Capitolo 79

Saga di Slum Lagoon - Secondo Atto

"Signore e signori, sta per avere inizio lo scontro per il titolo di campione assoluto della South Arena! Il misterioso Crow contro Connor Gray!"

La folla sugli spalti in pietra della mastodontica arena, sede di spettacolari eventi annuali, esplose in una fragorosa acclamazione.

Sull'ampio ring rettangolare, Connor fissava l'avversario incappucciato dritto negli occhi, con il suo ghigno malizioso. I capelli verdeggianti sfiociavano quasi nel giallo ocra sotto i lucenti raggi solari. Le sue tre dita fatte d'erba, a sostituire quelle che Lux Brightstar gli aveva portato via un anno prima, avrebbero messo chiunque in soggezione.

Era stato il prezzo che aveva pagato per poter uccidere l'assassino più letale della Squadra d'Esecuzione Guardian dopo Baltasar Rocha, leader dell'organizzazione governativa e membro dei quattro capi militari.

Ad assistere all'evento, come proclamò con la solita euforia anche l'annunciatrice, nonché arbitro, vi era invece un altro dei quattro leader militari: Goro Konno, ministro degli Affari Esteri.

Goro era spaparanzato sugli spalti alle spalle di Connor, ammirando lo spettacolo con un'aria soddisfatta sul volto austero.

Dal canto suo, Crow, l'oscuro individuo di fronte al mercenario, restava impassibile col volto sottile semicoperto e in ombra sotto il cappuccio.

"Senza ulteriori indugi, che lo scontro abbia inizio!" esclamò a gran voce l'annunciatrice dal bordo del ring, seguita da un altro esorbitante applauso.

"Vediamo di mettere su un bello show, Crow." biascicò Connor, sogghignante, pronunciando il nome del nemico con un'intonazione piuttosto marcata.

L'altro accennò un sorrisetto, increspando le labbra, poi sfoderò una lunga katana dall'impermeabile nero che indossava e come un fulmine partì alla carica, sfregando la punta della lama sulle mattonelle del liscio pavimento grigiastro, da cui vennero emesse delle sfavillanti scintille rossastre.

Quando fu a due passi da Connor, tentò subito un montante di spada sferrato con estrema rapidità, ma l'avversario schivò all'indietro, agile come un gatto. Dopodiché, balzò sulla sinistra e lasciò fuoriuscire i suoi fasci d'erba dalle dita, diretti verso le caviglie di Crow per ribaltarlo. I fasci furono tagliati a metà da una spazzata della lama nemica, e il guerriero si lanciò ancora verso il mercenario.

Utilizzava bene Armor e Hardening Kaika, ma non svelava la sua specialità per il momento.

Crow sferrò diversi fendenti con precisione e destrezza, era uno spadaccino esperto, ma allo stesso modo Connor era un maestro del combattimento e riusciva a eludere i suoi attacchi, calibrando alla perfezione il tempismo dei movimenti.

Evitò, abbassandosi, un tondo orizzontale che l'avrebbe decapitato di netto, finendo con le mani appoggiate al suolo, poi con un calcio basso dalla traiettoria ad arco fece rovinare al suolo il nemico. Subito si fiondò su di lui per finirlo: creò tra le sue mani una lancia composta di legno di quercia, pronto a infilzargliela nel petto.

"Rivisiterò l'attacco che usasti con me nel nostro scontro, Lux." sussurrò Connor con un sorriso maligno.

Crow riuscì a bloccare il colpo con la parte piatta della lama, producendo un rumore metallico nel momento in cui le due armi cozzarono l'una contro l'altra.

Una doppia pedata allo stomaco mandò Connor diversi metri più indietro, avvicinandolo al bordo del ring. In seguito, Crow alzò una mano al cielo e tutto a un tratto il nemico sentì mancare le proprie forze.

O meglio, avvertì il suo corpo divenire molto più pesante, come se una forza invisibile lo stesse costringendo a piegarsi.

Il campione assunse un'espressione che si poteva quasi descrivere come indemoniata: gli occhi spalancati in maniera innaturale, la bocca aperta in quello che era un ringhio animale più che una risata, i muscoli contratti come corde di violino.

"Vieni, ti voglio qui vicino! Prova a trafiggermi! Così!" gridò, quasi impazzito.

Crow puntò la sua katana di lungo verso lo stomaco di Connor Gray, la lama bianca scintillò sotto la luce gialla del sole. Corse di gran carriera in direzione dell'avversario, forte del vantaggio acquisito grazie alla sua misteriosa abilità.

Connor continuava a scrutarlo, agognante, come un leone che osserva una gazzella zampettare tra le sue fauci.

