Capitolo 112

Alex si trovava tra i binari che conducevano all'ampio magazzino, dando le spalle alla struttura, rivolto verso il promontorio all'orizzonte sopra il quale scorgeva la presenza di alcuni individui minacciosi. Tra essi riconobbe l'inconfondibile sagoma di Somber, oltre a quelle di Tokugawa Soyo e Miyamoto Yuki, che aveva già affrontato in passato assieme a Dorothy.

Quest'ultima, invece, era sospesa a mezz'aria sopra le acque ghiacciate per mano di Alex, così come le era stato ordinato da Larina.

"Tu penserai ad attaccare dall'alto le navi una volta che si arresteranno davanti al mare ghiacciato, te la senti?" Le aveva domandato Larina, paziente come sempre nei modi, seppur con quella nota autoritaria che portava la ragazza a rispettarla istintivamente.

"Certo, sono qui per eseguire gli ordini." Le aveva risposto Dorothy in tono umile, volenterosa di mettersi in mostra davanti a una persona importante come la spadaccina dalla maschera di gatto. Nonostante questo, però, i suoi occhi mostravano una certa titubanza.

Avrebbe ucciso a sangue freddo tante persone, molte delle quali non in grado di usare il Kaika, quindi paragonabili a bambini per lei, senza che nemmeno potessero sapere come stesse accadendo, o chi stesse facendo loro del male. E se lo avessero capito, sarebbero comunque rimasti inermi. Dorothy era abituata all'odio, al rancore e non si faceva problemi ad attaccare persone che minavano la sua sicurezza, quella dei suoi amici, o gli ideali in cui credeva. Come Jansen, come Candidus. Gente dotata di capacità al suo livello.

Però, la crudeltà verso i deboli non era mai stata sua prerogativa. Non le apparteneva, avendo sofferto e subito torti indicibili fin dall'infanzia. Avendo perso persone care e visto la sua dignità calpestata svariate volte, a Dismal. Più che mai, in quel momento ciò che stava facendo, e con lei Alex, Lily, Marcus e tutti i presenti sul campo di battaglia sottostante, le parve privo di senso.

"Mi chiedo se io sia davvero fatta per tutto questo, per la guerra... Uccidere centinaia di uomini e donne è davvero ciò per cui mi sono sforzata così tanto? È questo il riscatto che cercavo? Che significato ha questo conflitto?" pensò, rabbuiata in volto, mentre nella sua mente prendeva forma l'immagine dei volti ombrosi di Takeshi e Karasu.

Gettò uno sguardo in direzione di Alex, che ricambiò. Il ragazzo parve comprendere più o meno ciò che le passava per la testa. Era sempre così empatico con tutti. I suoi occhi gentili erano ciò che splendeva di più per lei in quel grigio scenario. Il compagno le rivolse un pollice alzato, a cui lei rispose con un cenno del capo.

"Forse, se penso che tutto questo lo sto facendo per proteggere quel tuo sguardo così puro, posso convincermi che abbia un significato. Ma non sarei altro che un'ipocrita..." rifletté Dorothy, con un sorriso agrodolce proiettato sul viso.

Un grave rimbombo risuonò nell'aria, premonitore di distruzione. Sul colle in cui era presente il suo più vecchio e caro amico, cannoni e mortai si accingevano a scatenare una pioggia di morte sul campo di battaglia.

Alex alzò lo sguardo verso le palle di cannone e i colpi di mortaio che puntavano dritti su di lui e tutti i militi alle sue spalle. All'istante, mentre anche le armi Guardians squarciavano l'aria con il loro suono mortifero da dietro il magazzino dei rifornimenti, il ragazzo compì un'ampia spazzata orizzontale con il braccio, e un immenso scudo dalla forma ad arco fu formato dinanzi ai colpi nemici, che impattarono su di esso in una serie di esplosioni assordanti.

"Sono munizioni di Kaika... il mio scudo da solo non reggerà all'infinito." pensò.

