Altri legami

Tra olive scomparse, birra e patatine, si ritrovarono tutti a bordo piscina. Chelsea era seduta con le gambe in acqua, Trevor era poggiato con le braccia sul bordo e lo sguardo sognante sulla ragazza posizionata più in alto di lui. Ogni tanto la Fairchild prendeva una patatina dal suo piatto poggiato lì vicino per imboccare il più grande, estasiato e incurante del fatto di star nuotando a stomaco pieno. Fanculo la digestione, insomma. Franklin sguazzava tranquillo dall'altra parte della piscina con Chester e Jimmy sotto l'ombrellone con i quali scambiava quattro chiacchiere a distanza. Ogni tanto Michael, seduto al lettino accanto, si intrometteva nella discussione ma sempre con la dovuta cautela e con qualcosa di intelligente da dire. Si sentiva sempre troppo vecchio quando doveva parlare con i giovani. Chester si teneva a distanza da Amanda, una cosa che tutti avevano notato e che Chelsea sperava tanto non accadesse. La sorella sapeva bene in motivo e lei più cercava di riprenderlo nei momenti in cui nessuno li guardava, più lui sembrava ostinato a continuare. Per il resto la giornata sembrava tranquilla. Mike aveva stretto amicizia con Chester, così come per il figlio, il quale aveva  deciso di rendere il suo nuovo amico un patito dei videogiochi come lo era lui. Chelsea andava d'amore e d'accordo con Amanda e a parte gli sguardi lunghi di Jimmy bloccati dai ringhi minacciosi di Trevor, tutto andava liscio. La Fairchild però non si era ancora abituata alla presenza di Michael. Aveva puntato un'arma contro lui e suo figlio, qualcosa che avrebbe faticato a dimenticare. Tracey intanto non si era più vista. Scese verso orario di pranzo, quindi l'una passata, con indosso un altro costume colorato e un abitino da spiaggia bianco a spalle scoperte, trasparente abbastanza da far risaltare le tonalità sgargianti del bikini. Per pranzo Amanda aveva organizzato una grigliata, così da servire carne per gli ospiti con contorno di insalata, alimento base per la dieta della figlia.

Trevor uscì fuori dall'acqua e tutti si sedettero in cerchio sui tappetini da yoga di Amanda per pranzare, una scena abbastanza surreale. Gli unici che non erano seduti a terra erano Chester e Tracey. Chester aveva optato per il rimanere sotto l'ombrellone, seduto sul lettino a mangiare, con lo sguardo rivolto a quella che ora sembrava un'allegra famigliola che andava d'amore e d'accordo. Tracey si avvicinò lentamente al ragazzo e una volta raggiunto, indicò lo spazio vuoto accanto a lui «Posso sedermi?».

Chester la guardò per qualche attimo, poi fece spallucce e le indicò il posto vuoto con gli occhi. La ragazza sorrise e cercando di non agitarsi, si sedette accanto a lui col piatto di insalata sulle gambe. Da quel che aveva potuto sentire, la bionda aveva capito che il giovane Fairchild amava la musica "aggressiva", un dettaglio in più che accresceva quello strano interesse che provava per i tipi "dannati e tenebrosi". Doveva puntare su quello per cominciare una conversazione, anche se non ci capiva una mazza di musica metal.

«Quindi... ti piace il 'metal'» cominciò, osservazione che fece voltare Chester verso di lei. Era impossibile che una come lei ne sapesse qualcosa. Quindi l'unica spiegazione plausibile era che ci stesse provando. «Non è solo un gruppo di gente che... strilla?». Ecco la domanda che non avrebbe mai dovuto fare. Michael stava guardando verso di loro in quel momento. Figuriamoci se gli occhi del padre non erano puntati su l'unico giovane adulto presente in casa sua e sul quale la figlia aveva posato gli occhi. Chester dovette mandar giù il boccone - di carne o morale, non si sa - e le rispose «Ma no, dai... Be', se non conti il grindcore... e... anche il death metal, è un po' così... e il deathcore, lo scream, il pornogrinde, il black metal, il mathcore, il trash...».

Tracey si vide avvilita da quel breve elenco di generi dai nomi improponibili. Ogni tanto le era capitato di vedere qualche video su internet, di aver sentito qualche canzone appartenente a quei generi, ma non era roba per lei «Non è il mio tipo di musica... n-non la capisco» rispose lei, con lo sguardo basso e un leggero sorriso che sottolineava la sua ignoranza in materia. Quella scena quasi fece tenerezza a Chester... per un motivo a lui sconosciuto. 

«Be', vedi... quando la vita fa schifo e ti senti solo e svuotato, metti su un po' di quella roba e la vita migliora perché... perché c'è qualcun altro che conosce il dolore e la rabbia che stai provando, sai?».

Era una delle interpretazioni che Chester dava di sé stesso. Non sapeva con certezza quale dolore provassero quei musicisti nel comporre la loro musica, ma lui ci si immedesimava e si sentiva... meno colpevole di esistere. Tracey, come illuminata da quelle parole, lo guardò dritto negli occhi annuendo come se avesse appena avuto un'epifania. Quel contatto visivo stava durando troppo. Mike aveva assottigliato lo sguardo e Chester lo sentiva addosso come due coltellini nel petto. In fretta si mise un boccone di carne in bocca e abbassò lo sguardo sul piatto «Se vuoi ti presto qualche cd».

Tracey si sentiva al settimo cielo per essere riuscita a parlare con lui. Amanda e Michael li guardavano da lontano e non si capiva chi dei due fosse più preoccupato del fatto che la figlia si fosse presa una cotta per un teppista dal passato sconosciuto, di cui non si sapeva nulla. Quando Tracey seppe di essere più grande di Chetser la cosa sembrò non sfiorarla minimamente, anzi, fu più sorpresa di sapere che Chelsea era più grande di lei. Ma tralasciando questi aneddoti, la giornata proseguì tranquilla, tutti sembravano andare d'accordo. Senza accorgersene i Fairchild avevano trovato una famiglia e chissà, anche l'amore. Los Santos era diventata un luogo a cui appartenere e quei tre uomini nei quali erano incappati nel loro percorso erano diventati la loro famiglia. Tutto era perfetto. Ma sappiamo tutti che le cose belle sono destinate a finire.



[C.d.A.]
Sì, citazione rubata a quel what-the-fuck di film. Ci è piaciuto molto XD

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