4. Taikaken World Cup's OC
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"ꓓⲇⳑ ⲥⲉⲛⲧⲅⲟ 𝖽ⲉⳑⳑ'Ⲓⲛ⳨ⲉⲅⲛⲟ,
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Ⲛⲇⲍⲓⲟⲛⲇⳑⲓⲧⲇ̀:
Il ragazzo non è totalmente giapponese, in quanto i suoi nonni materni sono lituani, uno dei paesi più poveri dell'attuale Europa (se non il più povero), trasferitesi in Giappone attorno ai loro 30 anni, in seguito ad un'occasione di lavoro irrinunciabile capitata al nonno.
Nonni che, però, una volta raggiunta la pensione e una volta che la madre avesse raggiunta l'indipendenza economica da loro, ritornano in Lituania, nella loro città natale Klaipeda, città portuale ora divenuta capitale dopo il colpo di stato a Vilnius [capitale attuale di quando sto scrivendo] del 2112 in seguito alla crisi mineraria in cui era caduta l'intera zona che si affacciava sul mar Baltico.
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Ⲛⲟⲙⲉ:
Kiseki (奇跡) Tamsus (traducibile da Lituano a Giapponese con gli ideogrammi della parola Buio)
Il nome di Kiseki significa letteralmente "miracolo buio", la seconda delle parole in lituano, per mantenere anche nel nome proprio parte delle proprie origini Baltiche.
Questo nome è stato scelto dai suoi genitori al momento del parto, pensato quasi d'istinto a causa del macello che ha portato alla nascita di Kiseki.
Alla madre Perlas infatti era stato diagnosticato un tumore alle ovaie a metà del quarto mese di gravidanza che l'avrebbe portata a dover ostruire chirurgicamente entrambe le Tube di Falloppio. Con la gravidanza, si vennero a creare delle complicanze che reso impossibile il parto naturale al nono mese, ma era necessario eseguire un parto cesario con successivo intervento chirurgico intorno alla prima settimana del settimo mese.
L'intervento e il parto andarono magistralmente, e furono gli stessi medici a dichiarare al "miracolo" per la piena sanità del neonato, dopo una prima paura data la sua non apertura delle palpebre, da questo il secondo nome, letteralmente Buio nella lingua natale dei nonni.
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Ⲋⲟⲣⲅⲇⲛⲛⲟⲙⲉ:
Karasu (烏)
Soprannome affibbiatogli dalla gente del proprio quartiere in preadolescenza, corrisponde alla parola "corvo", datogli sia a causa del suo cognome di origine quasi millenaria, sia per il fatto che sia quasi impossibile non notarlo, come il nero rapace, segno di malaugurio.
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Ⲥⲟ🇬ⲛⲟⲙⲉ:
Takajō (鷹匠)
Cognome che risale ancora al primo Giappone feudale, significa "Falconiere", quindi di fatto l'origine del cognome è di facile intuizione. La sua è stata una delle prime a rendere propria la maestria del falconiere, imparando ad addestrare da piccoli rapaci come i falchi gheppi, a rapaci di dimensione medio-grandi come alcune razze di aquile ora estinte o corvi.
Per la loro arte, gli antenati di Kiseki, erano molto richiesti da diverse famiglie nobili come insegnati di questa attività molto più diffusa in Europa che in oriente, assumendo una rilevanza sociale non comune.
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Ⲉⲧⲇ̀ ⲉ𝖽 ⲇⲛⲛⲟ:
La sua nascita era prevista originariamente per la prima metà di Febbraio, un giorno non specificato tra il 5 Febbraio e il 13, ma in seguito alle complicazioni in gravidanza, all'anagrafe risulta essere nato intorno alle 2 di mattina della notte a cavallo tra il 21 e il 22 dicembre, la notte più lunga dell'anno solare, e questo è l'altro motivo del suo secondo nome.
Ha 17 anni e frequenta il terzo anno nella sezione G [like my first name's letter :)]
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Ⲃⲇⲥⲕ🇬ⲅⲟⳙⲛ🇬:
Kiseki nasce in una cittadina ai piedi del monte Tokachi, il secondo monte più alto della prefettura dell'Hokkaido, dove il padre porta avanti in piccolo la maestria dei loro antenati lavorando da guardiacaccia con l'aiuto di piccoli e medi rapaci, tra i quali due corvi (Noctus e Thanatos) rapaci preferiti del padre per la loro memoria fotografica e la loro capacità di identificare i volti umani, entrambe abilità certificate da lunghi studi scientifici. La madre, invece, lavora come maestra d'asilo nella scuola della cittadina e bada spesso a Kiseki, soprattutto quando al padre viene chiamato ad intervenire a causa di cacciatori o a causa di qualche adolescente che prova a fare in trasgressivo infrangendo una qualche strana regola.
Trascorre la propria infanzia in maniera tranquilla e placida, senza avvenimenti che gli aprissero la mente o avvenimenti particolarmente tristi, se si escludono la morte nei nonni paterni per cause naturali.
Passa i pomeriggi a giocare con i propri cugini, quasi tutti che abitano nella stessa città del ragazzo o in una di quelle confinanti, e ciò non gli fa pesare assolutamente il suo essere figlio unico, anche perchè al contrario dei più, i suoi genitori non lo viziano per nulla, anzi impara fin dalle elementari a doversi guadagnare i regali. A causa di questo non avrà molti videogames come i ragazzi suoi coetanei, ma si troverà a trascorrere i pomeriggi in cui non può uscire a giocare a leggere libri, fumetti e manga presenti in casa (che fossero suoi o dei propri genitori).
Ogni due anni circa, passava le vacanze estive in Lituania, nella residenza dei nonni, grazie ai quali impara a parlare fluentemente la lingua locale e anche le basi del russo. Quando va a Klaipeda incontra l'altra parte della famiglia, con la quale ha generalmente un ottimo rapporto, anche per via dell'insegnamento reciproco di lituano e giapponese che si scambiavano lui i suoi cugini.
