GOCCE DI MEMORIA*
* Attenzione* In questo capitolo e nel prossimo, saranno trattate delle tematiche delicate, che potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno, anche se vi assicuro, che mi asterrò dall'inserire descrizioni esplicite, lasciando solo sottintendere i fatti narrati.
"Prima di iniziare la lettura volevo anche informarvi, che questi due capitoli non porteranno avanti la storia, ma saranno ambientati nel passato. Ci tenevo molto ad approfondire il personaggio di Meredy, ora che avete scoperto che il maniaco è lei. Mi piace molto seguire uno dei pensieri del grande maestro del fantasy J.R.R.M. Secondo il quale non esistono buoni o cattivi, tutti nascono grigi, ma poi sono gli avvenimenti della vita o le scelte giuste o sbagliate, che portano l'individuo a virare verso il bianco o verso il nero"
Città di Oak-Town cinque anni prima dei fatti narrati nella storia.
- Ancora auguri amore mio!!! - Cinguettò Ultear Milkovic, lasciando uno stampo, rosso fuoco delle sue labbra, sulla guancia ben rasata del suo neo marito, per poi afferrare, con le affusolate dita dalle unghie perfettamente laccate, uno dei flùte di champagne dal vassoio d'argento, per poi scolarselo tutto d'un fiato. La donna, non si curava più di nascondere, che da tempo ormai, liquori e vini erano diventati la sua passione... - La torta però non la mangio, lo sai che sono a dieta – Si scusò maliziosamente, tastandosi il ventre, pressoché piatto - Non ti dispiace vero, se ti lascio?... Ho un appuntamento urgente dall'estetista e stasera sarò al club, ti farà compagnia Meredy per il dolce! - Tutto quello che vuoi tesoro mio! - Acconsentì accondiscendente, il padrone di casa, rivolgendo a sua moglie un lieve sorriso di circostanza.
Quando la donna lasciò la sala da pranzo, il silenzio calò nell'imponente ambiente, rotto solo delle stoviglie, che venivano tolte dalla cameriera mentre sparecchiava.
L'attenzione dell'uomo adesso, era completamente concentrata sulla figura silenziosa della giovane ragazza, seduta, dall'altro lato del grande tavolo riccamente imbandito, in occasione del suo sessantesimo compleanno.
- Allora signorina? - La interrogò - Non mi hai ancora detto se ti piace vivere qui ad Oak-Town? - S-si signore!... è tutto molto bello – Rispose timida la giovane stringendosi nelle spalle – Mi piacerebbe sapere cosa hai deciso riguardo la scuola - Continuò incalzante - Personalmente, ti consiglierei un tutor, che ti segua qui da casa, la tua istruzione risulterebbe senza dubbio molto più completa, specialmente evitando l'ambiente dispersivo e a tratti poco professionale, che offrono le strutture statali! - Mi scusi signor Purehito – Rispose la ragazza, in un impeto di ritrovato coraggio - Ma se non si offende, preferirei frequentare la scuola pubblica! - D'accordo come preferisci – Sorrise benevolo al rossore apparso sulle gote della fanciulla - Devi farmi un grosso favore però... sono quattro mesi ormai, che io e tua madre siamo sposati, sarebbe ora che tu iniziassi a darmi del tu... e a chiamarmi padre, o se preferisci papà... non credi ? - S-si padre! - Oooh vedi!... così va molto meglio! -
Dopo la morte prematura del primo marito, la bella e avvenente Ultear aveva fatto il colpo grosso, attirando su di se, le attenzioni del ricco industriale Purehito Gaebolg, di molti anni più vecchio di lei.
La donna, troppo presa dai suoi eccessi, consentiteli dal più che cospicuo conto in banca del nuovo marito e afflitta da una perenne depressione, non faceva che spendere soldi, alternando le sue giornate, tra psicologi, estetisti, chirurghi plastici e palestre... per non parlare dello shopping sfrenato a cui si dedicava un giorno si e uno no, i ristoranti esclusivi i club e tutto il resto, finendo così per trascurare la sua unica figlia, l'adolescente Meredy...
- Ora perchè non ti avvicini?... Non hai ancora fatto al tuo papà, gli auguri di buon compleanno! - La rimproverò, falsamente offeso l'uomo - Perdonami padre! - Arrossì ancora di più la ragazza, scusandosi per l'ennesima volta.
A Meredy quell'uomo che sua Madre si era sposato, non piaceva per niente, la osservava sempre in modo strano, mettendola in soggezione, pensò la ragazza mentre si avvicinava a lui.
Purehito intanto, si lasciò sfuggire un sorriso divertito, mentre osservava il disagio della sua figliastra, pensando a quanto fosse deliziosamente incantevole - Non devi aver paura di me... siamo una famiglia adesso... ed è mio dovere prendermi cura di tua madre e di te... ma dimmi Meredy... sono un uomo molto influente, c'è niente che desideri che io faccia per te? - Non sono io a dover chiedere qualcosa, oggi è il vostro compleanno padre e io non vi ho fatto alcun regalo! - Disse ingenuamente - Oh! non importa mia cara... un tuo bacio sarà più che sufficiente! - La giovane si avvicinò esitante lasciando sulla guancia dell'uomo un rapido tocco di labbra, che lo fece di nuovo sorridere.
