4 Nuove strade

Heart e Blitz sapevano del loro arrivo e li aspettavano a minuti; Magnus li aveva anche informati della situazione ed entrambi si erano detti assolutamente pronti ad aiutarli in tutti i modi possibili.
Alex e Magnus camminarono un po' per Boston, si fermarono in un bar a mangiare qualcosa e poi decisero di incamminarsi verso la casa in cui Heart e Blitz convivevano.
Vennero accolti con dei sorrisi smaglianti e nonostante il poco preavviso avevano preparato tutto il necessario per ospitarli per parecchio tempo.
-Vi abbiamo preparato una camera sola...- Disse Blitz -Voglio dire, immagino che a voi vada bene.-
-Si, grazie Blitz, è perfetta.- Disse Magnus entrando nella stanza seguito da Alex.
Rimasero un po'in camera, sistemarono le valige e poi andarono giù in salotto dove Blitz stava preparando dei bozzetti e Heart stava studiando le sue tesserine magiche.
Voleva diventare il migliore ad usare la magia e si stava impegnando al massimo da anni perché ciò accadesse.
-Oh ciao!- Li salutò Blitz alzando gli occhi dal proprio lavoro. -Cosa volete per cena?- Blitz si fermò un attimo a guardare Heart e poi sussurrò. -Doveva andare a fare la spesa, ma non c'è andato, non c'è nulla in casa...- 
-Qualsiasi cosa va bene.- Risposero i due che, subito dopo, andarono a sedersi accanto a Blitz per osservare i suoi lavori che lui, con molto orgoglio, spiegò.
Alex, però, sembrava distante, persa in altri pensieri, lontana dalla realtà.

Quella sera, dopo cena, Alex e Magnus andarono a letto, Alex sembrava ancora ad anni luce dal luogo in cui si trovavano, da lui.
-Ehi...- Magnus le accarezzò dolcemente una mano lasciata fuori dalle lenzuola. Alex, quasi riscossa dai propri pensieri, si girò verso di lui e gli sorrise appena. -Che succede?- Chiese il biondo.
Alex si strinse un po' nelle spalle. -Pensavo a cosa direbbe mio padre se mi vedesse ora.-
Magnus rimase un attimo in silenzio, non conosceva quell'uomo ma da come ne aveva parlato Alex non doveva essere una brava persona, soprattutto perchè quelle poche volte che aveva chiesto informazioni a Samirah gli era sempre stato risposto che Alex sminuiva la faccenda "genitori" fino all'inverosimile.
-Non ti ho mai chiesto se sa che sei morta.- Azzardò Magnus.
-Non credo.- Rispose lei. -Quei lupi hanno praticamente distrutto il mio corpo e... E niente, non credo che lui si sia dato la pena di cercarmi in questi anni.-
Magnus, in quel momento, sentì di avere la propria famiglia molto più vicina di quanto pensasse, Annabeth e suo zio si erano impegnati così tanto per trovarlo, per fargli un funerale (anche se non era quello che voleva lui), si sentì amato come Alex, probabilmente, non si era mai sentita e così, quasi senza motivo, si sporse verso di lei e la abbraccio.
Lei, sorpresa dal gesto, si irrigidì un poco.
-Non ti piace ancora che ti tocchi, eh?- Ridacchiò Magnus allontanandosi e provocando uno sbuffo irritato alla ragazza che, immediatamente, incrociò le braccia al petto. 
-E questo per cos'era?- 
-Serve un motivo per abbracciarti?- Rispose lui guardandola divertito.
-Se è necessario il contatto fisico, sì, serve un motivo.-
Il biondo ridacchiò. -Perchè mi mancava abbracciarti.-
-Sei un idiota.-
-Un idiota che ti ama.-
Alex lo fulminò con lo sguardo. -Puoi, per favore, smetterla di dire queste cose sdolcinate che sto cercando di essere arrabbiata con te.-
Magnus le lasciò un leggero bacio a fior di labbra prima di sdraiarsi completamente. -Buona notte, tesoro.-
-'Notte, tesoro.- Rispose lei con tono molto ironico.
-Visto che non è difficile essere romantici?- Chiese Magnus specchiandosi negli occhi di Alex.
Lei sorrise, un sorriso quasi inquietante visto nel buio della stanza. -I tesori stanno parecchi metri sotto terra.- Rispose lei prima di girarsi su un fianco e chiudere gli occhi, pronta per addormentarsi.
Il corpo di Magnus venne scosso da un brivido mentre sul suo viso compariva un sorriso, non era cambiata, non troppo, e faceva ancora quelle battute che lo lasciavano sempre di sasso.
Anche lui si voltò su un fianco, quello da cui riusciva a vedere Alex, guardarla mentre il suo respiro diventava sempre più regolare lo tranquillizzava, voleva dire che erano insieme, e se erano insieme riusciva a dormire tranquillo, senza incubi sui lupi o su Loki.
Proprio in quel momento gli scappò un sorriso a quel pensiero.
Non sentirsi spaventato da Loki o da ciò che aveva fatto quando, accanto a lui, c'era Alex, che era sua figlia e, in quel momento, capì che non si deve per forza assomigliare ai propri genitori, che si può costruire la propria strada sulla loro impronta ma anche farne una completamente nuova, completamente tua.


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