L'estate dei suoi 11 anni, però, una volta arrivato in Lituania ed uscito per andare ad un parco vicino casa dei propri zii per giocare, attraversando una strada secondaria, viene investito e sbalzato sulla strada da un'auto pirata, che sfrecciava su quella strada con limite dei 50 km/h a circa il doppio, la quale senza frenare la sua corsa o rallentarla, passa sopra alla gambe di Kiseki, praticamente sbriciolando la tibia e il perone della gamba sinistra del ragazzo: è richiesta l'amputazione da sotto il ginocchio.
Di quell'incidente lui si ricorda ben poco, avendo solo sentito il dolore dell'impatto e poi svenire per lo shock non appena le ruote dell'auto passano sopra alla gamba esule del bambino.
Da quel giorno, il ragazzo all'epoca solo preadolescente, è costretto a indossare una protesi, che portò a modificare l'aspetto del ragazzino, ma arrivando a cambiare profondamente anche il comportamento. Kiseki cerca di uscire il meno possibile di casa per paura delle parole, perché i commenti dei bambini e dei ragazzi sembrano uscire dall'Ade greco, abbaiate dai dannati che sfilano ordinati al cospetto delle tre teste di Cerbero.
Per i primi mesi di riabilitazione, il soggetto che gli era più vicino oltre i suoi amorevoli genitori, è stato il pulcino dei corvi del padre (chiamato da lui Nemesi), il quale era felice con solo qualche insetto, o una piccola razione di mangime, e svolazzava felice attorno al ragazzo, appollaiandosi spesso tra i capelli neri come il suo piumaggio, o appoggiandosi sulla sua spalla mentre lui faceva i compiti.
Dopo un paio di mesi di riabilitazione, inizia ad andare da una sottospecie di psicologo per aiutarlo a superare il trauma ed entra in amicizia con una ragazza alla pari, tale Roxanne Mendel, ragazza di circa 20anni che si mostrava tranquillamente in sedia a rotelle, costretta a starci a causa di una malformazione che aveva impedito il corretto sviluppo dei muscoli delle gambe.
Grazie a tale Roxanne, Kiseki è stato in grado di raggiungere l'accettazione di sè stesso, almeno quel che basta per farlo tornare ad uscire, spingendolo a superare le proprie insicurezze, e ritrovatosi con quel nomignolo per il quale molti pagherebbero per ricevere. Finite sue pseudo sedute psicologiche, riesce fortunatamente a tenersi in contatto con la ragazza grazie ai genitori, e si re-incontreranno altre volte.
Con questo "boost" di fiducia e di auto-considerazione, si impunta e inizia ad allenarsi in modo da raggiungere i livelli fisici dei ragazzi normodotati, decidendo di mostrarsi con la protesi che usano gli atleti [magari allego una foto], rispetto a quelle convenzionali, in quanto questa gli permette di allenarsi più o meno dappertutto, inoltre ad essere quelle con cui lui si trova meglio a livello fisico.
Riesce ben presto a sviluppare delle capacità che senza tutto il suo duro lavoro sarebbero davvero molto complesse anche ad un ragazzo "normale", e inizia a giocare a pallavolo incoraggiato dallo Zio, allenatore presso una palazzetto locale, e che vedeva nel nipote un potenziale non trascurabile, nonostante le limitazioni imposte dalla protesi.
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Ⲇ⳽ⲣⲉⲧⲧⲟ ⳨ⲓ⳽ⲓⲥⲟ:
La figura slanciata del 17enne (sfiora circa il metro e 85) è contornata da una muscolatura sviluppata, ma per nulla esagerata e definita e delineata il giusto (si insomma, è messo bene a livello fisico e si tiene molto in forma, ma non ha l'addominale a 8 scolpito nel marmo), ma, ciò, viene messa in secondo piano dal contrasto chiaroscuro che suscita la sua carnagione quasi cadaverica, messa a confronto con i suoi capelli e i suoi occhi neri come la pece più pura, come il piumaggio lucente di quell'animale ricorrente nella sua vita che è il corvo.
Come sovrascritto, la cosa che però attira l'attenzione degli altri sul ragazzo è la protesi, lasciata ben esposta dalla braga sinistra, che va a "chiudersi" attorno al mozzicone presente al posto della sua gamba sinistra.
Una volta spostata l'attenzione sul suo viso, questa viene catturata dai capelli tenuti arruffati e sbarazzini che ricadono pigramente sulla sua fronte, che portano automaticamente ad incanalare la propria attenzione sui suoi occhi spaventosamente neri e profondi, quasi impedendo di notare il suo naso fine e lievemente alla francese o le labbra rosee e sottili. A concludere il quadro del suo viso, la mascella leggermente squadrata e completamente priva di alcun tipo di barba, cosa che non gli da per nulla fastidio, e una piccola cicatrice sullo zigomo destra, causato da una beccata del suo piccolo Nemesi.
Sul suo corpo nudo, come in una di quelle statue che si ammirano sui libri (tanto il colore è quello), si noteranno alcune cicatrici, dovute ancora all'incidente, che di certo non aveva lasciato illeso il resto del corpo.
Con il tempo, ha preso delle abitudini nel vestiario che non si discostano troppo da quello della massa di ragazzi della propria generazione, eccezion fatta per la maggior parte dei suoi pantaloni che erano fatti su misura per non nascondere la protesi che usava di più; aveva logicamente pantaloni di forma "normale", ma li usava sì e non una volta a settimana, insieme ad una protesi "convenzionale".
Il suo armadio era praticamente privo di felpe con il cappuccio (ne ha solo un paio di colore grigio scuro), preferendo di gran lungo quelle senza, magari di colori pastello che rimangano intorno al grigio-blu, al massimo viola. Ha un paio di camicie mono cromatiche che di tanto in tanto indossa sotto al maglione, e la divisa scolastica, di cui ha due pantaloni (uno modificato) la lascia come gli è stata fornita, apprezzandone il taglio e la semplice cravatta al collo, e onestamente non capiva come mai la maggior parte degli studenti la detestasse.
