Capitolo 67

"Karen, secondo te è questo il posto?"

"Boh, non saprei... dalla descrizione di Takeshi, direi di sì."

"È un po'..."

"Già, non è come te lo aspetteresti, vero?"

Karen e Sybil erano giunte nella zona poco fuori River Town in cui speravano che avrebbero incontrato Peter e Alex. Una volta a destinazione, però, si erano trovate davanti un luogo piuttosto inusuale rispetto a come se l'erano immaginato.

Si trattava di un circo, com'era stato loro detto, ma il suo aspetto era un completo disastro.

Oltre un ponticello di pietra circondato d'acqua stagnante che conduceva a uno stradone largo, in cui le due ragazze si trovavano, si ergeva un alto cancello di ferro in rovina, con delle sbarre appuntite sulla sommità e una grandissima insegna di diversi colori sgargianti. Non sembrava vecchio. Era stato devastato di recente.

Sull'insegna c'era scritto: Lagoon Circus, a caratteri cubitali.

Al di là del cancello si potevano intravedere diversi tendoni sgualciti, bianchi e rossi, palcoscenici in legno rovinati con sedili vuoti sull'erbetta selvatica lasciata incustodita, giostre e giochi deserti di ogni genere e così via. Osservando il desolante spettacolo, chiunque avrebbe pensato che quel posto fosse stato vandalizzato.

"Ha proprio l'aria di essere un luogo appena uscito da un disastro." commentò Sybil.

"Eppure, è qui che Peter e Alex dovrebbero svolgere il loro lavoro! Solo che adesso inizio ad avere dei dubbi..." Karen si sedette, appoggiata a uno dei due pilastri marmorei che si stagliavano alle estremità del ponticello appena attraversato. "Sarà meglio attendere l'arrivo di quei due, intanto possiamo svolgere una breve perlustrazione. Se tra un'ora non saranno qui, ce ne andremo." propose la ragazza.

Sybil la guardò con accondiscendenza. "E va bene, non abbiamo altre opzioni, alla fine." sospirò, imitando Karen.

Con lo sguardo rivolto dinanzi a loro, le due amiche iniziarono a pensare a cosa si sarebbero dette con Peter e Alex una volta rincontrati.

"K-Karen..." Sybil tentò, poco convinta, di parlarne con lei, siccome condivideva il suo stesso scopo.

"Sì?"

"Ecco, tu cosa provi esattamente per Peter? Che rapporto avete?" chiese senza guardarla.

Karen conosceva bene la risposta a quella domanda.

Negli ultimi mesi non era mai riuscita a smettere di pensare ai momenti passati col compagno: il loro incontro tra i campi di grano, la volta in cui aveva cantato per lui, il suono sommesso del suo respiro quando l'aveva cullato sulle sue gambe. I suoi capelli castano scuro, gli occhi blu come il mare aperto e la sicurezza in sé stessa che le trasmetteva ogni volta che le era accanto.

E poi il bacio. Ogni volta che ci ripensava, iniziava a tremare e arrossire senza sosta.

"Io... credo di essere innamorata di lui." Karen sorrise con occhi malinconici e sognanti. "E vorrei tanto dirglielo, per questo non vedo l'ora di incontrarlo di nuovo. Mi piacerebbe che mi dicesse che è fiero di me per i miei sforzi, che mi poggiasse una mano sui capelli, affermando che ho fatto un buon lavoro..." La ragazza sobbalzò e tornò alla realtà, accorgendosi di star divagando un po' troppo. "Scusa, ti sto solo annoiando!" rise.

"No, anzi... io ti capisco. Spero che Alex mi accetti ancora come sorella. L'ultima volta sembrava felice dopo averlo scoperto, ma non so. Se avesse cambiato idea, nel frattempo? Se per lui fossi una scocciatura? Dopotutto, non ho mai fatto parte della sua quotidianità finora." disse Sybil in tono preoccupato.

