VII. ANIMA

"E, sai, sto male, sai, ci ho pianto
Ma siamo amanti come l'amianto
Un po' soffriamo se ci stiamo accanto"
«Amianto», Ariete

Komori non sa dare una data d'inizio a ciò che prova. Non sa nemmeno dare un motivo a quel sentimento. Forse è questo il bello dell'amore, il non sapere il perché di tante cose.

Poi però, Sakusa gli ha raccontato di tutto. Avrebbe dovuto mantenere segrete le conversazioni tra lui e Chiyo, ma il peso che si sentiva addosso era troppo. Sapeva che in fondo, la colpa di quella trasformazione radicale era sua.

Motoya inspira profondamente. Oggi deve avere coraggio. Molto coraggio, per essere precisi. Sente il bisogno di fare una cosa che non si sarebbe mai aspettato di dover fare.

Spera solo che lei capisca.

<<Oggi hai impegni?>> chiede alla ragazza che sta camminando vicino a lui, guardandola con la coda dell'occhio.

<<Devo finire una ricerca>> sospira Chiyo, alzando lo sguardo verso il cielo.

<<Su cosa la stai facendo? Se posso sapere, ovviamente>> domanda di nuovo.

<<È per il mio corso di filosofia>> spiega la sua amica <<Dovevo scegliere un argomento a piacere e farci una ricerca, avevo praticamente carta bianca>>

<<Scommetto che l'hai fatta su Platone>> ride Komori <<È sempre stato uno dei tuoi preferiti, vero?>>

Chiyo si guarda le scarpe, nascondendo il piccolo sorriso che le è apparso in volto. Ecco uno dei motivi per cui Motoya le piace tanto: lui si ricorda dei dettagli, quelle sottigliezze a cui fai attenzione solo quando ti importa davvero di qualcuno.

Le viene in mente del "batti cinque" che lui da ad ogni membro della squadra di pallavolo ogni volta che fanno punto, di quel piccolo morso che si da al labbro inferiore quando vuole trattenere le risate o del segno di "vittoria" fatto con le dita quando si fa i selfie con lei.

<<Hai indovinato>> risponde la ragazza <<Vuoi che ti racconti cosa ho fatto? Giuro, è interessante, anche se sembra un mattone>> scherza poi.

<<Sono tutt'orecchi, impressionami>> sorride Komori.

Una delle cose che ama è sentire Chiyo parlare delle sue passioni. Le ha ripetuto tantissime volte che, nonostante lei continui a negarlo, è brava ad esprimersi anche con le parole.
Lei sarebbe capace di farti interessare pure ad un sasso, se volesse.

<<Platone aveva un'idea precisa sulla filosofia, molto simile a quella di Socrate, ovvero che essa non dovesse dare una risposta immediata, ma deve stimolare il tuo ragionamento verso la fatidica soluzione>>

Lei spiega, lui ascolta.

<<Scrive appunto dei libri, ma in modo diverso, ovvero, usa dei dialoghi e delle discussioni tra vari personaggi per arrivare a delle risposte>> Chiyo è immersa nel suo racconto. Il suo migliore amico la guarda, innamorato.

<<Il mio preferito di questi dialoghi è quello del Simposio>> continua Chiyo, facendo ondeggiare le braccia mentre cammina.

<<Di che parla? So che Platone ha trattato tanti argomenti, ogni volta in cui mi parli dei suoi scritti tiri sempre fuori qualcosa di nuovo>> chiede Komori, guardandola.

L'altra si gira verso di lui, lo fissa dritto negli occhi <<Il Simposio parla d'amore>>

Smettono di camminare. Rimangono fermi, gli sguardi incollati. Nessuno dei due ha il coraggio di spezzare questo momento fuori dal tempo.

<<Lo conosci il mito di Aristofane? Secondo lui, originariamente le anime erano a coppie, ma poi vennero divise perché considerate troppo potenti. È così che secondo lui sono nate le anime gemelle>> involontariamente, mentre pronuncia queste parole, Chiyo sorride.

