PRIMA PROVA

Correva l'anno 10244 e venne ritrovata una spada nella roccia, profondamente infissa in un blocco di pietra. Fin dal primo momento in cui la notizia si diffuse, la gente cominciò a farsi domande sulla sua provenienza, e il sul significato del suo ritrovamento. Era ormai più di 8000 anni che un oggetto del genere non veniva utilizzato, le spade erano state sostituite da armi molto più pratiche ed efficienti, e nessuno comprendeva come quella spada fosse rimasta nascosta per così tanto tempo senza mai essere ritrovata. E, soprattutto, nessuno capiva come quella lama fosse riuscita a conficcarsi tanto saldamente in un blocco di roccia.
Inizialmente si era pensato di trattare il ritrovamento come un semplice reperto archeologico, magari di esporlo al pubblico e di guadagnarci anche qualche soldo.
Ma, quasi contemporaneamente alla nascita di questa idea, ci si era convinti che la spada avesse un'importanza decisamente maggiore. Nessuno si sapeva spiegare questa sensazione, ma l'arma emanava una specie di aura, qualcosa che incuteva rispetto e timore nell'osservatore, sebbene questo fosse cosciente di stare guardando un semplice pezzo di metallo piantato in un sasso.
Il governo del Dipartimento Eurasia del Sud era ben deciso, nonostante le critiche di molti, che la ritenevano un' indagine inutile, a scoprire di più riguardo all'oggetto misterioso, ma le ricerche non stavano portando a niente.

Il giovane Generale dell'esercito dell' Eurasia Unita, Ryan Brown, si stava dirigendo verso la sala riunioni del palazzo del governo, attraverso i lunghi corridoi di acciaio e vetro scintillante, preparandosi ad un'altra di quelle che lui riteneva delle liti assurdamente inutili tra gli individui più potenti dell'intero paese. Oggetto della discussione? Ovviamente ancora quello stupido pezzo di metallo.

Anche Brown si faceva domande sul ritrovamento della spada, ma non avevano nulla a che fare con quelle che si poneva ormai mezzo mondo.
-Come si fa a preoccuparsi di un'idiozia simile con tutti i problemi che affliggono il nostro paese in questo momento? - si chiedeva - perché la gente non smette per un attimo di fantasticare su strani fenomeni soprannaturali e non scende con i piedi sul proprio pianeta, per rendersi conto della gravità di problemi più seri e immediati?

Preso da questi pensieri, non si era conto di essere arrivato alla propria meta. Con un sospiro infastidito, strisciò il pass di riconoscimento sul sensore vicino alla porta ed entrò.
All' interno della sala, sedute attorno ad un lungo tavolo si erano radunate una trentina di persone, che discutevano animatamente osservando l'ologramma proiettato al centro del tavolo. Il Generale represse l'irritazione notando che, tanto per cambiare, riguardava lo stupido coltello, con tanto di inutile sasso.

-Generale Brown, la stavamo aspettando!- esclamò un uomo e dai lunghi capelli brizzolati seduto sul lato destro del tavolo, con aria sollevata -questi idioti continuano a ritenere che la spada misteriosa- mimò delle virgolette con le dita- sia una questione di massima importanza...- continuò con un espressione esasperata dipinta sul volto.

-Signor Taymis, per favore! Le devo forse ricordare che noi siamo ancora qui?- fece un'altro uomo dall'aria autorevole, rivolgendo al diretto interessato uno sguardo severo - Generale, in quanto all'oggetto della nostra discussione, sono certo che lei concorderà che...-

- no che non concordo- ribattè Brown quasi ringhiando- e continuo a non capire perché voi tutti - e indicò con un ampio gesto del braccio tutti i presenti nella sala - continuiate a perdere tempo dietro a questa stupidaggine, con ben altri problemi da risolvere! Se avete voglia di fenomeni paranormali, guardatevi un film o leggete un libro, ma non confondeteli con la vita reale! Cosa che, a quanto pare, state facendo- concluse fissando con sguardo torvo le persone attorno al tavolo.

Taymis emise uno sbuffo divertito, prima di tornare a leggere qualcosa, probabilmente un fumetto conoscendo i suoi gusti, sotto al tavolo.

L' uomo che aveva parlato rivolse ad entrambi uno sguardo severo.
- Voi non avete idea di che cosa stiate dicendo. Voi non siete stati al cospetto della spada, non immaginate l'aura di energia e potere che emana. È chiaro che non si tratta di un oggetto comune, ha qualcosa di speciale. E noi, che voi siate favorevoli o no, abbiamo tutte le intenzioni di scoprire di che cosa si tratta- replicò fissandoli con serietà, come per sfidarli a replicare.