Ormai Crow era a un ciuffo da lui, poteva sentirne il fiato pesante, la punta della spada a pochi centimetri dal suo corpo. Si avvertì il rumore del metallo trapassare la carne, e il sangue rovente iniziò a scorrere lungo la lama ricurva.

Connor deformò il proprio viso, ma non era una smorfia di dolore.

Crow alzò gli angoli della bocca in un ghigno soddisfatto, tra lo sgomento della folla. Qualcuno urlò, inorridito.

Colui che era stato trapassato non era Connor Gray.

Tra i due sfidanti era apparsa improvvisamente, come per magia, un'altra persona che poco prima stava solo assistendo alla battaglia.

Gli occhi increduli e sgranati di Goro Konno erano fissi sul buco che era stato aperto nella sua pancia, nemmeno lui si spiegava in che modo.

"C-cosa diavolo è successo...? Il ministro Konno è stato trafitto!" strillò la confusa annunciatrice, con un tono orripilato.

Tutt'attorno si levò un grande fomento, mentre gli spettatori fuggivano o urlavano in preda al panico.

"Ci sei andato pesante, eh? A tratti ho temuto per la mia vita..." sghignazzò Connor, rivolto alla figura incappucciata di Crow sotto di lui, il quale si calò il cappuccio, rivelando la sua vera identità.

Goro sussultò, dopo averlo riconosciuto. "Asmodeus... Karasu!" Disse in un grugnito, mentre rigurgitava sangue.

"Mettiti nei miei panni, mercenario. Ho dovuto affrontarti senza mostrare troppo la mia specialità." sogghignò Karasu.

Con un ultimo sforzo, Goro tentò di uscire da quella situazione disperata per lui. Unì le mani e il pavimento del ring iniziò a oscillare come durante un terremoto. "Credete realmente che vi libererete di me con trucchi così infidi, vermi?!" sbraitò, ma la sua reazione d'orgoglio fu subito smorzata da Karasu, che con un semplice gesto costrinse il suo già debole corpo a crollare, grazie all'alterazione della gravità che padroneggiava.

In più, per sicurezza, Connor creò delle radici dal terreno, che perforarono il ring e legarono a esso Goro per le gambe e le braccia.

Immobilizzato e gravemente ferito, l'uomo era ormai alla loro mercé.

"Bastardi ribelli..." mormorò con gli occhi pieni d'odio, iniettati di sangue. "Avrei dovuto darvi la caccia senza sosta... ammazzarvi dal primo all'ultimo insieme alle vostre famiglie..."

"Tu e tutti i Guardians ci avete già portato via fin troppo, non temere. Una vita senza valore come la tua non può essere che l'inizio del saldo del vostro debito." tuonò Karasu, pulendo disgustato la lama dal sangue del vecchio.

"Questo sì che mi diverte, ma vorrei tanto concludere anche il nostro scontro, sai, mio caro As-mo-de-us!" canticchiò Connor, strizzandogli l'occhio.

L'altro si limitò a ignorarlo.

Sugli spalti dove fino a poco prima si trovava Goro, intanto, c'erano dei movimenti sospetti.

Una sagoma femminile, col volto coperto da una maschera bianca raffigurante un gatto si era messa in piedi, e iniziava a incamminarsi verso il ring, quando una lama fu scagliata improvvisamente contro di lei per arrestarla.

La donna riuscì a bloccare il colpo per un soffio, sfoderando a sua volta una lama dall'elsa color zaffiro, nascosta sotto al mantello blu che indossava.

Guardò, incredula, il volto del suo assalitore, mentre la maschera volava via a causa del tremendo impatto, mostrando dei lunghi capelli blu con sfumature rosse legati dietro la nuca, e degli occhi gialli come girasoli.

"Nakajima Kojiro! Da quanto era mimetizzato tra la folla? Non l'avevo per niente notato!" rifletté.

"Era da tanto che non ti vedevo, Larina Sadame! Da quando ci fu quell'incidente, direi." Kojiro esibì un agghiacciante sorriso, mentre il suo viso angelico manteneva un'espressione calmissima e gli occhi restavano sempre serrati. "Non mi aspettavo affatto la presenza del ministro della Difesa qui alla South Arena... non uno, ma addirittura due dei quattro leader militari del governo! Che onore!" continuò, giocondo, l'uomo più simile a un ragazzino per la conformazione delicata del suo viso.

"Avete fatto il passo più lungo della gamba, Kojiro. Questo porterà a drastiche contromisure." affermò Larina, tendendo i muscoli per tenere lontana la corta spada dell'altro. "È stato lui a far materializzare Goro sul ring? Ma come ci è riuscito?"