"Sta' tranquilla, Sybil. Conosco Alex, lui è la persona più gentile e buona che abbia mai incontrato, Peter è fortunato ad avere un amico del genere al suo fianco. Posso mettere una mano sul fuoco che per lui non sarà cambiato proprio nulla nei tuoi confronti. Anzi, probabilmente ti riempirà di attenzioni, quindi preparati!" scherzò Karen, risollevando l'umore della compagna.

Sybil rise di gusto, molto più tranquilla rispetto a poco prima. "Grazie, Karen!"

"Figurati. Dobbiamo sostenerci a vicenda, noi ragazze." Karen alzò gli occhi al cielo con un'espressione serena, che però si tramutò subito in un volto allarmato non appena notò di sfuggita una strana ombra osservarla da lontano, all'interno della struttura malconcia. "Sybil, cos'è quello?"

L'altra socchiuse gli occhi nella direzione indicata dal braccio di Karen. "Quella sagoma..." sussurrò. "Com'è possibile?"

All'interno del circo abbandonato, in equilibrio sulla cima di un tendone, una figura completamente vestita di nero osservava le due ragazze.

Il suo volto era coperto da una maschera a becco.

Karen e Sybil tesero i muscoli, allarmate dalla misteriosa presenza a pochi metri da loro, nel circo.

"Chi è quello?" Chiese Karen, tesa.

"Guardati meglio intorno, Karen... non è solo."

Fu in quel momento che la ragazza dai capelli rossi si accorse di tutti gli altri nemici sparsi per i punti più alti del circo. Ne contò quattro. "Oh no..." sussurrò.

Sulla cima del tendone più grande, nel lato ovest della struttura, l'uomo con la maschera si girò verso sinistra, rivolto a una sua compagna. "Chi sarebbero quelle ragazze, Satyria? Non sono i nostri bersagli."

La donna dai capelli ramati, in piedi, dritta su una vecchia ruota panoramica, aguzzò i suoi occhi violetti per identificarle. "Se non mi sbaglio, la rossa era insieme ai due salvatori di Northfield, gli allievi di Fujiwara che hanno ucciso Hanz Becker. L'altra era un'alleata dello stesso Becker, ma a quanto pare è passata dalla parte nemica." disse Satyria col suo tono freddo e distaccato, la coda laterale ramata che ondeggiava nell'aria pesante di quella zona paludosa.

"Capooo! Possiamo abbatterle? Mi sto annoiando!" esclamò un'altra ragazzina poco più in basso, con capelli e occhi candidi.

"Non avere fretta, piccola Candidus. Bartolomeu, cosa pensi sia giusto fare?" Peste Nera si rivolse al compagno, sospeso su di un piccolo magazzino pochi metri davanti a Satyria.

"Se sono compagne di Peter e Alex direi che possiamo usarle come esca, o nel migliore dei casi potrebbero sapere ciò che ci interessa." affermò lui.

"Benissimo..." sogghignò Peste Nera. "Masamune, pensaci tu."

Lo spadaccino dai capelli color paglia emerse dalla penombra ai piedi della ruota panoramica, la lama in pugno circondata da una densa aura ventosa argentea. Sul volto duro regnava uno sguardo glaciale. "Ricevuto." assentì.

Un attimo dopo era già balzato rapidissimo oltre il cancello principale, ed era atterrato davanti a Karen e Sybil, sorprese dalla sua velocità.

"Chi sei? Cosa volete tu e i tuoi amici da noi?" chiese Karen, sforzandosi di apparire sicura.

"Quelli sono i Vulture, Karen. Siamo in pericolo, qui si mette male..." sussurrò Sybil.

"I Vulture?" fece l'altra. "Il gruppo a cui appartengono Ater e Kirai!" pensò.

Masamune avanzò lentamente verso di loro a spada sguainata. La sua armatura leggera gialla e blu sferragliava al sole come una pentola a vapore. "Non ho nulla contro di voi, ma adesso vi metterò a dormire." avvertì in tono sommesso.

"Ah, sì?! Fa' vedere, allora!" Karen emise un'intensa aura infuocata e si lanciò a testa bassa verso di lui. "Sono diventata molto più forte!"

