11.


Louis si alzò presto la mattina successiva, nonostante di notte non fosse riuscito a dormire molto.

Scese a fare colazione, approfittando dei buonissimi pancake di Sarah e della sua altrettanto buonissima marmellata di lamponi.

Stava per bere la sua seconda tazza di tè, quando Harry entrò in cucina, con indosso un misero paio di boxer e una camicia bianca aperta e trasparente.

Rivolse a Louis un piccolo sorriso e si sedette anche lui a tavola.

L'uomo dagli occhi blu attese che Sarah si allontanasse per sbrigare alcune faccende, quindi, una volta soli, si rivolse a Harry e sussurrò:

" Ieri notte è stato uno sbaglio, non deve capitare più. Io lavoro per te, devo proteggerti e non posso assolutamente permettermi di lasciarmi coinvolgere da una storia di sesso "

Harry rimase male per le parole appena udite e la cosa lo stupì parecchio.

Di solito, infatti, era abituato a storie da una botta e via e mai, nella sua breve vita, aveva voluto rivedere una persona.

Di Louis, invece, non ne aveva avuto abbastanza ed era una cosa insolita per lui.

Non si era aspettato di essere accolto con baci e coccole, ma nemmeno in quella maniera così dura.

Decise, quindi, di indossare la sua maschera migliore, quella del sarcasmo.

" Non c'è bisogno di dirlo " mormorò con perfetta calma " non avevo la minima intenzione di scopare ancora con te. Sei vecchio e, per dirla tutta, per i miei standard abituali, ce l'hai decisamente troppo piccolo "

Louis si sentì avvampare per la rabbia, si alzò di scatto, gettando il tovagliolo sul tavolo e se ne andò senza nemmeno rispondergli.

Harry continuò invece a fare colazione come se niente fosse, anche se dentro di sè provava una profonda tristezza.

Aveva forse sperato di trovare in Louis un amico, un confidente, qualcuno che lo consolasse nei momenti bui?

Non lo sapeva, sapeva solo che, quando al ristorante gli avevano sparato, si era davvero spaventato e, per la prima volta nella sua vita, si era reso conto che la sua esistenza non era tutta rose e fiori e che chi gli stava intorno non necessariamente doveva per forza essere buono.

Finì di mangiare i suoi pancake e poi lasciò la cucina, tornando in camera sua, intenzionato a dormire ancora un po'.

Fra le braccia di Morfeo, almeno, avrebbe dimenticato tutti i suoi pensieri...

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