- Sai Meredy... in verità il regalo, me lo sono fatto da solo... un meraviglioso regalo, seguimi, te lo mostro! - Senza darle il tempo di rispondere, Puerito si alzò e prendendola per mano, la condusse nel suo studio.
Meredy si sentiva nervosa e avrebbe voluto andar via, mentre osservava quell'uomo fare il giro della scrivania, dove aprì un cassetto per prelevare qualcosa. Quella fu la prima volta, in cui la ragazza, vide DEMON.
- Guardala... avvicinati!... non è stupenda??? - Le chiese l'uomo - Si padre è molto bella! - Tieni prendila... ti mostro come si impugna, così guarda, metti la mano qui... - Purehito si posizionò dietro di lei e abbracciandola, mise le sue mani su quelle della figliastra, per mostrarle come tenerla correttamente.
Meredy, bloccata dalla paura non potè fare altro che obbedire, era la prima volta in vita sua che toccava un'arma... e quella pistola specialmente, non le piaceva per niente anzi, la trovava orribile, ma questo ovviamente lo tenne per se.
- Dimmi tesoro ti piacerebbe imparare ad usarla? - Gli sussurrò all'orecchio sfiorandole il collo con il suo fiato caldo - I-io non so... se! - Esitò turbata Meredy - Non preoccuparti ti insegnerò io... ma tu non dovrai mai dire niente a nessuno, nemmeno a tua madre... sarà il nostro piccolo segreto – Sorrise di nuovo alla ragazza.
Meredy sapeva che il suo patrigno era il proprietario di una catena di fabbriche, di armi e affini... ma quello che non immaginava, era che Purehito Gaebolg aveva una vera e propria fissa, per tutto quello che riguardava il settore bellico e che addirittura all'interno del perimetro della villa, aveva fatto costruire nei sotterranei, un piccolo pentagono di tiro e un'armeria personale, di cui solo lui conosceva l'esistenza, dove andava a divertirsi con le nuove armi che lui stesso fabbricava.
Vi si accedeva tramite il suo studio, grazie ad una grossa porta metallica, nascosta da uno dei pannelli della libreria e che si apriva con un codice, ma tutto questo Meredy l'aveva ipotizzato con il passare del tempo, così come imparò che quello, era il luogo preferito dove il "mostro" poteva soddisfare indisturbato tutte le sue inclinazioni, perché fu proprio li che Purehito iniziò a condurre la giovane figliastra, sempre più spesso. Le bendava gli occhi con una fascia nera e la conduceva giù, lungo una stretta scala metallica, che lei in seguito soprannominò la discesa per gl'inferi.
Per Meredy, quello, fu il giorno che segnò l'inizio della sua lunga caduta, nel più profondo baratro, della più nera disperazione.
SCUOLA SUPERIORE DI PHANTOM-LORD : quarto anno primi giorni di scuola...
- Psss Juvia?... Hey cervello annacquato! - Gajeel Redfox, ripetente di un anno, ma non certo per scelta personale, allungò un foglio, dove aveva abbozzato il testo di una canzone, verso la sua amica d'infanzia e vicina di casa Juvia Loxar.
La ragazza gli diede una rapida occhiata, stando ben attenta a non farsi beccare dal professore, che intanto stava illustrando le formule di chimica alla lavagna - Forte piccolo Gajeel!!! - Esultò trattenendosi dal fare troppo rumore - Juvia la imparerà oggi stesso... magari potremmo incontrarci nel pomeriggio per provarla insieme? - Facciamo domani a casa mia – Rispose sempre sottovoce, il ragazzo pieno di piercing, per poi rivolgere la sua attenzione agli altri due compagni, non che membri della sua band, seduti al banco di fronte - Hey stronzi!... avete sentito? - Qui puzzola bianca e nera ricevuto forte e chiaro! - Rispose un po troppo forte, uno dei due, precisamente quello con i capelli meshati bianco e neri - Toto la pianti di fumarti l'erba di casa tua e di sparare cazzate... cristo è una cosa seria! - Lo riprese Gajeel, mostrandogli il pugno con fare minaccioso – Vi decidete a stare zitti! - Intervenne l'altro ragazzo, il cui nome era Aria – Volete proprio che quel cazzone ci sbatta fuori? - Ma che subito dopo, starnutì rumorosamente attirando l'attenzione del prof in questione.