"Aspetta, Karen!" la chiamò Sybil.

Masamune compì un'ampia spazzata verso l'alto con la spada, e in un attimo tutto il fuoco che circondava Karen venne estinto, il viso della ragazza subì un'imponente folata ventosa che la stordì al punto da farla cadere di schiena a terra.

"Ugh!" grugnì.

"La Soyokaze è più devastante di un paio di fiamme deboli." mormorò Masamune, mentre Karen tentava di riprendersi dallo shock.

"Karen!" Sybil tentò di attaccare Masamune dall'alto con un gran balzo, compiuto caricando tutto il peso sui polpacci. Allungò le mani e scagliò delle punte grigiastre di litio verso la nuca del samurai, che però si mosse in un attimo, evitando l'attacco con una schivata all'indietro.

Poi, saltando, affondò la lama verso Sybil, che riuscì solo a unire le braccia in tempo per evitare di essere trafitta al petto. La ragazza urlò di dolore, gli avambracci che grondavano sangue. Cadde di peso sul terreno con Masamune dominante sopra di lei.

Subito dopo, apparvero gli altri quattro Vulture, alle spalle dell'uomo.

"Ben fatto, Sendai." si complimentò Bartolomeu.

L'altro rispose con un pigro cenno di assenso, come a indicare che non era stato un problema.

"Cosa volete da noi?!" gridò Karen, ancora dolorante.

Peste Nera si chinò in avanti, arrivando a sfiorare il suo viso con la lunga maschera a becco. "Ci aspettavamo di trovare i vostri amichetti qui, ma a quanto pare il caso si è messo contro di voi, invece... ma non disperare, non ti uccideremo se ci dirai dove si trova la Guardian che risponde al nome di Dorothy Goover." bisbigliò, con una voce stridula che faceva accapponare la pelle.

Karen sobbalzò, udendo quel nome. Cosa poteva aver fatto per diventare un loro bersaglio?

"La conosci, vero?" intervenne Satyria. "Vedi, lei ha ucciso un nostro compagno. Più specificamente, il partner di Masamune: non possiamo fargliela passare liscia." Lei mostrava un tono più calmo, quasi intimo, che istigava maggiormente a fare come diceva. Quella donna era molto persuasiva e sembrava impossibile resisterle. Avvicinò le sue labbra all'orecchio di una Karen orripilata e afflitta dal sudore freddo. "Allora, dove si trova? Se me lo dirai, ti giuro che vi lasceremo vivere. È un peccato che due ragazze giovani e graziose come voi muoiano, no? Ti conviene parlare..." sussurrò.

Karen aveva paura di morire, ma sapeva che, se avesse detto tutto, Dorothy sarebbe stata raggiunta poco dopo e, da ciò che aveva visto al dojo, la situazione sarebbe finita con lei e Somber contro cinque assassini esperti.

In più, non poteva tradire Peter e Alex, non sarebbe più riuscita a guardarsi allo specchio.

"L-lei..." sussurrò, in preda al terrore.

Sybil continuava a lamentarsi e ad annaspare per il dolore alle braccia lorde di sangue.

"Sì? Avanti, piccola." incalzò Satyria.

"Lei si fida di me, non vi dirò mai dov'è!" esclamò Karen, richiamando tutta la sua forza di volontà.

Satyria assunse un'espressione delusa e apparentemente rassegnata. "Capisco. Mi dispiace, davvero." La donna rivolse gli occhi verso Candidus. "Uccidi l'altra."

"Sì." Candidus si avvicinò a Sybil senza esitazione, appoggiandole una mano alla gola.

"Maledetti!" urlò Sybil.

"Ti taglierò la gola col mio Kaika di carta, sarò rapida, non ti preoccupare." sentenziò Candidus, gli occhi bianchi e luminosi all'ombra del cancello d'ingresso al circo.

"Ferma! Non fatelo!" gridò una disperata Karen, le lacrime che le inumidivano gli occhi.

