Capitolo 103
Gli occhi aurei di Dorothy collidevano con quelli scuri di Soyo. La tensione tra le due era palpabile, i loro sguardi erano un vero uragano di emozioni contrastanti. La determinazione e la rabbia emanate dalla prima si scontravano con la frivolezza esasperata che l'espressione della ragazza dagli arruffati capelli neri ostentava.
"Karen, quindi sei in grado di usare le fiamme azzurre sigillate dentro di te?" Dorothy si rivolse all'amica che era accovacciata alla sua destra, continuando a guardare fisso Soyo.
"Sì, ora posso evocarle e controllarle, ma se ne facessi troppo utilizzo sarebbe semplice per me ritrovarmi a corto di forze..." replicò la ragazza, rimettendosi in piedi, carica e pronta all'azione.
"Capisco, dunque anche tu stavi trattenendo le tue vere energie, prima." sogghignò vagamente Dorothy. "Qui posso vedermela da sola. Tu va' a dare manforte agli altri." le suggerì poi, decisa.
"Ohhh! Vuoi l'uno contro uno? Che bello, così posso strapparti la carne dalle ossa senza rogne... e poi mi sarebbe dispiaciuto combattere la mia bella Karen, mi è simpatica!" canticchiò Soyo.
"Vi conoscete già?" chiese Dorothy.
Karen sospirò. "Era mia alleata insieme a Sybil durante il concorso per diventare Guardians. Abbiamo superato tutte le prove facendo squadra..." spiegò. "Ma non credevo fossi dalla parte dei ribelli, Soyo! Dunque, eri solo in missione? Non vuol dire niente per te ciò che abbiamo condiviso quella volta?" La giovane utilizzatrice del fuoco ricordò i momenti di leggerezza passati con Soyo in cui la giovane era sembrata sinceramente legata a lei e Sybil, ai nomignoli assurdi che aveva arrecato loro, all'abbraccio di gruppo che si erano scambiate dopo l'ultima prova.
Possibile che fosse tutta una finta per lei? Karen si sentì in un certo senso tradita e allo stesso tempo stupida per essersi fidata così facilmente di un'estranea. Nonostante questo, quei ricordi nella sua mente rimanevano felici. Ed era sicura che non tutto fosse stata una finzione, nemmeno per quell'ambigua ragazza.
Soyo assunse una finta aria stralunata e un tono teatrale, come se stesse recitando in una tragedia. "Non dire così, amata Karen. Tu e Sybilletta non mi dispiacete mica! Sarebbe brutto per me dovervi uccidere." rispose.
Un raggio di luce la costrinse a tacere. Soyo riuscì a deviarlo con una manata secca infusa di Hardening Kaika, e fissò Dorothy divertita mentre il flusso andava a scagliarsi sulla parete oltre l'erba alle sue spalle.
"È abbastanza. Karen, lascia fare a me, non devi affrontarla per forza." disse la guerriera, divaricando le gambe e preparandosi alla sfida.
"Sì, Karen, lasciami giocare con la principessina lucente." rimbeccò Soyo, col suo ghigno sarcastico.
Dopo alcuni secondi di indecisione, Karen acconsentì e fece per allontanarsi in volo nel punto in cui Lily e Marcus pareva che stessero faticando contro Yuki.
"E sia." Si sollevò in volo. "Anch'io preferirei che tu non morissi, Soyo." Sorrise con una genuinità che colpì l'altra, la quale arrossì appena, confusa. "Ma non potrò rispondere delle azioni di Dorothy." aggiunse Karen. Dopodiché, sfrecciò in direzione degli spalti.
Dorothy e Soyo rimasero sole.
"Ora a noi due." La prima esibì un sorrisetto ricolmo di confidenza in sé stessa. "Ma devo avvertirti che io non sono altrettanto buona quanto Karen."
Soyo ricambiò con un'espressione ludica dipinta sul viso tondeggiante, affiancata dalle sue volpi eteree. "Eh eh, non vedo l'ora di scoprire quanto forte puoi urlare. Ping, Pong, divertiamoci un po'!" disse, euforica.
