianza.
Più l'orario di chiusura si avvicina e più il mio cuore rischia di schizzare fuori dalla cassa toracica. Picchietto nervosamente l'unghia contro la scrivania di legno mentre osservo le persone che lasciano poco alla volta la giostra degli orrori. Bastardi fortunati. È difficile trattenere l'invidia, soprattutto quando sono costretta a vedere attraverso l'enorme vetro situato proprio di fronte a me tutte le persone che lasciano allegramente il locale, ma la cosa peggiore è che tornano a casa felici perché hanno trascorso una serata divertente in un posto come questo. Se solo sapessero la verità questo luogo verrebbe abbattuto nel giro di due giorni.
Non appena il locale chiude inizia il tanto famigerato e temuto conto alla rovescia per la mezzanotte. Tutti gli androidi sono fermi nelle loro postazioni e attendono con ansia l'avvio della loro modalità notturna, ovviamente Shadow Freddy e Shadow Bonnie per qualche strano motivo sono immuni a questo passaggio e infatti continuano a farsi i fatti loro. Mentre li guardo dalle telecamere di sicurezza noto che entrambi si sono resi conto di essere osservati e, per darmene conferma, salutano la telecamera con un sorrisetto divertito.
«Maledetti infami» sibilo a denti stretti.
«Loro sono la nostra ultima preoccupazione, dopotutto non è la prima e sicuramente non sarà l'ultima volta che andranno in giro per i corridoi dell'attrazione horror», interviene Clara mentre leva la polvere con la manica della sua maglietta dal secondo pannello che à collegato agli impianti di video, audio e ventilazione «resta concentrata solo sugli altri due psicopatici, questa notte non possiamo permetterci nessun errore».
Purtroppo ha pienamente ragione, di solito siamo abituate alla difficoltà crescente di cinque giorni ma il sesto è la prima volta che ci capita. Se normalmente il venerdì è estremamente pericoloso non oso immaginare come sarà un sabato. Non ci resta altro da fare se non focalizzare tutte le nostre energie nelle successive sei ore, purtroppo ho come l'impressione che sarà praticamente impossibile non farsi prendere dal panico, ma dobbiamo comunque provarci perché anche la men che minima distrazione può costarci caro.
Non appena scocca la mezzanotte faccio un respiro profondo e inizio immediatamente a controllare le telecamere per individuare il prima possibile i due androidi, se non dovessi riuscire a trovarli al più presto per noi potrebbe essere la fine.
«Sei talmente concentrata che a momenti ti esce il fumo dalle orecchie».
Io e Clara sussultiamo per lo spavento non appena udiamo una voce maschile provenire proprio dal nostro ufficio. Alzo lo sguardo e vedo Shadow Freddy seduto elegantemente sulla scrivania e, ovviamente, al suo fianco c'è pure il coniglio. Non ho la più pallida idea di come abbiano fatto a entrare e soprattutto non mi capacito di non essermi accorta di loro. La notte è iniziata da nemmeno un minuto e loro sono già qui, spero vivamente che si tratti di uno scherzo di pessimo gusto.
«Oh andiamo, non occorre fare quelle facce», interviene Shadow Bonnie ridacchiando «per molti la notte di Halloween sarà anche finita, ma per tutti noi è appena cominciata!».
«Vero, però per voi due non durerà a lungo se non prestate attenzione» aggiunge l'orso prima di indicare il vetro alle sue spalle.
Mi lascio scappare un urlo di terrore non appena vedo che Springtrap e Golden Freddy si trovano già a pochi passi da noi. Il ragazzo dai capelli verdi sbatte violentemente i pugni contro la vetrata e maledice il suo collega per aver fatto saltare loro l'effetto sorpresa. Inizio immediatamente a usare il sistema d'audio, premo ripetutamente il tasto di attivazione nella stanza più vicina in modo da poterli allontanare, purtroppo mi faccio prendere dal panico e a furia di usarlo il sistema va in tilt. Per nostra fortuna i due pazzi si sono momentaneamente spostati, ma Clara è comunque costretta a riavviare l'impianto per potermi permettere di usarlo ancora.
Non è un inizio per niente idilliaco e a malincuore mi tocca ammettere che la situazione non farà altro se non peggiorare minuto dopo minuto. Più tempo passerà e più le cose si faranno complicate, se non addirittura impossibili. L'ottimismo non è proprio il mio punto forte, ma per lo meno faccio il possibile per avere sempre un piano di riserva dato che cerco di prevedere qualsiasi imprevisto che ci possa capitare.
Il tempo passa con una lentezza atroce e Springtrap e Golden Freddy sono veloci come non mai. Faccio una fatica immane a non perderli di vista e l'unico lato positivo di tutta questa concentrazione è che la mia mente non si fa distrarre e quindi non ho quasi nessuna allucinazione dovuta alla mancanza di ossigeno. Naturalmente ogni tanto compaiono, ma sono talmente immersa in quello che sto facendo che riesco a ignorarle perfettamente e, da quando lavoro in questo orribile posto, è la prima volta che riesco a focalizzarmi così tanto in quello che faccio. Molto probabilmente questo è dovuto al terrore della novità, non avendo mai affrontato prima una sesta notte il mio cervello mi impone di impegnarmi al massimo per evitare che ci accada qualcosa di brutto. Mi auguro con tutto il cuore che questa sia la prima e l'ultima volta.
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«Quanto ci sta mettendo il sistema del video a riavviarsi?» domando leggermente spazientita mentre picchietto ansiosamente e ripetutamente il piede a terra.
«Non ne ho idea! Questo catorcio diventa sempre più lento» risponde Clara ringhiando per l'esasperazione.
Sono quasi le tre e mezza del mattino e mi sembra che si già passata un'eternità da quando abbiamo iniziato il nostro turno. L'impianto collegato alle telecamere di sicurezza ha iniziato a fare i capricci e ci sta mettendo più tempo del solito a ripararsi. In tutto questo il duo delle tenebre è rimasto per tutto il tempo nel nostro ufficio, non hanno mai smesso di osservare ogni nostro singolo movimento, ma per lo meno sono rimasti in silenzio e non hanno fatto niente che potesse distrarci.
«Ha finito!» esclama Clara facendo un sospiro di sollievo.
