27.
Louis, dopo aver parlato con Jane e averle spiegato in breve la situazione, fece salire Harry in macchina e lo portò a casa sua nel più completo silenzio.
" Sarah è in casa? " chiese l'uomo non appena si fermò nel vialetto di ingresso della villa.
Harry scosse la testa, cercò di sorridere debolmente e rispose:
" No, è dalla sorella per qualche giorno, comunque non preoccuparti, me la caverò....grazie per quello che hai fatto..."
Louis lo fissò negli occhi, poi il suo sguardo scese involontariamente sulla camicia di pizzo che portava.
Il cuore iniziò a battergli violentemente nel petto, allungò una mano e slacciò delicatamente tutti i bottoni, scostandone poi i lembi.
Il petto di Harry era costellato di lividi, tagli e segni di morsi...
" Oh Dio...." esalò Louis portando una mano alla bocca.
Harry non disse nulla, invece, si riallacciò con mani tremanti i bottoni e scese dalla macchina dopo un ultimo saluto.
Louis lo osservò salire a fatica la scalinata di marmo e aprire altrettanto a fatica la porta d'ingresso.
Prima di richiuderla alle spalle, però, guardò ancora una volta verso Louis, gli sorrise malinconicamente e gli mandò un bacio con la punta delle dita.
L'uomo tentennò solo un istante, poi scese dalla macchina e corse verso Harry che era rimasto immobile sulla porta.
Non disse nulla, lo prese semplicemente fra le braccia ed entrò in casa, tenendolo stretto a sè.
" Te la senti di farti una doccia? " gli sussurrò in un orecchio. " Io preparo una buona tazza di tè "
Harry annuì nell'incavo del suo collo, poi sollevò su di lui gli occhi lucidi e mormorò:
" Ti prego, rimani un po', solo un pochino...per favore..."
" Stai tranquillo, non ti lascerò solo " lo rassicurò l'uomo e Harry, un po' più tranquillo andò in bagno a fare una doccia.
Ritornò quando Louis stava versando il tè nelle tazze e si sedette, con ancora i capelli umidi, su una delle sedie della cucina.
Non appena ebbe fra le mani la bevanda calda, la strinse riconoscente e sospirò lievemente.
Louis non gli chiese nulla, perché sapeva che era meglio lasciargli i suoi tempi.
Gli avrebbe raccontato infatti lui come e quando era iniziato tutto e che cosa l'avesse scatenato.
Non dovette aspettare molto, perché il riccio, una volta terminato il tè, gli fece cenno di seguirlo in sala.
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