Un attimo dopo, Larina mosse alcuni pesanti passi pochi metri alla sua sinistra, arrestandosi accanto a lui. "Ben fatto, Alex, ora concludo io." affermò, sguainando la sua lucente spada dal fodero. Eseguì anch'essa un movimento largo.

"Skywind: Heaven Shear." pronunciò.

Dall'arma di Larina, decine di spesse lame di vento si propagarono in direzione dello scudo di ghiaccio, tagliandolo in un baleno assieme a tutti i colpi di cannone in caduta.

"La Skywind non mi delude proprio mai, nulla da fare." biascicò, compiaciuta, la spada posata sopra una spalla.

Alex la fissò, meravigliato dall'eleganza e la maestosità del suo potere. "Usa il Release Kaika del vento, proprio come Peter. La differenza è che lei emette principalmente la sua aura dalla spada, in maniera simile a come fa Dorothy con le pistole." analizzò.

"Non fermiamoci, Alex, caricheranno altri colpi e si stanno preparando ad attaccarci per via frontale." lo chiamò Larina, continuando a guardare in avanti.

"Sì." assicurò lui.

Infatti, i soldati ribelli stavano avanzando verso di loro, pronti allo scontro. Molti erano muniti di lunghe spade. Alcuni, nell'avanguardia, sorreggevano fucili d'assalto, a colpo singolo o baionette. Delle armi a distanza, percepì Alex, erano composte di Kaika. Il frutto dello schiavismo portato avanti dalla Becker's Industries.

E, probabilmente, delle torture inflitte nel corso degli anni ad Akira Araumi.

All'urlo di Larina, la Skywind elevata al cielo, i Guardians partirono all'assalto, anch'essi muniti di armi convenzionali miste a quelle di Kaika, a loro volta residui delle deportazioni degli Araumi di circa dieci anni prima. Le spade cozzarono le une con le altre, i proiettili perforarono le armature, poi la carne e le ossa, rendendo la zona circostante un inferno di urla, squarci e tonfi, mentre l'odore della polvere da sparo e della pelle bruciata dal Kaika contaminava l'aria, e l'erba, dapprima verde, si tingeva di rosso scuro.

"Che strano, ero sicuro che dovessero essere in numero molto più ampio... inoltre, non vedo tra loro gli utilizzatori di Kaika." constatò Alex, non distinguendo le sagome né di Soyo né di Yuki tra i nemici, mentre intento a bloccare i proiettili con muri di ghiaccio, per poi immobilizzare i corpi di tutti coloro che gli capitavano a tiro.

L'unica figura a lui nota che riconobbe fu l'ombra nera di Somber sfrecciare tra i Guardians, decapitando e trapassando le loro membra con la Mugenyoru, finché non giunse Larina a incrociare la Skywind con essa, in un impeto furioso che sprigionò un'onda d'urto potentissima, tanto da far quasi tremare le ginocchia ad Alex.

Per poco una lama non gli trapassò il collo, solo un taglio superficiale fu aperto vicino alla giugulare, grazie ai suoi riflessi pronti. Diede forma a due asce e perforò il cranio dell'assalitore da entrambi i lati. Uno scricchiolio orribile precedette la sua morte.

"Impossibile sopravvivere senza uccidere nessuno..." sussurrò a denti stretti il ragazzo dagli occhi azzurri, resi più opachi dall'ombra che i ciuffetti sudati disegnavano sulla sua fronte.

A un tratto, urla e rumori di battaglia provenienti dal magazzino oltre i binari, dove erano rimasti alcuni squadroni di retroguardia, assordarono le orecchie di Alex e Larina. Quando il primo si voltò, notò con orrore che il resto dei guerrieri nemici era sbucato da un'innaturale buca nel terreno nei pressi dei binari: era come se il suolo fosse stato sciolto dal basso.

Dal suo interno era sbucata una volpe di nebbia, seguita poi da un ragazzo e una ragazza. La seconda, dai capelli nerissimi, fu riconosciuta in un lampo da Alex. Non poté credere ai suoi occhi.

Cosa ci faceva Emily Park sul campo di battaglia?