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Ⲥⲇⲅⲇⲧⲧⲉⲅⲉ:
Il bambino tutto pepe e solare che era da piccolo era veramente la cosa più distante che potesse esistere da ciò che uno si aspettava da qualcuno con quell'aspetto da malaticcio perenne che aveva nei primi anni della sua vita. All'asilo tutti lo descrivevano come "l'angelo vestito da diavolo" proprio per questo contrasto potente tra il suo comportamento con tutti e il suo mereo aspetto esteriore.
Aveva imparato dai genitori ad essere così, inizialmente solamente grazie al patto/ricatto "comportati bene e ti compro la macchinina", poi divenuto abitudine comportarsi così grazie alla felicità che quel comportamento sembrava dare alle persone che venivano trattate con gentilezza e serenità dal bambino, che esse fossero suoi coetanei o adulti.
Con il passare del tempo, il ragazzo solare e gentile matura con i suoi coetanei, senza cambiare più di tanto il suo atteggiamento, anche se iniziano a comparire le prime frasi sarcastiche e le verità crude dette senza giri di parole, spesso accompagnate da un tono atono e da un'alzata di spalle, diventando man mano quasi più gentile con gli animali, che ha imparato ad amare con i genitori, che con i bambini, i quali diventavano sempre più cattivi man mano che crescevano.
Il più grande cambiamento viene con l'incidente.
Questo lo fa chiudere in sè stesso, anche a causa delle discriminazioni immediate non appena rimpatriato nella sua cittadina dalla Lituania.
Si chiude in sè stesso, nelle sue insicurezze, nelle sue incertezze e debolezze. Assume un'aria cupa, cosa che paradossalmente si sposa splendidamente con il suo aspetto, e non esce di casa se non per cose strettamente necessarie (scuola, fisioterapia e psicologo) e mostra il bambino ridente e gentile solo con gli animali in casa e i propri genitori, le uniche persone da cui è sicuro di non ricevere giudizi e a cui sa di poter confidare i propri segreti ed emozioni.
Con l'ingresso nella sua vita di Roxanne (poi chiamata amorevolmente Zia Roxy), Kiseki decide di prendere la giovane donna bloccata sulla sedia a rotelle come esempio ed ispirazione. Con l'aiuto della zia acquisita, il bambino gioioso che era un tempo riesce, con non poche difficoltà, a tornare in superficie e svilupparsi di pari passo con le altre sfaccettature del giovane.
Kiseki non ha più paura del giudizio altrui, anzi, ciò che prima lo faceva vergognare diventa il suo vanto, tanto da decidere di mostrarla sempre (eccezion fatta per le cerimonie dove è richiesta una certa etichetta nel vestiario). La caparbietà della sua Musa viene infusa in lui, e inizia a sforzarsi, con audacia e, talvolta, testardaggine, per essere considerato a livello fisico, almeno al livello dei coetanei normodotati, ritrovandosi invece a raggiungere statistiche ben sopra della media. Alla domanda di molti, scoraggiati e scocciati dai risultati del ragazzo amputato "ma come diavolo fai? chiaramente ti dopi" lui risponde semplicemente con tono atono e schiettezza "Basta impegnarsi." in un modo che risulta come una coltellata all'interlocutore.
Quando scende nel rettangolo da gioco, poi si trasforma.
Ha preso l'abitudine ad uscire per ultimo e mostrarsi all'altra squadra solo quando tutti sono a riscaldarsi, mettendo quasi in soggezione gli avversari nel momento che compare dal corridoio che porta agli spogliatoi. Le parole di scherno degli avversari non fanno altro che caricarlo, e risponde alle frecciatine con risposte povere, ma potenti, non importa da chi venisse la provocazione, rispondeva così ad uno di due metri e mezzo, come ad uno che era 20cm più bassi di lui.
Questo è ciò che era diventato Kiseki, un concentrato di audacia e tenacia, risposte schiette atone e pregne di crude e cocenti verità e a sprazzi si rivede quel bambino solare e gioioso che era tornando indietro ai tempi dell'infanzia. Non si faceva più schernire, anzi, rispondeva sempre con quel tono atono, che il suo interlocutore fosse il preside, o uno stupido bambino di 11 fottuti anni.
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⳨ⲇⲙⲓ🇬ⳑⲓⲇ:
Padre:
Taka (鷹) Takajō (鷹匠), 46 anni
Descrizione: Ironico come il suo nome sia letteralmente composto dagli ideogrammi di "Falco" e "Falconiere", l'animale che da il nome all'antica arte sviluppatasi in Europa all'inizio del Basso Medioevo e arrivata in Oriente relativamente più tardi.
Il viso dell'uomo inizia a presentare le prime rughe degli anni, quando ride iniziano a spuntare le così dette "zampe di gallina", non vergognandosene affatto. Il viso è privo di barba e tiene i capelli rasati da quando ha 30 anni. La pelle liscia è stranamente colorita, sfiorando le tonalità dell'olivastro, e su questo, il figlio ha sicuramente preso i geni della consorte di Taka.
Taka è un uomo estremamente massiccio, di costituzione molto robusta e dalla figura slanciata, temprata da anni e anni di rugby (nel quale arriva a vestire la casacca nazionale in un paio di occasioni), non a caso racconta che da giovane avesse tante spasimanti, facendo irritare la moglie Perlas, che va a rimproverarlo e a scatenare uno di quei battibecchi che tanto simboleggiavano il loro amore e che facevano ridere il piccolo Kiseki. Battibecchi che si tramutavano poi in grandi baruffe non appena il figlio decideva di saltare addosso ai genitori, trovandosi così presto a rotolare tutti e tre sul tappeto di casa, prima che l'uomo stringesse le sue più grandi gioie tra le sue braccia.