La situazione è ancora molto tesa, soprattutto per il fatto che Springtrap e Golden Freddy sono pericolosamente vicini al nostro ufficio e, giusto per esserne sicura che non facciano un attacco a sorpresa, ho già bloccato il condotto di ventilazione più vicino a loro. Purtroppo mi è impossibile riportarli nella CAM 08, di solito faccio tutto quello che posso per trattenerli lì dato che è l'unica stanza che non ha un accesso ai condotti, ma oggi sono spaventosamente attivi e infatti sono perennemente vicini all'enorme vetrata della nostra postazione.
Trascorrono altri dieci minuti e, dopo averci messo anima e corpo, riesco finalmente a portarli nella CAM 05. Sono abbastanza lontani per permettere a Clara di riavviare tutti e tre i sistemi, così da averli perfettamente in funzione quando Springtrap e Golden Freddy riprenderanno ad avanzare verso di noi. L'ultima cosa che voglio e ritrovarmi con questi impianti fuori uso mentre loro sono a pochi passi da noi.
«Ora sta diventando noioso, non è così che immaginavo la nostra notte» commenta Shadow Bonnie che è deluso di vedere come ce la stiamo cavando.
«Mi trovi d'accordo, anch'io mi aspettavo che la nostra notte di Halloween sarebbe stata più movimentata», aggiunge l'orso mentre si alza dalla scrivania «tanto vale rimediare, no?».
Non faccio nemmeno in tempo a realizzare quello che sta succedendo che Shadow Freddy colpisce violentemente il pannello a cui è addetta Clara. Il vetro si frantuma e lo schermo si spegne mettendo così fine a ogni nostra possibilità di riavviare i sistemi di audio, video e ventilazione. Divento più bianca di un cadavere non appena mi rendo conto della gravità della situazione, non è successo davvero, si tratta solo di uno scherzo, giusto?
«Questa la pagherete cara», sibila Clara prima di scattare in piedi e di darmi uno strattone «svegliati! Dobbiamo andare via da qui immediatamente».
Sbatto le palpebre più volte e mi riprendo dal mio stato di shock. Ha ragione, non possiamo assolutamente perdere un altro secondo, infatti dobbiamo lasciare la giostra degli orrori prima che le due attrazioni principali ci raggiungano. Le due ombre lasciano la stanza ridendo di gusto, quei maledetti non avevamo mai compiuto un'azione del genere e non mi capacito del fatto che abbiano avuto la brillante idea di sperimentarla proprio oggi per la prima volta. Ora non posso di certo perdere altro tempo con loro, dopotutto il danno è fatto e l'unica cosa che possiamo fare al momento è evitare che la situazione peggiori ulteriormente.
«Passiamo per il condotto più lungo, è la via d'accesso più veloce e sicura per raggiungere la seconda pizzeria» dice Clara iniziando ad arrampicarsi verso la zona di ventilazione che di solito usano i due androidi per tentare di raggiungerci.
Trovandola la nostra alternativa più valida la seguo a ruota. Ora dobbiamo fare il possibile per essere estremamente silenziose perché se uno di loro dovesse sentirci non impiegherebbe molto tempo a raggiungerci quassù. Mentre percorriamo il condotto che passa vicino alla CAM 04 riesco a intravedere dalle grate le quattro figure che vagano indisturbate per la pizzeria, a quanto pare le due ombre hanno deciso di metterci i bastoni tra le ruote e infatti stanno raccontando con orgoglio quello che hanno fatto. Non appena Springtrap e Golden Freddy vengono a sapere che tutte le nostre difese sono state neutralizzate si fiondano a capofitto verso il nostro ufficio, purtroppo per loro lo troveranno completamente vuoto. Questo ci incentiva ad avanzare più velocemente, infatti non impieghiamo molto tempo prima di raggiungere l'ingresso della zona più grande della struttura. Apro silenziosamente la porta e ci ritroviamo nell'ufficio dove diversi anni fa abbiamo firmato il nostro contratto di assunzione.
«Guarda velocemente con il tablet dove sono gli androidi» sussurro a Clara mentre afferro immediatamente la torcia che di solito uso durante il turno di guardia in questa parte del locale.
La bionda fa quello che dico, la affianco immediatamente per poter vedere quello che viene trasmesso sullo schermo e, non appena vedo che tutti i ragazzi si trovano nella sala principale, mi lascio scappare un sospiro di disperazione. Noi dobbiamo assolutamente passare di lì se vogliamo raggiungere l'unico ufficio con le porte blindate. Clara posa con parecchia noncuranza il tablet sulla scrivania e afferra il ventilatore senza il men che minimo preavviso, dopodiché mi incita a seguirla silenziosamente.
Attraversiamo il lungo corridoio e, facendo molta attenzione a non essere viste, ci nascondiamo nel bagno più vicino a noi. Sporgo la testa da dietro il muro e riesco a intravedere in lontananza i quattro androidi che se ne stanno tranquillamente seduti a uno dei tanti tavoli del locale, l'ingresso per la prima pizzeria è proprio di fronte a loro, come possiamo farli spostare da lì?
«Indietro» dice Clara facendosi sentire a malapena da me.
Non ho nemmeno il tempo di capire che cosa ha in mente di fare che la vedo lanciare con tutta la forza che ha in corpo il ventilatore verso il lungo corridoio che conduce direttamente al nostro ufficio. Ci ritiriamo immediatamente e ci nascondiamo dietro la porta non appena sentiamo le voci dei ragazzi. Le parole che si scambiano si fanno sempre più vicine, infatti iniziamo a sentire pure il suono dei loro passi. Mi porto una mano sulla bocca e faccio il possibile per non emettere il men che minimo rumore.
«Era il ventilatore».
Non appena sento questa affermazione mi sporgo di poco e vedo Toy Freddy che tiene tra le mani l'oggetto in questione. Sono tutti e quattro pericolosamente vicini a noi, ma per nostra fortuna sono girati di spalle e sono intenti a osservare la nostra postazione.
«E secondo te è finito qui per conto suo? No idiota, è chiaro che c'è qualcuno» ribatte Mangle prima di inoltrarsi lungo il corridoio.