Poco prima che una gigantesca scarica di vento ed elettricità combinati investisse Candidus.

"Oh?" Fece Satyria, con una faccia leggermente stupita. "Ma guarda un po' chi è arrivato. Non è incredibile come tempismo, Peste?"

Peste Nera sogghignò per lungo tempo, gli occhi rosso sangue più vividi che mai. "Puoi dirlo forte! È proprio quello che speravo..."

I due nuovi arrivati erano impettiti e fieri di fronte ai nemici.

A Karen sembrò di sognare mentre ammirava, dal basso verso l'alto, la schiena del ragazzo atterrato davanti a lei per salvarla.

"Tutto bene, Karen? Hai fatto del tuo meglio, vero?" Il compagno la scrutò con un sorriso colmo di benevolenza da sopra la spalla.

"P-Peter!" esclamò la ragazza, piena di gioia.

"Accidenti, cosa vuol dire questa storia? L'incarico era solo una trappola dei Vulture, quindi?" Alex, davanti a Sybil, poco più a destra rispetto a Peter, aveva un'aria delusa ma estremamente concentrata. "O questa feccia ha rovinato l'apertura con del volgare vandalismo? Sarebbe un peccato, sembrava un circo niente male."

"Che rottura, avrei proprio apprezzato un bel gruzzolo per tirare avanti. E invece esce fuori un altro scontro mortale non retribuito." sbottò Peter.

"Spiacente per la delusione ma i vostri pagatori sono tutti morti, è stato divertente convincerli ad assoldare due Guardians a caso per la loro bella inaugurazione." sibilò Peste Nera, cantilenante. "Ora, se non vi dispiace, vorremmo sapere dove si trova la vostra amica, Dorothy Goover."

"Col cazzo, bastardo." ribatté, duro, Peter.

"Allora vi uccideremo e faremo in modo che siano le vostre amichette qui presenti a cantare."

"Provateci pure. A questo punto mi avete fatto incazzare, quindi non la passerete liscia, scarti umani." ghignò Peter. Si sentiva furioso sia per l'inganno a cui li avevano sottoposti, sia per il fatto che avessero ucciso persone innocenti e rovinato una struttura con del potenziale, per riuscirci. Era possibile che i proprietari del circo fossero rimasti vittima della distruzione che aleggiava al di là del cancello. Dubitava persino che avrebbero trovato i loro cadaveri. Si chiese che trattamento avessero riservato loro, col sadismo di cui erano capaci membri dell'organizzazione del calibro di Peste Nera.

Di certo, quella era l'ennesima attività terroristica dei Vulture che avrebbe fatto scalpore. L'avevano accorpata molto bene al piano per carpire informazioni da loro. Ma non avrebbe permesso loro di averla vinta. L'avrebbero pagata quel giorno stesso.

"Karen, Sybil, ce la fate a combattere?" domandò Alex, voltandosi.

"S-sì." rispose Karen

"Posso farcela, Alex." Sybil si alzò a fatica e si posizionò alle spalle del fratello, schiena contro schiena.

"Non avete possibilità." sentenziò Masamune, che insieme a Bartolomeu era il nemico più vicino ai due fratelli.

A loro si unì anche Candidus, che si era rialzata, dolorante, dopo l'attacco subito per mano di Peter. "Ohi ohi... Quello l'ho sentito, idiota! Giuro che te la farò pagare!" sbraitò, fuori di sé.

"Candidus, pensa ad Alex e alla traditrice. Io e Peste ci occuperemo di Peter e la rossa." le ordinò con voce pacata Satyria.

"Ma io voglio combattere insieme a te, capo!"

"Candidus..." ripeté, severa, lei.

"Uff... e va bene." Candidus mise il broncio. "Almeno fate in modo che sia interessante." si rivolse ai due nemici.

Alex, in tutta risposta, si mise in posizione difensiva insieme a una Sybil ancora sanguinante.

