Capitolo 2

"Ma cosa diavolo stanno facendo quei due?"

Fu tutto quello a cui Dorothy riuscì a pensare mentre osservava il ragazzo dagli arruffati capelli castani e il suo amico biondo. Continuavano a confabulare in modo furtivo e il castano aveva cominciato a sudare copiosamente senza smettere più. Lo guardò con un'aria interrogativa e divertita, e quando lui se ne accorse distolse subito lo sguardo e assunse un'aria sicura.

"Che sempliciotto." pensò Dorothy, continuando a guardarsi intorno con aria annoiata.

Per quanto la riguardava era impossibile che facessero partecipare chiunque al concorso, sarebbe stata una strage. No, quella puzzava di trappola, quindi decise di starsene lì ad aspettare che il numero di partecipanti si sfoltisse. D'altronde, era solo un bene per lei.

Mentre osservava la scena, il suo sguardo si posò su un ragazzo con i capelli neri e ondulati che se ne stava appoggiato al muro con le braccia incrociate. Sembrava dormisse.

"Eccolo."

Il solo guardarlo le riportò alla mente quei ricordi, quella nostalgia. Il vuoto di una solitudine atroce, di una bolla in cui sembrava vivesse solo lei. Ma c'era anche lui in quella bolla.

Dorothy lo ricordava, l'unico ragazzo che sembrava condividere quella desolazione con lei, che vagava per la squallida città in cui entrambi vivevano e di tanto in tanto incrociava il suo sguardo, mostrando gli stessi occhi spenti.

Peter non sapeva cosa fare. E se quei tipi che restavano fermi fossero stati pagati per sviare i partecipanti? La congettura di Alex acquisiva sempre più senso ogni secondo che passava, nella sua testa.

"Cosa facciamo?" si rivolse proprio a lui, sperando avesse escogitato qualcosa.

"Non lo so, secondo me sarebbe più saggio aspettare e vedere cosa succede. I concorsi per Guardians sono sempre stati pieni di enigmi e trappole, e questa ha tutta l'aria di non fare eccezione."

Peter iniziò a sudare, erano appena arrivati e già si trovavano davanti a un dilemma che avrebbe potuto rispedirli dritti all'orfanotrofio. Che risate si sarebbe fatta miss Gilda... Negando quello scenario, cominciò a guardarsi intorno. Notò che la ragazza con i capelli bianchi lo stava osservando con aria divertita, dunque distolse immediatamente lo sguardo e assunse un'aria sicura, per non mostrarsi indeciso.

"D'accordo, aspettiamo, mi fiderò di te. Ma se andiamo a casa per questo ti prendo a cazzotti."

"Eh? Ora sarebbe colpa mia? Se vuoi andare allora fa' pure, razza di squilibrato!" protestò Alex.

Prima che cominciassero a battibeccare lì in mezzo, notarono che oramai il numero di partecipanti in fila presso la scrivania era divenuto nullo, e il portone era stato chiuso. Oltre a loro erano rimasti solo una ventina di concorrenti, tra cui la ragazza briosa col suo presunto compagno, quella coi capelli candidi, il giovane basso e tenebroso con gli occhi chiusi e l'uomo sinistro con cui Alex aveva incrociato lo sguardo poco prima.

"Beh, che dire, avete davvero un bel sangue freddo!" esordì un esaminatore, all'improvviso.

Peter si girò e vide un uomo molto alto dalla chioma ondulata, vestito con un elegante completo grigio un po' polveroso.

"Gli altri non hanno dimostrato lo stesso acume e ora sono con ogni probabilità già addormentati per il gas soporifero che abbiamo iniettato in quella sala. Non preoccupatevi, non moriranno: dopotutto, era solo la prima prova."

Peter e Alex esultarono e si diedero il cinque.

"Lo sapevo!" disse, pimpante, Alex.

Poi, girò lo sguardo verso gli altri, curioso riguardo le loro reazioni. Il ragazzo con le braccia incrociate aveva alzato lo sguardo, mostrando due occhi dal taglio tirato, neri come i suoi capelli.

