Capitolo 7
Il maestro Fujiwara Taiyo aveva dato appuntamento nel cortile ai quattro allievi il mattino dopo, per la prima vera lezione.
In quel momento si trovavano in sala da pranzo, una camera dall'arredamento spartano che consisteva in un tavolino pieghevole con dei cuscinetti ai lati per sedersi, e delle piantine a fare da contorno alla porta scorrevole che dava sul cortile. Sulla destra, un'ampia finestra lasciava entrare la piacevole luce mattutina, che accarezzava la pelle dei ragazzi intenti a fare colazione.
"Chissà cosa ci insegnerà il maestro, non vedo l'ora!" Alex continuava a ripetere frasi del genere, eccitato.
"E rilassati, fammi finire la colazione. Non si può apprendere a stomaco vuoto." si lamentò Peter, seduto sguaiatamente a gambe incrociate sul pavimento, accanto al tavolino. Non si era ancora abituato a mettersi inginocchiato nelle ore dei pasti: a Jolly Hall aveva sempre usufruito di comode sedie con tanto di cuscinetto. Alex perlomeno ci provava, anche se non senza difficoltà.
Somber invece sembrava essere a suo agio in quella posizione, quasi come se gli venisse naturale.
"Neanche a testa vuota, però. Quindi tu sei automaticamente escluso, tornatene all'orfanotrofio." affermò, acido, quest'ultimo.
"Che cosa hai detto, nano? Ci credo che sei furtivo, sei bassissimo, nessuno ti vede!" controbatté Peter.
"Allora vuoi morire, eh?"
"Avanti, fammi vedere!"
"Ehi, ragazzi, silenzio... mi fate venire il mal di testa, accidenti a voi." Dorothy, con una faccia indignata, sorseggiava un caffè per scacciare via il sonno che ancora le ottenebrava la mente. Anche lei era seduta a gambe larghe, con un braccio appoggiato sul ginocchio sinistro rivolto verso l'alto.
"Comunque, il maestro Fujiwara è stato gentile a prepararci la colazione." concluse, contento, Alex.
In tavola c'erano diverse pietanze tradizionali che per i giovani allievi erano un lusso, nonché delle vere e proprie novità.
Riso al vapore da accompagnare con il natto, dei tamagoyaki, che a Peter e Alex ricordarono moltissimo le deliziose omelette di miss Gilda, e diverse altre specialità, il tutto servito in compagnia sia di latte che di tè, a seconda delle preferenze. Ognuno era più deciso che mai a godersi il banchetto.
Dopo colazione, i quattro si diressero nel cortile, dove già li aspettava il maestro con un sorrisetto compiaciuto.
"Eccovi qui, piaciuta la colazione? Ero un bravo cuoco quando combattevo in guerra, cucinavo sempre io negli accampamenti."
"Era squisita. Grazie, maestro!" si congratulò Alex, gentile.
Taiyo rise. "Sei proprio un ragazzo per bene eh, Alex?"
"Avanti, diamoci una mossa, maestro, è ora dell'allenamento." incalzò Somber, impaziente nelle retrovie.
"Quanta fretta, quanta fretta! Inizieremo al più presto e conoscerete i miei segreti, ma purché questo avvenga c'è bisogno che vi spieghi alcune cose."
"E va bene, tanto ho bisogno di riprendermi, stanotte per festeggiare ho dormito poco..." mugugnò Peter.
Dorothy intanto ascoltava, attenta e determinata, anche se ancora un po' insonnolita. Non era di certo una tipa mattiniera. Forse perché nel periodo da orfana spesso indugiava parecchio prima di svegliarsi e affrontare un altro vacuo e doloroso giorno.
Taiyo continuò. "Innanzitutto, permettetemi di chiedervi una cosa: per caso durante il concorso vi è mai capitato di imbattervi in nemici che vi terrorizzavano solo a guardarli? Magari sembravano emettere una strana aura che vi impediva di reagire, paralizzandovi?"
Peter ripensò a quei tre nemici alla fine del concorso che sembravano emanare proprio un'aura terrificante. Pensò a come fosse incapace di muoversi, ad Alex immobile, a Dorothy in ginocchio e in preda al panico. Persino Somber non era riuscito a reagire. Ricordò come Connor li avesse uccisi tutti con un solo colpo, usando la mano sinistra tra l'altro. Era impossibile che ci fosse riuscito solo con quella.
"Le vostre espressioni mi dicono che è così, e che non ve lo spiegate. Ecco, quindi, uno dei segreti che vi svelerò. Quell'aura che avete sentito è utilizzata da poche persone al mondo, molti non sono neanche a conoscenza della sua esistenza. Si chiama Kaika."