Takao ed Emily erano stufi di stare a fissare la coda della volpe scodinzolare qua e là nel cunicolo in cui ci stavano a malapena che il fosco canide stava aprendo dinanzi a loro.

Soyo e Yuki erano stati chiari riguardo al piano per sorprendere i Guardians dall'interno delle loro fila. Avrebbero dovuto seguire sottoterra una delle due volpi della guerriera di nebbia. Emily aveva capito fosse Ping, mentre Takao era convinto che si trattasse di Pong. L'animale avrebbe dunque disgregato le pareti dinanzi a loro, e in questo modo sarebbero sbucati dove si trovavano le retrovie Guardians, e avrebbero potuto sfoltire di molto il loro numero.

"Queste volpi di nebbia sono davvero spaventose... A volte sembrano quasi in grado di pensare da sé, come se avessero intelletto e non fossero mere creazioni Kaika." arguì Emily, posta in avanti nel duo, cercando di evitare a tutti i costi il contatto con la coda della bestiola.

"Il Creation Kaika è una specialità piuttosto varia e misteriosa. Ho sentito che sarebbe possibile anche creare vere e proprie vite basandosi su persone decedute. Per quanto ne so, Soyo potrebbe addirittura esserci riuscita." spiegò Takao, accigliato e sudaticcio per l'assenza di aria nel mondo sotterraneo, mentre cercava a sua volta di non fissare il posteriore della compagna.

"Però, non credo sia possibile ricreare anche la psiche di qualcuno che ha perso la vita. Se un individuo fosse così potente da ridare vita a un corpo morto con il proprio Kaika, credo il nuovo essere svilupperebbe una propria individualità influenzata da quella del creatore, trattandosi della sua energia." ipotizzò Emily.

Un buffetto di Takao la fece ritornare alla realtà. "Resta concentrata, Emily. Tra poco dovremmo esserci, preparati a difenderti senza pensare troppo, ok?"

Lei gli rivolse un accenno di sorriso da sopra la spalla sinistra. "In questi momenti sembri quasi un esperto." ridacchiò.

Takao ammirò il suo profilo nell'ombra del sottosuolo, il naso piccolo e all'insù, il taglio gentile degli occhi, i lineamenti sottili. Avrebbe impedito a tutti i costi che lei morisse.

Distolse lo sguardo. "Dopotutto, sono stato addestrato per un periodo come assassino prima di entrare nei ribelli, so il fatto mio nel corpo a corpo." bofonchiò.

"E adesso anch'io sono ben allenata, quindi abbi fiducia in me!" affermò Emily, voltandosi di nuovo in avanti. "D'altronde, io ne ripongo già molta in te. So che mi guarderai le spalle, e voglio che tu sia certo che io farò lo stesso."

Prima che Takao potesse ribattere, una luce soggiunse dall'alto e irradiò i loro occhi abituati al buio. Ping, o Pong, era giunta a destinazione e sbucata da una falla nel terreno da lei creata.

"Forza, andiamo! È il momento!" esclamò Emily, saltando all'esterno con grande foga. Takao la seguì a ruota subito dopo. Non appena si ritrovò fuori, com'era stato concordato in precedenza, attivò il suo potere, così come la compagna.

Sia i piedi che le mani del ragazzo furono ricoperti da vibranti rivestimenti rafforzati di plasma, dal colorito azzurro molto intenso.

"Ora, Emily!" gridò.

"Non me lo faccio ripetere!" ribatté lei, mentre alterava tutto il suo corpo, ricoprendolo di uno strato di carbone ardente.

Piazzò le mani al terreno, e il carbone si propagò su tutto il terreno sul quale si trovavano i soldati delle retrovie, colti in flagrante dai due intrusi. Il calore scaturito dal suolo alterato dalla ragazza ustionò i loro piedi, e nell'istante stesso in cui si sbilanciavano, Takao scattò fulmineo in avanti, a velocità tripla rispetto al normale grazie ai rivestimenti al plasma. Le teste di più della metà dei Guardians nei pressi della stazione di rifornimento volarono via.