Come si sarà capito, Taka dentro è ancora un bambinone, e mostra la sua immaturità quando è con il figlio, con il quale ha un rapporto a dir poco splendido, ma risulta meticoloso ed attento non appena viene chiamato per un'emergenza. Forse è proprio per questo che si comporta in tale modo con Kiseki, visto che lui era reperibile 24/7, voleva godersi a pieno i momenti con il figlio.
Rapporto con Kiseki: è sostanzialmente uno dei suoi migliori amici. Non erano rare le loro chiacchierate che duravano ore, magari mentre guardavano qualcosa insieme alla TV, un cartone, una partita di rugby o un documentario.
Lui gli insegna tutto ciò che sa su come accudire un animale, gli insegna a rispettarli e gli passa l'amore verso di questi; è sua l'idea di affidargli il pulcino di corvo dopo che viene investito, sapendo del forte legame che quest'uccello (erroneamente associato alla sventura) si possa legare ad un essere umano.
(foto risalente a prima del taglio drastico)
Madre:
Perlas Sidabrinis, 43 anni
Descrizione: la donna di origine lituana, nata però in provincia di Kyoto, è una delle persone più pallide che il marito abbia mai conosciuto, e il figlio ha decisamente ereditato la carnagione da lei. I capelli biondiccio-castani ricadono pigramente sulle spalle, fermandosi a quella lunghezza di natura, senza che lei abbia mai dovuto tagliargli, la forma degli occhi sono la stessa del figlio, dal taglio più europeo che nipponico, ed hanno un colore simile al verde muschio.
La donna ha una figura più bassa rispetto al marito, ma è ugualmente atletica e si tiene in forma con lunghe passeggiate per i boschi dietro casa.
Perlas è la parte forte della coppia per quel che riguarda l'educazione del figlio, è lei la parte più severa ed autoritaria, colei che ogni tanto esercita il "pugno di ferro" sui due bambini di casa (Kiseki e Taka). Nonostante questo, è una donna di casa estremamente dolce e gentile, che darebbe la vita per il figlio e il marito, se lo ripeteva sempre "Tanto l'ho già fatto una volta, una seconda non mi darebbe problemi".
Rapporto con Kiseki: come vale per Taka, anche Perlas ha un rapporto roseo con in figlio, certo, non sono legati tanto quanto Kiseki e il padre, ma il loro rapporto è giusto un pelo inferiore a quello padre-figlio. Kiseki le vuole un bene dell'anima, soprattutto perché lei gli era stata molto accanto quando faceva fisioterapia per abituarsi alla protesi, o nelle notti in cui il ragazzetto aveva delle crisi di pianto, dove la madre si stendeva con lui e lo cullava, finchè non si riaddormentavano entrambi abbracciati l'un l'altra.
Zio:
Ten-gun (点群) Takajō (鷹匠), 44 anni
Descrizione: è il fratello minore di Taka di due anni, ma esteticamente non gli assomiglia per nulla, se non per la pelle leggermente olivastra. I capelli tendono al rosso scuro, quasi mogano, e gli tiene ben lunghi, raccolsi solo in una coda bassa e talvolta, durante le occasioni speciali e nelle cerimonie, gli raccoglie in un elegante chignon, chiuso da due laccetti di pelle, e non da un convenzionale elastico.
La sua figura è più allungata rispetto a quella del fratello, ma è meno massiccia in confronto al fratello, e al contrario di Taka, sul collo e sulla mascella cresce un leggero strato di barba, che tiene di una lunghezza di solo un paio di centimetri, non di più perché poi sarebbe troppo pigra per curarla.
Bisessuale dichiarato, convive con il suo compagno da quasi 10 anni, non ha mai avuto problemi ad ammetterlo, non si sarebbe mai aspettato di trovare l'amore in un uomo, essendosi trovanto sempre in maggior sintonia con le controparti del sesso opposto.
Ten-gun significa "nuvole di punti", ma la sua personalità è ben diverta dalle placide nuvole che solcano il cielo continuamente. Lo zio di Kiseki è infatti una delle persone più atletiche e attive che ci siano, arrivando a partecipare anche ad un'edizione del programma in stile "Ninja Warrior" (programma molto in voga in tutto il mondo a metà del XXI secolo). Gioca da quando è alto un metro e un tappo a pallavolo, giocando in tutti i ruoli e raggiungendo buon livelli in tutti, diventando in seguito al suo ritiro da professionista un allenatore al centro sportivo della cittadina di Kiseki.
Rapporto con Kiseki: in questo caso, è Ten-gun ad ammirare Kiseki, e non il contrario. Lo ammira talmente tanto da prenderlo come esempio quando altri ragazzi si lamentano di esercizi e piagnucolano di non potercela fare. Nel nipote vede quella scintilla che ha il vincente, che riesce a sfruttare le sue singolarità per elevarsi al di sopra di tutti e liberarsi in cielo come un rapace.
Lui riesce a convincere il nipote a provare con la pallavolo, schierandolo subito da libero, notando il senso della posizione e i riflessi che stava sviluppando. Arriva ad allenarsi singolarmente con lui, studiando a fondo le movenze di grandi atleti paraolimpici della storia (il Sud Africano Pistorius, l'Italiana Bebe Vio, la Keniota Jennifer Obungo [ultimo totalmente inventato]) pur di aiutarlo il più possibile.
Cugina:
Karina Spavlova, 15 anni
Descrizione: è la cugina a cui Kiseki è più legato, nonostante la veda veramente poco (una volta all'anno circa), ma si tengono in contatto con frequenti videochiamate, durante le quali lei tenta di migliorare un po' il suo giapponese, mentre lui si tiene in allenamento con il lituano e con quel poco di russo che conosce.
Karina è una ragazza che veramente tanti problemi a relazionarsi con le altre persone, causato dall'abbandono della madre all'età di soli 3 anni, avvenimento che costrinse il padre (fratello di Perlas) a prendersi cura di lei da solo, in un paese molto arretrato come la Lituana, dove regna un'anarchia di fondo in quasi tutto il paese, anche per lo scontento dovuto allo sviluppo tecnologico quasi inesistente nell'ultimo secolo.