- REDFOX!... LOCKSAR! - Tuonò quest'ultimo, facendoli sobbalzare sulle sedie - Se avete tanta voglia di chiacchierare, perché non illuminate i vostri compagni sui vari elementi che formano il composto qui illustrato?... Anzi – Sorrise maligno indicando con la mano, una serie di scarabocchi incomprensibili, sulla lavagna - Sono sicuro che alla nuova arrivata farà sicuramente comodo un po' di ripasso, non è vero signorina Milcovick... - Si rivolse ai primi banchi - Anzi facciamo una cosa, prenda le sue cose e vada a sedersi di fianco alla signorina Locksar... Redfox invece si trasferirà al primo banco vicino a Mchgarden, in modo che, io possa così seguire, tutti i suoi progressi! - Merda lo sapevo! - Gajeel raccattò la sua roba borbottando parolacce poco carine rivolte ad Aria e si diresse seccato verso l'inizio della classe, prendendo posto affianco ad una ragazzina minuta con i capelli azzurri, tenuti fermi da una bandana arancione, seguito dallo sghignazzare di un paio di compagni di classe, che si zittirono nell'istante stesso in cui il ragazzone bruno lanciò loro un minaccioso sguardo di avvertimento.
- Fatti in la gamberetto! - Sputò annoiato, sbattendo il suo zaino per terra - Tanto a te basta anche un quarto di banco GHI! GHI! GHI! - Sghignazzò divertito - Fottiti stronzo buzzurro! - Rispose lei a bassa voce, guadagnandosi uno sguardo di approvazione da quest'ultimo - Sai Mchgarden... a pensarci bene, non mi dispiace poi tanto aver cambiato posto... ci divertiremo un sacco io e te insieme! - Proclamò Gajell facendo schioccare la lingua e strizzandole un occhio.
La piccoletta per niente impaurita dalla stazza del ragazzo, fece una smorfia schifata, per poi mostrargli il dito medio da sotto il banco, scatenando l'ilarità e insieme l'ammirazione del moro - Fin dal primo giorno che ti ho vista, ho sospettato che avessi più palle tu, che la maggior parte dei coglioni che affollano quest'aula! - Le disse, prima che il docente intervenisse di nuovo - REDFOX CHIUDI LA BOCCA!!! - Agli ordini proff!!! - Rispose ridacchiando, prima di distogliere gli occhi dalla ragazza, per portarli sulla lavagna, senza guardarla realmente e dicendosi mentalmente per la prima volta, che infondo ripetere quell'anno, si sarebbe dimostrato molto meno spiacevole del previsto.
Juvia Locksar osservò di sottecchi quella silenziosa ragazza, ora seduta di fianco a lei, la scuola era iniziata già da due settimane durante la quale la nuova arrivata aveva a stento rivolto la parola ai nuovi compagni di classe, tutti avevano iniziato a dire che fosse strana, ma infondo lo avevano detto anche di lei, quando, per la prima volta avevano ascoltato il suo modo di parlare e lei sapeva per esperienza che la cosa migliore da fare, era farsi degli amici che ti accettassero per come eri.
- Ciao... ti chiami Meredy vero? - Tentò un primo approccio - Juvia è contenta di fare la tua conoscenza! - Disse poi allungando la mano verso di lei.
La rosata dopo aver gettato uno sguardo di sfuggita alla mano in attesa, la strinse frettolosamente, per poi richiudersi in un muto silenzio fino al termine delle lezioni.
Garage di casa Redfox
- Bene, direi che per oggi può bastare! - Affermò Totomaru portandosi la bottiglia di birra alle labbra - Sabato prossimo è il compleanno di Sting Eucliffe, ci ha chiesto di andare a suonare alla sua festa! - Ma sabato prossimo non dovevamo esibirci al Jupiter? - Domandò Aria - Ma che... quegli idioti ci hanno bidonato, per fare posto a una band di froci che suonano Blues... stronzi!!! - Ringhiò nervosamente Gajeel - Hoy Juvia ... allora che ci dici di quella nuova... non la trovi un po strana?- Aria si riferisce a Meredy? - Aria sta parlando di Pink-hair! - Si intromise nuovamente il ragazzone pieno di piercing, facendo una smorfia disgustata - Secondo me si dà solo un sacco di arie, hai visto con che macchina la accompagnano e la riprendono a scuola... quella stronzetta depressa, con la puzza sotto al naso, si fa scorrazzare dall'autista personale di papino, solo per il gusto di sbattere in faccia a noi poveri mortali tutti i soldi che ha! - PIANTATELA!!! - Intervenne irata la voce femminile del gruppo - Juvia pensa che sia solo timida, è arrivata da poco, è logico che ancora non si sia inserita! - Sarà... ma a me sta già sui coglioni! - Oh ragazzi! A proposito di Pink... - Li informò Totomaru - Juvia ha detto di smetterla! - Lo riprese nuovamente la ragazza, fulminandolo con lo sguardo – OK! A proposito di Meredy, oggi sono andato a pagare la retta mensile della palestra e lei era là, dovevate vederla come si impegnava con i pesi, sbuffava come un mantice e sembrava anche parecchio incazzata... secondo me la incontreremo spesso! - Infatti due giorni dopo...
POV' JUVIA
Come previsto da Totomaru, quando il giovedì pomeriggio, ci recammo in palestra, la trovammo li, che si esercitava con il sacco, lo stava riempendo di calci e pugni, con una tale foga da rischiare di schiodarlo dal soffitto, manco c'avesse una questione personale in sospeso con il povero attrezzo.
- Ma tu guarda quella psicopatica... ma che problemi ha? - Disse Gajeel grattandosi esterrefatto la testa.