Satyria dal canto suo si voltò verso Peter e Karen. "Allora, vogliam-" una scarica di vento la interruppe improvvisamente, facendola schiantare sul cancello alle sue spalle.

"Non vi conviene abbassare la difesa!" ruggì Peter, lanciandosi poi a tutta velocità su Peste Nera, che ridacchiò, scontrando le sue braccia con quelle del ragazzo.

"Che maleducato! Non fai nemmeno finire di parlare le signore..." sussurrò il sinistro assassino.

"Avete parlato anche troppo, voi cazzoni." replicò Peter, immettendo forza nelle braccia coperte di elettricità e vento mescolati.

"Quello lì non pensa mai a un piano d'attacco, accidenti a lui." rifletté Alex, che intanto studiava la situazione in cui si trovava: di fronte a lui, Bartolomeu, Masamune e Candidus erano in procinto di attaccarlo assieme.

"Bartolomeu l'ho già affrontato, usa attacchi a zona con il suo Reinforcement Kaika della sabbia... Candidus e Masamune controllano carta e vento, elementi utili per attacchi taglienti a raffica o a lunga distanza. Sybil potrebbe contrastarne almeno uno, nelle sue condizioni, così da permettere a me di attaccare Bartolomeu, annacquando la sua sabbia. Resta però il problema del terzo nemico che rimarrebbe libero..." il ragazzo analizzò a fondo la situazione, mentre Sybil, un po' tremante, gli restava accanto.

"Che facciamo, Alex?"

"Pensi di farcela a fronteggiare Candidus da sola?" chiese lui.

"Credo di sì, almeno per un po'." confermò Sybil.

"Basta e avanza. Allora mi fido di te, sorella."

Nonostante la situazione, Sybil si sentì scoppiare di felicità per essere stata chiamata in quel modo da Alex. "Certo! Conta su di me!" squittì.

"Bene, iniziamo!" In un istante, Alex mosse una mano dal basso verso l'alto, intrappolando subito Masamune all'interno di una colonna di ghiaccio, colto di sorpresa.

"Eh?" sbraitò Candidus, spiazzata.

"Si è deciso." tuonò Bartolomeu, diventando di sabbia e gettandosi di peso su Alex, che lo fronteggiò a colpi d'ascia di ghiaccio, liquefacendo le armi al contatto con la superficie sabbiosa per tenerlo lontano.

Un attimo dopo, Sybil fu addosso a Candidus e le sferrò un calcio volante con giravolta. La ragazza dai capelli bianchi si abbassò appena in tempo, il colpo della nemica vibrò nell'aria con grande violenza.

"Oof!" esclamò Candidus. "Sei ferita, ma hai ancora energia!"

"Le mie gambe non sono danneggiate!" replicò Sybil.

"Non ancora, almeno..." Candidus fece fuoriuscire una miriade di pezzi di carta appuntiti dai polpastrelli delle dita, indirizzandoli con una traiettoria ad arco verso le gambe della nemica, la quale saltò in tempo per evitarli.

"Ah!" urlò poi, scagliando come risposta della polvere di litio molto densa verso Candidus.

Quest'ultima, però, trasformò le sue gambe in tanti pezzetti di carta e volò via dalla zona. "Che seccatura!" si lamentò. "Ha un vigore assurdo..."

Intanto, mentre Peter sferrava un pugno elettrico a tutta potenza verso Peste Nera, che lo bloccava con uno scudo avvelenato creato al momento, Satyria si era rimessa in piedi e si stava scrollando la polvere dalla tunica.

"Che ragazzo antipatico, almeno poteva lasciarmi parlare."

Prima che potesse unirsi a Peste Nera, Karen le volò contro, ricoperta di fiamme rosse, e le scaricò addosso un'ondata di fuoco.

"Ultimate Burner!"

Satyria schivò semplicemente ruotando mezzo busto di lato. Poi, fece lo stesso con la gamba sinistra e scaraventò con un calcio Karen su uno dei pilastri, al limitare del ponte.

"Sei proprio carina, tu, mi piaci." scherzò, con un ghignetto complice.