-Bene, allora- rispose Brown con voce fintamente calma, per nulla intimidito dallo sguardo assassino dell' interlocutore - ma, ditemi... vi è passata per l'anticamera del cervello l'idea di, non so, tirarla fuori da quel blocco di pietra? O avete troppa paura di scatenarvi addosso l'ira di Dio?- continuò con aria ironica.

Detto questo, uscì dalla sala sbattendo la porta. Pochi istanti dopo sentì il rumore delle ante che si riaprivano e richiudevano dietro di lui, e dei passi affrettati che gli si avvicinavano.

- Li hai lasciati tutti scandalizzati- ridacchiò John Taymis accostandolo - erano così convinti che avresti pienamente appoggiato le loro teorie... che intendi fare adesso?-

John Taymis era, secondo il parere di Brown, una delle creature più portate ad irritare il prossimo che avesse mai camminato sul pianeta Terra, sempre pronto a trascinare i malcapitati che lo circondavano in imprese folli ed impossibili. Insomma, era praticamente il suo migliore amico, nonostante la notevole differenza d'età.

- lasciare che loro si preoccupino di questa roba mentre io penso ai problemi che interessano a me?

L'altro non sembrava convinto - così però gliela dai vinta- commentò.

-non c'è proprio niente da vincere- rispose Ryan alzando gli occhi al cielo -se hanno voglia di perdere tempo sono problemi loro.-

John fece spallucce - se lo dici tu-

- e cosa faresti al mio posto, sentiamo?-

- Gli dimostrerei che hanno torto- sul viso dell' uomo si dipinse un' espressione furba.

- e come?- fece Ryan, improvvisamente interessato.

- Come dicevi tre minuti fa, estraendo quell'affare dal sasso e dimostrando che non succede niente- replicò lui senza scomporsi.

- non mi daranno mai il permesso di fare una cosa simile... per loro è quasi un oggetto sacro...- borbottò sconsolato il generale.

- e chi ha detto - disse Taymis con gli occhi che brillavano maliziosi - che dobbiamo avere il permesso?-

~~~~~~

Quella sera stessa, i due uomini si stavano dirigendo furtivamente verso la zona del ritrovamento. Si trattava di una collina appena fuori città, sulla quale si stava scavando per costruire le fondamenta di un nuovo quartiere residenziale.

- Continuo a pensare che non sia affatto una buona idea- si lamentò a mezza voce il giovane generale, controllando che non ci fosse nessuno in giro.

- ma devi ammettere che è la migliore fra le opzioni disponibli- rispose allegramente il suo compagno, senza preoccuparsi minimamente di non fare rumore.

-se ci beccano hai idea di che cosa ci aspetta?-

- no, perché? - domandò tranquillamente l'altro.

-Beh, nemmeno io, ma di sicuro niente di piacevole-

-allora non facciamoci beccare e tutto è a posto-

Ryan borbottò qualcosa sottovoce e lo seguì su per la collina.

Arrivati sulla cima, si trovarono di fronte ad un enorme cratere, scavato nel mezzo del prato, probabilmente per creare le fondamenta delle case che avrebbero dovuto sorgervi. Sul fondo, si intravedeva qualcosa che luccicava nel buio.

John prese a calarsi tranquillamente lungo una delle pareti del buco, canticchiando, e Ryan lo seguì sbuffando.

Arrivati sul fondo, videro, vicino a loro, il tanto temuto oggetto delle discussioni dell'intero continente nelle ultime settimane. La Spada sembrava emettere una sorta di luminosità propria, evanescente come uno spettro.

Ryan la guardò dubbioso. Ora capiva cosa intendeva la gente quando affermava che la spada emanava una strana aurea di potenza. Si aveva la sensazione di stare di fronte a qualcosa di intoccabile, era una presenza imponente ma allo stesso tempo estranea, come se appartenesse ad un altro mondo.

L'amico lo riscosse da questi pensieri battendogli le mani sotto al naso.

- Dormirai quando torneremo a casa, abbiamo da sfatare un mito adesso!

- Eh? Oh si, arrivo - fece lui,sbattendo le palpebre - Ma continuo a pensare che sia una cattiva idea! -

- Ufff quanto sei noioso...quando mai ti ho messo nei guai con le mie idee, eh?-

- Milioni di volte - replicò Ryan - e i chili di schiuma blu nella fontana dell'acqua potabile sono solo l'ultima!-

- Pfft, dettagli - commentò lui senza scomporsi - Non vorrai mica tirarti indietro proprio adesso! Ho dovuto raccontare a Iren che andavo a giocare a golf. E, sinceramente, non capisco come la cosa sia riuscita. Io odio giocare a golf.-

-No, sono pronto-

Ryan si avvicinò alla Spada e appoggiò la mano sull'impugnatura dell'arma. Dovette combattere contro un istinto profondo che gli urlava nelle orecchie di mollare John in quel buco e di tornarsene sotto alle coperte.
'Smettila, sembri un bambino che ha paura del buio. Dimostra che sei un uomo, e che non hai paura di un pezzo di metallo' si rimproverò mentalmente. Strinse le dita attorno al metallo dell'arma e tirò verso l'alto.

La spada scivolò con facilità fuori dal suo fodero di roccia, e la sua lama emise un intenso luccichio nella notte. Ryan e John la fossarono con il fiato sospeso, nessuno dei due più molto convinto di quello che avevano fatto.
Per un istante tutto rimase tranquillo, l'aria della notte immobile, il mondo immerso nel silenzio. Poi iniziò il finimondo.
La terra prese a tremare, lunghe crepe squarciarono il prato e spezzarono le rocce. Le poche luci che illuminavano la zona si fulminarono con un sibilo ronzante, facendo piombare il cratere nell'oscurità.
Nell'attimo di silenzio atterrito che seguì, Ryan udì la voce dell'amico -Opss..-

Un istante dopo una voragine si aprì davanti a loro, inghiottendo il masso in cui era stata incastonata la spada, e costringendo i due uomini a fare un salto indietro per non caderci dentro. Una sagoma nera emerse dalle viscere della terra. Aveva forma umana, ma indossava una specie di armatura con un elmo molto elaborato che impediva di vederne il volto. Quando uscì completamente dalla voragine, Ryan notò che era sicuramente più alto di due metri. La creatura alzò gli occhi sul cielo spruzzato di stelle e parlò, con una voce profonda che suonò completamente aliena alle orecchie dei due uomini.

-Finalmente - disse, con lo sguardo ancora puntato alla volta celeste - Torniamo ad essere liberi come un tempo!-

