Capitolo 9
Il Continente centrale era diviso da una baia chiamata Crystal Bay in due parti: Northfield e Southfield. Era sede dei leggendari spadaccini dello Shihaiken, il governo precedente all'invasione dei Guardians. Dopo la guerra, le antiche costruzioni del vecchio regime si mischiarono a quelle moderne introdotte dal governo dei conquistatori, rendendo il continente centrale una zona molto eterogenea. La South Arena di River Town, situata a Southfield, era un esempio lampante di quelle nuove strutture. Immensa e subito alle spalle della città, circondata da ristoranti e negozi vari, era fonte di cospicuo arricchimento per il governo e contribuiva al fiorire dell'economia attraverso gli eventi e i tornei organizzati ogni anno al suo interno.
Si presentava come un largo edificio rettangolare grigio, con un'ampia e riconoscibile insegna in alto a troneggiare sul portone di ingresso dai pannelli in plexiglass. Intorno a essa si estendeva un cortile dal prato verdeggiante pieno di panchine e tronchi potati su cui sedersi, delimitato da un basso muretto di pietra.
"È enorme!" esclamò Alex, entusiasta, non appena vi posò lo sguardo
"Già." concordò Peter. "Finalmente vedo la South Arena con i miei occhi, ho sempre voluto farlo fin da quando ne sentivo parlare a Jolly Hall."
Dorothy invece aveva un'aria più disinteressata e pragmatica. "Non male, sì, ma ricordatevi perché siamo qui. È ora di vedere quanto siamo migliorati e soprattutto di portarci a casa un bel gruzzoletto!"
Peter e Alex assunsero un'espressione allibita.
"Le interessa solo questo..." pensò il primo, mentre la giovane continuava a ridacchiare e sognare a occhi aperti.
"Allora, Peter, sei pronto per superare almeno il primo turno?" lo incalzò Somber.
"Scherza pure, alla fine io sarò quello con la medaglia d'oro mentre tu ti mangerai le mani." ribatté Peter con una faccia maligna.
"La vedo difficile visto che ci sarò io a farti la pelle in finale, non vedo l'ora."
"Già, anch'io... razza di errante notturno da quattro soldi!"
"Su, ragazzi... l'importante è migliorarsi e fare pratica con i nostri poteri." Alex provò a calmarli, ma quei due nemmeno lo sentivano.
"Dai, andiamo a iscriverci prima che si crei troppa folla, idioti." gracchiò Dorothy, che si era risvegliata dal torpore dei suoi sogni economici.
Dopo essersi iscritti presso un punto di accoglienza di fianco all'entrata del palazzo, andarono a rinfrescarsi sotto un albero e a mangiare il pranzo preparato dal maestro Fujiwara, in attesa dell'inizio dei sorteggi.
A un certo punto, mentre trangugiavano i loro abbondanti onigiri, avvertirono una presenza ostile alle loro spalle. Un Kaika ostile emesso volontariamente. Si girarono di scatto, e con loro enorme sorpresa, trovarono lui.
Connor Gray.
"Ehilà! Che coincidenza trovarvi qui tutti e quattro..." sussurrò con la sua voce musicale, salutando a occhi chiusi e un sorriso gaio sul volto.
"Che vuoi? Anche tu partecipi al torneo?" gli chiese, freddo, Peter.
"Diciamo di sì. Tuttavia, sono qui più per... affari personali."
"Spera di non incontrare me alle eliminatorie, o giuro che te la farò pagare per quello che hai fatto ad Alex." lo minacciò Dorothy.
"Che paura! Il nostro Alex, dunque, si fa difendere dalla sua ragazza, eh?" provocò il mercenario.
"N-non sono la sua ragazza..." balbettò Dorothy.
"Lascialo perdere, Dorothy. Se è una battaglia alla pari che vuoi, Connor, la avrai." disse con aria sicura Alex.