Takao, al di là della pila di vittime da lui create, aveva le unghie di plasma grondanti sangue e gli occhi spalancati in uno sguardo omicida pervaso dall'ombra.

I restanti nemici furono sciolti vivi dalla volpe di Soyo.

Emily si scambiò uno sguardo d'assenso col compagno. "Andiamo a dare manforte a Somb-" ma qualcosa la interruppe.

I suoi occhi si erano posati su uno dei Guardians in particolare, un ragazzo biondo, che la stava osservando con incredulità.

"Alex..." mormorò. Un filo invisibile li univa in quel mare di sangue e grida. Nella mente della ragazza riaffiorò il ricordo di lei che tendeva la mano a un tenero e indifeso bambino seduto sull'erba. Di una chioma chiara in mezzo ai boschi, accanto a un'altra, castana: punti di riferimento sicuri che al tempo non voleva mai perdere di vista, che le trasmettevano fiducia.

E adesso invece, uno di loro due era lì, le asce insanguinate tra le mani e un viso macchiato dal peccato. Quel viso che Emily ricordava così innocente.

"Attenta!" Udì la voce di Takao all'ultimo istante.

La giovane riuscì a bloccare con entrambe le braccia ricoperte di carbone rovente un diretto potentissimo e, incredibilmente, ancora più incandescente del suo corpo.

Emily finì dritta con la schiena sulla parete del magazzino, ma non stramazzò al suolo. Davanti a lei, un uomo alto e dai capelli rossicci avanzava nella sua direzione con le braccia composte da magma e aumentate di massa.

"Non avevo idea che ci fossero degli utilizzatori di Kaika novizi. A quanto pare toccherà a me insegnarvi qual è il vostro posto." sogghignò Marcus.

Nel frattempo, Takao era stato investito da un potente getto d'acqua, ma era riuscito a resistere e ora si trovava di fronte la sagoma snella di una Lily del tutto fradicia, come sempre.

"Facciamo vedere loro chi siamo, Marcus!" esclamò lei, briosa.

Emily ricoprì il suo corpo di carbone, lasciando il viso e due fessure azzurre scoperte, da cui scrutava minacciosa Marcus. I capelli neri roteavano attorno alla figura della ragazza simili a fruste schioccanti.

"Notevole, sei un tipetto interessante." commentò l'uomo.

"E non hai visto niente." sussurrò Emily, la voce distorta dagli strati di combustibile. Piazzò dunque le mani sul terreno, e questo si trasformò in carbone rovente che circondò Marcus. Quest'ultimo però si limitò a rafforzare le sue gambe con il magma, sciogliendo all'istante tutto il materiale sotto i suoi piedi. L'attacco nemico non aveva sortito alcun effetto.

"Mi spiace, ma ti gira male. Peggio di me non poteva capitarti come avversario." si limitò a sbuffare l'uomo, estraendo una revolver dalla cintura interna della divisa e sparando un proiettile di magma verso la testa dell'avversaria.

"Merda!" esclamò Emily, gettandosi verso destra poco prima che l'altro sparasse. Ma Marcus l'attendeva lì. Scattò in avanti con un affondo poderoso e sferrò un potente diretto ricolmo di magma al volto di Emily. Le inflisse un cospicuo ammontare di danni.

La giovane batte ancora la schiena sul muro e riuscì a rotolare via appena in tempo perché Marcus non la centrasse con un doppio pugno incrociato dall'alto.

"Usa il Reinforcement Kaika di tipo magma, non posso competere al mio stato attuale. Devo alterare ulteriormente la mia struttura corporea, ma ciò mi costerebbe parecchio spreco d'energie." Emily si alzò a fatica.

Notò che Takao, fuori dal magazzino, stava evitando i potenti e consecutivi getti d'acqua della compagna di Marcus. Non poteva aiutarla, avrebbe dovuto cavarsela da sola in quella situazione scomoda.

"Non ho scelta, a quanto pare... Devo dimostrare a Takao che so difendermi da sola!" affermò, per poi concentrarsi a fondo per alterare il suo Kaika.