Sono talmente focalizzata su quei quattro che non mi rendo nemmeno conto che un paio di occhi sono puntati dritti su di me. Sussulto per lo spavento non appena il mio sguardo incrocia quello di Balloon Boy, prima non lo avevo visto e ho dato per scontato che fosse rimasto al suo posto. Mi osserva con la sua solita espressione impassibile, non posso fare a meno di temere il peggio perché dopo tutti questi anni non ho ancora capito da che parte ha deciso di schierarsi. In passato ci ha reso la vita un incubo, ma è anche vero che ogni tanto finge di non vederci permettendoci così di scappare, però non posso permettermi di fare affidamento su di lui in questo momento. Tiro indietro la testa e mi nascondo di nuovo dietro la porta del bagno, posso solo sperare che quei mostri si levino di torno per lasciarci raggiungere la prima pizzeria.
«Io so dove sono» dice il ragazzino facendo accapponare la pelle a me e a Clara.
«Hai visto le guardie notturne?» gli domanda Toy Bonnie senza nascondere il suo scetticismo.
«No, ma guardate la porta della Parts and Service room», risponde con tranquillità «prima era chiusa, ma adesso se osservate bene si può notare che è socchiusa».
«Non ha tutti i torti, dopotutto non avevano altri posti dove nascondersi» commenta il biondo ossigenato mentre ridacchia sadicamente.
I passi si allontanano e io non posso fare a meno di essere sorpresa. D'istinto io e Clara guardiamo fuori dalla porta e vediamo i quattro androidi entrare nella Parts and Service room, questa è l'occasione giusta per scappare da qui prima che arrivino i due ragazzi dalla giostra degli orrori. Usciamo silenziosamente dal bagno, ma non facciamo in tempo a fare un passo che sentiamo il suono di una porta che viene chiusa rapidamente e, esattamente pochi secondi dopo, anche quello di una serratura che si blocca. Giro la testa di scatto e sgrano gli occhi per lo stupore non appena vedo che Balloon Boy ha chiuso a chiave quei quattro psicopatici, ma dove ha preso la chiave? Nemmeno noi ne abbiamo una copia. Immediatamente dei ringhi e delle minacce, accompagnati da furiosi pugni, invadono il locale.
«Loro potranno anche non essere un vostro problema, ma vi conviene andare a ripararvi immediatamente», ci suggerisce il ragazzino robotico mentre si allontana da noi «io non intendo farmi trovare qui quando gli altri arriveranno».
Butto uno sguardo al mio telefono e vedo che mancano ancora due ore prima della fine del nostro turno. I quattro ragazzi continuano a minacciare il piccoletto di farli uscire, ma lui ormai è già andato via e molto probabilmente non lo rivedremo prima delle sei del mattino. Ci ha fatto un enorme favore, ma purtroppo i nostri problemi non sono affatto finiti, infatti sentiamo la porta che collega la seconda pizzeria e la giostra degli orrori spalancarsi e questo ci fa capire che Springtrap e Golden Freddy stanno arrivando. Non perdiamo altro tempo e raggiungiamo seduta stante l'ufficio della prima zona della struttura.
«Chiudiamo queste dannate porte!» esclamo mentre mi fiondo verso l'interruttore alla mia sinistra.
Premo il pulsante ma non succede assolutamente nulla. Ma che diavolo sta succedendo oggi? Com'è possibile che la porta sia fuori uso se noi non ci trovavamo qui? Osservo attentamente l'interruttore e vedo che da sotto il pannello di sicurezza fuoriescono dei cavetti strappati, evidentemente quei bastardi si sono fatti più furbi e hanno anticipato le nostre mosse. A malincuore ci toccherà trovare un altro riparo perché qui non è più sicuro restare.
«Ormai li conosciamo i vostri trucchetti».
Mi sento mancare un battito e, non appena alzo lo sguardo, i miei occhi incrociano quelli color sangue di Bonnie. Non mi ero minimamente resa conto della sua presenza e non posso fare a meno di indietreggiare terrorizzata, a quanto pare è proprio vero che il nostro schema è diventato fin troppo prevedibile. Non lasciamo il tempo al coniglio di aggiungere un'altra parola che corriamo immediatamente fuori dall'ufficio, ma non appena raggiungiamo la sala principale vedo Foxy che ci osserva divertito dal Pirate Cove, Freddy che se ne sta seduto sul palco e Chico che è appoggiato alla porta della cucina, nel mentre Bonnie ci segue con passo tranquillo impedendoci di tornare indietro. Non va bene, non va affatto bene.
«Volevate per caso raggiungere la porta di legno che c'è nel magazzino anche questa volta? Spiacente vi è andata male» annuncia il leader del gruppo prima di alzarsi in piedi.
Nel frattempo anche Springtrap e Golden Freddy hanno raggiunto la prima parte del locale, il duo che una volta era dorato affianca il ragazzo dai capelli viola e tutti loro ci fissano con uno sguardo indemoniato. La situazione è piuttosto tragica, onestamente non vedo nessuna via di fuga e il terrore che sto provando in questo momento non mi aiuta affatto a pensare. Lentamente veniamo accerchiate e io non riesco a togliere gli occhi di dosso a Freddy che cammina verso di noi tenendo lo sguardo inchiodato al mio, ma onestamente lo faccio anche perché non ho il coraggio di voltarmi per guardare Springtrap o qualsiasi altro androide. Percepisco la paura di Clara e a dirla tutta non so chi delle due sia più terrorizzata. Freddy arriva esattamente di fronte a me, non ha mai smesso per un solo istante di fissarmi con quel suo maledetto sorriso sadico e ora sta allungando un braccio verso il mio collo.
«Facciamo una scommessa».
Le parole mi escono di bocca e a stento mi rendo conto che le ho pronunciate proprio io, Clara sussulta sorpresa ma nonostante ciò continua a tremare mentre Freddy ferma la sua mano e mi guarda incuriosito. Si crea un inquietante silenzio in tutta la sala, ma cosa diavolo mi è saltato in testa? Non mi capacito nemmeno di aver trovato la forza di parlare figuriamoci se riesco a continuare il discorso. Forse però posso giocare questa cosa a nostro vantaggio, se non mi faccio prendere dal panico e sfrutto bene le mie carte magari riesco a tirarci fuori da questa tragica situazione.
