Capitolo 10
"Diamo dunque inizio alle battle royale del quinto e sesto gruppo!" annunciò lo speaker, mentre il pubblico esultava.
"Somber non dovrebbe avere troppi problemi a vincere. Sembra che tutti e quattro riusciremo a ottenere almeno il premio per il primo turno." esordì Alex, arrivato da poco sugli spalti insieme a Dorothy, che in precedenza era uscita ad allenarsi.
"Non è Somber che mi preoccupa, infatti." rispose Peter. "È per Marcus che ho paura. Connor è un avversario temibile e formidabile, sarà molto dura per lui."
"Marcus ce la farà, lo sento! Ci siamo promessi di arrivare entrambi almeno al primo turno e io ho grande fiducia in lui." intervenne Lily, mentre saliva gli scalini affollati per raggiungere i sedili.
"Lily..." mormorò Dorothy, preoccupata per come avrebbe preso un'eventuale eliminazione del partner. O peggio, una ferita grave.
"Sono sicuro che si farà valere, Lily. Ehi, sai una cosa? Dovresti fare il tifo per lui, così gli darai la forza per vincere." le propose Alex con tono allegro.
Il volto di Lily si illuminò "Sì! Aiuterò Marcus a passare il turno!" Poi, si protese in avanti, unì le mani intorno alla bocca come un megafono e iniziò a incitare il suo amico. "Vai Marcus! Sei tutti noi! Sbattili tutti per terra!"
Peter, Alex e Dorothy si tapparono le orecchie per quanto urlava forte. Quella ragazza pareva avesse gli ultrasuoni incorporati.
"Ma dovevi proprio dirle di fare il tifo?" si lamentò Peter.
Alex esibì una risatina isterica. "Scusate, amici..."
"Però, sembra proprio felice in questo momento." aggiunse Dorothy.
"Già..." Peter sorrise, osservando Lily in tutta la sua purezza.
Marcus nel frattempo sentiva quelle urla fin nell'arena. "Quella stupida... vuole proprio far individuare a tutti la mia posizione, eh?" sussurrò, sogghignando, mentre Lily continuava a urlare a squarciagola e a inventare cori strani in suo onore.
"Ehi, di' alla tua amica di fermarsi se non vuole metterti nei guai." Un tipo alle sue spalle lo sorprese. Era di media statura e magro, con capelli prezzolati di un biondo scuro.
Marcus assunse una posizione difensiva, d'istinto.
"Tranquillo, tranquillo, non voglio aggredirti. In realtà non mi conviene combattere se ciò servirà solo a sfinirmi, sarebbe controproducente. Ti andrebbe di fare squadra per un po'?"
"A me sta bene, francamente mi farebbe comodo. Ma se fai qualche movimento strano ti faccio fuori."
"Sei un tipo che sta sulle sue, eh? Io comunque sono Phil. Mentre dalle grida della ragazza mi sembra di capire che tu sia Marcus."
L'altro sospirò. "Tanto non posso farci niente, anche se le dicessi di smettere urlerebbe solo più forte. Dannata ragazza testarda..."
"Cos'è che stai intagliando lì?" chiese Phil, cambiando argomento d'un tratto, dopo aver notato che l'altro muoveva i suoi polsi con leggiadria da un po'.
Marcus stava armeggiando con dei pezzi di legno e un coltellino che aveva portato con sé fin dall'inizio della prova.
"Un arco e delle frecce, meglio essere furtivi." spiegò.
"Però... sei pieno di abilità nascoste."
"Succede quando lavori per la guardia forestale sulle montagne selvagge brulicanti di orsi e lupi di Northfield."
"Se svolgi un lavoro così importante, perché sei qui?" chiese Phil.
"Non lo faccio più, fui cacciato... una brutta storia." concluse Marcus. A un tratto si voltò di scatto verso Phil e scoccò una freccia, che sfiorò i capelli del compagno, andandosi a conficcare nella spalla di un uomo piuttosto corpulento alle sue spalle.
Quest'ultimo si contorse dal dolore e scappò via, imprecando.
"Mi hai salvato, probabilmente mi avrebbe messo fuori combattimento." lo ringraziò Phil.
"Consideralo un modo per stabilire un rapporto di fiducia, almeno finché non rimarremo solo noi due." ribatté Marcus, restando impassibile e concentrato.
"Ma che coppia di guerrieri affiatata, quasi mi dispiace dovervi togliere di mezzo entrambi..."
