IX. FORME
"Che stare male non vale
Se non lo puoi gridare
Portati via ste cose
Portale via con te"
«Tuttecose», Gazzelle ft. Mara Sattei
<<Secondo te, questo fermaglio è abbastanza carino?>> domanda Ayame, con lo sguardo sullo specchio mentre si sistema un gioiello tra i capelli.
<<Stiamo andando ad una partita di pallavolo, mica al Met Gala>> sospira la sua amica, spazzolandosi i capelli.
Chiyo sa che la ragazza accanto a lei tiene tantissimo al fare una buona impressione, persino per andare a buttare la spazzatura sotto casa. Ogni occasione è buona per mettersi in tiro.
<<Però prima di andare fammi capire una cosa>> le dice, dandosi un'ultima sistemata ai lunghi capelli scuri <<Come ti è venuta l'idea di conquistare Sakusa parlandogli della pallavolo?>> aggiunge con uno sbuffo.
<<Chi, tu non hai idea di quanto io ammiri la tua capacità di capire tutto al volo e di ricordarti le regole di uno sport a cui nemmeno giochi>> le risponde Ayame <<Si vede che a Sakusa la tua presenza non da fastidio, riesci pure a parlarci come con una persona normalissima!>>
È vero, lei gli parla come con una qualsiasi persona a scuola, ma questo non dipende certo dalle sue passioni o altro. È Sakusa a decidere come rapportarsi con gli altri, non Chiyo a decidere come lui deve rapportarsi con lei.
<<Alla partita mi puoi insegnare qualche termine?>> le chiede l'amica, guardando basso. È davvero innamorata persa, cosa che rientra più nei contro che nei pro.
<<Certo, ora andiamo, altrimenti facciamo tardi e ci fregano tutti i posti migliori>> risponde Chiyo, guardando l'orario sul telefono.
Le ragazze, guidate da quella vestita totalmente di nero, sono riuscite nell'impresa di prendere dei posti decenti.
Ayame si sporge per vedere le squadre partecipanti. Una è ovviamente quella della scuola, l'altra ha le divise rosse e nere.
<<Chi sono gli altri?>> domanda all'amica, di sicuro più esperta di lei.
<<Oh, sono il Nekoma, ho conosciuto qualcuno di loro in passato, sono simpatici>> le risponde, guardando il telefono.
<<Chi è quello? È altissimo!>> quasi alza troppo la voce.
<<Komori mi aveva detto che la Nekoma aveva un nuovo acquisto, penso sia lui, dovrebbe essere russo>> sospira Chiyo, stiracchiandosi sulla seduta.
<<Oh, sta iniziando la partita! Mi puoi dire quali sono i ruoli? Almeno così ci capirò qualcosa>> chiede la sua amica, tenendo ben salda la presa sulla penna.
<<Dunque, lo vedi il tipo alto e con i capelli arruffati? Quello del Nekoma, ha il numero uno sulla maglia. È il capitano e, se la memoria non mi inganna, gioca centrale. Di solito i centrali sono alti e come compito saltano a muro, per bloccare la palla e farla tornare nel campo avversario>> spiega la castana, gesticolando e tracciando linee immaginarie nell'aria.
<<Sakusa e Komori che ruoli hanno?>> domanda di nuovo Ayame, osservando i primi scambi tra le due squadre.
<<Sakusa copre uno dei ruoli degli schiacciatori. Non è l'unico a schiacciare, ma sappi che come differenza di base hanno la posizione in campo rispetto all'alzatore. Lui attacca e riceve>> Chiyo continua la sua lezione sulla pallavolo.
L'altra ascolta, guarda sul campo e prende appunti.
<<Komori fa il libero. È un ruolo particolare e che si riconosce subito, perché lui ha la divisa diversa dal resto della squadra. Generalmente il libero è il più forte in ricezione, non può attaccare e non può servire, ma entra ed esce dal campo di continuo>> continua il discorso, indicando il come Komori vada avanti e indietro senza problemi, <<Se vuoi sapere altro, chiedi a lui>> aggiunge scherzosamente.
<<L'alzatore?>> chiede Ayame, spostando gli occhi tra campo e quaderno.
<<L'alzatore o palleggiatore è la mente della squadra. È lui che dirige e in un certo senso sceglie cosa fare. Diciamo che prende i palloni al secondo tocco e li passa nel modo più preciso possibile. L'alzatore dell'altra squadra si chiama Kenma, ha la nostra età ed è un genio>>.
La partita procede tra una spiegazione e l'altra, la Itachiyama, come prevedibile, vince due set a uno, essendo un incontro al meglio dei tre.