La lama ricurva e gelida delle asce ghiacciate picchiava a ripetizione su quella dritta della spada oscura, creando un frastuono assordante che si propagava attorno ai due guerrieri sugli spalti dell'arena. Alex si abbassò sulle ginocchia e tentò una spazzata orizzontale alle ginocchia di Somber, che riuscì a calare la Mugenyoru per intercettarla, ma era solo un diversivo creato dal biondo: l'altra ascia era già vicina al petto dello spadaccino.
Somber sgranò gli occhi.
"Yoru no Kusari!" Le catene fuoriuscirono appena in tempo dalla spada e avvolsero il manico dell'arma di Alex. Poi, Somber tirò verso il basso e colpì al volo l'avversario con un diretto al volto. L'altro scivolò all'indietro, imprecando, mentre un sottile strato di polvere si sollevava dalle sue suole che strusciavano sul pavimento.
Non appena provò a riprendere fiato, un imperioso corvo d'oscurità, chiazzato di un verde intenso e fluorescente, fu creato dalle mani di Somber, che aveva riposto la lama per modellarlo. La notevole concentrazione di Kaika oscuro fu scagliata rapida in direzione di Alex, un verso stridulo venne prodotto dal volatile nero.
Il guerriero del gelo riuscì però a ereggere un'alta onda d'acqua che avvolse l'attacco del rivale, poi la solidificò fino a ghiacciarlo del tutto e, prima che il suo Kaika potesse essere assorbito dall'oscurità, lo frantumò con un poderoso fendente d'ascia verso il basso.
"Non male." sbuffò Somber. "Sei migliorato molto, Alex."
Il biondo gli rivolse un sorriso truce. "Anche tu sei un osso duro, come sempre." ribatté. "Non riesco proprio a capirti, sai?"
"Che intendi?" chiese Somber, aggrottando le folte sopracciglia scure.
"Tutto questo sacrificare i propri legami per cercare la tua strada, per comprendere a che posto appartieni... Davvero noi tre contiamo così poco per te? Non eravamo forse abbastanza per farti sentire parte di qualcosa?" Alex digrignò i denti. "Capisco bene la sensazione di essere soli al mondo, senza un luogo che si possa definire casa. Sia io che Peter l'abbiamo vissuta a lungo, essendo due orfani. Eppure, una volta trovati te e Dorothy, come anche il maestro Fujiwara e tutti gli altri, entrambi abbiamo compreso che quel posto, quella casa, ce la creiamo noi con le nostre azioni. Con gli affetti che sviluppiamo nel tempo passato insieme a chi consideriamo importante." Il giovane tese una mano verso il suo amico, sorridendogli di cuore. "Tu hai sempre noi, Somber. Puoi ritornare quando lo desideri. Non siamo forse la tua famiglia, il tuo posto?"
Per un brevissimo momento, gli occhi di Somber si incresparono in una fugace espressione nostalgica, empatica, che di rado si poteva vedere sul suo volto. Abbassò il capo, poi lo rialzò con un ghigno amaro, tornando in sé.
"Sei bravo a far leva sulle emozioni altrui, Alex. È un lato di te che ho sempre invidiato, ma dovresti sapere che con me non funziona questo trucco. Non so ancora se i ribelli siano nel giusto o meno, ma la cosa certa è che non potrei mai più combattere per i Guardians." mormorò. "Non posso tornare dalla vostra parte, e non ho nessuna intenzione di starmene a far nulla in questo conflitto solo per restare passivamente accanto a voi. Io non sono te, tantomeno Peter: ho bisogno di più risposte."
"E allora per cosa combatti? Se non ti fidi nemmeno delle persone con cui ti trovi adesso, in cosa credi?" domandò Alex.
Somber sospirò. "Confido in me stesso, e nel mio giudizio." rispose.
Appena finì di pronunciare quelle parole, notò un dettaglio che lo allarmò sul terreno attorno a lui. Decine di sfere arancioni ripiene di un materiale opaco dal colorito azzurrino lo circondavano, emanando una gran quantità d'aura.
"Energia Oscura?" pensò. Si trovava in un vero campo minato.
"Grazie per avermi concesso il tempo di dar forma alla mia trappola." Sorrise, beffardo, Alex. "Questo ti metterà fuori gioco."