"Beh, osservandovi sembra che tutti e quattro sappiate un po' più di cose rispetto all'ultima volta... che meraviglia! Spero davvero di non dovervi eliminare io in questo torneo, sarebbe un peccato."
"Vale anche per te, feccia." sbottò Somber.
Connor si limitò a esibire un ghigno malizioso e voltar loro le spalle. "Buona fortuna, allora. Mi raccomando, Alex, non deludermi." agitò la mano di spalle, mentre si allontanava.
"Va tutto bene, Alex?" si sincerò subito Dorothy.
"A posto, tranquilla." la rassicurò lui.
"Ma perché mai è venuto qui a partecipare al torneo?" Peter appariva stranito. Le cose si erano complicate all'istante per loro, ma pensandoci molte persone abili e con più esperienza si erano di sicuro iscritte alla manifestazione.
Anche Somber aveva un'aria dubbiosa come lui. "E chi può immaginarlo? Quel tipo è imprevedibile, so solo che la faccenda non mi piace. Ho un brutto presentimento."
Quando vennero convocati per i sorteggi, si avviarono verso l'interno dell'arena. Subito dopo l'ingresso c'era una grande sala con uno schermo di almeno cento pollici posto in fondo alla sala, come fossero all'interno di un cinema. Erano tutti affollati lì ad attendere di essere smistati. Lungo il perimetro della sala erano disposti alcuni sedili in pelle su cui potersi accomodare.
"Non vedo quel bastardo con tendenze da stalker." fece notare Peter, guardandosi intorno.
"Sarà nascosto da qualche parte tra la folla, non dargli peso." gli rispose Dorothy.
"Se dovremo affrontarlo, così sia. Anche noi abbiamo delle sorprese in serbo per lui." concluse Somber, impassibile.
"Ehi! Ragazzi!" Udirono una voce femminile dall'altra parte della sala, squillante e molto vitale.
La giovane che li aveva chiamati stava correndo verso di loro, trascinando per il braccio un uomo in chiaro imbarazzo vestito in stile casual.
"Lily! Marcus!" esclamò Alex.
"Lily Sea e Marcus Flinn, eh?" sogghignò Somber. "Non mi aspettavo di rivederli così presto."
I due ragazzi li raggiunsero di gran carriera, grazie all'esuberanza di Lily.
"E dai, vieni, Marcus! Sei sempre così noioso!"
"Ti ho detto di lasciarmi stare, non fare l'amicona, non ci conosciamo da così tanto!" sbuffò l'altro.
"Anche voi qui, eh? Come ve la passate?" domandò Peter con aria amichevole.
"Dopo la batosta che ci ha dato Somber al concorso, abbiamo deciso di aprirci un'agenzia di investigazione privata! Quindi siamo venuti a partecipare al torneo per racimolare qualche soldo." squittì Lily.
"In realtà io avevo questo progetto da molto tempo, tu mi hai solo seguito senza staccarti più." le rinfacciò Marcus.
"E non essere così pesante! So che in fondo non riesci a stare senza la mia allegria." Lily gli afferrò il braccio.
"Lasciami!"
"Allora buona fortuna, anche noi siamo qui per i soldi." informò Dorothy, mentre Marcus provava a liberarsi dalla morsa della sua briosa carceriera.
"Ormai per lei è solo quello il motivo..." pensò Alex, stralunato.
Lo speaker, nel frattempo, iniziò a spiegare le regole del torneo ai partecipanti, e tutti si voltarono in fretta per ascoltarlo attentamente.