Quando dopo dieci minuti buoni, smise di infierire sul povero oggetto, decisi di farmi avanti e battendole le mani mi avvicinai a lei - Meredy è davvero brava, Juvia non riuscirebbe a farlo nemmeno con una mazza da baseball! - La strana ragazza mi guardò ansimando, poi afferrando un asciugamano si pulì la faccia dal sudore e si diresse verso i bilancieri ignorandomi totalmente.
- La vuoi piantare non vedi che non ti calcola proprio, certo che quando ti fissi con qualcosa sei più cocciuta di un mulo... lasciala perdere, quella è più svitata di un bullone! - Mi sgridò il mio amico - Vedrai piccolo Gajeel... Juvia riuscirà a diventare sua amica! - Mi ripromisi – Ahh!!! Va al diavolo! – Mi liquidò, dirigendosi anche lui verso le panche con i pesi.
A scuola ...
- Allora ragazzi, per la lezione di oggi vi dividerete in gruppi – Ci stava informando la prof. di scienze - Avrete la possibilità di lavorare in coppia o in tre, fino a un massimo di quattro persone, la ricerca più accurata verrà esposta nella bacheca principale e vi garantirà un voto in più nel giudizio finale... cominciate forza, avete due ore a partire da questo momento, io torno subito! - Guardò l'orologio, prima di lasciare la classe.
Come facile da immaginare, nessuno si offrì di fare coppia con Meredy, così lasciai i miei amici e mi offrii volontaria. Per un po' lavorammo in silenzio, poi durante la pausa tirai fuori dal mio zaino dei biscotti che quella mattina aveva fatto mia madre e glieli offrii - Meredy deve assolutamente provarli, nessuno può resistere ai biscotti fatti dalla mamma di Juvia ! - Sorrisi porgendogliene uno.
Meredy mi guardò un po' indecisa, poi finalmente lo afferrò e se lo portò alle labbra masticandolo lentamente, per un po' rimasi li, ferma, guardandola speranzosa,- Hai ragione... sono buonissimi... grazie! - Disse mentre sul suo viso, appariva finalmente l'ombra di un sorriso.
E' fatta!!! Esultai internamente, poi, per non risultare troppo insistente, gliene allungai altri due e ritornai a lavorare.
Da quel momento in poi, ogni giorno facevamo dei progressi, una battutina, un saluto e a volte qualche sporadica conversazione, dove si parlava di tutto e di niente... insomma qualcosa iniziava a muoversi.
Quella mattina entrai in classe euforica, avevo deciso di invitare Meredy a casa mia per fare i compiti assieme, tutta eccitata, presi posto vicino a lei, tirai fuori i libri e per richiamare la sua attenzione le appoggiai una mano sul braccio, ma lei sobbalzò facendo una smorfia di dolore - Scusa Meredy, Juvia no voleva farti male... lei voleva chiederti se ti and...
- VUOI LASCIARMI IN PACE UNA VOLTA PER TUTTE!!! - Urlò scattando in piedi all'improvviso, con la faccia distorta dalla rabbia.
Il silenzio scese nell'aula, tutti, professore compreso, si girarono a guardarci, poi Meredy iniziò ad afferrare con furia la sua roba e ad infilarla a casaccio nello zaino, dopo di che, lasciò la classe inseguita dal nostro insegnante, che le urlava dietro di fermarsi, se non voleva essere sospesa dalle lezioni - Te l'avevo detto che è fuori come un balcone! - Si avvicinò a me Gajell, portandosi un dito alla tempia – Quella secondo me ha dei grossi problemi, fregatene! - Mi pattò la spalla, mentre io mi lasciavo ricadere seduta al mio posto con un sospiro triste.
Dopo quell'episodio, Merdy non venne più a scuola, era passata una settimana ormai, così quel pomeriggio, mi decisi a fare le fotocopie dei compiti e ad andare da lei.
Entrai a casa di Gajeel salutando sua madre con un frettoloso bacio sulla guancia e suo padre con un sorriso e andai spedita al piano di sopra, da dove proveniva il suono di una chitarra elettrica - JUVIA VA DAL PICCOLO GAJEEL ! - Informai i coniugi Redfox salendo svelta le scale - Oh fa pure tesoro è in camera sua, tanto la strada la conosci! - Sorrise la madre del moro, tornando ad accomodarsi sul divano.
Spalancai la porta della stanza senza bussare, tanto non lo facevo mai e staccai la presa della cassa, dalla corrente - OH ma che cazzo fai???- Gajeel mi lanciò uno sguardo in tralice, se ne stava placidamente stravaccato sul suo lettino, ormai diventato troppo piccolo per contenere la sua mole, con indosso una canottiera e un paio di boxer neri, non che fosse un problema... lui per me era sempre stato come un fratello - Ma ti sembra il modo di entrare nella stanza di uomo idiota!!! – Sibilò incazzato - Metti che stavo scopando con qualcuna... che facevi ??? - Oh niente... Juvia si sarebbe scusata e avrebbe aspettato fuori fin quando non finivate! - Dissi con finto candore – AHHH! Tu sei tutta scema lo sai! - Per niente toccata dalle sue parole, mi avvicinai a lui con le mani sui fianchi.