La ragazza dagli occhi dorati invece gli rivolse un sorrisetto complice. Alex si voltò, arrossendo. Non osò neanche incrociare ancora lo sguardo con l'uomo sinistro col cespuglio simile a muschio in testa.

"Bene, direi che possiamo passare alla prossima prova, aspiranti Guardians." concluse l'omone con l'abito elegante. "Seguitemi pure."

Probabilmente, anzi di sicuro gli esaminatori erano tutti Guardians. Peter lo intuì subito dall'aria pericolosa che li contraddistingueva, da quel non so che di sinistro, eppure affascinante nei loro modi sicuri.

L'omone si diresse verso una porta minuscola alla sinistra di Peter e Alex. Nessuno l'aveva notata, tanto era mimetizzata con le pareti di legno.

Ci volle un po' per far passare tutti attraverso la porticina, ma quando la varcarono, per poco i due amici non caddero al suolo per la sorpresa.

A pochi metri da loro, c'era un profondo burrone, con un fitto boschetto che si dipanava sul fondo. I raggi del sole sembravano quasi voler precipitare sugli alberi sottostanti per schiarirne il colorito verdastro, e la lieve brezza nei pressi del precipizio trasmetteva subito vertigini a chi si avvicinava.

"Prendete i vostri rampini e scendete per iniziare la seconda prova." disse con voce musicale un'altra guardia: una giovane ragazza dall'aspetto allegro e i capelli acconciati in una lunga coda color acqua marina. Anche lei indossava un completo elegante, ma di un arancione pastello molto vistoso.

"Questo solo per iniziare?!" esclamò Alex.

"Pare di sì, ci tocca la discesa." rispose Peter, afferrando uno dei rampini con corda ammassati sull'erba alla sua destra, senza perder tempo.

"Vi va se scendo con voi? Mi annoio a morte, almeno faccio due chiacchiere."

I due si voltarono. Era stata la ragazza dalla chioma canuta a parlare.

"Sono Dorothy, Dorothy Goover. Mi sembrate abbastanza sprovveduti, magari se mi vi do una mano sopravvivrà almeno uno di voi due." disse, maliziosa.

Indossava un lungo giacchetto rosso sbottonato, con sotto una T-shirt giallo chiaro e degli stretti pantaloni sportivi neri di cotone che le arrivavano fino alle caviglie, lasciandole scoperte. Ai piedi portava delle scarpe da ginnastica rosse abbinate al giacchetto.

"E che potrebbe mai fare una racchia come te?" gracchiò Peter, mal disposto.

"Come hai detto?! Maledetto, ti butto giù dal burrone qui e ora!" sbottò lei, offesa.

"Provaci, avanti!"

"Con piacere, bruttone!"

"Eh?!" sbraitò Peter

"Dai, dai, ragazzi, calma..." subentrò Alex, tentando inutilmente di mediare tra i due caratteri peperini.

"Ma sentiteli, fanno così rumore che mi è venuta l'emicrania." Un'altra voce attirò l'attenzione dei presenti. Il ragazzo dai capelli neri e ondulati, tutto vestito di nero, era intervenuto bruscamente nella conversazione.

"Tu..." sussurrò Dorothy.

"Lo conosci?" chiese Alex.

"Sì, lui è Somber. Siamo cresciuti insieme... si può dire." asserì la ragazza, con uno sguardo triste sul viso che incuriosì il biondino.

"Mh, ti trovo bene, Goover." si rivolse a lei Somber, con un mezzo sorriso.

"Anche tu mi sembri a posto. Ti unisci a noi?"

"Siete più rumorosi di una parata in piena notte, mi limiterò a stare a distanza. Non voglio finire nei guai per colpa vostra."

"Fa' come vuoi, mister errante della notte." disse Peter. "Non venire a piangere da noi se ti trovi in pericolo."

Somber si limitò a sbuffare.

"E va bene, scendiamo." sentenziò infine Alex, rivolgendo un pollice alto a Dorothy e Peter.

Sistemarono bene i rampini al suolo e cominciarono a calarsi sulle corde legate a essi. La roccia era abbastanza friabile, quindi bisognava fare molta attenzione a dove si piazzavano piedi e mani durante la discesa.