"Karen!" la chiamò Peter.

"Dove guardi?" Peste Nera approfittò della sua distrazione e gli sferrò un montante che lo fece volare di alcuni metri. Neanche il tempo di ristabilirsi, che Peter vide volargli contro una spessa e alta croce verde, composta di veleno solidificato.

Riuscì a reagire, spostandosi verso l'alto con un'emissione di vento dalla mano destra, poi poggiò il palmo sinistro sul braccio opposto, creando un Kaika tempestoso intorno a esso.

"Electro-Tornado!" Il flusso di vento elettrificato fu indirizzato verso Peste Nera.

"Però..!" urlò, divertito, quest'ultimo, unendo le braccia per resistere al potente attacco.

Seguì una grande esplosione, da cui però il Vulture uscì quasi illeso, coperto da pochi graffi sull'impermeabile.

"Ma di cosa è fatto, questo infame?" Peter schioccò la lingua, infastidito.

"Eh eh eh! Bravo, mi stai piacendo!" L'avversario recava un'espressione maniacale negli occhi.

Peter si mantenne sospeso in aria per attaccarlo di nuovo, ma Peste Nera fu più rapido.

Uni il dito medio con il pollice in entrambe le mani, e una miriade di serpenti verdognoli gassosi presero forma davanti a lui.

"Waltz Snake"

I rettili velenosi furono diretti verso il nemico a ritmo sostenuto.

Peter reagì di prepotenza e distrusse con colpi elettrici e onde di vento tutti i serpenti che si avvicinavano, ma tra di essi si era insidiato anche Peste Nera, che lo stava caricando dal basso verso l'alto.

"Ingenuo." affermò il giovane, puntandogli la mano destra contro.

"Tornado!" Il colpo del vento impattò sull'avversario ma non si udì alcun tonfo, tantomeno un grugnito, dalla sua direzione.

Peter si guardò attorno, dubbioso. "Ha formato una copia di gas velenoso, alterando l'aria circostante? Dove accidenti è quello vero?" si chiese.

D'un tratto, avvertì il suo Kaika sopra di lui, un istante prima che lo tagliasse con due fendenti incrociati alla schiena, sferrati tramite delle lame velenose fuoriuscite dalle sue maniche.

Peter sentì le forze venire meno e precipitò pesantemente al suolo.

Karen stava attaccando Satyria da tutte le direzioni. Le volava attorno grazie alle fiamme emesse dalle mani e dai piedi, ma l'altra evitava i suoi colpi e raggi attraverso piccoli movimenti del corpo, compiuti con estrema padronanza.

"È incredibile... continuando così, non le potrò mai infliggere alcun danno." pensò la ragazzina.

"Senti, ho già detto che non mi piace far male alle ragazzine cute come te. Perché non mi riveli dove trovare Dorothy e basta? Ti risparmierai un sacco di dolore." propose Satyria, scrutandola coi suoi occhi chiari e impassibili.

"E io ti ribadisco che non tradirò coloro che si fidano di me." rispose Karen, senza esitazione.

Satyria si grattò la testa, rassegnata. "Non mi lasci scelta. Eri così simpatica... Hai qualcosa attaccato alle gambe, a proposito."

"Eh?" Karen notò con orrore che intorno alle sue caviglie erano attorcigliati due fili di rame molto sottili, che però non si spezzavano mai per quanto si divincolasse. Erano composti di un Kaika molto potente.

"Non ti libererai." la informò, pacata, Satyria.

Karen però sprigionò del Kaika infiammabile dalle gambe e diede fuoco ai fili, in modo che le fiamme iniziassero a propagarsi lungo di essi fino alle dita di Satyria, da cui si allungavano.

"Uooh, uooh!" La donna lasciò cadere i fili in fretta e arretrò di qualche passo. "Che brava, mi piaci sempre più. Però non ce li avevi solo sulle gambe."

Karen si rese conto in quel momento che, mentre le stava volando attorno, durante tutto lo scontro, Satyria l'aveva cosparsa di fili ramati in ogni parte del corpo. "Dannazione..." sussurrò. "Brucerò anche questi!"

