Capitolo 80

Somber passeggiava a passo lento e costante lungo una larga strada sterrata dal terreno liscio e ghiaioso.

Gli piaceva quel posto, in cui si era ritrovato vagando tra le terre più selvagge e sconfinate di Southfield, poiché la conformazione del suolo gli ricordava quella del sentiero subito fuori al dojo del maestro Fujiwara.

Il luogo dove aveva coltivato l'amicizia con i suoi tre compagni più preziosi: Peter, Alex e Dorothy.

In particolare, la ragazza era stata fin troppo difficile da abbandonare, quando Somber aveva deciso di partire per cercare un senso nella sua vita, nelle azioni da lui compiute dal momento in cui aveva deciso di partecipare al concorso per diventare Guardian. L'aveva superato, si era fatto degli amici a cui teneva immensamente, era riuscito a trovare il riscatto che tanto agognava dopo un'infanzia di stenti e dolore.

Eppure, non trovava un significato in tutto quello, non dopo aver conosciuto la storia della povera Mingtian, la cui memoria era diventata parte stessa del ragazzo, dopo gli strani eventi nel Continente orientale. Non sapeva bene come fosse stato possibile, se i resti del Kaika risvegliato di Mingtian l'avessero influenzato quando la nave su cui viaggiava aveva percorso il punto in cui aveva incontrato la sua brutale morte, o se ci fossero altre ragioni che gli sfuggivano ancora. L'unica certezza era che adesso condivideva il suo passato e i suoi sentimenti, così tenebrosi e vendicativi.

Quelle sensazioni, quel legame viscerale con la ragazzina sventurata, l'avevano portato a interrogarsi sul suo passato, sui momenti insieme al maestro Ryukengi e il modo in cui fu ucciso da coloro a cui Somber in seguito si era unito. Non poteva andare avanti in quel modo come se niente fosse, non ne era più capace. Doveva al maestro almeno il tentativo di comprendere le motivazioni di tutte e due le fazioni. I suoi amici gli mancavano da morire, ma quello era un sentiero interiore che avrebbe dovuto percorrere in solitudine.

Nonostante le lacrime di Dorothy gli avessero fatto tanto male da svuotargli l'anima. Fosse dipeso da lui, avrebbe fatto sì che quella ragazza avesse sempre sorriso come meritava.

Con occhi cupi ma determinati, Somber accelerò il passo tra gli alberi di acero dalle foglie rosse tutto intorno al sentiero, che preannunciavano già l'arrivo imminente dell'autunno. Aveva avvertito il rumore soffocato di alcuni passi tra di essi, mescolati al fruscio delle foglie al vento.

Qualcuno lo stava seguendo.

Somber fece finta di nulla, gettando solo una fugace occhiata a destra e a sinistra. Intanto, si preparava a evocare la sua Mugenyoru, per ogni evenienza. D'un tratto, notò alla sua sinistra un innaturale e denso fumo grigio propagarsi tra gli alberi.

"Quale sarà la causa di quel fumo? Non mi sembra ci sia alcun incendio." pensò Somber, restando all'erta.

Poi, in un baleno, il fumo si condensò tutto in un punto solo e fluì in avanti velocissimo verso la fronte del ragazzo. Somber reagì con prontezza alla sorpresa: maneggiò la Mugenyoru e in un istante piazzò un fendente verso l'alto, che divise a metà il flusso fumoso diretto su di lui. La massa incorporea finì alle sue spalle e acquisì man mano una forma umana, fino a rivelare l'identità della persona che la controllava.

"Dunque, eri tu a seguirmi per tutto questo tempo, Uesugi Kirai." affermò Somber.

L'uomo dai capelli grigi e appuntiti, un occhio chiuso da una profonda cicatrice, lo fissava con sguardo gelido e neutrale. "Sei migliorato dall'ultima volta, Somber Blacklight." constatò in tono basso, quasi privo di emozioni.

"Se pensi di avere davanti lo stesso che hai messo fuori combattimento a Gloomport Town, stai commettendo un grosso errore. Sappi che sarò felice di vendicarmi di quella volta, se cerchi guai." Somber mostrò un mezzo sorriso spavaldo, mantenendo gli occhi concentrati sul nemico. "Potrei dirgli che ho intenzione di unirmi a una fazione alleata alla sua per evitare lo scontro. Ma voglio vedere fino a che livello sono migliorato con la mia tecnica. Se riesco a tener testa a uno dei Vulture più potenti, non avrò problemi nell'Esercito Guerrigliero." rifletté, mentre teneva la sua lama oscura ben salda e rivolta verso Kirai.