Il vento era lieve ma anche costante e minacciava di irritare gli occhi dei partecipanti, minandone la concentrazione. Gli altri concorrenti avevano iniziato la loro discesa più o meno nello stesso momento dei tre ragazzi, anche se almeno a dieci metri di distanza gli uni dagli altri.

"Senti, Dorothy, hai detto che sei cresciuta con Somber. Da dove venite?" chiese a un certo punto Alex, mentre scendeva, poco sopra di lei.

"Veniamo entrambi da Dismal, un piccolo e squallido borgo a nord-ovest. Siamo cresciuti orfani, vivendo di stenti. Questo è tutto." La ragazza si tenne sul vago.

"Noi veniamo dall'orfanotrofio di Jolly Hall." spiegò Peter, che invece era sotto di lei, perché era sceso per primo. "Siamo orfani anche noi, quindi possiamo capirti, è un vuoto che non sparisce mai del tutto."

"Già..." concordò Dorothy con un'espressione spenta sul volto.

Lasciarono morire l'argomento, non che ci fosse molto da aggiungere. Inoltre la prova già li privava della loro concentrazione con i pericoli che celava, seppure ormai non mancasse molto a raggiungere il terreno.

"Ci siamo quas-" Peter non riuscì a terminare la frase, che notò con la coda dell'occhio la figura di qualcosa precipitare di fianco a lui.

Con orrore, si rese conto che quella cosa era Dorothy.

Fu un lampo: Somber, sopra Alex, si lanciò nel vuoto spezzando la corda, dandosi una spinta delle gambe sulla parete rocciosa. Si posizionò così al di sotto di Dorothy in caduta libera, stringendola per proteggerla dall'impatto col suo stesso corpo.

Peter allungò istantaneamente la mano e riuscì appena in tempo ad afferrare Dorothy per l'avambraccio, prima che fuoriuscisse dalla sua portata.

"Resisti!" le urlò, il dorso inclinato all'indietro.

Alex si calò con la corda e prese Somber, che era rimasto aggrappato al giacchetto della ragazza, mentre Peter teneva stretto Dorothy. In questo modo, riuscirono lentamente a calarsi per gli ultimi trenta metri fino in fondo, lasciandosi alle spalle il burrone.

"Per poco. Stavi per rimetterci l'intero pacchetto." affermò Alex, rivolto a Dorothy, una volta giù.

"Lo so, non c'è bisogno di ricordarlo!" esclamò lei.

"Ehi, ricordati che ti ho salvata, sii un po' riconoscente."

"Tu sei l'unico che non mi ha salvata direttamente!"

"La prossima volta ti lascio cadere." sbottò Alex, imbronciato ma sempre calmo.

"Che hai detto?" Dorothy gli strinse il braccio, innervosita.

"E lasciami..."

"Non è stata una fatalità." Somber aveva un'aria pacata, ma si capiva dal lampo selvaggio nei suoi occhi scuri che era infuriato. "Ho visto chiaramente la corda di Dorothy spezzarsi in modo innaturale un attimo prima che cadesse. Significa che c'è un concorrente che si è calato dopo tutti gli altri apposta. Qualcuno vuole farci fuori."

"Beh, è anche normale per il tipo di concorso, credo..." rispose Peter. "Dobbiamo stare attenti."

"Meglio se ci dividiamo da qui in poi, così sarà più facile muoversi e saremo più imprevedibili." propose Dorothy.

Furono tutti d'accordo. Peter andò con Alex, e Somber con la giovane ragazza.

Davanti a loro si estendeva, tetro e verdeggiante, il boschetto in penombra, con l'omone e la ragazza dai capelli acqua marina pronti a spiegare le regole della seconda prova agli aspiranti Guardians rimasti, leggermente sfoltiti rispetto a prima. Erano poco meno di venti in tutto a essere ancora in gara, compreso l'uomo sinistro dai capelli muschiosi.

I quattro ragazzi si chiesero quali pericoli li stessero ancora attendendo, in quella prova ricolma di insidie.

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