27 - Simon
Dopo quell'insolita visita ero rimasto perplesso e parecchio turbato. L'incontro casuale con quella cacciatrice mi aveva fatto pensare a qualche piano molto ben architettato da Tneske.
Rimasi seduto su uno scoglio vicino alla spiaggia a tenermi la testa fra le mani per alcuni minuti mentre rimuginavo su quei pensieri. Il canto delle cicale rompeva il silenzio della notte, le onde si infrangevano sugli scogli con il loro fragore e la luna tonda si rispecchiava sull'acqua agitata del mare.
Da molto lontano sentii giungere i rumori della città vicina. Rombi di auto, clacson impazziti, vociare sommesso... e quei frastuoni mi sembrarono adattissimi a descrivere quello che provavo dentro di me in quel momento.
Ero in conflitto con me stesso, avevo come un presentimento strano, per tutto quello che era accaduto in quel posto nel giro di due settimane. L'urgenza di ripartire mi aveva abbandonato, ero certo che un altro incontro con Brenda mi avrebbe inchiodato in quel luogo per molto tempo, se veramente fossi riuscito a rivederla. E di questo ero più che sicuro. Brenda me l'aveva detto chiaramente: "Ci rivedremo..."
Quando mi soffermai col pensiero alle sue parole seguenti mi chiesi a cosa potesse esserci in fondo alla spiaggia da regalarmi.
A detta di Brenda se avessi proseguito dritto costeggiando il mare avrei trovato qualcosa che avesse fatto al caso mio.
Poteva essere una trappola ben preparata? Potevo fidarmi? Del resto era un demone come me, nessuno poteva assicurarmi che non fosse un metodo per eliminarmi.
Mi risolsi che era meglio restare per dov'ero e provai nuovamente a distendermi sulla spiaggia per prendere sonno. Tuttavia non ci riuscii, e presto capii il motivo. Trasformato in Kelsea non avevo bisogno di dormire e non dormire equivaleva a restare lucido e perseguitato dai pensieri.
Impaziente sbuffai e mi sollevai a sedere sulla sabbia.
Un pensiero fisso e una curiosità morbosa mi spingeva ad avventurarmi verso il rischio.
Non rimasi a pensarci oltre o sarei diventato pazzo. Saltai in piedi e decisi di sorvolare la zona piuttosto che percorrere il tragitto a piedi. Mi avrebbe risparmiato fatica e mi avrebbe dato qualche possibilità in più di fuggire da un eventuale pericolo.
Percorsi il litorale fino al suo termine. A segnarne la fine trovai una roccia a picco sul mare. Era imponente e bucherellata un po' ovunque.
Sempre volando mi esposi sulle onde e la perlustrai chiedendomi cosa volesse dire quella cacciatrice quando mi aveva parlato in quel modo. Mentalmente non esclusi la possibilità che si fosse voluta prendere gioco di me, ma proprio mentre ci pensavo una luce proveniente dalla roccia attirò la mia attenzione.
Accorciai la distanza per scrutare all'interno della piccola grotta naturale, e trovai al suo interno solo un allegro fuocherello scoppiettante. Sembrava prossimo a spegnersi, come se in quel luogo ci fosse stato qualcuno fino a poco tempo prima, ma l'antro della grotta era deserto.
Circospetto mi feci avanti e ne varcai l'ingresso. Mi guardai intorno sospettoso ma quello che vidi furono solo spoglie pareti di roccia e al centro della grande stanza naturale il fuoco morente.
I miei occhi caddero su un foglietto abbandonato sul pavimento roccioso. Era un piccolo biglietto rosa e annusandolo percepii l'odore di che l'aveva lasciato: Brenda.
Lessi le poche parole vergate con un sorrisino divertito sulle labbra che mi venne spontaneo.
È piccolo ma accogliente, te lo cedo per un po' così magari potresti diventare più che un estraneo e mamma non avrebbe da lamentarsi...
Brenda.