- Ora, dato che il piccolo Gajeel non stà ne scopando e ne facendo un bel niente di niente, lui alzerà le sue grosse chiappe da quel letto e accompagnerà Juvia a casa di Meredy ! - CHE COSA??? Ma che hai battuto la testa brutta idiota, io non ti porto da nessuna parte! - Detto ciò, si alzò e andò a riattaccare la spina tornando a strimpellare note e facendo finta che non esistessi. E io cocciuta, la staccai di nuovo.
- Se il piccolo Gajeel non accompagna Juvia... lei informerà i suoi genitori, che si è venduto la catenina del battesimo, per comprarsi un nuovo amplificatore! - Lo minacciai – Tu!... Brutta stronza infame, lo sapevo che non dovevo dirti niente, ma è inutile, il grande Gajeel Redfox non si piegherà alle minacce di una giuda traditrice come te! - D'accordo allora! - Inarcando un sopracciglio, andai verso la porta e spalancai la bocca, pronta a richiamare i signori Redfox...
Mezz'ora dopo ero praticamente arrampicata dietro la schiena muscolosa di Gajeel, che con la sua stazza occupava quasi totalmente il sellino del suo vecchio scooter 125, che a stento riusciva a reggerne il peso. Eravamo in salita e il povero motociclo ragliava come un asino in procinto di tirare le cuoia da un momento all'altro, rischiando più volte di farmi finire spalmata su quella maledetta strada sterrata piena di buche, che portava sulla collina, dove il moro aveva ipotizzato che si trovasse la casa di Meredy.
Il sentiero tortuoso si interruppe bruscamente, di fronte a un grosso cancello di ferro battuto, da dove in lontananza si vedeva un'enorme antico villone a tre piani - PORCA PUTTANA IMPESTATA! - Hai capito Pink-hair!!! - Dopo aver lanciato al mio amico, un sguardo ammonitore, mi avvicinai al citofono e schiacciai il bottone. Passarono alcuni secondi e dopo un po' rispose una voce gracchiante e fastidiosamente pomposa.
- Siii!... Desiderano? Questa è la residenza del signor Purehito Gaebolg! - E-ecco! - Balbettai - Loro sono... i signori Redfox e Locksar, amici di Meredy! - Ma chi la conosce quella!!! - Sbottò intanto Gajeel - Sta zitto!!! - Sibilai acida - Hem mi scusi... è ancora li... Juvia le ha portato i compiti! - Solo un minuto prego! - Ci informò la voce metallica in tono secco.
Dopo dieci minuti buoni, in cui Gajeel continuava a sbuffare come un mantice, minacciando di lasciarmi a piedi... arrivò un vecchio, a bordo di una macchina elettrica, tipo quelle che si usano sui campi da Golf, vestito come un pinguino del polo-nord - Miei coglioni!!! - Esclamò Gajeel sghignazzando, prima che io lo freddassi con uno sguardo.
- Mi scuso con i signori per l'attesa – Si presentò a noi, squadrandoci con sufficienza - Ma purtroppo la signorina Meredy è impegnata... se volete potete consegnare tutto a me! - Non sapendo che altro fare, gli porsi i fogli con i compiti, Il vecchio, semplicemente li afferrò e se ne andò senza dirci niente.
- TSK !!! Contenta adesso! - Vuol dire che Juvia tornerà domani!!! - Affermai testarda – Ecco!... Hai detto bene, Juvia tornerà domani... scordati che ti riporto qui!!! - Piccolooo-Gajeeelll!!!... La cateninaaa... ricordi??? - Un giorno o l'altro ti strangolerò e getterò il tuo cadavere nel fiume stronza!!! - Sbuffò facendo fremere le narici, mentre io risalivo dietro di lui.
Per altri tre giorni continuai a portarle i compiti, e puntualmente il pinguino veniva a ritirarli. Il terzo pomeriggio, mentre stavamo rientrando in paese, circa a metà discesa, lo scooter di Gajeel esalò definitivamente il suo ultimo respiro, lasciandoci definitivamente a piedi - Soddisfatta adesso, brutta idiota!!! - Piccolo Gajeel! Juvia è così dispiaciuta, lei te lo ripagherà promesso! - Scordatelo... almeno adesso non dovrò più sottostare ai tuoi ricatti, hai finito di rompere i coglioni... finalmente sono liberooo GHI! GHI! GHI! - Sghignazzò felice come una pasqua.
Non mi sarei arresa... mai ! - Il giorno dopo presi la bicicletta di mia madre e mi avviai lungo il sentiero, a metà salita però, dovetti scendere e proseguire a piedi, appena arrivata davanti al cancello suonai... poco dopo arrivò mister pinguino imbalsamato e come sempre aprì il cancello per venire a prelevare i fogli, questa volta però prendendolo di sorpresa, mi infilai all'interno della proprietà senza permesso, decisa una volta per tutte a stanare Meredy.