"Salve a tutti e grazie di essere così in tanti qui alla South Arena! Inizieremo questo torneo con una fase preliminare." esordì l'uomo dal lungo ciuffo biondo e l'aria festaiola con indosso due splendenti occhiali da sole multicolore. "Ci saranno sedici gruppi in cui gli sfidanti dovranno affrontare una battle royale. Si svolgeranno le battaglie di due gruppi alla volta, divisi da un grande muro che abbiamo piazzato al centro dell'arena! Successivamente, i sedici vincitori dei gruppi accederanno al primo turno della fase finale del torneo. Spero sia tutto chiaro, in ogni caso vi saranno lasciati dei fogli illustrativi con il regolamento, nel caso non aveste compreso. Dalla fase finale in poi inizieranno i premi in denaro, che cresceranno sempre di più fino alla finale. Il primo premio vale ben diecimila monete d'oro da cambiare in Kin! Ora possiamo iniziare a sorteggiare, buona fortuna a tutti!" concluse l'uomo al centro della sala.
"Ehi, Marcus, hai sentito?! Diecimila Kin!" Lily gli saltò letteralmente addosso, facendolo infine cadere inesorabilmente.
"Sì, sì! Ho sentito, ora spostati, per favore!"
"Ragazzi, il primo premio deve essere mio." Dorothy sembrava bruciare di determinazione.
Peter dal canto suo non vedeva l'ora di mettere alla prova le sue nuove abilità, e percepiva la stessa sensazione nei suoi compagni. Ormai era il momento.
"Facciamoci valere, amici."
Nel sorteggio, per fortuna di tutti, nessuno era capitato nel gruppo dell'altro, né in quello di Lily o Marcus. Ma sapevano bene che le insidie potevano celarsi dappertutto già dai pleriminari
"Buona fortuna, allora, ci vediamo alla fase finale." sentenziò Peter, quando venne diviso dai suoi amici dagli addetti allo smistamento.
"Gia." rispose Alex. "Se in quel momento capiteremo contro uno di noi, non ci tratterremo."
"Ovvio, altrimenti che allenamento sarebbe?" confermò Dorothy.
"Non fatevi eliminare prima. Soprattutto tu, Peter." soggiunse Somber.
Lui sogghignò, sicuro di sé. "Non c'è bisogno che me lo dica tu."
Così, i quattro si divisero.
I primi gruppi erano quelli di Peter e di Dorothy: tutti i partecipanti vennero condotti sull'arena, all'esterno, nella loro rispettiva metà. Il cielo brillava sulle piastrelle bianche che componevano la piattaforma circondata dall'erba piatta e ben tenuta che la delimitava. Gli spalti composti da gradoni in pietra erano gremiti di persone pronte a gustarsi lo spettacolo, e una frizzante atmosfera permeava l'ambiente dove ogni combattente avrebbe messo alla prova le proprie abilità.
Si respirava l'agonismo persino nell'aria, che lo trasportava fino ai partecipanti sul ring, acuendone i sensi.
"Siamo pronti! Che il torneo abbia inizio!" annunciò lo speaker, in piedi sull'erbetta ai margini degli spalti.
Peter cominciò a guardarsi intorno. Quasi nessuno tra i suoi sfidanti, notò a un primo impatto, era in grado di usare il Kaika. Era anche intuibile, trattandosi della prima scrematura.
"Sarà una passeggiata." sussurrò, proprio mentre un colpo di mazza da parte un bruto che l'aveva puntato da dietro stava per abbattersi sulla sua schiena.
Il ragazzo si voltò, fulmineo, e schivò subito con un balzo all'indietro.
"Ehi, potresti farti male con quella, sai?" lo intimidì. "Ah, non c'è neanche bisogno che usi il Kaika con questo qui, e io che pensavo di riscaldarmi." In uno scatto improvviso, fracassò il bastone del bruto con un calcio repentino. "Forse però potrei utilizzarlo per fare prima..."
"Ma quando..?" farfugliò il nemico, frastornato.
"Arrenditi, non puoi vincere contro di me, dovresti averlo capito. Guarda, ti do la possibilità di scappare."
"Chi ti credi di essere, moscerino?!" urlò il bruto, scagliandosi contro di lui con la sua cresta rossiccia al vento.
Peter sospirò. "L'hai voluta tu..."
Parò il suo pugno con una sola mano e contrattaccò subito attraverso una tallonata nello stomaco. L'uomo si piegò in due per il dolore.
