XI. VINCITE

"Sono convinto che questa sia
L'ora mia, il momento perfetto per me
Dicono sempre che è il turno degli altri
Ma non mi sento secondo a nessuno"
«Momento perfetto», Ghemon

<<Il segreto delle arti è quello di correggere la natura>> dice Chiyo, alzando lo sguardo. <<Come?>> domanda Komori, colto di sorpresa dall'affermazione improvvisa della sua amica.

<<È una frase di Voltaire>> specifica lei, guardandolo. <<Filosofo francese, uno strano, parecchio anche>> ride poi, troncando l'eventuale richiesta di spiegazioni.

<<Comunque, stasera ci sarai, vero?>> le chiede il ragazzo, aspettandosi già una risposta negativa.

Prima di parlare, Chiyo prende un lungo respiro. Di solito lo fa quando sta per dire qualcosa che non le va molto bene. <<Purtroppo sì>> sibila <<Ci sono fino all'annuncio delle borse di studio, poi sloggio e torno a casa>>.

<<Un record, direi>> ride Komori, alzandosi dal divano. <<Vuoi qualcosa da bere?>> le chiede successivamente, diretto in cucina.

<<L'acqua mi va benissimo>> dice la ragazza, mettendo in pausa il film che ormai era diventato utile solo come sottofondo.

Poco dopo, Motoya torna con due bicchieri d'acqua e li appoggia sul tavolino. <<Chi, per quante borse di studio sei in lista?>> domanda.

<<Due, artistiche e letterarie. Tu?>> fa lei, prendendo un bicchiere.
<<Anche io sono a due, meriti sportivi e media generale>> si risiede sul divano. <<Ma non vinco, te lo assicuro>>.

Certo, come no. La "Media generale" è un'altra categoria premiata, vieni inserito se hai voti alti in tutte le materie, e con "tutte" si intende davvero tutte.

<<Sai se Sakusa è in qualche lista?>> domanda la ragazza, portando gli occhi a terra. <<O meglio, se ci sarà più tardi>>.

Sono solo le undici di mattina del sabato più desiderato dell'anno.

<<Allora quello che mi ha detto Ayame è vero!>> ride Komori, buttando la testa all'indietro <<Comunque sì, ci viene alla premiazione>>.

<<Cosa ti ha detto?>> la ragazza cambia subito discorso, riferendosi alla prima parte della risposta.

<<Ti piace Sakusa?>> sorride. Chiyo si limita a distogliere lo sguardo.



La ragazza cammina nervosamente avanti e indietro, sfregandosi le mani. Certo, non è la sua prima mostra scolastica, ma l'ansia del "fare bella figura" rimarrà per sempre, nonostante il numero di esposizioni fatte.

Guarda i suoi stivaletti con tacco, che stranamente non hanno ancora iniziato a farle male ai piedi. Guarda il suo vestito, quello che ieri era andata a comprare dopo milioni di complessi. Il suo vestito, nero pece.

Sblocca lo schermo del telefono e usa la videocamera interna come specchio. I capelli sono ancora in ordine, ondulati e raccolti in una mezza coda. Anche il trucco è okay, l'eyeliner e il mascara non hanno sbavato.

<<Chi-chan! Oddio, come sei vestita?!>> esclama Ayame, incredula. <<Ma l'abito rosa? Che fine ha fatto? Non dirmi che sei andata in quel negozio per prendere questo!>> continua, sorpresa.

<<Ehm...>> l'amica non sa cosa rispondere. Sono frasi ironiche o è seria? Si è offesa per la scelta "dell'ultimo minuto" di cambiare outfit?

<<Chi, sei divina>> le dice, tutto d'un fiato. A Chiyo, per un attimo, manca il respiro.
Le due si abbracciano, come fanno sempre prima di una mostra.

<<Sezione uno, posto tre>> le sussurra Ayame <<Mi trovi lì>>.

<<Sezione quattro, posto sette>> risponde l'altra, staccandosi dall'abbraccio e avviandosi verso le scale.

È quasi ora di aprire l'esposizione.

Ci sono delle case sparse per tutta la zona allestita cosicché, nel caso di comunicazioni interne, tutti le possano sentire, anche se si trovano lontani dall'entrata.

Chiyo è vicina alla sua piccola area, dove ha esposto le sue repliche de "Il Bacio" di Klimt e "Gli amanti" di Magritte. Visti da vicino creano proprio un bell'effetto visivo, grazie anche al contrasto delle tonalità usate.