Da nero, lo strato che la ricopriva fino al collo sfociò a gradi nel grigio chiaro sotto gli occhi interdetti di Marcus.

"Coal Body: Graphitization."

Il pistolero magmatico corse di gran carriera verso di lei. "Pensi che ti lascerò completare qualunque cosa tu stia preparando senza batter ciglio? Quelle cose succedono solo nei racconti di fantasia!" Un enorme montante incandescente investì Emily, sollevando una quantità di fumo esorbitante.

La ragazza, però, aveva completato in tempo la sua tecnica: Marcus osservò infastidito il suo corpo dal colorito grigiastro in posizione di blocco per aver fermato l'attacco di magma con entrambe le braccia incrociate davanti al petto.

"Poco fa ha esclamato Graphitization... Che abbia alterato la sua struttura, passando dal carbone alla grafite? Ciò vuol dire che i miei sospetti erano fondati: è un'utilizzatrice di Alteration Kaika e nonostante l'età direi anche molto capace. Deve aver affrontato un addestramento molto intensivo." rifletté l'investigatore privato.

"Ora non ho più paura dei tuoi attacchi incandescenti." Emily puntò il dito verso Marcus, un ghigno soddisfatto sul viso roseo. "La grafite vanta il punto di fusione più elevato in assoluto, attorno ai tremilacinquecento gradi centigradi. Il magma arriva a malapena ai millecinquecento. Vediamo chi resiste di più."

Marcus schioccò la lingua, vagamente irritato. "Non darti tante arie, giacimento di carbone umano. Non permetterò che una ragazzina mi prenda in giro, già ce n'è una piuttosto audace e rumorosa che mi dà parecchio filo da torcere ogni giorno." replicò con un sorrisetto.

Dorothy vigilava sul campo di battaglia in volo, le pistole riposte nelle fondine ai lati della cintura che cingeva la sua divisa, il Kaika di luce ben dosato sotto i suoi piedi per mantenersi sospesa a mezz'aria a ritmo blando.

Volse lo sguardo prima verso Marcus e Lily, poi verso Alex e Larina. Quest'ultima, notò, era alle prese con un arduo duello di spada con Somber, in cui nessuno dei due pareva mollare un centimetro. Di tanto in tanto si dividevano temporaneamente per sbarazzarsi di altri assalitori che osavano entrare nell'invisibile cerchio che costituiva il loro personale terreno di battaglia, per poi ritornare a far cozzare le lame a ripetizione. Oscurità contro vento. A Dorothy sembrò quasi che fosse Peter, quello che stava affrontando Somber.

Sospirò, amara.

"Mi manchi, Pete." mormorò. "Chissà dove sei adesso. Quando tornerai..."

Fu in quell'istante di riflessione che udì alle sue spalle il suono dell'acqua tagliata da uno scafo. Anzi, da più scafi: erano almeno una quindicina.

"E pensare che il grosso della loro flotta è a Northfield." sbottò. Dorothy impugnò le sue pistole, pronta ad affondare le navi con una pioggia di luce nel momento in cui si sarebbero arenate sul ghiaccio.

Però, ciò non accadde.

Aguzzando la vista, la pistolera si accorse della presenza di una piccola silhouette femminile appollaiata su un parapetto in ferro, a prua della nave in testa alla flotta. Riconobbe i suoi capelli arruffati, adornati da una viola. Ma soprattutto l'animaletto etereo che la affiancava.

Soyo sogghignò alla vista di Dorothy. "Vai, Pong. È il tuo momento." sussurrò alla volpetta, le labbra che sfioravano il suo orecchio intangibile in una platonica carezza.

L'animale scosse il suo corpo, come se possedesse davvero del pelo da scuotere, e si lanciò nella distesa polare. Sfrecciò su gran parte della superficie, passandoci attraverso in modo da percorrerla sia da sopra che da sotto. Nel giro di pochi secondi, davanti agli occhi di Dorothy, il ghiaccio si sciolse e le acque tornarono a scorrere, spianando la strada alle imbarcazioni.

Soyo rise di gusto. Poi, si sollevò in piedi e balzò nel vuoto.