"Maledetto..." tirò fuori un coltellino e provò ad affondarlo verso Peter, che però non si fece sorprendere, e ancor prima che l'altro potesse accorgersene, gli assestò un diretto in pieno volto facendolo volare all'indietro e quasi perdere i sensi.
"Il fatto che siano ammesse armi non vi rende invincibili, dannati teppisti." Il ragazzo sbuffò, scrutando il grande muro di cemento armato vicino a lui, al di là del quale stava combattendo la sua amica. "Spero che almeno tu ti stia divertendo di più, Dorothy."
Dorothy non si stava affatto divertendo.
Nessuno era in grado di utilizzare il Kaika, aveva scoperto, e non aveva avuto alcun problema fino a quel momento con i suoi avversari.
"Uffa, che noia però... non ho dovuto neanche estrarre la pistola finora. E tu smettila di segurmi, ti ho visto cinque minuti fa."
Dalle sue spalle si udì un sussulto. Un ragazzo sul metro e ottanta con un ciuffo scuro e scintillanti occhi verdi uscì allo scoperto. Si era mimetizzato a lungo tra i partecipanti che occupavano quella metà di piattaforma, abbattendone solo qualcuno di tanto in tanto, ma aveva puntato sempre a lei, avendola bollata come la più capace nel suo gruppo.
"E io che pensavo di essere furtivo... però, sai che non sei niente male, dolcezza? Nulla di personale ovviamente, ma devo eliminarti. Dopo il torneo che ne diresti se ti offrissi una cena per farmi perdonare?" propose, beffardo.
"Hai ancora tempo per ritirare quello che hai detto e toglierti di mezzo." rispose Dorothy, gelida.
"Peccato. Sembra che dovrò-uh!"
Dorothy era scattata all'improvviso, piazzandogli una rapida ginocchiata nelle parti basse.
"Brutta cagna, ora la paghi!" l'altro provò a sferrarle un pugno, dolorante, ma Dorothy roteò su sé stessa e lo colpì con le nocche della mano sinistra sullo zigomo. L'uomo si sbilanciò, e mentre provava a gettarsi in avanti sulla giovane guerriera, lei alzò la gamba in verticale fino al suo mento, centrando in pieno la mascella col piede.
"Ti ho già messo fuori gioco, che delusione. Se vuoi, dopo il torneo ti offro io le cure mediche..." scherzò, annoiata, Dorothy.
"E abbiamo i primi due vincitori!" annunciò lo speaker, in un boato fragoroso del pubblico. "Dorothy Goover e Peter da Jolly Hall!"
"Che?! Tu eri l'ultimo? Ma non scherziamo, dove sono i veri avversari?!"
"Sei un mostro, lasciami in pace!" si lamentò il ragazzo, atterrito.
"Che hai detto?! Chi sarebbe il mostro, io sono una ragazza elegante e signorile, ammettilo!"
"Salvatemi!" urlò lui.
Peter si avviò all'uscita mentre Dorothy veniva trascinata via a forza da alcuni addetti alla sicurezza, inveendo ancora contro il malcapitato che l'aveva sfidata.
"È stato piuttosto facile, ma è solo l'inizio, la fase finale sarà tutta un'altra storia." disse tra sé e sé il ragazzo.
Intanto, era arrivato il turno dei gruppi di Alex e Lily. Dopo che l'arena fu pulita e sgomberata, lo speaker annunciò l'inizio delle seconde battle royale e Peter vide con sollievo dagli spalti su cui era salito Alex battere con facilità i primi avversari attraverso tecniche precise ed efficaci, senza fronzoli.
"Certo che l'allenamento col maestro Fujiwara ci ha reso di tutt'altro livello rispetto ai combattenti medi." osservò, soddisfatto.
"Ovvio, se fossimo al loro livello, avremmo solo sprecato tempo." Somber l'aveva raggiunto, dato che era accomodato poco sopra di lui.