«Ti ascolto» dice il bruno incrociando le braccia al petto e lasciandomi senza parole per il fatto che effettivamente ho la sua attenzione, quindi ho seriamente la possibilità di uscire intatta da questa notte.
«Si tratta del solito nascondino, solo che ci date tempo fino alle cinque per trovare un posto sicuro», inizio la mia spiegazione inventandomi spudoratamente delle regole «se non riuscite a prenderci non dovete permettervi di alzare un dito contro Balloon Boy, nessuno di voi» aggiungo ricordandomi che siamo in debito con quel ragazzino «se riuscite a prenderci... allora potrete farci diventare esattamente come voi».
È un mezzo suicidio? No, è direttamente un suicidio, però in un modo o nell'altro non stufa di ferite e brutali lesioni sul mio corpo a causa delle loro torture. A livello psicologico non reggo più, quindi se dobbiamo farla finita così sia, ma non renderò loro il lavoro semplice, anzi farò il possibile per vincere questa scommessa. Indipendentemente da come andrà a finire noi due non subiremo nessuna tortura questa notte, o ne usciremo vincitrici o non ne usciremo totalmente. Clara mi guarda con due occhi iniettati di terrore e io ricambio lo sguardo rimanendo impassibile.
«Più di tre quarti d'ora di attesa per permettere a voi due di nascondervi? Non se ne parla, al massimo dieci minuti» ribatte Springtrap contrariato.
«E come mai?», domando prendendo molto coraggio mentre mi giro a guardarlo «hai paura?».
«Non sei nelle condizioni di dire queste cose, ti stiamo solo assecondando perché se volessimo renderti una di noi potremmo anche farlo ora» controbatte fissandomi dall'alto.
«Io invece sono d'accordo con quello che dice Jasmine», interviene Clara sforzandosi di non balbettare «se siete così convinti di vincere allora non vi importerà quanto tempo ci lasciate a disposizione per scappare, giusto? Oppure temete che la vostra sconfitta possa accadere di nuovo come è già successo in passato?».
«Non ti conviene proprio provocarci biondina» aggiunge l'orso dorato.
«Facciamo così... se può incentivarvi a lasciarci il tempo per nasconderci fino alle cinque del mattino vi faremo aspettare nel magazzino, in questo modo noi due non avremo nessun tipo di accesso ai sotterranei» propongo cercando di essere il più persuasiva possibile.
«E se vi azzardate a imbrogliare la scommessa diventa nulla, in più durante l'orario dove siete disattivati troveremo un modo per vendicarci» dice Clara provando a sembrare minacciosa.
«Ma date le condizioni non siete così codardi da imbrogliare, vero?» chiedo andando a toccare il nervo scoperto legato al loro orgoglio.
«Va bene, sfida accettata... vi diamo quarantacinque minuti, ma non un solo secondo in più» risponde il leader prima di iniziare a incamminarsi verso il Backstage.
Anche gli altri lo seguono e mentre lo fanno ci lanciano delle occhiate impassibili, tutti tranne Springtrap e Foxy che sono già convinti di aver vinto. La porta del magazzino si chiude e noi due restiamo completamente sole, tutta la spavalderia che ero riuscita ad accumulare svanisce rapidamente nel nulla e vado nel panico non appena sento il pugno di Clara che colpisce il mio braccio.
«Ma ti è finita della cenere nel cervello?! Ti ho retto il gioco, ma non potevi farti venire un'idea migliore?» esclama prima di passarsi una mano sul viso per la disperazione.
«Almeno io ho guadagnato tempo, se non fosse stato per me a quest'ora potevamo tanto essere là dentro con loro» ribatto incrociando le braccia al petto.
«Il problema è che qui non ci sono nascondigli! Le porte dell'ufficio sono fuori uso, le stanze come la cucina o i bagni sono facilmente accessibili, i condotti di ventilazione sono un'arma a doppio taglio che possono renderci delle prede facili e infine se facciamo troppo casino e disturbiamo la marionetta quella esce dal suo pacco regalo e ci concia per le feste!» dice in preda al panico.
Faccio finta di ascoltarla mentre continua a elencare quanto per noi questo posto sia pericoloso dato che non abbiamo nessun luogo sicuro dove nasconderci, nel frattempo mi rigiro più volte la torcia che ho sempre tenuto con me e cerco di pensare a una soluzione. Dobbiamo trovare una zona dove ripararci per almeno un'ora e poi lunedì tutto tornerà esattamente come prima, ma solo se quei maledetti mostri non riescono a trovarci prima. Sgrano gli occhi non appena realizzo che effettivamente abbiamo un posto dove poterci rintanare.
«Per non parlare poi di quei quattro psicopatici che sicuramente liberanno per farsi aiutare a scovarci» il discorso pessimistico di Clara continua senza sosta, ma io lo metto a tacere non appena infilo una mano nella tasca dei suoi pantaloni ed estraggo la chiave magnetica che precedentemente aveva preso.
«Andiamo» dice subito dopo capendo immediatamente la grandissima possibilità che abbiamo.
Senza perdere altro tempo ci rechiamo immediatamente verso l'ascensore che conduce alla Circus Baby's Pizza World. Mi sembrano trascorsi secoli dall'ultima volta che abbiamo messo piede nel locale sotterraneo destinato alle feste private, ma a quanto pare l'ora di ritornarci è giunta. La chiave magnetica è stata un'aggiunta arrivata successivamente alla sua apertura, l'ascensore è riservato soltanto al personale dato che l'entrata per il pubblico è in un luogo più accessibile e meno nascosto, ma nonostante ciò molta gente ne faceva uso finendo in luoghi destinati soltanto agli impiegati e, proprio per questo motivo, è stata trovata questa soluzione. Ovviamente noi due non avendo più la necessità di dover andare laggiù non siamo mai entrate in possesso di una sua copia, infatti mi chiedo ancora adesso come abbia fatto il piccolo androide a fornircene una.