Le esposizioni sono anche il momento giusto per gironzolare e guardare i lavori degli altri. A Chiyo piace farlo. Ama osservare lo stile altrui e rubarne un pezzo.

Nella società moderna, "rubare" è sbagliato, sottrarre un bene ad un'altra persona viene considerato un crimine. Ma nell'arte no. Nell'arte è lecito farlo. Specialmente se non sei ancora un artista di fama mondiale.

Quando inizi a disegnare devi per forza guardare il lavoro di qualcun altro. Devi avere un punto di riferimento, anche senza spiegazioni o istruzioni, il cervello impara le tecniche di base. Compone forme, abbina i colori e associa l'immagine. Devi avere un punto di partenza.

Successivamente, si sviluppa uno stile, che però deve essere ancora perfezionato nei dettagli. Qui di solito si guardano i quadri degli altri, e appena ne si vede uno che fa pensare "Cavolo, io voglio dipingere così", bingo, hai trovato un tesoro. Solo guardando gli altri ci si rende conto di cosa piace e cosa non piace.

A Chiyo piacciono i suoi lavori, almeno per una volta è fiera del suo percorso.

Ci sono ancora poche persone nella sezione quattro della mostra, in quanto l'ultima e anche la più piccola tra tutte. La ragazza decide di spostarsi dal suo blocco e andare verso il primo settore, dov'è la sua migliore amica.

Ogni tanto si ferma per dare un'occhiata alle altre opere. C'è chi ha utilizzato la tecnica del puntinismo per replicare i quadri di Van Gogh, chi ha creato delle sculture contemporanee con materiali di recupero e chi ha presentato degli sketchbook ricchi di bozzetti.

Nell'arte non ci sono limiti.

È proprio quando si sta avvicinando allo spazio di Ayame che li vede, Sakusa e Komori, intenti ad osservare le opere della sua migliore amica.

<<Heilà!>> saluta i tre, raggiante. Gli eventi come questi le hanno sempre messo il buonumore.

<<Chichi, il vestito ti sta benissimo>> Komori le fa i complimenti, guardando l'abito nero che sta indossando.

Sakusa fa solo un cenno con la testa. Successivamente, Ayame torna a spiegare i suoi lavori ai due amici.

Solo ora Chiyo ha l'opportunità di guardare meglio il vestito della sua migliore amica. Ne ha scelto uno rosso, scollo a cuore, le arriva sopra le ginocchia, ricoperto di sbuffi di tulle. Riflette la sua personalità.

Poi, osserva le opere esposte nello spazio. Riconosce subito "La scuola di danza" di Degas, l'altro quadro le crea qualche problema in più. C'è una donna dietro ad un bancone, degli specchi sullo sfondo ritraggono delle persone all'interno di un bar.

<<"Il bar delle Folies-Bergère">> sussurra, precedendo la sua amica nel discorso, facendo prendere un infarto a Komori.

<<Ti prego, non farlo mai più>> ride il ragazzo, spaventato dall'improvvisa comparsa dell'amica.

<<Non pensavo la riconoscessi, Chi>> ride Ayame, <<Manet è meglio di Monet, comunque>> aggiunge dopo.

<<Questa non te la faccio passare, mi dispiace>> risponde l'amica, iniziando la discussione per antonomasia.

Sakusa e Komori si limitano ad ascoltare il confronto ironico tra le due, capendoci poco e niente. Al più alto però, piace sentire Chiyo parlare di arte, come ormai si è capito.

<<Chi— Takahaki, dove sono i tuoi quadri?>> è proprio lui ad interrompere il dialogo, con una domanda in un certo senso spiazzante.

<<Oh>> la ragazza si trova ad essere colta di sorpresa. <<Sono al piano di sopra, se ti va di passare dopo...>> farfuglia poi, sperando di aver fatto una figura più o meno decente.

<<Anche adesso>> bastano queste parole per far calare il gelo. L'atmosfera glaciale è dovuta alla sorpresa collettiva, perché di solito non ci si aspettano uscite del genere da parte di uno come Sakusa.

Chiyo si limita a fare cenno di seguirla, ancora troppo frastornata per proferire parola. Il ragazzo le cammina vicino, qualche passo più indietro rispetto a lei.

La giovane prende dei respiri profondi, come se si dovesse calmare al più presto a causa di qualcosa, qualcosa che non vuole ammettere.

<<Questo lo stavi dipingendo quando ero entrato nella tua aula>> cosa ancora più inaspettata, è lui a iniziare la conversazione sulle opere in esposizione.