"Direi che hai ragione. Sei pronto per il tuo turno? Il tuo gruppo combatte in contemporanea con quello di Connor, magari riusciremo a capire che poteri ha."
"Non ci spererei, l'unico un po' più capace nel suo gruppo sembra Marcus e non credo che lui e la sua amica sappiano utilizzare il Kaika."
Aveva appena finito di parlare, quando dalla metà di arena del gruppo di Lily si sentì sprigionare un enorme potere.
La ragazza era addirittura in piedi sul muro che divideva le metà di arena, e aveva un'aria concentrata sul volto dagli occhi chiusi.
Peter e Somber attivarono all'istange il Vision Kaika e stentarono a credere ai loro occhi: stava emanando davvero dell'energia.
"Ma allora..." realizzò Peter.
La ragazza aprì i suoi occhi di un bianco argenteo illuminati dall'aura che la attorniava, e allargò le braccia come fossero due ali.
"Waterfall" gridò.
Da entrambe le sue mani sgorgò una quantità enorme d'acqua che inondò tutta la metà dell'arena in cui si trovava il suo gruppo, e anche uno stralcio dell'altra. La corrente travolse tutti i concorrenti in una volta, mettendoli fuori combattimento o trascinandoli fino all'esterno del ring.
Seguì un breve silenzio ricolmo di stupore generale.
"Ed ecco la vincitrice del quarto gruppo, Lily Sea!" annunciò poi lo speaker sull'erbetta, un po' fradicio.
"Non ci credo..." Peter riuscì a mormorare solo questo.
"Mmh... quindi anche lei e Marcus conoscono il Kaika, interessante." osservò Somber.
Marcus, fino a quel momento in silenzio poco più in là rispetto a loro due, sospirò. "Ecco, ha già rivelato a tutti i suoi poteri. Accidenti, che ragazza ingenua..."
"Ehi! Hai visto, Marcus? Ho vinto! Sei fiero di me?" Lily stava urlando dall'altura, gioiosa e zelante.
"No, stupida, non dovevi mostrare le tue abilità a tutti!"
"Non mi dai mai soddisfazione!" Lily mise il broncio e si sedette a gambe incrociate sull'orlo della parete.
Nel frattempo lo speaker fece un altro annuncio. "Il vincitore del terzo gruppo è Alex da Jolly Hall! Congratulazioni!"
Peter vide l'amico scendere dall'arena per raggiungerlo, anche lui lievemente bagnato per l'attacco di Lily che era arrivato un po' dall'altra parte del muro e lo aveva aiutato a eliminare anche un po' dei suoi ultimi avversari.
"Bene, tre su quattro." pensò, sollevato, con un sorriso. Non riusciva a fare a meno di preoccuparsi sempre per Alex, nonostante la sua enorme crescita nelle ultime settimane. Era come un riflesso naturale per lui, forse perché l'aveva sempre fatto fin da quando erano molto piccoli.
Mentre Lily si avviava tutta allegra verso gli spalti, lo speaker annunciò i gruppi successivi: in uno dei due gareggiava Somber, mentre nell'altro Connor e Marcus.
"Marcus, sta' attento, mi raccomando. Quel Connor è un tipo pericoloso." lo avvertì Peter.
"Me ne sono accorto, cercherò di fare attenzione e di evitarlo il più possibile. Grazie, Peter."
Quando Marcus si diresse verso l'arena, Lily lo abbracciò, stavolta assecondata da lui che le poggiò una mano sulla testa e le sussurrò qualcosa all'orecchio.
Alex e Connor intanto si passarono accanto sul prato, andando verso direzioni opposte, senza dirsi una parola o degnarsi di uno sguardo.
"C'è una brutta tensione nell'aria." constatò Peter.
"La sento anch'io." concordò Somber, mentre Dorothy e Alex li raggiungevano, scambiandosi impressioni sul turno appena passato. "Vediamo come va a finire."
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