The first time "jerza"
La speranza.
Una parola vuota, per la maggior parte di loro. Prigionieri, schiavi di qualcuno che neanche conoscevano. L'unica cosa di cui erano a malapena consapevoli era lo scopo per cui, ogni giorno, dovevano soffrire le pene dell'inferno: resuscitare il grande Zeref.
Lì, dove c'era chi più aveva bisogno di amore, sicurezza, conforto, crescevano, sempre più forti, rabbia, rancore, odio. Se però alcuni avevano rinunciato anche a sperare, per qualcuno, in particolare un piccolo gruppo di bambini, la "speranza" era l'unica cosa alla quale aggrapparsi: la fiamma che li alimentava, senza la quale, molto probabilmente, nessuno di loro sarebbe riuscito ad andare avanti. C'erano momenti in cui, grazie alle parole di nonno Rob, e alla fervida immaginazione tipica dei bambini, che riuscivano a vedere la luce anche nel buio più profondo, questa fiamma cresceva fino a diventare un fuoco; purtroppo, però, a volte anche il fuoco più luminoso veniva spento.
Fu quello che accadde, un giorno, alla piccola Erza, nominata "Scarlet" dal suo amico Jellal. Quest'ultimo, insieme a lei e ai loro amici Wally, Sho, Simon e Miliana, avevano tentato più volte la fuga, ma, purtroppo, senza risultato.
Quando, ancora una volta, i bambini vennero colti nel tentativo di fuggire, le parole della guardia che malamente li riportò nella loro cella colpì particolarmente la bambina chiamata Erza Scarlet, molto più delle percosse e delle frustate a cui era ormai abituata:"Siete solo degli sciocchi illusi! Non assaporerete mai la libertà, e rimarrete schiavi in questa torre per sempre, per servire il grande Zeref!".
La bambina si era rintanata in un angolo, le braccia intorno alle ginocchia, assente. Non piangeva, a differenza della maggior parte dei suoi amici, al contrario di come avrebbe fatto di solito. Perché le parole dell'energumeno, per quanto orribili, in quel momento le sembravano terribilmente vere.
A che pro continuare a provare, e soffrire? Erano solo bambini, e il mondo era troppo grande, troppo crudele, per loro.
Era vero, quindi? Sarebbero rimasti lì per sempre, prigionieri, senza un briciolo di felicità?
Una lacrima solitaria le solcò la guancia; mentre il suo cuore si faceva freddo, anche i suoi occhi diventavano progressivamente vuoti.
"Erza." Sentì che qualcuno la chiamava.
Jellal, Simon, e tutti i suoi amici si erano raccolti attorno a lei:"Forza, Erza, vedrai che prima o poi ce la faremo." Disse Simon, rivolgendole un sorriso sincero.
Sho e Miliana annuirono convinti, anche se Erza notò che anche i loro occhi erano gonfi, e le guance ancora bagnate. La bambina non aveva però il coraggio di guardare colui al quale era più legata, Jellal: come poteva, quando era sicura che lui le avrebbe letto dentro, e capito che aveva perso la speranza?
Poi, però, lui la chiamò di nuovo, questa volta prendendo le mani nelle sue. Ed Erza, senza sapere che il suo volto si era fatto dello stesso colore dei suoi capelli, lo guardò: a differenza degli altri non sorrideva, anche i suoi occhi erano lucidi, e le sopracciglia profondamente corrugate. Capì che si sentiva colpevole per quello che era successo; quello che disse, però, impegnò troppo la sua mente per farle notare che più di tutto era preoccupato per lei.
"Non arrenderti, Erza. Tu sei più forte, non devi perdere.
Non perdere la tua speranza.".
Solo in quel momento le lacrime iniziarono a fuoriuscire senza sosta, mentre la bambina gettava letteralmente le braccia al collo di Jellal, sotto lo sguardo stupito di tutti.
Erza era la prima a non sapere se le sue erano lacrime di tristezza, sollievo, rabbia o gioia.
La fiamma della speranza di Erza Scarlet era forte, e così sarebbe sempre rimasta.
C'erano comunque momenti in cui qualcuno, un nemico, o una particolare circostanza, riusciva a soffocarla.
Una fiamma muore, se non alimentata, se lasciata sola.
Jellal sarebbe sempre stato colui che la alimentava
Non avrebbe mai permesso che si spegnesse.
Angolino autrice;
Spero vi sia piaciuta questa jerza vi amo Minna❤️🍪🔑
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