"Kaika?" Peter era incredulo, ma allo stesso tempo l'esistenza di una forza del genere era l'unica spiegazione possibile.
"Che strano nome..." commentò Dorothy, colpita.
"E cosa sarebbe, esattamente? Cosa si può fare usando questo Kaika?" chiese Alex.
"Ebbene, chi è in grado di usarlo può fare diverse cose. Un utilizzatore di Kaika innanzitutto può schiacciare senza problemi una persona normale, che infatti se viene esposta a una quantità elevata di questa energia rilasciata in modo ostile, finisce per rimanere paralizzato e in preda al terrore."
"Quindi se rilasciato in modo non ostile, una persona normale può sopportare l'esposizione al Kaika?" dedusse Somber.
"Esatto. Sei sveglio, Somber. Utilizzerò proprio questo metodo per insegnarvelo. Mentre allenerete il vostro corpo e le vostre abilità fisiche, io vi esporrò gradualmente all'aura rilasciata da me, in modo che si risvegli anche in voi per induzione."
"Quindi, è tutto qui? Basta essere esposti al Kaika mentre ci si allena per apprenderlo?" domandò, scettica, Dorothy.
"Sì e no, mia cara. Dovrete allenarvi molto duramente, e nel frattempo ricevere l'energia a cui vi esporrò, cosa che all'inizio induce il corpo ad andare sotto un forte stress. Non è da tutti resistere, anzi, direi che la percentuale è vicina allo zero. Ma voi avete superato il concorso, sopportato già una volta l'influsso ostile dell'aura, e possedete una buona forza di volontà rafforzata da precisi scopi da raggiungere. Sono sicuro che ce la farete, ho estrema fiducia in voi."
Dorothy gli sorrise, e anche gli altri parevano allegri. Non erano poi così abituati ad avere una figura adulta che avesse fiducia nelle loro potenzialità.
Solo Peter e Alex potevano vantare qualcosa di simile con miss Gilda.
"Grazie mille, maestro!" dissero tutti all'unisono tranne Somber, che si limitò a sogghignare e fare un cenno svelto.
"Ma di niente, ve lo siete meritati. Ora, lasciate che vi spieghi com'è strutturato esattamente il Kaika."
Taiyo attese che l'attenzione di ognuno fosse al massimo, soppiantando l'euforia generica iniziale per la novità. Poi, iniziò la sua lezione.
"Il Kaika si basa su tre princìpi di base: il primo è l'Armor Kaika, il tipo difensivo. Permette di rendere il corpo più resistente, così potrete resistere ad attacchi nemici. Attraverso l'Armor Kaika il vostro corpo può diventare una vera corazza. Più riuscirete a svilupparlo, più saprete resistere ad attacchi anche molto potenti. Ora vi darò una semplice dimostrazione. Dorothy, estrai la pistola e sparami."
"Che?!"
"Fidati di me, mia cara. Sicuramente non morirò per una pallottola."
"O-ok..." balbettò lei, arrossendo.
Estrasse la pistola, prese la mira e sparò al maestro Fujiwara dritto in fronte. Il capo dell'uomo si chinò all'indietro insieme al dorso. Per un attimo Dorothy temé il peggio, ma poi vide il proiettile a terra, il piombo deformato dall'impatto, mentre l'ex spadaccino non aveva neanche un graffio.
"Che ti avevo detto? Nemmeno un taglietto!"
"Incredibile..." commentò Dorothy.
"Questo non è niente, se si padroneggia l'Armor Kaika un colpo di proiettile è come una puntura di zanzara."
"Sbalorditivo!" esclamò Alex.
"Devo impararlo, è troppo figo!" gli fece eco Peter. Persino Somber appariva sorpreso.
"Sviluppate bene questo stadio e sarete resistenti come un diamante. E questo ci porta direttamente al secondo principio di base: l'Hardening Kaika. State a vedere."
Taiyo prese una grande roccia che aveva piazzato in precedenza lì vicino e la posizionò davanti a lui. Si concentrò un attimo, sembrava avvolto da un'energia straordinaria dalla massa trasparente. Poi, improvvisamente colpì la roccia con un diretto deciso e quest'ultima si frantumò in mille pezzi all'istante.
I quattro amici osservarono la scena sempre più stupiti, gli occhi strabuzzati e i volti pallidi.
"Con l'Hardening Kaika si migliora l'attacco. È a stretto contatto con l'Armor, siccome bisogna prima rinforzare tutto il corpo per poi trasferire quell'energia nel punto con cui si intende colpire. Si possono effettuare attacchi devastanti, tanto da distruggere intere città, utilizzando questo potere. Sempre allenandosi parecchio, si intende, altrimenti se sarete fortunati riuscirete solo a frantumare delle semplici rocce." concluse, ironico, Taiyo.
