11 Il caos
Non riuscì a spiegare come o perchè.
Sapeva solo che aveva odiato l'idea di essere incinta, sapeva di aver odiato il proprio corpo, la propria condizione e poi, improvvisamente, quando Utgard-Loki aveva iniziato tutto quell'orribile disastro il suo unico pensiero era quell'essere che, da lì a poco, avrebbe abbandonato il suo corpo.
Ha perso quel bambino che aveva, forse troppo tardi, amato.
Ma forse, più che il bambino, le mancava vedere Magnus sorridente accanto a lei, mentre diceva quelle parole gentili.
Andò da Loki, lei in persona, e quando se la vide davanti rimase sorpreso, sbalordito. Come ci era arrivata lì? Come avevano potuto lasciarla uscire?
Stava per iniziare a un discorso su quanto Magnus fosse un incosciente a lasciarla uscire da sola ma Alex lo bloccò.
-Ho bisogno di parlarti.- Disse entrando nella stanza senza aspettare che gli venisse dato il permesso.
-Ti ascolto.- Disse il dio chiudendo la porta.
Alex si guardò un po' intorno, era tutto così in ordine, così perfetto, che quasi la irritò. Desiderò prendere quel quadro e far cadere tutta quell'infinita fila di vasi che erano sulla credenza.
Vi passò davanti e li guardò, uno ad uno.
-Ti piacciono?- Chiese Loki.
-Sono orribili.- Rispose. -Quello in particolare.-
-E' tuo quello.-
-Lo so. Lo dico per questo.- Rispose sollevandolo.
Era uno dei primi vasi che fece, quando c'era ancora suo nonno a darle gli insegnamenti. Era pieno di ditate, irregolare, con un manico schiacciato.
-Dove lo hai preso?- Chiese mentre lo riappoggiava sul mobile.
-Era di tuo nonno. Lui aveva capito molte cose, in punto di morte chiese che tutto ciò che tu aveva fatto venisse ricordato, quale modo migliore per essere ricordati che finire in casa di un dio?-
-Fare qualcosa di importante, magari.-
Loki annuì, avrebbe potuto ribattere, ma visto quello che Alex doveva fare da lì a poco, pensò che per una volta avrebbe potuto essere meno irritante del solito.
-Di cosa devi parlarmi?- Domandò Loki.
-Il bambino...- Sussurrò Alex. -E' morto?-
Loki scosse il capo. -Non saprei, ma è possibile che sia così.-
-Perchè allora non posso provare a...-
-Perchè moriresti anche tu.-
-Nel Valhalla non morirei.-
-Certo, nel Valhalla, ma tu non vivi nel Valhalla ora, vivi a casa dell'elfo e del nano.-
-Potrei tornare all'Hotel.-
Era davvero testarda e Loki la ammirava per questo. -Ci riusciresti per davvero? A vivere in mezzo a loro? A veder crescere e invecchiare tuo figlio senza poter far nulla? A guardarlo morire mentre tu avrai sedici anni per sempre.-
Alex lo guardò, i suoi occhi erano cupi, avrebbe detto arrabbiati, ma probabilmente erano solo stanchi.
Non solo della condizione in cui si trovava, non solo di rivivere ogni notte il tempo trascorso in quella caverna, ma di vivere, di respirare.
-Potrei non doverlo crescere io.-
-E chi?-
Alex si strinse nelle spalle. -Qualcuno. Voglio dire... Non credo che meriti di morire senza aver la possibilità di scegliere e, soprattutto, non credo che dovrebbe morire solamente perchè io non posso farlo.-
-Mi stai chiedendo di trovare di genitori adottivi?-
-Non voglio sapere chi sono.- Disse in fretta Alex. -Voglio che tu lo prenda, quando nascerà, e lo porti via, lontano da qui.-
-E tu lo accetteresti?-
-Lo sto facendo.-
-E Magnus?-
Alex ripensò un momento a Magnus, al fatto che fosse lui quello più felice, che fosse lui quello a cui stava crollando il mondo addosso.
-Passerà. Ha tutta l'eternità per farsela passare...- Disse cercando di autoconvincersi che sarebbe andata così. -Puoi farlo o no?-
-Posso provarci. Il bambino ha subito molti danni e tu con lui. E Sam non mi permetterebbe di portarlo via se sospettasse del fatto che sia vivo.-
-Lo farà. E' una mia scelta, non sua, non di Magnus. Mia.-
-Sei coraggiosa, Alex.- Disse.
-Ci proverai o no?- Domandò Alex atona mentre lo scrutava in cerca di una risposta soddisfacente.
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