"Vediamo se saprai tener fede a queste parole tanto baldanzose, spadaccino. Non ero qui per te, ma dopo averti notato non ho potuto lasciarti andare, dato quello che hai fatto a Dolberg." disse Kirai, senza lasciar trasparire nulla. Non mostrava nemmeno un'apertura, in nessun momento. Era più che un esperto, forse uno degli avversari peggiori in assoluto che ci si potesse trovare davanti.

"In effetti, sono stato io a decapitarlo, ma il merito per la sua sconfitta va riconosciuto a Goover." ribatté, beffardo, Somber. Intanto, arretrò di qualche passo per guadagnare metri.

"Lei sarà la prossima a morire dopo di te." concluse Kirai, prima di sparire in una nuvola di fumo e riapparire pochi istanti dopo sul fianco destro di Somber.

"Si è mosso a una velocità esagerata!" pensò l'altro, che però aveva già messo in preventivo un attacco del genere. Balzò via con una capriola volante all'indietro, evitando di nulla in questo modo la mano di Kirai apparsa dal fumo e indirizzata verso il suo volto. "Aveva intenzione di farmi perdere i sensi come nello scontro al molo. Ma stavolta sono preparato." sussurrò lo spadaccino, a denti scoperti.

Impugnò la lama con due mani e sprigionò la sua aura oscura: Kirai notò che, mischiate al suo solito colore nero come la notte, si intravedevano anche delle sfumature di un verde scintillante, proprio come per i suoi capelli, i suoi occhi e persino la sua spada.

"Cosa è accaduto a questo ragazzo? È cambiato..." Non poté fare a meno di pensare.

Nel frattempo, delle catene nere si erano materializzate dalla Mugenyoru e avanzavano dritte verso di lui.

"Mugenyoru: Yoru no Kusari."

Kirai trasformò il proprio corpo in fumo e volò lontano dal raggio d'azione delle catene nere e verdi, che lo inseguivano seguendo l'andatura delle braccia di Somber. Il Vulture era rapido, ma da una catena se ne ramificò un'ulteriore, che raggiunse la caviglia dell'uomo e si avvolse attorno a essa.

Somber ruotò le braccia, maneggiando la spada con due mani e, sfruttando la forza centrifuga, fece girare in tondo a velocità elevatissima Kirai, il quale si scontrò con diversi alberi che si trovavano sulla traiettoria.

Il killer mantenne comunque il sangue freddo, e con una gomitata carica di Hardening Kaika spezzò in due la catena che lo intrappolava, per poi atterrare agile sul terreno duro. Somber lo aspettava, sempre attento e concentrato.

"Non mostra segni di debolezza nella difesa." analizzò Kirai una volta in piedi, coperto di polvere e trucioli di legno. "Ma non conta nulla, se la mia velocità è superiore alla sua." Ancora una volta sparì in una nuvola di fumo, e in meno di un secondo fu dietro Somber, pronto a tramortirlo con una manata alla giugulare.

Il ragazzo si voltò in un attimo e parò l'attacco con la sua lama, ma Kirai era già di nuovo alle sue spalle, e lo costrinse a voltarsi ancora per bloccare un altro terribile colpo. Appariva in tutte le direzioni, mettendo in grave difficoltà fisica Somber, che dal canto sua vantava riflessi felini e un gran senso di posizionamento: in questo modo riusciva quantomeno a difendersi con efficacia, senza subire danni oltre alla spossatezza.

"Padroneggia lo Stadio Finale del Release Kaika in maniera eccezionale... è un osso durissimo. Devo essere preciso al millimetro nei miei tempi di reazione." pensò il ragazzo.

Proprio mentre rifletteva sul da farsi, però, Kirai trovò un'apertura nella sua postura e sferrò una potente gomitata al suo petto, che gli mozzò il fiato. A quel punto, era facile preda delle sue aggressioni.

Il nemico lo scagliò verso l'alto con un calcio alto sotto al mento, per poi comparire di fianco a lui in una cappa fumosa e assestargli un gancio nel fianco, scaraventandolo lontano in linea orizzontale. Infine, Kirai si materializzò ancora alle sue spalle, e lo schiantò al suolo attraverso un poderoso attacco ai reni con due pugni incrociati.

Somber stramazzò. Tentò di alzarsi a fatica, il sapore del sangue gli inondava la bocca, provocandogli nausea. Kirai era di fronte a lui, ancora fresco come una rosa.