- Aspetti signorina che fa!... non può entrare, non è attesa! - Si affannava il vecchiaccio correndomi dietro - Juvia se ne infischia delle vostre stupide regole, lei è venuta per vedere Meredy e lo farà! - Si fermi immediatamente... questa è violazione di domicilio! - Dopo aver mostrato il medio allo stoccafisso, mi avviai impettita a passo di marcia lungo il viale alberato.
Intanto il cameriere rompipalle, dopo un po, mi raggiunse a bordo della sua carretta giocattolo, che viaggiava a tre all'ora, continuando a intimarmi di tornare indietro...
Ma io cocciuta gli cacciai la lingua continuando imperterrita ad avanzare - Signorina mi dia retta, non vada oltre è pericoloso ci sono i ca... - Ignorandolo completamente iniziai a correre, ed ero quasi arrivata davanti all'entrata della villa, quando sentii un abbaiare furioso e vidi due grossi dobermann correre verso di me, con le lingue fuori e gli occhi assassini - Oh cavolo... Juvia è nei guai!!! - Feci appena in tempo ad arrampicarmi su una delle statue che ornavano il cortiletto, prima che quelle due fiere incazzate mi sbranassero una gamba.
Iniziai subito a chiamare aiuto, mentre le due bestiacce facevano dei salti assurdi, cercando di azzannarmi e mentre il cameriere si sbracciava cercando di cacciarli via - Cuccia Bellatrix, cuccia Betelgeuse, urlava, agitando ridicolmente le braccia ossute - Cuccia cagnacci cattivi!!! - SIT-DOWN!!! - L'ordine secco e improvviso, impartito da quella voce familiare mi fece sospirare di sollievo, ed ebbe il potere di riuscire la dove il vecchio inserviente aveva fallito, i due mostri sbavanti, si accucciarono a terra, con le teste appoggiate sulle zampe, senza però smettere di fissarmi, con quei loro occhietti satanici.
Meredy, intanto,avanzò verso di me, con uno sguardo enigmatico, fermandosi a lasciare una carezza sulle teste degli animali. Notai guardandola da vicino, che sullo zigomo destro aveva un livido in via di guarigione - Che sei venuta a fare??? - Mi domandò infastidita.
Con molta calma e senza staccare gli occhi dai due cani, scesi dal piedistallo della statua e le andai incontro porgendole i fogli ormai stropicciati - Juvia ti ha portato i compiti! - Meredi lanciò loro uno sguardo distratto, senza fare alcuna mossa per recuperarli dalle mie mani - Come hai fatto ad entrare? - Domandò invece secca, lanciando uno sguardo ammonitore al pinguino, che ora si torceva le mani con aria colpevole - Lui non c'entra – Mi affrettai a difenderlo - E' stata Juvia ad infilarsi senza essere invitata... ma che cosa ha fatto Meredy al viso – Le chiesi per sviare il discorso - Si è ferita? - Ho preso un pugno durante un incontro di Karate – Minimizzò - Ma ora devi andartene subito! - No!... Juvia non si muoverà da qui! - Dissi incrociando la braccia sotto al seno - Prima Meredy deve prometterle di tornare a scuola! - La rosata distolse lo sguardo dal mio, ma quel movimento, non mi impedì di notare nei suoi occhi, un barlume di tristezza, poi sulle sue labbra prima contratte, apparve un mesto sorriso - Va bene tornerò! – Sospirò - Ma tu adesso vai... per favore! - Aggiunse e il suo sguardo, per qualche attimo saettò verso il piano terra della villa - Non ci devi più venire qui... capito! Frank accompagnala all'uscita! - Comandò seccamente, al vecchio dipendente, prima di girarmi le spalle.
Come promesso due giorni dopo tornò a scuola e subito mi resi conto, che qualcosa era cambiato tra noi. Facevamo spesso la pausa merenda insieme, a volte sedute su di una panchina nel giardino della scuola, dove Meredy aveva preso l'abitudine di bombardarmi di domande, qual erano i miei gusti, il colore che mi piaceva, se avevo un ragazzo.
Le raccontai di Loky e della mia prima disastrosa volta con un ragazzo, poi di Gajeel, che era stato sospeso e bocciato, dopo aver appunto pestato a sangue quest'ultimo, durante l'ora di lezione, dei miei amici e del nostro gruppo musicale, poi di mia madre e di mio padre... lei mi ascoltava senza mai lamentarsi della mia incredibile parlantina e più di una volta mi era capitato di sorprenderla, mentre mi osservava di nascosto, quando pensava di non essere vista - Meredy deve dire qualcosa a Juvia ? - Le chiesi curiosa un giorno - No... niente! - Rispose distogliendo in fretta gli occhi dai miei.
Durante una serata, dove io e i ragazzi dovevamo suonare all'inaugurazione di un locale, la notai seduta a uno dei tavoli tutta sola intenta ad ascoltarmi, alla fine della canzone, la vidi applaudire e scendendo dal piccolo palco, mi affrettai a raggiungerla sorridendole - Ciao Meredy... Juvia è così felice di averti incontrata qui! - Veramente ero venuta apposta per sentirti cantare – Balbettò imbarazzata - Sei stata bravissima sai... hai una voce incantevole! - Aggiunse poi arrossendo e chinando il capo - Oh Grazie... Meredy è troppo gentile! Juvia può sedersi con te? - Le chiesi allegra - C-certo che si! - Biascicò impacciata.
