LA PROFEZIA
Quindi lei era rapita, ma da chi? Perché il mio piccolo cervello da Sopramondo non riesce a collegare i pezzi? Devo aspettare che mi dicano tutto loro, sicuramente io non ce la farò mai penso scuotendo la testa.
Mentre Howard sta abbracciando Luxa, per confortarla, vedo Nerissa barcollare verso di noi, così le vado incontro e la sostengo.
«Oh grazie Gregor»
«Di nulla Nerissa, ma perchè sei venuta qui? Non credo che facciano entrare nella stanza di Ginevra»
«Oh Gregor, non sono venuta per quello, per un'altra cosa. Più importante» aggiunge con tono cupo.
«Ehi Nerissa, come mai qui?» chiede Howard con un piccolo sorriso, un po' forzato.
«La profezia» dice semplicemente lei e io inizio a far invidia a un Sottomondo da quanto sono sbiancato.
«L-la p-profezia?» chiedo tentennando.
Ebbene sì ragazzi, un'altra profezia scritta da quel vecchio svitato di Sandwich.
Nerissa ci accompagna verso la sua sala 'preferita', l'unica con la porta di legno, lucido per altro. Entriamo in quel cubo di pietra che purtroppo non era vuoto, bensì le sue pareti sono piene di incisioni che formano profezie senza senso, ah dimenticavo, per pareti intendo anche il pavimento e il soffitto!
«Eccola qui» dice Nerissa passando le sue piccole dita ossute sulla pietra liscia e fredda.
CON IL SOPRA CHE È TORNATO
E IL RITORNO DEL soʇʇo DIMENTICATO
IL CAPO DELLA MISSIONE VA TROVATO
RIUNITE IL DORATO,
IL BIANCO, IL NERO
E LA PRINCIPESSA
CON I LORO VINCOLATI
OSTACOLATE LE PRETESE PASSATE
E VOLATE, VOLATE, VOLATE
VERSO LA TERRA OSTILE ANDATE
E CAMMINATE, CAMMINATE, CAMMINATE
LA GUIDA SEGUITE
PER CERCARE DI EVITARE INSIDIE
INVANO NELL'INGANNO CADRETE
E CORRETE, CORRETE, CORRETE
VIA CON DUE IN MENO
«Voi avete capito qualcosa?» domando, sperando che qualcuno abbia una risposta diversa dalla mia.
«Poco — ammette Howard — ma d'altronde noi alla Fonte non abbiamo profezie, quindi mi considero un genio.»
«Considerati un'ingenuo, se qui c'era Ginevra, lei l'avrebbe capita da cima a fondo» ribatte Luxa.
«Beh allora, aspettiamo che Ginevra si svegli, e lasciamo carta bianca a lei no?»
«Gregor, Ginevra non ci sarà per sempre» dice tristemente Nerissa.
«C'è qualcosa che ci devi dire Nerissa?» chiede Luxa incerta.
«No no» e dopo va via.
«Howard, Ginevra si è già svegliata. Ma sta delirando» spunta un Sottomondo dalla porta.
«Ma che tempo di recupero ha?» chiedo confuso.
«Ormai si è abituata a riprendersi in fretta» afferma Luxa, mentre si avvia verso l'ospedale con me dietro.
«SPOSTATEVI!» urla Howard, appena vede tutti medici all'interno della stanza. Tutti si allontanano e Luxa ne approfitta per entrare, così la seguo a ruota.
«Ginevra — dice con voce soave Howard, cercando di calmarla, mentre lei delira. Così gli mette una mano sulla fronte e esprime il suo verdetto all'infermiere — Delirio febbrile. Dobbiamo far scendere la febbre. Subito!»
L'infermiere si mette subito all'opera e prende una medicina, un cucchiaio, sta per passarli ad Howard, quando un'altro medico entra e prende il controllo.
«Prendi una siringa»
«Cosa? Per via endovena?» chiede Howard sconcertato.
«Entrerà più velocemente in circolo — dice con tono apatico — Allora questa siringa?» l'infermiere sottomondo si affretta a porgergliela, ma Ginevra appena vede l'ago si agita più di prima. Questo sembra far scattare a Howard un ricordo, infatti ferma immediatamente il medico.
«Non lo faccia!»
«Perché non dovrei? Io sono un tuo superiore! Ho più autorità ed esperienza di te!» parla alzando il tono di voce, sicuramente irritato.
«Perchè è agofobica! — urla Howard — Questo non fa che peggiorare il delirio!»
Il medico sottomondo è sconcertato dal comportamento di Howard nei suoi confronti.
Solitamente Howard è calmo, ma ora sembra anche lui sull'orlo di una crisi.