"Do-ro-thy!" cantilenò, un'ombra indemoniata scavata sotti agli occhi oscuri come buchi neri.

La Guardian si preparò a reagire. Ma poco prima che potesse sparare al volo un raggio di luce verso Soyo, dalle spalle della ragazza apparve un altro nemico, che si teneva sospeso in aria tramite dei flussi di cera bianca scaturiti dai palmi delle mani.

Un due contro uno.

"Web of Light: Godsense!" gridò Dorothy, non appena i due furono vicini.

Automaticamente, il suo corpo danzò tra gli attacchi nemici. La ragazza riuscì a eludere in appena due mosse, prima verso il basso e poi verso l'alto, un calcio aereo di Soyo e un getto di cera da parte di Yuki. La guerriera ribelle non finì dritta in acqua poiché creò sotto di sé una nuvoletta nebulosa, ma dalla base in Kaika solido.

"Nuvola Speedy!" urlò.

"Non scherzare, stupida." bofonchiò Yuki. Poco prima di essere centrato in pieno da un getto d'acqua, per poi finire in mare.

Dorothy si voltò, sollevata. "Lily!" chiamò la ragazza, anch'essa a mezz'aria grazie al suo Release Kaika dell'acqua.

"Questo è per ciò che hai fatto a me e Marcus all'arena!" Coi capelli sfibrati, la pelle pallida e bagnata e lo sguardo acceso d'impeto, sembrava quasi una figura mitologica.

Dorothy guardò in basso e vide che il precedente avversario di Lily adesso era incalzato da Alex, il quale lo stava mettendo in seria difficoltà, mentre Marcus era ancora nel mezzo di uno scambio di colpi furioso con la ragazza di grafite.

"Bene, tutto secondo i piani di Larina. Ora, Lily, colpisci!" esclamò, sparando una raffica di sfere di luce a Soyo per tenerla lontana.

Sulla sua nuvoletta, l'altra li schivò tutti muovendosi a zig zag, ma fu comunque rallentata abbastanza.

"Eccomi, sono pronta!" disse Lily. Puntò entrambe le mani verso il basso. Le sue braccia erano avvolte da un impetuoso Kaika acquatico.

"Double Waterfall!"

Dopo l'impatto con il mare, il getto sprigionato dalle mani di Lily ne aumentò alquanto il livello. Un vero e proprio gigantesco gorgo prese forma e le navi che avanzavano verso la costa furono sbaragliate e affondate in men che non si dica.

Dorothy abbassò la guardia e fu colpita in pieno da un raggio di cera dal basso che la mandò a schiantarsi di schiena sul magazzino, però il disastro creato da Lily costrinse lo stesso tutti i presenti a ritirarsi verso riva, Yuki e Soyo compresi.

"Ugh... meglio tenere sempre attiva Web of Light durante le battaglie al fronte..." mugolò Dorothy, tra le macerie del soffitto della struttura su cui era terminata.

Nel frattempo, avvertendo il frastuono proveniente dal mare, Larina e Somber furono costretti a interrompere il loro duello per osservare lo spettacolo sbalorditivo delle navi da guerra tranciate, perforate o in parte disgregate dalle furiose onde scatenate da Lily.

"Bene! È andato tutto liscio. Per fortuna quella ragazza si trovava qui con noi, altrimenti sarebbe stata dura contrattaccare le abilità di Tokugawa Soyo." pensò Larina, un istante prima di deviare un fendente ricolmo d'aura oscura da parte di Somber. "A quanto pare invece il compito di questo scocciatore è tenere me occupata! Ora che lo osservo meglio, ha delle sfumature verdi tra i capelli e gli occhi. Addirittura sulla sua spada. Sarà una coincidenza...?" Larina tese i muscoli e spintonò via il cupo spadaccino, che scivolò appena sull'erba, prima di ristabilirsi.

"Onestamente, Lily è una forza della natura." mormorò Somber, prendendosi un attimo per rifiatare e ammirare in lontananza la ragazza che in passato aveva già affrontato più volte. Era migliorata tantissimo durante quegli anni.