Scostai la sedia per accomodarmi, ma all'improvviso mi sentii afferrare per i fianchi da due mani rudi e voltandomi mi ritrovai a fissare un ragazzo che non conoscevo, evidentemente ubriaco o peggio fatto - Ciao bambolina, tu sei quella che stava cantando? Sai... Il tuo, non è esattamente il genere di musica che preferisco, ma mi piace un sacco come avvicini la bocca al microfono, vorresti esibirti in privato per me qualche volta? - Tieni giù le mani! - Alzai il braccio per mollargli un ceffone, ma qualcuno fu più veloce e in un attimo mi trovai spinta di lato... Meredy era scattata come una molla e aveva afferrato il ragazzo dietro al collo, sbattendogli violentemente la faccia sul tavolo, sotto il mio sguardo attonito - Prova di nuovo a toccarla e ti ammazzo!!! - Gli soffiò all'orecchio.
Intanto, un paio di amici del tizio che mi aveva importunato, si avvicinarono con fare minaccioso, ma la voce di Gajeel che aveva appoggiato entrambe le mani, con una presa ferrea su ciascuna delle spalle dei due, li fece bloccare - Problemi Ju! - I due si voltarono a fissarlo terrorizzati, il moro li superava in altezza di almeno trenta centimetri abbondanti, per non parlare degli enormi muscoli in tensione, messi in risalto dal gilet borchiato di pelle nera lasciato aperto sul petto, Meredy intanto aveva mollato la presa sul terzo ragazzo, che scattò in piedi portandosi la mano al naso sanguinante - BRUTTA STRONZA!!! Guarda che mi hai fatto... ma che cazzo hai in quella testa, io volevo solo fare conoscenza con la tua amica! - Tu le hai messo le mani addosso!!! - Sbottò Meredy prima che un incazzatissimo Gajeel si intromettesse - Ascoltami bene coglione... non sono famoso per la mia pazienza, perciò ora vedi di portare le chiappe fuori da qui e vai a cambiare il pannolino a questi due pisciasotto che ti accompagnano, prima che ti faccia rimpiangere il giorno in cui sei nato... VIA!!! SPARISCI!!! - I tre non se lo fecero ripetere due volte e dopo aver lanciato un ultima occhiata al mio amico, per sincerarsi che non mettesse subito in atto la minaccia, se la svignarono in men che non si dica con la coda tra le gambe.
Con uno slancio improvviso corsi ad abbracciare Meredy, lasciandole un bacio sulla guancia, che la fece diventare dello stesso colore dei suoi capelli - Grazie-grazie... Meredy è stata formidabile! - Tubai - N-non c'è di che... ma ora devo andare... scusatemi! - Chinò brevemente la testa in segno di saluto, prima di andare via.
La rosata, lasciò il locale sotto lo sguardo attento di Gajeel, che si lasciò cadere su di una sedia, rischiando di sfondarla e mi afferrò per un polso costringendomi a sedermi vicino a lui - Stammi a sentire razza di svalvolata senza cervello... perché te lo dirò solo una volta, quella tizia non mi piace per niente, cerca di starle alla larga! - Ma perché Gajeel dice così! - Gli chiesi stupita - Non lo so... è più una sensazione che sento a pelle e tu sei troppo impulsiva – Sussurrò con voce bassa, tenendo gli occhi fissi sul punto dove poco prima era uscita Meredy - Comunque ora parliamo d'altro... alla Fairy-Tail scool music Accademy, quest'anno hanno allargato il numero di iscrizioni, io Toto e Aria vogliamo inviare la domanda... tu che fai??? - Ma Gajeel... e il diploma???- Balbettai nervosamente - Lo prenderemo privatamente, Juvia... questa è un occasione d'oro, ne va del nostro futuro, lo capisci? - M-ma Juvia diventerà maggiorenne solo tra un anno, piccolo Gajeel... i suoi genitori non la lasceranno mai venire! - Sta tranquilla, parlerò io con loro, il tuo vecchio ti darà subito l'o.k. appena gli dirò che sarò io personalmente a vegliare su di te, dimentichi che sono già maggiorenne e tra poco avrò la patente, mi manca solo l'esame di guida, quindi potremo tranquillamente tornare qui il fine settimana, Magnolia dista solo un paio d'ore da Oak-Town e c'è anche il treno volendo! - JUBIIIIN!!! - A quelle parole, saltai al collo del mio migliore amico, strusciandogli la guancia sulla spalla - Gajeel è il fratellone che Juvia avrebbe sempre desiderato avere!!! - VA BENE VA BENE!!! - Disse il moro sghignazzando - Ma ora scollati cazzo... qualcuno potrebbe fraintendere i tuoi gesti! - Per qualche secondo lo fissai stranita, che strano, pensai... Gajeel non si era mai lamentato più di tanto dei miei attacchi appiccicosi... seguendo il suo sguardo vidi che due tavoli più in la, c'era una certa ragazza con i capelli celesti e gli occhi ambrati, che ci stava fissando insistentemente, con aria contrariata – AH!... Ora lei capisce tutto... il piccolo Gajeel ha paura che Levy classifichi Juvia come sua rivale in amore per caso???- Chiesi maliziosamente - Chiudi quella boccaccia e piantala di chiamarmi piccolo Gajeel, porta rispetto donna!!! - Scattò incrociando le braccia, mentre un atipica sfumatura rossa colorava le sue guance.