Era da un po' che Chiyo non parlava a nessuno di pallavolo, si sente stranamente più leggera quando si concentra su qualcosa che le piace, come le succede quando disegna.
<<Secondo te se chiedo a Sakusa di farmi fare un giro qui attorno mi potrebbe dire di sì?>> le domanda Ayame, osservando l'amica.
<<Provaci, mal che vada ti dirà di no>>
Le due si dirigono all'ingresso, in attesa dell'uscita dei loro amici. Nel mentre, fuori si è fatto tardo pomeriggio, il sole sta calando.
Chiyo appoggia la schiena al muro dietro di lei, mettendosi le mani in tasca. La sua amica sta guardando nella direzione dell'uscita degli spogliatoi. <<Spero mi dica di sì>> mormora tra sé e sé.
Il primo a "fuggire", come lo definirebbe lui, dal caos generale è proprio Sakusa, nel tentativo disperato di mettersi al riparo da tutti quei microbi e batteri che circolano nei grandi ammassi di persone.
<<Usciamo, vi prego>> bisbiglia loro da sotto la mascherina.
Le ragazze devono mantenere un'andatura piuttosto spedita per stare al passo con il pallavolista, in quanto le sue gambe sono praticamente il doppio paragonate alle altre.
<<Komori? Dove l'hai lasciato?>> gli domanda Chiyo, seguendolo quasi di corsa.
<<L'ho piantato vicino all'entrata dello spogliatoio, si è fermato ad abbracciare delle tipe>> risponde l'altro, altrettanto frettolosamente.
"Uh, sono veloce da rimpiazzare a quanto sembra" pensa la ragazza castana, alzando di poco le sopracciglia. Sa che non dovrebbe dare peso a cose del genere, ma deve ammetterlo, un po' male ci è rimasta.
Non appena i tre sono fuori dall'edificio e in un luogo con molta meno affluenza rispetto all'entrata, Sakusa fa un lungo sospiro e manda la sua posizione a Komori.
<<Sei stato fantastico in partita! C'è un motivo se sei il secondo miglior schiacciatore a livello liceale!>> si complimenta Ayame, suscitando un'emozione mista tra stupore e confusione sul volto semicoperto del corvino.
Proprio quest'ultimo lancia un'occhiata a Chiyo, che risponde con un "dopo" comunicato con il labiale.
<<Scusatemi per l'attesa!>> esordisce Komori, aggiungendosi al trio.
<<Giuro su Dio che se mi attacchi qualche malattia strana...>> mugugna suo cugino, allontanandosi di qualche passo <<Non posso permettermi di ammalarmi prima delle qualificazioni ai tornei nazionali>>
<<Nemmeno io se è per que—>> l'altro ragazzo tenta di replicare, ma qualcuno è più rapido di lui e lo interrompe.
<<Uhm, Sakusa, potresti portarmi un po' in giro a conoscere anche gli altri giocatori?>> chiede Ayame, venendo fulminata con uno sguardo da parte del più alto.
<<Vieni, ti ci porto io>> Komori la prende sottobraccio prima che lei possa divincolarsi o aggiungere altro. Sakusa tira un enorme sospiro di sollievo.
Mentre Ayame e Komori si allontanano e tornano verso la folla, i due rimangono piantati nello stesso punto. È bello stare soli, insieme.
<<Mi sento un po' Camille Claudel>> ride malinconica Chiyo, infilandosi le mani in tasca.
Sakusa la guarda, interessato.
<<Chi è?>> dopo la domanda, vede come le si illuminano gli occhi. Ormai sa quanto le piace raccontare le storie e le vite dei grandi artisti, scrittori o personaggi storici. È pronto ad ascoltarla.
<<Un'artista francese, seconda metà dell'Ottocento. È una storia tanto affascinante quanto drammatica>> sospira <<Io te la racconto volentieri, ma non prendertela con me per i traumi psicologici che avrai dopo>>
La ragazza prende fiato e inizia a parlare.
<<Camille Claudel si è dedicata principalmente alla scultura, alcune testimonianze dicono che già da piccola era in grado di fare lavori articolari con l'argilla e la creta. Spinta dal padre, era riuscita ad entrare in un'Accademia d'Arte a Parigi, facendo trasferire con lei tutta la famiglia>> spiega Chiyo.