Sogghignai divertito da quell'umorismo diabolicamente accurato nella sua espressione e gettai il bigliettino tra le fiamme. Vidi il fuoco avvolgerlo lentamente e ridurlo in cenere, il suo profumo si estinse accompagnato da una forte fragranza di bruciato e il fuoco riprese un briciolo di vigore. Fatto ciò mi sdraiai sul pavimento senza chiudere gli occhi e rimasi ad attendere l'alba senza smettere un attimo di essere vigile. I miei muscoli erano in tensione e ad un singolo movimento sarei stato pronto a scattare. Sebbene non avesse mostrato segni di ostilità, non ero ancora pronto a fidarmi di Brenda.
L'indomani mattina mi sollevai dal mio giaciglio quando udii lo stridio di un gabbiano all'ingresso della grotta. Era ancora molto presto, l'aria era fresca, e a dirla tutta sarebbe stata parecchio pungente se mi fossi trasformato in essere umano.
Studiai bene la geografia della grotta e mi accorsi che l'unico modo per arrivarci era usare le ali, cosa che di mattina avrebbe potuto crearmi qualche problema se non mi fossi precipitato giù prima dell'arrivo dei bagnanti più mattinieri.
Scesi dalla rupe con due colpi d'ali e non appena poggiai i piedi al suolo ero già tornato l'umano di sempre.
Simon versione terreno era più informa che mai. Contrassi pigramente i miei muscoli come se mi fossi appena svegliato da una lunga dormita e percorsi tutta la spiaggia a piedi fino a raggiungere il mio posto di vedetta.
Pian piano i bagnanti cominciarono ad affollare la spiaggia. Il sole si fece più alto e cocente e l'alta marea lasciò il posto ad un mare più calmo e meno profondo.
Mi preparai con filosofia ad affrontare un'altra noiosa routine giornaliera nella speranza di incontrare qualche bella terrena che mi avesse fatto distrarre un po'.
L'occasione non mancò. E devo dire che mi sorprese anche.
Me ne stavo seduto alla mia postazione di vigilanza quando tra alcune ragazze chioccianti appena giunte in spiaggia il mio sguardo fu attratto da due occhi neri e inquietanti. Riconobbi quel sorriso sicuro all'istante. Era lei... Brenda.
Portava un bikini blu elettrico e un pareo in pandance col resto. I capelli lunghi, mossi e scuri spuntavano da sotto un grande cappello di paglia abbellito da un fiocco blu.
Era meravigliosa. La pelle soda e liscia appariva leggermente arrossata dal sole, il seno era prosperoso e alla caviglia portava una piccola catenina argentata. Sulla sua spalla risaltava il tatuaggio di una farfalla.
Non appena mi notò Brenda mi rivolse un singolare sorrisino compiaciuto. Ricambiai deciso nascondendo la mia sorpresa, del resto c'era da aspettarselo da una come lei che fosse tornata a farsi viva. Mi aveva chiaramente annunciato che ci saremmo rivisti!
Mi chiesi chi fossero le altre ragazze in sua compagnia. Potevano essere delle ignare terrene? Perché no? Infondo la scorsa sera era venuta a trovarmi da sola e non aveva accennato alla presenza di nessun altro demone in quel territorio che non fosse lei.
Rimasi a guardarla sfacciatamente con un ghigno divertito sulle labbra. Brenda sussurrò qualcosa all'orecchio di un'altra ragazza bionda che si voltò verso di me sollevando una mano in segno di saluto.
Ammiccai intrigato da quel gioco di finzioni. Avrei dovuto esserci avvezzo eppure prendere in giro le ragazze umane era sempre qualcosa di così eccitante...
"Ehi, ragazzo!", mi chiamò Brenda con voce decisa facendo segno di avvicinarmi.
Rimasi a scrutarla dall'alto, chiedendomi dove volesse arrivare con quel gesto. Non le ubbidii e aspettai piuttosto che fosse lei a raggiungermi.
"Hai paura che ti morda?", mi disse lei sottovoce con un sorriso di sfida quando fummo abbastanza vicini.
Ricambiai il sorriso con un altro più arrogante del suo. "Chi lo sa...?", le risposi.
La vidi perplessa nell'udire le mie parole. Non le diedi il tempo di ribattere alla mia affermazione enigmatica e continuai a parlare. "Mi sa che dovrei ringraziarti per il regalo...".
Lei spalancò le labbra in una favolosa risata. "Che demone sei se mi ringrazi!?", continuò divertita sotto voce.
A quelle parole sentii un peso allo stomaco. Aveva ragione. Da quando in qua ringraziavo qualcuno?