La cugina di Kiseki, apparte ciò, è veramente dolcissima e gentile, e tenta sempre di avere l'approvazione di coloro che lei considera importanti, cosa che la porta involontariamente a farsi sfruttare, ma con l'aiuto del cugino, sta imparando a rispondere a modo e a non farsi mettere i piedi in testa.
Rapporto con Kiseki: il loro rapporto è meraviglioso, Karina è la cugina a cui Kiseki è più legato e che vede più volentieri, ogni volta che lui va in Lituania, o lei viaggia in Giappone sono sempre grandi feste e grandi gioie quando si trovano. Lei ammira incredibilmente il cugino per la forza di volontà e la sua tenacia, che lo ha portato ad entrare in quella prestigiosa scuola.
Zia acquisita:
Roxanne Wright, 27 anni
Descrizione: la ragazza americana è costretta alla sedia a rotelle a causa di una malformazione che impedisce lo sviluppo corretto della muscolatura delle gambe e del bacino, ma ciò non le ha impedito di vivere la sua vita, è, infatti, sposata da due anni con un ragazzo con il quale andava all'asilo ed è in procinto di finire le carte per ottenere l'affido di un bambino di circa 2 anni.
Volendo è capace di camminare grazie all'esoscheletro che i suoi genitori sono riusciti a comprarle per i 18 anni.
Ha i classici tratti somatici degli afroamericani, con gli occhi grandi e color cioccolato, i capelli ricci e selvaggi sono lasciati alla mercia del vento, tenuti ordinati solo da due "chignon" sul capo, indossa poi un piercing al naso e porta sempre due orecchini a cerchio praticamente enormi.
è una combattiva nata, temprata dalle prese in giro e dalle brutte parole di persone che condividevano i suoi spazi, tenace fino al midollo, ma anche dolce come il pane con le persone con le quali entra in confidenza.
Rapporto con Kiseki: è la pura e semplice Musa di Kiseki.
Il ragazzo si è ispirato in tutto a lei, nell'audacia, nei primi obiettivi e nel comportamento contro chi ti disprezza per la tua unicità.
Si vogliono un bene dell'anima, tanto che Kiseki arriva a considerarla una zietta per tutto l'aiuto e l'amore che lei gli ha dato nel primo anno in cui lui stava imparando a convivere con il suo nuovo corpo.
Animali:
Cane:
Kumo (雲), 11 anni
Descrizione veloce: è un enorme San Bernardo veramente pigro, ed è un paradosso che sia stato adottato da una famiglia che fa tanta attività fisica come la famiglia Takajō. Il muso è sempre perennemente umido, sarà un po' la sua bava, sarà un po' l'acqua che beve pigramente, fatto sta che sui baffi gocciolano perennemente, e il pelo bianco e marrone e morbido come lo zucchero filato, o una nuvola che pigramente scorre nel cielo.
Corvo:
Nemesi, 6 anni
Descrizione veloce: quel piccolo pulcino che Taka ha deciso di affidare all'allora 11enne Kiseki per rincuorarlo è cresciuto in un maestoso corvo affezionato e legato in maniera salda alla loro famiglia ed al giovane amputato. Il piumaggio è di un nero lucente, tanto da sembrare lame di pugnali scuri, e il becco affilato lo rende temibile anche per gli esseri umani, non solo per gli animali, e lo zigomo di Kiseki ne è la prova.
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Ⲇⲃⲓⳑⲓⲧⲇ̀ ⲉ 𝖽ⲉⲃⲟⳑⲉⲍⲍⲉ:
(+) Grazie ai suoi allenamenti, ovunque e continui, è riuscito a sviluppare dei riflessi, una reattività e un tempismo fuori dal comune, riesce a calcolare in automatico la posizione in cui si sarebbe dovuto trovare in base a una serie di fattori esterni, facendo così perno sulla sua gamba e mezza e sulla protesi per darsi un maggiore slancio e muoversi più rapidamente;
(+) ha una vastissima cultura generale, dovuta ai genitori che gli hanno concesso di vedere regolarmente la televisione dai 5 anni in su, con forti restrizioni, e gli hanno regalato il primo videogioco quasi in concomitanza con il primo cellulare, il primo all'età di 10 anni, il secondo a quella di 11. In qualche modo quindi il tempo lo doveva passare, e quale non modo migliore se non leggere! Fumetti, manga, libri classici e moderni, spesso si metteva a sfogliare enciclopedie, soffermandosi casualmente e leggendo interi paragrafi finché non li avesse capiti (ovviamente parliamo di enciclopedie di animali, storia, geografia e usi e costumi, mica di fisica quantistica);
(+) grazie alla sua incredibile passione per la lettura, è diventato un ragazzo genuinamente curioso e affamato di scibile, se in una discussione salta fuori un argomento che non conosce, appena possibile di informa quanto meno a grandi linee di che si tratta;
(+-) "non tutti i mali vengono per nuocere" direbbe qualcuno. "Insomma" risponde lui, l'unica cosa buona a livello fisico che ha portato l'incidente è stata portargli la soglia del dolore a livelli veramente alti alti;
(-) a causa dei suoi trascorsi, nonostante abbia superato la sua insicurezza, ha ancora difficoltà ad interagire di sua spontanea volontà con le altre persone a lui totalmente sconosciuto, specialmente coetanei e gente di età minore alla sua;
(-) è più o meno uno zero totale nei lavori simili al disegno, è totalmente incapace di disegnare a matita, o anche su tavolette grafiche, per non parlare poi di dipingere e dei termini semi-professionali artistici, non ne capisce nulla e l'unico disegno che sa fare discretamente è il disegno tecnico.