"Bastard-" le parole di Somber furono smorzate dall'esplosione delle sfere colme di Kaika del ghiaccio, detonate dal gesto rapido di Alex. Un gran fumo attorniò la zona dove si trovava lo spadaccino oscuro.
Ma quando si diradò, lui non c'era.
"Cosa? Dov'è?" sussurrò Alex, iniziando a guardarsi attorno con occhi allarmati.
Riuscì solo all'ultimo istante a percepire l'intento minatorio di Somber, e alzò le braccia sopra la testa, cospargendole di ghiaccio per bloccare la sua tallonata dall'alto. Dopodiché, fece propagare il gelo sulla caviglia dell'avversario per bloccargli i movimenti, ma l'altro roteò all'indietro con una capriola aerea e atterrò di fronte a lui. Subito avvertì le braccia imprigionate da uno strato ghiacciato, e un attimo dopo Alex era a pochi centimetri da lui, le braccia larghe per colpirlo con un attacco a tenaglia delle asce.
Somber però stava già affondando la Mugenyoru verso il suo stomaco.
Un muro gelido approssimativo fu formato davanti al biondo e riuscì così a bloccare la lama oscura, mentre due piccoli scudi rotondi protessero il viso di Somber dai colpi d'ascia, che si frantumarono entrambe. Lo spadaccino allontanò Alex con un calcio alto in faccia.
"Non stai attaccando per ferirmi, Alex. Quelle asce non mi avrebbero arrecato molti danni." sbottò, ferito nell'orgoglio per quel trattamento di favore.
"A me basta solo renderti inoffensivo, Somber." rimbeccò l'altro, restando concentrato, in posizione difensiva.
Lily e Marcus cercavano da un po' di assestare un colpo al loro avversario incappucciato, ma nonostante collaborassero usando anche strategie che prevedevano attacchi molto rapidi e precisi, non erano ancora riusciti a provocargli danni reali.
Yuki era abilissimo. Schivava e bloccava con maestria, utilizzando il suo particolare elemento Kaika, la cera, per ostruire la potenza distruttiva che il magma e l'acqua possedevano.
Eluse un destro, un sinistro e poi ancora un altro destro sferrati in serie dai pugni di magma di Marcus, con movimenti necessari e tempismo perfetto.
"Waterfall!"
In seguito evitò, roteando all'indietro, un getto d'acqua improvviso di Lily, che aveva approfittato della sfuriata del compagno per coglierlo alla sprovvista sul lato scoperto.
Ma i due colleghi stava aspettando quel momento.
"Ora, Marcus!" gridò Lily.
Sbilanciato per aver schivato con il corpo all'indietro, Yuki poté solo unire le braccia davanti al volto e cospargerle di cera per attutire il poderoso diretto di magma scagliato in corsa dall'investigatore.
"Ugh!" Non appena si fu ristabilito, Yuki fu di nuovo assalito dalle combo dei due. "Quanto odio gli utilizzatori di Reinforcement Kaika." sbottò stancamente.
"Lily!" chiamò Marcus.
"Sì!" La ragazza dal crine blu sfoderò dal corpo tutta la sua devastante energia, e la diresse contro il nemico.
"Swollen River!"
Il getto d'acqua collise con un flusso di rovente cera liquida, che lo avvolse fino ad arrivare a Lily, la quale in questo modo fu per metà ricoperta del materiale biancastro.
"E ora resta un po' ferma." affermò Yuki, freddo. Nell'energia emessa dallo scontro di aure il cappuccio gli era scivolato all'indietro, rivelando dei lisci capelli bianchi a strisce verticali nere, sopra degli opachi occhi verdini. Il giovane membro dell'Esercito Guerrigliero serrò il pugno e d'un tratto la cera intorno a Lily si solidificò, immobilizzandola.
"Cavolo! Ma questo è... Alteration Kaika! Poco fa però usava il Release, che sia capace di alternarli?" pensò lei.
Nel frattempo, Marcus era tornato all'attacco per proteggerla, ma senza il supporto di Lily poteva contare solo sulla sua forza fisica ed esplosiva.
La giovane non poté far altro che guardare mentre Yuki bloccava un placcaggio del compagno con un muro di cera densa in cui lo avvolse, che poi fece indurire attorno al suo corpo proprio come aveva fatto con lei poco prima.