~~~~~

Ryan non aveva ancora mosso un solo muscolo quando la creatura posò gli occhi su di lui. Era rimasto paralizzato dal terrore a fissare il mantello nero della figura, con in testa un solo pensiero: 'perché ho fatto una cosa del genere, perché mi sono fatto trascinare qui?' Con un senso di colpa sempre più schiacciante che gli premeva sul petto.

- E così- fece la creatura con aria sprezzante - Siete voi che ci avete liberati... Sapevo che gli esseri umani sarebbero stati talmente stupidi da dimenticarci! Sapevo che, prima o poi, sarebbe stato qualcuno di loro a decretare la loro fine! Sapevo che era solo questione di tempo, e di pazienza... - Ghignò trionfante.

- E che ... - John deglutì - Che cosa saresti tu? -

La creatura scoppiò a ridere mentre dal creapaccio alle sue spalle cominciavano a uscire decine e decine di figure come lui - Cosa siamo noi, vorrai dire -

- Ascoltatemi bene, voi due... stasera forse avrete il privilegio di sopravvivere... ma solo perché voglio che il mondo sappia del nostro ritorno! Voglio che tutti conoscano la storia di questo pianeta, e che tremino al suono del nostro nome! Noi siamo i Dorniss, popolazione da voi ormai dimenticata, e siamo qui per prenderci ciò che millenni fa voi ci avete impedito di prenderci! E ora aprite le orecchie... vi racconterò ciò che voi dovrete raccontare al mondo... dopo questa notte, avremo di nuovo il rispetto che ci è dovuto!-

- Siete degli alieni? - chiese Ryan con voce tremante.

- Il pianeta Terra ci appartiene quanto appartiene a voi! Ma è un mondo troppo piccolo per ospitarci entrambi. O almeno, questo è quello che ci diceste voi, millenni fa. E ora tacete, figli di stirpe debole! Ascoltate la nostra storia...