La discesa è piuttosto tranquilla, purtroppo però quando l'ascensore entra in funzione chi resta al piano superiore lo nota e quindi è molto probabile che, non appena quel branco di assassini non riuscirà a trovarci da nessuna parte, verranno tutti a cercarci quaggiù. C'è molta ostilità tra di loro e quindi non saranno felici di sapere dove ci troviamo, ricordo ancora il forte odio che c'è stato all'inizio per la comparsa nei nuovi arrivati, nessuno di loro ha mai accettato il fatto che da quel momento in avanti avrebbero dovuto condividere la scena con qualcun altro che possiede una tecnologia più avanzata della loro. Purtroppo il passaggio per arrivare all'ufficio è sempre il solito inquietante condotto che questa volta non è accompagnato dalla voce robotica che in passato avevamo battezzato con il nome di Lucio.
«Magari una nostra vecchia conoscenza può darci una mano» dico non appena arriviamo nell'ufficio che è completamente avvolto dalle tenebre, il che è anche comprensibile dato che non ha bisogno di essere messo in funzione siccome non c'è nessuna guardia a controllarlo.
Accendo la torcia, ma nonostante abbia premuto più volte il bottone questo maledetto aggeggio non intende emettere il men che minimo fascio di luce. Apro il coperchio per controllare e sussulto non appena vedo che mancano le batterie; a quanto pare quelle maledette creature avevano previsto anche questo e sono stati molto furbi. Più passa il tempo e più loro ci studiano, infatti hanno imparato a conoscere i nostri pensieri e fanno sempre il possibile per tentare di anticiparci. Fortunatamente mi ricordo dell'altro dono che ci ha fatto Balloon Boy, infatti estraggo dalle tasche le batterie e le inserisco nella torcia che finalmente si mette in funzione.
Successivamente passiamo in un altro condotto che è quello centrale. Non abbiamo la men che minima intenzione di andare a disturbare il ballerino, la volpe albina e l'orso bianco, loro non sanno che siamo qui e devono continuare ad esserne all'oscuro, ma soprattutto non lo deve scoprire quella piovra meccanica conosciuta meglio come Ennard. Non appena mettiamo piede fuori dal condotto ci ritroviamo nella sala di controllo dedicata alla stella del locale sotterraneo, naturalmente la stanza è tutta buia e non c'è niente in funzione, ma non possiamo fare a meno di notare due luminosi occhi verdi che risplendono nelle tenebre e ci fissano.
«Mi pareva di aver sentito qualcuno, cosa vi porta qui? Non ci vediamo da molto tempo, quindi presumo che sia successo qualcosa di veramente grave» domanda tranquillamente mentre ci osserva con un'espressione autoritaria.
A mali estremi bisogna ricorre a estremi rimedi, infatti la sua intuizione è più che corretta e gli raccontiamo, mantenendo sempre un'adeguata distanza di sicurezza, tutto quello che sta succedendo. Il clown non smette di fissarci per un solo istante e ogni tanto sento il suono delle sue placche facciali che si muovono, a volte mi dimentico di questo piccolo e inquietante dettaglio. Non sembra affatto sorpreso di vederci qui, inoltre non è nemmeno infastidito dalla nostra presenza, a quanto pare non si è dimenticato del fatto che tra noi non c'è mai stata nessun genere di ostilità.
«E pensate di trovare riparo qui? Sapete che non appena vedranno che l'ascensore è stato messo in funzione quelle scocciature verranno quaggiù, vero?» domanda senza mai smettere di fissarci.
«In realtà siamo qui per chiederti una mano» dico senza nascondere la mia disperazione, dopotutto la situazione è tragica e quindi è inutile fare finta di niente.
«E di preciso come dovrei aiutarvi?» chiede mentre si alza dalla sedia sulla quale era appoggiato.
«Oh andiamo, tu sei Circus Baby... hai una tecnologia molto più avanzata di quegli ammassi di ferraglia, sono sicura che troverai un modo per aiutare le tue vecchie amiche» interviene Clara di punto in bianco.
«Non occorrono queste ovvie lusinghe, vi aiuterò in ogni caso ma sappiate che siete in debito con noi» dice guardandoci dall'alto.
«Con voi?» domandiamo io e la bionda all'unisono.
La risposta che ci arriva non è a parole, ma in ogni caso è molto chiara. Oltre agli occhi verdi di Circus Baby ne compaiono altre tre paia che sono magenta, blu e gialli. Sussulto per lo spavento ma soprattutto per la sorpresa perché non mi ero affatto resa conto della loro presenza, sono estremamente felice di sapere che abbiamo fatto le guardie notturne quaggiù soltanto per una settimana perché questo quartetto è veramente letale e personalmente lo reputo molto più pericoloso e intelligente di tutti quelli che stanno al piano superiore.
«Prendete questa» ordina la volpe bianca prima di lanciarci qualcosa.
Essendo molto buio non ho la più pallida idea di cosa si tratti, ma non ho nemmeno il coraggio di riaccendere la torcia perché ricordo molto bene che Funtime Foxy è terribilmente sensibile alla luce. Per fortuna c'è comunque un minimo di luminosità dovuta ai loro occhi e Clara, che ha i riflessi più veloci dei miei, riesce ad afferrare il piccolo oggetto.
«Una chiave?», chiede leggermente confusa «ha una forma strana, che cosa apre?».
«L'ufficio del direttore» risponde Funtime Freddy senza inutili giri di parole.
Si può sapere come diamine fanno questi androidi a trovare degli oggetti del genere? Credevo che la chiave del direttore fosse unica e che non ne esistesse nessuna copia, quindi da dove salta fuori questo piccolo pezzetto metallico? Non riesco a capire a cosa possa servirci, l'ufficio di quel maledetto bastardo si trova nell'atrio che divide l'ingresso principale della struttura e la porta d'accesso alla prima pizzeria, quindi è molto difficile da raggiungere ora come ora.
«Perché avete quelle espressioni smarrite? Vi ricordavo più furbe», ribatte il capo del circo «nel suo ufficio, tramite il computer, è possibile accedere ai sistemi di tutti i robot, in poche parole al suo interno ci sono tutti i nostri comandi».
«Restate quaggiù fino a quando è sicuro, poi Funtime Freddy vi accompagnerà nella Breaker room», interviene il ragazzo dai capelli blu «dovete solo stare attente a Ennard, ma Jasmine tu dovresti conoscere il passaggio che userete».