Anche Marcus era in trappola.
"Oplà, e sono due." Yuki canticchiò con un tono di apatico scherno in piena linea con la sua espressione di perenne assenza.
Era troppo forte.
Il quasi totale controllo che aveva del suo elemento lo rendeva estremamente difficile da affrontare. Inoltre era un guerriero addestrato, mentre loro due potevano certo vantare elementi potenti, ma non avevano mai affinato le loro tecniche nel quotidiano, non essendo il combattimento la loro mansione principale nella vita.
"Marcus, stai bene?" domandò Lily, preoccupata.
"S-sì, ma questa cera è dura da rompere o sciogliere perfino con il magma... Questo bastardo ha un Kaika fin troppo spesso." borbottò lui, a denti stretti, imprigionato nella cera solidificata, a parte per il collo e la testa.
"Ohi, ohi... chi sarebbe il bastardo?" Yuki si avvicinò a passo strascicato all'uomo e gli afferrò il volto con una mano. "Mi sa che ucciderò prima te. Tranquillo, dopo il primo minuto non provi più tanto dolore per l'intossicazione da cera. È probabile che morirai prima. Poi, passerò alla tua amica iperattiva, promesso." disse. La crudeltà più totale pervadeva le sue iridi chiare.
"Aspetta, non farlo!" urlò Lily con tutto il fiato che aveva in gola.
"Non devi guardare, Lily..." Il sorriso rassegnato che Marcus le stava rivolgendo la sconvolse ancora di più.
"No... no! Ti scongiuro, uccidi me, uccidi me! Ma risparmia almeno lui!" Non voleva accettarlo. Non poteva, si rifiutava di farlo.
Marcus era tutto per lei. Anche se per pura fortuna fosse riuscita a uscirne viva, nel caso in cui l'avesse perso sarebbe di nuovo rimasta sola, vagando ancora in quel mondo grigio e privo colori, di significato, che a fatica si era lasciata alle spalle. Sarebbe stato come morire.
Anzi, peggio: sarebbe stata costretta a vivere ogni giorno nella disperazione.
"Fermo!" Diede fondo a tutta la sua voce, finché non le bruciò la gola.
"Stai sprecando il fiat-" Yuki non terminò la frase. Poiché un pugno volante ricoperto da luminose fiamme rosse gli deformò il volto e lo mandò a schiantarsi contro una serie di scalini una decina di metri dietro Marcus.
Lily guardò la ragazza che era intervenuta come se fosse stata un'oasi in mezzo a un deserto. Lacrime di sollievo rigarono il suo volto, mentre dentro di sé rivolgeva a Karen tutte le parole di ringraziamento che i singhiozzi le impedivano di esprimere.
Sul ring intanto Dorothy stava tempestando di sfere luminose Soyo, la quale balzava qua e là per la piattaforma agile come un felino, e le evitava tutte.
"E sta' ferma, razza di volpe euforica." sbraitò Dorothy, innervosita.
"Sei prevedibile oltre che racchia, contro di te lottare è una pacchia!" cantò di rimando Soyo, mostrandole una linguaccia.
"Ah, mi fai esaurire!" sbraitò Dorothy. "Light Storm!" Una miriade di raggi lucenti piovvero come frecce dall'alto verso la nemica.
"Ping, Pong, pensateci voi!" comandò lei.
I due animaletti emisero un mugolio sommesso e si mescolarono in un'unica grande volpe nebulosa che protesse Soyo dalla pioggia di luce, assorbendola.
Dorothy schioccò la lingua con rabbia. "Che razza di Kaika sarebbe? Quelle volpi hanno davvero vita propria?"
"Il mio è Creation Kaika di nebbia. Ho creato due vere e proprie forme di vita che mi accompagnano tutto il giorno. Così-non-sono-mai-sola!" Soyo terminò la frase con parlantina rapidissima e colma di zelo, senza staccare le parole.
"Capisco, immagino che con la nebbia di cui sono fatte possano modificare la composizione molecolare di loro stesse, altri elementi, oggetti e forse addirittura persone... Devo stare attenta a non farmi colpire da loro." analizzò Dorothy, in posizione d'attacco.