"Era un modo gentile per invitarti a venirmi a trovare di tanto in tanto...", mi ripresi col mio tono più accattivante.
Lei mi penetrò col suo sguardo e per un attimo mi domandai se avessi fatto la cosa giusta nel presentargli quell'invito spropositato. Avrei potuto facilitargli il compito se veramente fosse stata incaricata di farmi fuori, e di questo ero consapevole.
I suoi occhi ferini si spalancarono e la sua voce melodiosa non esitò a rispondere. "Volentieri straniero... quando vorrai!".
Gettai lo sguardo dietro di lei e notai che tutte le altre ragazze stavano accalcate l'una sopra l'altra a guadare esilarate la scena. Ero certo che non avrebbero potuto udire le nostre parole. Erano troppo distanti.
"Hai le amichette terrene?", la apostrofai deliziato.
"Già, mi piace relazionarmi con loro. Di tanto in tanto do loro qualche dritta per fare centro con gli uomini. I maschi umani sono talmente sciocchi e prevedibili!".
Allargai il sorriso e lo trasformai in un ghigno perfido.
"Immagino che vorrai condividere la gioia di stare in compagnia delle tue amiche anche con me!", aggiunsi. "Magari ci troveranno più gusto a conquistarmi, dato che non sono umano".
Brenda dovette capire a cosa mi riferivo perché alzò le sopracciglia dubbiosa. "Sai straniero, in questo posto non ci si può lasciare andare troppo ai propri istinti. La mamma non ti ha insegnato niente?".
"La mamma no...", continuai più spinto, "ma tu potresti...".
Ormai la parte conscia di me che mi spingeva a starle lontano si era azzerata del tutto. Il desiderio di poggiare le mie mani su quei fianchi, di mordere la sua pelle perfetta coi miei denti, era cresciuto in maniera indescrivibile. Ero più che certo che in tutto ciò c'entrasse la sua natura di cacciatrice, i suoi poteri. Era una preda desiderabile, e sentii i miei sensi svilupparsi al massimo alla sua vicinanza.
"Che c'è straniero? Non stai più nella pelle dalla voglia di cominciare?". Mi disse prendendosi gioco di me.
"Ti sbagli...", le dissi sottile, "è già cominciata dolcezza!". E detto questo la tirai addosso a me e la baciai sotto gli occhi sbigottiti delle altre spettatrici.
Nemmeno mi ero reso conto che a pochi passi da me a osservare la scena ci stava Sally, la ragazza terrena con cui avevo trascorso la serata precedente. Mi parve fosse parecchio furiosa, e mi augurai per lei che non mettesse i bastoni fra le ruote a Brenda. La sola aggressività della sua risposta al mio bacio, mi aveva dato la certezza di quanto quella cacciatrice potesse essere pericolosa con me. Figurarsi con un'umana!
Fascino del pericolo, fascino del proibito, come lo chiamava Logan... che importava? L'essenziale era provare sempre nuove emozioni, lasciarsi andare a nuove sensazioni estreme. Di Sally in quel momento non mi importava più di tanto.
Oltrepassare i limiti del lecito, mi accorsi in quel momento, era qualcosa che da qualche mese a quella parte era diventata una mia caratteristica. O forse, meglio dire, una mia ossessione inconsapevole.
Con l'arrivo di Brenda, Aurora era veramente passata in secondo piano.
Forse era solo il frutto della potenza ipnotizzante della cacciatrice. Fatto sta che in Brenda vedevo una deliziosa provocazione nella quale tuffarmi ad occhi chiusi. Un'esperienza nuova dalla quale trarre ancora emozioni... ancora divertimento e piacere.
Quello che avevo trascorso con Aurora ormai per me non era che solo un'esperienza estrema ed eccitante. Pericolosa ma allo stesso tempo irripetibile. Non era da tutti baciare un Alessi e uscirne vittorioso. Aurora per me non era più nulla. E io, io mi sentivo più forte. Mi sentivo qualcuno come nessun altro, poiché nessun altro, nemmeno Tneske, aveva avuto un'esperienza pari alla mia.
Mi abbandonai a quel bacio inconsapevole che nel pensare questo di Aurora, mi stavo sbagliando di grosso.
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