Il primo collegamento che mi viene in mente con Ennard è quel maledettissimo e minuscolo ascensore che uso per raggiungere la Boiler room. Se dobbiamo passare di lì allora la vedo veramente dura la nostra risalita, so molto bene che tra la Circus Baby's Pizza Word e la Freddy Fazbear's Pizza ci sono i sotterranei, quindi ci toccherà andare nella Breaker room e scendere prima di arrivare in cima.
Restiamo in completo silenzio e ci rendiamo conto che manca soltanto un misero quarto d'ora prima delle cinque del mattino, spero che quel branco di psicopatici ci metta parecchio tempo prima di realizzare che ci siamo rintanate quaggiù, questo anche perché se dovessero venire a sapere che ci siamo rivolte a loro potrebbe finire molto male per tutti. Non conosco precisamente la strada da prendere per raggiungere i sotterranei, anche perché quando percorro quella discesa mi devo concentrare sulla piovra metallica e quindi non ho molto tempo per guardarmi intorno.
Restiamo avvolte nelle tenebre insieme a loro fino alle cinque in punto, un brivido mi percorre la spina dorsale non appena mi rendo conto che la scommessa è ufficialmente iniziata. Non abbiamo mai avuto un accesso diretto ai comandi degli androidi e quindi non so minimamente come agire quando me li troverò di fronte.
«Premete semplicemente sull'opzione "disattiva"» dice Circus Baby come se mi avesse letto nel pensiero.
«Rischiate anche voi di finire disattivati e se vi tengono operativi con una modalità notturna è proprio per evitare che subiate qualche guasto, non correte il rischio di avere un malfunzionamento?» domanda Clara ricordando quello che ci è stato costantemente ripetuto da quando lavoriamo qui.
«Noi in un modo o nell'altro possiamo essere riparati, inoltre se il lasso di tempo non è troppo lungo potrebbe anche non succederci nulla», risponde la volpe albina «inoltre non mi sembra il momento di fare le altruiste, salvatevi la pelle e basta, con la nostra tecnologia avanzata non avremo problemi».
◊◊◊
In men che non si dica si fanno quasi le cinque e mezza, devo ammettere che non ho mai smesso di tremare durante tutta questa mezz'ora, soprattutto per il fatto che quei pazzi potrebbero raggiungerci in qualsiasi momento. Io e Clara siamo rimaste in silenzio, esattamente come le stelle del locale sotterraneo, però questo non ha fatto altro che incrementare la tensione. Ogni tanto era possibile udire qualche tonfo provenire dai piani alti, posso solo immaginare come stanno riducendo le varie sale pur di trovarci e posso essere solo felice di trovarmi qui. Continuiamo a restare in silenzio, ma improvvisamente Funtime Freddy si muove ed entra nel condotto per poi dirigersi nell'ufficio. Io e la bionda restiamo piuttosto perplesse dato che non capiamo il motivo di questa sua azione.
«Volete un invito per iscritto? Forza seguitelo, è arrivato il momento di andare» ci avvisa il ballerino guadandoci con fare ovvio.
«Non avete sentito l'ascensore mettersi in funzione? Stanno arrivando» aggiunge la volpe tralasciando il fatto che il nostro udito non è minimamente paragonabile al loro.
Devo ammettere che ci hanno messo più tempo del previsto a considerare l'opzione di poterci venire a cercare qui, ma dopotutto nessuno di loro poteva immaginare che eravamo entrate in possesso della chiave magnetica e quindi non è stato sicuramente il loro primo pensiero. Abbiamo più di mezz'ora che ci separa dalla fine di questo incubo, però non posso fare a meno di essere preoccupata per Ennard, non ci resta che sperare che si trovi da qualche altra parte. Ci giriamo e ci rechiamo velocemente verso il condotto e, mentre ci allontaniamo dalla sala di controllo, sentiamo la voce di Circus Baby dire "siete in debito con noi".
Non ci mettiamo molto a raggiungere la Breaker room, infatti nel giro di cinque minuti la nostra salita sta per cominciare.
«Scendete nella sala prima della fine della corsa, andate fino in fondo e arrampicatevi verso il condotto di ventilazione più in alto», spiega Funtime Freddy mentre si allontana «in questo modo arriverete direttamente nei sotterranei dove vi rintanate sempre, buona fortuna».
Non so come faccia a sapere tutte queste cose, ma non è di certo questo il momento di farsi queste domande. Io e la bionda siamo appicciate all'interno di questo minuscolo ascensore, come riusciamo a starci entrambe è un mistero ma la nostra bassa statura una volta tanto gioca a nostro vantaggio. Il viaggio non è molto lungo e io illumino la zona per controllare che non ci sia nessuno, stiamo in silenzio e prestiamo attenzione a ogni misero rumore. Per nostra grande sorpresa non troviamo nessuno e, esattamente come ci è stato indicato dal robot, scendiamo nella sala che è in grado di condurci nei sotterranei. Cammino tenendomi stretta la torcia e la punto verso l'alto per cercare il condotto.
«Eccolo, per fortuna è aperto e non ci sono delle grate a bloccarlo» commento non appena riesco a individuarlo.
«Da come sono state disposte quelle casse sembra quasi che non siamo le prime a usarlo» dice Clara facendo un'osservazione piuttosto accurata e pertinente.
Se è già stato usato oppure no questo non cambia il fatto che ora noi due dobbiamo passare di lì. Sono abbastanza sicura che i sotterranei saranno deserti dato che il loro unico accesso era bloccato dai robot e quindi daranno per scontato che non ci troviamo lì, questo anche perché ora sono convinti di trovarci nella Circus Baby's Pizza Word. Ci avviciniamo alle casse e iniziamo ad arrampicarci, ma improvvisamente un tetro rumore metallico attira la mia attenzione. Punto la torcia verso l'origine del suono e, esattamente vicino alle casse, troviamo Ennard che spalanca il suo occhio luminoso.
«Questa sì che è una sorpresa», commenta il robot e il fatto di averlo di fronte a noi senza niente che possa proteggerci da lui ci manda nel panico «o forse no, dopotutto ho sentito quello che avete detto al pagliaccio e al resto del suo zoo» aggiunge ridacchiando e peggiorando il nostro stato d'animo.