Lo spadaccino dai capelli arancioni ridacchiò, entusiasta. "È proprio questo che voglio, mia cara." La sua voce divenne d'un tratto bassa e ghiacciò il sangue nelle vene alla donna. "Faraday non potrà ignorare la morte di uno dei suoi migliori individui, stavolta la guerra è inevitabile. Credevate forse che dopo la morte di Hanz Becker a Northfield non avremmo risposto? Non è carino rubare la nostra galena, sapete? Scommetto che la state usando proprio allo stesso modo in cui facevamo noi, dopo averla confiscata!"

"Noi non schiavizziamo le persone innocenti!" Rinfacciò Larina.

Kojiro la fissò con occhi tanto sgranati da sembrare che stessero fuoriuscendo dalle orbite. "Sei sicura?" Larina deglutì e distolse lo sguardo, mordendosi il labbro. Il ricordo delle deportazioni degli Araumi era ancora vivido dentro di lei e le faceva male. "Ah, per la cronaca... Akira Araumi è morta un mese fa. Ma prima abbiamo fatto tanti begli esperimenti col suo corpo." infierì il samurai.

Una smorfia di dolore misto a sorpresa venne a delinearsi sul volto di Larina. "No..."

"Dimmi..." Il leader dei ribelli avvicinò in modo sensibile il suo viso a quello della donna. "Sei davvero sicura di voler aiutare un mostro come Goro? Lui è diverso da te, merita di morire, non trovi? Proprio come lo merito io." La sua voce suonava ammaliante, forse addirittura seducente.

Ormai la determinazione di Larina stava iniziando a vacillare già dalla fine della Guerra Rossa: era esausta di assistere a violenza, morte, rancore e lacrime susseguirsi in un ciclo di pene infinite. Un uomo come Goro in meno forse avrebbe solo giovato al mondo, magari Kojiro aveva ragione.

"S-Se lui morisse... se lo uccideste, io proverei solo godimento, lo ammetto. Ma allo stesso tempo, se non facessi niente e lo guardassi perdere la vita, è probabile che non sarei migliore di voi. Inoltre, sarebbe un messaggio troppo potente da parte dell'Esercito Guerrigliero e porterebbe a un altro lungo e sanguinoso conflitto: è mio dovere fermarvi! Non lo permetterò!" Gli occhi di Larina bruciarono, come avvolti da fiamme.

"Capisco. Allora, sparisci." All'improvviso, La spada di Larina fu deviata di lato con un gesto secco, e la mano di Kojiro le afferrò il volto. Dopo quella mossa, la donna sparì nel nulla senza lasciare traccia.

"Ti sei liberato di lei, Kojiro? Vorremmo concludere prima dell'arrivo dei rinforzi, qui." lo chiamò Karasu.

"Tranquillo. Sarà difficile per lei raggiungerci in fretta dal punto in cui si trova adesso." rispose lui, allegro.

Nel frattempo, l'arena si era oramai svuotata, e al suo interno rimanevano solo i tre attentatori e Goro, oltre all'annunciatrice che era rimasta paralizzata dal terrore.

Connor mosse un passo all'indietro e si sedette sull'erba accanto a lei. "Sembra che io sia fuori dal ring. Questo vuol dire che ho perso. Annuncialo, signorina..." ammiccò verso la giovane ragazza.

"I-Il vincitore dello scontro è C-Crow." balbettò lei, terrorizzata, sul punto di piangere.

Connor applaudì. "Bene! E adesso che ne dici di assistere insieme alla sua prima difesa del titolo? Sul ring ci sono solo lui e Goro Konno, d'altronde!" cantilenò. La ragazza gemette, incerta, ma poi fece come diceva l'uomo e si sedette tra mille tremolii al suo fianco. "Vedrai che sarà divertente! E non azzardarti a chiudere gli occhietti, altrimenti ti ucciderò!" disse il gioioso killer, con grande orrore di lei.

"La pagherete carissima, vi faranno fuori per questo, cani!" ringhiò Goro. Fissava Karasu negli occhi, pieno di risentimento.

Karasu lo costrinse ad abbassare il capo con la sua alterazione della gravità. "Silenzio, feccia. Per i tuoi crimini contro l'umanità, Goro Konno, io ti condanno qui e ora a un'esecuzione sommaria. Lo sentiranno, ascolteranno il nostro canto fino agli inferi in cui li spediremo. Da oggi ha inizio la fine dell'era dei Guardians."

Goro, circondato da Connor e Kojiro che osservavano la scena, divertiti, alzò gli occhi un'ultima volta verso Karasu. Le ultime cose che vide furono il suo sorriso simile a quello di un diavolo, la spada sollevata sopra la testa e la lama vibrare verso il suo collo per decapitarlo.

"Non aspettarmi laggiù." sentenziò il Vulture.

Infine, tutto diventò nero.

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