Puntò le pistole dietro di lei e si fiondò a tutto spiano su Soyo. Le volpi la affiancarono subito da entrambi i lati per difendere la loro padrona.
"Bene, come immaginavo, mi seguono..." Dorothy si diede la spinta verso l'alto, per poi ridiscendere con velocità pazzesca in modo da percuotere Soyo con un calcio ascia. "Ma in aria non possono raggiungermi con facilità!"
L'altra si protesse con entrambe le braccia. "Sono superiore a te in quanto ad Armor e Hardening Kaika, sciocca befana luminescente!" urlò.
"Ah, sì? Vediamo come te la cavi ora, sottospecie di cagna malnutrita!" grugnì, acida, Dorothy, allontanandosi con una giravolta all'indietro, per poi investirla con una scarica di luce a distanza ravvicinata. "Dark Breaker: Full Shot!"
Ma le volpi si erano di nuovo gettate in avanti per assorbire il colpo. Soyo ne approfittò subito, creando un uncino nella mano destra e balzando verso Dorothy con una spinta dei muscoli delle gambe sorprendente.
"Devo difendermi." Dorothy posizionò il braccio davanti volto, concentrando tutto il suo Armor Kaika.
Ma l'uncino non squarciò la sua pelle. Bensì, penetrò direttamente dentro di essa senza lasciare alcuna cicatrice e raggiunse il tendine sotto al suo polso.
La ragazza guardò con orrore il suo legamento fuoriuscire dalla pelle in una marea di sangue. Sgranò gli occhi, come se fosse davanti a qualcosa di incomprensibile e allo stesso tempo minaccioso.
"E ora tocca alla gola, voglio proprio vedere che forma ha!" esclamò Soyo, con occhi folli che terrorizzarono Dorothy.
"Web of Light: Godsense!" La Guardian riuscì a schivare di puro istinto il taglio mortale di Soyo, spostandosi con rapidità surreale all'indietro, e in seguito le piazzò dodici calci di fila con la gamba sinistra tutti nello stesso punto dello stomaco alla velocità della luce.
Soyo schiamazzò per la sorpresa e il dolore provato tutto in una volta.
Infine, Dorothy la calciò via con una pedata laterale, mandandola a schiantarsi contro la parete dal lato opposto. I suoi capelli bianchi tinti d'oro e gli occhi fluorescenti le conferivano un'aria angelica, persino divina. Terminò l'opera con un gigantesco raggio di luce mentre Soyo si rialzava, intontita. Ma un muro oscuro la protesse all'ultimo istante, salvandola dalla morte.
"Somber..." borbottò Dorothy, mentre rimetteva in sesto il tendine con la sua abilità di guarigione.
"Mantieni la concentrazione, Soyo. Se la sottovaluti, finirai per pagarla cara." la ammonì il ragazzo dagli spalti, guardato in cagnesco da Alex che gli stava di fronte.
"Non mi serve il tuo aiuto, Ping e Pong mi avrebbero aiutata come sempre." Mise il broncio Soyo.
Somber sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
"Però è vero..." mormorò Soyo, guardando Dorothy con un'espressione indecifrabile sul volto eccitato. "Sei proprio forte! Conoscevo la tua Web of Light, ma essere malmenata in prima persona mentre la usi ha tutto un altro gusto! Oh, quanto mi piacerebbe combattere per ore e ore con te... peccato che a breve morirete tutti." affermò, delusa.
"Che vuoi dire?" disse Dorothy. Aveva un gran brutto presentimento, e non si era ancora accorta che il terreno sotto i suoi piedi stava iniziando a tremare leggermente.
"Mah, chi lo sa?" Con stupore della nemica, Soyo balzò sui gradini dove si trovava Somber e agitò le mani per attirare l'attenzione dell'altro suo alleato. "Ehi, Yuki! Basta giocare con la mia bella Karen... È ora."
"Di già?" fece lui.
Alex aggrottò le sopracciglia.
Yuki a sua volta smise di affrontare la ragazza fiammante e raggiunse gli altri due. Anziché inseguirlo, Karen sfruttò il momento per liberare Lily e Marcus dalla prigione di cera.