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Ⲅⲉⲛ𝖽ⲓⲙⲉⲛⲧⲟ ⳽ⲥⲟⳑⲇ⳽ⲧⲓⲥⲟ:
A scuola è veramente un asino con l'"A" maiuscola in tutte le materie artistiche, è veramente scarso scarso scarso, proprio non ha le mani (eppure a lui manca solo la gamba sinistra, non le mani). Semplicemente proprio le cose non gli entrano in testa e raggiunge una sufficienza tirata grazie a storia dell'arte, nella pratica proprio non riesce a fare nulla, sta ore davanti ad un foglio provando e riprovando, ma senza "cavare nessun ragno dal buco".
Se si escludessero le materie artistiche di disegno, raggiungerebbe facilmente una media superiore al 95, ma a causa di essere così scarso in "arte" lo costringe ad avere una media che oscilla continuamente tra l'84 e il 91, senza sforzi esagerati, visto che lui ha un metodo impeccabile: sta altamente attento in classe e a casa sottolinea semplicemente o risistema i propri appunti, riuscendo poi a studiare il giorno prima della verifica con facilità ed in scioltezza.
Educazione fisica poi, non fa che accentare il suo "genio quasi perfetto", dato che essendo il libero titolare in una delle maggiori squadre dell'istituto con la sua difficoltà (fosse solo una difficoltà) ha l'appoggio dell'insegnate e del suo allenatore.
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Ⲥⲟ⳽ⲇ 🇬ⳑⲓ ⲣⲓⲇⲥⲉ:
(🦅) gli animali:
ha un amore incondizionato verso ogni tipo di animale, anche se predilige i suoi amati corvi, animale che ricorre continuamente nella sua vita. Impara fin da piccolo a rispettarli e amarli, sotto gli insegnamenti di propri genitori, capendo fin da subito quanta empatia essi possano provare per gli esseri umani, e quanto non reagiscano fino a che non capiscano le tue intenzioni, assumendo un atteggiamento di conseguenza;
(🦅) leggere, acculturarsi e scoprire nuove cose:
come sovrascritto, è una persona spontaneamente curiosa, sente il bisogno di informarsi sulle cose che non conosce e la lettura è un passatempo che lo accompagna sin dalla più tenera età, sarà difficile, infatti, non trovare nel suo zaino almeno un libro o fumetto che si metterà a sfogliare nei momenti morti;
(🦅) il jazz:
di gran lunga il suo genere musicale preferito, se potesse scegliere una colonna sonora per la sua vita, sarebbe questo genere, con così tante sfaccettature da adattarsi ad ogni momento della giornata;
(🦅) ogni tipo di wagashi, accompagnato obbligatoriamente da tè verde:
da quando la nonna paterna (ormai passata a miglior vita) glieli ha fatti a mano come dolce per il suo terzo compleanno, è una cosa a cui proprio non può resistere, ne mangerebbe a tonnellate in ogni momento della giornata.
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Ⲥⲟ⳽ⲇ ⲛⲟⲛ 🇬ⳑⲓ ⲣⲓⲇⲥⲉ:
(🦅) banalmente, i bulli:
non è necessario dire il perchè, dati i suoi trascorsi in seguito all'incidente;
(🦅) disegnare:
come si è visto sopra non ne è minimamente capace, quando impugna una matita da disegno (tradizionale o grafica che sia) si ritrova come se le mani gli si fossero invertite con il suo unico piede;
(🦅) la selvaggina:
sarà per il suo sapore forte e caratteristico, sarà perché è cresciuto ai margini di un bosco e suo padre è un guardiacaccia, la selvaggina non riesce proprio a mangiarla, arrivando a vomitarla se costretto a farlo.
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Ⲣⲇⳙⲅⲉ:
(🦅) agliofobia:
no, non è la fobia per l'aglio (alimento che, tra l'altro, mangia di buon grado), ma è la paura del dolore. Ne ha tanto paura a causa della sua soglia molto più alta del normale, ed ha una paura fottuta di provare il dolore sentito un attimo primo di svenire il giorno del suo incidente;
(🦅) talassofobia:
ha una paura ingiustificata, ma enorme, per le profondità marine, arrivando ad avere difficoltà a guardare documentari sulla vita del fondale marino, senza aver mai capito da cosa fosse dovuta questa sua paura radicata nel profondo della sua mente. Ha ipotizzato che si potesse ricondurre al fatto che le profondità marine sono le cose più distanti concettualmente da dove è cresciuto (sulla montagna, in mezzo ai boschi) e quindi fosse legata puramente allo spirito affettivo.
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Ⲟⲅⲓⲉⲛⲧⲇⲙⲉⲛⲧⲟ ⳽ⲉ⳽⳽ⳙⲇⳑⲉ:
Eterosessuale, ma biromantico.
L'attrazione fisica verso il sesso opposto è innegabile, e totalmente assente per lo stesso sesso, anche se non si fa nessun problema ad ammettere la bellezza estetica di un ragazzo, in fondo l'essere umano è portato a mettersi in relazione con altri suoi simili per natura, tanto da considerare fisico ideale un corpo di un soggetto del suo stesso sesso.
Per la sua identità romantica si definisce invece bi-, ha sempre pensato che se un ragazzo lo prendesse dal punto di vista emotivo e intellettuale non avrebbe nessun problema ad averci una relazione, senza però provare mai alcuna attrazione sessuale.
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ꓓⲓ⳽ⲣⲟⲛⲓⲃⲓⳑⲓⲧⲇ̀ ⲇ ⲅⲉⳑⲇⲍⲓⲟⲛⲓ:
Lui è assolutamente disponibile, se capitasse, ne sarebbe veramente felicissimo.
Ha avuto un paio di relazioni da quando è entrato in quella scuola, ma tutte non molto lunghe o importanti, per cui sarebbe relativamente inesperto, anche perchè il fatto che non abbia mezza gamba sinistra di certo non aiuta ad entrare in relazioni amorose con facilità.