È uno di quei sorrisi che ti fanno sentire male solo a vederli. È uno di quei sorrisi che non vorresti mai cancellare. È uno di quei sorrisi che ti fanno provare tutto.

<<Chichi>> dice Komori, quasi sottovoce <<Secondo te, noi eravamo uniti tanto tempo fa?>>

La ragazza rimane spiazzata, non si sarebbe mai aspettata una domanda del genere da lui.
Si sente mancare la terra da sotto i piedi.
<<Per me...>> farfuglia, incerta su cosa dire.

<<Chi, non dirmi niente>> la ferma lui, <<Non rispondermi>>

Lo sta facendo davvero. Per la prima volta, sente di avere il coraggio necessario per dire "mi piaci" alla sua migliore amica. Sa che potrebbe andare veramente male, ha già messo in conto l'ipotesi che Chiyo possa girarsi ed odiarlo per tutto il resto della sua vita, ma vuole credere che la situazione andrà per il meglio.

Chiyo rimane interdetta, non sta capendo il discorso e non sta capendo dove vuole arrivare il suo amico.

<<Sai, è da tanto che voglio dirti queste cose. Chichi, tu mi piaci, mi piaci da anni, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo>> confessa Komori, osservando gli occhi spalancati della ragazza di fronte a lui.

<<Ammetto che all'inizio non pensavo di essermi innamorato di te. Siamo due persone diverse, forse troppo. Tu sei introversa, intelligente, riservata e so che non ami essere costretta a stare in mezzo alla gente. Tu mi avevi detto che ti sembravo il sole, raggiante, amichevole, una persona che tutti vorrebbero avere al proprio fianco. Ti ricordi, vero?>> le chiede, spostando lo sguardo a terra.
Sta avendo abbastanza coraggio per dirle ciò che sente, ma non a sufficienza per guardarla dritta in faccia.

Alla domanda, la ragazza fa un piccolo cenno di "sì" con la testa. Se lo ricorda bene quel giorno, si era appena trasferita accanto a casa di quello che ora è il suo migliore amico e interesse romantico. L'aveva visto salutare tutti, giocare con il pallone in giardino e accarezzare il cane che di solito circolava per la via.
A vederlo così, lui era l'incarnazione del ragazzo perfetto, quello che tutte le madri del mondo vorrebbero per le loro figlie.

<<Sakusa mi ha detto che ti piaccio. Mi ha parlato di tutto. Mi ha raccontato di tante vostre conversazioni, ora so anche il perché hai iniziato a vestirti di rosa. Sai, in realtà non mi interessa molto come ti vesti, sei sempre Chichi, il tuo vero carattere non cambia a seconda di che colore ti metti addosso.>>

<<Komori...>> sussurra lei, ormai sull'orlo delle lacrime.

<<Lasciami finire. In questi giorni ho pensato a tante cose. Tu mi piaci, ma io sono davvero la persona giusta? Amarsi non è sufficiente, non è come nei film o serie tv dove i protagonisti sono ancora insieme dopo essersi separati almeno venti volte, la realtà è diversa. So per certo che il tipo di amore che cerchi tu è diverso da quello che cerco io. Mi hai detto mille volte quanto i baci e gli abbracci in pubblico ti mettano a disagio, mi hai detto del come tu sia una persona a cui non piace spendersi in troppi complimenti romantici.
Io cerco il contrario>> l'ultima parte della frase esce come una sorta di sussurro, come se avesse paura a dirlo, nonostante sia la verità.

<<Ma io posso darti quello che vuoi, potrei...>> Chiyo non riesce a terminare la frase, il suo amico ha già ripreso il discorso.

<<Non devi sentirti obbligata a farlo, forzandoti a fare una cosa che non è nelle tue corde ci starai male e basta. Io voglio che tu sia felice, ed è per questo che, se il mito di Aristofane è vero, non siamo mai stati uniti. So che c'è un'altra persona, ci stavo pensando l'altro giorno. C'è un ragazzo della scuola che può darti quello che desideri, uno che ha la tua stessa concezione di amore che hai tu.>> alla fine, è lui a interrompere quel momento, facendo qualche passo in avanti.