Marcus e Phil si voltarono nella direzione dov'era scappato l'uomo precedente.
Davanti ai loro occhi stavolta si ergeva la figura statuaria di Connor, i suoi capelli color muschio cascanti e gli occhi giallini, freddi come il ghiaccio. In una mano teneva la testa dell'individuo a cui Marcus aveva tirato la freccia.
"Ma sapete, purtroppo mi siete di intralcio... spero mi facciate almeno divertire un po'. Magari più di questo poveretto."
Somber era seduto su un mucchio di avversari che aveva sconfitto, un'aria estremamente seccata dipinta sul viso scavato.
"Dannazione, il Vision Kaika non serve, questi buoni a nulla non hanno un briciolo di Kaika... e io che volevo finirla in fretta. Mi toccherà andarli a cercare a uno a uno per tutta l'arena."
Un ragazzo sotto di lui si lamentò. "E sta' zitto." imprecò Somber, assestandogli un colpetto col piede. "Restando qui passerà solo più tempo inutilmente. Sarà meglio muoversi." sospirò, infine.
Mentre passeggia a per l'arena, provò a riattivare il Vision Kaika, tanto per sicurezza. E la percepì. L'aura di Connor, sovrapposta a un'altra, sconosciuta.
"Che sia Marcus?" pensò. "Sarebbe un brutto guaio se si imbattesse in quel bastardo."
Connor gli sembrava il tipo che in battaglia finiva per uccidere l'avversario anche quando non necessario, come in quella competizione. Col suo gruppo aveva fatto un'eccezione solo perché aveva visto del potenziale, perché era interessato a loro, in particolare ad Alex. Se lui e Marcus, che aveva con ogni probabilità già sviluppato il suo potenziale Kaika, si erano davvero incontrati, allora era probabile che il partner di Lily stesse combattendo per la sua vita in quel momento.
Mentre questi pensieri gli passavano per la testa, Somber era così distratto che notò solo all'ultimo momento il pugnale che stava per trafiggergli un occhio, riuscendo a schivarlo per un pelo e perdendo solo qualche ciocca corvina.
La ragazza che aveva provato a pugnalarlo era fuoriuscita da sotto delle macerie di arena lì vicino.
"Peccato, c'eri quasi." la sbeffeggiò Somber.
"È un po' presto per cantare vittoria." disse lei con un ghigno crudele.
Alle spalle di Somber sbucarono altri due avversari: un uomo e una donna, armati anch'essi di pugnali.
"Mica male! Siete bravi a mimetizzarvi con l'ambiente. Complimenti." li stuzzicò Somber.
"È la fine per te, nanerottolo. Meglio se ti arrendi." provocò l'uomo, con voce minacciosa.
"Non dovresti minacciarmi così, quando sto per rubarti l'arma."
"Ma che stai dic-" l'uomo si interruppe. Si accorse con orrore che il ragazzo si era mosso lateralmente com tale velocità che faticava a vederlo. Il coltello che fino a un secondo prima teneva stretto, fu sfilato dalla sua mano leesta nel momento in cui si avvicinò come un'ombra alla sua destra, e ora era nella mano di Somber.
Era stato troppo rapido per lui, come se possedesse dei veri e propri poteri creavano un abisso tra le loro capacità.
"Ma quando?!" esclamò.
"Ora lasciate che vi mostri quanto siano inutili quei vostri giocattoli." mormorò il ragazzo dalla chioma nera come la notte.
Fu un attimo. Somber sfrecciò prima accanto alla ragazza più vicina, il coltello nel pugno, e poi, con una traiettoria a mezzaluna, passò subito alla sua prima avversaria, passando oltre la sua sagoma di gran carriera.
"È finita." sentenziò, mentre i tagli che aveva inferto ai suoi aggressori cominciavano ad aprirsi, facendoli sanguinare e accasciare al suolo. "Non preoccupatevi, non ho colpito punti vitali. Oggi mi sento gentile."
"E il vincitore del quinto gruppo è Somber Blacklight!"
Somber guardò verso gli spalti, aspettandosi di vedere i suoi amici acclamarlo e rivolgergli cenni di assenso, ma notò solo le loro espressioni inorridite, e il viso di Lily del tutto sbiancato.
Istantaneamente, attivò il Vision Kaika, e captò un particolare inquietante: l'energia che emanava Marcus era scomparsa.
Marcus e Phil erano in posizione difensiva, mentre Connor se ne stava in piedi davanti a loro, tenendo per i capelli la testa mozzata dell'uomo che era fuggito da Marcus.