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Ⲥⲟⲙⲣⲟⲅⲧⲇⲙⲉⲛⲧⲟ 𝖽ⲇ ⲓⲛⲛⲇⲙⲟⲅⲇⲧⲟ ⲉ ⲥⲟⳑ ⲣⲇⲅⲧⲛⲉⲅ:
Se si scoprisse innamorato di una persona, probabilmente non farebbe nulla per farsi notare da questa determinata pers- no dai, non scherziamo.
Partiamo dal dire che è piuttosto difficile che Kiseki si infatui di una persona che lui non conosca, quantomeno approssimativamente.
Il ragazzo cercherebbe di farsi notare, di impressionare la persona che ha attirato la sua attenzione, probabilmente invitandola alle partite della squadra di pallavolo, o agli allenamenti, cercando di risaltare più del solito. Un'altra alternativa è quella di farsi notare magari aiutando la persona nello studio di qualche materia (o se si trattasse di Arte, cercherebbe lui il suo aiuto anche se la ragazza fosse poco più capace di lui) anche per riuscire a passare un po' di tempo con lei.
C'è da dire che se si trovassero insieme in un gruppo di persone si comporterebbe in maniera più o meno solita, ad eccezione di una partecipazione leggermente maggiore con i suoi soliti commenti e frecciatine sagaci e sarcastiche.
Se dovesse benauguratamente fidanzarsi, non potrebbe nascondere una leggera gelosia verso ragazzi che esteticamente (soprattutto) o caratterialmente potrebbero sembrare anche leggermente migliori di lui e non si farebbe troppi problemi ad ammettere quest'emozione, stando ben distante però dal cadere in paranoie strane.
Non potrebbe fare a meno di stuzzicare la propria controparte con delle piccole battutine, avendo preso questo dal comportamento dei propri genitori, cercando subito di farsi perdonare se queste avessero infastidito la partner con gesti dolci e spontanei.
Probabilmente sarebbe un ottimo ascoltatore con il suo fare taciturno ascolterebbe volentieri ogni cosa detta dalla ragazza con la quale condivide quel momento della sua vita e, nonostante non sia generalmente il tipo, cercherebbe di avere un contatto fisico il più possibile quando si trovano in intimità, niente di perverso, solo le classiche coccole davanti ad una serie TV.
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Ⲥⳑⳙⲃ 𝖽ⲓ ⲇⲣⲣⲇⲅⲧⲉⲛⲉⲛⲍⲇ ⲉ ⲅⳙⲟⳑⲟ:
Appartiene al Club di Pallavolo ed è il libero titolare di una delle due maggiori squadre di pallavolo maschile della scuola.
Ha iniziato a giocare in quel ruolo spinto dallo zio, dato che nel salto sarebbe stato penalizzato dalla mancanza della gamba e dell'articolazione della caviglia e tutti i muscoli che concernono la zona della tibia e del perone. Lo zio ci aveva visto lungo, notando i suoi riflessi innati e il posizionamento che veniva naturale al ragazzo, allenando lui stesso i tratti del ragazzo che richiede il libero, facendo raggiungere al ragazzo un tempismo quanto più vicino alla perfezione, insegnando a intuire il tempo e compiere più azioni in modo naturale.
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Ⲋⲥⲇⲅⲣⲇ ⲉ Ⲣⲟⲧⲉⲅⲉ:
(🦅) Scarpa:
L'unica scarpa che Kiseki richiederà dovrà essere semplicemente nera, con lo stemma della marca in bianco, una cosa molto semplice ed "elegante", ma farà richiesta per avere una maggior ammortizzazione nella suola, cosa che permetterebbe una maggiore "molleggio" e potrebbe aiutarlo con i movimenti repentini e nel caso richieda un frequente cambio di posizione.
(🦅) Potere:
Il suo potere torna a riferirsi a quell'animale magnifico e ricorrente nella sua vita quale è il corvo.
Dalla proiezione della sua ombra arriva a svilupparsi un corvo di ombre che va ad agire fuori dal suo raggio d'azione in maniera prettamente difensiva, andando a respingere, bloccare o rallentare il pallone in maniera che Kiseki, o un qualunque altro compagni di squadra possa intervenire.
Il Corvo agisce in un raggio d'azione di circa due metri al di fuori della capacità di azione del ragazzo, comandato dallo stesso Kiseki, viaggia solo in linea retta e compiendo curve secche di 90°, o di 45°, richiedendo all'atleta un ulteriore calcolo automatico, cosa che non tutti sarebbero in grado di fare in maniera naturale; ma Kiseki non è come tutti gli altri, a causa della sua disabilità ha imparato a calcolare tutto in anticipo quando si trova in campo, si è allenato a tener conto di tutti i fattori, dai balzi dell'avversario, alla movenza del pallone.
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Ⲛⳙⲙⲉⲅⲟ 𝖽ⲓ ⲙⲇ🇬ⳑⲓⲇ:
Contro le aspettative di tutti, Kiseki "Karasu" Takajō, spinge fortemente gli allenatori di ricevere il numero 4, il numero che in Giappone, Cina e Taiwan viene bandito da secoli (addirittura quasi millenni) in ogni luogo comune per la sua assonanza con la parola "morte".
Lo desidera fortemente, anzi lo esige, perchè nessun altro numero sarebbe più adatto a lui, che viene ricondotto ai corvi, alla sventura, ma nonostante tutto è riuscito a rialzarsi e diventare ciò che è ora. Sarebbe l'ennesima contraddizione che si porta addosso, e la cosa non gli dispiace affato.
Ah, si, e poi lo vuole perchè semplicemente gli piace il numero e la fonetica che assume nei vari dialetti dell'arcipelago.
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Ⲣⲉⲅⲥⲏⲉ̀ ⲇⲥⲥⲉⲧⲧⲇ?:
Quando il comitato di selezione per la squadra giunge a cercare di "reclutarlo" accetta quasi subito per due ragioni:
1. la possibilità di viaggiare introno al mondo è una cosa che capita poche volte nella vita, e pensa che così magari possa rivedere la cugina e la zia acquisita a cui vuole un bene dell'anima;
2. dopo pochi minuti di riflessione, trova un fine profondo e nobile: partecipando al campionato di Taikaken e condividendo la propria storia, potrebbe risultare d'ispirazione, o comunque d'appoggio, per bambini e ragazzi (o perchè no, anche adulti) considerati disabili per la mancaza di un arto o per una malformazione genetica.