Fa una piccola pausa, mordicchiandosi le labbra, poi, riprende. <<Diciamo che la famiglia Claudel non è proprio un bell'ambiente, ma nella sua vita ci sarà di peggio. Questo peggio porta il nome di Auguste Rodin, artista di fama mondiale, che osservandola, percepisce una sorta di colpo di fulmine e si riconosce in lei. I sentimenti sono ricambiati anche da Camille, che si trasferirà con lui>>
Sakusa è ancora ad ascoltare. Gli vengono in mente le altre volte in cui Chiyo gli ha raccontato qualcosa: nell'aula mentre dipingeva, qualche giorno prima mentre bruciava la lettera.
<<Rodin però, oltre ai ventiquattro anni in più, aveva già un'altra relazione e addirittura un figlio. Nonostante questo, le loro opere si erano influenzate a vicenda: erano molto più armoniche, sinuose, eleganti, sensuali. Erano un'influenza positiva sull'arte dell'altro, non so se mi spiego>> dice, mantenendo lo sguardo al cielo. <<La relazione finisce quando Rodin rompe definitivamente con Camille, il rapporto tossico cessa ma la salute mentale della ragazza inizia a crollare definitivamente. Arriverà addirittura a scolpire "l'Age mur", dove una ragazza inginocchiata tenta di raggiungere invano un uomo, aggrappato ad un'altra donna>>.
<<Hai ragione, è drammatica>> commenta Sakusa, alzando anche lui gli occhi verso il cielo, ormai fattosi scuro.
<<La parte peggiore arriva quando, dopo la rottura, lei impazzisce del tutto. Da la colpa a Rodin per averle rovinato la vita e la carriera artistica. Si dice che Camille si sia rinchiusa nel suo atelier per mesi e che abbia distrutto a martellate gran parte delle sue opere. L'unica persona da cui riceveva appoggio era il padre e, non appena venne a mancare, di lei si persero le tracce>> prima di procedere, prende un lungo respiro <<La famiglia la rinchiuse in un ospedale psichiatrico, lì ci rimase trent'anni, fino alla morte>>.
<<È una delle storie più tristi tra quelle che mi hai raccontato>> commenta Sakusa, volgendo anche lui lo sguardo al cielo.
I due rimangono insieme, il silenzio li avvolge di nuovo.
<<Come mai hai portato anche lei?>> domanda il ragazzo, stranamente più tranquillo e un po' più loquace da quando gli altri sono tornati all'interno.
<<Motivo numero uno, i volantini e poster appesi in giro sono opera nostra e giustamente, avendo collaborato, è venuta anche lei>> spiega Chiyo, alzando un dito <<Numero due, era da un po' che mi chiedeva se io le potessi insegnare qualcosa relativo alla pallavolo. Che c'è di meglio se non ad una partita scolastica? Numero tre, le piaci, ma questo lo sai già da un bel pezzo>>.
Ha ragione, perché se ne dimentica sempre? Perché a lui non interessa Ayame. Non è il suo pensiero fisso, almeno per ora.
<<Mi è venuta voglia di dipingere>> la ragazza riprende a parlare, prendendo il telefono. <<Scegli tu cosa dovrò disegnare, ecco, qui ci sono un po' dei miei quadri preferiti>>.
Sakusa osserva lo schermo davanti a lui, dove Chiyo sta scorrendo un album di foto, contenente dei quadri famosi e non. Dalla sua poca conoscenza artistica, riesce solo a riconoscere qualche opera di Van Gogh, come la "Notte Stellata" e i "Girasoli". Nota anche un dipinto di Monet: è facile da riconoscere per la quasi totale assenza di contorni e il modo in cui colora.
<<Questo non l'ho mai visto>> mentre pronuncia queste parole, tocca sullo schermo un dipinto unico nel suo genere. Due persone che si baciano a volto coperto.
<<"Gli amanti" di Magritte>> Chiyo alza le sopracciglia in segno di sorpresa e stupore <<Romanticone, non me l'aspettavo, però, ottima scelta devo dire>>.
Non sa perché gli occhi li siano caduti proprio su quella foto in particolare. Forse si è fatto condizionare dalla sua vita sentimentale, che si può riassumere in una forma simile ad triangolo, o meglio, un quadrato dove nessuno ricambia qualcosa.
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Mi era mancato scrivere questa storia. Ho fatto un po' di ruggine, spero che il capitolo sia all'altezza, anche se io, personalmente, ne sono soddisfatta.
Camille Claudel è un personaggio davvero interessante e unico, il mio obiettivo per questa storia è farvi appassionare e scoprire artisti ed autori dimenticati nel tempo ma che hanno avuto comunque una vita da raccontare.
Poemi finiti, torno a studiare :)
— Arisu
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