Quest'ultimo approfitta dello stato di shock del suo superiore per prendere il cucchiaio e la medicina, li passa all'infermiere mentre lui si avvicina a Ginevra e cerca di calmarla.
Intanto il medico, irritato, se ne va passando tra le fila dei suoi colleghi accorsi a vedere cosa stava succedendo.
Luxa toglie lo sguardo da Ginevra, e quando vede tutti quei sottomondo, va verso la porta e chiude le tende, per non far ulteriore spettacolo.
«Shh — dice Howard mentre mette una ciocca riccia dietro l'orecchio di Ginevra — Dai, un ultimo sorso»
P.O.V. GINEVRA
Fa caldo, caldo, apro gli occhi e scopro che sono su un letto. Tremo. Mi hanno rapita di nuovo.
No, no, no. Ti prego NO!
Le mie preghiere sembrano aver fatto effetto, perchè vedo che nulla mi circonda, ed è decisamente meglio che essere rapite.
"Ginevra, tu sai già della profezia giusto? — ma era una domanda retorica dato che chiunque parlasse non mi diede tempo di rispondere — Ottimo, i tuoi compagni aspettano solamente che ti ristabilisca, per poi portarti nella sala di Sandwich. Ebbene, tutto questo solamente per dirti che tu non potrai aiutarli a decifrarla."
"Non mi interessa cosa dice una voce, cosa dice una persona che non ha nemmeno il coraggio di mostrarsi. Io la so decifrare. Quindi lo farò" ribatto. Odio quando qualcuno mi dice cosa devo fare.
"Oh piccola mia, sembra ieri che piangevi in una grotta, e ora osi sfidarmi? Ottimo, ne subirai le conseguenze" conclude la voce andando via, lasciandomi nel nulla con solamente l'eco dei miei passi e il rumore dei miei pensieri.
Ma comparve pian piano qualcos'altro...
«Shh — dice una voce dolce, che ricolloco mentalmente che possa essere quella di Howard mentre mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio — Dai, un ultimo sorso»
Inghiotto, senza sapere nemmeno se quella cosa sia commestibile o meno, ma se Howard me lo chiede, posso anche permettermi di lasciarmi guidare ad occhi chiusi.
«Ecco, così»
P.O.V. GREGOR
Ginevra si è ripresa, e devo ammettere che io non sono molto paziente al momento. Voglio sapere cosa vuole quello svitato di Sandwich con questa nuova profezia, che a quanto pare non ha un nome, e questo non è certo un buon segno dato che l'ultima profezia senza nome era nascosta tra le strofe di un filastrocca per bambini!
Così ci avviamo verso l'unica sala con la porta lignea di tutto il Sottomondo, mentre Howard si offre come sostegno per Ginevra.
A guardarla adesso sembra Nerissa, fatta eccezione che sei è una sopramondo, a differenza della 'ragazza agitata'.
«Eccola» dico indicando la profezia sulla parete.
«Uh, la senza nome. Ricordo — prende fiato e la legge velocemente sottovoce — Scusatemi, ma come avete fatto a non capirla. E' semplicissima. Guardate per esempio qui:
RIUNITE IL DORATO, IL BIANCO, IL NERO E LA PRINCIPESSA CON I LORO VINCOLATI.
E' chiaro che si riferisce, in ordine ad Aurora, perchè ha il pelo dorato, ad Eurideis, perchè è bianca, poi Ares, che corrisponde al nero, e la principessa è...»
Ma io non la lascio finire, perchè questa è l'unica cosa che ho capito in tutte quelle righe: «Boots»
Ginevra però non sembra d'accordo, infatti inclina la testa di lato, così prendo parola: «E' Boots la principessa, come in tutte le altre profezie. Gli scarafaggi la chiamano così, perciò è lei»
«No, Gregor non può essere Boots, la profezia si riferisce a...»
Ma non finisce, perché sviene tra le braccia di Howard che prontamente la prende, e poi la riporta velocemente in ospedale e mi raccomanda di non farle più domande sulla profezia, per non affaticarla troppo, dato che è svenuta proprio per questo.
'Se non è Boots, allora chi è?' Mi domando, mentre gironzolo perdendomi negli intricati corridoi del palazzo regaliano.
*Spazio fuori dalla storia*
Per questo capitolo solo 1222 parole, ma devo dire che non mi soddisfa appieno.
Penso che quando lo revisionerò (presto) rilascerò anche il prossimo capitolo.
Spero che vi piaccia nonostante i miei dubbi.
P.S.
So che la profezia non è il massimo, ma non sono la Collins purtroppo.
Ci vediamo nel prossimo capitolo...
Come andrà a finire?
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