28.



Harry si accomodò sul grande divano nero della sala e Louis gli si mise accanto.

" Sai..." sussurrò il riccio trovando il coraggio di parlare " non è stato facile per me andare avanti dopo che tu te ne sei andato. Mi sentivo perso, spaesato, senza punti di riferimento. Poi, un giorno, ad una festa, ho conosciuto Ben e...e con la sua galanteria di altri tempi mi ha conquistato "

" È molto più vecchio di te..." commentò Louis.

" Io ho bisogno di un uomo più grande, ho....ho bisogno di sentirmi protetto e lui, per un po' è stato perfetto "

" Cosa è successo poi? "

" È semplicemente uscito il vero Ben...
Prima ha iniziato con il sesso un po' spinto, poi è arrivato a controllarmi in ogni mio movimento e infine a mettermi le mani addosso.
Mi picchiava e poi mi chiedeva scusa e io, come un cretino, lo perdonavo "

" Harry, non sei stupido! Avresti dovuto lasciarlo! " esclamò Louis accalorato.

" Lo so, ma io sono solo e vedevo in lui un sostituto per...per il vuoto lasciato da te " confessò Harry con un sorriso triste.

" Lo ami? "

" Io lo credevo " spiegò Harry " o meglio mi auto convincevo che fosse vero amore, ma era solo un palliativo, una scusa, una scusa per non ammettere che ci stavo insieme solo perché non potevo avere te "

" Ma le canzoni del tuo ultimo album...sembravano tutte dedicate a lui...."

" Così volevo far credere a tutti, ma, te lo giuro, nemmeno una parola dei testi che ho scritto era rivolta a lui. Ho sempre pensato a te, sempre e solo a te..."

Louis rimase in silenzio di fronte a quella confessione, primo perché non sapeva che cosa dire, secondo perché aveva paura di ferire Harry, che sembrava già così fragile e debole.

" Lo so che tu non provi nulla per me " gli venne incontro il riccio " e non pretendo niente, anzi ti ringrazio per essere stato ad ascoltarmi. Avrai avuto sicuramente di meglio da fare che passare il tuo tempo con un idiota come me..."

Louis sorrise suo malgrado e provò tenerezza per quello che, a tutti gli effetti e nonostante tutto, era un ragazzino alle prese con un mondo troppo grande per lui.

Il fatto era, però, che doveva stare attento a come parlava perché non poteva dare a Harry false speranze.

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