Faccia a faccia in sei
«Vi giuro» mormorò Lamar al limite della sopportazione «Che se quella cagnetta non apre la porta la riempio di buchi». Franklin placò quella rabbia repressa con l'ennesima gomitata. Dall'interno non si sentivano voci ma, di fatto, Chelsea era tutta un subbuglio. Quei tizi sapevano i loro nomi... cos'altro sapevano? Chi glielo aveva detto? E cosa volevano? "Parlare" era la scusa più vecchia del mondo quando si trattava di aprire la porta a degli sconosciuti. Era indecisa, e non avrebbe mosso un muscolo se prima il fratello non fosse tornato...
«Ascolta pasticcino!» la voce di Trevor echeggiò nello spazio aperto «Non vogliamo fare nulla di male, davvero! Non sei contenta che sono venuto a trovarti, huh?». Quell'inconfondibile tono flirtante e primordiale. Era Trevor. La cosa in cima alla lista "cose per cui Chelsea farebbe cazzate", subito dopo "gatti" e "vinili".
«È la verità?» urlò lei dall'altra parte, tenendo salda la stretta sulla pistola. Gli uomini fuori la porta si guardarono speranzosi in volto.
«S-Sì! Io sono l'uomo della banca, ricordi?» disse Michael.
«Io e il mio amico Lamar» improvvisò Franklin...
«Ehilà bella!».
«Siamo passati a ringraziarvi per, uh, i soldi che ci avete lasciato!».
«Ma fondamentalmente siamo qua perché a noi piace farci i cazzo degli altri: come mai avete fatto quel che avete fatto?» concluse Trevor. C'era da aggiungere anche un "come" da parte di Lamar e Franklin per quanto riguardava il parkour, ma forse non era quello il momento di fare i precisini e non fiatarono.
Perché. Volevano sapere perché avevano rapinato una banca? Per i soldi, ovviamente.
«Beh, i soldi servono a tutti!» rispose lei in modo quasi evasivo. Doveva guadagnare tempo. Quanto ci metteva quel culo moscio a tornare?! Il fiume era a pochi passi da casa!
«Ma voi siete giovani...» cominciò Michael «Dove sono i vostri genitori? Avete una casa?» rivolse lo sguardo al camper parcheggiato lì fuori e riuscì a darsi una risposta da solo. Si stavano addentrando in una storia che non era la loro, in fatti e risvolti tragici ai quali gli stessi Fairchild stavano cercando di sfuggire. Fuggivano dal passato e non avrebbero voluto tornarci nemmeno con le parole.
«Questa è casa nostra ora» rispose Chelsea con voce ferma «Spero non vogliate mandarci via ancora».
«Ancora? Cosa cazzo signiiiii-» Lamar aveva posto, per una volta, un ottimo interrogativo ma a fermarlo fu la pistola puntatagli alla schiena da Chester, che era finalmente arrivato. Gli altri tre balzarono sulla difensiva e si armarono anche loro di pistola, prontamente nascosta nella cintura dei pantaloni. Il suono rumoroso che venne da fuori quando il trio si mosse fu tale da convincere Chelsea ad aprire la porta, mostrandosi con i suoi stivali neri e lingerie provocante di un castissimo bianco.
Il fischio d'approvazione di Trevor fu l'unica cosa che spezzò quel silenzio carico di tensione.
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