Il ragazzo sorrise al ricordo di com'era prima, quando la conobbe al concorso per Guardians o durante il loro primo torneo ufficiale. Una ragazza esaltata, allegra e che sprizzava unicità da tutti i pori. Col tempo non aveva perduto la sua vivacità, eppure pareva divenuta più consapevole di sé stessa. Forse grazie alla compagnia di Marcus.

"Cos'hai da ridere? Siete in svantaggio. Fareste meglio a ritirarvi prima di subire troppe perdite." lo provocò Larina. Era altresì stufa di vedere tutta quella gente morire.

Somber sbuffò, celando alla donna i suoi tormenti interiori. "Ammetto che le vostre contromosse erano piuttosto inaspettate, ma se credi che basti solo qualche schizzo d'acqua a decretare le sorti dello scontro, ti sbagli su tutta la linea. Lascia che ti mostri cosa può fare davvero la Mugenyoru..." Il giovane allargò il braccio che impugnava la spada, un'espressione spenta sul viso.

"Stadio Finale-" una mano sulla spalla lo bloccò d'un tratto.

"Non ce ne sarà bisogno, caro Somber!" La voce squillante dietro di lui lo fece trasalire. Persino Larina indietreggiò alla sua vista.

Sembrava essersi materializzato dal nulla.

Nakajima Kojiro.

"Questo attacco era un segreto tra me e Yuki. Che bello, non ci saranno intoppi!" canticchiò l'intruso.

In mezzo a tutti i militi, i capelli arancione opaco, gli occhi chiusi in un ghignetto allegro e la spada corta e sottile sguainata, mostrava un aspetto del tutto ordinario. Nonostante questo, alla sua apparizione Larina avvertì la morsa della morte scavarle tra gli organi interni e il freddo del terrore torcerle le ossa.

"State attenti!" urlò con tutta la voce che possedeva.

"Morite, dai." Kojiro menò un fendente orizzontale appena percettibile.

Il taglio però raggiunse ogni guerriero nemico presente sul campo di battaglia. Come se l'effetto fosse stato trasferito direttamente su ognuno di loro, trascendendo le leggi dello spazio.

Dorothy schivò il colpo mortale solo grazie a Web of Light, all'ultimo momento. Alex captò il pericolo, e tramite una barriera d'Energia Oscura lo deviò per un soffio.

Lo stomaco di Lily fu perforato e la ragazza, confusa, crollò nei pressi della costa. Marcus invece subì uno squarcio alla gola e stramazzò al suolo, morente, sotto lo sguardo incredulo di Emily.

Infine, Larina perse un orecchio, poiché si era abbassata prima che l'attacco partisse.

I sopravvissuti rimasero attoniti da quella dimostrazione di potere, ancora non avevano realizzato cosa fosse accaduto. Con una sola occhiata al campo di battaglia, si resero conto che oltre loro non c'erano stati superstiti. Persino Somber, Soyo e Takao avevano lo sgomento dipinto sul volto, sbiancati per la sequenza di morti susseguitesi in appena un secondo o poco più. Yuki, invece, pareva soddisfatto.

"Oh, ne è sopravvissuto qualcuno, che sfortuna. E va bene, riproviamo!" farfugliò Kojiro, canzonatorio.

Dorothy era preda del torpore più totale in seguito a quell'evento traumatico. Web of Light era ancora attiva, ma le sue orecchie fischiavano e i suoi pensieri erano offuscati. Vedeva solo cadaveri e sangue. Notò che alle sue spalle qualcosa emetteva una strana distorsione nell'atmosfera vicina. Udì Alex urlarle delle cose riguardo un portale e salvare Lily. Lo vide saltare in una sorta di spirale, e così Larina. L'informazione riguardante Lily fu l'unica che il suo cervello fu lucido abbastanza da captare.

Non ricordò nemmeno di aver afferrato a una velocità superiore al suono il corpo della compagna ed eluso al contempo il secondo attacco di Kojiro, prima che una mano familiare le afferrasse il colletto e la trascinasse oltre un portale dimensionale, in salvo.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top