-diciotto🍃☀️
"Sam, te l'ho già detto, sarò fuori solo per tipo cinque ore. È troppo da chiedere?" sbottò Alex, mentre Sam era nella sua stanza, infastidendola su un'altra cosa di famiglia.
Stava dicendo qualcosa sul loro padre in un altro programma televisivo che le voleva entrambe per un'intervista. Alex non voleva, neanche capiva perché dovevano accompagnare loro padre ad un'attività così noiosa. Un'altra esposizione al mondo del gossip con outfit che odiava.
"Alex, non puoi semplicemente andare ad un appuntamento e pretendere che nessuno intorno a noi se ne freghi nulla" la tormentò Sam. "Il mondo conosce papà, e quindi conosce anche noi. Siamo state esposte oramai."
"Dai, Sam" disse Sam, girando gli occhi. "Non puoi fottutamente aspettarti che me ne freghi qualcosa di tutta questa merda. E non è un appuntamento, è solo un incontro" disse per poi aggiustarsi i capelli, inserendo una forcina per aggiustare i riccioli ribelli. Poi si levò la maglietta, ignorando Samirah che fonde di tossire per poi girare gli occhi, in modo da farsi notare dalla sorella.
Alex indossò una camicetta verde oliva a collo alto, lasciandola adattare perfettamente al suo fisico, sopra a dei jeans un po' rovinati. Prese velocemente un berretto rosa pastello e lo indossò, coprendo i capelli. Sam sospirò, demoralizzata.
"Comunque non posso fare nulla per fermarti."
Gli occhi di Alex s'illuminarono, ed abbracciò Sam.
"Grazie, Sam! Probabilmente sarò qui prima di cena" disse sorridendo. Corse al piano di sotto con un sorriso sulle labbra, sentendo l'eccitazione e la felicità attraversale il corpo come delle reazioni chimiche. Oh, cavolo, era così eccitata dall'incontrare davvero Magnus, anche se il pensiero lo turbava. Incontrare Magnus, un ragazzo che si era ubriacato per una rottura e le aveva scritto per caso. Magnus era il gusto della normalità nella vita caotica di Alex. Aveva problemi con tutto, soprattutto con il fatto che suo padre era un artista ed un modello che doveva fare i conti con il fatto che sua figlia fosse genderfluid e regolare la sua esposizione ai media.
Lei non era del tutto una celebrità, solo una persona legata ad una celebrità, ma conosceva già la soffocante sensazione di avere così tante persone a conoscenza del suo nome. Ed era per questo che quando aveva capito che Magnus non sapeva chi cavolo fosse, anche se gli aveva già inviato una foto, un sospiro che neanche sapeva stesse trattenendo era stato rilasciato.
Era pronta ad incontrarlo e strangolarlo. Ma tutta la sua eccitazione se ne andò quando vide suo padre sulla soglia, come se la stesse aspettando.
"Dove cazzo credi di andare?" disse Loki, ghignando verso Alex. L'elettrizzante sensazione di felicità venne rimpiazzata da una ribollente rabbia appena lo vide.
"Perché ti importa?" disse con acidità. Aveva sempre odiato suo padre. Primo, perché faceva schifo. Non era mai a casa e non provava mai ad apprezzarle come si meritavano, nemmeno provava a dare loro un po' dell'amore che tutti i padri davano alle loro figlie, non si presentava neanche ad un pasto con loro. Secondo, era sempre fuori, e lo faceva apposta. Non era mai li quando ad Alex serviva un padre, e quando c'era, era semplicemente orrendo. E comunque, il loro padre le aveva sempre obbligate a prendere la sua strada e diventare delle artiste. E Alex odiava tantissimo essere controllata in quel modo. Odiava il modo in cui suo padre tentava di controllarla, come aveva già controllato Sam.
"Perché sono tuo padre" rispose. Le parole fecero rabbrividire Alex.
"Spostati, papà. Devo andare in un posto" disse, mentre provava ad uscire, ma Loki la bloccò mettendo una mano davanti a lei. Lo sguardo furioso di Alex era più intenso ora.
"Ho detto", ripetè, mostrando i denti, "spostati."
Loki scosse la testa con un ghigno.
"Tu non vai da nessuna parte."
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Iniziate a piangere
Io torno a vedere Assassination Classroom (e a shippare Karma e Nagisa, ovviamente)
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