"I tipi come questo, che attaccano alle spalle in modo scorretto, non mi sono mai andati a genio, sapete? La codardia è la cosa che in assoluto odio di più."
"Mantieni la massima concentrazione, Phil." raccomandò Marcus.
"Ricevuto." rispose l'altro.
In un attimo, Connor avvolse la testa che aveva in mano con dell'energia trasparente e la gettò addosso a Phil: fu come se fosse stato colpito da una roccia, il ragazzo cadde a terra, privo di sensi, mentre la testa intatta rotolò per terra.
"Maledetto!" sbraitò Marcus. "Usare l'Hardening Kaika in quel modo..."
"Quel tipo era troppo inferiore a noi per poter combattere. Gli ho fatto un favore, non l'ho ucciso dato che ha mostrato coraggio a volermi affrontare." sussurrò con tono cantilenante Connor.
"Sta' zitto, deviato." sbraitò Marcus, avvolgendo il proprio corpo con l'Armor Kaika.
"Allora, sarai degno di una battaglia equa?" domandò Connor.
In tutta risposta, Marcus gli scoccò contro una freccia. Il mercenario la schivò e l'arma tagliente finì contro dei detriti alle sue spalle, polverizzandoli.
"Sono frecce intrise di Hardening Kaika, vedo che ci sai fare."
"Ti ho detto di stare zitto!" ruggì Marcus, lanciandogli contro altre tre frecce in una volta.
Connor ne schivò un paio e fermò con due dita, su cui concentrò l'Armor Kaika, la terza, ritirandogliela indietro.
Marcus riuscì a schivarla all'ultimo momento, rotolando a terra e preparandosi a scoccarne un'altra ancora, ma Connor fu più veloce: in un attimo fu davanti a lui e lo colpì sul mento con un calcio verso l'alto terrificante, facendolo volare in aria, per poi continuare con due pugni uniti sulla schiena. Marcus venne schiantato al suolo, urlando dal dolore.
Riuscì a rialzarsi, vacillando.
"Vedo che sei ancora in piedi. Il tuo Armor Kaika è ottimo, ti ha salvato la vita." provocò Connor.
"Non hai visto niente. Io non perderò..."
"Avanti, mostrami le tue armi migliori, sarà un piacere romperti un po'..."
Marcus si concentrò, incoccando altre tre frecce. A un tratto, queste diventarono di Magma e si irrobustirono. Il ragazzo ne scoccò due al contempo e poi un'altra un momento dopo.
Connor eluse la prima coppia di frecce, sferrando poi un calcio alla terza. Vide all'ultimo momento Marcus che si era lanciato su di lui subito dopo averle scoccate. Il suo pugno era diventato di magma e appariva molto più grande e spesso del normale.
Il mercenario si piegò all'indietro per evitare l'impatto, Marcus dal canto suo avvolse tutto il suo corpo nel magma e continuò a tempestarlo di colpi, ma l'altro riusciva a schivarli tutti con rapide giravolte e piroette. A un certo punto, dopo aver evitato un gancio fiammante, Connor concentrò tutta la sua energia nella gamba e sferrò un calcio a martello nel ginocchio dell'avversario, che si spezzò. Marcus gridò di dolore e cadde a terra, tornando normale.
Connor si sfilò la scarpa andata a fuoco per il contatto col magma, poi raccolse tre frecce scagliate in precedenza e le conficcò nel corpo di Marcus, che emise un grugnito di sofferenza e perse i sensi.
Dalla folla si levarono urla di terrore. Peter, Alex e Dorothy avevano un'espressione inorridita, nessuno sentì lo speaker annunciare la vittoria di Somber avvenuta qualche momento prima.
"Sei stato un buon avversario, ma sei distante dal mio livello." sussurrò Connor, un'espressione sadica e orripilante a decorargli il viso oblungo. Ma un'improvviso accumulo di Kaika omicida provenire dagli spalti attirò la sua attenzione.
"Cos'è questo..?" pensò, scosso da un sussulto.
La ostile alle sue spalle era schiacciante. Si voltò di scatto.
In piedi, ai margini dei gradini in pietra, c'era Lily. Il suo volto era irriconoscibile, nei suoi occhi albergava solo puro istinto furente, così come nell'aura che emanava. Il suo corpo era completamente bagnato, e così i capelli, rialzati dall'energia Kaika fuori controllo che emetteva con costanza e impeto.
"Ti ucciderò." mormorò.
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