"È più lento di Goover durante lo Stadio Finale, ma anche molto più potente. Dovrò giocarmi tutte le mie carte..." sussurrò lo spadaccino.

"Non sei ancora in grado di reggere il confronto con me. Ma dopotutto affrontarmi è stata una tua scelta, dunque adesso ne pagherai le conseguenze perdendo la vita. Preparati, rispetterò il tuo valore rendendo la tua fine rapida e priva di sofferenza." tuonò Kirai, freddo quanto la brina che congela l'erba in inverno.

"Come se te lo lasciassi fare." replicò, sogghignante, Somber.

"Non serve assumere un atteggiamento coraggioso." Kirai si ritrovò ancora dietro lo spadaccino, dopo essersi proiettato in avanti sotto forma di fumo grigio. "Muori e basta." bisbigliò.

La reazione di Somber fu repentina. Si piegò all'indietro in un lampo, sfiorando il terreno con la schiena, e allo stesso tempo tagliando l'aria verso il volto dell'avversario con la spada oscura.

Kirai balzò all'indietro, stupito, ma non bastò: dalla Mugenyoru, fluì un'ondata di Kaika oscuro dal colorito nero che sfumava nel verde, la quale lo investì in pieno.

"Mugenyoru: Yoru no Kizu!" esclamò Somber.

L'uomo volò alcuni metri all'indietro e atterrò in malo modo sulle ginocchia, i palmi della mani appoggiati per terra. "Ha assorbito metà del mio Kaika con quell'ondata di pura oscurità..." mormorò, dolorante.

Somber sorrise, la spada sguainata di fianco alla sua sagoma, fiero nella postura. "Cosa c'è? Ti senti un po' debole?" lo schernì.

"Ti oblitererò." Rispose Kirai, furioso.


I due guerrieri passarono qualche secondo a valutare la mossa successiva, entrambi timorosi per gli assi nella manica che il loro rivale poteva celare.

Fu Kirai a riprendere l'iniziativa: il suo braccio si distese tutto all'indietro e, intorno al pugno chiuso, si formò una condensa di fumo talmente spesso da avvicinarsi al nerastro.

"Kemuriken!" Il braccio di Kirai si mosse di colpo in avanti come per sferrare un pugno, e dalla sua mano serrata partì un'enorme quantità di fumo densissimo, quasi solidificato.

Somber si mosse in fretta: sollevò la leggera spada con entrambe le mani, fino a farla troneggiare sopra la sua testa, una concentrazione di energia composta d'oscurità iniziò a vorticare dalla punta dell'arma, prendendo man mano la forma di un maestoso falco nero chiazzato di verde smeraldo.

"Mugenyoru..." Somber diresse il mastodontico falco oscuro contro il flusso di fumo che stava per raggiungerlo. "Taka no Shūkaku!"

Fumo e oscurità collisero, grigio, nero e verde si mischiarono creando una massa di Kaika impressionante nello spazio che divideva le sagome degli sfidanti, ricurve per lo sforzo.

"Ha ancora tutta questa energia, anche con il Kaika dimezzato?!" pensò Somber, in apprensione. L'elemento dell'oscurità, però, stava assorbendo al suo interno il fumo in maniera graduale, cosicché la tecnica utilizzata da Kirai cominciasse a sbiadire, risucchiata dal falco come una barca in un gorgo nel mezzo di un oceano immerso nella nebbia.

Alla fine, il corvo nero ebbe la meglio e proseguì la sua avanzata verso Kirai che, mantenendo un'espressione imperscrutabile, tese le braccia per bloccarlo di persona.

L'aria vibrava per il gigantesco rilascio d'energia.

"Le mie forze... si stanno prosciugando." sussurrò Kirai, mentre veniva trascinato indietro, le braccia tremanti per lo sforzo e i talloni piantati disperatamente sul terreno, da cui si stava alzando un polverone. Fu costretto a cedere e finì tra le fauci del falcone, da cui fu trasportato con violenza fino a scontrarsi con un gruppo di alberi alle sue spalle, che crollarono al forte impatto.

Somber trasse un profondo respiro, ancora teso per il complicatissimo scontro. "Non è finita..." bisbigliò. "Sta tornando, lo sento."

A quel punto, sia Somber che Kirai erano esausti, ma il primo poteva contare su un'ultima drastica opzione. La tecnica dello Stadio Finale del Creation Kaika.