Chiyo rimane zitta per qualche istante, sta ancora elaborando le parole dette dall'amico ora non più di fronte a lei. Poi, prende un bel respiro.

<<Ho capito>> dice lei, ricominciando a camminare <<Mi piaci anche tu, ma hai ragione>>

Komori non avrebbe mai immaginato di trovarsi in una situazione del genere, eppure ora la sta affrontando.
Si morde le labbra. Gli sarebbe piaciuto essere "più di migliori amici", ma sa che non sarebbe stato possibile.

<<Da quando vi ho visti insieme, ho capito chi è la tua metà>> è proprio lui che rompe il silenzio formatosi.

<<Penso di averlo capito anche io>> bisbiglia Chiyo, senza farsi sentire dall'amico.
<<Io vado, devo tornare alla mia ricerca>> dice poi, a voce più alta.

<<A domani, Chiyo>> il ragazzo si ferma e le fa un cenno con la mano. Nel suo tono, si sente ancora la tristezza del discorso precedente.

A lei si raggela il sangue. Potrebbe girarsi, andargli vicino e abbracciarlo, dirgli che si sbaglia e che lei sarebbe disposta a tutto per lui, perché gli vuole bene o qualche cosa del genere. Ma non è il suo stile, e pensandoci non è nemmeno sicura di ciò che prova adesso.

Lo saluta di rimando, poi, continua a camminare verso casa.
Appena arriverà là, prenderà il telefono in mano e comporrà il suo numero.

Pensa a lui. A quella sorta di conversazione nell'aula, mentre lei dipingeva e lui ascoltava tutto quello che lei aveva da raccontare. Pensava che una cosa simile potesse succedere solo con Komori, e invece è accaduta con un ragazzo che ignorava fino a poco tempo prima.

Aveva sempre pensato che loro due fossero troppo simili per essere amici, entrambi silenziosi, riservati, tranquilli. Nella maggior parte dei film, libri e serie tv, la coppia ideale è rappresentata da un raggio di sole e un animo introverso. Forse è per questo stereotipo che Chiyo non ha mai considerato l'idea di avere un legame di qualche tipo con lui.

Apre il cancello davanti a casa, saltella sui ciottoli del piccolo vialetto e apre la porta. Si toglie le scarpe e corre di sopra.

L'ha capito oggi, dopo la conversazione drammatica con Komori. L'anima da cui è stata separata non è quella di Motoya, ma quella di Sakusa.

Sfila il telefono dalla tasca e guarda in rubrica, cerca il numero del ragazzo dai capelli neri, ha le mani che le tremano.

L'occhio le ricade su un altro contatto.
Ayame.
Per poco non le manca un battito. Non può tradire la sua amica, non può "dichiararsi" al ragazzo con cui la stava aiutando ad uscire. Lancia il cellulare sul letto e si mette le mani sul viso.

Non può farlo, non può buttare al vento un'altra amicizia, per questa volta non può non considerare anche quello che sente Ayame.

Ha visto come lei guarda Sakusa, ha visto del come tenti sempre di venire alle partite per vederlo, nonostante i numerosi impegni dovuti all'essere la presidentessa del club di arte.
Lei fa più sacrifici, forse perché a Sakusa lei ci tiene davvero.

Chiyo riprende il telefono, lo spegne e lo chiude nel cassetto del comodino. Non deve. Prende un bel respiro e accende il portatile.






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Perdonatemi il capitolo corto, spero che il carico di emozioni sia stato sufficiente per colmare la mancanza di parole.

Ieri ho buttato 4 ore giocando a Genshin solo per arrivare all'ar34. Ah sì, mi sono anche innamorata di Xiao nel frattempo.

Vabbè, torno a studiare che poi più tardi ci sono SuperBike e MotoGp.
Buona giornata a tutti <3

— Arisu

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