"Ma che stanno facendo? Perché hanno smesso di combattere?" pensò al contempo.
Soyo e Yuki si avviarono al limitare degli spalti, mentre Somber titubava con gli occhi corvini macchiati di verde fissi su quelli Dorothy, che sembravano quasi chiedergli: "che sta succedendo?"
Nonostante non fossero dalla stessa parte, l'intimità tra loro due restava intonsa e la capacità di comunicare con una sola occhiata non si era dissolta nel tempo e nello spazio che li avevano divisi.
"Somber, che aspetti? Rimarremo coinvolti anche noi..." disse Soyo, circospetta.
Il dubbio e l'incertezza erano dipinte sul volto dello spadaccino. Per una frazione di secondo incrociò lo sguardo con Alex alla sua destra, poi tornò su Dorothy.
"Sombeeer! Non tentennare come un idiota, guarda che non ti aspettiamo!" esclamò Soyo.
Il ragazzo trasse un lungo sospiro. "Dorothy, Alex..." mormorò. Soyo capì cosa stesse per fare e provò a impedirglielo, inutilmente. "Scappate!" urlò a squarciagola Somber.
In quel momento, la Guardian si rese conto del pericolo mortale che stava correndo. Sotto i suoi piedi, la terra stava ora vibrando violentemente e si avvertiva un tintinnio rapido e meccanico. Come quello di una bomba.
Dorothy strabuzzò gli occhi, ma riuscì a reagire con prontezza.
"Lightgod!" Attivò lo Stadio Finale e in un istante fu dietro Alex, lo afferrò e volò via. "Prendete Marcus!" gridò a Lily e Karen, che compresero la gravità della situazione.
Somber sentì d'un tratto una terrificante presenza omicida alle sue spalle.
"Mi chiedo da che parte tu stia davvero, Somber Blacklight." Gli occhi di Soyo erano talmente spalancati e iniettati di sangue da orripilarlo.
Ma non c'era tempo per discutere.
L'arena fu evacuata da tutti i combattenti un momento prima che saltasse in aria, il gruppo di Dorothy e Alex fuggì in volo, mentre quello di Somber saltò via dal bordo degli spalti. Per gli spettatori che erano stati imprigionati nella tomba di cera invece non ci fu niente da fare.
Mentre guardavano dall'alto le macerie della South Arena e lo strano fumo azzurro che si innalzava in direzione del cielo serale, i cinque compagni sconcertati pensarono di essere scampati a morte certa solo per puro miracolo.
"Tutte quelle persone innocenti..." sussurrò Karen, la voce spezzata.
"Questo attacco era un messaggio. La distruzione della South Arena sarà un colpo durissimo per i Guardians. Hanno raso al suolo un vero simbolo di forza e stabilità del governo nel Continente centrale." spiegò Marcus, sulle spalle di una Lily in difficoltà fisica.
"Ma perché combatterci se avevano piazzato una bomba sotto l'edificio?" chiese Alex, trasportato invece in maniera più agevole da Dorothy.
"Ho avvertito un gran flusso di Kaika un attimo prima dell'esplosione, e in esso ho riconosciuto anche la nostra aura oltre a quella di Somber, Soyo e l'altro tipo..." spiegò quest'ultima. "Credo fosse una bomba di Kaika, caricata dall'energia stessa emanata da chi si trovava nelle vicinanze. Quel fumo azzurro potrebbe esserne la conferma. Il combattimento serviva a detonarla, è possibile che quei tre avessero intuito che lo scontro amichevole tra me e Karen non avrebbe mai prodotto Kaika sufficiente, dato che ci saremmo trattenute..."
Osservò le lontanissime sagome dei tre ribelli allontanarsi dalla zona, oltre il cortile dell'arena. Soyo stava urlando contro Somber come una forsennata, ma lui aveva lo sguardo rivolto dritto verso i cinque e non l'ascoltava.
In quel momento, Dorothy realizzò una verità che in tutto quello sconcerto riuscì a trasmetterle un delicato calore nel petto.
Ovvero che, sebbene stesse coi ribelli dello Shihaiken, il ragazzo scuro con il quale in quel momento stava condividendo un'occhiata a metri di distanza era giunto sin lì per solo salvar loro la vita.
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