"Potrei ricorrere a quella tecnica, ma impiegherei tutto il mio Kaika per farlo." affermò con gravità. Eppure, non trovava altre possibilità. Kirai stava già volando come un razzo verso di lui, instancabile, inarrestabile.

"Non ho altra scelta..." Somber puntò Mugenyoru dritta sul nemico, determinato a chiudere la faccenda in cui lui stesso aveva deciso di immergersi fino al collo. Dalla punta della sua lama fuoriuscì una minuscola sfera argentata dai contorni corvini, che avanzò a un andamento quasi impercettibile in direzione di Kirai.

"Egress."

La tecnica che cancella l'esistenza: avrebbe del tutto vaporizzato ogni cosa con cui fosse entrata in contatto.

E in più era pressoché impossibile da schivare, siccome la sfera sfuggiva alla vista, per la sua rapidità.

Ma Kirai non era mai stato una persona comune.

Notò all'ultimo momento la sfera e, in una frazione di secondo, con un ultimo sforzo, trasformò sé stesso in fumo e schivò in questo modo il micidiale attacco. Ormai era sopra la testa di un esausto Somber, prossimo a circondargli il viso con la mano destra per infondere al suo interno una gran quantità di fumo.

"Ho vinto." sentenziò.

Non aveva notato l'indice sinistro di Somber, nascosto sotto il braccio destro, ancora teso, che impugnava la Mugenyoru. Il ragazzo gli rivolse un ghigno vittorioso.

Kirai sgranò gli occhi, terrorizzato per la prima volta dopo anni. "Due utilizzi?!" realizzò, incredulo.

"Egress!" ruggì Somber.

Però, il suo braccio sinistro era stato deviato.

Con la forza della disperazione, Kirai l'aveva calciato a mezz'aria con un gesto atletico al limite dell'impossibile, mosso dal puro istinto, facendo mancare la mira al nemico.

Alcuni alberi dietro di lui scomparvero dall'esistenza senza lasciare traccia. Somber svenne, annichilito dall'eccessivo sforzo.

Kirai perse l'equilibrio e finì per terra, sfinito, anche se ancora cosciente.

L'uomo si alzò, il cuore che batteva a mille per l'adrenalina dovuta al rischio di morire che aveva appena corso.

"Sei stato formidabile, Somber Blacklight. Davvero un degno avversario, ma adesso è finita." disse, con voce un po' tremante. Si avvicinò al corpo inerte di Somber, e quando fu a un passo dallo spadaccino, si ritrovò intrappolato d'improvviso da una sfera oscura eretta attorno a lui.

"Cosa..." riuscì solo a mormorare.

Nell'ambiente intorno a Somber, privo di sensi, e alla trappola che conteneva Kirai, regnò il silenzio.

Tra la quiete del luogo, interrotta solo dal timido fruscio del vento che accarezzava le foglie, fece capolino dalla vegetazione la figura esile di una ragazzina dai capelli e gli occhi nerissimi, accompagnata da due volpi azzurrine, fatte di nebbia.

"Dunque, è così che è finita, che risvolto inaspettato!" squittì, aggirandosi nella zona come uno scoiattolo in cerca di ghiande. Fissò con sguardo intenso Somber, poi la sfera nera in cui si trovava il suo avversario. "Ti ha proprio fregato, eh, Kirai?" rise a squarciagola, poggiando una mano sulla sfera, che poi subito ritrasse. "Ops... Prosciuga energia, questo affare! Mettere in preventivo la propria sconfitta e usarla come condizione per attivare questa tecnica sigillante, che spirito di autoconservazione! È proprio un figo!" La ragazza continuò a cinguettare, estasiata, fino a quando il suo tono di voce divenne d'un tratto più basso e canzonatorio.

"Eri qui per me, vero, Vulture? Perché ho incontrato quella ragazza, la tua Karen Gazinsky... Non volevi rischiare che le svelassi la tua posizione e hai deciso di stanarmi. Sei stato uno stupido a sprecare la tua occasione per uno scontro inutile!" Parlava, conscia del fatto che con ogni probabilità Kirai potesse sentirla dalla sfera oscura.

La ragazzina si voltò verso Somber, e avvicinò il viso al suo fino a sfiorarlo, le volpi che zampettavano furtive nel circondario. "Che ragazzo interessante... Ping, Pong, andiamo." chiamò i suoi animaletti di Kaika in modo da usarle per trasportare il giovane. Dopodiché, continuò a fissarlo con i suoi grandi occhi scuri.

"Starai benissimo nell'Esercito Guerrigliero, Somber!"

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top