«Eri della sala di controllo?!» esclamo esterrefatta.
«Si vantano tanto della loro tecnologia avanzata, ma in fondo non sono così svegli se non si sono nemmeno accorti di me» dice mentre cammina verso di noi «ma oggi è il vostro giorno fortunato, perché ho qui qualcosa di molto importante che vi servirà per quello che avete in mente di fare» spiega mentre ci mostra un foglietto che tiene tra due dei suoi artigli.
«Perché ci vuoi aiutare?» chiede Clara con molta diffidenza.
«Perché non voglio che quel branco di inetti vi faccia fuori, potrei benissimo farlo io ora ma non ci sarebbe nessuno a vederlo e, di conseguenza, non sarebbe poi così divertente», risponde il robot dandoci questa tetra motivazione «piuttosto che dare soddisfazione a quegli idioti preferisco aiutare voi sacchi di carne, ora però basta con le domande», ordina severamente prima di allungare il suo braccio metallico verso di me e porgendomi il pezzo di carta «prendetelo e sparite dalla mia vista prima che cambi idea».
Non ce lo facciamo ripetere due volte e, dopo aver preso il foglietto, ci arrampichiamo velocemente sulle casse per poi attraversare il condotto di ventilazione. Per nostra fortuna ho ancora con me la torcia, infatti la uso per illuminare la strada per raggiungere la scala che ci condurrà alla porta di legno. Esattamente come avevo immaginato non c'è nessuno nei sotterranei, quindi possiamo muoverci velocemente senza correre il rischio che qualcuno ci salti addosso. In men che non si dica raggiungiamo il magazzino che ovviamente troviamo vuoto, dopodiché apro la porta del Backstage e sporgo di poco il viso per vedere se c'è qualcuno nei paraggi.
«Campo libero» sussurro prima di uscire dallo stanzino.
Raggiungere l'ufficio del direttore si rivela piuttosto semplice, infatti avendo la chiave non c'è nulla che ci impedisce di entrare. La stanza è completamente buia, ma mi basta puntare la torcia verso il fondo della sala per riuscire a vedere immediatamente il computer di cui ci avevano parlato. Clara si fionda subito sul portatile e lo accende.
«Serve una password» dice la bionda stringendo i pugni con rabbia.
Improvvisamente mi ricordo del pezzo di carta che ci ha consegnato Ennard, lo estraggo dalla tasca e lo apro. A quanto pare il robot non scherzava quando diceva che ci sarebbe servito per proseguire con il nostro piano, infatti i numeri che ci sono scritti hanno tutta l'aria di essere il codice di accesso che serve per sbloccare il computer. Mostro i numeri a Clara e lei inizia a scriverli uno dopo l'altro: 2, 3, 2, 3, 4, 2, 2, 3, 5, 4, 4, 3, 2, 1. Quando preme invio per nostra immensa gioia la schermata cambia e finalmente abbiamo accesso a tutte le varie cartelle presenti sul desktop.
«Bingo!» esultiamo a bassa voce.
Clara inizia seduta stante a guardare tutti i file che riesce a trovare nella speranza di imbattersi nel software collegato agli androidi. Nel frattempo io controllo la porta e tengo il fascio di luce puntato contro la tastiera in modo da permettere alla mia amica di vedere quello che sta facendo. Mancano più di venti minuti alla fine del nostro turno, in questo lasso di tempo potrebbe succedere di tutto e la situazione potrebbe capovolgersi in qualsiasi momento.
«Trovato!» annuncia Clara con fierezza.
La nostra gioia svanisce nel giro di tre secondi non appena vediamo la porta dell'ufficio spalancarsi con un calcio. Sussulto per lo spavento, non mi serve nemmeno puntare la torcia verso l'ingresso dato che riconoscerei le figure di Springtrap e Golden Freddy ovunque, non importa quanto buio possa essere perché le loro sagome e i loro occhi iniettati di sangue sono inconfondibili. Restiamo fermi tutti e quattro a fissarci, la tensione che si è creata mi manda fuori di testa e sento che potrei svenire da un momento all'altro.
«Non so come abbiate fatto a entrare qui e non so quale strada abbiate preso per andarvene dalla Circus Baby's Pizza Word, ma sappiate che in ogni caso per voi due è finita» dice Springtrap mantenendo lo sguardo inchiodato su di me.
Con la coda dell'occhio intravedo Clara che lentamente muove il mouse per avvicinare, senza che nessuno se ne accorga, la freccetta sull'opzione "disattiva". I suoi movimenti sono quasi impercettibili, ma alla fine è giusto che sia così dato che quei mostri sono degli attenti osservatori, infatti se dovessero scoprirla correrebbero subito da noi e lei non farebbe sicuramente in tempo a cliccare il tasto destro del mouse.
«Allontanatevi da quel computer o giuro che la pagherete cara, già siete nei guai fino al collo per esservi permesse di chiedere aiuto alla concorrenza, quindi vedete di non peggiorare la situazione e noi faremo in modo che la vostra morte sia indolore» aggiunge Golden Freddy stringendo i pugni per la rabbia.
Nessuna delle due osa e soprattutto vuole muovere un muscolo. Se pensano sul serio che faremo quello che ci ha appena chiesto l'orso dorato allora hanno capito proprio male, siamo a un passo dalla salvezza e non è questo il momento di tirarsi indietro, non dopo tutto quello che abbiamo passato in queste sei ore. Non appena i due androidi vedono che non stiamo facendo quello che ci è stato ordinato perdono completamente le staffe. I loro occhi diventano completamente nere e la pupilla è la sola cosa luminosa che si riesce a vedere, dopodiché si fiondano immediatamente contro di noi.
«Disattivali!» esclamo in preda al panico.
Lancio un urlo di dolore non appena sento la mano di Springtrap afferrarmi la gola, la sua stretta è talmente forte che il mio osso del collo potrebbe spaccarsi da un momento all'altro. Mi sento mancare il respiro e sono sul punto di perdere i sensi, ma un "click" mi riporta subito alla realtà. I due androidi indietreggiano barcollando lasciandoci andare, mi massaggio la gola e riprendo fiato mentre li osservo. I loro occhi tornano normali, ma perdono tutta la loro luminosità dato che si stanno spegnendo e, nel giro di pochi secondi, cadono a terra completamente disattivati.