"Non credo proprio." Satyria la trascinò verso di sé con uno strattone incredibilmente forte per la sua statura.

Mentre veniva trascinata, Karen incendiava più fili che poteva ma ne spuntavano sempre di nuovi man mano che l'avversaria li lasciava per crearne altri a velocità pazzesca.

Alla fine, la ragazza fu a un soffio da Satyria, la quale centrò in pieno il suo viso con un calcio alto. Karen sputò sangue e quasi perse i sensi. Era stato un attacco devastante.

L'altra la tenne sospesa a braccia aperte, legata e inerme, con i pollici e gli indici delle mani tesi per controllare i fili.

"Ti avverto, non urlare troppo o mi spezzerai il cuore..." scherzò Satyria.

Dopodiché, la trafisse ovunque con i suoi fili di rame, scaturiti dal resto delle dita.

Karen gridò a squarciagola, quasi piangendo di dolore.

"Te l'avevo detto che se avessi parlato ti saresti risparmiata molto dolore, no?" Satyria la tirò di nuovo a sé e la atterrò con una tallonata al volo in pieno viso.

Karen non emise alcun suono, ma cadde solamente sul terreno roccioso, battendo la nuca.

Era distesa, faticava a respirare con regolarità e ansimava di continuo.

"Scusami, mi ricordavi tanto la mia Candidus." le mormorò Satyria, mentre l'avversaria perdeva coscienza.

"Karen!" Peter si fiondò verso di lei a tale velocità che Peste Nera non riuscì a intercettarlo.

L'uomo si limitò a fissarlo con un ghigno, mentre caricava l'avversaria.

"Grazie al Release Kaika del vento che scorre in lui riesce ancora a muoversi, nonostante il veleno nel suo sangue." analizzò Satyria nell'istante che l'altro usò per avvicinarsi.

"Lasciala stare!" Peter sferrò un gancio elettrico a mezz'aria verso il volto di Satyria, i denti digrignati per la rabbia.

La donna inclinò il busto all'indietro con un movimento quasi impercettibile, mandando a vuoto il ragazzo. "Di poco." gli rivolse un sorriso ironico e gli puntò un dito contro.

"Questa donna è una dei leader dei Vulture? Fa davvero paura..." rifletté Peter, prima di essere trafitto.

"Bang!" esclamò Satyria.

Dal suo indice fuoriuscì una piccola sfera di rame compatta che attaversò lo stomaco di Peter, costringendolo a crollare e stramazzare al suolo. Poi, la Vulture lo avvolse in un groviglio di fili e lo gettò di peso dove si trovava anche Karen.

Il ragazzo, col fiatone, cercò la mano della compagna per stringergliela e infonderle coraggio.

"P-Peter... mi sento morire... aiutami." implorò lei.

L'altro strinse i denti e la sollevò di peso, cingendole il fianco.

"Si è alzato?" disse Satyria, tra sé e sé.

"Oh... Interessante!" canticchiò Peste Nera, entusiasta.

Peter trasferì parte del suo Kaika nel corpo di Karen, permettendole almeno di respirare nel modo corretto. "Non morirai, Karen, perché ci sono io con te." La guardò dritto negli occhi gialli e intensi. "Uniamo le nostre forze e usciamone insieme."

Karen tossì per qualche secondo ma riuscì piano piano a ristabilirsi. "C-ci sono, Peter. Guidami tu!"

I due ragazzi, appoggiati l'uno all'altra, scrutarono con aria di sfida Satyria e Peste Nera.

"Questi due sono pazzi. Peste, non ci diranno mai dove si trova la loro compagna." Satyria appariva un po' turbata, come se avesse intuito quale sarebbe stata la conseguenza di quella loro determinazione.

"Esattamente." Peste Nera al contrario sembrava felice di quel risvolto e non la smetteva di ridere sommessamente, la voce tetra distorta dalla maschera. "Uccidiamoli." 

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