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Ⲇⳑⲧⲅⲟ:
(🦅) avendo buona parte della famiglia in Europa e con "Zia" Roxanne che è american, parla diverse lingue: giapponese e lituano in maniera fluente, Inglese in maniera più che discreta e sa le basi del russo;
(🦅) la cicatrice che ha sullo zigomo destro è stata causata dal suo corvo quando Kiseki aveva 13 anni, dopo che lui lo aveva colpito per scacciarlo dopo una brutta giornata;
(🦅) ha imparato a cucinare guardando ed aiutando la madre, la quale gli ha insegnato praticamente tutto, a partire dal condire una semplice insalata, a stendere la pasta, passando per il cucinare cucinare la carne sulla griglia;
(🦅) porta con sempre con sè il suo zaino un po' rattoppato qui e là, aggiustato dalla nonna paterna dopo che lui è rotolato giù da una piccola collinetta nel bosco, ed al suo interno è necessariamente presente almeno un libro.
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Ⲇⲃⲓⳑⲓⲧⲇ̀ ⲉ Ⲣⲇⲅⲇⲙⲉⲧⲅⲓ:
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Ⲣⲟⲧⲉⲛⲍⲇ:
B
Il ragazzo ha un discreta potenza, ma non raggiunge livelli più alti a causa della sua a amputazione che ha portato logicamente alla mancanza totale di un'articolazione (caviglia) e dei muscoli della gamba.
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Ⳳⲉⳑⲟⲥⲓⲧⲇ̀:
A
Di base ha già una velocità buona, aumentata poi dai suoi allenamenti portati ad aumentare i riflessi, che ormai hanno raggiunto un livello altissimo livello, per non parlare della sua reattività quasi istantanea, entrambe le ultime due caratteristiche adattate e sviluppate basandosi sulla protesi.
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Ⲋⲇⳑⲧⲟ:
A
Se si trattasse solo di salto laterale, e quindi collegati alla reattività e riflessi, si tratterebbe di un S facile facile, ma considerando anche quella verticale, il voto si abbassa ad A per più o meno lo stesso motivo della potenza.
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Ⲋⲧⲇⲙⲓⲛⲇ:
A
Con i suoi allenamenti gestiti dallo zio frequentati dall'età di 13 anni fino a che non entra in quella scuola, che spesso si prolungavano anche per una o due ore dopo la fine dell'allenamento abituale, e grazie anche alla sua tenacia, che ha impedito il suo temporeggiare e lo ha fatto allenare anche singolarmente in qualsiasi situazione e periodo dell'anno.
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Ⲇⲧⲧⲇⲥⲥⲟ:
E
In attacco è veramente uno dei più giocatori più scarsi dell'intero club di pallavolo, probabilmente il più scarso, perché non si è mai concentrato sugli aspetti offensivi del gioco, allenandosi solo nella posizione di libero.
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ꓓⲓ⳨ⲉ⳽ⲇ:
S
Si allena da quando ha iniziato a giocare a pallavolo nel ruolo di libero, sviluppando caratteristiche fisiche a livello difensivo a livello eccezionale e padroneggia perfettamente il ruolo che gli aveva consigliato lo zio.
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ꓖⲅⲓⲛⲧⲇ:
S
Kiseki è probabilmente una delle persone con più grinta dentro al club di pallavolo.
La sua grinta e semplicemente inversamente proporzionale alla sua bravura in fase offensiva, soprattutto per il suo passato, anche se a parer del ragazzo, il suo livello di grinta e tenacia non raggiungerà mai i livelli di Roxanne Wright.
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Ⲇⲃⲓⳑⲓⲧⲇ̀:
B
Ha un'ottima base nello sport, ma non è di certo il più bravo, visto che ha praticato praticamente solo un po' d'atletica da bambino e pallavolo dai 13 anni in poi.
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Ⲇ⳽ⲧⳙⲍⲓⲇ:
S
A livello di visione di gioco, è oggettivamente il migliore di tutta la squadra, in grado di adattarsi ad ogni situazione in campo. Di certo non sarà lui a proporre tattiche di squadra frequentemente, sarà più frequente però che sia lui a istruire i suoi compagni di squadra sui punti deboli degli avversari che si mostreranno durante la partita.
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Ⲥⲟⲟⲣⲉⲅⲇⲧⲓⳳⲓⲧⲇ̀:
B
Non è il migliore di certo, ma è sicuramente in grado collaborare senza creare casini o lamentarsi, trovandosi bene a lavorare in gruppo con lo scopo di raggiungere un obbiettivo comune, considerando tutto sommato gratificante la sensazione di fiducia reciproca che teoricamente si dovrebbe respirare nello spogliatoio.
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Ⲧⲟⲧⲇⳑⲉ ⲉ Ⳑⲓⳳⲉⳑⳑⲟ:
860-Alto
Sicuramente non sarà il top-player della squadra, ma considerata la sua singolarità ci si viene da domandare come sarebbe se non avesse subito quell'incidente a 11 anni (anche se probabilmente non si sarebbe mai affacciato alla pallavolo). Risulta essere superiore alla maggior parte dei propri coetanei normodotati, e la sua presenza nella squadra di Taikaken ne è la prova.
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WAH, 6815 parole di scheda, onestamente non credevo di esserne capace, forse lavorarci durante le lezioni ne è valsa la pena.
Spero veramente di non essermi contraddetto in nulla, o ripetuto troppe volte, nel caso perdonami. Se avessi una qualunque perplessità, mandami pure un messaggio e cercherò di chiarire e modificare la scheda (fun fuct: ho usato le emoticon dell'aquila perchè non esiste quella del corvo...).
Oc per la storia di
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