Mi lascio scappare un sospiro di sollievo e lentamente riacquisto la calma. Per un attimo ho temuto veramente il peggio, ero quasi convinta che Clara non sarebbe riuscita a premere il tasto in tempo, ma per fortuna non è andata così. Dopo esserci calmate iniziamo a dirigerci verso l'uscita dell'ufficio, ma qualcuno si para davanti a noi bloccandoci la strada e facendoci urlare per lo spavento. Quando realizziamo di chi si tratta non possiamo fare a meno di imprecare.
«E tu da dove salti fuori?!» esclamiamo io e Clara all'unisono.
La misteriosa figura non è altri che Balloon Boy che è ancora perfettamente attivo e funzionante, ma come diavolo è possibile? Questo ragazzino nasconde troppi segreti, ma d'altro canto sono felice che si tratti di lui e non di qualcuno di più letale. Clara torna alla scrivania e guarda il computer per tentare di trovare una spiegazione logica, nel frattempo io mi guardo intorno preoccupata dell'eventualità che possa comparire anche qualcun altro.
«Erano selezionati soltanto gli androidi principali, questo vuol dire che lui, Puppet, Ennard, Shadow Freddy e Shadow Bonnie sono ancora in funzione», annuncia la bionda passandosi una mano sul viso «ma tutti gli altri sono fuori uso ed è questo quello che conta».
«Avete intenzione di lasciarli lì?» domanda il ragazzino riferendosi al duo della giostra degli orrori.
«Se fosse per me li butteri in un cassonetto, ma tu non ti preoccupare e grazie ancora per quello che hai fatto», dico guardandolo dall'alto «con loro avevamo fatto una scommessa e dato che l'abbiamo vinta a te non succederà niente per quello che hai fatto questa notte, ora torna pure nella tua postazione che sono quasi le sei».
Senza aggiungere un'altra parola il piccolo ragazzino meccanico fa quello che gli ho chiesto. Io e Clara restiamo nell'ufficio del direttore e aspettiamo la fine del nostro turno. Non ho la minima intenzione di andare a vedere quello che è successo negli altri locali durante la nostra assenza, ma dai suoni che eravamo riuscite a sentire posso solo intuire che il posto è stato messo completamente a soqquadro.
Le sei del mattino arrivano e mi sembra un miracolo che tutto questo sia finalmente giunto al termine, non intendo ripetere una cosa del genere in futuro, poco importa quello che dice il nostro contratto perché la sottoscritta ci tiene alla propria pelle. Non passano nemmeno dieci minuti che la luce dell'ufficio si accende e fa il suo ingresso il direttore che ha una faccia a dir poco allibita.
«Si può sapere che è successo di qui dentro?! Perché gli androidi sono spenti?! Come avete fatto voi due a entrare nel mio ufficio?!» domanda incredulo l'uomo che è vestito di viola come al suo solito.
«Lo sai che è successo», risponde Clara sibilando con rabbia «e dopo quello che ci hai fatto passare ti conviene evitare di farci una ramanzina, piuttosto ritieniti fortunato che hai ancora delle guardie notturne».
«Ora se vuoi scusarci noi due torniamo a casa, ci vediamo lunedì» aggiungo facendo un lieve ringhio prima sorpassarlo e di uscire dall'ufficio.
Mentre noi due lasciamo la struttura arriva il resto del personale che, purtroppo per loro, dovranno rimediare ai danni che hanno combinato quegli ammassi di ferraglia durante la notte. Non saprei dire quanto sia messo male il posto dato che non siamo andate a controllare, ma detto con tutta la sincerità del mondo non mi interessa proprio, questo non è un nostro problema. Ora tutti loro dovranno pulire, riportare gli androidi al loro posto, aspettare il momento del loro riavvio e, nel caso ci fosse qualche malfunzionamento, rivolgersi ai tecnici per sistemare il guasto che si è creato.
Non vedo l'ora di tornare a casa e di buttarmi nel mio amato letto per dormire, sono stanca morta e adesso a causa di questo turno supplementare ho delle ore di sonno arretrate. Sappiamo che il direttore non avrà niente da dirci perché non può permettersi di perdere noi due come guardie notturne, quindi se non vuole ritrovarsi con del personale in meno gli conviene evitare di infastidirci con inutili prediche.
Halloween è finalmente giunto al termine e io non potrei esserne più felice. Ora l'unica cosa a cui devo pensare è tornare a casa e riposarmi. Quello che succederà lunedì non mi preoccupa, dopotutto fa parte della nostra solita routine e inoltre ci toccherà sorvegliare la prima zona, quindi avremo il vantaggio delle porte blindate dalla nostra parte. L'unica cosa che un pochino mi allarma sono le parole di Circus Baby: "siete in debito con noi", non so cosa questo implichi ma ho un brutto presentimento a riguardo. Faccio il possibile per non pensarci e, mentre cammino al fianco di Clara, posso solo rallegrami del fatto che anche questa volta ne siamo uscite vincitrici.
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Fine dello speciale!
Spero vi sia piaciuto :)
Non ho mai scritto così tanto per Wattpad in tutta la mia vita, quindi in caso dovesse esserci qualche errore di battitura che mi è sfuggito vi chiedo di chiudere un occhio.
Ci tenevo a fare qualcosa per la notte di Halloween siccome ultimamente non sono stata molto attiva sulla piattaforma, ma come molti di voi già sapranno sono alle prese con l'università quindi è normale che il mio tempo scarseggi. Inoltre a causa di questa pandemia non credo che si potrà fare molto questa sera, quindi ci tenevo a lasciarvi qualcosa per potervi intrattenere un po'.
È passato parecchio tempo dall'ultima volta che ho scritto qualcosa a tema FNaF, quindi spero che questo ritorno e i vari riferimenti ai miei vecchi libri vi abbiano fatto piacere. Onestamente a me tornano in mente fin troppi ricordi.
Vi ringrazio ancora per aver letto e vi auguro un felice Halloween!
Detto questo vi saluto!
Al prossimo libro 👋
Ciaooo 🎶
Instagram: fnaf_my_smile (account del profilo) e sara_franzii (account personale).
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