"Distruggere città... sembra mostruoso..." sussurrò Alex.
"Questi poteri sono pericolosi, Alex. Non ti dirò che non esistono persone che li utilizzano per scopi personali e in modo ingiusto. Posso solo confidare nella tua bontà d'animo e nella tua capacità di giudizio. Ricorda che quello che siamo lo scegliamo sempre noi, non lo diventiamo a causa di altri fattori, per quanto possa sembrare il contrario. Ciò che diventerai dipende solo da te."
Il volto di Alex si illuminò e parve rilassarsi. "Sì!" annuì.
Dorothy gli appoggiò una mano sulla spalla, sorridendogli e l'altro ricambiò, arrossendo un po' imbarazzato.
"Non perderemo noi stessi finché i nostri legami resisteranno." azzardò Peter. "Allora, maestro, qual è l'ultimo principio di base?" aggiunse in fretta, prima di rendere la situazione imbarazzante per lui, dato che Somber sembrava già pronto a prenderlo in giro.
"Per l'ultimo non posso darvi una dimostrazione, dal momento che non siete ancora in grado di usare la vostra aura. Si tratta del Vision Kaika. È importantissimo, dato che serve per riuscire a vedere l'energia altrui. Attraverso questo principio riuscirete a capire se una persona è un utilizzatore di Kaika oppure no, e potrete percepire gli attacchi basati su di esso. Inoltre, sarete anche capaci di misurarne la quantità d'energia, a meno che il vostro avversario ovviamente non la sopprima, cosa molto probabile. Invito anche voi a farlo, specialmente in pubblico." raccomandò il maestro.
Peter non stava più nella pelle. "Quindi quando iniziamo l'allenamento per apprendere questi poteri?"
"Il prima possibile, Peter. Questi princìpi però non sono altro che la base del Kaika. Ci sono tratti più... specifici e personali."
"Che intende? Altri poteri?" chiese Somber.
"Piuttosto, direi i veri poteri legati al Kaika. L'autentica forza che si può ottenere apprendendolo. Oltre ai princìpi di base, esso si divide dunque in quattro specialità di cui ogni persona ne possiede solo una. Ciascuna specialità utilizza l'aura presente nel corpo in modo diverso, comportando quindi tipologie di poteri differenti." Taiyo prese a elencarli, enumerandoli con le sue dita.
"Le quattro specialità sono: Reinforcement, che comporta il rafforzamento corporeo attraverso rivestimenti di aura. Creation, che invece permette la creazione di oggetti veri e propri attraverso l'aura. Release, ovvero il rilascio dell'aura attraverso onde, sfere, getti, e così via... e infine Alteration, cioè l'alterazione dell'ambiente circostante."
"Incredibile. Si possono compiere cose straordinarie attraverso questi poteri." constatò Peter.
"E come facciamo a capire a quale specialità apparteniamo?" domandò invece Dorothy.
"Pazienza, quella non è che la parte finale. Finché non avrete appreso i tre princìpi di base non potrete manifestare nessuna specialità." replicò Taiyo, gioviale. "Questo quindi ci porta alla fine della lezione teorica. È il momento di allenarsi!"
"Ma quanto ci vuole per apprendere questi princìpi con l'influenza graduale della sua aura, maestro?" Alex era impaziente, ma teneva anche a compiere ogni passo per bene, senza inutile fretta.
"Beh, diciamo... a occhio e croce solo per risvegliare l'aura in voi e cominciare a usare i princìpi... due anni." rispose l'altro, ridacchiando.
"Eh?!" esclamarono tutti.
"Ma è un'eternità!" si lamentò Peter.
Taiyo rise di gusto alla loro estrema forza di volontà. "Questo però vale per le persone comuni, tranquilli! Voi addirittura avete resistito senza impazzire a un attacco diretto col flusso d'aura ostile di utilizzatori esperti. Sembra proprio che siate degli interessanti casi rari... Quindi, secondo una stima ottimista, credo che in sei mesi possiate riuscire a imparare i tre princìpi di base."
Somber intanto stava già andando ad allenarsi, quasi senza più ascoltare, stoico. "Non serve a niente perdere tempo, iniziamo o vi lascerò indietro." la sua determinazione risvegliò negli altri tre il temperamento giusto per iniziare il duro addestramento che li attendeva.
Di certo grandi miglioramenti aspettavano ognuno di loro, così come enormi difficoltà, sia durante che dopo il periodo passato ad apprendere il Kaika. Nonostante questo, tuttavia, la volontà di raggiungere i loro rispettivi scopi avrebbe funto da motore per spingerli attraverso ogni intemperie a cui non erano ancora preparati.
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