<<Sì, è proprio quello. Ero indecisa se esporlo o replicare un altro quadro, ma alla fine ho mantenuto l'idea originale>> spiega Chiyo, avvicinandosi un po' di più all'opera, osservando tutti i minimi particolari.

<<Questo era quello che avevo scelto io>> dice poi, sottovoce, indicando il dipinto accanto. <<"Gli amanti">> aggiunge, impressionando di nuovo la ragazza vicino a lui.

A Chiyo manca il fiato. Ormai ha perso il conto di quante volte ha smesso di respirare stasera.
Ricordarsi il nome di un quadro, di per sé, è abbastanza insignificante. Un nome associato ad un'immagine visiva, come si fa con le foto dei cantanti o attori famosi: vedi una foto e ricolleghi il loro nome. Semplice, normale, idiota come concetto.

La carta che scombina tutto questo è Sakusa, perché a lui di arte non è mai interessato nulla. Non che la odiasse, ma non la capiva e non gli andava di fare lo sforzo di disegnare. È quello che rende una banalità un qualcosa di fantastico.

Sakusa sa che per Ayame forse non l'avrebbe fatto. Per lei e per tutte le altre ragazze non si sarebbe mai interessato così tanto. La sua eccezione è Chiyo.

Chichi, quella ragazza che ha voluto stravolgere se stessa per piacere ad un altro, rimanendoci ferita. Chichi, quella ragazza che è tornata a vestirsi di nero e a sentirsi a proprio agio sulle suole da cinque centimetri. Chichi, quella ragazza che tutti considerano "strana" in senso negativo.

<<Te lo sei ricordato>> sussurra lei, quasi incredula alle parole del suo amico.
Sakusa annuisce e non aggiunge altro.

La coppia rimane lì, piantata a guardare i quadri appesi alla parete dietro ad essi. È uno di quei pannelli di un materiale non ben definito, talvolta legno, talvolta più plasticoso, quelli che si usano nelle esibizioni temporanee, facili da mettere e togliere.

Il ragazzo si ricorda ogni passaggio della sua prima, vera conversazione con Chiyo. Un dialogo nato quasi per caso mentre lei dipingeva la replica di Klimt, un quadro di cui a lui interessava poco e in cui non coglieva alcun significato.

Oggi, davanti allo stesso lavoro, guarda tutto. Prova a coglierne i particolari che tempo fa non avrebbe nemmeno degnato di un'occhiata veloce. Vede la donna, stretta in un abbraccio laterale. Accanto a lei l'uomo, che le fa passare un braccio dietro le spalle, la stringe a lei e le bacia il volto, come per dire "Io ci sono, ti proteggerò".

Se non avesse conosciuto Chiyo, se non fosse andato in quell'aula al posto di Komori, se non avesse iniziato quella conversazione, ora dove sarebbe? E soprattutto, con chi?

<<Amo come dipingi>> bisbiglia, girando la testa dalla parte opposta. Gli è venuto spontaneo, un pensiero detto a voce alta.

La ragazza sorride. Questo è uno dei complimenti che si ricorderà per sempre. Significa tanto, forse troppo per essere espresso a parole. Un po' come Dante Alighieri, quando nel Paradiso ebbe le visioni celestiali di Dio. Le parole non sarebbero bastate per esprimere il sentimento che provava.

In questo momento apparentemente infinito, una voce dagli altoparlanti avvisa gli studenti dell'assegnazione delle borse di studio. Il tempo è davvero volato, tant'è che tra una mezz'ora circa, in aula magna, si terrà la cerimonia di premiazione.

<<Grazie>> sussurra Chiyo, riferendosi al complimento di prima. Le sembra di aver vinto una gara, ricevere un commento del genere dalla persona di cui si è innamorata. Sì, le piace Sakusa, ora lo ammette. È lui la sua metà, sente di averla trovata.

<<Vado, mi trovi in aula magna, a dopo>> la saluta con un leggero cenno del capo. Lei ricambia.

Chiyo rimane a guardare quei due dipinti appesi davanti a lei. Ora li vede più belli, più luminosi, più capaci di catturare lo sguardo.

Incredibile del come una singola frase possa svoltarti la serata.








🦋🦋🦋🦋🦋
Voglio finire questa storia al più presto.
Oggi ricomincia il mondiale di MotoGP, sono felice :).

Fate i vostri pronostici per la fine, o se non ne avete, scrivetemi cosa ne pensate della storia fino ad ora.

— Arisu

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