Gruvia II
Gray sospirò, passandosi il dorso della mano destra sugli occhi lucidi.
Aveva pianto abbastanza per quelle due donne: Ul, la sua maestra, e Ultear, sua figlia, che avevano deciso di sacrificare la propria vita per lui.
Era per questo che, quando Fairy Tail aveva fatto il suo ingresso trionfale a Magnolia quel pomeriggio, non se l'era sentita di fare baldoria insieme agli altri e condividere il loro umore gioioso, perciò dopo la cena era scappato dalla festa e si era andato a rifugiare nel parco, raggomitolandosi su una panchina.
Prima aveva persino fatto preoccupare Juvia, pensò. La maga dell'acqua gli si era avvicinata rimproverandogli che non era carino tenere quel muso mentre tutti stavano celebrando la vittoria.
Non era carino. Gray si concesse una risatina amara.
«Scusa Juvia... oggi non me la sento proprio di essere carino» sussurrò, poggiando la fronte aggrottata sulle ginocchia.
«Gray-sama ha fatto il n-nome di Juvia?» udì Gray.
Il mago del ghiaccio sussultò. Avrebbe dovuto aspettarselo! Quella ragazza petulante lo seguiva ovunque, se la ritrovava sempre tra i piedi nei momenti meno opportuni, spuntando dal nulla come un fantasma.
Ignorando ostinata il suo silenzio, Juvia si sedette accanto a lui sulla panchina. «A cosa pensi, Gray-sama?».
Lui replicò con un'indifferente scrollata di spalle, ma lei non si arrese e continuò. «J-juvia stava p-pensando... che il sole è così bello...».
Gray alzò un sopracciglio, stranito.
Intorno a loro c'era solo il buio, e le luci fioche di Magnolia tremolavano come lucciole nel cielo nero.
«È notte, Juvia. Non c'è il sole.» la informò secco.
La maga dell'acqua abbozzò un sorriso timido. «Cosa stai dicendo, Gray-sama? Il sole di Juvia è proprio qui».
Quando Gray, sempre più confuso, si voltò verso Juvia, i loro sguardi si incatenarono.
Era lui che la ragazza stava guardando.
«Se sei triste, Gray-sama... Non dovresti covare questa tristezza tutto da solo. Juvia l'ha fatto per tanti anni, ma è stato solo quando ha deciso di affidarsi agli altri che ha finalmente visto la luce.».
Gray le nascose il viso, girandolo dall'altra parte.
«Lascia che Juvia ti abbracci, Gray-sama. Per una volta sarà Juvia a mostrare il sole a te.»
Lui tirò su con il naso e infine cedette. Abbandonò la fronte sulla spalla di Juvia e si lasciò andare ai singhiozzi. La ragazza cinse le sue spalle tremanti, donandogli conforto.
Gray sentì i suoi muscoli rilassarsi sotto il tocco gentile di Juvia; Ul e Ultear sembravano così lontane. Ora si trovava tra le braccia di una donna che poteva essere ossessiva, invadente e morbosa; ma che non l'avrebbe mai lasciato piangere da solo.
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