" Cinque millenni fa, gli esseri umani dominavano questo pianeta. Ma nelle profondità della terra, un' altra popolazione, non meno evoluta, stava prosperando. Però entrambe le specie erano sempre più numerose, così cercarono nuovi spazi vitali nei territori dell'altra popolazione. Le due stirpi entrarono in contatto, e immediatamente fu il panico. Sia in superficie che sottoterra, nessuna delle due popolazioni sapeva dell'esistenza dell'altra. E, si sa, si ha sempre paura di ciò che è diverso, e si arriva ad odiarlo, inevitabilmente. Umani e Dorniss non fecero eccezione. Dopo appena un secolo, le due stirpi entrarono in conflitto, e scoppiò una terribile guerra. Non si sa a causa di chi, i motivi reali si sono persi. Fu una guerra terribile: ormai l'obbiettivo del conflitto era diventato lo sterminio dell'altra razza, il dominio del pianeta. Gli umani stavano per perdere, quando all'improvviso... scoprirono la magia. La disperazione li portò a credere in ciò che avevano sempre creduto finzione, e a utilizzarlo come un'arma. Ma era un'arma pericolosa, come un serpente pronto a rivoltarsi verso chi lo addestra. E questo, anche una razza stupida come quella umana lo aveva capito. Perciò l'uso della magia fu riservato a poche persone esperte, le uniche a conoscerne i segreti. Vennero chiamati i Krissel. Essi promisero che avrebbero utlizzato la magia solo in questa guerra poi, in caso di vittoria, i suoi segreti sarebbero stati sepolti con loro. Ci sconfissero. Eravamo una popolazione molto orgogliosa, e loro sapevano che avremmo preferito morire che vivere in schiavitù. Perciò fecero in modo di umiliarci al massimo. Ci rinchiusero nei meandri sotterranei che un tempo erano stati la nostra casa, privandoci delle risorse vitali, condannandoci a morire di fame. E la spada era il sigillo. Imbevuta della magia dei Krissel, sigillava le nostre uscite, era l'unica cosa che ci teneva rinchiusi la sotto. Sebbene possa sembrare un oggetto insignificante, racchiude tutta la potenza degli antichi stregoni, di coloro che ci hanno sconfitti. Ma noi siamo un popolo paziente. Abbiamo trovato altre fonti di sostentamento, e abbiamo atteso. Negli anni di guerra avevamo conosciuto la specie umana. Sapevamo che avreste voluto dimenticare. E questo è stato il vostro più grande errore. E ora i Krissel sono morti, e voi non avete scampo! Io sono Woren, sovrano dei Dorniss, e vendicherò l'antica sconfitta dei nostri avi! "

La folla di Dorniss alle sue spalle esplose in un boato di esultanza.

Ryan sentì un nodo di terrore allo stomaco. Penso a Kathrin, la sua ragazza, che in quel momento dormiva tranquilla nel suo letto, senza dubitare minimamente che lui fosse in pericolo. O meglio, che lui stesse mettendo in pericolo l'intero mondo. E fu in quel momento che di sentì davvero spacciato.

- Siamo due idioti - mormorò John accanto a lui.

- Come tutta la vostra razza - Convenne Woren.

- E ora, il mondo deve sapere del nostro ritorno! Andate, e parlate ai vostri simili di noi, raccontategli ciò che io vi ho raccontato! Noi torneremo domani a quest'ora. Potete decidere se combattere o accettare un accordo... e vi avviso che le condizioni sarebbero molto pesanti! Non esiste più un lieto fine per voi! - E dopo queste parole, gettò qualcosa ai loro piedi. Fu l'ultima cosa che Ryan vide, prima che l'oscurità si impossessasse delle sue membra e lui crollasse al suolo.

~~~~~~

Tutto poteva sembrare perduto. Ma loro erano fatti per intervenire quando tutto sembrava perduto. Loro erano l'unica salvezza dell'umanità. Gli unici in grado di competere con il potere e la forza dei Dorniss. Gli unici che un tempo erano stati capaci di sovrastarli. E ora toccava a loro tornare in azione, per soccorrere nuovamente gli uomini. Toccava a loro fare si che l'umanità non venisse distrutta, ancora una volta. Toccava a loro tornare a guidare gli esseri umani in battaglia. Era il prezzo che era stato richiesto in cambio delle loro conoscenze. Non avrebbero mai avuto la possibilità di riposare in pace, in un sonno eterno. Loro avrebbero protetto per sempre il loro pianeta. Lo avevano giurato nel modo più severo.
Loro erano i Krissel, e questo era il loro compito.
Loro erano i Krissel e questo era il loro giuramento.
Loro erano i Krissel e questa era la loro maledizione.

E così finisce la mia sudatissima prima prova di questo concorso... ho lasciato il finale sospeso perché... mi piace. E perché non potevo scrivere una brutta copia dell'Odissea per concludere questa storia... e se avessi voluto concludere la vicenda non finivo più. Magari un giorno mi verrà voglia di continuare questa storia... mi sono divertita molto a scriverla ^.^ e mi dispiacerebbe un po' lasciarla così... chissà se l'organizzatrice del concorso me lo permette. Intanto voi pochissime persone che leggerete questa prova ditemi qualcosa... anche critiche.
Mi scuso per i sicuramente presenti errori di ortografia... ma la ho riletta 4578954 volte e potrei comunque non averne visti. Grazie e spero vi sia piaciuto il racconto.

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