I mesi trascorrevano veloci e io e Meredy passavamo sempre più tempo assieme, eravamo diventate praticamente inseparabili... anche se c'erano sempre delle ombre, che ogni tanto oscuravano i bellissimi occhi della mia amica, ma per quanto le chiedessi di aprirsi con me, lei mi rassicurava sempre, dicendomi che non era niente di importante... e io... chissà perché non riuscii neanche a dirgli del buon esito delle domande che io e i ragazzi avevamo fatto.
Mancava un mese ormai alla fine della scuola, quando finalmente mi decisi, approfittando dell'intervallo, tra una lezione e l'altra.
La sua espressione era un misto di delusione e incredulità ma che subito venne sostituita dalla solita maschera di freddezza, che esibì fino alla fine dell'orario scolastico, quando si affrettò a rimettere tutto a posto e a lasciare la classe senza aspettarmi ...
E fu così anche il giorno dopo e quello dopo ancora, sembravamo essere tornate all'inizio, Meredy continuò ad ignorarmi e a mantenere un atteggiamento distaccato, per tutti i restanti giorni che ci dividevano dalla fine dell'anno.
L'ultimo giorno di scuola cercai di nuovo di parlare con lei, non volevo che ci separassimo in quel modo e quando mi scostò bruscamente la seguii tra gli studenti che affollavano il cortile della scuola, afferrandola per un polso - Juvia pensava che Meredy sarebbe stata felice per lei... che l'avrebbe sostenuta – L'accusai - Sarebbe solo un anno, poi Meredy potrebbe raggiungerla!!! - Le dissi speranzosa appoggiandole le mani sulle spalle - TU SEI SOLO UN'ILLUSA!... SMETTILA DI CREDERE NELLE FAVOLE!!! - Urlò all'improvviso - Le favole non esistono e il mondo meraviglioso in cui credi di vivere, un giorno, si sgretolerà come un fragile castello di carta davanti ai tuoi stessi occhi... cosa vuoi che ti dica... "Juvia non partire... ti prego, non mi abbandonare!" Cazzate solo cazzate... stammi bene! - Meredy si divincolò spingendomi violentemente e se ne andò - Meredy ti prego, Juvia non vuole che finisca così! - La rincorsi di nuovo e bloccandole la strada, l'abbracciai stretta incurante degli sguardi curiosi, che ci stavano lanciando gli altri studenti - J-Juvia... per favore... lasciami stare, tu non capisci! - Singhiozzò contro la mia spalla, mentre l'umido delle sue lacrime mi imbrattavano la camicia - Se Meredy continua così... allora Juvia non andrà! - Dopo diversi secondi, in quella posizione, la rosata alzò la testa e si districò dal mio abbraccio, rivolgendomi un sorriso forzato – Maledette tempeste ormonali! - Esclamò - Che schifezza l'adolescenza... non credi anche tu? - Disse storcendo il naso - Si!... Lo è! - Risposi ricambiando il sorriso - Va... insegui pure i tuoi sogni... io farò il tifo per te... addio Juvia! - Con quelle parole, si congedò da me - Forse un giorno ci rivedremo – La sentii sussurrare.
Quando ci trasferimmo a Magnolia non ebbi più sue notizie, eravamo talmente impegnati, tra i corsi e le esibizioni serali, utili a racimolare qualche soldo in più, necessari a pagare le varie spese, che non ci rimaneva molto tempo per pensare ad altro. In una delle rare volte, in cui riuscimmo a recarci in visita ad Oak Town, andai anche a trovarla, ma nessuno rispose al citofono dell'imponente villa, appresi solo, che aveva lasciato la scuola e che ora, seguiva delle lezioni private da casa sua.
Successivamente venni a sapere dai miei genitori, della tragedia che aveva colpito la sua famiglia e per trasmetterle il mio supporto morale cercai di chiamarla telefonicamente, ma lei non rispose... il suo numero risultava inesistente e qualcosa allora mi disse, che Meredy stava ignorando di proposito, ogni mio tentativo di contattarla. Così, dopo un po' mi arresi e smisi del tutto di provarci...
§ La tana di Lestoargento §
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato a morte e spero di essere riuscita a trasmettere bene tutta la solitudine, il disagio, la sofferenza di una giovane e fragile Meredy, senza entrare troppo nei particolari.
Nel prossimo capitolo ci ricollegheremo alla storia principale e scoprirete tutti i motivi che hanno portato alla nascita di "Demon" e di come siamo arrivati al punto in cui ci troviamo adesso .
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